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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL MIO COMPAGNO DI MACCHINA
Genere: Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: silvia21 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/11/2006 20:30:49

i prepotenti cadranno e i deboli prevarranno su questi...ma non è dal suo aspetto che si conttraddistingue un prepotente da un debole
 
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ODIO I PREPOTENTI ><
- Capitolo 1° -

*°* Il mondo gira al contrario? Forse… *°*


E dire che me ne stavo in un’ angolino a non fare niente, fu proprio questo a far scattare qualcosa nel mio compagno di macchina, gia, perché oggi era il giorno della settimana dedicata alla stampa nella mia scuola, scuola grafica, che onora e rispetta le leggi dei colori tra cui Cyano, Magenta e Giallo e delle stampanti come la Shinohara 66 II P, dove stavo io, piacere, mi chiamo Silvia e sono una studentessa del secondo anno, ho 15 e non sono il ritratto della bellezza vivente, ma ho un cuore e dei principi che vanno rispettati, queste basi mi sono state infangate da un mio compagno e ho deciso, che per sfogare tutta la mia rabbia scriverò qui quello che è successo, per avere una vostra opinione sul suo comportamento e poi sarei io l’infantile…comunque per avere una vostra sincera opinione, dirò le cose come sono andate, senza (anche se tentata) cambiare nessuna parola, spero che commenterete o almeno vi farete un’idea delle persone che girano nel mondo, ma soprattutto nei posti in cui dovrebbe regnare l’uguaglianza e il reciproco appoggio tra studenti, ma dagli ultimi fatti che sono avvenuti in molte scuole d’Italia, ho capito che è proprio il contrario.

legenda:
>ciao< miei pensieri
(ciao) commenti
"ciao" parole




>La Shinohara 66 è di nuovo in panne, non si decide proprio a partire questa mattina! in più mi fa male il piede, ho un dolore allucinante al tallone, meno male che domani mi tolgono il gesso! Non ne posso veramente più! Sono ormai 3 settimane che lo porto!< la mattina si sa, è dura per tutti, chi ha voglia di impegnarsi ha fare qualcosa? Chi ha voglia di mettere da parte la stanchezza e di lavorare con la stampatrice, con un piede rotto su una sedia girevole? Credo nessuno e tanto meno io, che proprio oggi, mi sentivo un vero straccio, per via forse delle stampelle.
Era stato un’ enorme sacrificio imparare a riutilizzarle, anche perché questo non era il primo piede che mi rompevo, comunque questa mattina ero come al solito inchiodata alla sedia, con il mio abituale dolore al piede, mi stavo annoiando a morte quando mi venne in mente una filastrocca per tirarmi su il morale “spezza la pezza della pazza che spazza le spezie che buttava nella tazza” era strana ma mi faceva ridere, e piaceva anche agli altri due miei compagni di lavoro, oltre a un terzo, che sembrava poco interessato, scrissi la filastrocca su un bigliettino, suonava bene e mi faceva venire il buon umore, mentre al dolore al piede non pensavo quasi più “mi piace Silvia! È proprio carina” mi disse sorridendomi e lavando la lastra (componente fondamentale in una macchina da stampa n.d. silvia) la Michela, che in quanto a filastrocche lei era una vera intenditrice, “davvero ti piace? Mi è venuta così, senza tanto pensarci!” ridevo, mentre pensavo che la mia filastrocca non aveva molto senso, ma mi piaceva proprio per quello e perché l’avevo inventata io, (ora vi chiederete, cosa centra una filastrocca con tutto quello detto prima? Ci arriverò, anzi ci arrivo, un momento solo ^^ n.d. silvia) ora uno può pensare che una filastrocca scritta nell’ora di stampa sia una vera e propria perdita di tempo, ma se questa ti aiuta ad alleviare le stanchezze della mattina e del sapere che hai ancora tutta la giornata davanti, perché non provare? Improvvisamente dopo che ebbi scritto la filastrocca con la matita su un vecchio pezzo di carta il compagno più silenzioso prese la parola “me lo daresti un’ attimo?” la cosa mi suonava strana, ma non volli darglielo subito, ma dopo una sonora insistenza decisi di accontentarlo, non l’avessi mai fatto “ah, così potrò far vedere al prof. cosa fai durante la sua lezione!” cercai di fermarlo, ma con un piede ingessato si fa ben poco e dopo neanche un secondo il foglietto era nella mano del prof. ora vi chiederete, è giusto questo? Ok, ok ammetto che lo scrivere una filastrocca nell’ora di stampa non sia la cosa più intelligente del mondo, ma se non si ha altro da fare, se non stare seduti su una sedia a guardare gli altri che lavorano, voi cosa avreste fatto? Piuttosto che annoiarsi, uno cerca di riempire il tempo, non l’ho fatto nel modo migliore, lo riconosco, ma lui comportarsi da vigliacco, spione e per giunta sporco imbroglione, non mi sembra cosa da poco e tutto per mostrarsi agli occhi del professore come il migliore di tutta la squadra di lavoro “ha visto professore con che gente devo lavorare??” gli ho sentito urlare e li ho pensato >questo dovrei dirlo io…< Stefano mi guardò mentre passava con la vaschetta in mano, "comunque era carina" io lo guardai "grazie" anche se non era il momento migliore mi sembrò un gesto gentile da parte sua, intanto il traditore infido nel tornare alla macchina, aveva un’andatura piuttosto fiera, i miei compagni di macchina lo guardavano come si guarda uno con la peste *questo porta solo guai* avranno di certo pensato e classicamente quella che deve finire nei casini sono io “ha detto che la porterà al preside” >si faranno due risate assieme, almeno< ho pensato, mentre il sangue mi ribolliva nelle vene e uno strano senso di depressione e di tradimento mi entrava nelle budella “almeno ci darai una mano ora, spero!” lo guardai fulminandolo con lo sguardo “ti pare che con una caviglia ingessata possa saltare di qua e di la a tuo piacimento? Comunque io ho gia dato il mio contributo, i documenti d’uscita non si sono compilati da soli!” prima di scrivere la filastrocca infatti, avevo appena finito di scrivere l’ultima ora di inizio lavoro, non ci ero stata su molto, ma mi era costato lo stesso un po’ di sacrificio “guarda che per stare in piedi su una gamba sola non ci vuole niente!” con il dolore che ti prende la caviglia? Vorrei vedere lui se farebbe le stesse cose che dice di fare (°° che frase n.d. silvia) la discussione si chiude, perché non ho proprio voglia di continuare, mi sono presa veramente un brutto colpo, non mi aspettavo che fosse così viscido, che arrivasse a buttare me nel fosso piuttosto che finirci da solo, ero depressa e delusa, mi sembrava cambiato in questi anni e invece mi ero fatta abbindolare come una scema, ti usa e poi ti getta, forse è questo il suo motto migliore, perché lui di motti suoi non ne ha, come la stessa frase che gli sento masticare e sputare sulle altre persone “la vita è bella e come tale va vissuta, non bisogna rimpiangere niente” frase fatta e strafatta, frase che dopo un po’ detta da lui da la nausea, comunque ero abbastanza giù di morale, mi sentivo come se avessi un cubetto di ghiaccio nello stomaco, avevo le mani fredde e cominciavo a risentire di non aver fatto colazione, finalmente suonò il primo intervallo, dove mangiai dei biscotti e dopo due ore anche la seconda, pranzai.
Avere il gesso costituiva per me non poter più stare tutti insieme a chiacchierare o a ridere come prima, perché ci mettevo più tempo a fare le cose, e quindi gli altri decidevano di stare da soli, mi sentivo inizialmente esclusa, come se intorno a me si fosse eretto un muro di vetro che si espandeva allontanando tutti, ma parliamo ancora della lezione di stampa, dopo le due campanelle ricominciò la provocazione del mio compagno di lavoro, inizialmente furono tentativi patetici, poi si estesero sul personale.
Ero nell’angolo nascosto della macchina, l’uscita dei fogli, non facevo niente perché non c’era nulla da fare, la Michela stava pulendo il caucciù (cilindro che serve per stampare, componente importante per una macchina da stampa! N.d. silvia) e bastava lei per farlo, mentre Stefano stava ripulendo gli attrezzi, il mio compagno di macchina invece, aveva pensato bene di piazzare una sedia proprio davanti all’uscita dei fogli, dato che stavo su una sedia girevole con le ruote, mi era impossibile uscire di li senza incastrarmi con i bracci dello seggiola, ero tranquilla e non avevo voglia di guardarlo, perché ero sicura che se lo avessi fatto, mi sarebbe venuta voglia di picchiarlo, la domanda o per meglio dire, quello che ha me parve un comando arrivò urlando “DAI! Fai qualcosa!! Non fai un cazzo dalla mattina alla sera!” il mio compagno di macchina aveva avuto una fulminea quanto piuttosto fastidiosa voglia di rompermi, mi chiedevo perché portasi marchiata il simbolo della sfortuna sulla fronte, stavo iniziando a pensare che fossi una calamita per gli psicopatici maniaci del corpo e della bellezza esteriore (ora vi starete chiedendo, cosa centra questo? Centra, centra! N.d. silvia) non parlai, era abbastanza inutile, non potevo fare quello che non c’era da fare “stai zitta...? meteora” e li improvvisamente ho capito quale fosse il suo scopo, mi sembrava ovvio, ma quando si tira in causa il mio peso, non capisco più niente “meteora??? E questa da dove l’hai presa?” lui sembrò animarsi, come se lui avesse messo una trappola e io ci fossi caduta come una fessa, ma si sa che quando toccano un punto di te debole (come Ed con l’altezza! Quando gli dicono che è piccolo diventa una furia! Emm più o meno è uguale per me n.d. silvia) non riesci più a capire niente, “Stai zitta! Che se cadi da un’ aereo fai un buco enorme, povera terra!” come insulto mi sembrava una vera schifezza, così decisi di prenderlo in giro con le sue stesse armi, non poteva battermi a quel gioco “ohh, non credi che mi incendio? Mi consumo prima di arrivare giù!” sapevo che l’aereo non andava tanto in alto da permettere il contatto con l’atmosfera e quindi di far bruciare il mio corpo, ma volevo prenderlo in giro e sapevo come fare, era un tentativo fatto velocemente e non progettato, quindi può sembrare pura stupidità, e forse lo è “guarda che se non sei ha contatto con l’atmosfera non bruci, ignorante!” io risi “ma se cado in un camino brucio di sicuro!” il mio tentativo di sviarlo era riuscito, ma non di chiudergli il becco, era come i bambini piccoli, doveva sempre aver ragione lui e doveva sentirsi superiore a tutti, ma sapevo che tra me e lui c’era uno scalino altissimo, io naturalmente ero su quello più alto “hai la mentalità di una bambina di due anni! Ne hai quindici, comportati da quindicenne” la cosa mi sembrava stupida, lui mi offendeva parlando del mio peso e io secondo lui dovevo crescere? Ma robe da matti! Restai al suo gioco “perché?” lui tenne il viso sulla ventola di aerazione, “perché sei una quindicenne e ti devi comportare da quindicenne! Stupida trippona!” non ci vidi per un po’, credo che la rabbia rimbalzò nel mio corpo così tante volte che ci volle qualche minuto per riprendermi, “perché devo cambiare? Io sono in pace con me stessa! Dovrei cambiare solo perché lo dicono gli altri? Non sarei più io se cambiassi e poi io mi piaccio così! sono gli altri che hanno un problema con me e quindi sono affari loro” (in realtà non sono in pace con me, ma bisogna essere solidi per queste cose e fieri delle proprie convinzioni, anche se sono un po’ traballanti n.d. silvia) (scusate le ripetizioni ma ero furibonda! x.x n.d. silvia) le sue pupille rotearono un po’ prima che la risposta abbastanza eccessiva arrivasse “ci sarà un perché se tutti ti dicono che sei grassa, obesa di merda! Non lo vuoi capire che non servi a niente! Ma vai in palestra trippona! Sempre attaccata al divano viziata e coccolata dalla tua mammina che non ti fa mancare nulla!” capitemi, voi con uno così cosa avreste fatto? Un pugno secco e non pensiamoci più, si ma la gamba che pulsa, il cervello che scoppia in un’ istantanea emicrania, gli occhi che pungono, non te ne danno la forza, ti senti come il moccio di una scuola dopo che gli alunni hanno mangiato cibo avariato, come quando dopo tanti colpi nello stomaco, ti danno il ben servito finale.
Sinceramente non sono neanche tanto grassa, anzi, comincio a prendere una forma più snella, sono dimagrita anche per via delle stampelle, ho dovuto faticare molto, ora sono più armoniosa di com’ero prima eppure per loro non basta, per il mio compagno di macchina questo non vale, mi sentivo come se avessi appena finito di cadere da una rampa di scalini lunga sedici piani, scombussolata e nervosa, ribattei ancora e ancora la cosa andò avanti, finche non arrivò a qualcosa che mi lasciò di sasso “quindi in poche parole mi stai dicendo che dato che per te sono grassa e brutta, ti sto antipatica e quindi mi prendi sempre di mira, ma allora sei razzista!” voce calma questa volta “si, perché?” lo aveva detto con un tono quasi fiero “sei fiero di essere razzista???” ancora una risposta che mi lascia sconcertata “si…” lo guardo “ma tu sei tutto matto! Gia alla lezione di storia, quando hai detto che era bene sfruttare quelli del terzo mondo, avevo capito che razza di persona eri, ma ora questo! Il mondo deve veramente girare al contrario!” lui non mi guardò, in quei dieci minuti non mi aveva mai guardato in faccia, non parlò, ci fu poco silenzio poi rispose “secondo te c’è un solo modo di essere razzisti?” lo guardai sconcertata “si! E so che tu sei un deficiente, viziato, egocentrico e razzista!” alzò la voce “quando dicevo che è bene sfruttare quelli del terzo mondo intend…” >lalalalalalalalalalalalalala< mi tappai le orecchie e iniziai a canticchiare, per lui doveva essere una tortura, dato che è logorroico e che se non lo ascolti si arrabbia, mi piaceva sentire la mia stessa cantilena invece delle sue inutili parole, che mi facevano pensare sempre di più a che in basso era arrivata la nuova generazione, al punto di partenza…il mondo non andava più avanti e qui mi fermo, anche se la mia rivincita c’è, non credete che se la sia cavata così! hihi non sono la tipa che si fa insultare e che non contrattacca, almeno in piccolo per snervarlo, comunque ora che siete arrivati fino a qui, spero che vi sarete fatti un’idea di che razza di persone circolino nelle scuole, vi dirò anche che ha avuto il coraggio di dirmi che non ho principi miei, beh sicuramente sono migliori dei suoi, sono cose piccole rispetto a fare del male a persone che non possono difendersi fisicamente, ma quello che ho provato io e che ho provato sulla mia pelle per gli ultimi quindici anni è un’ attacco psicologico, che anche se minore ti lascia sempre l'amaro in bocca, mi sono rotta di tutti questi attacchi verso di me, mi sono veramente stufata dei bambini che vogliono essere gia grandi e che per questo si mettono a inseguire falsi valori o che nei casi più gravi si mettono a giocare a giochi sempre più pericolosi con persone che con questi giochi non voglio averci nulla a che fare, se si va avanti così credo che non resisterò molto…

Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, se volete dirmi il vostro parere su questo episodio, da come la vedete, da chi ha ragione, sarò felicissima di rispondervi ^^


Grazie ancora di sopportarmi ^^ bye bye!


By silvia21

 
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