CAPITOLO PRIMO - Capitolo 1° -
<< Signorina Strawberry! Si svegli, è giorno! >> La mi abalia corre nella mia camera. << Balia, non c'è bisogno che urli; sono sveglia. >> dico con voce incolore. La balia mi guarda, poi sorride. << Bene! Signorina, vostra madre e vostro padre l'attendono nella Sala del Trono! Oggi è un gran giorno, Principessa! >> mi dice eccitata. Io la guardo incuriosita. << Ah sì? E perchè? >> << Ma come perchè? >> mi chiede scandalizzata. Voglio molto bene a Anny, ha vent'anni, io sedici ed è una sortia di sorella maggiore. << Oh, Strawberry! Non ricordi? Oggi verrà in visita il tuo promesso sposo! >> Io sgrano gli occhi e abbasso lo sguardo tristemente. << Non voglio... >> protesto. Anny mi guarda dolcemente, mi si avvicina e mi prende una mano tra le sue. << Cara Strawberry... Posso capire cosa provi, ma... Non ti rendi conto della fortuna che hai? Puoi vivere nel lusso più sfrenato e non dovrai preoccuparti di arrivare alla fine del mese! >> Alzo il mio sguardo freddo verso di lei e la vedo trasalire. << Pensi davvero che sia questo che mi interessa? Se e quando mi sposerò, lo farò per amore! >> E' rimasta allibita dal mio discorso, si capisce perfettamente. Sospiro. << Esci, Anny. Devo cambiarmi. >> La balia lascia la stanza, mentre una lacrima solitaria scende sulla mia guancia. L'asciugo furiosamente: io non devo piangere! Una delle cose che ti insegnano sin da bambino è che devi sempre nascondere le tue emozioni: non puoi piangere, non puoi ridere, non puoi gridare di gioia o di dolore... Apro l'armadio e scelgo un abito di seta rossa, ricamato con pizzi e orletti bianchi e azzurri. Lo indosso e mi guardo allo specchio: era stretto in vita. le maniche strette e lunghe fino al gomito e la scollatura non mostrava l'inizio del seno; l'avevo messo proprio per quello! Scendo le scale e raggiungo i miei genitori nella Sala del Trono. << Strawberry! Eccoti, finalmente! >> mio padre mi abbraccia calorosamente. Io rimango immobile, ho capito subito che è una messa in scena per il mio futuro sposo. Mia madre segue il suo esempio. In quel momento, le trombe squillano, annunciando l'arrivo degli ospiti. Il portone si spalanca e un ragazzo e una donna fanno il loro ingresso. << Mia cara Uberta! Che piacere averti qui! E questo deve essere tuo figlio Mark. Caspita, giuvanotto! L'ultima volta che ti ho visto avevi solo dieci anni! Guarda qua come sei cresciuto! >> Osservo Uberta e suo figlio: la donna è molto alta, piuttosto giovane, con degli splendidi occhi verdi e capelli neri; Mark aveva i capelli della madre, ma gli occhi erano di un caldo color nocciola. Probabilmente ereditati dal padre. Sarà alto almeno un metro e ottanta, ed è abbastanza robusto, si vede che si tiene in esercizio. Ma non è l'uomo che sposerò; quel tipo mi lascia del tutto indifferente.
MARK POV
Era da un pezzo che non vedevo la principessa Strawberry e devo dire che è diventata molto bella, per avere sedici anni: ha lunghi capelli lisci e rossi che le arrivano alle spalle, fisico da favola e due magnifici occhi color cioccolato, molto profondi. Avrebbe fatto girare la testa a chiunque, ma non a me. Lei non è la donna che sposerò. Potremmo essere ottimi amici, certo, ma dubito fortemente che potremmo innamorarci pazzamente l'uno dell'altra. Fra noi non è scoccato niente e, dal suo sguardo, capisco che la pensa esattamente come me. << Madre, Padre. Che ne dite se accompagno Mark alle scuderie? >> propone Strawberry. Capisco subito che è un modo per parlarmi in privato. Gli occhi del Re e della Regina si illuminano.
STRAWBERRY POV
Io e Mark andiamo verso le scuderie. << Mark... >> comincio titubante, il che attira la sua attenzione. << Mi dispiace, ma io... Non... Non posso sposarti! >> Ecco, l'ho detto! Oddio, chissà che farà adesso! << Sai, anche io penso la stessa cosa. >> Cooome? Io lo guardo sbalordita e lui ride allegramente e annuisce. << Hai capito bene, Strawberry. Sei una ragazza bellissima, ma fra noi non è scoccato nulla... Nessuna scintilla... Penso che tu possa capire di cosa parlo. >> Io gli sorrido radiosa. << Ti capisco benissimo! >> Lui mi sorride di rimando. Dopotutto ha un bel sorriso. Ma, inaspettatamente, si abbassa e mi bacia, staccandosi qualche secondo dopo. << Hai avvertito qualcosa? >> mi chiede. Io scuoto la testa in segno di diniego e lui sorride. << Io nemmeno, questo significa che non siamo destinati a innamorarci. >> Si interrompe un momento e poi riprende: << Parlerò con mia madre di questa faccenda del matrimonio, sperando che capisca. >> << Io parlerò ai miei, anche se dubito fortemente che accetteranno. >> dico sconsolata. Lui mi prende dolcemente il mento, facendomi alzare il viso verso di lui. << Andrà tutto bene, Strawberry. Anche se dovessimo sposarci, andremo d'accordo. Questo matrimonio, dopotutto, potrebbe anche riuscire. >> << Tu credi? >> gli chiedo dubbiosa. << Be', lo spero... >>
<< TE LO PUOI SCORDARE, RAGAZZINA! >> Io e mia madre guardiamo spaventate il Re. << FINCHE' STARAI SOTTO IL MIO TETTO FARAI QUELLO CHE DICO IO! NON M'IMPORTA UN ACCIDENTE SE LO AMI O NO, TU SPOSERAI MARK AOYAMA. SONO STATO CHIARO? >> << Tesoro... >> tenta di calmarlo mia madre. << TACI, MOGLIE! >> La respinge. Mia madre lo guarda arrabbiato. Non le avevo mai visto quello sguardo. << Sentimi un po', razza di troglodito! Io non sono una schiava che puoi comandare a bacchetta come ti pare! O ti dai una calmata o ti mollo una sberla! >> Mio padre la guarda sorpreso, io invece la guardo ammirata. Grande mamma! << Scusa, tesoro, hai ragione. >> Mio padre si gira e mi guarda. << Strawberry... Ascoltami, figliola. Comprendo che non ti va di sposarti con un fidanzato che ti abbiamo scelto noi, ma l'abbiamo fatto per il bene del regno e per fare in modo che tu possa stare tranquilla tutta la vita. >> << E quello che provo io? A nessuno interessa? >> domando, ben sapendo la risposta. Mio padre mi guarda serio. << Strawberry, tu lo sposerai, che lo voglia o no. >> E, detto questo, si gira. Mia madre mi si avvicina e mi accarezza una guancia. << Mi dispiace, tesoro... >> mi sussurra tristemente e anche lei si allontana. Io corro in camera mia, mentre le lacrime mi offuscano la vista. Apro la porta e mi butto di peso sul letto, piangendo il mio dolore. Dopo poco, smetto, mi mi alzo e vado verso la finstra con lo sguardo basso. Rialzo lo sguardo con determinazione e mi asciugo le lacrime con rabbia. Ormai ho deciso.
CONTIUNUA... |
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