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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: UNA STORIA DI VAMPIRI
Genere: Sentimentale, Drammatico, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC, AU
Autore: belladinotte galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/11/2006 22:24:39

In un tempo lontano Ginny incontra il suo principe delle tenebre.Davvero tanto OOC!grazie a kiunque voglia lasciarmi un commentino!!!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

UNA STORIA DI VAMPIRI


TRANSILVANIA, 17XX ...

Notte. Un grande palazzo in stile barocco. E' illuminato e dall'interno provengono centinaia di voci. é in corso un grande ballo in maschera per festeggiare il fidanzamento di 2 giovani ragazzi.
Tutti si stanno divertendo, nascosti dalle maschere. Tutti tranne una ragazza, sola, affacciata ad un balcone. E' assorta nei suoi pensieri, la testa abbandonata sulle braccia, pensa al suo promesso sposo, che non la ama, che la sposa soltanto per una discendenza di purosangue. Improvvisamente un rumore. Di scatto si volta e una figura è in piedi sul parapetto del balcone.
Lentamente si avvicina. E' un uomo. E' giovane e bello, i capelli sono lunghi e del colore del sole di una mattina d'inverno, gli occhi color del ghiaccio, il mantello nero fa risaltare il pallore della pelle.
Si ferma e, inginocchiandosi, la guarda.
La ragazza, che nel frattempo si era allontanata, lo fissa a sua volta, senza parlare. Passano alcuni secondi di silenzio interrotti soltanto dai rumori della festa che però giungono a loro ovattati.
Il primo a parlare è lui. Le chiede il suo nome. Lei risponde che il suo nome è Ginevra. Lui le dice che lo trova un bellissimo nome. Lei sorride. Il ragazzo, con un balzo, scende dal cornicione e la raggiunge. Si ferma davanti a lei, la fissa negli occhi. Con una mano le sfiora i capelli, avvicina il viso a questi, ne annusa il dolce profumo. Abbassa il viso fino al collo. Lo bacia. Lo sente liscio sotto le sue labbra carnose. Lei non oppone resistenza, è in suo potere. Apre la bocca, i suoi canini affondano nella carne debole della ragazza. Dolce , caldo sangue prende a scorrere nelle sue vene, innaturalmente vuote.
E' questo che lui fa. Ruba sangue di notte. Perchè lui è un vampiro.
Lei sente i sensi che la stanno abbandonando, gli occhi si chiudono, le braccia si abbandonano lungo i fianchi. Prima di svenire lo sente sussurrare al suo orecchio. E' il suo nome: Draco.


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Si risveglia. E' nelle sue stanze. Alcune persone sono attorno a lei, preoccupate. Le parlano, dicono di averla trovata svenuta sul balcone, di averla portata nelle sue stanze, che il suo promesso sposo sta accorrendo per confortarla.
Decidono di lasciarla sola. Ne approfitta per alzarsi e dirigersi allo specchio. Vede la sua immagine riflessa. Sul collo due strani lividi fanno presenza. Si avvicina di più per controllare meglio. Sono due buchi, strano. Sente la porta aprirsi violentemente, il suo promesso sposo, Harry, fa capolino da dietro questa. La sua espressione è preoccupata mentre percorre con lo sguardo tutta la stanza. Quando nota che Ginevra è sola questa cambia rapidamente in furente. Le si avvicina minaccioso, le dice che non deve più azzardarsi a tenere un comportamento del genere, o dovrà agire di conseguenza.
Continua a dirle, con la sua voce piena di disprezzo, che deve immediatamente ricomporsi e tornare a salutare i suoi ospiti. Poi può anche chiudersi in camera fino al giorno del loro matrimonio, a lui non importa nulla. Si gira, apre la porta, la guarda ancora irato per poi richiudere la porta con violenza.
Lacrime di frustrazione cominciano a scendere dai suoi occhi. Sbatte un piede con violenza a terra, sente la rabbia crescerle dentro.
Tutt' a un tratto le ampolle dei profumi esplodono. Le fragranze si mischiano minacciando di farla svenire nuovamente.
Scioccata si allontana, si mette a sedere sul letto, le lacrime che ancora scendono. Chiama la sua dama di compagnia a gran voce, che a lei suona stridula e tremante.
Quest'ultima entra da una porta secondaria, Ginevra le pone una domanda.
Si era improvvisamente ricordata del ragazzo del balcone. Le chiede chi fosse, ovviamente li deve avere visti assieme, dato che il suo futuro marito la fa seguire ovunque da lei, e che fine avesse fatto.
La donna le risponde di non aver visto alcun uomo insieme a lei, che non sa di cosa stia parlando. Le consiglia di prendere un calmante perchè la trova ancora parecchio agitata. Ginevra la congeda freddamente, dopo averle detto di pulire il piano davanti allo specchio.
La notte non riesce a dormire, i dubbi le lambiscono la mente impedendo l'arrivo del sonno. Quello strano ragazzo era diventato il suo chiodo fisso nelle ultime ore, voleva assolutamente scoprire chi fosse, voleva scoprire cosa fossero quei buchi sul collo, ne aveva una certa idea me preferiva non pensare a questa possibilità. In fondo bastava un pò di cipria e nessuno l'avrebbe scoperto.
Finalmente Morfeo la rapì, e una sonno movimentato la prese.


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Il giorno seguente si trovava a passeggiare per il parco cittadino. Camminava tranquillamente. La giornata era abbastanza calda per la stagione, un pallido sole rischiarava il vecchio manto nevoso sul terreno. I suoi stivaletti facevano presa salda sul terreno ormai scoperto. Molte persone hanno avuto la sua stessa idea, infatti ci sono vecchi e bambini, cani e altri animali, tutti spensierati, con un sorriso sulle labbra. Solo lei era ancora presa dal vorticare dei suoi persieri. Una voce la risvegliò dal suo stato di trance.
Vide un uomo correre. Era coperto da un pesante mantello nero, solo la parte inferiore delle gambe e le scarpe erano visibili, il resto era nero.
Stupita si ferma a guardare la scena. Un altro uomo lo insegue. E' il prorpietario della voce di poco prima. Indossa un' uniforme blu scura, che riconosce come il soldato delle truppe di Harry. Cacciatori di vampiri.
L'uomo coperto viene verso di lei. Lo sente sussurrare qualcosa che fatica a capire, tranne una cosa. Il suo nome. Quell'uomo conosce il suo nome.
Si gira verso di lui. Troppo tardi, è già lontano.
Dopo poco tutto torna alla normalità, come se nulla fosse successo. Tutti continuano quello che stavano facendo.
Anche lei continua a camminare. Non si accorge di essere arrivata in una parte del parco non frequentata. Qui il sole non filtra tra le fronde degli alberi, fa più freddo, una strana foschia aleggia in quel posto. La stretta al suo mantello aumenta. Il gelo le penetra nelle ossa. Strani rumori la inquietano. il cuore batte più velocemente.
Un fruscio.
Ormai sente il battito rimbombare nelle sue orecchie.
Un altro fruscio.
Si volta spaventata.
Niente.
Non sa perchè ma continua quella folle camminata verso il nulla.
Versi di animale danno un senso ancora più spettrale al bosco. Una mano sul cuore, quasi a volerlo fermare. In lontananza scorge una casa di pietra. Si avvicina, stupidamente curiosa. All'interno, capisce, è acceso un fuoco. Continua ad avvicinarsi. Ormai è a pochi passi dalla finestra, guarda dentro. E' una grande stanza. Un solo tavolo di legno fa la sua presenza, vi sono appoggiati sopra un grande libro dalla copertina marrone consunta, un calice di cristallo contenente un liquido rosso, probabilmente vino, segno che fino a poco prima la stanza aveva accolto un ospite. Continuò la sua ispezione. Effettivamente vide il camino acceso, un grande fuoco rosso scoppiettava all' interno. Un solo particolare disturbava l'occhio della spettatrice : una grande bara nera era appoggiata al muro antistante al camino. Appoggiò entrambe le mani sul vetro della finestra per guardare meglio dentro. Purtroppo non potè vedere altro perchè sentì una presa ferrea lambirle le spalle per farla voltare.
Il suo sguardo si scontrò con un altro di ghiaccio. Guardò il proprietario di questo e ne riconobbe il ragazzo del balcone.
Lui disse di trovarla ancora più bella della sera precedente con quell' espressione spaventata dipinta sul viso.
Una mano le accarezzava i lunghi capelli rossi, scappati alle forcine. Li annusò e riconobbe il dolce profumo di vaniglia.
Un ghigno si formò sul suo viso. Abbassò le sue labbra sul collo della ragazza. Sentì odore di cipria. La tolse con la mano, i buchi ritornarono visibili. Sorrise contro la pelle bianca.
La ragazza si riprese, lo spinse via dicendogli che era un disgraziato per come si comportava. Una risata senza allegria proruppe dalle labbra del ragazzo. Lei lo fissò sconcertata. Si stava arrabbiando, ma allo stesso tempo non riusciva a provare rancore verso quel ragazzo capace di farle provare certe sensazione anche solo sfiorandole il collo. Il vetro della finestra si ruppe. Entrambi fissavano sbigottiti i resti della povera ed innocente finestra.
La ragazza si portò una mano sul cuore, spaventata.
Lui invece si battè una mano sulla fronte, scotendo la testa.
Lei continuò a fissarlo con una sguardo scioccato.
Un altro ghigno sulle labbra di lui mentre le si avvicinava.
Le braccia a bloccarla ai lati, era praticamente spiaccicata al muro.
Le avvicinò le labbra alla bocca,leccandole e sfiorandole.
Lei non voleva interrompere quel contatto così lo lasciò fare.
Ma una domanda le uscì spontanea dalla bocca.
Cosa sei?
Non chi sei, ma cosa sei.
La guardò senza staccare la labbra dal suo polso. Nel frattempo la sua bocca si era spostata dalle labbra al polso.
La guardò per qualche tempo, poi le si avvicinò di nuovo. Le parlò quasi attaccato alla bocca.
Le disse di essersi irrimediabilmente innamorato di lei.
Le disse che avrebbe dovuto avere paura di lui.
Lei lo guardava senza capire.
Lui continuò dicendole che se avesse deciso di stare con lui lui le avrebbe donato la vita eterna.
Lei cominciò a capire. Gli occhi le si riempirono di lacrime amare. Lui le asciugò guardandola dispiaciuto.
Lei disse qualcosa che lui non si apettava.
Gli disse che aveva capito COSA era. Lui era una VAMPIRO.
Gli disse che il suo promesso sposo era colui il quale ne aveva uccisi a bizzeffe negli ultimi anni.
Lui dopo un momento di confusione capì che lei era la donna perfetta per diventare la sua sposa.
Le disse di essere il principe del male. Lui era il capo dei vampiri. Le disse che non gli interessava nulla di quel bamboccio presuntuoso che credeva di aver sterminato gran parte dei vampiri, la sua gente stava crescendo e divantava ogni giorno più forte.
Lei disse che si era inspiegabilmente sentita attratta da lui fin da subito. Che voleva essere sua e di nessun altro, che sarebbe diventata la sua regina del male.
Lui sorrise lasciando scoperti i canini allungati.
Le prese la mano.
La condusse all' interno della casa. Le disse che quello era il luogo in cui si rifugiava quando il sole faceva capolino da dietro l'orizzonte. Le disse che si sarebbero trasferiti nel suo grande castello, insieme. Insieme.
Era confortevole il calore del fuoco. Ginevra si avvicinò al camino, beandosi davanti alla fiamma.
Lui le circondò la vita da dietro. Le sussurrò all'orecchio che lui non sentiva nulla. Il caldo e il freddo, il fuoco e il ghiaccio erano lo stesso per lui. Il sole lo ripugnava, ma gli mancava la sensazione dei raggi sulla sua pelle. Ma i sentimenti erano rimasti immutati; riusciva a provare odio e amore, indifferenza e disprezzo, amicizia e fratellanza. Il suo cuore aveva smesso di battere ma non per questo la sua anima era morta.
Ginevra si voltò verso di lui senza sciogliersi dall'abbraccio. Gli disse di voler essere sua per sempre. Di morderla e farla diventare una vampira, come lui.
Lui sembrò pensarci un attimo. Le disse che di solito ci voleva del tempo per decidere. Lei lo zittì con un dito sulle labbra. Gli disse solamente : mordimi.
E lui lo fece. Per la seconda volta la morse, affondò i suoi canini nella dolce carne, con piacere, la sentì sospirare e portare le mani fra i suoi capelli. Le succhiò il sangue fino a farla morire.
Si staccò da lei, si procurò una ferita e le fece bere il proprio sangue.
La vide accasciarsi al suolo e dimenarsi. Il suo corpo stava morendo. Urla strazianti prorompevano dalla sua bocca. I crini rossi sul pavimento.
Si fermò.
Era morta.
Poi aprì gli occhi. Erano verdi pallidi, non più di quel bel color smeraldo.
Allungò le braccia verso di lui quando lo riconobbe.
Lui le sorrise e la prese in braccio. Entrarono entrambi nella bara. Dormirono insieme fino alla fine della giornata.





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Erano passati alcuni giorni dal suo cambiamento. Nessuno se ne era accorto. Nessuno si era curato mai di lei. Solo Draco la amava veramente.
Ogni notte andavano insieme in cerca di sangue fresco. Poi la riportava a casa per non far insospettire nessuno.
Stava camminando per il lungo corridoio che portava alla sua stanza. Avevano appena finito di cenare e lei, come ogni sera, non aveva toccato cibo.
Stava passando davanti lo studio di Harry quando sentì che stava parlando con qualcuno.
Il suo udito era diventato infallibile con la sua mutazione. Riuscì a sentire buona parte del discorso.
Stavano parlando di un piano che si sarebbe attuato il giorno seguente. Erano riusciti ad avere informazioni sul principe dei vampiri. L'avrebbero ucciso.
Ci sarebbe stato un attacco a sorpresa nella vecchia casa nel bosco. Avrebbero annientato quel sudicio individuo.
Alle 8 della sera a venire avrebbero attaccato con l'esercito intiero.
Ginevra corse nelle sue stanze, aprì la finestra e si buttò nel vuoto.
Atterrò come un felino e riprese a correre.
Arrivò alla vecchia casa di pietra, bussò insistentemente alla porta finno a quando Draco non la aprì.
La fissava sorpreso. Le chiese che cosa ci facesse così presto da lui. Poi vide le lacrime che cadevano dai suoi grandi occhi.
Le chiese cosa le fosse successo, l' avevano forse scoperta?
Lei scuotè violentemente la testa non riuscendo a parlare.
Lui le disse di calmarsi, che era al sicuro lì con lui.
Ginevra si calmò cullata dal suo abbraccio.
Gli raccontò tutto ciò che aveva sentito.
Subito Draco le disse di ritornare a casa, che doveva prendere provvedimenti.
Lo vide mettersi un mantello nero sulle spalle e uscire nella notte.
Lei tornò a casa, arrampicandosi su un albero rientrò nelle sue stanze. Passò la notte nell'ansia più totale, non bevve neanche quella sera e, quando vide che l'alba stava sopraggiungendo, chiuse i pesanti tendoni e si buttò sul letto. Si addormentò dopo molto tempo, spossata.





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L'intero esercito si stava apprestando a partire .
Harry la baciò possessivo davanti alle truppe. Le disse che si sarebbero sposati vincenti, che sarebbe ritornato e non avrebbe fallito.
Ginevra aspettò che si fossero allontanati abbastanza poi sparì alla vista.
Ormai nessuno poteva vederla, così, si fermò e si strappò di dosso quell'odioso vestito. Indossava un corpetto stretto e dei pantaloni neri che le fasciavano le lunghe gambe e non le impedivano i movimenti.
Aveva deciso che avrebbe combattuto. Sapeva che Draco non avrebbe approvato, ma ora lei si sentiva parte di quel mondo e non avrebbe lasciato vincere quel pomposo del suo fidanzato.
Arrivò velocemente alla casa. La trovò deserta. Vi entrò, titubante. Si sentì prendere alla gola da una stretta ferrea. Era Draco. Quendo la riconobbe la lasciò, sorpreso. Le chiese cosa ci facesse lì. Lei rispose che avrebbe combattuto per difendere quello che era diventato il suo mondo e che ormai era irrimediabilmente innamorata di lui, che non lo avrebbe lasciato da solo neanche se il mondo fosse finito in quel momento.
Lui la abbracciò stretta, le sussurrò all'orecchio che avrebbero vinto. Lei sorrise.





La battaglia era dura. C'erano state numerose perdite da entrambi i fronti. Draco era stato ferito più volte, come anche Ginevra. Molti uomini, riconoscendola, avevano cercato di non farle del male, per questo molti erano morti. Corpi erano abbandonati a terra. Il sangue era ovunque. Urla disumane nelle orecchie.
Harry aveva tagliato teste, infilato paletti nel cuore a più vampiri possibili. Ma lui cercava Draco. Era lui che voleva. Lo trovò poco lontano da lui impegnato in uno scontro con uno dei suoi uomini. Purtoppo quest'ultimo finì a terra privo di vita.
Harry gli si scagliò addosso. Cominciarono uno scontro.
Draco si rese conto che Harry non era uno stupido bamboccio, che doveva stare attento.
Intanto Ginevra si era accorta dello scontro che aveva preso atto poco distante da lei.
Si precipitò a dare man forte a Draco.
Purtoppo fu fermata da un'orda di uomini.
Cominciò a combatterli. Riuscì ad ucciderne abbastanza.
Draco era in difficoltà, le ferite che aveva lo stavano indebolendo.
La vista si stava piano piano offuscando, le forze stavano venendo meno.
Cadde a terra.
Ginevra e tutti quanti si fermarono a guardare questo scontro tra i due.
Lo scontro che avrebbe deciso le sorti del proprio popolo.
Draco respirava affannosamente. Cercò di rialzarsi. Non ci riuscì.
Intanto Harry aveva estratto un'alabarda dall'elsa e con un gesto fulmineo tranciò la testa di Draco.



Un urlo.
La testa rotolava lontano dal corpo.
Un ghigno malvagio sul volto di Harry.


Ginevra accecata dalla rabbia e dalla disperazione raccolse uno dei paletti a terra, arrivò al cospetto di Harry che, stupito, non riuscì a rispondere prontamente.

Si ritrovò con un paletto nel cuore.
Un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca. Riuscì solo a pronunciare il suo nome, sorpreso, prima di accasciarsi pesantemente a terra.


Alla fine dello scontro chi aveva vinto?
Chi era il vincitore e chi il vinto?
Ginevra aveva perso la persona che amava. Ormai la sua vita immortale che senso aveva?
Nessuno sapeva che fare. Erano tutti senza parole. Il principe dei vampiri era morto, Harry il grande capo delle truppe era stato ucciso dalla sua stessa fidanzata.
Lasciarono il campo lentemente, solo Ginevra rimase.
Inginocchiata accanto al corpo del suo amato.




Nessuno sa cosa successe in seguito.
Alcuni dicono che abbia preso il posto di Draco e che sia diverntata la regina delle tenebre, che non si sia mai sposata, che sia rimasta fedele al suo unico amore.
Altri dicono che si sia tolta la vita, disperata.
Altri ancora dicono che sia scomparsa nelle tenebre come solo una vampira può fare.







FINE
 
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