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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: LA VITA...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: inu20 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/12/2006 09:37:27


 
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IL CAPITOLO + LUNGO CHE ABBIA MAI SCRITTO
- Capitolo 1° -

Ben presto, tutti si trovarono nella grande piazza centrale, circondata dall¡¯edificio che comprendeva tutto il campo, circondato a sua volta da enormi mura con sopra decine e decine di matasse che contenevano filo spinato.

Era molto freddo, non nevicava molto, ma leggeri fiocchi cadevano da un cielo plumbeo.

Da quando erano arrivati laggi¨´, i tre Elric non avevano ancora visto il sole illuminare quei luoghi¡­

Poi, entr¨° in scena B¨¹rk, con sguardo fiero e penetrante, ordin¨° agli uomini di ordinarsi in file da dieci, e di mettersi davanti a lui.



- Edward! Al! - aveva esclamato Ed dopo quell¡¯ordine - ¡­disponetevi alternati! Non state vicini! -



- perch¨¦? ¨C chiese Al allontanandosi da un Edward un po¡¯ confuso



- ¡­ho gi¨¤ avuto esperienze simili¡­ora scommetto che B¨¹rk chiamer¨¤ tutti i numeri dispari delle file¡­ -



- come fai a saperlo?! ¨C esclam¨° Edward



- ¡­ - Ed si sofferm¨° a guardare un attimo il figlio - ¡­perch¨¦ B¨¹rk ama fare questi giochetti¡­ -



- giochetti?! -





- ¡­sta a guardare¡­ - concluse Ed girandosi di colpo, accorgendosi che il generale, da lontano, stava osservando da quella parte ..







Passarono diversi minuti, e B¨¹rk non si era ancora deciso a parlare. Anzi, osservava costantemente, uno per uno, tutti i soldati, quasi intimoriti da simile gesto.

Ed, pi¨´ che intimorito, sembrava scocciato: ad ogni occhiata del generale, era costretto a ¡°chiudersi¡± all¡¯interno della propria divisa, o a nascondersi dietro la schiena del compagno vicino a lui,cercando di non dare nell¡¯occhio¡­

Ad un certo punto, finalmente B¨¹rk si decise:



- grazie a tutti voi per essere venuti! ¨C esclam¨° in modo esaltato ¨C oggi ¨¨ un grande giorno per tutti voi! -



I militari rimasero ad ascoltarlo, quasi incantati da tali parole



- ..oggi ci sar¨¤ un esercitazione un po¡¯ speciale¡­non si tratter¨¤ dei soliti esercizi con la pistola! ¨C continu¨° ¨C ma alcuni di voi avranno l¡¯onore di fare una prova¡­.come dire¡­pratica! ¨C esclam¨° sorridendo malignamente



Tutti si guardarono stupiti.

Lo stesso fecero Edward e Al , inconsapevoli di ci¨° che avrebbero dovuto fare.

Ed, invece sembrava tranquillo, troppo tranquillo. Dal suo sguardo, si percepiva perfettamente che aveva capito di cosa si trattava.

Poi, il generale con uno dei suoi cenni, fece aprire a dei soldati che si trovavano di fianco a lui, un enorme portone di legno.

Ci¨° che vi usc¨¬, o meglio coloro che vi uscirono, non erano altro che una trentina di uomini e donne, vestiti solo di stracci, scalzi e scarni che a malapena riuscivano a reggersi in piedi.

I soldati rimasero immobili, alcuni ridacchiavano allegramente, altri sembravano quasi impauriti da tale vista.

Ed si fece pi¨´ serio che mai, Al non credeva ai propri occhi mentre Edward era improvvisamente diventato pallido e cominci¨° a provare un brivido lungo la schiena.



- posizionateli davanti al muro dell¡¯edificio Nord! ¨C ordin¨° B¨¹rk



I soldati eseguirono



- quanto a voi¡­ - esclam¨° rivolto agli altri - i numeri dispari facciano tra passi avanti! -



Si contarono i fretta e furia. I numeri dispari fecero come gli era stato ordinato e si collocarono pi¨´ avanti.

Essendoci buchi nelle file, i tre Elric poterono parlarsi



- questo intendevi con ¡°giochetti¡± ?! ¨C esclam¨° Al rivolto a Ed



- ¡­ - lui non rispose



- come facevi a sapere che avrebbe chiamato proprio i numeri dispari?! ¨C chiese Edward



- ¡­durante la spedizione¡­ogni tanto veniva a ¡°farmi visita¡±¡­ - esclam¨° Ed -...in genere a lui piacciono le esecuzioni di massa¡­ -



- e le chiami esecuzione di massa?! Queste sono carneficine vere e proprie! -



- sta calmo Edward! - esord¨¬ Al mettendogli una mano sulla spalla



- come faccio a stare calmo!?! Come puoi essere impassibile di fronte a questo?! ¨C esclam¨° Edward rivolto al padre



- ¡­faresti meglio a controllare che non ci sia il tuo amico tra loro¡­piuttosto che arrabbiarti con me¡­ - esclam¨° secco il colonnello



- ¡­ -



Il ragazzo non ci pens¨° due volte, si volt¨° ad osservare il luogo in cui erano stati portati i prigionieri.

Li scrut¨° uno per uno, col cuore in gola peri l timore che Lucas potesse essere tra quegli sfortunati.

Li osserv¨° attentamente sentendo i battiti del suo cuore in corsa. Non not¨° nessuno di familiare. Ma non sapeva se essere felice o no.

Lucas non c¡¯era, e questo gli importava pi¨´ di ogni altra cosa, ma il pensiero di quelle persone lo rendeva incapace di gioire.

Non sapeva nemmeno se Lucas fosse davvero ancora vivo¡­



Una volta posizionati i prigionieri, i militari tornarono al proprio posto ad ordine di B¨¹rk.

I numeri dispari, che il generale aveva chiamato, a cui in seguito venne ordinato di tirare fuori la pistola , avanzarono verso quelle persone.

Edward assisteva, impotente a quella scena.

Al, invece, evit¨° di guardare oltre. Non voleva osservare altre persona morire ingiustamente. Non voleva.

Poi, rivolse il suo sguardo a Ed.

Il colonnello a prima vista sembrava impassibile di fronte a quello scempio ma Al sapeva bene che non era cos¨¬. Nessuno di loro doveva dare nell¡¯occhio, e il disperarsi, sicuramente avrebbe fatto saltare la loro copertura.

Poteva capire benissimo Ed in quel momento.

Non era passato nemmeno un giorno, dal terribile atto commesso dal fratello, atto per la quale aveva versato molte lacrime, aggrappato alle sue braccia, come per cercare aiuto, protezione.

Doveva essere difficile, ora, per lui, restare immobile senza fare nulla.



Intanto, i militari erano di fronte ai prigionieri, con le pistole puntate alle loro teste.

Tutti quegli uomini, tre donne e anziani, erano l¨¬, consapevoli e pronti, pronti alla sentenza che quel mondo crudele stava per infliggergli.

B¨¹rk, alz¨° il braccio. I soldati si misero in posizione. I prigionieri pregavano in silenzio.

Il generale, abbass¨° il suo arti di qualche centimetro. I soldati caricarono le pistole. L¡¯atmosfera si fece pesante. Gli occhi di Edward erano come ipnotizzati. Non riusciva a distogliere lo sguardo, bench¨¦ lo volesse con tutto se stesso.



Poi¡­





Un gesto¡­





Degli spari¡­

Delle urla¡­





E Tutto fin¨¬.







Il tempo si era fermato all¡¯improvviso. Come se si fosse bloccato per assistere a ci¨° che avvenne, e a ci¨° che sarebbe avvenuto sempre.

Erano passati solo pochi attimi, ma per alcune persone furono momenti che duravano in eterno.

Dal cielo, la neve lasci¨° il posto alla pioggia. Fitta pioggia che cadeva da un cielo nero come l¡¯oblio. L¡¯oblio in cui i tre Elric erano entrati.

L¡¯acqua and¨° a bagnare i vestiti, i volti¡­i corpi di coloro che non c¡¯erano pi¨´.

il sangue fresco, che grondava ancora dai corpi di tutte quelle persone, and¨° a mischiarsi con la pioggia, formando un lago rosso.

I militari, riposero la pistola e tornarono ai propri posti. Non sembravano turbati, solo confusi.

Una volta che si furono sistemati, si misero ad osservare il loro generale in attesa di altri ordini, mentre la pioggia continuava a cadere.

B¨¹rk sembrava soddisfatto. Con un cenno, fece congedare i soldati, e spar¨¬ inghiottito dalle tenebre del grande edificio.



















SBAM!!!!!





Il tonfo di una sedia sbattuta a terra, echeggi¨° per tutta la stanza da letto, dove i militari si stavano riposando.

Era sera, fuori pioveva ancora. Dalla piccola finestrella entrava la luce di una luna spenta e scolorita.

Edward, arrabbiato, confuso, impaurito e forse troppo consapevole, si era brutalmente appoggiato al muro grigio, mentre Ed e Al erano seduti ai piedi del letto di quest¡¯ultimo, che sembrava molto provato e stanco.



- cerca di calmarti per favore¡­stai attirando l¡¯attenzione¡­ - sospir¨° Ed, vedendo che i soldati erano piuttosto incuriositi dal comportamento del ragazzo.



Edward lo fulmin¨° con lo sguardo



- non rompere! ¨C esclam¨° seccato



- e tu non rispondere a tuo padre in questo modo Edward! ¨C intervenne Al



- ¡­ -



Edward prese a camminare per tutta la stanza. Era agitato. Agitato per ci¨° che era successo, davanti ai suoi occhi, senza poter fare nulla per impedirlo, senza dire no¡­almeno una volta¡­era agitato senza saperne la ragione esatta.

Lucas non era tra quelle persone. Ed era l¡¯unica cosa che gli importava¡­almeno cos¨¬ aveva creduto.

Lui non conosceva affatto quelle persone, e non avrebbe dovuto interessarsi affatto della loro fine.

Ma il vedere tanti volti che chiedevano solo piet¨¤ lo rendevano impotente e infelice ma soprattutto¡­gli faceva provare una paura che non aveva mia provato prima.



- Edward! Siediti! ¨C esclam¨° di nuovo Ed



Il ragazzo lo osserv¨° di nuovo, osserv¨° il suo volto tranquillo e rilassato. E gli venne una grande rabbia, che proveniva da dentro, dal suo cuore.



- tu¡­ - esclam¨° avvicinandosi al padre -¡­come puoi essere cos¨¬ indifferente?! -



- Edward! ¨C disse Al alzandosi dal letto ¨C stai esagerando! -



Il ragazzo ingnor¨° l¡¯intervento dello zio



- RISPONDI! ¨C url¨°



Ed lo fiss¨° per un attimo, poi riabbass¨° lo sguardo a terra



- non dovresti sorprenderti¡­per cos¨¬ poco¡­ - sospir¨° Ed



Edward si blocc¨° all¡¯istante.



- durante una guerra, assistere ad episodi come questo, ¨¨ all¡¯ordine del giorno¡­non lo sapevi? - esclam¨° sorridendo lievemente.



Sorriso che faceva infuriare Edward sempre di pi¨´



- beh¡­ - continu¨° Ed - ¡­non mi sorprende che tu non lo sappia¡­ -



- cosa vuoi dire?! -



- ¡­tu in guerra non ci sei mai stato¡­ - esclam¨° Ed



Questo era davvero troppo per il ragazzo. Come si permetteva di parlargli cos¨¬? Cosa ne sapeva lui, di quello che passava Edward?

Senza pensarci due volte, assal¨¬ bruscamente il padre, prendendolo per il colletto della divisa.



- CON CHI CREDI DI PARLARE?! - url¨° infuriato



- ¡­con mio figlio¡­credo¡­ - sorrise ironico Ed



- tsk! - Edward strinse pi¨´ forte la presa ¨C non prendermi in giro! -



- non l¡¯ho mai fatto¡­ - esclam¨° Ed



- ¡­ -



- ¡­hai paura¡­Edward? ¨C chiese Ed dopo qualche attimo senza parole



- eh?! -



- ripeto¡­hai paura? - disse il colonnello con sguardo penetrante



Edward non sapeva cosa rispondere ¨C c..certo che no! ¨C esclam¨°



Ed appoggi¨° una mano sul petto del ragazzo,come per sentirne i battiti del cuore, ancora pieno di tormenti.



- allora perch¨¦ tremi? ¨C chiese infine



- io¡­io non sto tremando! ¨C esclam¨° il giovane



- ¡­questo¡­non ¨¨ ci¨° che pensa il tuo cuore¡­ -



- cosa?! -



Ed, col suo sguardo ipnotizz¨° Edward, immobile di fronte a lui, con le mani, che ancora tenevano stretto il colletto del padre.



- hai per caso paura¡­che lui sia morto? -



- ¡­ - Edward non rispose



-¡­che tutta la strada fatta fino ad ora sia stata vana? ¨C



- ¡­io¡­io non¡­ - disse il ragazzo cominciando a tremare



- se per caso fosse morto¡­tu torneresti indietro senza salvare nessuno? -



Edward sembr¨° cadere in un buco nero.

Con quelle parole sulle spalle non riusciva pi¨´ a risalire da quel baratro.

Cosa avrebbe fatto se per caso Lucas non fosse sopravvissuto?

Era da molte settimane ormai che il suo migliore amico era Stato catturato dai tedeschi, e le possibilit¨¤ che fosse ancora vivo erano davvero poche¡­eppure¡­non aveva mai perso la speranza di rivederlo¡­di poterlo riabbracciare.

Ora suo padre lo poneva di fronte ad un bivio: Lucas¡­o tutte quelle migliaia di Ebrei, che rischiavano di morire ogni giorno?

Allent¨° la presa da Ed, fino a mollarlo del tutto. Era spaventato, davvero spaventato.



- Edward! Ed! ora basta! ¨C esclam¨° Al furibondo con entrambi



- ¡­ - Edward non disse nulla



- ¡­gli ho solo detto ci¨° che pensavo¡­ - esclam¨° Ed come se nulla fosse successo



Il ragazzo, ancora tramortito da quelle parole,si avvicin¨° al proprio letto, si sedette, e si distese. Era stanco, molto stanco.

Ed sospir¨°, poi si alz¨° da dove era seduto, e and¨° ai miseri servizi di cui disponeva la stanza.

Al, invece, ancora arrabbiato, si avvicin¨° al letto di Edward, delicatamente, lo copr¨¬ con la coperta.

Il giovane emise un suono debole e delicato, che Al interpret¨° come un ¡°grazie¡±.

Lo zio sorrise lievemente, si alz¨°.

Poi, si accorse che molti suoi compagni stavano osservando la scena, incuriositi e stupiti.



- beh?! Che avete da guardare? ¨C esclam¨° stizzito



Tutti si voltarono e cominciarono a fare altro, forse intimoriti dallo sguardo provocatorio di Al.













Sera, ore 24.00





tutti stavano dormendo tranquillamente.

Non si sentiva nessun rumore, era tutto calmo e pacifico.

La pioggia di poche ore prima aveva lasciato il posto ad un cielo stellato, cos¨¬ luminoso da sembrare quasi giorno.

Tra i tanti letti che vi erano in quella stanza, uno solo era vuoto:

Edward, si stava preparando con molta cautela, la propria pistola e cominciava a sistemarsi al meglio la sua divisa blu, che con la notte, sembrava quasi nera.

Cerc¨° di fare meno rumore possibile.

Si mise delicatamente i guanti dello zio, regalati settimane prima e cominci¨° ad allacciarsi le scarpe.

Fatto ci¨°, prese il suo libro di Alchimia, cos¨¬ piccolo e leggero, che poteva stargli comodamente dappertutto. Sorrise lievemente, poi se lo mise in una delle tasche dei pantaloni.

Avanz¨° piano, sorpassando la trentina di letti a castello che lo dividevano dalla porta.

Pass¨° accanto a quello di Al, che dormiva profondamente, per poi raggiungere quello di Ed, quello di suo padre.

L¨¬ si ferm¨°.

Osserv¨° il volto contratto del padre, cos¨¬ piacevolmente addormentato, come se non avesse nessuna preoccupazione.

Si avvicin¨° leggermente all¡¯orecchio del genitore.



- ¡­io non ho paura¡­ - sussurr¨° piano



Poi, riprese il cammino. Arriv¨° alla porta, la apr¨¬ leggermente.

Guard¨° un ultima volta quella stanza, i suoi perenti. Sospir¨°. Poi usc¨¬, avvolto dal buoi di quella notte.



Passarono ben cinque minuti abbondanti



¡­









¡­







¡­





¡­







¡­



¡­Al¡­sei sveglio vero?





Alphonse, si alz¨° di scatto dal letto.

Vi era il silenzio pi¨´ totale. Si guard¨° in torno. Cerc¨° con lo sguardo il letto di Edward. Lo trov¨°. Ma lo trov¨° vuoto.



- ma che diavolo¡­ - cominci¨° a dire



- non c¡¯¨¨ tempo Al! -



Si gir¨°, vide Ed che, in fretta e furia cominciava furiosamente a cercare la propria pistola senza far rumore.



- Ed! dov¡¯¨¨ andato Edward?! ¨C esclam¨° Al alzandosi e vestendosi



- temo..temo di aver esagerato con le parole oggi! ¨C confess¨° Ed mettendosi la giacca



- ¨¨ andato via perch¨¦ era arrabbiato? ¨C chiese Al non molto sorpreso



- ¨¨ andato via perch¨¦ io l¡¯ho spronato a farlo! -



-¡­cosa?! Ed! - esclam¨° Indignato Al



- volevo solo che si preparasse psicologicamente¡­ma forse ho davvero esagerato¡­dai andiamo! -



Al, raccolte le ultime cose, si precipit¨° fuori dal dormitorio con Ed.

I due, una volta allontanatisi dal corridoio principale, cominciarono a correre pi¨´ velocemente.



- tutta quella scenata di oggi¡­era una farsa? ¨C chiese Al correndo



- pi¨´ o meno¡­ -



- dove pensi sia andato ora? -



- ¡­ -



- fretello! -



- ¡­dobbiamo sbrigarci¡­altrimenti i suoi sforzi saranno stati vani¡­ -



- ? ¨C Al era confuso ¨C che vuoi dire? -



Ed si ferm¨° all¡¯istante. Si volt¨° verso il fratello.



- Edward star¨¤ senz¡¯altro andando a cercare il suo amico¡­ -



- dobbiamo fermarlo accidenti! Potrebbero scoprirlo! ¨C esclam¨° Al



- ¡­no! - sorrise Ed ¨C non se attireremo su di noi l¡¯occhio del nemico! -



- ¡­hai un piano? ¨C chiese Al facendo serio come non mai



- per ora no¡­per¨° noi¡­potremmo¡­ -



Non fin¨¬ in tempo la frase, che si ricord¨° di alcune parole, che Winry gli aveva detto prima di partire per quel viaggio:



¡­proteggi Edward¡­te stesso¡­.ma proteggi anche Al!



tuo fratello ne ha bisogno quanto nostro figlio!...forse di pi¨´!





- anzi¡­tu potresti¡­ - ricominci¨° preoccupato, osservando Al - andare a cercare i prigionieri e metterli al sicuro! -



- cosa?! E tu che farai? ¨C chiese Al insospettito



- io¡­andr¨° a cercare quei documenti¡­ -



- da solo?! Ed! ¨¨ pericoloso! -



- ma figurati! Che vuoi che sia! -



- io vengo con te! ¨C esord¨¬ Al



- no Al! Non mi occorre nessun aiuto! -



- ma fratello! -



- obbedisci Al! - esclam¨° Ed con ardore, facendo quasi spaventare Al



- ¡­fratello¡­ -



- vedrai che non mi accadr¨¤ nulla! Ora vai! -



Al abbass¨° lo sguardo, poi, dopo qualche attimo, sorrise lievemente.



- ci conto che tu torni sano e salvo! Altrimenti sappi che non ti perdoner¨°! ¨C disse infine



- lo stesso vale per te¡­fratellino¡­ - sorrise Ed



Si guardarono nuovamente, con pi¨´ ardore e coraggio di prima. Si voltarono uno da una parte e l¡¯altro dall¡¯altra.

Al si mise a correre senza guardare indietro, Ed fece altrettanto.

Entrambi avevano paura di non potersi pi¨´ rivedere, avevano paura di non sopravvivere¡­forse, quel giorno si sarebbe concluso tutto, il loro viaggio sarebbe terminato¡­sia che ne fossero usciti vincitori¡­o perdenti.
 
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