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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: ERAGON
Titolo Fanfic: SWEETS MOMENTS FOR ERAGON&SEYRARM
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Lemon
Autore: alejandralvarez galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/12/2006 19:32:30

Anche il più imbranato dei Cavalieri sa amare... [Eragon/nuovo personaggio]
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Cercate di non prenderla come una vm, ma come la descrizione di un bellissimo momento!
Bax Alejandra

P.S. Vi consiglio la scena della vasca

SWEETS MOMENTS FOR ERAGON&SEYRARM
Fanfic by Alejandralvarez


Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto…

Catullo, carme 5 –traduzione di Salvatore Quasimodo



La notte aveva preso da molto il possesso delle foreste di Ellésmera, cullando tutti i suoi abitanti con le sue leggere braccia nere.
Eragon Argetlam era seduto alla finestra, intento a guardare il paesaggio che si prostrava ai suoi occhi. Era così stanco degli allenamenti che Oromis gli faceva fare che a volte rimpiangeva essere diventato cavaliere… non si era ancora abituato allo stile di vita degli Elfi, così calmi e pacati, eppure così potenti e pericolosi.
Saphira era uscita a fare un giro da sola; ogni tanto anche i Draghi hanno bisogno di un momento di solitudine per pensare ai fatti loro.
Un rumore fece voltare Eragon di scatto.
“Chi va là?” gridò prendendo in mano Zar’roc.
“Cavaliere… devi essere sempre così diffidente?”
Il ragazzo si acquietò a riconoscere la voce familiare, rimettendo la spada nel fodero.
“Seyrarm… però tu dovresti smetterla di apparirmi nei momenti in cui sono da solo… approfitti sempre del fatto che ogni tanto Saphira se ne va in giro”
L’Elfa si sentì a disagio a rimanere da sola con lui; il piede strisciava sul pavimento di legno facendo rumore.
“Se no quando potrei venire a farti visita? La mattina sei sempre con il maestro Oromis e il maestro Glaedr”
Eragon ebbe un tuffo al cuore quando incontrò il suo sguardo: alta, fredda e glaciale; così l’avevano dipinta Islanzadi e Oromis quando aveva chiesto di parlare un po’ di lei, ma in quel momento l’unica cosa che si notava era la sua stupenda bellezza, aiutata dalle belle curve e i lunghi capelli argentei, e la grande saggezza che i suoi occhi dimostravano.
Calò il silenzio tra i due, cosa che cominciò ad innervosirli.
“Eragon…” “Seyrarm” fecero all’unisono, cercando di parlare prima dell’altro e per spezzare quell’imbarazzante silenzio.
I due giovani si guardarono a lungo, senza muoversi, senza parlarsi. Era uno di quei momenti che non sarebbero capitati mai più nella vita, e questo Eragon lo sapeva.
Si avvicinò riluttante alla ragazza e le cinse la vita con le mani, facendole appoggiare la testa sulla sua spalla. “Hai… un buon profumo…” mormorò, accarezzandole i capelli argentei. Lei arrossì e abbracciò Eragon dolcemente. Il ragazzo fece alzare il suo volto e i suoi penetranti occhi nocciola incontrarono quelli di lei, azzurri e profondi come il ghiaccio.
Si guardarono a lungo; entrambi sentivano sulla propria pelle i corti respiri dell’altro e la tensione accrescere a poco a poco. Alla fine Eragon non resistette più, e pose le sue labbra su quelle di corallo di Seyrarm; era un contatto dolce, irresistibile, che sembrava non volesse finire mai; sentì le mani della ragazza passare lente sul petto, per poi passare al collo e tracciare lieve il contorno degli zigomi; i loro corpi avvampavano di passione in quell’intimità che sperimentavano per la prima volta.
Quando si staccarono i loro respiri erano corti e affannati. Le mani di Eragon sfiorarono i contorni della camicia di Seyrarm e lentamente cominciò a sbottonarli; uno per volta; lentamente, come se fosse andato più veloce avrebbe rovinato tutto. Seyrarm sentiva il nervosismo del compagno e la sua ebbrezza di nuove esperienze e sorrise. “I-io…” disse quando finì il suo lavoro, ma Seyrarm gli pose un dito sulle labbra.
“Lascia stare. Se non sai dirlo con le parole, lascia che siano i fatti a parlare per te…”
L’avvolse di nuovo in un lento bacio, più approfondito, e la spinse lentamente verso il letto; la fece sdraiare sotto di sé e le tolse la camicia in un impeto di foga lasciando scoperti i seni resi marmorei dalla pelle pallida e i raggi della luna che splendeva alta nel cielo.
Eragon arrossì e indietreggiò di poco.
“C’è qualcosa che non va, Eragon?” domandò lei preoccupata della sua reazione.
Il ragazzo si sdraiò accanto a lei, tirando su le coperte per coprirla, e sfiorò il dorso della sua mano.
“È solo che io… ho paura di deluderti…” confessò lui “È la prima volta… e vorrei che tu serbassi un bel ricordo di me, non di un pasticcione che si guarda attorno disperato per avere risposte…”
Seyrarm non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina, cercando di non offenderlo.
“È una bella cosa che tu stia facendo di tutto per non deludermi…” disse lei con un sorriso “Ma anche se tu fossi quel pasticcione che si guarda attorno disperato, il ricordo sarebbe comunque stupendo… perché in ogni modo ti avrei donato il più prezioso dei miei doni…”
Eragon si sentì avvampare di orgoglio e imbarazzo, si mise seduto e si poggiò la testa tra le gambe. “Manca l’atmosfera adatta…”
“Per te è quello?”
Il diciassettenne annuì. “Non chiedo la perfezione… ma quel minimo di decoro che si rispetti per un’occasione simile, non trovi anche tu?”
“Già… concordo”
Fu come se gli si fosse accesa la lampadina dell’illuminazione “E forse… avrei una mezza idea di come fare…”
Le fece segno di chiudere gli occhi e di non sbirciare, allontanandosi con un sorriso malizioso sulle labbra.

♦ ♦ ♦


Eragon portò Seyrarm nella stanza dove di solito faceva le sue abluzioni, e lei si stupì molto dei cambiamenti che il compagno aveva fatto: sparsi di qua e là c’erano piccoli globi di luce che infondevano un’atmosfera sensuale e intima; la vasca era riempita per metà ed era cosparsa di petali di rose rosse.
“È… bellissimo…” mormorò Seyrarm estasiata –l’atmosfera era perfetta, fino a quando non sentì le mani del Cavaliere scorrere caute e lievi sul suo corpo. “E-Eragon…” fece, ma le parole morirono in bocca non appena lui prese a mordicchiarle il lobo dell’orecchio.
Si lasciò andare all’abbraccio e lasciò che lui la spogliasse completamente; Eragon lasciò che fosse lei a togliergli la camicia e i pantaloni, per poi immergersi nella vasca assieme.

“Dubito che esistano parole per descrivere questo momento” sussurrò Seyrarm all’orecchio di Eragon. Guardava estasiata il suo ancora giovane petto, nonostante tutto virile; i suoi pensieri si perdevano in fantasticherie su ciò che sarebbe accaduto poi…
Il Cavaliere si sedette accanto a lei, allargando le braccia e poggiandone uno sulle sue spalle. “Allora” chiese sensuale, baciandole il collo “Ti piace ciò che ho fatto?”. Lei sorrise, tingendosi di rosso ciliegia, e poggiò il volto nell’incavo del suo collo. “È tutto bellissimo… e tu non sei da meno” Eragon sorrise e cercò la sua mano. “Sono felice che tu sia felice…”
Stettero così per un po’ di tempo, fino a quando Seyrarm non si mise a giocare con l’acqua, schizzando tutt’intorno. Prese un po’ d’acqua con le mani e la versò tutta su Eragon, inzuppandogli i capelli; lui la prese con fare scherzoso e approfittò del fatto per baciarla. Quando si staccarono a malincuore, l’Elfa si staccò da lui proprio nel momento in cui un raggio di luna irrompeva nella stanza e illuminava il compagno dandogli un aspetto divino; gli umidi capelli castani che gli incorniciavano l’ancora fanciullesco viso erano nulla in confronto allo spettacolo che il petto offriva: le goccioline di acqua sembravano tanti piccoli diamanti che rilucevano sfavillanti.
“Sembri un dio… sei… incomparabile alle statue più belle che io abbia visto…” sussurrò lei, avvicinandosi lentamente. Sorrise e cominciò a baciare quel petto muscoloso, lasciando solo una scia umida su dove era appena passata. Appena arrivò ai capezzoli ci si soffermò più a lungo e prese a mordicchiarli giocosamente, ogni tanto lappandoli. Eragon gemeva a quei giochetti e intanto andava ad eccitarsi sempre di più; la situazione si stava facendo rovente… inarcò la schiena e lasciò che Seyrarm giocasse col suo corpo…
Bloccandola contro il bordo della vasca, iniziò a mordicchiarle l’orecchio e lasciò che le mani vagassero senza meta, esplorando a piacere quel corpo che teneva in pugno. Lei si lasciò scappare un gemito vocale quando le sfiorò l’interno coscia; ormai la sua pelle era del colore della passione…
Voleva qualcosa di più, ne era certa… solo loro due ad amarsi nelle coltri del letto…
Eragon alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi di ghiaccio un’altra volta.
“Vuoi…”
Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Seyrarm aveva già intuito cosa voleva, le lo si leggeva negli occhi; la afferrò di scatto e catturò le sue labbra in un bacio violento, mentre la sollevava di peso e la portava lentamente verso il letto…
Ormai aveva deciso: sarebbe diventata sua, solamente sua.

♦ ♦ ♦


I due giovani si stavano amando tra le lenzuola bianche umide del loro sudore e dell’acqua, i baci dolci e calmi, che assaporavano il lento susseguirsi dei minuti…
Eragon ormai si sentiva pronto a compiere quel passo; il corpo fremeva alla sola idea. Fece allargare con gesto gentile le gambe della compagna e, datole un ultimo bacio sulla fronte, sussurrò “Ti farà un po’ male…”
“Non importa…”
Entrambi sorrisero.
Con un colpo deciso e sicuro il sedicenne penetrò nel corpo della compagna, sentendosi ebbro di gioia; lei si afferrò stretta a lui e mormorò il suo nome, implorandolo di non lasciarla; lui cominciò a dondolarsi, cercando di trovare il giusto ritmo per seguirla. Quando sentì che anche lei cominciava a muoversi, se ne rallegrò e cominciò ad andare più a fondo, a cercare la giusta armonia con lei e quando arrivò il momento fatidico i due lasciarono che fossero i loro sentimenti a parlare, gridando al mondo il loro amore…

Si distesero uno accanto all’altro, ebbri e estasiati della loro unione.
“È stato bellissimo…” mormorò Seyrarm mentre si tirava su le coperte e baciava fulmineamente le labbra di Eragon.
“Anche per me… e tu che mi credevi un perfetto incapace con le donne…”
“Ammetto che mi hai stupita, nella vasca… io non avrei mai avuto la tua idea…”
Eragon sorrise. “Questa notte… io non la scorderò mai… te lo prometto…”
“Neanch’io… perché ti ho donato il più importante dei miei doni…”
La osservò addormentarsi lentamente, cullandola come faceva con Saphira quando era ancora un cucciolo. Alla fine non vide più il brillare cristallino dei suoi occhi di ghiaccio e, sussurratole all’orecchio “Ti amo angelo mio…”, anche lui si lasciò andare tra le dolci braccia di Morfeo.


 
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