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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: NOI 2
Genere: Sentimentale, Romantico, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: sheidam89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/11/2006 15:53:45

Che dirvi, ci ho provato...
 
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NOI 2
- Capitolo 1° -

Nota: la canzone “Noi 2” è di Paolo Meneguzzi e fa parte dell’album “Favola”

Notte. Una luna piena i cui raggi scivolano su due corpi incatenati. Notte e poi l’alba. L’alba...

l’alba ci sorprende,
scivola su noi
bagna i nostri corpi…
guardo gli occhi tuoi,
guardo gli occhi tuoi…

I suoi occhi. Come vorrebbe annegare nei suoi occhi...così dolci, così pieni d’attesa...
E lei se ne sta lì, abbandonata fra le sue braccia perché sa che solo tra le sue forti braccia è al sicuro...e si ritrova ancora a desiderare che quell’istante duri per sempre anche se in fondo al suo cuore sa che troppe sono le differenze...lui così schivo, chiuso...lui che ha avuto la fortuna di incontrare una fanciulla così candida da rischiararlo dentro spazzando via nei momenti in cui sono insieme i brutti pensieri che lo tormentano quando invece è solo...ha fra le braccia la fanciulla che gli ha rapito il cuore quando ormai credeva di essere condannato alla solitudine...Lei. Lei così bella, lei che ora dorme con il capo contro la sua spalla, i morbidi boccoli dorati riversi sul suo petto che si alza e abbassa al ritmo del respiro, che manca quasi per l’emozione di vederla ancora lì l’ennesima volta, contro di lui...nel sentirla contro di lui...nuda. Senza vergogna, senza falsi pudori. Come anche lui...

Nudi sulla spiaggia, soli io e te
sabbia sulla pelle,
balla su di me,
balla su di me...



Quella spiaggia...quanti ricordi. Un’alba come quella, bellissima come lei. Notte insonne per entrambi, vagano alla ricerca di un posto dove poter pensare, soli con se stessi. Soli con le proprie paure, con le proprie incertezze. E si ritrovano su quella spiaggia senza sapere che in quelle prime ore del mattino i loro destini s’incateneranno l’uno all’altro.
Lui è lì, gli occhi scuri che vagano sul lago fino a perdersi nell’orizzonte per poi spostarsi sul castello che chiama casa, oramai. Lui è lì e la vede scendere di corsa la scalinata di pietra all’ingresso della scuola. Da insegnante qual è dovrebbe punirla, toglierle dei punti. Ma non ci pensa neanche per scherzo. Quell’alba di un giorno a caso lui si sente solo, rifiutato da tutti come non mai. Alla luce dei primi raggi di sole di quella giornata, una fra le tante, sente di non aver mai desiderato accanto nessuna come ora desidera lei...Lei. Bella, bellissima. Corre verso la spiaggia. Lui è lì, seduto su un masso a rimuginare, e pensa...pensa che nella sua vita fatta di sofferenze mai ha visto e desiderato donna più bella. Perché ormai è una donna. Lei raggiunge la spiaggia e avvicinandosi diffidente della sua presenza lì, pronta ad una punizione esemplare, incontra il suo sguardo. In un attimo Severus dimentica l’immagine della ragazzina saputella che ha sempre avuto di lei e lì, di fronte a lui, resta solo una donna, una bellissima donna.
«Signore! Perdonatemi, giuro che non succederà mai più!»
«Hermione…Giusto?» Fa lui, in tutta risposta. L’ha sempre chiamata “Granger”. Cos’ha ora? La sua voce è bassa e roca, il suo viso è pallido e stanco, il viso di chi non ha dormito o se lo ha fatto è stato per poco. Forse sta male. Herm prende in considerazione questa eventualità, muovendo pochi passi incerti verso di lui. Severus, dal canto suo, si alza dal masso su cui era seduto. Poi rimane immobile. Non le si avvicina.
«Signore?!?» Esclama lei, dubbiosa se sia il caso di chiamare qualcuno.
«Hermione…cosa fai qui?»
«Signore...so che non dovrei essere qui…»
«Non preoccuparti Hermione...dimmi cosa fai qui». Non preoccuparti? Da quando l’altero e scorbutico Severus Piton è così gentile? Deve proprio star male...il suo tono di voce è calmo e nulla lascerebbe trasparire la tempesta che ha dentro di sé. Il cuore comincia a battergli forte, rendendosi conto che oramai Herm rappresenta per lui molto più di ciò che dovrebbe.
«Ecco, signore...cercavo un posto tranquillo per pensare». Cerca di mantenere la calma, pronta ad andare a chiamare qualcuno il prima possibile. Sta proprio male. Deve avere la febbre alta per comportarsi così diversamente dal solito…e continuare a guardarla con quell’espressione di sorta sul viso.
«C’è qualche problema? Con il M.A.G.O?»
«Si...No...» Si avvicina circospetta trovando conferma ai suoi sospetti. Avrà l’influenza, non gli ha mai visto brillare gli occhi a quel modo…«Signore…credo sia il caso di andare a chiamare la Chips, lei non sta bene», e fa per andarsene, ripromettendosi di tornare il prima possibile con l’infermiera. Ma lui le prende la mano e sente che non vorrebbe lasciargliela mai più. La sente come un appiglio, un appiglio a cui aggrapparsi e che prega lo tiri via dall’oscurità che lo circonda.
«Hermione», lei si volta bruscamente, fremendo a quel contatto. Lo guarda negli occhi, i suoi occhi scuri e bellissimi, e vi legge un bisogno d’affetto che prima non ha mai notato.
«Signore…vado a chiamare la Chips…torno subito».
«Hermione, resta…per favore». La sta pregando. Severus Piton la sta pregando di restare. Herm capisce che sta davvero male, e che se non cerca subito aiuto potrebbe succedergli qualcosa di brutto. Ma quegli occhi la attraggono come calamite e la sua mano rifiuta come animata da forza propria di sfuggire alla stretta di Severus. Senza rendersene conto con l’altra mano va ad accarezzargli il viso, i lineamenti induriti dal dolore provato in tanto tempo passato solo con se stesso.
«Signore? Come si sente? La devo accompagnare dalla Chips?» Con uno scatto improvviso la sua mano lieve sulla guancia di lui si sposta sulla sua fronte. Non ha la febbre.
«Sto benissimo Hermione», e con un altro veloce movimento le afferra la mano dalle dita sottili e affusolate, riportandola sulla guancia. Gioisce come un bambino e quel contatto e le bacia il palmo liscio e poi il dorso fino a stringerle le piccole e candide mani nelle sue forti e grandi. Sembra che il tempo si sia fermato.
“Dove ha nascosto questa dolcezza per tutto questo tempo?” Si chiede lei. I loro occhi sembrano non volersi staccare. Le lascia le mani e ora lei sente quel contatto necessario. Le sembra che il cuore perda un colpo.
Le accarezza le guance.
Lei lo afferra per i polsi per poi sovrapporre le sue mani a quelle di Severus. Le sfiora appena. Sono forti. Sente i calli sui palmi e sulle dita di lui a contatto con le sue gote rosee.
Accosta le labbra alla fronte di lei per poi coprirle di piccoli baci ogni centimetro del suo viso. Le disegna con le labbra le sopracciglia per poi depositare due piccoli baci sui suoi occhi ora chiusi.
Hermione non può che abbandonarsi. Tra le sue braccia si sente al sicuro come fra quelle di nessun altro.
Severus la stringe forte come a non voler lasciarla più e le sue mani, come dotate di uno spirito irrequieto e traditore, vanno a perdersi tra i morbidi boccoli dorati di Herm godendo del sottile piacere che può dare un semplice gesto. Le sue labbra non sono stanche di esplorare il suo viso, assaggiandone ogni centimetro, come se volesse impararlo a memoria. Le sue guance rosee sono come pesche, la sua pelle è morbida e perfetta…è perfetta. Lei sembra così al di sopra della bellezza che accomuna le altre donne. Si, ai suoi occhi è la donna più bella del mondo.
Le piccole e candide mani di lei sono ferme sulle sue spalle come ad afferrarlo saldamente, per non cadere. Sente di non poter reggere a così tante emozioni. Le da i brividi, brividi che nessun altro saprebbe mai darle. Un piccolo tenero bacio va a posarsi sul suo nasino e sorride. Lui la vede e tremante pronuncia il nome di lei, come se dalle sue labbra scaturissero le note di una dolce sinfonia. «Hermione». La sua è una muta domanda a cui c’è una sola risposta. E lo bacia.
Trepidante le sue labbra vanno a sfiorare quelle di Severus. È un bacio. Solo un bacio. Ma in fondo a se stessa sa che non è così. È un bacio senza promesse, senza pretese, è un bacio che è tutto e nulla…e riluttante si tira indietro, riluttante sa che quel bacio la tormenterà fino alla morte e la notte, la notte non la farà dormire, la notte il solo ricordo la brucerà come fuoco…

È un fuoco
Che brucia
Per sempre
Noi 2 insieme
È un fuoco
Che vive
Per sempre
Noi 2 insieme
Per sempre

«Hermione…» Il suo nome come una carezza. È ormai lontana. Corre. Fugge via. Fugge via da una promessa non sancita, da una speranza che si è spenta sul nascere. Si allontana da lui, come tutti poi. Ed è proprio quando lui sta per abbandonarsi nuovamente ai suoi foschi pensieri che lei si volta incatenando il proprio sguardo al suo. Ma è solo un attimo. Non si sente così forte da poter tornare indietro. Non lo è. Continua a correre. Si sottrae alla sua presenza, di nuovo.

Si ritrova in sala comune. Le sembra di aver percorso Hogwarts in lungo e in largo. Non c’è anima viva. In fondo è così presto…prima che il sole tornasse a illuminare la terra, Herm sente di aver sancito la più oscura delle promesse. In fondo è lei che lo ha baciato. Vorrebbe essere rimasta con Severus su quella spiaggia. E poi capisce che lui involontariamente ha già occupato un posto prezioso nel suo cuore. Severus. Lo chiama già per nome. E pensare che fino a qualche ora prima lo considerava solo come lo scorbutico e bacchettone insegnante di pozioni…e ora? Ora cosa darebbe per sentirsi accarezzare ancora a quel modo…Vorrebbe che la abbracciasse, per non lasciarla più. Vorrebbe baciarlo tante e tante volte, ognuna come fosse la prima, ogni bacio come fosse il primo in quell’alba di un mattino qualunque…eppure…perché continua ad avere paura?

Il sole è ormai sorto e lui è ancora lì con lo sguardo perso sull’orizzonte. Vorrebbe tornare indietro. Vorrebbe non essere stato così avventato. Dovrebbe chiederle scusa. Si sente da schifo. I sensi di colpa accantonano per troppo tempo i freschi ricordi di quell’alba magnifica. Ma dopo lunghissimi sofferti minuti essi reclamano di essere presi in considerazione, cercando di spazzare via ogni ridicolo senso di colpa. L’ha baciato. Non avrebbe mai dimenticato ciò che aveva provato con un semplice bacio. È come se l’avesse atteso per tutta la vita. Ma ora non può aspettare. Deve paralare con lei. Ma per dirle cosa? Che l’ha vista quella mattina come un’ancora, come la luce alla fine del tunnel…
E torna a galla il ricordo del loro ultimo sguardo: i suoi occhi nocciola brillavano alla luce di una promessa...Severus ha ora qualcosa di indescrivibile e prezioso da proteggere e non lascerà che alcuno distrugga quel sentimento che dona lui speranza e voglia di combattere per ciò a cui tiene.


«Herm…tesoro…cosa ci fai qui? È così presto!»
Ronald Weasley scende di volata la scala a chiocciola che porta ai dormitori maschili fiondandosi sul divano, accanto alla sua ragazza.
«Non riuscivo a dormire…così ho fatto una passeggiata nel parco e…» Herm è titubante. Preferirebbe non riferire a Ron di Piton. Ma lui è prima di tutto uno del suoi migliori amici, oltre che il suo ragazzo, e si convince a dirgli la verità. O almeno una mezza.
«E cosa?»
«Ho incontrato Piton».
Il viso di Ron si compone in un espressione di puro sgomento. «Piton? E cosa ci faceva Piton nel parco?!?»
«Non ne ho idea». Hermione teme che lui possa leggerle in faccia la mezza verità taciuta. «Credo stia tramando qualcosa». Weasley assume la tipica espressione di “mi-sto-ingegnando-a-trovare-una-soluzione”. Non può sapere che il Professor Piton quella mattina non stava trafficando in qualcosa di illecito. No di certo. E meno di tutte che il suddetto aveva baciato la sua ragazza.
«No». Afferma semplicemente la Granger. Il ragazzo la squadra da capo a piedi occhieggiandola come se avesse appena bestemmiato.
«Ti ha tolto dei punti?» Indaga lui.
«No». Si ripete lei. Ora che ci pensa, sembra che la prospettiva non abbia sfiorato Severus Piton nemmeno per scherzo.
«Ahah!!!»
«Ahah cosa, di preciso?!?» Herm non comprende dove il suo ragazzo voglia arrivare.
«Ma non capisci? Ti starà sicuramente corrompendo!» Ron enfatizza l’ultima parola con fare pratico.
«Corrompendo?!?» Questa è davvero bella pensa lei, la coscienza che si risveglia.
«Non capisci?!? Non vorrà che tu vada a spifferare ai prof che lo hai visto in giro…e forse preferirebbe che tu non lo dicessi neanche ad Harry!»
«Ron…tutto questo mi sembra ridicolo!»
«Sicura di non aver notato qualcosa di strano?»
«Ron…»
«Sicura?!?»
«SI!»
«Non c’è bisogno di arrabbiarsi!» Esclama Ron vedendola diventare bordeaux. Ma naturalmente non è arrabbiata. Più che altro è imbarazzata.
«Non sono arrabbiata!»
«A me sembra di si!»
«NON SONO ARRABBIATA! E ti pregherei di smetterla di tartassarmi di domande!»
«Non ti sto mica tartassando di domande».
«Mi hai stufata». Ron la guarda negli occhi. Ma Herm distoglie lo sguardo e alzandosi dal divano si dirige verso i dormitori femminili. Con una strana consapevolezza a cui non sa dare un nome. Poteva averla accarezzata e stretta a quel modo solo per…distrarla? E quella luce che gli aveva visto negli occhi? Il bisogno di affetto, la dolcezza con cui l’aveva baciata, coperta di coccole? Ron le aveva messo la pulce nell’orecchio e in qualche modo l’aveva riportata con i piedi a terra.
Piton era sempre stato per il famoso terzetto il capro espiatorio in qualsiasi situazione; lui odiava Harry e per associazione anche Ron ed Hermione. Severus l’aveva maltrattata fin dalla primissima lezione di pozioni, ignorandola, per definirla qualche anno dopo “un’insopportabile so tutto”. Ed ora? Cosa poteva farle credere che fosse cambiato qualcosa…con un bacio? Non doveva montarsi la testa…come poteva anche solo pensare che ora lui sarebbe stato un altro, che sarebbe cambiato…era ridicolo…
«Herm…»
“Ron…” Lei si volta, sul primo scalino.
«Fai presto a prepararti, è quasi ora di colazione». Non aveva mai pensato di poterlo maltrattare a quel modo. Lui tiene il capo chino, abbattuto.
“Ron…” Herm fissa la massa di capelli rossi del suo ragazzo.
«Non ci metto molto…ma tu comincia a scendere…avrai fame».
«Ok, ci vediamo in Sala Grande». E senza voltarsi percorre la sala comune, giungendo al buco del ritratto, sottraendosi alla sua vista.

Quel pomeriggio.
«…e direi 20 punti in meno a Grifondoro per il disastro del signor Paciock…non potevo aspettarmi di meglio, naturalmente» Neville, depresso, ripulisce il suo calderone. Severus Piton è l’arrogante sbruffone di sempre, dando così ragione alla Granger. Hermione, dal canto suo, l’ha osservato per tutta la lezione, senza mai staccargli gli occhi di dosso.
Ciò che lei non conosce, è la tempesta che ha dentro Severus. Perché l’ha fissato a quel modo per tutto il tempo?
Harry ha scopiazzato gli appunti di Herm, in una delle poche occasioni favorevoli e Ron, che non l’ha degnata di uno sguardo, si è limitato a farsi passare il tutto da Potter. In un'altra situazione non li avrebbe lasciati fare ma ora la Granger ha la mente persa da tutt’altra parte e non va certo a badare a simili inezie. Severus Piton rifila alla classe il consueto carico di compiti e, congedata la classe con i soliti modi bruschi e cafoni, si avvicina lentamente all’ultimo banco dove il famoso terzetto si affaccenda a riordinare, alla meno peggio.
Herm infila “pozione avanzate” nella tracolla strapiena e solo in quel momento si accorge della sua presenza. Sposta lentamente lo sguardo dalla borsa per fissare poi gli occhi scuri di Severus. Un attimo. E si capiscono al volo. Il muto messaggio dei detentori di un segreto. Che tale deve rimanere.
«Signorina Granger, dovrei parlare con lei…», Harry e Ron, quest’ultimo specialmente, rizzano le orecchie, guardandolo fisso, «…in privato». I due ragazzi si caricano le borse in spalla, e Weasley, ora dimentico del loro litigio, le fa segno di stare in guardia. «Hermione, ti aspetto qui fuori, non metterci un secolo».
«Okay». Risponde lei flebilmente. Lo vede allarmato, e la preoccupazione che gli si legge in volto ha sostituito l’infantile ostinazione ad ignorarla. Esce dall’aula il più lentamente possibile, seguendo Harry.
«Potter, Weasley…vi ci vuole un’ora per uscire dall’aula…cos’è non ritrovate la porta?» I due ragazzi lasciano l’aula ignorando il prof e Ron, preso da uno scatto di nervi, sbatte violentemente la porta.
«Dieci punti in meno a Grifondoro per la maleducazione, signor Weasley», Fa Severus a voce bassa. Ron sicuramente non l’ha sentito. Severus ghigna soddisfatto per tutti i punti che è riuscito a sfilare quel giorno alla casa avversaria. Ma la sua smorfia di trionfo si congela non appena i suoi occhi incontrano le iridi color miele della Granger.
«Professor Piton…»
«Hermione…»
«Professor Piton vorrei saper perché mi ha trattenuta qui…» Davanti ai suoi occhi il sadico insegnante prende le sembianze dell’uomo che quella mattina le si è mostrato così solo e bisognoso di affetto, per la prima volta.
«Hermione…» Fa per distogliere lo sguardo, ma le bellissime iridi incantatrici della Granger glielo impediscono. Così, guardandola negli occhi, si prepara alla domanda fatale. L’ha pregata di restare per darle delle spiegazioni…
«Perche mi ha baciata?» Hermione va dritta al punto, senza inutili giri di parole.
Lui non sa che dirle. Come spiegarle che l’istinto ha preso il posto della ragione, mandando in frantumi la sua fredda facciata così duramente costruita? Ora lei lo vede per com’è: solo, insicuro, malinconico…
«Perché?» Ripete lei.
«Perché..» Le fa eco lui. «Sei bella, bellissima Hermione».
«Questa non è certo una spiegazione sufficente» Fa lei in risposta.
«Non è una spiegazione sufficiente,dici» Severus non afferra dove Herm voglia arrivare.
«No» Lui appare irrequieto. Cosa nasconde? «Cos’è che nasconde?»
«Nulla!» Ora non lo riconosce più. Cammina freneticamente per l’aula, finendo alle sue spalle. «Hermione!» Lei si volta per imbattersi nel suo sguardo velato. Le si avvicina pian piano. “Dio mio! Ma cosa gli succede?”
«Prof…cosa le succede?» Chiede timidamente lei.
«Hermione…questa mattina…»
«Questa mattina…?»
«Questa mattina eri…sei così bella…hai uno sguardo così dolce…»
«Prof…»
«No, Hermione!» Lei lo fissa stralunata. Si chiede dove finirà il discorso…
«Prof non capisco». Lui si avvicina ancora. È di fronte a lei. Le afferra una ciocca ribelle, avvolgendo con essa il suo dito indice. Le sue dita le sfiorano la guancia. Ora, forse, comprende…è solo, abbandonato a se stesso, lo vede ora per com’è realmente…uno scoglio in mezzo al mare…ferito, tradito da un’esistenza crudele…ha trovato una casa in quel castello, degli amici…ma nessuno l’ha mai amato come avrebbe voluto…nessuno gli è mai stato così vicino…come lei. Socchiudendo le palpebre, Herm afferra la mano sinistra di Severus, rimasta inerme lungo il fianco, per portarsela in vita. Lui la stringe forte, sicuro ora. È lei che vuole.
Le sue braccia sottili vanno a cingergli il collo, le mani candide a perdersi fra i serici capelli scuri. Restano immobili, timorosi di fare anche il minimo movimento e rompere l’incanto che li ha catapultati, di nuovo, l’uno fra le braccia dell’altra. «Hermione…» Il suo nome sulle labbra di lui è ogni volta un brivido in più. Tremante, come quel mattino, sfiora le sue labbra con un bacio, tenero, impacciato, che cresce d’intensità divenendo vorace, appassionato, entrambi pronti a divorarsi a vicenda, affamati, insaziabili. Ma la magia è spezzata dall’improvviso risvegliarsi della ragione, messa da parte, assopita dal crescendo di sensazioni che li fa naufragare in un mondo dove ci sono solo loro due…”Ma cosa sto facendo? Non dovrei nemmeno immaginare tutto questo…” Senza preavviso Herm si divincola dalla stretta di Severus. Cosa l’ha spinta di nuovo fra le sue braccia? Cosa le ha fatto credere di poter essere lei il possibile rimedio ai suoi mali?
Herm spinge con i palmi contro le spalle di lui, scostando il viso, distogliendo lo sguardo. Recuperata la tracolla, Hermione corre alla porta, voltandosi per lanciare un muto messaggio all’uomo che l’ha insieme stregata e spinta a fuggire da lui. “non ci sarà un’altra volta” pensa. Ma non sa quanto falsa sia tale affermazione.

Hermione Granger nota subito il suo ragazzo in fondo a quel corridoio buio nei sotterranei del castello. Corre ad abbracciarlo, come se Ron potesse farle dimenticare ciò che è appena accaduto. Lo bacia ancora e ancora perché è lui che vuole baciare…vero? “Si, è lui”. Lui il primo amore, il primo uomo…Severus Piton non esiste non c’è mai stato nulla…
«Non ti avevo stufata?» Le fa lui, ridendo nervosamente. Le sue orecchie si sono colorite di un vivace rosso pomodoro, evidentemente imbarazzato.
«Ron…scusami per questa mattina».
«E di che?» Scherza sempre.
«Davvero, scusami…vorrei non averti mai detto certe cose».
«Hermione?»
«Si?»
«Non preoccuparti, è tutto risolto…cosa ti ha detto Piton?» Domanda Ron a bruciapelo.
«Oh…nulla di che…forse ha davvero in mente qualcosa…» Fa lei giusto per dargliela vinta…e per farlo pensare ad altro che non siano le sue guance in fiamme…e il cuore che batte forte e sembra non voler rallentare…
«Credi che ci toglierà dei punti?»
«Chi?»
«Piton! Ci sta guardando…e se non ricordo male non sopporta le effusioni in pubblico!»
Hermione si volta in tempo per cogliere la visione del loro prof appoggiato con la tempia allo stipite della porta del laboratorio…ma è il tempo di un battito di ciglia…Severus si chiude il battente alle spalle dando involontariamente modo ad Herm di cogliere il bagliore di tristezza che incupisce oltremisura le sue iridi scure…ma non vuole pensarci…lei non sarà mai il balsamo che lenirà le sue ferite…il suo posto non è con Severus.

Severus Piton accosta la fronte al muro di fredda pietra, chiudendo gli occhi. Non sarà mai sua…non c’è un futuro, solo dei ricordi a tormentarlo…a donargli la fotocopia sbiadita di un amore che amore non è, di un sentimento che non c’è, unicamente perché non ha permesso che sbocciasse…”non c’è nulla”, si ripete…l’ha stretta forte, come ad aggrapparsi a lei…ma vieta a se stesso di ripetersi, vieta a se stesso di provare ancora le dolci emozioni che Herm ha regalato lui, emozioni a lui nuove, lontane dalla sua vita, lontane…inafferrabili…immagina il corpo sinuoso di lei sotto le sue mani curiose…il suo respiro affannoso sulle proprie labbra…le piccole bianche mani di Hermione sulla sua nuca, le dita intrecciate nei suoi lisci, bruni capelli…la loro traccia, impressa a fuoco sulla sua pelle diviene bollente, insanabile…

Sento i tuoi respiri
Respirare i miei
Sento le tue mani
Calde su di me, calde su di me
Battiti di cuore
Stringimi di più
Siamo ormai vicini
Vieni insieme a me
Vieni insieme a me



Non lasciarmi ora. Stai ancora un po’ con me. Non andare via ancora….
Ogni volta che ti vedo, ogni volta che sei qui con me e ti stringo così forte da farti male…ogni volta che ti copro di baci è come se tornassi a quella prima volta sulla spiaggia, come rivivere quell’alba meravigliosa, tornare al nostro primo bacio…ora, con l’alba che si avvicina, siamo qui stesi su questa stessa spiaggia che ci ha accolti la prima volta che ci siamo trovati, la prima volta che ci siamo visti per ciò che realmente siamo…

Noi due, anime perdute nella notte…

E noi ne siamo parte…così come questa notte ci appartiene…vaghiamo, anime perdute, intrecciate strettamente a questo sentimento che ci unisce…e ci divide. Ogni attimo vissuto intensamente, ogni notte come se fosse l’ultima…TI AMO…ora so che è tutto vero, ora capisco di amarti come mai ho amato…te lo ripeterò fino a che non ti convincerai che il nostro futuro è alla luce del sole…questo è ciò che più mi sta a cuore…Non finirà, te lo giuro…

Vele contro il vento sulle onde,
Dimmi che mi ami per favore…

Mi amerai mai come ti amo io? Mi sentirai ripetertelo fino a che comprenderai che non c’è nulla di sbagliato, che in ciò che proviamo non c’è nulla di cui vergognarsi…griderò al mondo intero che ti amo da impazzire…e capiranno…capiranno? Ma a noi poi cosa importa? Ti lasceresti condizionare da ciò che pensa la gente? Tu che prendi strade inaspettate, tu che hai sempre odiato chi vorrebbe i maghi divisi in base al sangue che scorre loro nelle vene, saresti capace di farti abbattere così?
Probabilmente queste sono tutte fantasie, fantasmi prodotti di una mente frustrata che si ostina a vedere problemi ovunque…aprirai gli occhi, alla luce di quest’alba bellissima…se non mi amassi non saresti qui fra le mie braccia…se non mi amassi credo che non capirei…”Mi ami?” Ti chiederò…vorrò trovare forzatamente un sì nella tua risposta, pronunciata con voce impastata…se mi ami, se davvero mi ami…ti prego, ripetilo fino a che le tue parole si imprimano a fuoco sulla mia pelle,fino a che il tuo amore dichiarato non scorra in me come linfa vitale…dimmi che mi ami per favore…

Prima che ritorni il sole.

 
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