torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: VITA INTERROTTA
Genere: Drammatico, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, What if? (E se...)
Autore: -camelia- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/01/2007 23:45:01

La mia opinione sul mistero che avvolge il personaggio di R.A.B. Regulus Alphard Black: un uomo eterno come eterni sono i ricordi...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
VITA INTERROTTA
- Capitolo 1° -

Vita Interrotta
“Il buio porta alla pazzia.
La vista della luce anche”

Quando la vita finisce puoi abbandonarti tutto alle spalle: non ci sei più.
E nulla è in grado di spaventarti.
Nessuno ti serba rancore.
Non hai faccende in sospeso.
Poi però ti capita quella strana situazione.
Quella che accade soltanto a te.
Te fra miliardi di persone.
E non sai chi maledire perchè hai un solo desiderio: Morire.
Ma questo non è scritto.
E vorresti ficcargliela in posti oscuri quella sua penna a quell'idiota che scrive il tuo destino.
Ma non puoi, non sai neppure chi è quell'idiota.
Alcuni lo chiamano Hallah, altri Dio, altri Gesù Cristo, altri Zeus e altri Giove e altri in modi ancor più assurdi. E poi ci sono quelli che il destino se lo scrivono da soli. Ed è quelli che dovremmo ammirare. Perchè se per caso sbagliano a scrivere qualcosa la possono cambiare con le loro scelte. Ma io non sono uno di loro.
Io sono succube di quel destino avverso.
E vorrei che la Mano Divina finisse di scrivere, ponesse un bell'epilogo sull'ultima pagina e mi lasciasse in pace.
Invece questo non succede. La Mano Divina mi lacera quel che resta della mia anima ogni volta che il sole sorge. Dopo più di 38 anni di vita si è stancata di scrivere la mia storia e la lascia così, incompiuta. Gli serve un periodo di pausa. Uno di quei “momenti di riflessione”, neanche fossimo amanti. E poi quando le ritorna l'ispirazione manda a rotoli quel piccolo gomitolo di ricordi che è la mia vita solo perchè il “momento di riflessione” non è stato abbastanza proficuo.
Avete presente quei bambini idioti che sono assolutamente certi di trovare Silente sulle figurine delle cioccorane perchè TUTTI trovano Silente? Ecco, avete presente la loro faccia attonita, disperata quando scartano il dolcetto e trovano Barnaba il Babbeo? Sì, proprio il caro Barnaba che credevano non fosse nemmeno contemplato nell'elenco delle figurine.
La mia situazione è pressochè simile.
Tutti credono che quando non hai più niente dentro, tu sia morto. La tua vita sia finita.
Io invece no. L'ho sempre saputo che non è così.
Perchè sono sempre stato un Diverso, un Ribelle.
Io non ho più nulla dentro. Però non sono morto. La mia vita non è finita.
La mia vita si è INTERROTTA.
E qui sta la fregatura.
La vita non ti regala più niente, e non puoi neppure sperare di comprartela la parte complementare di quel niente. Ti ritrovi semplicemente solo. In una cella di Azkaban.
A ricordarti chi sei stato e che non tornerai mai ad essere.
Se poi la tua esistenza fino a questo momento è stata semplicemente un misero fallimento come la mia... bè, sei proprio sfigato!
Mi chiamo Regulus Black e sono un Mangiamorte che è stato catturato anni fa dalle sapienti mani degli Auror più competenti. Sapete che non ero una preda facile.
Se non lo sapete vuol dire che neppure questo piccolo picco di celebrità ha fornito alla mia persona un pretesto per essere ricordata. Fa nulla. Ormai sono abituato ad essere considerato invisibile ed inutile.
Durante i miei albini e pallidi 38 anni dopotutto non sono mai stato considerato un individuo pensante. Il mio nome era giusto un pretesto per non dover dire “Quello là” (che suonava brutalmente male). Per anni sono stato molteplici persone.
Il Fratello di Sirius Black. Gran bella mazzata. Lui era un reietto, una feccia, un ripudiato. Ma solo per la sua famiglia. La nostra famiglia. Per tutto il resto del mondo mio fratello era il migliore. Malandrino. Grifondoro. Bravo a scuola, simpatico, indisponente, bello da morire. Tutto ciò che sarei voluto essere. Per i primi 18 anni di vita ho cercato di imitarlo, di vivere in virtù della sua popolarità riflessa. Ma questo non mi portò mai a nulla. Se non a legarmi a persone incredibilmente diverse da me. Bellatrix Black: mia cugina. L' antitesi di Sirius. Io ne divenni il braccio destro; anche se, ad onor del vero, sarebbe più giusto dire “Schiavetto”. E così fui rinominato “Quello piccoletto del gruppo delle Serpi”. Un traguardo molto scarso in realtà. Non provavo alcuna soddisfazione ad essere arrivato nei piani alti. Mi sembrava che quegli attici somigliassero più che altro a delle soffitte piene di polvere, muffa e topi.
Ben presto emersi quel poco che bastava perchè i primini ricordassero il mio nome. Ma le mie eroiche imprese non raggiunsero mai quelle di tutti coloro dei quali mi ero volutamente circondato. Avevo fatto un piccolissimo ed insignificante errore. Mi ero messo alla pari di mio fratello, delle mie cugine e dei loro amici... l'unico lieve disturbo era comportato dal fatto che io non ero neppure minimamente alla loro altezza.
E così Regulus Black rimase nell'ombra per i restanti anni fino a quella fatidica notte. La notte della mia Iniziazione.
Frequentare mia cugina aveva sortito degli effetti indesiderati. Uno di questi si chiamava Lord Voldemort.
Nella mia memoria è scolpita a fuoco la notte in cui lo incontrai per la prima volta.
Il maniero in pietra dove fui scortato assieme ad altri disperati ammantati di nero si ergeva fra le casupole diroccate di un qualche paesino abbandonato. Avevo dovuto attraversare il mare in sella ad una scopa per giungere al luogo predestinato per l'iniziazione perciò supposi di trovarmi nei pressi dell'Irlanda del Nord. Ne fui certo quando scorsi il cartello di benvenuto degli abitanti di DownPatrick, vicino Belfast. Due corpi in decomposizione erano accatastati accanto all'insegna. Chiazze macabre di sangue incrostato coprivano l'angolo in basso a destra del cartello. Fui colto da un improvviso brivido. Ghiaccio e gelo dentro di me. Il fuoco della giustiza si era ormai spento da tempo.
Dei rumori sinistri provenivano dalle torri est ed ovest dove altri Mangiamorte sorvegliavano i prigionieri. La grida degli Auror mi giunsero alle orecchie come colpi di cannone. Erano i primi carcerati di Lord Voldemort, i primi di una lunghissima serie. Ben presto l'Imperius li avrebbe convertiti al male e la Cruciatus avrebbe permesso al Padrone di scoprire i piani segreti del Grand'Ordine. Alcuni fra i miei ex compagni di Scuola ne facevano parte, persino mio fratello e i suoi amici. L'Ordine di Silente. L'Ordine della Fenice. La consapevolezza che una di quelle urla strazianti potesse appartenere al Sangue del mio Sangue mi colpì come una frustata.
Il sadismo di questi mostri era indescrivibile a parole, ma ormai la mia vigliaccheria mi aveva imprigionato in una ragnatela d'acciaio rinforzato. Avevo perso ormai l'identità di cui mai ero andato fiero. I drappi rosso porpora che ornavano le pareti di pietra mi accecarono, come uno sputo di sangue negli occhi. Sul trono in marmo nero c'era Lui. Ai piedi la fedele Nagini. Fra le spire del serpente la bacchetta che avrebbe portato via per sempre l'ultimo brandello della mia anima dannata. Cercai di incrociare lo sguardo vuoto del mio Padrone ma una scarica elettrica alla spina dorsale mi fece piegare dolorosamente in avanti. In ginocchio di fronte al male. Con quel gesto firmai la mia condanna.
Uno alla volta i miei compagni si fecero avanti e lamenti fieri appesantirono l'aria in quella stanza. Quando fu il mio turno capii che non era assolutamente ciò che desideravo e capii pochi secondi dopo di essere un codardo. La paura mosse il mio avambraccio verso la luce più cupa che potessi immaginare. Il dolore che sentii quando la bacchetta nera di Voldemort si poso sulla mia pelle fu nulla in confronto alla sofferenza per ciò che dentro di me si era inevitabilmente spezzato. Posai gli occhi di pece sulla mia carne bruciata e vidi l'immagine che sarebbe divenuta la mia tortura: il teschio e il serpente. Il Marchio Nero. Quello fu l'inizio della fine.
Tutto ciò che seguì quella cruenta notte fu, per assurdo, ancor peggiore. Morte.
Torture. Maledizioni. Condanne. Distruzione. Questo fu l'impero del grande Signore Oscuro. Ed io, consapevolmente, ne feci parte. E feci di peggio, ne divenni uno tra i più fidati seguaci. Il suo consigliere. Avevo raggiunto finalmente il tanto ambito potere.
Dentro di me sarei voluto tornare ad essere il “Fratello di Sirius Black” ma questo, per motivi intuibili, non lo confessai mai a nessuno.
Presto Lord Voldemort conquistò anche gli strati alti della società magica e io osservai la gente morire. Da spettatore. Senza fare mai nulla per fermare la carneficina. Costituimmo con le nostre gesta un folto gruppo di nemici dai quali difenderci e il mio Padrone si affidò alla magia antica per proteggere la sua anima dalle avversità future. Si affidò agli Horcrux. Durante una delle ultime battaglie a cui partecipai vidi la fiducia che riponeva nei miei riguardi: un medaglione e l'ordine di nasconderlo fino a che non fosse tornato a prenderlo. Ma non sfruttai appieno questa possibilità.
Volevo difendere l'umanità che mi aveva concepito ed impedire il degrado di chi, seppur silenziosamente, mi aveva amato.
Il mio tradimento avvenne una notte di fine Dicembre.
Quella notte Andromeda Black e suo marito Ted Tonks morirono lasciando al mondo una bambina di 10 anni. Questo smosse dentro di me qualcosa che credevo distrutta. Mia cugina, la più buona fra le tre era morta per difendere il frutto del suo amore. Ninfadora. Per il ricordo di quella famiglia tempo addietro diseredata decisi di non adempiere al mio dovere. Ninfadora non morì quella notte, la scortai anzi a Grimmauld Place dove i miei genitori l'avrebbero cacciata ma non certo prima di un sermone fatto di strepiti e grida su quanto sua madre fosse una stolta traditrice del suo sangue. Ninfadora non saprà mai che quelle parole cattive le salvarono la vita.
Durante la fuga incontrai il mio Padrone che strappò l'Horcrux dalle mie mani ma, per un errore imperdonabile, mi lasciò in vita.
I seguenti mesi li dedicai alla ricerca di informazioni sul funzionamento degli Horcrux, in un paesino scozzese sul mare di nome Gairlock trovai le mie risposte. I maghi del XVI secolo utilizzavano gli Horcrux per mantenersi vivi nei secoli sotto forma di pura anima e tramandare gli insegnamenti magici. L'anima veniva spezzata attraverso gli Omicidi. Mai nessuno ancora aveva cercato di fare ciò che Lord Voldemort si accingeva a sperimentare. Trasferire in sei Horcrux frammenti di anima cosicchè anche se il corpo fosse stato colpito o distrutto, il mago non sarebbe morto, poichè l'anima sarebbe rimasta legata alla terra, intatta. E poi ritrasferire l'anima in un nuovo corpo trasferendo il settimo frammento da carne a carne. Gli effetti di questo potevano rivelarsi disastrosi per il corpo in questione che, se non avesse trovato i giusti incastri per i frammenti di anima, sarebbe esploso o imploso (nessuno ci porta caratteristiche esatte di tale avvenimento).
Desideravo vedere la fine del mio Padrone più di qualsiasi altra cosa. Per troppo tempo ero stato plagiato ed indotto a commettere peccati ed omicidi senza possibilità di replica. Ora dovevo solo riscattare questi anni di impuniti orrori.
E potevo farlo solo salvando il Mondo Magico dalla minaccia che lo attanagliava. Uccidendolo o aiutando qualcuno a farlo.
Mi misi in viaggio per tornare a Londra e mi riavvicinai alle schiere dei suoi seguaci per avere informazioni riguardo al segreto degli Horcrux. Nessuno era stato messo a conoscenza del grande Mistero che aleggiava su Tom Riddle. Questo mi sconvolse e mi piacque allo stesso tempo. Forse il mio tradimento non era stato considerato tale dal Signore Oscuro che in tutti questi mesi non cercò mai di rintracciarmi, di rintracciare l'Unico che conosceva addirittura la forma di un Horcrux sebbene allora non sapesse a cosa servisse. Questo mi portò a rischiare, mi riunii alla sua corte. Voldemort mi riaccolse di buon grado. Lo seguii in alcune fra le missioni più importanti; persino attraverso il Lago Maledetto sulle coste Gallesi. Ricordo bene come attraversammo il Lago con una barca creata dal mio Padrone ed incagliata alla riva tramite una catena che riluceva di un sinistro bagliore verde.
Tramite informatori ed inseguimenti arrivai a scoprire dove il mio Signore aveva nascosto il medaglione. E scoprii anche cos'era effettivamenti quell'oggetto. Si trattava di un medaglione appartenuto a Salazar Serpeverde con una S elaborata come stemma della Casa. Ed era stato nascosto in una caverna per quanto riuscii a carpire dalle informazioni che trapelavano dai seguaci più vicini al mio padrone. Tramite le mie abilità di Legimens ho estrapolato dalla mente di Lord Voldemort solo alcune immagini del luogo in questione vista l'enorme bravura da Occlumante dell'interessato. Si trattava di una caverna a ridosso di una scogliera, il mare crudele sbatteva contro la roccia rendendo mortale quel precipizio. Il gelo che si percepiva da quel territorio brullo e aspro mi invase le ossa. Dopo vari viaggi ritrovai quel paesaggio nei pressi di un paesino dell'Inghilterra settentrionale, al confine con la terra Scozzese. Superai gli ostacoli della natura scalando la parete rocciosa fredda ed umida e mi ritrovai nella caverna che Sapevo essere il nascondiglio del medaglione. Quando posai la bacchetta sulla roccia fredda il contorno bianco di un arco si delineò lentamente. Magia di Sicurezza elementare. Sigilli. Cosa rendeva Lord Voldemort diverso dagli altri? La Malvagità. Gli Omicidi. La voglia di Morte. Il desiderio di Sangue.
Ricordi degli insegnamenti di Lord Voldemort mi aiutarono ad individuare la prossima mossa da effettuare. Secondo la filosofia dei Mangiamorte nulla indebolisce più del male fisico. Con la bacchetta mi procurai un taglio e imbrattai di sangue il muro. Davanti a me l'arco luminoso perse la sua rocciosa consistenza.
Mi apparve un lago dalle acque putride che racchiudeva il Grande Segreto. Custodito, ad esclusione, da quella luce verde al centro del lago.
Se l'Horcrux doveva essere raggiunto serviva senza dubbio un mezzo di trasporto. Scartai incantesimi di appello e smaterializzazioni, troppo ovvi per poter mettere nel sacco il mago più potente del XXI secolo. I lamenti provenienti dall'acqua mi informarono della presenza degli Inferi, ad occhio e croce molti Inferi. Migliaia.
Sentivo l'adrenalina scuotermi le membra violentemente. Quel paesaggio mi ricordava paurosamente qualcosa. Osservai ancora l'acqua e nella mia mente le sponde del Lago Maledetto in Galles si fecero incredibilmente nitide...La Barca. Ritrovando le informazioni fra i miei ricordi mi mossi alla ricerca della catena e con le mani in aria la trovai. La strinsi e con un incantesimo muto si materializzò fra le mie mani, rilucente di quel bagliore verde. Tirai con forza e la superficie dell'acqua venne infranta dalla prua di una barca. Salii su di essa e remai in direzione del centro.
Presto la barca sbattè contrò un isolotto di roccia perciò scesi e cercai il punto in cui l'Horcrux poteva essere nascosto, mi avvicinai con sicurezza alla soffusa luce verde che proveniva da un bacile di pietra. Cercai di penetrare con la bacchetta il liquido che lo riempiva ma la bacchetta non scendeva oltre la superficie. Una strana consapevolezza mi rapì. Hogwarts. Cosa affascinava Tom Riddle quanto le Arti Scure ad Hogwarts? Le Pozioni. Quel liquido andava bevuto. Trafigurai un brandello della mia veste in un calice e lo immersi nel liquido. Provai a bere la pozione e la mia testa si autodistrusse. Sentivo la gola secca, dovevo bere. Rivissi i momenti più brutti della mia vita in successione, uno dopo l'altro. Mio padre che mi tirava uno schiaffo. Lo sguardo deluso di mia madre. L'urlo di odio di mio fratello. Il sorriso cattivo di Bellatrix. Il mio braccio marchiato. L'articolo di giornale che diceva che la famiglia Tonks era stata decimata. Poi un'unica consapevolezza. C'era ancora un Tonks in vita, c'era ancora speranza. Per ogni cosa. Ci sarebbe sempre stata. Con la forza della volontà bevvi l'acqua del lago e gli Inferi si ribellarono cercando di attaccarmi. Tirai incantesimi ovunque, cieco. E la disperazione mi diede il coraggio di sollevare quel bacile e bere la Pozione. Colava fra le mie labbra bruciandomi la lingua e il palato, bagnandomi la veste. Presto tutto ciò che avevo odiato mi si rovesciò addosso. I fantasmi di chi avevo ucciso, gli addii, le grida, le frustate. E il dolore dentro e fuori era forte. Ma il dolore fisico non è ciò che fa più male. Questo Lord Voldemort non lo avrebbe capito mai. Cercai perciò di attutire il dolore vero, quello che disintegra. E lo feci grazie alle parole buone. A quell'abbraccio di Sirius. Quel Grazie sussurrato dalla piccola Ninfadora Tonks. Quel ti voglio bene scritto da Andromeda su una pergamena accartocciata. E questo mi conferì il potere di afferrare quella reliquia dal bacile, di strappare dal mio collo il medaglione di Andromeda e inserirci dentro un biglietto di pergamena. Presto tutto torno alla normalità, gli Inferi si acquietarono e si rifugiarono nelle acque. La pozione si riversò dal nulla nel bacile ricoprendo il falso Horcrux e io fui sbalzato fuori dalla caverna da un incantesimo di Esilio.
Ciò che avvenne dopo fu il meglio. Una famiglia di Maghinò mi raccolse dalla spiaggia e mi scortò fino al San Mungo a Londra dove gli Auror mi catturarono e mi rinchiusero a vita ad Azkaban. Appena prima che distruggessero la mia bacchetta spaccai in due parti l'Horcrux. E così quell'Omicidio, quel frammento di anima fu vendicato.
Non dissi mai a nessuno ciò che avevo fatto.
Speravo che un giorno qualcuno avrebbe ricordato il mio nome come Salvatore e non come Mangiamorte. Forse mai sarebbe stato così.
Ora sto appoggiato alle sbarre del mio carcere e invecchio. Invecchio di ricordi e di paure. E sono malato.
Probabilmente entro poche ore ritroveranno il mio Cadavere in questa cella fredda. E sarò Regulus Black fino in fondo. Per la prima volta sarò il Regulus Black che voglio essere. Non sarò mai un eroe e ne sono consapevole. Però finalmente abbandonerò questo limbo di niente in cui mi hanno rinchiuso. E la mia vita interrotta finirà.
Con le mani stringo il mio stesso collo e crollo verso l'inferno. Soffocandomi da solo, fra le lacrime. Volgendo un ultimo ricordo a chi mi ha aperto gli occhi. Con i pensieri proteggerò sempre mio fratello e Ninfadora. Perchè meritano l'Amore che io non ho avuto mai. Quella notte di fine Ottobre persi la vita.
E non scoprii mai che lontano da Azkaban quella stessa notte Lord Voldemort perse i suoi poteri per mano di un neonato.
Di me rimasero soltanto quel medaglione e quel biglietto piegato.

Al Signore Oscuro
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale.
R.A.B.

Questa è la mia storia.
Il mistero non svelato fino ad oggi.
La vita di Regulus Alphard Black.
Ora riposerò in pace.
Eterno come eterni sono i ricordi.


Fine

Questa One Shot si rivela essere solo un'ipotesi sull'identità, a mio parere, di R.A.B.
Nulla di questo dovrebbe essere preso per vero in quanto per conoscere la vera identità di questo affascinante personaggio dovremo aspettare tutti l'uscita del Settimo libro di quel Grande genio che è J.K. Rowling.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: