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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: IL TRIONFO DELLA MORTE
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: wasabi87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/12/2006 13:48:21


 
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IL TRIONFO DELLA MORTE
- Capitolo 1° -

IL TRIONFO DELLA MORTE




“Guardami…guardami negli occhi, amore…non avere paura. Lo capisci, vero? Noi dobbiamo restare insieme, insieme per sempre…”


%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%



Era pigramente seduto su una delle valigie che sarebbero partite con lui quella sera, il viso nascosto dai capelli lunghi ed argentei, gli occhi socchiusi.
Visto dall’esterno sembrava un semplice ragazzo ribelle, di quelli che attaccano briga con chiunque solo per dimostrare la propria forza; ed erano in molti a vederlo sotto questa luce, perché Kai Hiwatari non si lasciava avvicinare da nessuno.
Egoismo, ostinazione, orgoglio…probabilmente non c’era nient’altro dietro al suo animo sterile, o forse, com’erano pronti a giurare i suoi compagni di squadra, nascondeva molto più di questo.
Per un attimo pensò a loro…quei ragazzi spesso fastidiosi ed invadenti, amici leali, quasi fratelli…gli unici che riponessero fiducia in lui…
Scosse la testa. Sbagliavano…
Aprì completamente gli occhi e l’ametista brillò nell’oscurità. Ma i loro volti non scomparirono dalla sua mente, continuarono a tormentarlo con le loro espressioni dannatamente allegre…o dolci…o amorevoli.
Le odiava…detestava il sorriso entusiasta di Takao, il volto giocoso di Max…gli occhi ambrati di Rei…così caldi e profondi da lenire il dolore che animava il suo animo solitario… Ma soprattutto odiava se stesso…semplicemente perché si era reso conto di non poter più fare a meno di loro…
Non poteva più fare finta che non fosse così, era cambiato…era cambiato tutto…e ora la maschera che si era costruito con tanta fatica non stava più al suo posto…vacillava pericolosamente minacciando di crollare sotto i suoi occhi, senza che lui potesse farci nulla. E…no…questo Kai non poteva sopportarlo…si nascondeva dietro all’orgoglio… all’ostinazione…
Ma la verità che celava dietro al volto imperturbabile era un’altra…
Kai Hiwatari aveva paura. Una fottuta paura di diventare vulnerabile, di soffrire…
Per questo aveva deciso di partire quella notte. Doveva scappare finché ancora ne aveva l’opportunità. Poi sarebbe stato tardi, troppo tardi per tornare indietro.
Forse un giorno sarebbe tornato…ma non ora…non poteva.
Ritrovare se stesso…era quella la priorità…
E non voleva…non avrebbe voluto che gli altri soffrissero per il suo tradimento…non di nuovo…ma non poteva farne a meno…no…e forse un giorno avrebbero capito anche loro, un giorno…forse…
Si passò una mano sul viso dalla pelle chiara e perfetta.
Gli occhi di Rei riemersero prepotenti nella sua memoria…avevano lo stesso colore del grano maturo…splendenti di vita e di sole, decorati da folte ciglia, nere e lucide quanto i suoi capelli.
Per qualche istante amò il suo viso dalla carnagione abbronzata e dalle labbra rosee e morbide che troppo spesso aveva desiderato baciare.
Ricordò il loro sapore dolce e l’espressione sorpresa di quegli occhi nel momento in cui non era più riuscito a trattenersi, il calore di due braccia che gli cingevano la vita, una voce suadente che gli sussurrava: “Sono tuo…”
Restò così, ascoltando il silenzio, sperando che il tempo passasse velocemente…
Dieci minuti…solo dieci minuti e poi sparirò per sempre dalle vostre vite…perdonatemi se potete…

La maniglia della porta chiusa a chiave girò di scatto.
Kai sobbalzò. Non rispose. Non voleva visite.
Qualcuno bussò violentemente.
“Kai! Apri!” La voce di Rei suonò piena di collera.
No…non posso vederti…non te, non i tuoi occhi…o mi mancherà il coraggio di partire…
Non rispose…
“Apri o sfondo la porta, Hiwatari! Non scherzo!”
Alzò lo sguardo, un tempo le persone si chiedevano come un colore così bello potesse risultare tanto freddo…Ma se qualcuno avesse incrociato le sue iridi violette, quella sera, vi avrebbe scorto solo dolore e una disperata quanto silenziosa richiesta d’aiuto.
“Va’ via, Rei, ti prego…” Lui…che non aveva mai supplicato. “Non posso vederti ora…”
“Fammi entrare, Kai…Fammi entrare!”
Il russo si alzò dal suo comodo giaciglio. Aprì la porta e tornò a sedersi sui bagagli, sfinito.
Rei entrò, il viso deformato dalla rabbia, gli occhi rossi di pianto. Prese a camminare velocemente nella stanza, gesticolando con violenza.
“Allora è vero…non ci credevo sai? No…non ci volevo credere!
Mi hanno detto che te ne saresti andato…ma io ho riso loro in faccia! Non tu, non il mio Kai!”
Parole che rimbalzarono sul corpo del russo, ma che interiormente gli fecero male.
“No…Lui non ci lascerebbe mai, ho detto, un tempo si…ma ora è cambiato…ora è diverso…ci tiene davvero a noi!”
Interruppe la sua marcia impazzita bloccandosi al centro della stanza.
“STRONZATE!!” Urlò.
Kai continuò a guardare in basso. La stessa espressione fredda e priva di emozione dipinta sul volto.
Avrebbe voluto dire tante cose…che non erano stronzate…che li amava davvero…
Ma non parlò…meritava l’odio dei suoi compagni di squadra…l’odio di Rei…
“MI FAI SCHIFO!!!”
Cadde in ginocchio, le mani strette in pugni, le guance rigate da lacrime amare.
“Mi fai schifo…mi fai schifo…mi fai schifo…
E sai qual è la cosa peggiore? E’ che sto male, sto male da morire perché non riesco a smettere di amarti!”
Pochi secondi per riprendere fiato.
“Quando? Voglio saper quando l’hai deciso, Kai! Devi dirmelo! Lo sapevi già ieri? Dimmi…pensavi a questo mentre facevamo l’amore?
Sei crudele, angelo mio…così mi uccidi…
Ieri…mi sembra tutto un sogno lontano…ho passato una vita ad amarti, Kai! Ti studiavo da lontano cercando di capire cosa nascondessero i tuoi occhi impenetrabili! Ti avvicinavo con delicatezza in modo che ti abituassi alla mia presenza senza sentirla un’intrusione!
Ho passato giornate intere ad aspettare invano che mi rivolgessi la parola…che ti confidassi con me…perché sapevo che soffrivi…i tuoi occhi sono sempre stati gelidi, Kai, ma non nascondevano il tuo dolore!
E poco a poco ti sei fidato di me, amore mio…e ieri mi hai baciato…
Sai cosa ho pensato, tesoro? Che il Paradiso per me deve essere così…io e te. Per sempre…
Ma sei ingiusto, Kai…non ci si comporta così, amore.
In una sera hai realizzato il mio sogno…ma è bastata una notte per portarmelo via.
Mi stai facendo male, angelo…lo capisci?
Ma no…io non ci credo…non è possibile che non te no importi nulla di noi…di me!
Guardami Kai! Guardami negli occhi, e dimmi che è stato tutto un gioco…che volevi solo divertirti! Dimmelo e ti lascerò andare…dimmelo e potrò odiarti…Kai…perché così non ce la faccio…fa troppo male!
Mi sento scoppiare dentro…come se i miei organi fossero impazziti…come se qualcuno li stesse schiacciando con forza…li stringesse con del filo spinato…
Il sangue cola, Kai, lo senti?
Eppure è così bello…se serro le palpebre posso quasi vederlo…tu ci riesci, amore? Guardalo…ha il colore dei tuoi occhi…
No…non posso lasciarti andare…non posso.
Devi restare qui…con me…perché il sangue non si ferma, Kai…no…ma se staremo insieme, la fine sarà meno dolorosa…lo capisci?
Per Dio, Kai, guardami negli occhi…voglio vedere la tua anima, amore mio…non te ne andare…no…ho bisogno dei tuoi occhi…sei così bello…sembri un angelo, lo sai? Un dolce angelo della morte mandato da Dio a strapparmi il cuore.
Perché Kai? Perché lo fai?
Il mio cuore è già tuo…non portarmelo via…senza non posso vivere…
Ma fammi vedere i tuoi occhi…ti prego…forse riuscirò di nuovo a respirare…permettimi di guardarli ancora una volta, bravo, così…
No, Kai, non essere spaventato non essere triste…non ce n’è alcun bisogno…lascia solo che li guardi…che li tocchi…
Il colore del sangue…
Sono occhi dannati, i tuoi, angelo mio…occhi che uccidono…si…
E la tua pelle…lascia che la baci…è morbida…calda…
Voglio ascoltare il tuo cuore, Kai…batte veloce come il mio…lo senti?
E’ per questo che non posso lasciarti andare…per questo.”


Si alzò in piedi, Kai tornò a guardare il pavimento. Era vagamente spaventato dalla reazione del ragazzo che gli stava di fronte…ma non poteva fare a meno di restare lì, seduto, ad ascoltare le sue parole sconclusionate, uscite quasi per caso da quelle labbra morbide.


“Ci ho pensato Kai…ci ho pensato tanto…e questa è l’unica cosa possibile…perché noi dobbiamo stare insieme!
E’ l’unico modo per noi…lo so che per te è lo stesso…lo sento…l’ho capito prima, quando ho sentito il tuo cuore…
Sembrava che mi parlasse, sai Kai? Si…e anche i tuoi occhi…il sangue cola, Kai…e non è infinito.
Resta con me…non te ne andare…io ti amo…e anche tu…lo so…se partirai sarai costretto a vivere a metà…e anche se non dovessi andartene…ci sarebbe sempre il rischio di perderti…
Non posso permetterlo Kai…no, amore mio…quindi ho portato questa con me…così non ci lasceremo mai…
Dimmi tesoro…avevi mai visto una pistola prima?
Ne avevi mai usata una, Kai…? Ci sono tante cose che ancora non conosco di te…ma non importa…no…
Avremo tutto il tempo…
…Perché tu sei mio…sei il mio angelo della morte…
Dimmi…cosa dirà il tuo dio quando non tornerai tra le sue braccia?
Soffrirà quanto ho sofferto io? Si dispererà?
Ma…sai amore? Non mi importa cosa farà il tuo dio maledetto, Kai…
No…e non piangere…
Guardami…guardami negli occhi, amore…non avere paura. Lo capisci, vero? Noi dobbiamo restare insieme, insieme per sempre…”









Oddio che cosa ho scritto?
Non lo so…non importa…è solo lo sfogo di cinque giorni tappata in casa a non fare nulla tranne che aereosol-.-
Ed io odio l’aereosol.
Bene…dopo aver letto questo scempio ho la sensazione che lo odierete anche voi…Già…
Chiedo scusa…potete tranquillamente insultarmi se la cosa vi va…e se non aveste voglia di farlo…potreste comunque lasciarmi un commentino ^___^
Si..ok..non me lo merito…ma siate clementi!!!
1 Beso a tutti!

 
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