- Capitolo 1° -
ed eccomi di nuovo qui!!!
a proposito, come mai quando metto v.m.18 i lettori si moltiplicano, sporcaccioni?!?!
va beh!!!
altra one shottina!!!
buona lettura!!!
domani, finalmente, me ne andrò.
ogni giorno ripeteva quel pensiero, facendo e rifacendo le valige per andarsene di casa.
anche in quel momento, la ragazza stava preparando valige in realtà già pronte, il labbro spaccato, le braccia piene di lividi.
non piangeva, non sentiva dolore, questa era una fase che aveva superato anni addietro, durante la sua infanzia.
domani, finalmente, me ne andrò.
eppure, in cuor suo, sapeva che neanche stavolta l'avrebbe fatto.
cosa la tratteneva il quel posto?
lei non lo sapeva, ma ogni mattina, appena i suoi erano usciti, si ritrovava di fronte alla porta con le valige, a fissarla, per poi correre in camera a prendere lo zaino e andare a scuola.
domani, finalmente, me ne andrò.
si fermò ad osservare la sua camera, il suo letto, il suo cuscino, senza il quale non riusciva a dormire, e si ritrovò a pensare alla gita di prima superiore, alle valige pronte, allo spazio che aveva tenuto per il suo cuscino e il suo orsacchiotto con il carrion.
chissà com'era sparito, quell'orsacchiotto... però, Dio, quanto le mancava!!!
anche se il carrion era rotto da anni, anche se il rosa e il bianco della stoffa morbida erano ormai diventati un tutt'uno per gli eccessivi lavaggi, anche se tante volte l'aveva scaraventato contro il muro, per poi raccoglierlo piangendo e con mani tremanti aveva caricato la molla, per sentire il suono che tanto la calmava, e tornare a letto, addormentandosi con le lacrime che ancora gli gridavano il volto, e sussurrando infinite scuse al suo unico amico e confidente...
domani, finalmente, me ne andrò.
come ha fatto il mio Bibi, che non è tornato con me dopo la gita, eppure nessuno se n'è accorto tranne me...
continuava a ripetere quella frase come una cantilena, come una formula ipnotica.
domani, finalmente, me ne andrò.
ricordò una volta, quando era ancora molto piccola, che sua madre l'abbracciò, tenendola stretta a lungo, e sussurrandole che non doveva fuggire dai problemi, perchè questi l'avrebbero sempre inseguita.
non sapeva più il motivo di quella frase da parte di sua madre, ma era ben chiaro nella sua mente lo sguardo malinconico, perso nel vuoto, di una donna che era sempre stata forte, e che sempre lo sarebbe stata, tanto da rendere ogni dimostrazione d'affetto un'eccezione, più che una rarità.
domani, finalmente, me ne andrò.
ma a cosa sarebbe servito?
iniziò a rimettere in ordine vestiti che da troppo tempo erano sepolti in quella valigia, con una freddezza chirurgica, con una lentezza esasperante.
poi, si stese sul letto, da un lato, raggomitolata, in silenzio.
anche se era vestita, si coprì fino al collo con le pesanti coperte invernali, mettendo una mano sotto il cuscino.
dopo ore immobili, si alzò, raccolse la valigia, la guardò, la mise via.
devo trovare un altro come Bibi, pensò.
ecco qui...
questa direi che molti, ragazzi e ragazze, potrebbero trovarla autobiografica, me compresa.
in fondo, in un modo o in un altro, chi più chi meno, passiamo tutti da una fase così, non credete?
spero di aver reso i sentimenti in modo abbastanza realtistico da avervi fatto provare almeno qualcosina...
e di leggere un commentino o due...
a presto!!!
^.^
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