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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PREDA E CACCIATORE
Genere: Erotico, Introspettivo
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: larisa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/12/2006 01:57:42


 
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- Capitolo 1° -

innanzitutto ringrazio quelli che hanno letto e quelli che hanno commentato, vi ringrazio tanto!!!
come al solito, nella corsa mi sono dimenticata gli aggiornamenti a venezia, quindi scrivo un'altra one shot (hua ha ha ha ha!!!)
vi prego, perdono!!!
per le vacanze porto giù anche il computer, quindi gli aggiornamenti ce li ho, che mi ricordi o no...
tutti i personaggi sono inventati e i fatti descritti non sono mai accaduti... eccetera, insomma...
e ora, buona lettura!!!


la nebbia si stagliava greve all'orizzonte, come un pallido miraggio nella notte invernale.
tutto attorno a lui, però, era quasi innaturalmente chiaro, luminoso, sotto la falce pallida che brillava in un cielo colmo di stelle.
annusò l'aria come un animale, il peso del corpo tirato indietro, il viso alzato al cielo, gli occhi socchiusi, persi in qualcosa che non è dato sapere.
una lieve brezza spirò verso di lui, scompigliandogli i lunghi capelli biondi, contorno dorato di un corpo alto e flessuoso e di un viso dall'aria innocente, quasi infantile.
e lui si girò.

era perso, tutto attorno a lui era foschia e confusione.
si sentì perso, solo, nel buio della notte, nell'umidità che nemmeno la luna poteva squarciare, rendendola invece simile ad una barriera.
gli alberi erano suoi amici, ma ora non ne traeva conforto.
cercava, guardandosi attorno, un'uscita da quella serie infinita di mura lattee, una via per qualcosa a cui nemmeno avrebbe saputo dare un nome.
i capelli rossi arruffati nascosero lo sguardo impaurito, attorcigliandosi al collo lungo e sottile.
con una mossa istintiva allungò il braccio esile a spostarli dal viso affilato ma dolce, continuando ad osservare il luogo verso cui il vento si dirigeva.
la brezza si fece pungente, sembrava quasi spingerlo.
e lui la seguì.

le colline dolci, gli alberi secolari, il sottobosco discreto, ogni cosa attorno a loro, memore di infiniti altri incontri, quasi cantò, quando i due, ancora lontani, si avvicinarono guardinghi, la valle sembrò accoglierli.

il giovane biondo si avvicinò, oltrepassò il confine tra bosco e valle, intravedendo altri passi lontani muoversi verso di lui, e ne fu felice.
il ragazzo dai capelli rossi camminò insicuro, nel prato che aveva preso il posto di piante e cespugli, scorgendo al di là del mare d'erba una figura avvicinarglisi, e ne fu spaventato.

quando furono a meno di dieci metri l'uno dall'altro, il vento cadde, quasi con un sospiro di soddisfazione dopo una lunga giornata di lavoro.
tutto intorno si fece ai loro occhi sfuocato, tanto aveva perso d'importanza, soppiantato dall'immagine più vicina del corpo dell'altro.

il cacciatore osservò, continuando ad avvicinarsi, le gambe snelle e scattanti, gli occhi verdi come foglie di primavera, ammaliato.
la preda vide, fermandosi, il corpo atletico ma sottile, gli occhi azzurri come pozze d'acqua dopo un'acquazzone autunnale, estasiato.

furono l'uno di fronte all'altro, a un passo di distanza, e lì stettero, come studiandosi, senza però distogliere lo sguardo da quello dell'altro.

il ragazzo dagli occhi azzurri decise che mai avrebbe potuto nuocere a colui che gli stava davanti, anche se così facendo stava infrangendo la legge.
il giovane dagli occhi verdi pensò che non sarebbe stato poi così male, se a porre fine alla sua fuga fosse stato la persona che gli stava di fronte.

improvvisamente, il cacciatore, seguito dall'alone dorato dei capelli, afferrò strettamente l'altro, e un senso di vittoria lo sopraffece.
d'un tratto, la preda, spalancando occhi di foglia, si trovò immerso nel calore dell'altro, ma non si sentì minacciato, al contrario trovò in esso rifugio.

finirono circondati dall'erba alta, e in breve tempo si trovarono a cercare l'uno la bocca dell'altro, per una smania che la giovane età e i costumi di quel luogo rendevano nuova.
affamati l'uno dell'altro, si morsero le labbra, finchè le loro lingue si incontrarono, il respiro già veloce per la bufera di sensazioni.

le mani si cercarono, si strinsero, si intrecciarono, per poi lasciarsi, libere di esplorare i contorni, di saggiare i tessuti.
i lacci dei vestiti si sciolsero, lasciando libertà alle stoffe, che vennero presto dimenticate, ottenebrate dalla possibilità di scoprire con le labbra, con la lingua, con i denti, gli stessi tratti saggiati dalle dita fino a pochi attimi prima.

il cacciatore si muoveva con foga, come a voler ottenere tutto dell'altro, stringendo, mordendo, assaporando.
la preda si contorceva sotto il suo assalitore, le guance rosse, la schiena inarcata, offrendo il più possibile, lasciando che venissero battute tutte le piste, offrendosi.

finchè fu il desiderio, il biondo che iniziava a scoprire con le dita la fessura dell'altro, il rosso che non tratteneva più i gemiti, muovendosi ritmicamente, ma ancora non era abbastanza.

timidamente, il ragazzo dagli occhi verdi cambiò lentamente posizione, cercando di non perdere il piacere che le dita dell'altro gli stavano offrendo, contorcendosi fino ad arrivare al corpo dell'altro.
iniziò a mordere e leccare la pancia, le cosce, lentamente.
ora il giovane dagli occhi blù buttava indietro la testa, completamente dimentico di ciò che li circondava, dando liberi sfoghi ai gemiti, che si fecero più rapidi quando le piccole torture si spostarono al suo membro.

poi, di nuovo le bocche che si incontrano, mentre il cacciatore di nuovo prende il sopravvento sulla preda, lentamente gli fa allargare le gambe, per poi possederlo.
e non era più novità, ma una danza antica, ripetuta, di cui istintivamente conoscevano i passi, tra spinte che davano il ritmo, ansiti e gemiti che scandivano come parole per quell'ancestrale canzone.

il piacere improvviso li colse, nello stesso momento, lasciando segni su entrambe le schiene, facendo tremare ogni muscolo del loro corpo.
così rimasero a lungo, avvinghiati, immersi l'uno nell'altro, le gambe del rosso ancora strette ai fianchi del biondo, gli sguardi ancora legati.

insieme si addormentarono, fianco a fianco, abbracciati, e insieme all'alba si svegliarono.
si osservarono a lungo, senza ancora proferire una parola.
non ce n'era bisogno, già così, conoscendo della voce dell'altro solo i gemiti, condividevano molto più di quanto possa essere immaginabile.

perchè ora entrambi erano preda.
perchè ora entrambi erano cacciatore.


ecco fatto!!!
un pò confuso, un pò così, ma per chi conosce altri miei scritti non è una novità, no?!?! -.-'
spero che si sia capito che uno era un fuggiasco e l'altro colui che doveva riportarlo indietro... ma in fondo, come per molte altre cose, è per me molto più importante il significato che ne date voi...
a me, personalmente, ha sempre affascinato l'ambiguità di cacciatore-preda, perchè a volte è davvero sottile il confine tra l'uno e l'altro, se non quasi indistinguibile, tanto che basta un attimo per ribaltare i ruoli, o farli scomparire completamente...
spero che vi sia piaciuto e di leggere qualche commentino, magari con le vostre impressioni e il vostro modo di vedere...
a presto!!!
^.^
 
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