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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE DAWN
Genere: Romantico, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/01/2007 19:39:45 (ultimo inserimento: 07/03/07)

una piccola storia di tre capitoli che vede come protagonisti un vampiro centenario che racconta la sua storia ad una cacciatrice dal nome altisonante
 
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IL SORGERE DELLA LUNA
- Capitolo 1° -

THE DAWN

Capitolo 1* -il tempo dei ricordi-
"Il sorgere della Luna"


Roma, 10.15 del mattino.

Sono qui per raccontarvi una storia.
Accendete una candela, e pregate per un'anima che si è perduta, e che ha amato e sofferto e che alla fine ha deciso che niente aveva senso senza la donna che amava. Neanche l'immortalità. Pregate per una donna che ha scoperto la sua vera storia, e i peccati che si celavano dietro un nome altisonante.
Pregate per me, perchè nonostante tutto, non ho intenzione di cambiare.
Pregate per me, perchè, dopo la storia che vi racconterò, deciderete di odiarmi, di darmi la caccia.
Pregate per me perchè per colpa mia anche le vostre esistenze si macchieranno.
E scusatemi per non essere riuscita a tacere. Devo farlo. Mi dispiace, mi spiace veramente.
Sono qui per narrarvi una storia, si, la storia di un vampiro. Lo so, lo so, adesso penserete che la mia è l'invenzione di una raccontastorie che cerca di attirare su di sè l'attenzione. Penserete che io sia solo una povera ragazza che non aveva meglio da fare che inventare una cronaca che non è mai esistita. Oppure penserete che si tratti di una persona deviata che trova affascinanti i vampiri, che si eccita con l'horror.
Lasciate che vi dica che vi sbagliate su tutta la linea.
Non sono una scrittrice, nè una raccontastorie, e vi posso anche giurare che non ho nessun interesse nel diventarlo.Non è il mio mestiere e non lo sarà mai. Non sono abbastanza forte per reggere sulle mie spalle le storie di altri esseri umani.
In più avevo qualcosa di meglio da fare. Potevo vivere: potevo avere un'esistenza divisa tra i miei amori e i miei amici, tra l'affetto di un padre e l'orgoglio di una madre. Ma il destino non mi ha dato nessuna di queste possibilità. Da sempre, da più di duecento anni ( e sapete dirmi quanto sono lunghi duesecoli??) la mia famiglia si divide, e infine scompare, seguendo le ombre di un terrore antico.
Siamo nel 2006.
Infine: no, io non amo i vampiri, non li trovo affascinanti e ho passato gran parte della vita a combatterli, a guardare la loro sofferenza provando piacere nell'essere io a provocarla. No, non ho cambiato idea, e di certo non mi sono innamorata di uno di loro. E' un'idea che trovo ripugnante. Ma ho, quasi per caso, incontrato uno di loro e, per una volta tanto, ho provato ad ascoltarlo.
Non perchè lo trovassi bello, non perchè mi avesse ipnotizzato, ma solo per capire cosa spingesse un essere umano a diventare un animale, un cane delle tenebre. Io odio i vampiri, l'ho sempre fatto e, malgrado tutto, continuerò a farlo. Sono loro che, da due secoli, si portano via la mia famiglia.
Mi chiamo Eleonor Van Helsing, e sono l'ultima discendente della casata legittima di Abraham Van Helsing, l'uomo che della sua missione, uccidere i vampiri, fece la sua vita. E anche quella di tutti i suoi successori. Sono rimasta solo io dopo che un Nosferatu si è portato via l'anima di mio fratello Elijah.
Il nome dei Van Helsing morirà con me, ed io sono pronta a portare in gloria questo nome per cui tante persone hanno dovuto soccombere.
Però la scorsa notte ho incontrato qualcuno. Un vampiro, certo.
Lo stavo seguendo perchè volevo mettere fine alla sua vita. Volevo vederlo morire. Amo vederli morire. L'ho seguito nelle strade affollate di Roma, in questa sera d'estate, ho aspettato il momento per attaccarlo. Ma ad un certo punto, mentre passeggiava sul LungoTevere lui si è fermato, si è voltato e mi ha sorriso.
"Hai intenzione di seguirmi per tutta la notte, Eleonor?"
Era un vampiro bellissimo (come quasi tutti, d'altronde...). Aveva lunghi boccoli rossi che gli incorniciavano un ovale dove due grandi occhi verdi troneggiavano. La pelle nivea rifletteva il chiarore della luna, enfatizzata dalla vicinanza del fiume. Non mi sorpresi che sapesse il mio nome. I vampiri hanno poteri di cui non mi sorprendo, ma che non voglio sapere.
"Fin quando non ti avrò ucciso." ho risposto.
Lui ha sorriso, stretto nel suo completo scuro,che fava risaltare il rosso dei suoi capelli.
"ah già, il tuo lavoro. Non preoccuparti. Non ho nessuna intenzione di scappare. Mi vedrai morto nell'arco di questa notte. Ma prima concedimi un desiderio."
"Che cosa ti fa pensare che te lo concederò?"
"Il fatto che, nonostante il tuo atteggiamento poco gentile, sei molto simile al tuo trisavolo. Abraham era un assassino, ma aveva un buon cuore. E nessuna brava persona toglierebbe ad un condannato a morte il suo ultimo desiderio."
Sentir pronunciare il nome del mio antenato con quella tranquillità da un non morto, mi diede una strana sensazione. "Cos'è che vuoi, vampiro?"
"Voglio solo che tu mi ascolti. Voglio liberarmi della mia storia, prima di morire. Voglio che qualche cosa mi sopravvivi, solo questo."
Lo guardai, senza preoccuparmi di nascondere il mio scetticismo. Alla fine però, sorprendendo anche me stessa, mi trovai ad accettare. Lo seguii fino ad una panchina. In lontananza vedevo Castel Sant Angelo, uno dei monumenti più affascinanti al mondo.
"Posso sapere almeno il tuo nome?"
Sorrise. "Damien, chiamami Damien".
Il fatto che avesse usato quell'espressione <chiamami Damien> lasciava intuire che non si trattava del suo vero nome. Damien era un nome molto usato nella stirpe dei vampiri, perchè richiamava il figlio del diavolo. E per secoli i vampiri sono stati braccati come emanazioni di Satana.
Io non la penso così. Io penso che si tratti di emanazioni del male in generale. Non di Satana.
"Ora, Eleonor, lascia che sia io a farti una domanda."
L'idea di rispondere ad un interrogatorio di un vampiro mi piaceva ancora meno dell'idea di fare semplice conversazione.Ma ancora una volta mi limitai ad annuire.
"Cosa sai dei vampiri?"
Lo guardai, scettica. "Quanto tempo hai?"
Rise divertito. "Scusa, ho sbagliato ad esporti la mia domanda. Se qualcuno ti spingesse a descrivere con una sola parola i vampiri, tu che diresti?"
"Bestie" risposi sicura "anche se mi dispiace per gli animali."
Rise ancora. A quanto pareva ero davvero brava a divertirlo."Limitativa come idea"
"Oh certo, adesso verrai a dirmi che voi vampiri siete in realtà angeli e che più di 1000 anni di storia sono stati pieni di equivoci che vi hanno fatto braccare, non è vero?"
"No. I vampiri possono essere orribili, ma lo possono essere anche gli uomini, non credi?"
Purtroppo su quell'asserzione non avevo niente da obiettare.
"Gli uomini uccidono altri uomini. Noi vampiri, se non altro, non ci ammaziamo tra di noi."
Anche a questo non potevo rispondere niente.
"ma ora lascia che ti racconti la mia storia. Voglio solo che tu mi ascolti."
Ed io mi apprestai ad ascoltarlo.


«Quando il sole si tinge di rosso, Eleonor, e il sole abbandona questa terra, allora il buio l'avvolge e qualcosa si muove nelle viscere della terra stessa. Risorge un antico retaggio. Un clan che, come giustamente hai detto, esiste da più di mille anni. So che ci vedi come animali, ma noi siamo esseri umani. Lo so che non ci credi, eppure è così. Anche noi abbiamo sentimenti, anche noi amiamo, ci arrabbiamo...Siamo creature antiche quanto l'universo, che vivono nutrendosi di sangue umano, il sangue dei tuoi simili. Ma anche noi abbiamo bisogno di nutrirci. Il fatto che quello di cui dobbiamo nutrirci sia sangue non è una nostra scelta. E' inutile che mi guardi così. No, il tuo pensiero è futile. Non possiamo smettere di bere il sangue. Primo perchè, a rigor di logica, uno che sceglie questa vita ha paura della morte, ha paura di sparire e poi...Se ti dicessero che non devi mangiare, perchè, sempre a rigor di logica, piante e animali sono esseri viventi, tu smetteresti di mangiare e ti lasceresti morire? Non penso. Camminiamo tra di voi come nebbia, entriamo nel mondo come incubi, tanto che molti umani non sono pronti ad ammettere che noi esistiamo davvero, che siamo qui... Veniamo chiamati demoni, non morti...Vampiri. Ed io sono uno di loro. E' così, lo sai, sono un vampiro, non un umano. Non sono più umano da quando mi fu tolta la linfa che mi teneva in vita, colei che da sola era in grado di tenere in piedi i pezzi della mia esistenza. Ma a questo arriveremo più tardi. Vedi, la cosa strordinaria è che questa notte, per la prima volta in tanti anni, non provo il desiderio di sangue. Non ho voglia di farlo. Non ho voglia di bere. Potrei bere il sangue di chiunque, di quella coppia che laggiù sta amoreggiando, oppure di quei ragazzi che chiacchierano dell'ultimo film visto...Volendo potrei anche bere il tuo, senza che tu possa far niente per fermarmi, Eleonor. Posso diventare invisibile se lo voglio e i miei poteri sono addirittra più grandi di quelli di Dracula, contro cui tuo nonno si scontrò. Sebbene sia stato 'creato' successivamente a Vlad (ricorda che lui era un vampiro dal 1462), dopo la sua morte sono io quello più forte, perchè nelle mie vene scorre il sangue dell'Impalatore. Fu lui a farmi dono di questa vita, fu lui che spartì con me i suoi poteri. Probabilmente fu a causa di questo che tuo nonno riuscì a batterlo. E fui io che uccisi Abraham Van Helsing. Non lo sapevi? Pensavi che fosse morto dando la caccia ad un vampiro qualsiasi? Pensavi che fosse semplicemente scomparso? No, io, io gli ho tolto la vita, rallegrandomene. Sono un assassino, ok, e allora? Ascolta tutta la storia...Bevo il sangue di routine.. Però stasera...Non lo so, probabilmente dipenderà da questa città, che è splendida. Quasi non trovo il coraggio di macchiarla con il mio crimine che è la mia vita stessa... Probabilmente a questo punto ti starai chiedendo perchè scelsi questa vita...Vedi quando ero un ragazzo, il mondo era ancora popolato dai fantasmi dell'ignoranza, e noi giovani nobili (eh si, sono un nobile) non potevamo avventurarci fuori oltre un certo orario. Per questo sono sempre stato affascinato dalla notte, dai suoi colori spenti ma bellissimi, dal mistero che porta dipinto sul suo mantello o dai rumori attutiti e incomprensibili che invece di giorno diventavano quasi banali. Pensare che adesso quella stessa bellezza mi impedisce di essere quello che in realtà sono. Guardati intorno, Eleonor, la notte non rende macabra questa città, anzi, la fa brillare ancora di più, la rende magica. Sembra che questa città sia stata pensata proprio per essere ammirata al chiarore della luna che sale in cielo. Ma è solo per stanotte: quando il sole si avvicinirà smetterò di essere l'ombra di me stesso e tu mi vedrai davvero come un mostro e potrai uccidermi. Dovrai uccidermi. Ma adesso...adesso voglio fingere di non essere un vampiro, almeno non del tutto. Solo con Roma provo questo tipo di sentimenti, è strano eh?! Credimi, non lo troverai ancora così bizzarro dopo aver ascoltato la mia storia. Completamente. Per un lungo periodo Damien è stato sinonimo di terrore, sai? Ero un mostro, un vero mostro. Uccidevo per il solo piacere di farlo. Un po' come te, dopotutto.»
Gli puntai un paletto contro il cuore. Non mi piaceva essere paragonata ad un elemento di quell'etnia che speravo veder sparire dalla terra.
«Va bene, scusa per quest'uscita infelice. Sapevo di dover rimanere zitto, ma la tentazione è stata troppo forte. Riprendiamo il racconto. Sa tanto di confessione non trovi? Comunque...dopo la mia trasformazione, pian piano, cominciai a rendermi conto che non conoscevo gli umani, che non li capivo. E' vero, un tempo lo fui anche io ma sono un...com'era?...ah si, un mostro succhiasangue da così tanto temppo che ho dimenticato la sensazione del battito del cuore, o la sensazione di un respiro a pieni polmoni. Per anni...ANNI, ho sentito solo l'alito della morte dentro la carcassa del mio corpo (ehi, sei tu che dici che sono un cadavere ambulante, no?). Non sapevo quale oscura magia mi permettesse ancora di muovermi..Anima? No, non penso proprio. Se avevo un'anima residua, come potevo bere il sangue degli umani in modo così assolutamente normale? Non lo sapevo, non sapevo darmi una risposta, la cui ricerca mi portò qui, a Roma. Arrivai a Roma quando il mausoleo d'adriano era stato appena ribbattezzato Castel Sant'angelo. E in quel marasma di arte e di conoscenza, io la incontrai....Incontrai un demonio sotto forma di fanciulla, un vampiro come me, solo più potente. Era il diavolo che per anni si era nascosto dietro la mia casa di umano, quello da cui sempre avevano cercato di proteggermi. Mi disse che mi attendeva, e che aveva le risposte alle mie domande. Sai cosa rispose quando le chiesi perchè ero ancora in vita? "La rabbia" mi disse con una voce melliflua che a volte sento ancora oggi "la rabbia perchè qualcuno te l'ha portata via. E il senso di colpa, perchè è colpa tua se lei se n'è andata anzi tempo. Sei arrabbiato perchè nonostante quello che hai fatto per vendicarti, il senso di colpa ti perseguiterà sempre e dovunque" E sai una cosa, Eleonor? Aveva ragione. Io persi la persona che amavo.... Lei era una giovane ragazza rumena, si chiamava Vania Tepes...Era la donna della mia vita, ci crederesti? Quando l'ho conosciuta pensavo di essere nato solo per incontrarla. La prima volta che la vidi ero ospite in casa di Vlad, suo cugino. Mi ero informato sulle...strane abitudini dell'impalatore, così quando giunsi in transilvania ero l'uomo più istruito sulla valacchia e i suoi costumi. E durante il ricevimento, dove mi ero guadagnato la simpatia di Vlad che era già Dracula, notai che un raggio di luna era entrato nella stanza. Vania era una vampira. Ricordo ancora la sua pelle candida, ricordo i lunghi boccoli scuri, l'ovale perfetto con i grandi occhi verdi simili a quelli di un felino. Non mi importava se fosse vero che era un mostro o no, proprio come non mi era interessato per Dracula. ero andato in quel paese non solo per fare il bene della mia casata, ma soprattutto per immergermi in quel mistero che avevo sempre amato. Mi innamorai perdutamente di lei, e, cosa ancor più sorprendente lei mi ricambiò.
Un giorno le chiesi perchè aveva deciso di diventare un vampiro. "quando, durante la guerra contro i turchi, fummo attaccati, una lunga scia di tragedie colpì la mia famiglia. Mia cugina, la moglie di Vlad, si suicidò pur di non essere catturata, buttandosi nel fiume Arges, dove ci eravamo ritirati, che da quel giorno si chiama "il fiume della principessa" e in più un soldato ai comandi di Mehemed II il Conquistatore, fece irruzione nel castello, mentre Vlad era in battaglia, mi violentò in tutti i modi, fece di me qualcosa che non si poteva definire umano e straziò il mio adorato fratello minore, Petru. Io e Vlad giurammo vendetta per questo, e da allora siamo vampiri. Abbiamo trovato nel sangue la nostra ragione di vita." La compresi, Eleonor, compresi ogni singola parola, e non trovai niente da obiettare.
La amavo, la amavo con tutto me stesso, tanto che decisi di sposarla.
Vlad acconsentì alla nostra unione. So che non lo credi possibile, dal momento che consideri i vampiri come mostri infernali, ma ci sposammo in una Chiesa Cristiana.»








continua....



Voi non potete neanche rendervi conto della felicità di cui al momento sono invasa.
Finalmente sono riuscita a presentare anche a voi Damien, il mio adorato Damien!!! Spero che la sua storia colpisca anche voi, così come ha colpito me mentre la scrivevo.
 
Continua nel capitolo:


 
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