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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: FIRE BLOOD ALCHEMIST
Genere: Sentimentale, Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: alex-chan91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/11/2006 20:08:49 (ultimo inserimento: 13/02/07)

"la verità... non sempre è quella che desideriamo... e quando non riusciamo a capirla... fa male..."
 
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ANGEL
- Capitolo 1° -

i capitoli iniziali, quelli in cui la protagonista ha 9 anni, si collocano nella parte finale dell guerra di ishbar; in seguito, si passerà direttamente a quando lei ha 15 anni... e il resto della vicenda si colloca approssimativamente poco prima (o poco dopo, nn lo so ancora...) della sfida tra roy e ed quando quest'ultimo deve superare la verifica annuale... x intenderci, nell'anime parlo dell'episodio "fuoco contro acciaio".




23 settembre 1908 – h. 5.30 a.m.
Finalmente ci sono riuscito. Dopo anni di duro lavoro e ricerche estenuanti ho trovato il successo dove molti avevano fallito. Ho superato qualsiasi scoperta mai fatta finora dagli alchimisti di tutto il mondo: finalmente, la Pietra Filosofale è tra le mie mani. Ho creato ciò che tutti agognano da millenni, eliminando i difetti delle pietruzze ricavate dall’Acqua Rossa, e oltretutto non sono necessari sacrifici umani… con essa sarà possibile operare qualsiasi trasmutazione alchemica senza sottostare alle leggi dello scambio equivalente. La mia scoperta dovrà però rimanere un segreto, almeno per ora. Il Colonnello Grand verrà domattina all’alba a ritirare gli esiti dei miei studi: devo fare in modo che non venga a sapere della Pietra. Non posso rischiare che venga utilizzata in questa stupida guerra.
Hoenheim Elric


All’alba del mattino seguente, il Colonnello Grand, membro dell’esercito noto come l’Alchimista di Ferro e Sangue, fece irruzione nella stanza in cui Hoenheim Elric si era ritirato da alcuni anni per portare a compimento le proprie ricerche: era stato incaricato dall’esercito di creare la Pietra Filosofale.
- Voglio i risultati, Elric. Abbiamo bisogno di quell’oggetto per eliminare quei maledetti Ishbariani vincere la guerra-
- Ho bisogno di altro tempo-
- Hai avuto fin troppo tempo, alchimista. Sono stato molto paziente. Ma la mia pazienza ha sempre e comunque un limite, e tu lo stai ampiamente superando. Ti concedo ancora un mese di tempo. Dopodiché, se non sarò soddisfatto… sai già quello che ti aspetta-
Lo stava nuovamente minacciando. Minacce e pressioni psicologiche erano largamente usate dai cani dell’esercito, ma in quel periodo di guerra e disastri, i militari ne stavano addirittura abusando.
Basque-Grand si voltò e uscì senza aggiungere altro. Non si accorse della bimba con i capelli castani e gli occhi verde militare che lo fissava in silenzio dalla porta della cucina e che non sobbalzò quando la porta d’ingresso sbatté violentemente, facendo tremare la casa fin dalle fondamenta.
Sentirono il rombo di un’automobile che si allontanava sulla strada sterrata in direzione di Central City. Passò qualche istante, durante i quali l’unico rumore fu il sospiro di sollievo di Elric. Poi l’uomo fece cenno alla bimba di avvicinarsi e le sorrise:
- Angel… ora ascoltami, per favore-
Si inginocchiò per avere il viso all’altezza di quello della bimba:
- Devi andare nel villaggio di Resembool-
Angel piegò la testa a sinistra:
- Perché?-
L’uomo le accarezzò i capelli:
- Tu sei una bimba molto speciale e quell’uomo vuole farti del male, ma io non glielo permetterò. Ma tu ora devi ascoltarmi: va’ a Resembool e chiedi di Trisha Elric. Se dovessi incontrare qualcuno, no rivelare il tuo vero cognome. D’ora in poi, per chiunque te lo chieda, tu sei Angel Eisenhower-
Lei scosse la testa:
- Perché? Papà, che succede?-
L’uomo si rialzò:
- Scusami, ma non posso dirtelo-
Angel aggrottò le sopracciglia e gonfiò le guance:
- Ho nove anni, non sono più piccola! Non sono mica nata ieri!-
Elric trattenne un sussulto, nascondendosi dietro un sorriso bonario:
- Lo scoprirai quando sarà il momento. Su, vai a preparare le valigie-

Il mattino dopo, Elric accompagnò Angel alla stazione. Mentre aspettavano l’arrivo del treno, l’uomo le diede le ultime raccomandazioni:
- Salutami tanto Trisha, Edward, Alphonse, Winry e la zia Pinako. E ricorda…-
- … che il tuo nome è Angel Eisenhower e che non devi rivelare a nessuno il tuo cognome o la tua destinazione. Lo so, papà-
Il treno delle 10.00 diretto a Resembool arrivò, preceduto dallo sferragliare dei freni e dallo sbuffare della locomotiva. Elric fece salire Angel, la baciò sulla fronte e le accarezzò i capelli:
- Un’ultima cosa, Angel: sta’ lontana dall’esercito e dall’alchimia-
- Ma… quando mi raggiungerai?-
- Tra poche settimane- assicurò l’uomo, facendo scivolare una busta chiusa nella tasca del cappotto di Angel senza che lei se ne accorgesse. Si voltò e scese, senza aggiungere altro.
Quella fu l’ultima volta che Angel lo vide.

Nonostante il desiderio di Hoenheim Elric, Angel non arrivò mai a Resembool: il destino aveva deciso molto diversamente.
Per la prima mezz’ora di viaggio, Angel rimase da sola nello scompartimento, fantasticando sul perché il generale dell’esercito che era andato a casa loro volesse farle del male. In fondo, lei non aveva mai visto, e quindi non riusciva a trovare un motivo valido per cui avrebbe potuto scatenare la sua ira. Oltretutto, non era nemmeno sicura che lui l’avesse notata, il mattino precedente.
Verso le 10.30, la porta scorrevole dello scompartimento si aprì, e sulla soglia si profilò la figura di un giovane sui 23 anni, alto, con i capelli corti neri e gli occhi scuri. Indossava la stessa uniforme blu che indossava Basque-Grand, quella dell’esercito, e alla cintura aveva appeso un orologio d’argento. La manica sinistra della giacca era tirata su oltre il gomito, e lasciava scoperta una profonda ferita che gli attraversava per il lungo l’avambraccio in corrispondenza delle vene. Le mani erano avvolte da guanti bianchi, sul cui dorso era disegnato un cerchio con all’interno due triangoli sovrapposti e intersecati; il tessuto delle dita era consunto e annerito.
Il giovane si spostò un ciuffo della frangia dagli occhi e si rivolse ad Angel:
- Questo posto è libero?-
La bambina annuì. A dire la verità, era una domanda abbastanza inutile, dal momento che lo scompartimento era ancora completamente vuoto, eccezion fatta per i posti occupati da Angel e dalla sua valigia.
Il ragazzo le si sedette di fronte, con il braccio sinistro abbandonato in grembo, e cominciò a fissare fuori dal finestrino, il mento appoggiato al pugno destro. Angel lo guardò con la coda dell’occhio: era assorto nei propri pensieri, e dagli occhi non traspariva alcuna emozione, come d’altra parte neanche dall’espressione seria del viso pallido. Era comunque un bel ragazzo, questo lo doveva ammettere.
Un sobbalzo improvviso del treno la scaraventò in avanti. Sbatté violentemente la schiena e la testa sul sedile davanti, poi ricadde a terra, priva di sensi.

- Ehi, ragazzina… svegliati!-
Angel aprì faticosamente gli occhi. Sentiva tutto il mondo girarle attorno e un gran mal di testa. Su di lei era chinato un ragazzo con i capelli e gli occhi neri, con un’uniforme blu elettrico:
- Stai bene?- le chiese.
La bambina sbatté le palpebre e tentò di alzarsi. Un capogiro la fece ricadere all’indietro, ma prima che potesse toccare il pavimento il ragazzo le appoggiò un braccio alle spalle, trattenendola, ed evitandole di farsi male. Angel arrossì e si alzò a sedere:
- Grazie…-
Si guardò intorno: i vetri dei finestrini erano rotti e le schegge trasparenti ricoprivano il pavimento. La sua valigia era a terra, aperta, e il contenuto si era sparpagliato tutto intorno. Rivolse un’cchiata al giovane:
- Cos’è successo?-
Il ragazzo abbassò la testa:
- l treno ha avuto un guasto ai freni e si è ribaltato fuori dai binari. È un miracolo che non siamo finiti giù per il precipizio-. Indicò con un cenno al di fuori del finestrino, ma Angel preferì non guardare.
- Quanto ci vorrà per riparare il guasto?- chiese invece.
- È molto improbabile che ci siano altri sopravvissuti oltre a noi-
Angel si alzò di scatto, ignorando le proteste dei suoi muscoli addormentati:
- Andiamo a controllare-
Nelle due ore successive, il giovane e la bambina si fecero strada tra resti di sedili e pezzi contorti del treno, vetri scheggiati e valigie rovesciate, cadaveri umani schiacciati o, come nella locomotiva, carbonizzati.
Passando di vagone in vagone, l’espressione del ragazzo si induriva sempre di più, mentre quella di Angel era sempre più sbalordita. Di tutti i passeggeri, loro due erano gli unici sopravvissuti: non riusciva a capire perché era riuscita a sopravvivere proprio lei, su più di trenta persone.
- Quanti anni hai?-
- Eh? Oh… 9-
- Sei alta per la tua età-. Si vedeva che il giovane tentava di distogliere la sua attenzione dal macabro spettacolo. -Io ne ho 23-
- Te ne davo di meno-. Tentativo ovvio, ma tutto sommato efficace.
Felice del proprio successo, il giovane riprese:
- Il mio nome è Roy Mustang. Faccio parte dell’esercito. Tu come ti chiami?-
- Angel. Angel Eisenhower-
- Dov’eri diretta?-
La bimba tacque, mentre il vano tentativo di ricordarsi il luogo verso cui viaggiava la faceva sudare freddo. Il ragazzo sgranò gli occhi:
- Maledizione… non mi dirai che hai perso la memoria!-
Angel chiuse gli occhi, sforzandosi di reperire informazioni. Ma il suo cervello si trovava nel buio più totale. Scosse la testa, rabbuiandosi.
- Accidenti… questa proprio non ci voleva. La situazione si aggrava ancora-
Lei gli lanciò un’occhiata, e i suo sguardo cadde sulla profonda ferita slabbrata che attraversava il braccio sinistro del giovane, sanguinando copiosamente:
- Ti fa male?-
Roy esitò:
- No…-. In realtà la ferita si era riaperta durante il disastro ferroviario, in quanto il ragazzo era stato scaraventato contro il finestrino. Angel si accorse della bugia:
- Tentativo patetico, e la mia una domanda retorica. Fa’ vedere-
Prima che il giovane potesse obiettare, lei gli afferrò il polso, costringendolo a stendere il braccio, e osservò il taglio. Roy tentò di opporsi, ma alla fine rinunciò. Angel sorrise, soddisfatta del proprio successo, e alzò la mano destra, posando l’indice e il medio sulla ferita.
Al contatto con la pelle innaturalmente gelida della bambina, Roy sentì un brivido lungo la schiena, e non era certo che fosse dovuto a quel freddo. Il palmo di Angel si illuminò di una luce rossa, e la ferita si rimarginò all’istante. Il giovane fissò sbalordito la pelle intatta:
- Questa… questa è alchimia… ma non hai usato alcun cerchio alchemico, e non hai nemmeno rispettato il principio dello scambio equivalente… come hai fatto?-
- Non so…- replicò lei, arrossendo.
Passarono alcuni secondi in cui nessuno parlò. Il silenzio fu rotto da Roy:
- Be’… se non hai un posto dove stare, puoi venire al quartier generale di Central City con me. Il tragitto fino alla prima città non è molto lungo, ci vorranno però alcune ore per arrivare alla base, considerando che dovremo fermarci per riposarci…-
- D’accordo-
- Alla prima stazione di servizio della città ci fermeremo per avvertire dell’incidente. Potremmo poi farci venire a prendere da una delle automobili dell’esercito-
Angel annuì. Il ragazzo la osservò per un istante, ripensando alla luce rossa sprigionatasi dalla mano della bimba:
- Potresti sostenere l’esame per diventare Alchimista di Stato… sai cos’è?-
La bambina scosse la testa e lui sorrise:
- Cominciamo ad incamminarci. Nel frattempo ti spiegherò cosa vuol dire… sai, anche io lo sono-
Mentre si avviavano verso ovest, seguendo i binari, Roy rifletteva sulle potenzialità di Angel: se aveva visto giusto, quella sarebbe diventata la più giovane Alchimista di Stato ma esistita, in grado di operare trasmutazioni anche complicate senza l’uso di cerchi alchemici e senza dover sottostare al principio fondamentale dello scambio equivalente… magari… sarebbe stata in grado addirittura di fare trasmutazioni umane…
In breve, il suo passaporto per la fama e il potere.

-FINE PRIMO CAPITOLO-
spero ke vi possa piacere... ^//////^

 
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