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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: MAURIL E AURORA
Genere: Sentimentale, Avventura, Fantasy, Dark, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: perladellanotte galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/12/2006 22:05:40

un mondo parallelo dove le creature della nostre leggende prendono vita , una ragazza vi è portata lì e l'incontro con un mago.
 
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AURORA
- Capitolo 1° -

La pioggia cadeva cupa a Londra, da ormai da tutto il pomeriggio e non accennava a smettere.
Un carro trainato da due cavalli marroni con la criniera nera, portava lentamente due contadini e la loro merce che l’indomani con il sereno avrebbero tentato di vendere. Per ora la loro unica preoccupazione era di trovare un ostello di ripararsi dalla pioggia e ristorarsi dal lungo viaggio.
Il carro proseguiva lentamente il suo viaggio e passo davanti alla torre di Londra, dove nell’interno venivano consumate le più crudeli torture, verso non solo uomini, ma anche donne e bambine, molti non riuscivano a sopravvivere a quelle atrocità.
Il contadino gli venne un brivido, accennando uno sguardo alla torre. Aveva sentito storie di fantasmi, molti erano le vittime di quelle torture. I fantasmi apparivano a mezzanotte davanti ai prigionieri: certi raccontavano la loro morte agli altri, altri rendevano ancora più dolorosa la vita dei prigionieri, invece altri si mettevano a gridare con lo stesso dolore e forza e molti prigionieri venivano trovati morti o completamente impazziti.
Quando il contadino uscì dal mondo dei suoi pensieri sui fantasmi della torre, si accorse che il carro era arrivato davanti ad una casa a due piani. Al secondo piano c’era una ragazza che guardava il paesaggio con lo stesso umore che dimostrava.
Il nome di questa ragazza è Aurora. Una ragazza dall’età di 17 anni, portava un vestito lungo bianco e delle scarpe semplice. D’altezza alta, di corporatura normale, i capelli sono di colore biondo, tutti ricci e gli occhi hanno il colore verde smeraldo.
Aurora sospirò e continuo a guardare il solito paesaggio di Londra che lei lo stava iniziando a trovare insopportabile. Lo trovava insopportabile perché gli manca la sua amata terra la Francia.
Aurora era nata, aveva trascorso l’infanzia e metà della sua adolescenza lì, nella terra che amava tanto e che avrebbe voluto tornarci con tutte le sue forze, ma questo era impossibile, sua madre che era di origine francesi era morta per dare alla luce il suo fratellino minore: Paul. Suo padre era invece inglese e faceva l’attore, quando è morta la madre di Aurora, non sentendosi più legato alla terra di sua moglie, ma anche perché rivedendo certi luoghi, dove aveva trascorso bei momenti insieme alla sua amata, aveva sentito il cuore sanguinare e perciò si erano tutte trasferiti a Londra, dove ora abitano insieme alla nonna.
Aurora fece un altro sospiro, chiuse gli occhi per trovarsi in volo sulla sua amata Francia: volava prima a Parigi, a sentire il dolce profumo della baguette appena sformata, ma andava soprattutto alla chiesa di Notre- dame de Paris. Adorava quella chiesa costruita in stile gotico, le sue vetrate colorate che quando il sole lo colpiva, formavano un mosaico di mille colori. I gargoiles da piccola gli facevano un po’ di paura, poi gli aveva imparato ad amare.
La posizione della Francia faceva diventare ogni paesaggio particolare e diverso. Gli immensi campi di lavanda che profumano l’aria e i tanti campi di vigneti che crescevano in ogni parte di Francia. Il bellissimo mare, dove soprattutto nella costa azzurra diventava trasparente.
Un popolo francese che ricordava soprattutto erano i Bretoni, che fra tutti erano quelli che conservavano sia la lingua sia i costumi degli antichi popoli celtici ed è come fare un tuffo nel passato.
Aurora aprì gli occhi sentendo la nonna che dal piano di sotto, la chiamava con tutta la forza. Aurora lascio la finestra per andare a sentire che cosa voleva la nonna.
Scese le scale con lentezza come se non avesse più energie nel suo corpo. La nostalgia, la priva spesso di tutte le sue forze e ogni tanto la rendeva distratta tanto da non accorgersi di quello che fa.
Sul tappeto di colore rosso, c’era il fratellino Paul che giocava con uno dei pochi giochi che possedeva. Il fratellino si girò verso Aurora la guardò con gli occhi castagni e poi fece un sorriso verso la sorella. Lei lo ricambio, Paul era il ritratto di sua madre, aveva preso sia gli occhi castagni, sia i capelli biondi, poi aveva preso dal padre le guance e il mento.
Aurora poi volse lo sguardo verso la figura che si sedeva sopra la sedia a dondolo, vicino al fuoco che scoppiettava. La nonna aveva quasi tutti i capelli grigi, eccetto qualche sfumatura di castagno. Le rughe gli apparivano per tutto il viso e le mani erano piccole e nodose.
Aurora si sedette vicino alla nonna sul tappeto rosso, la nonna comincio a parlare con timbro molto cupo: << Aurora, ormai hai 17 anni e molte tue coetanee sono già sposate e molte hanno già un figlio. Tu invece…..>>.
:<< Io non mi voglio sposare.>>. Grido Aurora, decisa della sua decisione.
:<< Abbiamo bisogno di un giovane in questa famiglia. Sai che il mestiere di tuo padre, può dare molti soldi, così come pochi.>>. Disse la nonna con tono calmo.
:<< Io odio l’amore. E’ una cosa così ridicola, fa completamente perdere la testa alle persone.>>. Borbottò Aurora.
La nonna fece un lungo respiro e concluse: << Tu ti sposerai, non m’importa se tu odi l’amore o se sei contraria.>>.
Aurora si alzò e corse via, gridando: << Tu non mi capisci!>>.
Corse verso lo studio del padre, per parlargli di questo fatto e di affermargli di nuovo il suo no al matrimonio. Si fermò davanti alla porta del padre, sapeva se entrare, o non entrare e parlargli del suo problema. Tese l’orecchio per sentire che cosa stava facendo, il padre recitò, una frase della nuova opera di Shakespeare:
Assassino assai turpe, com’è anche nei casi non gravi: ma in questo soprattutto turpe, inusitato e contro natura.
Aurora ritirò l’orecchio non voleva disturbare il padre, mentre stava provando la sua nuova parte. Si stava tanto impegnando per portare qualche soldo per la famiglia.
Aurora salì in camera sua, nonostante fosse ora di cena, dopo quello che gli aveva detto la nonna aveva completamente perso l’appetito.
Si tuffò nel suo letto e mettendo le braccia davanti al volto, pensò:<< Visto che nessuno mi vuole ascoltare, piangerò fino a quando non avrò più forze.>>. Ed iniziò a piangere più forte che poteva, ma il suo sfogo durò troppo poco. Il sonno la vinse facilmente e si addormentò profondamente.
La pioggia smise. Le nuvole iniziarono a diradarsi nella notte silenziosa. La luna apparve in mezzo alle nuvole, scivolando delicatamente sopra di loro e farcendole diventare di colore argentato. Correndo, si nascose di nuovo in mezzo a loro, come se stesse facendo una partita a nascondino insieme alle sue amiche: le stelle.
Il padre di Aurora notando che la propria figlia non era a tavola e che la nonna non se ne preoccupava decise di andare dalla figlia a parlarle.
Notando che la figlia non rispondeva al suo richiamo, entrò nella stanza, la trovò completamente al buio. Aiutandosi con la luce lunare, riuscì la figlia che dormiva profondamente. Il padre non ebbe il coraggio di svegliarla e le mise sopra le coperte, poi gli diede un bacio sulla fronte e mormorò: << Buonanotte gelsomino.>>. E se andò e chiuse la porta delicatamente.
 
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