Fumetti e Cartoni non giapponesi
creata dalla serie "PUFFI" (LES SCHTROUMPFS):
"L'APPRENDISTA"
una fanfiction di:

Genere:
Fantasy
Avviso:
OOC
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Spesso le favole, anche quelle felici, affondano le proprie radici nel sangue.il tempo cancella, reinventa, ma la realtà deve essere conosciuta..

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 30/12/2006 04:38:52 - Ultimo inserimento 16/01/2007
 
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 LA FESTA DEL PAESE


<i>questa è la mia seconda fan fiction...è ispirata ai puffi, ma non a quelli che conoscete voi..vi prego di madarmi commenti critiche suggerimenti e quant'altro..grazie..XD..</i>

<b>Schtroumpf</b>
<i>Lui ha visto la verità, e ad ogni ricordo il cuore gli vacilla. Che ci crediate o no questa è la storia di un eroe.</i>
Libro 1

<b> L’apprendista.</b>
<b> - capitolo 1</b>: La festa del paese

C’era profumo di biscotti giù in strada. Dalla mattina le donne sfornavano leccornie dagli aromi che si diffondevano per i vicoli e nelle case, per imbandire un grande complesso di tavole e panche poste su tre bordi di una piazza quadrata. Insieme a quella fragranza si propagavano, a mano a mano che il sole illuminava la giornata chiara, le risa dei bambini e un sentimento di gioia generale. A Saint Michelle era quello uno dei giorni più lieti del calendario insieme con la pasqua e il natale: il Dì dell’Abbondanza.
Ogni 19 Marzo l’intera comunità del paese si affaccendava ad allestire una festa di frenesia: ogni cittadino metteva a disposizione la propria dispensa e le proprie tavole per il banchetto comunale che avveniva il mezzodì. Tutti i cittadini partecipavano al banchetto: dalla Porta del Ginepro, che immetteva il corso principale nella piazza De Justice, potevi osservare il tavolone centrale dorato, rialzato da tre gradini, a cui sedevano il principe Jilbert Moroe de S. Michelle e la corte, celando il ceppo delle condanne alle loro spalle, mentre se lo sguardo si allontanava da quel raggiante centro, trovava a destra l’abate e i chierici vari, a sinistra i banchieri e i mercanti, e così proseguendo fino a raggiungere i due lati della piazza occupati da bottegai e umili contadini con le rispettive famiglie, che sebbene fossero i più vicini ai locali delle cucine, erano sempre gli ultimi ad essere serviti..
“Così è la vita”pensavo io…infondo alla fine il cibo lo ricevevano, loro.
Eh sì! Il banchetto è per tutti…tutti i cittadini, tutti quelli che hanno qualcosa da dare! “Chi non ha niente, non è considerato uomo, ma vale tanto quanto possiede, ovvero è una nullità.”così diceva mio padre, morto decapitato per furto e omicidio.
E così mentre quel giorno il popolo si ingozza, noi mendicanti e straccioni giriamo liberi per la città.
Ho detto liberi? In effetti no . C’è un altro stato sociale che non gode delle gioie del Dì dell’Abbondanza: le guardie urbane, la polizia.
Ci sono ronde che partono dalla mattina alle cinque fino alle sette della sera..in 4 gruppi di tre iniziano dal corso e dalla piazza, si incontrano alla fontana al centro del corso e da li si diramano in tutti i vicoli..e se ti beccano..beh..diciamo solo che in quel giorno è meglio non rubare..
Infatti io mi godo lo spettacolo: dalla Porta del Ginepro si può vedere indisturbati i vari giochi e gare che avvengono al centro della piazza..e magari rimediare degli avanzi dalle cucine..
Ma lo spettacolo più eclatante è quello che avviene al calare del sole: tutto lo stuolo dei commensali si trasferisce, scortato dalle guardie che hanno terminato la ronda, fuori delle porte della città, nei campi dove sono accesi piccoli falò e dove lui aspetta…lui..il Signore del grano!
Quella figura mi ha sempre attirato e impressionato allo stesso tempo: un fantoccio grande due volte un uomo fatto di spighe di grano intrecciato ad orzo e ad altre piante da cereale, infisso su un carretto colmo di cibarie..il carro è condotto in uno spazio ampio e vuoto e lì i più ricchi gettano, uno alla volta, una fiaccola sul fantoccio… “Caspita! Le fiamme che ne nascono sono altissime, e illuminano tutti i volti di un rosso innaturale…e, ma questo lo penso io, se guardi per bene dentro le fiamme vedrai il Signore del grano che balla!”così diceva mio padre..io non l’avevo mai visto di persona..c’erano le guardie!
Ed è proprio a causa del Signore di grano che sono iniziati i miei guai: come al solito avevo dormito al riparo sulle gradinate della chiesa sul lato della piazza ed ero stato a guardare i giochi. Al tramonto le guardie rientrarono in piazza e cominciò il trambusto che precede il corteo ordinato. Cogliendo al volo la distrazione degli sbirri che si prostravano servili di fronte al principe, mi intrufolai tra i contadini.. il mio obbiettivo era il falò.
Il corteo procedette fin fuori le mura della città. Il buio era rischiarato dalle torce accese ai margini del sentiero. Ad un tratto lo stretto passaggio nei campi si aprì in una zona piana circolare al cui centro c’era il Signore(per me era molto più del doppio di un uomo). Tra la folla ne vedevo solo la parte superiore e le teste dei ricchi che si disponevano in cerchio: un bagliore mi accecò, le fiamme divamparono.
Era stupendo..tutti..ma proprio tutti avevano lo stesso sguardo..sembravano tutti la stessa persona, un unico essere..mentre il fuoco esorcizzava le paure della fame. La mia dannata curiosità non si era saziata: il fantoccio ballava o no?
Beh da lì non si vedeva!!cominciai a sgattagliolare tra le gambe di quelli che mi stavano davanti e arrivai dove la luce era più forte. Mi sollevai: ero di fronte al cuore della fiamma..il cuore comincio a battere forte, il viso mi bruciava come gli occhi. Quel vortice luminoso e fremente mi smuoveva l’animo e fu allora che vidi l’essere che danzava tra le fiamme.
Ebbi paura. Mi aggrappai alla prima cosa che trovai…ehm.. sfortunatamente era la borsa di un barone, cugino del principe.
Questo barone, si voltò, mi guardò e…gridò: “AL LADRO!!”
Degli istanti che seguirono ricordo poco: sentivo mani che mi afferravano, ingiurie, botte, e le fiamme che ridevano..




...Continua nel prossimo capitolo


 
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