torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: CLARA
Genere: Sentimentale, Horror, Azione, Erotico, Fantasy, Soprannaturale, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, Shoujo Ai
Autore: strichinina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/12/2006 19:36:35 (ultimo inserimento: 29/12/06)

un ragzzo bellissimo, una ragazza normale, forse vampiri e streghe...non so
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
1
- Capitolo 1° -

è la prima volta che scrivo una fanfic..spero vi piaccia...lo dico prima la storia non ha già un continuo quindi non so come andrà a finire o come continuerà...comentate..ma non siate troppo cattivi!!!thanks!


La primavera inebriava i miei sensi, il profumo dei fiori bagnati dalla rugiada mattutina era un canto per me, un canto di gioia infinita. E mentre stavo lì con i raggi del sole che sfioravano la mia pelle e mi impedivano di alzare lo sguardo, vidi lui…fermo, immobile sul muretto che fumava una sigaretta, e quel fumo denso che usciva dalla sua bocca creava una lieve nebbiolina sui suoi lineamenti, e li rendeva sfocati ma comunque riconoscibili…lo guardai negli occhi, erano occhi di una profondità immensa tanto che mi ci persi dentro, non riuscivo a distogliere lo sguardo senza un perché, erano di un nero profondo con scaglie d’orate che li facevano luccicare nella luce mattutina. Mi distrassi un attimo ma fu fatale perché quando mi voltai verso il muretto vidi solo l’edera che ci si arrampicava sopra ma del ragazzo non c’era traccia, era scomparso nel nulla , pensai che forse era frutto della mia immaginazione.
Era il primo giorno di scuola dopo una lunga estate dedicata al divertimento, e s’intravedeva un lungo ed estenuante anno scolastico visto che avrei frequentato il terzo liceo, quindi dovevo conoscere i nuovi professori sperando che sarebbero stati migliori di quelli dei due anni precedenti. Non mi andava per niente di ricominciare a studiare e restare ore intere sopra i libri.
Ero rimasta molto colpita da quel ragazzo, non lo avevo mai visto a scuola, eppure i bei ragazzi sono sempre la prima cosa che noto, era bellissimo, almeno per i miei gusti, i suoi lineamenti erano delicati e gentili e i suoi occhi al dir poco stupendi la loro profondità ti trascinava in un baratro senza fine, in quel momento pensai solo a lui e sperai di rincontrarlo.
Il ritorno a scuola era forse una cosa stancante ma anche emozionante, rivedere tutti i compagni di classe dopo quattro mesi era divertente ma salutarli tutti e magari scambiarci due parole ere al dir poco stressante, ma la cosa più stressante era parlare con quelle compagne di classe che se la tirano tanto ma soprattutto che credono di sapere tutto, e poi te le senti in classe che fanno le domande più stupide al mondo, alle quali anche un bambino di due anni saprebbe rispondere; a volte mi chiedo se queste ragazze facciano apposta le stupide per attirarre l’attenzione dei ragazzi, di sicuro le altre compagne le odiano a morte per i loro atteggiamenti, sembrano le chearleader dei film americani, insomma quelle stupide che la danno ai giocatori di foot-ball. Quelle sono le ragazze che odio di più, quelle con la testa montata! È insopportabile parlare con loro iniziano a raccontarti di tutti i “casini” che hanno combinato durante l’estate trascorsa.
Invece la cosa più bella è salutare quelle Compagne di classe, con la C maiuscola perché sono le ragazze con le quali durante l’anno scolastico stringi un rapporto di amicizia profonda, tanto che ti ritrovi con loro a parlare delle cose più intime, ma che poi durante le vacanze non ti ci senti per niente; loro si che sono le più fiche. Il rapporto con loro è una specie di alleanza che si fa all’inizio dell’anno inconsapevolmente per riuscire ad affrontare tutto l’anno scolastico, è proprio un patto, loro ti aiutano nei momenti difficili e tu le aiuti nei loro momenti difficili, ma quando l’anno scolastico finisce questa alleanza si distrugge subito. Certo a volte è piacevole sentirsi ma solo se proprio non hai niente da fare.
Era il primo giorno di scuola e logicamente arrivai tardi in classe, perché tra un saluto e l’altro e il cercare la classe che ogni anno ti cambiano, ormai era suonata la campanella da ben dieci minuti. Entrai scusandomi con la professoressa che non conoscevo, pensai che era proprio un buon inizio. La professoressa molto cordialmente mi disse di sedermi nell’unico posto rimasto libero e in quel momento mentre seguivo con lo sguardo il dito dell’insegnante che mi indicava il posto mi accorsi che c’era lui, si proprio quello dell’autobus che mi aveva chiesto il posto e al quale puzzavano le ascelle, inorridita mi accorsi che però una mia compagna di classe mi aveva tenuto il posto vicino a lei.
Molto delicatamente scivolai nel posto vicino alla mia amica Paola, è una ragazza molto simpatica, ha dei capelli lunghi fino al bacino marroni con dei riflessi ramati, i suoi occhi sono di un verde cristallino e ha un po’ di lentiggini sopra al naso forse un po’ troppo grande, la sue labbra sono sottili ma hanno un bel disegno, lei è alta più o meno quanto me e portava dei jeans non troppo larghi ma con il cavallo lievemente basso e sopra una cannottierina blu con dei strani disegni sopra; nel complesso si poteva considerare una ragazza molto carina.
La lezione cominciò con un lungo appello dove la professoressa ad ogni nome si fermava chiedendo se per caso un altro alunno che lei aveva avuto fosse un nostro parente. Arrivò a me: Clara Rubi; non mi chiese nulla per mia fortuna anche perché ero figlia unica e non avevo nessun parente di quella zona. Posso dire che la mia famiglia non sia tanto numerosa ma si può dire che sia un pò strana, ma in fondo quale famiglia non lo è, mio padre è di origine indiana, degli indos dell’America prima della colonizzazione anche se ormai non ha tratti somatici tanto evidenti di quel popolo, mia madre è italiana del meridione esattamente, si chiamano Marco e Angela.
Le tre ore prima della ricreazione passarono e io andai in giardino dove incontrai degli amici, mi accesi una sigaretta tenendola con la mano destra e l’accendino con la sinistra, la fiamma guizzo e io aspirai e feci uscire il fumo dalla bocca a quel punto come se fosse stato un rito per iniziare la ricreazione iniziai a guardarmi intorno, il cortile era affollatismo come al solito o forse anche un pò di più in confronto agli anni precedenti, pieno di ragazzini che chiacchieravano a voce alta, mi innervosii un po ma ad un certo punto mi sentii osservata e mi girai e sullo stesso muretto di quella mattina rividi lui, che mi osservava anche lui con una sigaretta in mano e mi guardava con quei suoi occhi stupendi.

 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: