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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: LA FORZA DI VIVERE II
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU
Autore: himeno-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/11/2006 12:17:31

ecco a voi il continuo di "la forza di vivere"!! ringrazio tutti quelli che hano commentat!! baci ^__^
 
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CAP. UNICO
- Capitolo 1° -

La forza di vivere
-parte seconda-

Mancano pochi giorni a Natale.
Kagome vive nell’Era Sengoku in un palazzo antico quanto bello, insieme al marito Inuyasha e alla loro figlia Izayoi: dolce e aggraziata come la mamma, con il carattere di papà!
Miroku e Sango vivono nel villaggio ai piedi del palazzo d’Inuyasha a cui fanno spesso visita, e sono genitori di due gemelli: Seya, un bel maschietto e Mikuru una bambina quasi uguale alla mamma tranne che per gli occhi, come quelli di Miroku; anche Sesshomaru è diventato papà di una bimba. Ha un rapporto particolare con la piccola Fujico: passa tantissimo tempo con lei, la porta in braccio per il palazzo, per i giardini e gioca con lei così come aveva fatto in precedenza con Kiromaru, ma ora era ancora più legato: gli ricordava la madre! Anche da poco l’aveva sognata, sorridente con un fagotto in mano, così com’era lui con Fujico; aveva la stessa mezza luna sulla fronte, come lui e sua madre prima.
Portando i figli con se in giardino, diede Fujico a Kiromaru e insieme andarono a giocare tra i fiori dove era anche Rin. Lui rimase seduto sul pavimento della veranda con un taccuino e una penna a scrivere, ma anche a controllare i figli. Alzò lo sguardo al cielo: il sole era sparito dietro dei grossi nuvolosi neri, poi volse lo sguardo dove erano i bambini “ Rin, Kiromaru portate Fujico in casa prima che piova, coraggio!” richiuse il taccuino e andò incontro ai bambini.
Iniziò a piovere violentemente e anche Azumi uscì in veranda per aiutare i bambini e il suo sposo “Presto non è il caso di stare fuori con questo tempo”, prese in braccio Fujico e per mano Rin e le portò dentro, mentre Sesshomaru teneva e copriva Kiromaru, bagnato perché aveva tenuto Fujico, che era rimasta indietro. Lo portò dentro, ma lui se pur bagnato, rimase sulla porta e fu raggiunto da Azumi “Vieni dentro a metterti delle vesti asciutte…”; Sesshomaru non sembrava ascoltare e disse “Non avevo mai visto un temporale scatenarsi così in fretta”-“Sì neanche io, eppure vivo qui da tempo”-“Deve essere un segno. Qualcosa si sta preparando a muoversi”. Detto ciò mise la mano sulla spalla di Azumi ed entrando richiuse la porta alle sue spalle.
Quella pioggia aveva lasciato perplesso anche Inuyasha, ma i suoi pensieri furono bloccati da una vocina “Papà vieni a giocare?”. Inuyasha si voltò dalla bambina le sorrise e andò a terra per giocare “Certo! Allora sei pronta…”, prese in mano una bambola e iniziarono a giocare, mentre Kagome cuciva una copertina colorata per Izayoi.
Seduto sul suo trono, Sesshomaru rileggeva la lettera che aveva scritto. “Che cosa è? Una lettera per tuo fratello?” Azumi era arrivata alle spalle, ma non ne fu intimorito, e rispose “Si. Visto che tra poco è il giorno in cui mio Padre si è sposato con mia madre, e poiché a distanza di tempo, nello stesso giorno, ha sposato la madre d’Inuyasha beh, vorrei passare quel giorno con lui” - “Ti capisco. Dalla ad un soldato e mandala, che aspetti?” Lui piegò il foglio, poi si alzò e uscì dalla sala del trono. Diede la lettera con il sigillo ad un soldato e lo fece partire subito per il palazzo d’Inuyasha, nonostante la pioggia battente. Solitamente il percorso era breve, ma il maltempo rendeva molto arduo il cammino, poiché il terreno era scivoloso e il cavallo faceva molta fatica a proseguire.
La pioggia aumentò e in più iniziarono a cadere anche fulmini, cosi il soldato fu costretto a ripararsi in una caverna.
Appena la pioggia diminuì riprese subito il viaggio, nonostante il terreno allagato.
Giunto al cancello, passarono alcuni secondi prima che la porta si aprì.
Fu accompagnato all’abitazione dove ad attenderlo c’era Inuyasha. Il soldato tolse la lettera. Inuyasha la prese ed invitò il soldato ed entrare per riscaldarsi prima di rimettersi in viaggio. “Devi essere bagnato fino alle ossa, vieni a scaldarti nella mia casa” Il soldato ringraziò con un inchino.
Entrati in casa, Kagome offrì al soldato una coperta asciutta e una tisana calda. “Non vuole proprio smettere. Non posso permetterti di ripartire con questo tempo. Aspetterai qui cosi porterai la mia risposta a Sesshomaru”
Il soldato fece un inchino consenziente. Kagome guardò Inuyasha alla finestra e gli disse “Non hai ancora letto quella lettera. Allora che dice?”. Inuyasha ruppe il sigillo, la aprì e iniziò a leggere quando ad un tratto lasciò cadere la busta con il sigillo a terra.
Era rimasto immobile li accanto alla finestra mentre ancora leggeva quelle parale: “Tra pochi giorni sarà il giorno del matrimonio di nostro padre: da prima quando ha sposato mia madre, e poi dopo, a distanza di lunghi anni , ha sposato tua madre. Sembra strano eppure le ha sposate nello stesso giorno.
Non c’è giorno che passa, che io non cerchi di cancellare il mio odio per gli umani, quindi ti sarei grato se tu accettassi questo mio invito: Passare la giornata insieme, da Fratelli, come nostro padre vuole”.
Non era possibile: davvero Sesshomaru aveva scritto quelle parole? Finalmente smise di piovere, ma ormai erano calate le tenebre. Il soldato stava per andarsene quando Inuyasha lo fermò dicendo “Partirai domani, ormai è tardi. Possiamo ospitarti qui” fece un cenno con il braccio e lo fece portare il una stanza per la notte, poi si avvicinò a Kagome, che aveva in braccio Izayoi addormentata e le disse il contenuto del foglio “Sesshomaru ci vuole nel suo palazzo…”-“Per quale motivo?”-“Tra pochi giorni è l’anniversario del matrimonio di nostro padre, e vuole passare la giornata con noi Miroku e Sango”. Kagome ci pensò un po’ poi disse “Beh è cambiato molto, non vedo dove sia il problema…e poi nel mio tempo tra pochi giorni sarà Natale. Potremmo festeggiare le due cose, che dici?” Inuyasha annuì poi diede il suo consenso. La Aiutò ad alzarsi e andarono a riposare, mentre lui già pensava a cosa scrivere per il fratello. Nel suo palazzo, Sesshomaru ancora non dormiva sentiva una strana aura demoniaca crescere sempre più “E’ impossibile che sia Naraku. Lo abbiamo sconfitto anni fa. Che può essere ad avere un’aura cosi potente!?”Dalla finestra dove era cercava di scorgere qualcosa, eppure non vedeva nulla avvicinarsi. Cosi, anche se non molto sicuro, raggiunse la sposa ma non prima di aver guardato la sua Fujico addormentata.
Il sole sorse, ma durante la notte aveva ripreso a piovere.
Inuyasha era nella veranda a scrutare il cielo “Accidenti ancora piove, ma quando cavolo smette. Se continua non potrò mandare la mia risposta a Sesshomaru! Ma cosa…” la sua frase fu interrotta ne vedere arrivare Sango e Miroku con i loro bambini: “Salve Inuyasha. Possiamo…” - “Certamente entrate e riscaldatevi, io arrivo tra un attimo” -“Grazie Inuyasha” - “Di nulla Sango. Ah Miroku, Sango devo mostrarvi una cosa di Sesshomaru” fecero un cenno d’assenso ed entrarono. I bambini andarono a giocare con Izayoi, mentre Kagome salutava Sango e Miroku. Inuyasha prese la lettera del fratello e la diede a leggere a Miroku. Kagome uscì dalla sala dove erano gli ospiti e bussò ad una porta da cui si udì una voce: “Sì chi è?” Kagome rispose: “Shippo sono kagome posso?” - “Si certo vieni” Kagome aprì la porta ed entrò nella stanza “Ci sono Sango e Miroku, perché non vieni a salutarli?”-“Da vero!? E c’è anche Kirara?”-“Certamente, e poi ci sono anche Seya e Mikuru” - “Va bene. Termino di scrivere e arrivo!” - “D’accordo ma non metterci troppo!” e detto questo tornò nella sala. Avevano terminato di leggere, cosi Miroku disse “E’ una bella ricorrenza, non vedo perché non dovremmo mancare, se lui ci vuole, vale la pena andare”. La porta si aprì ed entrò Shippo “Salve a tutti”-“Ciao Shippo! Come stai?” - “Bene grazie. Ho sentito Miroku dire “vale la pena andare” dove?” prese la parola Inuyasha “Al castello di Sesshomaru, tra due giorni” – “Lo ha deciso lui di sua spontanea volontà? Allora va bene! Hai gia risposto?” – “No, prima volevo un vostro consiglio, ma poiché siete tutti d’accordo vado a mandare la risposta” - “Ma come l’hai già scritta? Allora perché non l’hai mandata?” - “L’ho detto volevo un vostro consiglio, e poi dovevate ancora leggerla voi!”. Uscì dalla sala e si recò nel dove trovò il soldato a sistemare il cavallo per ripartire, e gli si avvicinò: “Bene finalmente non piove più. Porta questa al tuo signore e mi raccomando fai attenzione”. Il soldato rispose “Vi ringrazio per l’ospitalità. Non mancherò di recare il vostro messaggio. A presto mio signore e ancora grazie” tirò le redini e partì verso il palazzo di Sesshomaru. Rientrò dentro e trovò Izayoi fuori da sola “Izayoi che fai qui fuori?” - “Ti cercavo, volevo venire con te”. La prese in braccio e disse: “Amore, scusami. Quando andiamo da zio tra due giorni, vieni con papà per tutto il tempo va bene? Però non piangere”. Stava per rientrare, quando si fermò e Izayoi gli chiese “Che c’è?” - “Amore, vuoi che papà t’insegni una cosa?” lei scosse la testa dicendo si, e lui proseguì : “Se mai capiterà di incontrare un demone lupo, con un gonnellino e la coda tu dovrai dire: “Koga a cuccia!” hai capito? Se è necessario ripetilo tante volte finche non avrà più la forza di alzarsi! Ora fammi sentire” lei prese coraggio e dopo un bel respiro disse: “Koga a cuccia!” Inuyasha sorrise soddisfatto, “Molto bene amore, ora ripeti cosi eserciti bene e quando lo vediamo glielo dici!” lei ripeté “Koga a cuccia! …a cuccia …a cuccia …a cuccia…!”. Inuyasha rise ancora, poi strinse forte la bambina a se e le diede un grosso bacio, e rientrò nella sala dagli altri, ma senza dire nulla.
Sesshomaru aveva ricevuto la lettera del fratello, e in compagnia di Kiromaru la lesse:
“Sono onorati della tua proposta, e ci tengo a dire che qui tutti sono felici di passare la giornata con la tua famiglia, quindi si, acetiamo. Devo informarti anche di un’altra cosa. Kagome mi ha detto che in quel giorno, nel suo tempo, si festeggia il Natale. Perché non festeggiamo anche questa festa!? Non rimandare il soldato con la risposta, se è un si proietta in cielo una mezza luna, oppure un fascio di luce con la tua spada. A presto fratello. Ah se è si prepara dei regali per chi ami! Inuyasha”.
Poi rivolto al figlio disse: “Hai letto Kiromaru? Zio Inuyasha ha detto che viene. E noi che facciamo, accettiamo di festeggiare Natale?”. Kiromaru sorrise al padre e disse: “Certo padre! Ne sarei molto contento!”. In quel momento entrò Rin: “Oh scusate non volevo disturbare…” stava riuscendo, chiudendo la porta, ma Sesshomaru la fermò “No Rin entra, voglio che anche tu sappia!”. Rin entrò si sedette vicino al fratello, mentre Sesshomaru riprese: “Voi due siete i miei figli più grandi e quindi entrambi dovete sapere. Rin tu vuoi festeggiare il Natale con Inuyasha e gli altri?” Rin s’illuminò “Sì certo che lo voglio!” - “Molto bene, allora andiamo fuori, e con la mia Tokijin diamo la nostra risposta ad Inuyasha!”. Li prese per mano, ed andarono fuori in giardino con la spada.
Kiromaru porse la spada al padre “Lo zio diceva una mezza luna, non riesci a proiettarla con Tokijin?” Sesshomaru guardò Kiromaru e Rin “Certo che posso. Dammi la spada cosi diamo la risposta!” I bambini porsero la spada, e in quel momento arrivò Jaken “Che cosa sta facendo con la spada del sommo Sesshomaru? Non potete toccarla senza il suo consenso” rimproverò Rin e Kiromaru ma in loro difesa rispose, con tono gelido come tanto tempo fa, Sesshomaru: “Jaken. Come osi rivolgerti cosi ai miei figli? Non ti è concessa quest’autorità. Se hanno la spada è perché l’ho data io! …” fece una pausa, e con sguardo gelido, bloccò Jaken che fermava come una foglia per la figura fatta, poi riprese: “…Se sei qui immagino che sia successo qualcosa. Dico bene, allora?”. I bambini lo guardavano, ma li tranquillizzò con uno sguardo e un sorriso, poi tornò serio a guardare Jaken imbarazzato, metre i bambini nascondevano il sorriso. Jaken rispose: “Beh ecco, ho trovato questo foglio di vostro fratello, e poiché era in camera di Kiromaru, immagino che ve lo stava nascondendo cosi ve l’ho portato” Rin si voltò per non ridere in faccia a Jaken, Sesshomaru alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo che spostò leggermente i capelli da davanti il viso, e riprese “Come puoi essere cosi stupido Jaken? L’ho lette insieme a Kiromaru per questo si trovava lì. Invece di incolpare subito, e onorare il tuo ruolo, perché prima non chiedi?” Jaken divenne tutto rosso dalla vergogna per la figura poi “Chiedo umilmente perdono!” e di corsa tornò dentro il palazzo.
Sesshomaru si voltò dai bambini cercando di trattenere il sorriso poi tutti e tre scoppiarono in una risata. Rin con le lacrime disse “Povero Jaken. Ne prende sempre la peggio!”, intervenne Kiromaru “Sì però non s’interessa neanche a sapere per evitare la figuraccia. Poi papà quando lo rimprovera…”non concluse la frase mentre guardava il padre ridendo, e Rin concluse “…quando lo rimprovera torna ad essere quello di una volta, glaciale e serio come quando l’ho conosciuto”. Sesshomaru si asciugò le lacrime e rispose: “L’ho fatto a posta! Volevo renderlo ridicolo davanti a voi e fargli abbassare la cresta in modo da dimostrare che ancora sò essere combattivo come una volta. Credo che sia geloso di voi: passo più tempo con voi che con lui!” Ora tutti erano tornati seri e Kiromaru disse: “Ditte sul serio? Non credevo che Jaken se la prendesse tanto”. Sesshomaru si mise tra Rin e Kiromaru e con le mani sulle loro spalle disse: “E’ fatto cosi non ti abbattere. Anche Rin da quando lo conosce stata trattata in quel modo, e poi rimproverato bruscamente da me! Quindi diciamo che c’è abituato!”
Si misero nuovamente a ridere, e Sesshomaru iniziò ad imitare il povero Jaken, facendo venire le lacrime agli occhi ai figli. Poi si rialzò anche lui con le lacrime scuotendosi i pantaloni dalla polvere.
Poi si avvicinò ad asciugare le lacrime a Rin e Kiromaru e cercando di tornare serio si rivolse ai figli “Allora riusciamo a dare la risposta a zio? Passatemi la spada su, che creiamo questa mezza luna”.
Mentre fremevano i preparativi per la festa nel palazzo di Sesshomaru, in una zona deserta e abbandonata, un’aura malvagia si fortificava in nome di Naraku. “Ti vendicherò! Il mezzo demone e il Principe dovranno morire in tuo nome, mio Signore Naraku…”Una figura scura si alzò dal pavimento della stanza dando le spalle alla porta, che dopo alcuni attimi si aprì, permettendo alla figura di uscire.
All’interno di una grande sala, era acceso un fuoco dove alcuni mercenari si stavano scaldando. La figura entrò in silenzio e si sedette in un trono nero, costringendo i quattro che le davano le spalle, a voltarsi “Ditemi dunque quanto volete vendetta? Io ve ne do l’opportunità, ma dovrete combattere in mio nome” il capo dei mercenari si alzò lasciando a terra la spada per rispondere “Chi sei per ordinarmi di combattere in tuo nome. Se io voglio vendetta mi trovo l’opportunità da solo. Allora perché non ti mostri? Non avrai paura?”. La figura non si alzò, fece solo un macabro sorriso “ Chi credi che ti abbia fatto tornare dall’oblio della tomba? Se siete qui lo dovete al frammento di sfera che portate al collo. Paura? Di un morto che posso eliminare subito? No, Kayura non teme nessuno! Ora mi conosci mercenario e combatterai per vendicare Naraku!” un brivido di freddo percorse la schiena dei mercenari, poi il capo riprese “Naraku dici? Non gli devo proprio nulla e io Bankotsu mi rifiuto di eseguire i tuoi ordini senza aver visto il tuo volto Kayura!” sempre col sorriso, la figura fece un cenno mentre diceva “Se è ciò che vuoi sarai esaudito, Bankotsu”. Una tenue luce illuminò la figura rivelandola, facendo stupire tutti “Una donna?! E’ inaccettabile io non eseguo i voleri di una donna!” disse Jakotsu stizzito, mentre gli altri ancora senza parole guardavano quella donna. Aveva lunghi capelli fino al pavimento, di un nero scurissimo, quanto la sua anima e la sua aura; un abito color sangue con bordi dorati e gli occhi rossi come la brace del fuoco. “Siete sorpresi vero? Non vi aspettavate una donna! Ebbene non crediate di potermi giocare solo perché sono una donna, poiché io ho lo stesso oscuro potere di Naraku, che fu il mio sposo, ma che per mano d’Inuyasha e Sesshomaru ora è morto. Se siete in questo regno di vita lo dovete unicamente a lui, e a me. Combatterete dunque?” Jakotsu non ci pensò due volte e “Puoi scordatelo bellezza” ma il suo capo non la pensava come lui “Silenzio. Hai ragione Kayura, dobbiamo la vita a Naraku. Accettiamo!” la donne sorrise: “Saggia decisione Bankotsu! Ci sono delle stanze in questo palazzo, potete utilizzarle. Ancora non è il momento di attaccare, aspetteremo d’essere più forti; e mi raccomando nessun errore e nessuna pietà!” e detto questo se n’andò lasciando i sette attorno al fuoco guardandosi: Jakotsu fece una smorfia e imitando Kayura disse “Nessun errore, nessuna pietà! Ma chi si crede d’essere quella smorfiosa!” Bankotsu l’interrupe bruscamente “Jakotsu! Ora basta. Non va neanche a me di obbedire ma non voglio morire nuovamente. Per un po’ seguiremo gli ordini e poi…”. Poi uno dei sette prese la parola: “Vuoi forse dire che dobbiamo cercare quell’Inuyasha e fargliela pagare per aver ucciso Naraku?” Bankotsu non fece in tempo a rispondere, che un altro gli rivolse una domanda “Che cosa dobbiamo noi a Naraku? Non ci ha trattati con dignità!” il capo rispose: “Dimentichi forse che ci ha donato la vita?! Senza di lui non saremmo qui. Aspetteremo che finisca di nevicare poi inizieremo a muoverci. Affilate le armi!”. Jakotsu riprese la parola “Ma Bankotsu no ti vorrai abbassare ad eseguire gli ordini de una donna?”. Questa volta fu rimproverato da Renkotsu “Taci Jakotsu! Non possiamo permetterci di fare come vogliamo. Donna o meno, è un demone potentissimo che ci ha bloccati con la sua sola aura senza permetterci di muoverci, mentre noi siamo solo dei comuni esseri umani con armi potenti e un frammento di sfera dei quattro spiriti nel corpo” - “Ha ragione, fratello, sarebbe capace di ucciderci in qualsiasi momento anche con un solo sguardo”. Tante parole non bastarono a far cambiare idea a Jakotsu, che ancora andava su e giù per la stanza imitando la donna: “Sono la sposa di Naraku. Voi dovete ubbidirmi ne va della vostra vita. Uccidete Inuyasha e Sesshomaru e avrete vendicato in mio defunto sposo, o vi ucciderò io!” girava in tondo ai mercenari, quando Bankotsu gli mise lo spadone tra i piedi facendolo finire con il muso tra la neve depositata sul pavimento. “Hai finito di fare lo stupido Jakotsu? Smettila se ci scopre di ucciderà tutti quanti e tu sarai il primo, visto che l’hai insultata spudoratamente” Bankotsu sembrava seriamente infuriato, ma ciò non fermò, ancora, Jakotsu: “Ma dai cosa vuoi che sia un’imitazione un po’ gonfiata. Sai che a me le donne non vanno proprio giù, basto e avanzo io, no? E poi noi siamo dei sanguinari, non possiamo farci comandare da una donna dai lunghi capelli neri, con uno sguardo di fuoco, vestita di sangue. Non vorrai dirmi che ti piace?” - “Non dire idiozie e ora taci stupido!”. Nella sua stanza Kayura osservava i loro comportamenti, e ridendo si muoveva par la stanza rivolgendosi a Naraku “La tua vendetta è vicina, presto chi ti ha ucciso sarà come te e con il loro sangue versato tu potrai tornare alla vita. Qui con me per dominare tutta l’era Sengoku!”
Il fatidico giorno era arrivato e Inuyasha con la famiglia e Miroku e sango sono riuniti al castello di Sesshomaru. Lasciati i bambini nella sala del trono, gli adulti si scambiano i saluti e Inuyasha si vesta da Babbo Natale ed esce fuori. Bussò alla finestra del quale Seya e Mikuru guardavano la neve, ed entrò: “Posso? Venite devo chiedervi se siete stati bravi? Cosi vi do i regali!” tutti i bambini lo accerchiarono mentre era seduto sul trono, anche Kohaku, libero da Naraku, poi Seya si fece avanti “Io sono stato bravissimo!”. Non convinse molti e la sorella lo sminuì “Bugiardo! Mi hai fatto i dispetti!”intervenne Inuyasha “Non bisticciate. Ecco per tutti i regali: Izayoi, Fujico, Rin, Kiromaru, Seya, Mikuru e Kohaku!” . Lo sguardo d’Inuyasha si soffermò su Izayoi che aveva ricevuto una spilla per capelli che Kagome le sistemò. Lei continuava a cercare Inuyasha, facendogli venire una voglia di correre ad abbracciala. Ad un tratto Fisico si sbilanciò e cadendo dal trono rivelò l’identità. Izayoi corse dal padre a fargli vedere il regalo e lui disse “E’ bellissima. Era di tua nonna e come a lei ti dona. Ora non ti abbattere, va a giocare!” lei sorrise e andò a giocare, poi Inuyasha si rivolse al fratello “Credevo la prendessero peggio!” Sesshomaru rispose “lo credevo anch’io, ma evidentemente per un regalo lascerebbero tutto!” risero tutti poi qualcuno bussò ed entrando riportò la presenza di un demone lupo. Sesshomaru rispose: “Fallo entrare!”. Inuyasha andò da Izayoi, poi dalla porta apparve Koga, che subito si rivolse a Kagome: “Amore mio stai bene? E quell’Inuyasha ancora?” Kagome rispose “Koga ora sono la sua sposa…” una vocina interrupe: “Mamma!” Koga guardò Kagome “Mamma?!” - “Si Koga lei è la nostra bambina”. Koga abbassò lo sguardo, stava quasi per stringere le mani a Kagome quando “A cuccia!” Koga fini a terra. Tutti risero e Inuyasha si buttò a terra con le lacrime agli occhi, mentre dei servi portavano Koga fuori dalla sala. D’un tratto Sesshomaru tornò serio e disse: “Sento odore di morto”-“Che cosa?! …hai ragione lo sento anche io. Non sarà forse …” corsero fuori e davanti ai loro occhi il portone fu buttato giù e uccisi decine di soldati; Inuyasha terminò la frase “…la squadra dei 7. Come immaginavo! Sei pronto fratello?”-“Come sempre!”. La squadra si schierò davanti ai due fratelli e Bankotsu disse: “A quanto pare ci rivediamo mezzo demone. C’è qualcuno che ti vuole morto oltre a noi!”. Inuyasha stava per rispondere, quando una voce disse: “Non oserai toccare questi due demoni, perché moriresti ancor prima di impugnare la tua spada”. Una luce abbagliante materializzò davanti ai 7 il Generale Inutaisho con in mano la potente Songa. “PADRE?!” Sesshomaru e Inuyasha non riuscivano a credere ai loro occhi; “Si. Sono io…”, Bankotsu lo interruppe “Chi saresti tu? Uno che ha molto coraggio per sfidarci! Ritirati o ti uccideremmo con quei due”-“Quei due come li chiami, sono i miei figli, e io sono il Generale Inutaisho, Signore dei demoni. Per ciò che hai detto preparati la tua ora è infine giunta!”. Bankotsu rise: “Sto tremando! 7 all’attacco!”- il Generale rimasto tranquillo disse“Dovresti!”. Nonostante l’avvertimento del Generale, i sette partirono all’attacco. Arrivarono anche gli altri da dentro il castello, e Koga accompagnato da Ayame.
I bambini furono lasciati nella veranda con Azumi, mentre Miroku, Sango, Koga e Ayame si lanciarono verso i sette insieme ad Inuyasha, Sesshomaru e Inutaisho.
“Ritirati cagnaccio non sei degno di combattere in questo modo dinanzi a Kagome, nonostante sia la tua donna…”; Inuyasha non reagì rispondendo, ma … “Izayoi…”, lei si avvicinò al parapetto dove era la mamma e disse con gran voce “A CUCCIA!!!”. Koga cadde a terra lasciando di sasso Aiame. “Ora sai che non devi insultarmi, lupastro!”. Iniziarono i combattimenti e Kagome aiutava tutti indicando dove si trovavano i frammenti della sfera. Uno ad uno i mercenari cadevano a terra privi di vita, mentre i vincitori raccoglievano i frammenti portandoli a Kagome per custodirli. Ma chi combatteva ancora erano Inuyasha e Bankotsu, il capo dei sette.
Sesshomaru stava per andare a dare una mano al fratello quando fu fermato dal padre “Deve cavarsela da solo. Deve farcela e ci riuscirà. Non andare, devi avere fiducia in tuo fratello”. Sesshomaru guardò il padre e poi Inuyasha, un po’ in difficoltà. Sul suo volto iniziava a vedersi la preoccupazione, non poteva restare lì senza far nulla “Padre, vi prego lasciatemi intervenire…”; Inutaisho annuì tenendo lo sguardo fisso sul figlio che combatteva, poi comparve un sorriso e disse “Hai visto…ce l’ha fatta, sapevo che aveva un gran potere doveva solo credere in se stesso. Preparati Sesshomaru, la battaglia non è ancora finita”. Riprese Songa tra le mani e chiuse gli occhi. Non capendo quel gesto Koga disse “Ma che cosa fai? Dobbiamo combattere…”, fu interrotto da Sesshomaru “Non rivolgerti a mio padre con quel tono. Lui sa quel che fa!”. Ad un tratto spalancò gli occhi e alzò lo sguardo verso il cielo nero “Sta arrivando un’aura potentissima, quanto malvagia. Il nostro vero nemico sta venendo da noi. Rimaniamo uniti, non vi avranno mai in questo modo”. Si strinsero pronti per respingere qualunque attacco, poi uno sciame di demoni apparve, ma non ebbero neanche il tempo di cadere perché spazzati via da un colpo di Songa. Tutti guardarono Inutaisho, poi una donna si materializzò dinanzi a loro e disse: “Voi demoni dal sangue puro credete di aver sconfitto il male per sempre, ma non è così. Preparatevi a combattere contro la mia ira poiché esigo vendetta e morirete per mano mia”. Il Generale l’interrupe con un sorriso “Beh forse non ci sei riuscita con semplici umani. Di grazia posso sapere contro di chi devo combattere, non mi pare di averlo sentito”. Con un tono abbastanza arrabbiato il demone rispose “Sono Kayura, signora dei demoni d’ombra, sposa di Naraku, da voi ucciso e ora voglio vendetta così che con il vostro sangue versato lui torni a nuova vita…”. Inutaisho l’interrupe nuovamente “Avrei qualche dubbio riguardo a ciò, visto che l’ho ucciso con un colpo della mia Songa, e potrei fare lo stesso con te…” Sesshomaru e Inuyasha non erano molto interessati al suo bel discorso tanto che stavano chiacchierando tra loro, poi Sesshomaru rispose “Hai finito di lagnare. E’ inutile che ti lamenti solo io posso controllare il passaggio dal regno delle ombre, e il tuo Naraku, puoi stare tranquilla, che non tornerà neanche se tu uccidessi tutti i demoni di questo mondo”. Kayura alterata rispose “Taci stolto vuoi solo ingannarmi. Tu non hai la potenza di controllare il regno dei morti…”-“Lui ha tutto il potere di farlo punto! Dobbiamo continuare a conversare o combattiamo e ti concediamo vendetta, altrimenti facciamo portare tè e pasticcini!” disse Inutaisho mentre affilava la lama nascondendo uno sbadiglio di noia, facendo innervosire ulteriormente Kayura “Bene allora preparatevi! Ma sappiate che nulla potete contro di me: sono protetta da una forte barriera!”. Inuyasha s’illuminò: “Sai anche quel bastardo di Naraku aveva una barriera, eppure l’ho mandato a quel paese insieme alla sua adorata barriera del cavolo!”-“Inuyasha!”-“Scusate Padre!”. Kayura lanciò un bagliore di luce, ma non ebbe molto effetto: troncato da Tokijin. Nonostante il fallimento, Kayura si lanciò verso i tre, che la scansarono senza problemi, “ Sei lenta. Non si direbbe proprio che sei un demone. Ma in fondo eri la sposa di quello sfigato di Naraku!”. Kayura lanciò uno sguardo di fuoco ai tre demoni, poi da sotto il mantello estrasse una spada e ancora si lanciò sui tre. Prontamente loro la scansarono e Inutaisho disse “Ragazzi voi che ditte ci ha mancati?”-“Solo di poco Padre, niente di grave!”-“Beh ragazzi del resto…”, i tre risero poi Inutaisho riprese “Tenetevi pronti stiamo per divertirci!”. Kayura non capiva e vide che i tre si erano sistemati sul tetto del muro di cinta con le spade in mano pronte all’uso. Inutaisho ad un tratto abbassando la voce disse “Pronti? Ora…facciamole raggiungere il suo sposo”. Tutti e tre impugnarono le spade: Sesshomaru con Tokijin e Tenseiga, Inutaisho con Songa e Inuyasha con Tessaiga rossa con la potenza del bakoriuha.
Un polverone si alzò coprendo sia Kayura, sia i tre demoni. Quando si diradò Kayura sparita; a terra c’era solo la sua spada che ancora emanava una forte aura malvagia. “Allora che fine ha fatto quella strega? Spero che sia morta perché ho una fame che non ne posso più…”. Inutaisho rispose “No Inuyasha non è finita. Dobbiamo spezzare la spada per sconfiggerla del tutto: ha legato la sua aura alla spada per poter tornare con l’aiuto di un’altra persona che trovi la spada, cosa che non ha fatto il suo defunto sposo. L’unico che può farlo è tuo fratello con Tenseiga…”, Sesshomaru aveva ancora in mano la spada e a quelle parole si voltò a guardare il padre con aria interrogativa “…Si Sesshomaru, tronca la spada con Tenseiga e avremmo liberato il mondo dal male!”. Lo guardò fisso negli occhi per incoraggiarlo, Sesshomaru guardò la spada a terra poi portò la sua davanti al viso e con un colpo deciso spezzò la lama di Yuka che si dissolse nell’aria. Inuyasha portò la mano alla fronte e disse “Bene ora che abbiamo finito posso andare a riempirmi la pancia…”stava per entrare con la sua bambina in braccio quando fu interrotto dal padre “Bene ragazzi ancora pochi attimi e dovrò lasciarvi…Inuyasha lei è…” indicò la bambina, e Inuyasha rispose “Sì padre lei è mia figlia Izayoi, e lei è la mia sposa Kagome. Izayoi lui è tuo nonno vai a salutarlo!”. Izayoi andò da Inutaisho che la prendendola in braccio ricevette un bacio sulla guancia dalla piccola “Vedo che porti la spilla di nonna e posso dirti che n’è molto contenta, perché ti fa bella come lei!”, le diede un bacio sulla fronte e la rese al padre, poi rivolto a Sesshomaru disse “Ti ho visto determinato oggi e ciò è datto solo dal dovere di proteggere qualcuno…Non devi presentarmi nessuno Sesshomaru?”. Sesshomaru diede le spade a Jaken, poi chiamò il figlio “Kiromaru, vieni e porta le tue sorelle e tua madre… Padre lui è Kiromaru il mio primogenito, Rin e la piccola Fujico. Lei è Azumi la mia sposa di qui sicuramente vi ricorderete…”. Inutaisho accarezzò tutti i bambini e disse “Sono felice Sesshomaru, hai trovato l’amore mentre tu credevi di avere un cuore de ghiaccio…ora devo andare le vostre madri mi attendono. Addio figli miei godetevi i vostri figli, non fate il mio errore. Vi proteggerò sempre. Addio.” E detto questo sparì. “Lo hai sentito? Godiamoci i figli e …la festa. Muoviti mi devi ancora una cena!”. Inuyasha stava entrando insieme ai bambini quando rivide Koga e “Izayoi…”, la bambina facendo finta di nulla disse “A cuccia!” mandando Koga al suolo. “Portatelo via!” ordinò Sesshomaru ridendo. Ancora era fuori, quando fu chiamato da dentro il palazzo “Sesshomaru allora questa cena arriva o no!”-“Arrivo Inuyasha adesso ti faccio riempire lo stomaco!”. Entro dentro mentre imitava Kayura facendo ridere tutti, anche Inutaisho e le sue spose che dall’alto del cielo stellato guardavano i loro figli felici e liberi dal male.




 
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