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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: xxxHOLiC
Titolo Fanfic: STAND BY ME
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, Shounen Ai
Autore: betta-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/11/2006 22:54:43

La mia prima, ed ultima di sicuro XD, fanfic su holic XD
 
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- Capitolo 1° -

Ehm…ecco…Mi era stato chiesto di scrivere una fanfic su XXXholic così ci ho provato però è una schifezza, che impiastro. Era da tanto che non scrivevo qualcosa T____T

Watanuki: puoi dirlo forte! Ma perché mi tocca sempre far coppia con questo qui? Io voglio vivere un’avventura con Himawari-chan *___*
Doumeki: (con le dita nelle orecchie) Guarda che non l’ho chiesto io.
Watanuki: tsk!

Allora, non contenta delle scelte narrative della nostra cara Nanase, ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere tra Watanuki e Doumeki dopo i fatti del capitolo 116^^ Quindi ci sono spoiler praticamente fino a dove si è arrivati con il manga, siete avvertiti nel caso vi avventuriate a leggere^^ Ma salvatevi prima XD

Dedicata a Clo-chan^^ (povera XD)


Minuti, ore, giorni… Doumeki non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse rimasto seduto fuori dalla camera di Watanuki. Né come adesso si trovasse disteso sul letto di una delle stanze per gli ospiti di Yuuko. Di sicuro doveva essersi alzato per rinfrescarsi o per mangiare qualcosa e certamente doveva essere stato lui stesso a trascinarsi fino a quel letto ma non lo ricordava. L’unica cosa chiara era ciò che era successo. Il tempo per lui si era fermato nell’attimo in cui si era abbandonato senza forze sul pavimento di legno. Da quel momento in poi i suoi ricordi erano annebbiati perché in realtà non aveva fatto altro che rivivere lo stesso incubo. Prigioniero della sua stessa mente, aveva continuato a ripetere ogni singolo istante, da quando la mattina dell’incidente si era separato da Watanuki fino al momento in cui aveva varcato la soglia del negozio per non uscirne più, alla ricerca di un qualcosa che gli avesse potuto permettere di evitare quella disgrazia. Ma non era riuscito a trovare nulla perché quel che stava cercando semplicemente non esisteva, perché quel che era successo era semplicemente inevitabile. E del resto anche lui sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato. Nonostante non fosse proprio il tipo che si abbandona inerte al destino, sapeva benissimo che il giorno in cui non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo o che la mano di Watanuki sarebbe scivolata dalla sua, sarebbe inesorabilmente arrivato. Lo sapeva, sì, ma inconsciamente perché di fatto continuava a pensare che finché ci fosse stato lui accanto a Watanuki tutto sarebbe andato bene. Per questo la sua rabbia era equamente divisa. Da una parte incolpava se stesso per essere stato così presuntuoso, dall’altra Watanuki, sempre così egoista ed irresponsabile.
Fece per alzarsi ma c’era qualcosa che gli bloccava il braccio sinistro. Ancora assopito ed assorto nei suoi pensieri, non si era accorto della presenza di qualcun’altro. Inginocchiato a terra con le braccia e la testa poggiate sul bordo del letto, Watanuki stava dormendo accanto a lui. Facendo molta attenzione per non svegliarlo, sfilò piano la mano da sotto quelle dell’amico e gli accarezzò la testa dolcemente. Ne ignorava la ragione ma sulla sua spalla era appollaiato un uccellino appisolato come il suo padrone.
- Stupido, dovresti essere a letto… - disse ad alta voce quasi senza accorgersene.
- Chi sarebbe lo stupido? – a quelle parole Watanuki, che in realtà non stava dormendo, aveva alzato la testa di scatto rischiando di far cadere a terra il piccolo ospite che si portava dietro, il quale si svegliò per lo spavento e cominciò a pigolare.
- Bel ringraziamento per essermi preoccupato per te! – Urlò.
- Eri preoccupato per me? – gli chiese tirandosi su a sedere.
- Ma certo che s… no, no, no…figuriamoci, ero preoccupato per Himawar-chan…lei, lei era in pensiero per te… sì sì…ecco…beh…Può darsi!– Concluse infine incrociando le braccia e girando la testa dall’altra parte per non doverlo guardare in faccia.
Doumeki, con le dita nelle orecchie come di consueto, sorrise sollevato. Per fortuna era il solito Watanuki di sempre. Anzi era persino più rumoroso del solito grazie al nuovo amico che era con lui. La rabbia che lo aveva pervaso fino a quel momento stava già cominciando a sbollire ma questa volta, a differenza delle altre, non aveva intenzione di lasciar correre.
- Allora forse adesso capisci. –
Le parole che per tanto tempo erano rimaste sospese tra di loro finalmente cominciavano ad uscire timidamente. Capisci tutte le volte che ho sofferto per te, tutte le volte che mi sono arrabbiato, tutte le volte che ho avuto paura, sembrava volergli dire.
Watanuki sgranò gli occhi, quella frase era una frecciata inaspettata. Istintivamente portò una mano all’occhio destro, quello che Doumeki gli aveva donato. Sentiva una fitta per ogni volta che la sua incoscienza aveva ferito il giovane arciere. Per uno strano scherzo del destino in quell’occasione i loro ruoli si erano rovesciati. Durante i sei giorni passati a letto, ripresa momentaneamente conoscenza, aveva continuamente chiesto a Yuuko di poter parlare con Doumeki ma lui non si era presentato e Watanuki per la prima volta aveva davvero avuto paura di perderlo.
A Doumeki non interessava se la prossima volta avrebbe dovuto perdere un altro occhio per lui, oppure un braccio, o persino la vita. Non gli importava se le scelte che avrebbe dovuto prendere prima o poi lo avrebbero fatto odiare da Watanuki. Pur di realizzare il desiderio di non far sparire la persona per lui più importante avrebbe sacrificato ogni cosa senza risparmiarsi mai. Non pretendeva nulla in cambio ma almeno una, una sola volta aveva voluto punirlo perché capisse il male che gli aveva fatto.
Quando finalmente Watanuki era riuscito a stare in piedi e ad arrivare fino alla camera in cui riposava Doumeki, vederlo in quelle condizioni era stato più penoso delle ferite che aveva riportato. Per due giorni era tornato a fargli visita, aspettando che si svegliasse, che gli dicesse che era uno stupido e che tutto tornasse com’era prima. Ma le cose non sarebbero più tornate come prima perché adesso non poteva più far finta di non sapere.
Non ricevendo alcuna risposta, Doumeki andò avanti.
- Non puoi avvicinare le persone senza pensare alle conseguenze. –
Non puoi andare incontro alla distruzione e sperare che io me ne resti a guardare con le mani in mano, stava pensando.
Watanuki continuava a distogliere lo sguardo, ad ogni nuova parola sentiva le lacrime salirgli agli occhi. Nonostante l’uccellino gli becchettasse un orecchio quasi invitandolo a parlare continuava a rimanere in silenzio, era ancora difficile per lui mettere da parte l’orgoglio.
Per la maggior parte della sua vita, era stato solo e da solo aveva imparato ad andare avanti. La solitudine era un peso che lo aveva fortificato ma che allo stesso tempo lo aveva trascinato verso il baratro. Ad un certo punto, aveva cominciato a non attribuire alcun valore alla sua vita, a pensare che se fosse sparito non ci sarebbe stato nessuno a piangere per la sua mancanza perché tutte le persone che amava lo avevano lasciato. Come se questo non fosse già abbastanza da sopportare per un ragazzino a completare l’opera erano arrivate anche quelle strane presenze che continuavano a perseguitarlo senza tregua. La tentazione di farla finita abbandonandosi a loro si era fatta sempre più forte ma poi fortunatamente le cose erano cambiate. Aveva incontrato delle persone che credevano in lui e lo accettavano incondizionatamente ed il fardello che portava sulla schiena si era alleggerito. Grazie all’affetto e all’amicizia di quelle persone poco a poco, non senza difficoltà, aveva cominciato a cambiare, a pensare di più alle conseguenze delle sue azioni. C’erano regole che aveva dovuto imparare, responsabilità che aveva dovuto cominciare a prendersi. La strada che aveva percorso per arrivare dove si trovava ora era stata dura e quella che aveva davanti di sicuro lo era altrettanto. Spesso la tentazione di lasciarsi scivolare sul fondo era tornata a farsi sentire ma ogni volta che aveva vacillato, ogni volta che si era perso Doumeki lo aveva puntualmente sorretto e riportato indietro perché quello era il suo desiderio , quella era la scelta che aveva fatto. In tutto quel tempo non aveva mai sofferto da solo, la sua sofferenza era stata quella di Doumeki così come le sue ferite anche se in modo diverso avevano ferito anche lui. Sì, adesso finalmente capiva la lezione che con tanta pazienza e costanza avevano cercato di insegnargli. Non era più solo e di conseguenza non poteva più comportasi come se lo fosse stato.
- Scusa. –
Gli ci volle molta fatica per dirlo ma mai aveva pronunciato quella parola in modo così sentito.
- Non credo di aver sentito bene. – lo punzecchiò Doumeki.
- Adesso non approfittartene! – lo rimbeccò Watanuki.
- Oh, questo è solo l’inizio di quello che mi devi. Voglio il sushi quando starai meglio. –
- Non ti ho chiesto io di salvarmi, sarai fortunato se ti preparerò degli onigiri. –
- Allora la prossima volta muori pure dissanguato. –
- Non mancherò. –
- Bene. –
Con quella parola chiuse la conversazione.
Dopo un altro silenzio, disturbato solo dallo scampanellio dello scaccia pensieri appeso alla finestra, Watanuki trovò il coraggio di riprendere il discorso.
- Anche tu sapevi che Himawari-chan aveva una cattiva influenza sulle persone, vero?
- Uhm. –
- Perché non me l’hai detto? –
- Perché ci sono cose che devi capire da solo e perché…perché Kunogi è la persona a cui tieni di più. Non volevo separarvi. –
Se si fosse trattato di qualcun altro si sarebbe potuto pensare che quella frase fosse sarcastica invece non c’era alcuna ironia nella sua voce, quel che aveva detto rispecchiava veramente quello che sentiva. Quando Watanuki era insieme ad Himawari era sempre così contento e sereno da trasmettere il suo stato d’animo anche agli altri. E lui voleva davvero vederlo sorridere sempre.
Watanuki arrossì. Quello stupido… cosa diavolo gli prendeva quel giorno? Non solo era più loquace del solito ma quel che diceva era anche imbarazzante.
- E quell’uccellino? –
Accortosi del suo imbarazzo, Doumeki si affrettò a cambiare discorso. Non voleva infierire ulteriormente su un Watanuki già abbastanza provato.
- E’ nato da un uovo che Yuuko-san mi ha dato come pagamento per l'acqua che le abbiamo portato. -
- L’hai fatto nascere tu in pratica. –
- Non dire scemenze! – Ringhiò – Questo uccellino è nato per Himawari-chan, perché possa essere felice. Ci sono desideri che possono fare del male agli altri o addirittura a noi stessi, altri il cui prezzo è così alto da non permetterci di poterli far esaudire però… -
- Però se rimaniamo uniti e facciamo del nostro meglio possiamo comunque provare a far sì che si avverino. – Concluse Doumeki.
- Sì. – Rispose Watanuki, tornando ad appoggiarsi al letto.
L’aria fresca della sera che entrava dalla finestra portò via con sé gli ultimi resti delle loro vite passate fatte di incomprensioni e di parole non dette. Davanti a loro adesso c’era un nuovo futuro da scrivere insieme.
Doumeki aveva chuso gli occhi. Watanuki rimase a lungo ad osservare il viso finalmente sereno dell’altra persona più importante della sua vita.
- Io…Io non scomparirò, quindi tu resta sempre accanto a me Shizuka. – sussurrò prima di addormentarsi vicino a lui.
 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
nacochan 05/04/09 20:36
Ovviamente io mi spoilero cose che non dovrei leggere, visto che il manga in Italia non è ancora arrivato a questo punto, ma ormai so benissimo cosa accade. *_* Sono contentissima di averla letta, però: i personaggi sono caratterizzati molto bene e complimenti anche per lo stile!
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layshaly - Voto: 27/12/08 20:34
Una bella fanfic. Mi è piaciuta. Doumeki è davvero ben caratterizzato!
Spero ne farai un seguito :)
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