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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: LA DANZA DEL DEMONE
Genere: Avventura, Drammatico, Fantascienza, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: flamia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/12/2006 21:49:49

Sequel del prequel...uno dei miei preferiti. good reading!!!
 
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LA DANZA DEL DEMONE
- Capitolo 1° -

La Danza del Demone

Riassunto dell’Autrice
Dopo anni di allenamento e stenti, Piccolo sente di essere pronto per vendicare finalmente la morte di suo padre, uccidere Son Goku, distruggere l’umanità e governare la Terra. Alcuni momenti tranquilli nella vigila del Budokai rivelano che Goku non è la sua unica sfida…
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*Il vento si sta decisamente alzando.*

Le sabbie del deserto irradiavano ancora caldo, dopo essersi cotte sotto all’occhio infuocato del sole estivo per un altro lungo giorno, ma l’aria si stava raffreddando rapidamente. La luna piena e le prime stelle serali presero vita ammiccando ad est mentre gli ultimi colori del tramonto si prosciugavano dal cielo occidentale. Nuvole randagie di polvere si sollevarono, solo per essere divise dalla figura solitaria che sfrecciava attraverso la valle bordata di cactus.

Piccolo si levò la sabbia dagli occhi battendo le palpebre e volò un pelo più in alto, lasciando una scia di turbinanti diavoli di polvere dalla vita breve nell’aria. Il vento freddo sulla sua schiena stazzonava gli strappi della tuta stracciata e premeva pesantemente contro i muscoli stanchi. Lunghi, duri giorni di allenamento avevano avuto un prezzo; la sua spalla destra gli dava ancora fitte, resistendo alla rigenerazione. *Non c’è altro che possa apprendere prima di domani,* sospirò, rallentando il volo per annusare l’aria.

“C’è sempre qualcosa da imparare, ragazzo.”

Occhi scuri si strinsero quando il naso di Piccolo colse un odore sgradevole nel vento, facendogli cambiare rotta. L’invisibile “Vecchio Demonio” era rimasto in silenzio sin dall’inizio dell’astratta primavera, concedendo al demone più giovane del tempo da solo coi propri pensieri. La tregua adesso era finita e la voce cartacea era aspra di sprezzo. “Il sole non sorgerà che tra molte ore, ore di cui potresti far uso per affinare le tue capacità! Perché perdi tempo qui?”

Piccolo si lanciò sotto un arco di pietra naturale e puntò verso il canyon di fronte. La luna scintillante sulle nuvole gonfie di vapore le faceva apparire come se fossero state fatte di cotone argentato. *Dovresti saperlo adesso,* replicò brevemente e discese, fermandosi a mezz’aria di fronte al muro di foschie dall’odore nocivo.

Molte bestie evitavano il canyon che accoglieva pozze d’acqua bollente, geyser e ribollenti stagni di fango. Umani baldi e stupidi, d’altro canto, a volte si facevano strada al suo interno. Ascoltò attentamente prima di gettarsi nel vapore ma non udì altro che i suoni anticipati dell’acqua surriscaldata e della terra. Sorpassò stagno dopo stagno di denso fango grigiastro, cercando di ignorare i fumi impenetrabili che avrebbe assai preferito evitare. *I miei livelli nutrizionali sono troppo bassi e stanno rallentando la mia guarigione. Non ho la forza che mi occorre per domani. Quelle pozze hanno ciò che mi occorre.*

“Giovane sciocco. A cosa pensi che ti servano i denti? Mangiavi quand’eri più giovane e ti costava molto meno tempo.”

Uno stagno di fango magenta bollente spruzzò nell’aria fetida, mancando Piccolo per un soffio. Stava attraversando il peggiore dei canyon e bramava la propria ricompensa. *Vattene, Vecchio,* ringhiò, accelerando verso una curva angolosa nel muro di roccia. La voce si ritirò, almeno per il momento.

Riccioli di vapore pungente seguirono Piccolo mentre il canyon si apriva in una piccola valle. L’aria era più calda che nel deserto e quasi pulita, consentendo alla luna di brillare su una serie di piccoli stagni ribollenti. Cortine di foschia si scostarono dalle pozze di acqua calda quando lui atterrò accanto alla più grande, sgusciando poi fuori dalla tuta lacera e dalle scarpe. (@//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////@ nd Traduttrice-Flamia-in-preda-a-una-crisi-mistica-per-essersi-immaginata-Piccolo-nudo) Non rimpianse la perdita (io ancora meno *çççççççççççççç* nd TF); doveva ricreare costantemente nuovi vestiti per rimpiazzare quelli sbrindellati dall’allenamento, ogni volta leggermente più grandi dei precedenti. Entrò nella vasca fumante e trovò velocemente il masso piatto che utilizzava come sedile. Adagiandosi sullo zampillo naturale alle sue spalle e sentendo il solletico delle bolle sotto al mento, Piccolo chiuse gli occhi e si concesse il lusso di un sospiro.

“Pigro, sciocco giovane! Questo non è qualcosa con cui il futuro Re Demone perderebbe tempo quando c’è una vittoria da conquistare l’indomani! Pensi veramente che Goku stia sprecando tempo nell’autocompiacimento?”

Piccolo guardò cupo il ribollire all’altro capo della pozza. La voce era tornata, il “Vecchio,” maestro e torturatore. Era stato il suo costante compagno sin dalla nascita, dandogli ordini, spingendolo ad allenarsi più duramente e castigandolo quando esitava. Più avanti il Vecchio si era fatto più insistente ed era diventato una vera seccatura. La prima volta che gli aveva ruggito contro con frustrazione la voce era arretrata, momentaneamente sbigottita. Non ci era voluto molto per capire che il Vecchio, anche se minaccioso e sinceramente terrificante a volte, poteva essere respinto. *Piantala di blaterare,* abbaiò infine il giovane demone, affondando maggiormente nell’acqua.

Il Vecchio, però, aveva altri trucchi. Vivide immagini di violenza, fuoco e distruzione si impossessarono di Piccolo in un sogno a occhi aperti. La storia era sempre la stessa; la morte di tutti gli umani e il mondo ripopolato da demoni di ogni forma e dimensione. Piccolo era attorniato da legioni di mostruosi combattenti, con un mantello cremisi che si increspava dietro di lui mentre li guidava alla conquista di altri mondi. Ossa e teschi umani si sbriciolavano sotto i suoi piedi ad ogni passo.

“Sì…pensaci. L’umanità, bruciata e schiacciata, ridotta in cenere e polvere. Sentine l’odore nel vento, mio erede! Le loro grida di terrore non faranno che moltiplicarsi mentre la loro strana tecnologia diffonderà immagini di morte e distruzione su tutto il pianeta.” Le immagini cangiarono e una serie di facce si profilò, ognuna familiare e contorta di dolore e paura. “Tutti quelli che ti hanno perseguitato…tormentato…saranno i primi a bruciare!”

Piccolo si accigliò. Un ricordo – uno vero, non di quelli inculcati dal Vecchio – si parò davanti alle facce che infiammavano il suo odio. Un vecchio umano dai capelli grigi, gli occhi bianchi per le cataratte, gli sorrideva. *Il vecchio fattore…mi lasciava il cibo fuori la notte finché non sono arrivati i cacciatori.*

“Heh…e la sua ‘gentilezza’ ha portato i cacciatori dritti da te, giusto?” La faccia si contorse improvvisamente in un grido silenzioso mentre la carne si scioglieva dai tendini, poi svanì.

Un secondo volto si fece avanti. Occhi castani e guance rotonde erano incorniciati da una cascata di scuri riccioli selvaggi. *La piccola femmina umana…l’acqua che mi ha dato mi ha salvato dalla morte.*

Il suono raschiante di carta lacerata che era la risata del Vecchio gli risuonò in testa. “E sono sicuro che suo padre abbia pensato che lo spreco valesse la pena quando ti attirò in quella trappola.” La bambina gridò e si fece bianca, poi divenne cenere.

Un ultimo viso apparve. Occhi d’oro senza paura lo guardavano obliquamente, le labbra arricciate in un sorriso di sfida ma amichevole. *Quella…quella strana femmina…quando mi sono intrufolato al torneo…si è offerta di…*

“Cosa, aiutarti? Ti ha lasciato!” La faccia scomparve dietro un muro di fuoco. “Credi veramente che avrebbe sprecato solo un altro pensiero su di te?”

*Tre anni, e solo tre facce.* Tre mere persone che gli avevano mostrato una vaga idea di qualcos’altro che non fosse la paura e l’odio nel momento in cui l’avevano visto. Certamente non abbastanza da giustificare la presenza di quegli intollerabili insetti sul pianeta! Piccolo si sentì tendere i muscoli nella rabbia crescente al ricordo, la furia che lo assordava ai lievi sussurri e agli incoraggiamenti del Vecchio. Gran parte della sua vita era stata sprecata scappando, nascondendosi e semplicemente sopravvivendo, consumando tempo che avrebbe potuto usare per allenarsi e finalmente uccidere Son Goku.

“E nulla ti impedirà di raggiungere quel glorioso traguardo,” gli sussurrò dolcemente il Vecchio. “Domani combatterai Son Goku, e vincerai. Io…tu governerai una nuova Terra, una Terra d’Ombra, ove orde di demoni risponderanno solo a te. Se,” aggiunse freddamente, “lo vorrai veramente.”

Piccolo lottò per controllare la respirazione. “Oh, certo che lo voglio,” sibilò ad alta voce. Il suo ki crescente bollì l’acqua nella pozza e gettò grandi spruzzi nell’aria. “E quando Son Goku e l’umanità saranno morti e io sarò sul trono della Terra, avrò il potere di cercare un modo per sbarazzarmi di te!”

Il Vecchio cadde nel silenzio di fronte alla rabbia di Piccolo. L’acqua nella pozza era completamente evaporata, esponendo il sottosuolo a fiotti caldi che ora cercavano di riempirla. Lui saltò fuori della conca vuota e rievocando tuta, mantello e turbante freschi, leggermente più grandi perché si adattassero alla corporatura cresciuta. “Vuoi che mi alleni, Vecchio? Bene. Lo farò finché terrai la tua maledetta boccaccia chiusa!”

La voce la sapeva abbastanza lunga da ridacchiare. “Saggia decisione, figlio. C’è ancora molto da imparare prima che sorga il mattino. E vorrei che facessi un’ultima cosa…”

La luna era svanita dietro un banco di nuvole quando Piccolo si lanciò a razzo fuori dalla valle. *Dannazione…cosa devo fare per zittire quel maledetto Vecchio…* Si alzò due dita alle sopracciglia e utilizzò la rabbia verso il fattore, la bambina, la strana donna e l’umanità per alimentare l’energia crescente. Il raggio a spirale colpì la vallata e si schiantò attraverso il canyon, frantumando la pietra e illuminando il deserto con un’esplosione tuonante. La fragile crosta che teneva i geyser e il fango sotto controllo diede libero sfogo ad una massiccia ondata di magma, trasformando la zona in una versione temporanea dell’inferno.

Piccolo sentì il Vecchio osservare il calore crescente e le ceneri attraverso i suoi occhi. Quasi non sentì la parola sussurrata ma suonò più o meno come “impressionante.” *Soddisfatto?*

La voce cartacea suonò tesa. “Sì. Ora manterrò il nostro accordo…e tu?”

Piccolo non rispose. Quella sarebbe stata l’ultima notte in cui avrebbe dovuto preoccuparsi di non attirare l’attenzione di Son Goku esercitando il suo potere. *Ancora una notte,* promise a sé stesso mentre si dirigeva nel profondo del deserto, memore di una montagna o due che si era dimenticato di ridurre in ciottoli. *Dopo domani, non saranno solo le montagne ad avere una ragione per tremare.*

Fine.


 
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