torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AMORE, SOGNI E NOTE MUSICALI
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mangaka91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/12/2006 14:46:51

La storia di una ragazza emarginata, e di un ragazzo che segue i suoi sogni
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
********
- Capitolo 1° -

La mia fic su Ufo Baby sta x finire, ma intanto ecco qui una storia ke ho scritto qualche tempo fa, è fatta di dialoghi e si legge facilmente... ditemi i vostri pareri!!


Shelly e Dana sono sedute ad un bar.
Dana: Allora ci vieni con me sabato sera? Il mio ragazzo ha detto che porta un amico, mi ha assicurato che è davvero simpatico!
Shelly: Non so, non mi va molto…
D: E dai, Shell, dopotutto sei una ragazza carina, non vorrai mica rimanere da sola per sempre!
S: Oh, no, mi piacerebbe avere un fidanzato… È il mezzo che non mi soddisfa… Io vorrei che succedesse come nei film: ti scontri con qualcuno, lui ti aiuta a raccogliere le tue cose, per farsi perdonare ti invita a bere qualcosa…
Shelly ha gli occhi che luccicano. Dana scoppia a ridere.
D: Si, aspetta e spera! Qualcuno così esiste solo nei film! Nella realtà ti mandano a quel paese e basta!
S: Forse hai ragione tu… però resto della mia idea, preferisco non venire…
D: Come vuoi, però fossi in te ci ripenserei!
Le due ragazze si salutano e si allontanano per direzioni diverse.
S pensa: Uffa, Dana vuole per forza sistemarmi con qualcuno ( quasi sempre un amico del suo ragazzo), ma che ci posso fare se non mi piacciono gli incontri combinati? Vorrei un incontro romantico e inaspettato come in quel film, “Una pazza giornata a New York”, magari senza la gonna strappata… (impossibile, dato che porto sempre pantaloni)… Ah, perché certe cose nella realtà non capitano mai?
Ma essendo così assorta nelle sue fantasticherie, sognando che un ragazzo come Riley Smith, il suo idolo, rischi di investirla con la sua bicicletta, Shelly gira l’angolo senza guardare…
S: AHIA! MA CHE…
Alza la testa e vede che si è scontrata con un ragazzo: è il destino, finalmente il suo sogno si è avverato!!! La fantasia di Shelly parte a vele spiegate: ora lui si scuserà e la inviterà a bere qualcosa… sarà l’inizio di una grande storia d’amore.
Ragazzo: Ma dico, sei cretina?!?! Dove stavi guardando?
Tutti i sogni di Shell si dissolvono.
S: Eh?!
R: Ma guarda un po’, che imbecille! Mi hai fatto cadere tutti gli spartiti… e ora come faccio? Tra poco ho lezione… Ma perché dovevo imbattermi in un imbranata del genere proprio ora?
Shelly è completamente disorientata, e anche un po’ scocciata: insomma, non è così che ci si comporta con una ragazza! Decide di dargli un’altra opportunità, magari ricordandogli quali sono i suoi doveri la situazione potrebbe migliorare.
S: Ma come, tu dovresti scusarti, invitarmi al bar, non insultarmi così!
Lui la guarda perplesso, poi scoppia a ridere.
R: Dico, ma sei tutta matta? Non siamo mica in un film sdolcinato… guarda in faccia la realtà, imbranata! E ora aiutami a raccogliere le mie cose, almeno ripari in qualche modo al disastro che hai combinato!
Shelly si china ancora scioccata dall’atteggiamento di quel ragazzo, che infrange tutte quelle che secondo lei sono le normali regole di comportamento.
Un urlo disperato del ragazzo la scuote dai suoi pensieri.
R: I MIEI SPARTITI!!!!
S: Oh, guarda, sono caduti in una pozzanghera… beh, si possono ancora recuperare, no? Non è il caso di fare tutte queste storie! Insomma, tornando al discorso di prima, tu dovresti…
Il ragazzo si volta verso di lei infuriato: Come hai il coraggio di dire così dopo che siete tu e la tua imbranataggine la casa di tutto?!?!
Shelly è un po’ preoccupata: quel ragazzo sembra non conoscere nessuna cavalleria, magari potrebbe anche picchiarla! Ma non è così.
R: Ora tu li raccogli uno ad uno, li pulisci, li fai asciugare e poi me li riporti, okay?
S: Che cosa?! Ma perché dovrei fare una cosa del genere?!
R: Perché sei stata TU a venirmi addosso facendoli cadere!!! Allora mi raccomando, li rivoglio tra un’ora, portali in quel negozio laggiù in fondo alla via, “Music Shop”… puntuale!
E fa per allontanarsi.
S: Aspetta… di chi devo chiedere, quando ti riporterò questi maledetti fogli?
R: Ah, è vero… chiedi di Chris.
S: Chris e basta?!
Chris: Si, loro mi conoscono…
E se ne va con un sorriso un po’ più amichevole della risata schernitrice di prima, quando l’ha presa in giro per le sue aspettative.
S: Quel tipo è incredibile… come osa trattarmi così? E io gli sto anche raccogliendo questi stupidi fogli da una fetida pozzanghera… quasi quasi glieli lascerei qui, così impara!
Poi però pensa che in effetti è stata colpa sua se sono caduti, così li raccoglie e li porta a casa.
S: Ora mi ci vorrà un eternità per asciugarli… Non sono neanche tanto chiari, poi: ha una scrittura da gallina, quel cafone… Mi sa che mi conviene ricopiarli, anche se non se lo merita: sono così bagnati che è un miracolo se si leggono ancora!
È un bel lavoraccio, ma Shelly riesce a farlo in tre quarti d’ora e con gli spartiti ricopiati nella sua chiara e precisa scrittura riposti in una fodera di plastica trasparente si avvia verso il negozio.
S: Ecco qua, vediamo se osa lamentarsi: sono anche meglio di prima! Comunque spero davvero di non rivederlo mai, questo Chris: è un vero cafone che non conosce nessuna regola di cortesia!
Arriva al “Music Shop” ed entra.
Commesso: Buongiorno, signorina: desidera?
S: Ehm… dovrebbe dare questi fogli a… Chris.
In quell’istante suona il telefono.
C: Scusi, ma dovrei rispondere: può darglieli lei? È nella stanza in fondo a destra…
Shelly non fa in tempo a obbiettare che il commesso alza la cornetta e comincia a parlare.
S: Uffa, ma guarda un po’ che mi tocca pure parlarci di nuovo, con quel maleducato! Bah, speriamo di fare in fretta… Ma che suonerà poi, questo qui? Scommetto la chitarra elettrica, come quei rockettari scatenati… Che schifo… Allora, la porta dovrebbe essere questa…
Shell la apre e rimane paralizzata dalla sorpresa della sua scoperta: Chris, il cafone, il maleducato, è seduto ad un pianoforte e suona, una melodia dolce e malinconica che sembra come riempire l’aria. Ha un espressione rapita, concentrata, così diversa da quella strafottente e canzonatoria di un’ora prima.
Come è possibile, si chiede, che un ragazzaccio come lui riesca a suonare in un modo così incantevole? Shelly rimane così, in piedi sulla porta, con gli occhi chiusi, come inebriata da quella musica così struggente.
Quando improvvisamente il suono si interrompe, lei torna alla realtà, dispiaciuta di essere stata strappata da quella sensazione.
Chris: Ah, eccoti finalmente…
S: Oh… perché ti sei fermato?
C: Mi sono voltato e ti ho visto ferma sulla porta, con gli occhi chiusi… ma che stavi dormendo, bella addormentata? Beh, neanche tanto bella, poi...
Ecco che ritorna il Chris antipatico e beffardo: possibile che sia lo stesso di qualche secondo prima?
S gli fa una linguaccia: Non stavo dormendo, stavo ascoltando… non pensavo che suonassi il pianoforte, e in un modo così…
C: Tremendo, vero? Lo so, devo migliorare…
S: No! Stavo per dire… in un modo così incantevole! Accidenti, sei bravissimo…
C: Questo perché sei un ignorante: all’occhio di un esperto sono ancora alle prime armi!
S: Beh, se queste sono le prime armi… Ma a guardarti non sembri proprio un pianista…
C: Lo so, un diciassettenne in genere suona la chitarra elettrica o la batteria… e infatti molti miei amici mi prendono in giro per questo, dicono che sono una femminuccia…
S: Ma scherzi? Sei molto più bravo di quei rockettari casinisti… sbattigliela sulla testa la chitarra elettrica, la prossima volta che ti prendono in giro!
Chris la guarda sorridendo, poi dice: Ma lo sai che sei proprio buffa? Dai, dammi i miei spartiti…
Lei glieli porge, ma l’espressione sbalordita di lui quando li guarda la fa preoccupare.
S dice timidamente: ….non vanno bene? Erano fradici, e poi la tua scrittura era orribile…
C: …grazie!
S continua: … e così li ho ricopiati e numerati, ma non pensavo di combinare un altro pasticcio!
Chris è incredulo, poi dice: Vuoi dire che li hai ricopiati tutti? Ma erano parecchi…
S: In effetti è stata una faticaccia, ma dovevo farmi perdonare…
C: Sei incredibile, non c’era bisogno che tu… ancora non ci credo, e tutto questo in meno di un’ora?
Shelly non sa cosa rispondere.
C: Beh, ora che sei qui… ti va di fermarti un attimo? Vorrei sentire cosa ne pensi di questo…
E estrae dalla fodera trasparente tre fogli, li sistema sul leggio e comincia a suonare.
Shelly rimane senza fiato: questa melodia è ancora più struggente dell’altra, alterna parti dolci ad altre più forti e trionfali; le dita di Chris sembrano scivolare sui tasti, saltare da una nota all’altra con una grazia incredibile, come il volo di una farfalla.
Quando le ultime, malinconiche note si spengono, Chris si volta verso Shelly e rimane disorientato: dagli occhi della ragazza infatti scendono leggere delle lacrime, che seguono la linea del volto per poi scendere a terra.
C: …ehi? Tutto bene… com’è che ti chiami?
S: ….Shelly…
C: Ok, Shelly, che succede… ti senti male? Ho suonato in un modo così penoso?
La sua battuta la fa ridere, nonostante le lacrime continuino a scendere.
S: no, al contrario… oh, so che mi prenderai in giro, ma… era così bella che mi sono commossa!
Chris rimane meravigliato: La mia canzone ti ha fatto… commuovere?
S: … si, era… era… oh, non ci sono parole per descriverla!
Chris arrossisce imbarazzato, e lei smette di piangere.
S: Oh, incredibile… penso che ti vedrò raramente con un’espressione così imbarazzata! Peccato, perché ti sta meglio di quella da cafone che hai di solito!
C: Io non ho un’aria da cafone!
S: Nooooo… ma come, oggi sei stato così gentile con me! Vediamo… ho contato tre “imbranata”, un’ “imbecille” e parecchie altri frasi poco carine!
C: Davvero? Accidenti, allora sono davvero un cafone…
S: Assolutamente!
C: E credi che ci sia possibilità di guarigione?
S: No, mi dispiace, ormai sei irrecuperabile…
Sempre scherzando escono dal negozio.
S: Ma non avevi lezione? Allora dov’è il tuo maestro?
Chris appare un po’ imbarazzato: Veramente non ne ho uno, non me lo posso permettere… Un maestro tiene lì delle lezioni, e quando il pianoforte è libero mi esercito, e se il maestro è ancora nei paraggi ed ha qualche minuto, mi faccio dare qualche consiglio!
S: Dici davvero? Allora è così che hai avuto quei due brani che hai suonato oggi?
C: Beh, il primo si, l’altro l’ho composto io…
S: CHE COSA?!?!?!?
C: Ehi, abbassa la voce, siamo in mezzo alla strada!
Infatti i due senza accorgersene avevano cominciato a passeggiare.
S: Vuoi dire che quella musica meravigliosa l’hai inventata tu?! Senza l’aiuto di nessuno?!
C: Beh, si…
S: Ma come accidenti hai fatto?!
C: Sai, quando uno è un genio…
Shelly gli da una gomitata, poi esclama: Accidenti, io devo andare! Per colpa tua ho perso un sacco di tempo….
C: … e ti è dispiaciuto?
S lo ignora: Beh, allora ciao!
C: Ciao, Shelly… ma no, ora che ci penso… ti chiami come la sorellina di Barbie? Che vergogna…
S offesa: Ma quanto sei antipatico, credi che a me piaccia questo nome?
C ridendo: Allora preferisci Shell… conchiglia? Certo che sono uno peggiore dell’altro…
S: Io non lo so, non ho mai incontrato una persona villana come te! Sei davvero maleducato!
E ridendo si allontana: si, Chris è un cafone… però quando vuole sa essere simpatico! E poi… il modo in cui suona il pianoforte è davvero incredibile, fa rimanere senza fiato.

Il giorno dopo a casa di Dana…
Dana: Allora, Shell, hai cambiato idea per sabato sera?
S: No, non credo proprio…
D: Eppure ero sicura che avresti accettato… di solito finisce sempre così! Ti è successo qualcosa?
S: No, niente… niente di importante!
D: E allora perché hai quel sorriso?
S: …quale sorriso?
D: Quello che hai stampato sulle labbra da quando sei venuta! Avanti, ammettilo: hai conosciuto qualcuno che ti piace?
S: No, macchè… solo quel cafone di Chris!
D: E chi è questo Chris?
S: Ma nessuno… solo un ragazzo che ho urtato ieri, dopo che ci siamo separate.
D: Beh, non era il tuo sogno? E com’è andata?
S: Da schifo! Cioè, non puoi immaginare cosa ha fatto: mi ha ricoperta di insulti, mi ha fatto raccogliere i suoi spartiti che erano caduti in una pozzanghera e me li ha fatti pulire uno a uno! E ho dovuti anche riportarglieli….
D: Spartiti? Questo vuol dire che suona! E che cosa, la chitarra elettrica, la batteria…? Certo che sarebbe fichissimo, potremmo mettere su una band! Me lo devi far conoscere…
S: No, ti sbagli di grosso… Chris suona il pianoforte, musica classica.
D delusa: Nooooo… che pena! Ma dai, come si fa a quest’età a suonare quelle cose lagnose? E magari ti ha anche costretto ad ascoltarne qualcuna… povera Shelly, non ti invidio proprio! Avrai dovuto prendere una decina di caffè per mantenerti sveglia! Sono così barbosi…
Shelly ascolta tutto in silenzio, infastidita: come si permette di dire certe cose sulle musiche di Chris? Non le ha mai ascoltate, non sa quanto sono belle… ma probabilmente non le capirebbe mai, lei sempre dietro a quei complessi rock che fanno chiasso più che musica!
D: Scommetto che poi era uno di quei soliti sfigati, con gli occhiali, la riga da una parte e il giacchetto di lana della nonna… Povera Shelly: la tua prima conquista un tipo del genere? A parte che non puoi pretendere tanto, con quell’aria da bambina…
Shell è sempre più mortificata: perché le dice sempre queste cose cattive? In effetti ancora non capisce perché Dana abbia scelto lei come amica, se poi passa il tempo a prenderla in giro… per non parlare del suo ragazzo, Jack! Una volta ha provato ad uscire con loro due e un loro amico: l’esperienza l’ha scioccata.
Ricorda tutto come se fosse accaduto il giorno prima…
Jack la presenta al suo amico, e questo gli dice a voce neanche molto bassa: Ma dai, Jack, mi avevi detto che era carina e che aveva quindici anni… non che era una bambina!
Shelly fa finta di niente, ma poi Dana le si avvicina e sussurra: Non ti offendere per quello che ha detto… Però anche tu potevi conciarti un po’ meglio: cosa sono quei ridicoli codini? E poi quei pantaloni sono assolutamente fuori moda: non sai che ora vanno stretti in fondo? E non hai neanche un filo di trucco… dimostri al massimo 12 anni, invece che quindici!
Che strano modo che ha di consolarla!
Poi cominciano a passeggiare per la città.
Paul, l’amico di Jack: Allora, Shelly, quali sono i posti più fighi nelle vicinanze?
S: Ehm… veramente io non esco molto…
P: Ah, capisco: sei una di quelle sfigate che passano il tempo in casa con il babbo e la mamma… ma non ti annoi? Che fai tutto il giorno, ricami?
Tutti ridono, mentre a Shelly viene voglia di piangere: dopo poco tempo si inventa un gran mal di testa e corre a casa piangendo.
D: Shelly? Ehi, Shell? Su quale pianeta sei?
Lei torna alla realtà: Oh, scusa, stavo pensando…
D: Davvero? Pensavi al tuo pretendente, il pianista sfigato? Fossi in te non ci perderei neanche un attimo con tipi del genere, rischi che ti si attacchino a sanguisuga, disperati come sono! E allora sai che noia: ogni giorno a sentir parlare di Beethov… com’è che si chiama?
S: Ludwig Van Beethoven…
D: … ecco, quello lì! Fossi in te gli regalerei un CD di Eminem e lo manderei al diavolo! Ah ah ah…
Dopo un po’ Shelly se ne va, non ce la fa più a sopportarla: al diavolo ci dovrebbe andare Eminem e tutti i suoi degni compari! E poi quella descrizione di Chris… certo, è un cafone, però non è assolutamente uno sfigato con gli occhiali e il giacchetto di lana della nonna! Sembra quasi un insulto definirlo così: quando lei l’ha visto portava semplicemente un paio di jeans e una felpa… E poi a pensarci bene era anche carino: aveva dei capelli un po’ lunghi scuri, e degli occhi neri che cambiavano a seconda del comportamento: un attimo erano canzonatori, l’attimo successivo erano amichevoli, quando suonava poi diventavano assorti, come se fosse in contemplazione. Insomma, se si tralasciavano i suoi modi non troppo cortesi, non era davvero male.
S: Ehi, ma…
Qualcuno le aveva coperto gli occhi con le mani.
C: Ciao, conchiglietta!
S: Mi dispiace, ma sei dici così ti si riconosce subito, Chris…
Il ragazzo toglie le mani fingendosi dispiaciuto.
C: Così non vale… comunque cosa fai di bello da queste parti?
S: Mah, niente… e tu?
C: Sono appena andato via dal “Music Shop”… a proposito, se sei libera ti va di prendere qualcosa a un bar? Ti devo dare una grande notizia!
Ah, ecco perché sorride in questo modo… e lei che pensava che fosse perché l’aveva incontrata! Effettivamente sarebbe strano, per un cafone come lui!
S: Okay, allora andiamo…
Entrano in un bar lì vicino e si siedono ad un tavolo.
Cameriera: Buongiorno, cosa vi porto?
C: Uhm… per me una birra chiara… tu cosa vuoi, Shelly? Offro io, se non mi fai spendere troppo…
S: Allora mi porti una coppetta gelato con panna e cioccolato!
Cameriera: Arrivano!
C: Panna e cioccolato? Ti tieni leggera, eh? Attenta a non ingrassare! A parte che ormai…
S: Che screanzato!!! Io non sono affatto grassa… E comunque sempre meglio di te, alcolizzato!
C: Alcolizzato per una birra? E allora cosa dovrei prendere, il succo di frutta?
S: Di sicuro ti farebbe meglio! A parte che secondo me non è l’alcool a renderti così cafone, sei proprio tu…
La cameriera porta la birra e il gelato e se ne va.
S: Allora, questa grande notizia?
C: Okay, ora arriva! Ti ricordi che ti ho detto che qualche volta il maestro lo incontro? Beh, ha detto che pensa che abbia del talento e mi vuole far partecipare a un concorso!!! Un concorso, ti rendi conto? Io ancora non riesco a crederci…
S: Già, è fantastico! L’ho sempre detto che eri un genio della musica… non come pensa Dana!
C: … Dana?!
S: Si, è la mia migliore amica… cioè, almeno credo…
C: Che vuol dire “almeno credo”?!
S: Niente, è una storia lunga…
C: Beh, allora falla breve!
S: Insomma, ma a te che importa? Sono affari miei, no?
Chris ci rimane male.
S: S-scusa, non volevo essere brusca…
C: Ah no, hai perfettamente ragione, dopotutto sono affari tuoi!
S: È che non è… una bella storia…
La voce comincia a tremarle, il ricordo delle cattiverie che Dana le dice, dei suoi commenti malevoli le riaffiora alla mente.
C: Shell…?
S: Per favore, usciamo…
Appena sono in strada, Shelly incomincia a singhiozzare. Chris rimane lì in silenzio, senza sapere cosa fare o dire, quando lei comincia a raccontargli tutto: tutte le sue sofferenze, la sua solitudine quando le ragazze la escludevano perché non era alla moda, le critiche di Dana, le prese in giro di Jack, l’esperienza con Paul, tutte le derisioni, gli scherzi di cattivo gusto, infine anche del commento di Dana quando le aveva parlato di lui e della sua musica.
Chris ascolta stupito e dispiaciuto le disavventure di Shell, la vita infernale che ha condotto, il suo bisogno di amici…
Quando lei finisce il suo racconto, si accorgono di aver camminato attraverso tutta la città e di essere arrivati ad un belvedere: un metro e mezzo sotto di loro c’è la costa del lago.
S: E questo è tutto… non so neanche perché te l’ho raccontato…
C: Io… io… mi dispiace, non pensavo che… insomma, non volevo…
S: Non ti preoccupare, mi ha fatto bene dirlo a qualcuno, non sai com’è tenere tutto dentro…
C: Ma come mai hai tuoi non hai detto niente?
S: Ai miei? Capirai, mio padre passa tutto il tempo a lavorare, e mia madre è sempre in uno dei suoi club… non hanno tempo da dedicarmi…
L’espressione triste di Shelly fa venire un’idea a Chris.
C: ehi, vieni qua! Scendiamo dalla ringhiera, andiamo sulla spiaggia…
S: Eh?! Tu sei matto… non sai che non si può?
C: E che ti importa? Non c’è nessuno! Su, ti devi distrarre un po’…
Ma Shelly è ancora restia, così lui la prende in braccio e la porta giù.
S: Aaah! Ma che stai facendo? Lasciami, mettimi giù!
C: E dai, già sei pesante, poi se ti agiti pure… Su, ora ti metto a terra…
La posa sulla sabbia soffice.
C: Ora levati le scarpe!
S: Eh?!
C: Si, levatele: ti assicuro che dopo starai meglio!
S: Se lo dici tu…
Shelly si leva le scarpe da ginnastica e rimane a piedi nudi sulla sabbia fresca e un po’ umida. Si sente davvero meglio, in quel modo, c’è un senso di rilassamento bellissimo…
Si avvicinano un po’ all’acqua, ma un’onda infrangendosi cerca di bagnarli.
S: Quasi mi ha raggiunto i piedi, quell’onda: meglio allontanarci un po’!
C: Macchè!
E dandole una spintarella la manda in avanti.
S: Ah, è fredda! Mi farai prendere un raffreddore! Ora ti faccio vedere io!
E battendo i piedi per terra gli manda addosso tanti piccoli schizzi.
C: Ehi, vuoi la guerra, eh?
E comincia a schizzarla anche lui.
S: Ah si, eh?
C: No… no, la sabbia no, Shell… non vale!
Troppo tardi: lei gliene tira una manciata addosso ridendo.
C: Oh, vedi che non ci voleva tanto a tirarti su di morale? Dai, ora sediamoci che sono stanco…
S: E mamma mia, stanco per aver fatto un po’ a schizzi?
C: Veramente è stato prenderti in braccio… sai, sei davvero pesante!
S gli da una botta: Sempre più cafone, eh?
C: Che ci vuoi fare, ormai è un abitudine…
Si siedono e in silenzio osservano il sole cominciare a scendere lungo l’orizzonte: Shelly si sente davvero bene, finalmente rilassata, finalmente felice. Sarà il paesaggio così bello, o forse qualcos’altro a farle battere il cuore in quel modo?
All’improvviso qualcuno da un grido, e entrambi si girano per vedere chi sia.
S: Dana…
C: Ah si, quella è Dana? Posso dirle due paroline, per favore?
Non gli è piaciuto molto quello che ha detto su di lui e sulla musica classica, inoltre non gli va giù quello che ha fatto a Shelly per tutto quel tempo.
S: No, aspetta… non voglio litigare con lei…
Dana: Ehi, Shelly! Non avevi detto che andavi a casa perché non ti sentivi bene? E invece poi ti trovo qui… a spassartela con un ragazzo!
Aggiunge dopo aver visto Chris.
D: Beh, non mi presenti il tuo amico? Ciao, io sono Dana e tu…
C: …io sono il pianista−sfigato, piacere!
D imbarazzata: …eh?! Forse ho capito male…
C: No no, hai capito benissimo, Dana… sono quello “sfigato, con gli occhiali, la riga da una parte e il giacchetto di lana della nonna”!
Dana rimane senza parole, poi cerca di salvarsi: Non capisco, però se sei amico di Shell sei anche amico mio! Sai, noi due siamo inseparabili… quasi sorelle! Ci vogliamo un mondo di bene…
S sottovoce: Per favore, smettila…
D: eh?!
S: SMETTILA DI DIRE QUESTE COSE! Sai benissimo che non sono vere, che tu mi hai sempre criticato e trattato male, che mi prendi in giro per ogni cosa… quindi ora non fare la grande amica!
Shell non crede di aver fatto quello che ha fatto: finalmente è riuscita a dire a Dana tutto quello che pensa di lei!
S: E ora vattene, per favore, e non farti più vedere…
Dana si allontana fuori di sé.
C: Wow, sei stata incredibile, Shell… davvero, finalmente le hai dato una lezione… se la meritava!
S: Grazie… non ce l’avrei mai fatta senza di te!
C: E perché?
S: Perché è solo parlando con te che ho capito quello che Dana è veramente…
C: Ti sbagli! Hai fatto tutto quanto da sola… ed io sono orgoglioso di te, davvero!
S: Sul serio? Sai, sei l’unica persona che mi ha mai detto una cosa simile, tutti dicono che sono una maldestra e che non faccio altro che combinare pasticci…
C: Beh, che sei parecchio imbranata è vero…
S: Cafone…
C: … però a me piaci così!
E la baciò, mentre il sole, tramontando all’orizzonte, dipinge il cielo di colori meravigliosi.


EPILOGO

Shelly entra nel grande teatro: la platea è piena zeppa di persone, uomini e donne tutti in abiti eleganti. È la sera del concorso di Chris, è lei è andata a vedere l’esibizione del suo ragazzo. Il suo ragazzo… quanto le piace quest’espressione! Sono passati dieci giorni da quella sera sulla spiaggia del lago: sicuramente i dieci giorni più belli della sua vita.
Ma ora è venuto il giorno della grande prova di Chris, quella che determinerà il suo futuro. Sta cercando un posto libero per sedersi, quando una signora dello staff le fa segno di avvicinarsi.
Signora: Scusi, è lei Shelly Watson?
S: Si, sono io… è successo qualcosa?
Sign: Christopher Evans le vuole parlare: ma le raccomando di fare presto, perché tra poco cominceranno le esecuzioni! Prego, mi segua…
La signora la conduce dietro le quinte e la lascia davanti ad una porta, raccomandandole nuovamente di non metterci troppo.
Shelly bussa ed entra.
S: Ehi, Chris, che ti succede?
C: … io non ce la faccio, Shell… mi ritiro…
S: Che cosa?!
C: Si, qui sono tutti bravissimi, rischio solo di fare una figuraccia…
S: Ascoltami bene, Chris: TU sei bravissimo, e questa è solo una crisi di panico… Facciamo così: tu non suonare per attirare la giuria, per vincere; immagina che nella platea ci sia solamente io e suona per me… suona come quella volta, al “Music Shop”, quando mi hai fatto commuovere… suona per la musica!
Chris rimane in silenzio, poi la abbraccia e dice: Grazie, Shell… sapevo che mi avresti tranquillizzato… sei il mio calmante!
S gli da uno schiaffetto e finge di essere offesa: Che cafone! Comunque il fatto che abbia ricominciato a scherzare mi fa sentire più tranquilla…
In quel momento entra la stessa signora di prima.
Sign: Scusate, ma la signorina non può più stare qui… La competizione sta per cominciare.
S: Okay, allora io vado!
Da un ultimo bacio a Chris e poi torna in platea.
Dopo un discorso iniziale dell’organizzatore del concorso, si esibiscono alcuni concorrenti, tutti parecchio bravi, bisogno ammetterlo. Poi arriva il turno di Chris e il cuore di Shelly comincia a battere sempre più forte e più veloce. E se non ce la fa? Se si fa prendere dal panico e sbaglia tutto?
Dopo essere stato annunciato, Chris sale sul palco e i loro sguardi si incrociano: in un istante tutti i dubbi di Shelly spariscono, gli manda un bacio e lui sorride.
Ma è solo un istante: subito dopo Chris si siede al grande pianoforte a coda e comincia a suonare, quella stessa melodia composta da lui che le aveva fatto sentire il giorno del loro primo incontro. Appena le prime note si diffondono nella sala, il tempo sembra fermarsi: è solo una sua impressione o nessuno degli altri concorrenti che si sono esibiti può competere con Chris? La sua musica è meravigliosa, e questo sembrano pensarlo anche gli altri spettatori: alla fine dell’esecuzione, infatti, scoppia un applauso incredibile, tanto che il teatro sembrava tremare. Poi l’annunciatore sale sul palco.
Annunciatore: Vorrei spendere qualche parola su questo giovanotto, Christopher Evans. Dovete sapere che lui, pur avendo solo diciassette anni, è riuscito ad arrivare fino a qui, senza mai aver frequentato delle lezioni di pianoforte…
Scoppia un applauso, e Shelly batte le mani più forte di tutti.
Annunciatore: E inoltre… ci tengo a farvi sapere che questa melodia che avete ascoltato è stata composta da lui stesso…
Un “oh” di meraviglia e di ammirazione si sente in tutto il teatro, e Shelly ha quasi le lacrime agli occhi per l’orgoglio e la soddisfazione.
Dopo un ultimo applauso Chris esce di scena, e si esibiscono una decina di altri concorrenti: in particolare uno, Robert Weston, si dimostra davvero un pianista straordinario.
Anche migliore di Chris, Shelly è costretta ad ammetterlo.
Quando anche l’ultimo dei concorrenti finisce la sua esecuzione, c’è una pausa per permettere ai giudici di eleggere il vincitore.
S: Uffa, ma perché ci mettono così tanto? Che tensione... figuriamoci, se sono così nervosa io chissà lui, poverino, dietro le quinte senza nessuno che lo tranquillizzi….
Ann: Signore e signori, gentile pubblico, siamo pronti a comunicarvi il nome del vincitore… un attimo di attenzione, prego! ebbene, vince questo concorso ed il premio di 5.000 $...
Christopher Evans, ripete il cuore di Shell, Christopher Evans…
Ann: … Robert Weston!!! Un applauso…
Shell non ci può credere: Chris non ce l’ha fatta, non potrà frequentare una scuola di pianoforte come intendeva fare con quei soldi… tutti i loro sogni vanno in frantumi.
Bisogna riconoscere, però, che quel Robert è davvero bravo, merita la vittoria.
Ann: Ma non è finita qui, signori e signore… la giuria ha infatti deciso di assegnare un premio extra ad un concorrente, per dargli l’opportunità di migliorare negli studi fino ad arrivare a vincere questo concorso, un giorno… Bene, è con sommo piacere che chiamo sul palco Christopher Evans!!!
Chris sale, incredulo, quasi stordito da quella notizia.
C: I−in che cosa consiste questo premio extra?
Ann: Si tratta di una specie di “borsa di studio”: potrai frequentare un conservatorio a tua scelta per dieci anni, il tempo minimo per diplomarti. Ma siamo sicuri che con il tuo talento ce la farai! Un applauso a questo giovane promettente!!!
Il sorriso raggiante e ancora incredulo di Chris commuove Shelly: ce l’ha fatta, potrà realizzare i suoi sogni, diventare un grande pianista…
Finita la cerimonia di premiazione, Shelly corre da Chris in lacrime.
S: Oh, Chris… Chris… è magnifico!
C: Si, anch’io non riesco ancora a crederci…
Si abbracciano felici. In quel momento Shell ripensa al suo sogno di vivere una storia simile ad un film, e la risposta sprezzante di Dana: “Torna alla realtà, la vita non è un film”.
Hai ragione, Dana, pensa Shally, la vita non è un film: è molto meglio!!!

THE END

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: