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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: IN TUO FIGLIO
Genere: Sentimentale, Introspettivo, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/11/2006 18:44:17

Nobu Sakuragi non riusciva a distogliere lo sguardo...Come si poteva amare così tanto una persona? Sarebbe sempre stato fiero di suo figlio...
 
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IN TUO FIGLIO
- Capitolo 1° -

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IN TUO FIGLIO
di: Erikuccia^^
Canzone interpretata da: Phil Collins
Colonna sonora del film d'animazione Disney "Tarzan"
Basato su: SLAM DUNK
Manga originale: Tekehiko Inoue
Genere: Introspettivo
Avvisi: Song-fic, One-shot.
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*Avrai forza per lottare
sarai saggio per decidere
quando il tuo momento arriverà*

L'uomo continuò a guardare attraverso il vetro il punto in cui, di colpo, la sua vita aveva acquistato davvero un senso. I capelli castani erano scompigliati, e la barba non fatta sembrava suggerire il tempo che aveva passato davanti a quel vetro. Da dietro poteva sempre stanco, ma se una persona lo guardava in faccia, avrebbe visto quanto i suoi occhi erano poco stanchi. Brillavano, ed erano fissi su un solo obiettivo. Quello più importante della sua vita.
Il suo tesoro. Suo figlio. Il suo bellissimo bambino.
Non poteva credere di essere diventato così maturo da potersi sentire padre.
E invece era successo quando meno se lo aspettava.
Quel giorno sua moglie era arrivata da lui, e lo aveva guardato, divisa tra la felicità e il timore.
E poi gli aveva detto la verità.
<Sono incinta.>
Era stato uno shock, ma mai shock era stato così bello.
Ora che poteva vedere il frutto di quell'annuncio non poteva essere più felice.
Suo figlio era l'unico che non piangeva, nella nursery. Anzi. Spavaldo, proprio come suo padre, si guardava intorno, come a voler marcare la propria supremazia. I pochi capelli, leggermente rossi, come quelli della madre, erano stati i dettagli che gli avevano garantito la simpatia di tutte le infermiere.
Che dolce che era il suo bambino!
"Signor Sakuragi.."
L'uomo si voltò, come se fosse stato richiamato da un sogno. Davanti aveva una giovane infermiera che gli sorrideva con tenerezza. "E' ancora qui?"
Nobu Sakuragi tornò a guardare ancora al di là del vetro. "Hai mai visto un bambino così bello?"
L'infermiera rimase in silenzio. Aveva visto mille volte bambini bellissimi, e altrettante volte le era capitato di imbattersi in padri completamente innamorati dei loro eredi da passare tutto il tempo possibile a guardarli. E il signor Sakuragi era uno di quelli. Persino sua moglie le aveva detto di non preoccuparsi, che quando avevano bisogno di suo marito lo avrebbero trovato davanti alla nursery.
La donna si allontanò, sorridendo.
Nobu guardò ancora suo figlio, e si sentì fiero di lui.
Gli altri bambini piangevano, si succhiavano il pollice o tentavano di farlo. Invece il piccolo Hanamichi rimaneva fermo, curioso del mondo che pian piano cominciava a conoscere.
Sapeva che quando sarebbe cresciuto sarebbe potuto diventare anche il padrone del mondo.
Intuiva che avrebbe avuto la forza per lottare, per farsi rispettare.
Ma avrebbe agito sempre con una sua saggezza, una saggezza che le avrebbe anche consigliato quando sarebbe stato il momento migliore per dimostrare al mondo chi era. Avrebbe portato in trionfo il nome della famiglia dei Sakuragi.

*Perchè è in questo tuo vagare che risposte troverai
sarai tu sulla montagna e tu che in cima andrai*

Quel piccolo batuffo che aveva catturato tutto il suo affetto, presto sarebbe cresciuto e pian piano avrebbe cominciato a percorrere il sentiero della vita.
Avrebbe conosciuto quello che di buono esisteva al mondo, ma anche quello che esisteva di malvagio.
Poi avrebbe iniziato a porsi delle domande, cercando risposte che potessero soddisfarlo.
Certo, se era come lui, se era come suo padre, queste risposte non le avrebbe di certo imparate a scuola.
Sarebbe stato lui a dovergli insegnare che la cultura era importante, e che, alla fine, a scuola ci si poteva anche divertire, studiando.
Shun sorrise. Non aveva funzionato con lui, figurarsi se poteva dare consigli come questi a suo figlio. Probabilmente Hanamichi,quel giorno, gli avrebbe riso in faccia.
Però sapeva che, se avesse continuato a cercare quelle risposte, Hanamichi sarebbe riuscito infine a trovarle. Sarebbe stato intelligente, saggio, e furbo.
E alla fine anche la vita si sarebbe piegata a lui. Nessuno poteva sconfiggere Hanamichi Sakuragi.
Si, chi lo sa. Magari avrebbe faticato tanto.
Ma dopotutto le cose bene vanno sempre ottenute con il sudore della fronte, perchè solo in questo modo si può essere davvero soddisfatti.
Hanamichi avrebbe sudato sette camice, avrebbe scalato una montagna altissima, ma alla fine sarebbe arrivato in cima, e tutti avrebbero dovuto ammettere che aveva ragione.
Ragione su cosa, Shun non lo sapeva.
Ma quel giorno lontano avrebbe guardato con orgoglio verso quella montagna ormai scalata, e avrebbe urlato a tutti che quello era il suo bambino, che era il padre di quel fenomeno.
Si, ne era convinto.
Sarebbe arrivato il giorno in cui tutti avrebbero visto il fuoco che brillava in suo figlio, il fuoco che Shun vedeva già in quel momento.
Di colpo si domandò se si poteva amare così tanto una persona.

*figlio di chi è padre ormai
libero camminerai
e quando un padre tu sarai
in tuo figlio un padre scoprirai*

Chissà se anche suo padre aveva provato quelle cose quando lui era venuto al mondo. Shun non aveva mai avuto un buon rapporto con suo padre. Erano due uomini che non riuscivano a comunicare, e con il tempo avevano anche smesso di provarci. Ma chissà se, appena nato, anche suo padre aveva pensato che Shun era la benedizione della sua vita. Non sapeva dirlo, ma l'unica cosa di cui era certo era che non voleva comportarsi come aveva fatto con lui suo padre.
Shun voleva parlare con Hanamichi: voleva sapere cosa gli passasse per la testa, quali sentimenti provava, chi erano i suoi amici, chi era la ragazza di cui era cotto. E voleva essere chiamato in causa quando i problemi sembravano insormontabili e quando la vita chiedeva un prezzo troppo alto. Voleva che suo figlio si sentisse di camminare libero nella sua esistenza, sentirsi libero di chiedere consiglio a suo padre.
Padre.
Padre.
Non si sarebbe mai abituato a quella parola. Era padre. Padre del bambino più bello dell'intero universo, di tutti i tempi conosciuti dall'uomo.
E un giorno...un giorno chissà...Anche Hanamichi si sarebbe trovato dall'altra parte del vetro a guardare in faccia il suo futuro, il suo seme, il suo tesoro. E quel giorno lui avrebbe guardato suo figlio e suo nipote insieme, e non si sarebbe mai convinto di poter essere così fortunato.
Nonno.
Era appena diventato padre, ancora non ci si era abituato, e già si immaginava nonno.

*E anche se sarai da solo
i dubbi vincerai
è di sola andata il viaggio
da un ragazzo un uomo sarai*

Sperava di vivere abbastanza per poter essere nonno, per vedere il ciclo ripetersi di nuovo.
Quanto sarebbe stato fiero quel giorno! Quanto!
Hanamichi non avrebbe avuto bisogno di lui, perchè sarebbe stato sempre più intelligente e più colto, e probabilmente sarebbe stato anche un padre migliore. Anche da solo avrebbe superato tutti i dubbi che potevano sorgere nella sua mente. Quello di Shun era solo un desiderio egoistico: sapeva che Hanamichi se la sarebbe sempre cavata da solo, ma lui voleva esserci per vederlo.
Shun di colpo scosse la testa, come a voler cancellare quei pensieri. Aveva appena visto suo figlio nascere e già volava così lontano con la mente.
Doveva solo godersi quel momento, e aiutare Hanamichi a crescere. Non voleva che si perdesse un solo attimo importante della sua esistenza. La vita è uno spettacolo troppo breve per perdersi una sola scena. E una volta persi, i momenti magici non sarebbero più tornati. Shun sapeva bene quanto poteva essere brutto accorgersi che il treno non tornava indietro, che non percorreva le stesse fermate.
Hanamichi avrebbe avuto una splendida infanzia, un'indimenticale adolescenza e lui avrebbe sempre fatto del suo meglio per permetterglielo. Avrebbe cercato di aiutarlo, di consigliarlo, e finchè Hanamichi glielo avrebbe concesso sarebbe stato anche il suo migliore amico, il suo compagno di giochi. L'uomo sorrise ancora. Non sarebbe durato molto. Scommetteva che Hanamichi avrebbe trovato ben presto un ragazzino della sua età con cui spartire le esperienze. Ma a Shun andava bene lo stesso, l'importante era che suo figlio non si dimenticasse di avere in lui un punto di riferimento stabile.
Ci sarebbe sempre stato per lui. Sempre.
Già se lo immaginava il primo giorno di scuola, magari felice all'idea di stare con tutte persone della sia età, solo per scoprirlo, il giorno dopo, con il muso lungo, fare i capricci per non andarci. Sarebbe stato un bambino che avrebbe giocato all'aperto. Avrebbe passato lunghi pomeriggi pieni di giochi, più che pieni di compiti. Arumi, sua moglie, non sarebbe stata certo d'accordo, ma Shun avrebbe insistito. I ragazzi hanno bisogno di stare all'aperto, di giocare, e praticare uno sport. Si. C'era bisogno anche di uno sport.
Chissà cosa avrebbe scelto Hanamichi.
E poi, lentamente, da bambino sarebbe diventato un uomo, un vero uomo, uno con la U maiuscola.

*Imparerai insegnando
e imparando insegnerai
finchè l'amore un giorno incontrerai
tutti i sogni che hai sognato
e le tue fantasie non per molto lo saranno
questo tempo vola via
E tuo figlio è padre già da un po'...*

E avrebbe avuto persone intorno che pendevano dalle sue labbra,e lui avrebbe imparato quant'è bello avere gente intorno che ha completa fiducia in te. Sarebbe stato circondato dagli amici, da amici che avrebbero dato ogni cosa per aiutarlo. Amici che lui non avrebbe mai tradito, almeno finchè non fosse giunta lei, la misteriosoa lei che lo avrebbe portato via anche dalla sua famiglia. Quella stessa lei che avrebbe rappresentato l'amore. Il suo bambino innamorato.
Avrebbe incontrato l'amore quasi per caso, ci si sarebbe imbattuto svoltando un angolo, e avrebbe capito che la sua vita non sarebbe stata mai più la stessa.
Avrebbe passato il suo tempo a fare progetti, a sognare una vita insieme, a fantasticare il momento in cui lei avrebbe finalmente detto si, e tutta la sua esistenza allora avrebbe preso una direzione precisa.
Fino a quando quelle fantasie si sarebbero trasformate in pura realtà.
Avrebbe cominciato ad accorgersi che il tempo non sarebbe mai stato abbastanza quando c'era lei, e che voleva sempre di più, ancora e ancora.
"Shun...!"
Arumi Sakuragi era davanti a suo marito, con una vestaglia celeste addosso e i capelli rossi raccolti.
Shun le sorrise: anche in quello stato, Arumi era la donna più bella che avesse mai visto.
"Tesoro, dovresti essere ancora a letto."
L'altra sorrise. "Ero tutta sola, e volevo vedere il mio bambino. Suppongo però che tu l'abbia visto abbastanza per tutti e due, no?"
Shun volse lo sguardo ancora a quella culla, dove le palpebre pesanti stavano cominciando a chiudersi sui due piccolo occhi nocciola. "Non riesco a smettere di guardarlo."
"E' bellissimo." ammise Arumi. Dopotutto capiva bene suo marito, anche lei si era innamorata a prima vista di quel bambino dalla pelle stranamente abbronzata per essere un giapponese.
"Stavo pensando a come sarà da grande, a come sarà la donna che ce lo porterà via, cercavo di immaginare secondo quale selezione avrebbe scelto il suo migliore amico..."
"Shun, non ti facevo così romantico, sai?" scoppiò a ridere la donna, divertita, commossa e innamorata. Era tra quelli che, per tutta la vita, sarebbero stati gli uomini più importanti della sua vita. "Hai fatto diventare nostro figlio già un padre, te ne rendi conto? E comunque non mi piace proprio l'idea che una qualche ragazzina venga a portarmelo via"
"gelosona!" la prese in giro Shun, mettendole un braccio intorno alle spalle. "Ma c'è ancora tempo per preoccuparci, non credi? Dai, andiamo. Hana si sta addormentando e anche tu non dovresti andartene in giro...hai appena dato la vita ad un bambino..."
Arumi guardò suo figlio. Aveva ragione Shun, si stava per addormentare. Però quant'era difficile ogni volta che lo rivedeva allontanarsi da lui, anche se per poco tempo. Il suo cuore era gonfio per quell'amore che aveva appena scoperto. Tuttavia si lasciò guidare da suo marito verso la stanza.
"Ah, Shun, ma sai che anche il mio ginecologo ha avuto un maschietto? E' appena nato!"
"Il dottor Mito?" chiese incuriosito suo marito.
"a-ha,è venuto a trovarmi e me l'ha detto. Un bellissimo maschietto, a sentirlo parlare. Mi ha detto che l'hanno chiamato Yohei." rispose Arumi "E pare anche che abbia deciso di cambiare casa e di venire nel nostro quartiere"
"Ma dai! Allora chissà...magari sarà proprio il piccolo Yohei a diventare buon amico di Hana^^ Sarebbe fantastico."
Ma l'unica cosa fantastica per Shun era avere un nuovo amore, un amore che sarebbe davvero durato per sempre. Un amore che si poteva raggiungere solo attraverso la via del fiore. Un amore di nome Hanamichi Sakuragi.



FINE
 
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