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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: CROSSOVER
Titolo Fanfic: IL MITO DI ATLANTIDE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver, Yaoi
Autore: yary galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/01/2003 20:31:23 (ultimo inserimento: 17/04/03)

nella misteriosa atlantide numerosi eroi s`incontreranno e scontreranno (yaoi e non)
 
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ATLANTIDE
- Capitolo 1° -

C’era una volta, tanto tempo fa, un regno chiamato Atlantide, in cui nessuno conosceva il significato della parola guerra,.
Un luogo dove gli abitanti convivevano pacificamente, senza lotte e senza massacri.
La pace regnava incontrastata in quell’oasi di beatitudine, grazie all’assenza di sentimenti negativi come l’ingordigia, la crudeltà, l’odio…
Tale situazione di benessere, però, cessò di colpo con la venuta di esseri malvagi, crudeli, che portarono in quel luogo incantato morte e distruzione.
Quegli individui erano denominati < umani >.
La loro sete di potere e conquista incombé sui poveri abitanti di Atlantide, che furono costretti a difendersi e ad impugnare, per la prima volta, armi. Oggetti che negano la volontà di vivere.
Ben presto iniziò una vera e propria battaglia, che inizialmente sembrò favorire le sorti del regno degli umani, essendo loro maggiormente preparati militarmente.
Quella riprovevole civiltà uccideva senza riserbo alcuno centinaia di vite, migliaia di innocenti, solo per soddisfare la sua bramosa sete di potere.
Ma avvenne un fatto singolare: soggetti appartenenti a quella categoria di persone decisero di allearsi con la popolazione di Atlantide, non condividendo affatto il malvagio comportamento adottato dalla propria gente.
Grazie all’aiuto di quegli uomini e quelle donne, la dinastia d’Atlantide riuscì a non soccombere, cominciando a addestrare i giovani nell’arte del combattimento, allo scopo di avere un esercito preparato e in grado di annientare quegli esseri malvagi.
Ma le guerre erano un’autentica tortura per quella popolazione, un tempo pacifica: ognuno doveva separarsi dai propri cari, addestrarsi militarmente e vivere in un mondo di desolazione.

Castello di Atlantide: giardino.
Due personaggi si stavano affrontando a colpi di spada, dimostrando un’abilità per il combattimento davvero notevole.
All’improvviso una delle due figure riuscì a disarmare l’avversario, facendolo cadere a terra e puntandogli l’arma all’altezza della gola.
“Devi stare più attenta, Nami. Se ti distraessi, come adesso, in un vero combattimento, il nemico ne approfitterebbe per finirti definitivamente.” constatò dopo essersi tolto il casco di protezione, lasciando che i raggi del sole illuminassero il suo paradisiaco viso.
Era un bellissimo ragazzo sui diciassette anni, dai bei capelli neri un po’ a punta e di statura piuttosto alta.
Aiutò la figura a terra ad alzarsi, porgendogli la mano.
Quest’ultima accettò la sua offerta d’aiuto e quando fu finalmente in piedi, si scoperse il volto, esclamando:
“Lo so’, lo so’” e si passò una mano tra i suoi stupendi corti capelli color arancione. Si trattava di un’affascinante ragazza: occhi scuri, corporatura esile e scattante, faccino vispo e incantevole.
“Dai” le disse passandole un braccio sulle spalle “andiamo a bere qualcosa. E’ da più di sei ore che ci stiamo allenando.”
“Volentieri.”
S’incamminarono, diretti al balcone del palazzo, dove li aspettavano dei boccali colmi di delizioso e rinfrescante succo di rose, preparato dall’incantevole persona che li attendeva con un magnifico sorriso sul volto, ovvero l’imperatrice d’Atlantide, Bulma. Il vento scuoteva i delicati capelli turchini della regnante, mentre i suoi immensi occhi azzurri guardavano i due ragazzi che lentamente si avvicinavano.
“Ciao mamma!” urlarono i due baciando le candide guance della regina.
“Buongiorno ragazzi. Gradite del succo di rose?”
Akira: “Si, grazie mami”
Nami, asciugandosi il sudore dalla faccia: “Uff, accidenti a questa stupida ed inutile guerra!”
Bulma, sospirando: “Purtroppo è l’unico modo che abbiamo per liberare il nostro paese.”
A: “Vero…e tutto questo a causa degli umani! Maledetti! Sono solo degli inutili parassiti da eliminare!”
B: “Akira! Non affermare mai una cosa simile. Ricorda che se noi oggi sappiamo contrattaccare efficacemente il nostro nemico, lo dobbiamo all’aiuto che ci hanno concesso alcuni umani”
A: “Per me l’hanno fatto solo per interessi, per accaparrarsi gli inestimabili tesori del nostro regno.”
N: “Non devi essere così categorico con loro, Aki. Ci sono persone buone e cattive, indipendentemente dalla loro appartenenza razziale”
B: “Tua sorella ha ragione, tesoro. Queste parole non devi scordarle mai, mai”
A: “Sarà, però…io non riesco a dimenticare le povere vittime che hanno subito la ferocia di quei maledetti! Boschi incendiati, case distrutte, persone morte, abbandonate sulla strada come se fossero degli stracci! No, io non potrò mai rispettare degli esseri indegni come loro! Individui che hanno ammazzato il mio popolo senza alcun ritegno, uccidendo poveri e indifesi bambini, che l’unica colpa che avevano era di essere abitanti di una civiltà diversa da quella di quei sanguinari!” affermato questo, scappò via, andando a sfogare la sua rabbia lontano.
B: “Povero figlio mio…”
N: “E’ troppo intollerante. Un buon principe non si comporterebbe in quella maniera”
B, fissando la figlia: “Tu credi? Io invece sono assolutamente convinta che Akira sia un ottimo principe. Ha molto a cuore le sorti del suo regno…e della sua gente. Detesta assistere all’uccisione d’innocenti.”
N: “Anch’io odio vedere migliaia di vite stroncate inutilmente, ma sono conscia del fatto che non muoiono solo <nostri> sudditi, ma anche degli umani buoni fanno la loro stessa sorte.”
B: “Anche questo è vero. Sei molto acuta, Nami cara”
Goku: “Logico, dopotutto è tua figlia, tesoro”
N: “Papà! E ci sei anche tu, fratellino!”
L’interpellato rivolse un caloroso sorriso alla ragazza, avvicinandosi a questa.
Come il fratello e la sorella, anche lui era dotato di una bellezza indescrivibile: biondi cappelli d’oro, pelle bianca e delicata, occhi profondi e azzurri, come il mare.
B: “Avete finito l’allenamento?”
Goku, dando un casto bacio alla moglie: “Si, e devo sostenere che Yamato migliora giorno dopo giorno”
N: “Davvero? Complimenti fratellino!” urlò abbracciando il biondino.
Y: “Farei volentieri a meno di questa bravura. Detesto sopra ogni altra cosa combattere”
Bulma: “Lo so’ caro, ma non abbiamo altra scelta.”
Nami: “Questo non è vero”
Tutti i presenti rivolsero lo sguardo sulla principessa.
Goku: “Che intendi dire, Nami?”
N: “Potremmo discutere con gli umani, cercare di farli ragionare…Un patteggiamento, insomma”
Yamato: “Non è così facile: dovremmo comunicare con persone piuttosto ostili nei nostri confronti…”
“E poi non accetterebbero mai” affermò Sendoh, ricomparendo.
Y, saltando in braccio al ragazzo: “Aki!”.
A: “Ciao fratellino!”
Nami: “Non preferiresti risolvere il dilemma senza carneficine?”
A, rivolto alla sorella: “Certo, darei qualunque cosa per farlo. Ma sono consapevole che gli umani non accetterebbero mai un compromesso. A meno che noi non ci consegnassimo a loro…”
G: “E questo è inaccettabile!”
A: “Appunto. E poi io non desidero avere nulla a che fare con quella gente!”
Y: “Non essere così cattivo! Rammenta che alcuni di quegli umani che tu disprezzi tanto ci stanno aiutando.”
N, sorridendo: “Tu dici così perché sei innamorato di uno di loro, in particolare di un comandante castano, con una specie di dinosauro come amico!”
Il biondino arrossì notevolmente, mente gli altri risero, ad eccezione dell’alto principe.
A: “Già…ancora non ho compreso cosa tu possa trovarci in…”
Y: “Akira, non ricominciare! E poi hai constatato pure tu che Taichi è un bravo ragazzo”
A: “Hm, si, ha dimostrato più volte la sua onestà e generosità. Ma fossi in te, io non mi fiderei troppo”
N: “Oh, andiamo Aki! Basta con questi discorsi. Andiamo a mangiare qualcosa? Sto’ morendo di fame!”
Y & A: “Ci sto!”
E i tre giovani si precipitarono in cucina, mentre i loro genitori li osservavano divertiti.
G: “Non sembrano proprio fratelli, eh?”
B: “Fisicamente no, ma tutti e tre hanno in comune una spiccata intelligenza e un grande cuore. La prima caratteristica deriva dalla madre, ovviamente!”
G: “Hm, che modestia!”
Scoppiarono a ridere, per poi baciarsi dolcemente.
“Chiedo scusa, imperatore”
Una piccola figura immersa nel buio fece il suo ingresso.
G: “Oh, Hiei, vieni avanti, accomodati!”
Il soggetto in questione si avvicinò, così la luce solare poté investirlo con tutta la sua potenza.
B: “Prego, siediti Hiei. Gradisci del succo di rose?”
H: “No, grazie. E poi preferisco stare in piedi.”
Hiei era un piccolo spettro di Atlantide, molto potente e temuto da tutti. Il suo potere infatti era immenso, capace di distruggere eserciti formati da migliaia di soldati; indossava costantemente un lungo mantello scuro e una fascia ricopriva l’occhio malvagio posto sulla fronte. A molti la sua vista incuteva timore, essendo sempre serio, taciturno e solitario. Ma proprio questa sua misteriosità, insieme al suo bell’aspetto, lo rendeva molto affascinante.
H: “Altezza, il nemico si avvicina sempre di più. Tra poco raggiungerà gli accampamenti situati sulla collina di Timperia.”
G: “Maledizione! Questa non ci voleva!”
H: “Dobbiamo assolutamente mandare dei rinforzi o finiranno col distruggere le nostre truppe.”
G: “Chi comanda quella divisione?”
H: “Kurama.”
B: “Ah! E tu vorresti raggiungerlo, ovviamente!”
H, arrossendo lievemente: “Veramente….io…”
G: “Bulma!”
B: “Oh, andiamo caro, la loro relazione non è mica un segreto!”
G: “Certo, ma è la sua vita privata, noi non dobbiamo intrometterci…A proposito, come sta Kurama, Hiei?”
B: “Come?! Prima mi sgridi per la mia sfacciataggine, poi ti dimostri più inopportuno di me!”
G: “La mia era una semplice domanda!”
Hiei, diventato bordò per l’imbarazzo: [Io questi li strozzo!] “Ehm, scusi maestà, ma credo che dovremmo tornare sulla questione relativa alla guerra”
G: “Oh, certo, certo. Vediamo…penso che la tua idea sia azzeccata, Hiei. Raduna dei soldati e mandali a Timperia.”
H: “Ci sarebbero anche altri eserciti che dovrebbero partire per difendere le coste dell’est e del nord-ovest.”
G: “Sono quelli sprovvisti di comandante, vero?”
H: “Esattamente.”
G: “Hm…i miei uomini cominciano a scarseggiare…Ah! Ho trovato: manderò i miei figli!”
B: “Cosa?! Levatelo dalla testa, Goku! Non lascerò che i miei angioletti corrano il rischio di finire ammazzati! Per di più loro detestano questa inutile e rovinosa guerra!”
H: “Tutti la odiano.”
Bulma fissò intensamente il comandante.
G, poggiando una mano sulla spalla della consorte: “Tesoro, so bene quello che provi. Ma tutti i nostri sudditi stanno combattendo per difendere il nostro regno. Non possiamo fare dei favoritismi, anche se si tratta dei nostri figli. Non sarebbe corretto”
B, singhiozzando: “Sigh! I miei piccoli…”
G: “Hiei, avvisa gli uomini dei loro nuovi comandanti: Nami andrà ad est, Akira a nord-ovest e Yamato comanderà le truppe di rinforzo per Timperia.”
H: “Non vi sembra che il principe Yamato sia troppo giovane per partecipare a una guerra? Ha solo tredici anni”
G: “Ho mandato anche altri ragazzi della sua stessa età. Non abbiamo scelta”
L’imperatrice intanto continuava a piangere, incapace di smettere.
H: “D’accordo, ma siete sicuro che sarà in grado di comandare un intero esercito? Da solo?”
G, meditando: “Hai ragione, ma…potresti accompagnarlo tu.”
H: “IO?!”
B, afferrando le mani del demone: “Ti prego Hiei. Accompagnalo. Ti scongiuro!”
H, guardando incerto la sovrana: [Porca miseria! Che situazione! Non posso rifiutarmi, sarebbe una vigliaccheria! E poi così avrei la possibilità di rincontrare Kurama. Sono tre mesi che non lo vedo…]
H, staccandosi dalla stretta di Bulma: “Va bene.”
B, baciandolo freneticamente sulle guance: “Grazie! Grazie!”
H, staccandosi con uno scatto: “Maestà! Sapete bene che detesto sopra ogni altra cosa essere toccato!”
B, con un sorrisino malizioso: “Ne è a conoscenza anche Kurama?”
Le guance dello spettro erano talmente rose da sembrare dei pomodori.
H: [Un giorno o l’altro l’ammazzerò!]
Goku: “A proposito Hiei, che risposta ha dato la regina d’Angar? Ha accettato di allearsi con noi?”
H: “Non conosco la sua decisione. Ho mandato un mio subordinato per informarla della nostra proposta un paio d’ore fa, non capisco come mai non sia già arriva…”
Improvvisamente una violenta tromba d’aria comparve, scaraventando i boccali di qua e di là e scuotendo violentemente i vestiti dei presenti. L’imperatore Goku proteggeva con il proprio corpo la bella regnante, mentre il demone del terzo occhio restava impassibile, senza muoversi o scomporsi.
La raffica di vento progressivamente sparì e comparve un giovane ragazzo, dai capelli rossi e orecchie a punta, caratteristica che possedevano tutti gli abitanti originari d’Atlantide (anche le famiglia dell’imperatrice).
J: “Sono tornato!”
H: “Questo lo vediamo anche noi!”
B: “Bentornato, Jin. Ti offrirei del succo di rose, se tu non avessi distrutto l’ampolla che lo conteneva”
J: “Oh, sono spiacente maestà”
H: “Cosa ti ha risposto la regina?”
J: “Oh, ecco, lei, prima di prendere qualsiasi decisione, vorrebbe parlare direttamente con voi, vostre maestà”
G: “Con noi? Ciò è impossibile: io devo recarmi al nostro accampamento militare sulla costiera dell’ovest, per respingere i nemici che hanno già cominciato ad invadere quella zona; e Bulma deve rimanere ad Atlantide per organizzare le difese del nostro regno.”
J: “Non potreste mandare uno dei vostri figli/e”
B: “Giusto”
G: “Ma cara, devono già dirigersi da tutt’altra parte”
B: “Vorrà dire che prima incontreranno la regina d’Angar. E’ un’alleanza troppo preziosa da sprecare.”
H: “L’imperatrice ha ragione”
G: “Hm, e sia. Però chi? Quale persona è la più qualificata per questo genere d’impresa?”
B: “Opterei per Nami, caro. E’ molto intelligente e sa’ risolvere molte situazioni intricate.”
H: “Si, anch’io credo che la principessa sia la più indicata”
G: “Sono del vostro stesso parere. Bene, allora Nami andrà ad Angar”
H: “E’ meglio che le affidiate un abile guerriero, però. Rammentate che da quelle parti gli umani hanno costruito un accampamento”
G: “Vero.”
J: [Gulp! E’ quello capitanato da…da…] “Maestà, scegliete me, vi prego. Desidererei accompagnare io la principessa”
H: “Tu?”
B: “Puoi svelarci il motivo di questa tua volontà?”
J, zittendosi un attimo: “Sono…motivi personali, mia imperatrice. Tra l’esercito degli uomini…è presente una persona a me molto cara…”
Tutti: “Tra l’esercito degli uomini?!”
J: “…proprio così”
Goku rimase silenzioso per un paio di minuti. Poi riprese a parlare: “Non conosco le cause di questa tua decisione, né le voglio sapere. Sei un valido guerriero, coraggioso e forte, sono certo che proteggerai mia figlia con tutte le tue forze.”
J: “Oh, grazie vostra altezza!”
B: “Hiei, raduna gli uomini necessari per le varie missioni, per favore. Io andrò a prendere le armi per le vostre future battaglie.”
Il piccolo spettro annuì silenziosamente, scomparendo in un secondo.

In un accampamento, intanto…
“Capo, avete ordini?”
“Chiama i più valenti capitani del mio esercito. Portali da me, gli voglio parlare.”
La guardia eseguì l’ordine, scomparendo dalla vista del grande capo.
La figura di questa persona incuteva timore a chiunque gli si avvicinasse: occhi grandi, scuri e cattivi; capelli abbastanza lunghi, neri come la notte; di statura piuttosto bassa e di una crudeltà ormai leggendaria: la malefica donna che aveva ordito la guerra contro Atlantide: Pan. (perdonatemi fans di lei)
Ad un tratto quattro figure, di cui una di queste accompagnata da uno strano animale, entrarono nella sala:
si trattava dei più forti guerrieri del regno umano. Nessuno era mai riuscito a sconfiggerli ed erano il punto forza dell’esercito degli umani.
“Ci avete chiamato, mia signora?”

Continua…


 
Continua nel capitolo:


 
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