BIRDCAGE - Capitolo 1° -
Hikari no naka de mita osanai kioku wa kegareta kono boku ni wa ima mo too sugite yami no naka, kimi no na wo nandomo sakenda owaranai toki no naka de kimi shika inakute
Un ricordo d'infanzia che vidi dentro la luce è ancora troppo lontano da me che sono impuro Dentro le tenebre, gridai molte volte il tuo nome Non c'eri che tu nel tempo che non finisce
Eravamo felici un tempo. E' vero, le litigate tra me ed Al erano tante, forse perché allora ero solo un bambino, avevo paura di perdere il tuo affetto perché lui era più piccolo, lui andava accudito più di me... "Tu sei il fratello maggiore, Edward..." Quante volte me lo ripetevi, mamma. Me lo dicevi sempre, di portare pazienza, di volere bene al mio fratellino, perché era una persona preziosa, qualcuno a cui avrei dovuto badare, a cui avrei dovuto dare amore. E quando lo dicevi, sorridevi, eri felice. Eravamo io e te, Al e il papà. Ricordo ancora le lunghe chiacchierate che facevamo io e lui. Rare, certo. Papà aveva sempre da fare, stava sempre chino sui libri, studiava quella che qualche anno dopo sarebbe stata la nostra ragione di vita, disegnava in continuazione quelli che, a 4 anni, mi sembravano solo dei cerchi e delle linee fatte a caso. Ma quando parlavamo, stava ad ascoltare. E aveva sempre qualcosa da dire, bella o brutta che fosse. Era solo quella che per lui era la verità, e niente più. Effettivamente, è stato grazie a lui che ho cominciato a vedere Alphonse non come un problema, ma come un alleato. Lui che con quella voce gentile e calma mi ripeteva di dare ascolto a te, di trattare bene Al, di essergli amico, oltre che fratello. Eravamo felici. Quando andavamo a giocare con Winry nei grandi prati di Reesembol, e tu e il papà stavate a chiacchierare da zia Pinako...sono momenti così lontani che a volte dubito di averli veramente vissuti. Lo ricordo ancora, un po' avvolto nella nebbia che viene a crearsi col tempo, quando la sera calava e tu da casa ci chiamavi un po' a modo tuo. Quella luce che si accendeva e si spegneva ritmicamente mi dava sicurezza: sapevo che, anche se lontano, grazie a te avrei sempre trovato la mia casa, un posto tranquillo dove stare, un letto dove dormire, una famiglia che mi dava quello di cui avevo bisogno. Amore. "Mamma, ti amo!" Papà te lo diceva sempre. E noi lo ripetevamo, sorridendo. Perché quando lui lo diceva, tu eri felice. E noi volevamo la tua felicità. E anche quella di papà, ovviamente. Perché io gli volevo bene, davvero. Ma ti ha fatto del male, ed è stata la cosa peggiore che potesse fare per meritarsi il mio odio. E da allora, da quando sei morta, lui ha smesso di essere mio padre. Ed è diventanto semplicemente Hohoheim, un uomo che per me significava meno di zero, che per me era meno importante di uno sconosciuto. Lui che se ne andò, senza dire niente a nessuno. Intanto nella nostra mente si era impressa la tua immagine quando ti faceva dei regali dal nulla, quando applaudivi estasiata vedendo quelle piccole magie che faceva per te. E noi cercavamo di riprodurre quella felicità, creando stupidi animaletti dalla terra, creando le corone di fiori che a te piacevano tanto. E adesso invece, brancolo nel buio. Perché quella sicurezza che mi davi, quella gioia che trasmettevi, non esiste più da anni. E mi aggrappo ai ricordi, nella paura che scivolino via, che di te, del tuo profumo, del calore che sapevi trasmettermi non rimanga più nulla. Eravamo senza una madre, senza un padre. L'unica cosa che permetteva a me ed Al di andare avanti era un testo letto in un libro. Un tabù. Certo, perché portare in vita una persona era una cosa impensabile per un adulto, figuriamoci per due bambini. La trasmutazione umana è stata vietata semplicemente perché nessuno è mai riuscito a compierla. E noi ci eravamo quasi imposti di portarla a termine. O meglio... Me lo ero imposto io, Al è stato soltanto trascinato dietro. E ricordo quel giorno come se fosse ieri. Che chiamavo il tuo nome, gridando come un disperato, mentre il sangue macchiava quel cerchio alchemico che per anni aveva alimentato le mie speranze di vederti sorridere ancora una volta. Al centro di quel cerchio c'era qualcosa, ma non eri tu. Non era il tuo sorriso, non era il tuo profumo, non era il tuo corpo. Era dolore, era orrore, era morte. Ed io ero solo, e disperato. Mamma, Alphonse... Non c'era nessuno, solo il rumore della pioggia che cadeva, e il sangue. Tanto sangue. Ma non era abbastanza. Rivolevo indietro almeno mio fratello. Era l'unica cosa che la mamma mi aveva lasciato, mi aveva detto di prendermene cura, non di darlo in pasto a qualcosa di troppo grande per me da capire. Ti do il mio braccio, la mia gamba, il mio corpo. Ma ridammi indietro mio fratello. Chissà quante volte ho chiamato il suo nome in quel momento. Quante volte il tuo, quante volte il suo, quante quelle di Hohoheim. E mentre il mio braccio spariva, Alphonse tornava da me, sotto quelle false spoglie, dentro un'armatura cigolante, un'armatura vuota. Un'armatura, mio fratello. E' stato questo il prezzo che ha pagato per la mia presunzione. Perché io credevo davvero in quello che facevo. E brancolo nel buio. Ancora. Di nuovo.
aganau koto sae dekizu ni boku wo tojikomeru inoru koto shika dekinakute... kanashimi wa ienai ajisai no nureta ha wo ichimai chigitta mizutamari ni ukabete kimi wo omoidasu
Senza riuscire a riparare ai miei errori, mi chiudo in me stesso Non riesco a far altro che pregare... non riesco a esprimere la mia tristezza Ho strappato una foglia d'ortensia bagnata Affiori in una pozzanghera e ti ricordo
L'unica cosa buona che sono riuscito a fare è stata quella di pregare zia Pinako di impiantarmi degli auto-mail dove ormai la carne non esisteva più. Perché volevo rimediare al danno che avevo commesso. Mamma, tu eri morta, e ormai la cosa non si poteva e doveva cambiare. Ma Al è vivo, Al è con me, Al è in una armatura, rischia di sparire per sempre, e io devo proteggerlo. Voglio riparare al mio errore, voglio restituirgli ciò che era suo, ciò che per colpa del mio peccato lui ha perduto. Lui ha pagato col suo corpo, se sarà necessario io darò l'anima. Gli alchimisti non credono a cose così astratte e inverificabili come Dio. Ma ho dovuto ricredermi su diverse cose. L'anima è astratta quanto Dio, ma Al è ancora con me. Ho cominciato a pregare, da quel giorno. A nessun dio, ma prego. Prego che le cose possano tornare come prima, anche se so che non sarà mai tutto come prima. Quella felicità che esisteva prima ora non c'é più, è solo un ricordo che pian piano si assopisce, e scompare, inghiottita dal buio. E guardo lontano, pensando a una casa che non ho più, al faro che prima mi guidava, e che ora non c'é più. Al tuo sorriso bello come un fiore che sboccia che prima era davanti a me, e ora non esiste più. E ora c'é solo il cielo nero, la pioggia che precipita, le foglie che dagli alberi si staccano, e cadono a terra. E nella mia immagine vedo la tua, e soffro ancora per la tua mancanza.
ameagari no yuugure ni kasuka ni kikoeta tooku ni fune no kiteki nazeka kanashikute
Nel crepuscolo dopo la pioggia sento in lontananza un indistinto fischio di una nave che per qualche motivo mi rende triste
E' terribile che, per quanto abbia deciso di accantonare la voglia di riabbracciarti, qualcosa si muove ancora dentro di me. E a volte vedere una foto che ti rappresenta mi fa pensare: Perché non ritentare? Perché nemmeno io mi rendo conto di quanto mi manchi, mamma. Perché ongi cosa che vedo mi ricorda te, e mi lacera dentro. Ma devo essere forte, devo lottare. Devo andare controcorrente, devo peccare ancora per riavere indietro ciò che ho perso. Ma non mi importa, perché so che è giusto così. E' solo la mia parte rimasta bambina che vorrebbe ancora una volta essere coccolata tra le tue braccia.
yurusarenai no nara subete ga kiereba ii kurushimi mo itami mo nani mo iranai sekai e
Se non fossi perdonato, vorrei che tutto svanisse verso un mondo che non ha alcun bisogno di dolore né angoscia né nient'altro
Ho deciso di giocarmi il tutto per tutto, perché voglio ottenere qualcosa in cambio di ciò che ho perso. Voglio che il principio di scambio equivalente venga rispettato anche per me, perché quando io ho perso la gamba, il braccio, mio fratello...In cambio non ho ricevuto niente. E ora pretendo per lo meno che ciò che mi è stato tolgo mi venga restituito. E so che questo non cancellerà il mio peccato, so che tornare come prima non allieverà il mio animo dalla colpa di cui mi sono fatto carico. Se questo non dovesse accadere per me, vorrei almeno che succedesse per Al. Per quanto riguarda me, mi accontento solo di chiudere gli occhi, di respirare di nuovo il tuo profumo, di sentire la tua voce che mi chiama. Edward, Edward, Edward... Vorrei che qualcuno facesse tabula rasa, che il tempo si fermasse e tornasse velocemente indietro, facendomi sentire le viscere ripiegarsi, il dolore concentrarsi in un punto solo per poi esplodere, e scomparire nel nulla. E tutto tornerebbe come prima, e non ci sarebbe più dolore, né angoscia.
aganau koto sae dekizu ni boku wo tojikomeru inoru koto shika dekinakute... kanashimi wa ienai
Senza riuscire a riparare ai miei errori, mi chiudo in me stesso Non riesco a far altro che pregare... non riesco a esprimere la mia tristezza
Ma so che ciò non accadrà mai. E penso che qualcosa a cui aggrapparmi mi farà bene, che mi aiuterà ad andare avanti. Perché senza un motivo per continuare a camminare su queste gambe sarei perduto per sempre. E dietro sorrisi e false speranze nascondo la voglia di gridare al cielo, di mandare al diavolo tutto. Sono un bambino, sono un punto nell'universo, perché non posso essere qualcosa di più? Perché non posso avere quel tocco divino che manca a un uomo per essere come un dio? Perché sono costretto a vivere la mia vita in queste condizioni? Perché noi? Sono stanco, lo ammetto. Anni e anni che scorrono inesorabili, e noi siamo ancora qua, ad accarezzare corpi e arti di puro metallo. Niente calore, solo freddo. Niente morbidezza, è solo una dura scorza di acciaio che permette di fare qualcosa di altrimenti impossibile.
yasashiku naita sora kara kikoeta kimi no koe mo namida wo ukabeta mama waratta boku ni wa mienai...
Anche la voce proveniente dal cielo che piangeva dolcemente mi faceva venire le lacrime agli occhi, e non riuscivo a vederlo quando ridevo...
Quando mi facevo prendere dallo sconforto, Al era sempre la che mi spronava ad andare avanti. E' stato lui a salvarmi, è stato lui a dirmi che potevamo fare qualsiasi cosa, se solo lo avessimo voluto. Lui è il mio appiglio, è la mia forza, è la spinta che mi fa andare avanti. Perché senza di lui io ora sarei solo un ammasso di carne e ossa, e nulla di più. La sua voce che mi rassicura mi da forza, le sue carezze mi fanno sentire vivo, la sua voglia di andare avanti trascina anche me. E provo a dare maggior valore alla mia ragione di esistere.
hikari no naka de mita osanai kioku wa oto no nai egao sae ima wa ureshikute nido to modorenai ano koro ni mo bokutachi wa waratte ita
Un ricordo d'infanzia che vidi dentro la luce persino un sorriso senza suono ora mi rende felice Anche in quel tempo che non tornerà più noi ridevamo
Attorno ai fuochi occasionali ci divertiamo a ricordare le cose felici del nostro passato. Perché speriamo che quei momenti felici possano il qualche modo ritornare. Devo cercare di farmi forza, per quanto sia difficile, e tirare avanti per poter ridere ancora come una volta. Perché ho affianco qualcuno che mi da la forza di farlo, ho qualcuno per cui devo combattere. Ho qualcuno da proteggere. Come mi dicevi sempre, mamma. E lo farò, finché avrò gambe per camminare e qualcuno su cui fare affidamento. Per far si che prima o poi quei giorni felici ritornino, col tuo ricordo vivo a farci compagnia.
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