MARK AND JADE
- Capitolo 1° -
After the lights
<<Quindici minuti di pausa! Preparate il prossimo set!!>> disse il regista nel suo megafono. Mark sospirò sollevato. Era una giornata davvero afosa, per niente indicata per girare film invernali come invece stavano facendo loro. Ragiunse l'ombra rinfrescante dell'accampamento della troupe e si tolse il pesante maglione di lana, restando a torso nudo. Si diresse al bar e ordinò una bibita ghiacciata. La giovane barista lo fissò per un attimo, poi sorrise e gli preparò una limonata. Lui la squadrò allo stesso modo. Capelli corti, castani con striature bionde, occhi verdi, fisico appetibile. Una come le altre. Ormai era abituato a quel tipo di cose. La folla delle fans ad ogni suo film cresceva a vista d'occhio. Ragazzine urlanti che avrebbero fatto qualsiasi cosa per passare una notte con lui. Era così da quando aveva inziato a fare l'attore, a 17 anni. All'inizo recitare gli piaceva, lo faceva sentire vivo. Poi ben presto la smania di diventare sempre più famoso, più ricco, di essere sempre al centro dell'attenzione finì per fargli perdere se stesso. La sua vita divenne vuota, priva dell'affetto di una famiglia o di una donna. I pochi amici che aveva, si ricordavano di lui solo quando usciva un nuovo film. Questi pensieri lo tormentavano ogni notte, ogni volta che passava le ore buie con una donna diversa. Eppure nessuno avrebbe mai detto che lui, Mark Owen 22 anni, capelli castani, occhi dorati, pelle abbronzata e fisico da surfista, si sentiva così solo.
<<Tutto bene?>> chiese la ragazza, porgendole un bicchiere colmo di limonata ghiacciata
<<Sì, grazie.>> si riscosse Mark <<Sono solo stanco.>>
<<Dev'essere faticoso fare l'attore...>>
Lui alzò lo sguardo, cercando di capire se il suo tono di voce era sarcastico o meno. Ma non ci riuscì. Lei aveva un'espressione enigmatica, un qualcosa a cui non era abituato.
<<Sei nuova di qui.>> notò Mark, bevendo un po' di limonata <<E' da un mese che stiamo girando ma non ti avevo mai vista.>>
<<Infatti, sono venuta a sostituire mio zio che si è slogato un polso. Tra una settimana andò via. Mi chiamo Jade.>>
Lei gli tese la mano, lui la strinse e rimase sorpreso. Non era svenevole o tremolante come quelle delle sue tante donne. Era normale, sicura, delicata. Improvvisamente sentì il bisogno di stringerla a sè e proteggerla da tutto e tutti. La voce del regista lo riportò alla realtà.
<<Mark! Vieni che ricominciamo!!>>
<<Buon lavoro!>> le gridò dietro Jade mentre il ragazzo si allontanava velocemente.
Il resto della giornata passò in men che non si dica. Mark aveva in testa nient'altro che il sorriso di quella ragazza, così diverso da quello delle altre persone...
Nei giorni che seguirono i due ragazzi si incotrarono molto spesso. Passavano insieme i pochi minuti di pausa di Mark e si ritrovavano ogni sera sulla terrazza dell'albergo che li ospitava. Con lei, Mark si sentiva bene. Ben presto scoprì di avere molte cose in comune con quella ragazza e si rese conto che con Jade ogni cosa aveva senso. Erano sentimenti che non aveva mai provato prima, per nessun'altra. E la cosa lo spaventava un po'. Il giorno precedente alla partenza di Jade, il ragazzo non riuscì a vederla. Era talmente impegnato che non riuscì neanche a trovare un minuto di pausa. Ma come al solito si incontrarono la sera. E dopo che le luci si spensero in quella stanza d'albergo, dopo che tutti i gridi vennero soffocati, la voce di lei risuonava forte nella testa di Mark. Dopo che le luci si spensero, capì che c'era qualcosa oltre la fama e il successo. Quando il sole illuminò quella malinconica stanza, Mark si ritrovò solo. Lei era partita e lui non l'avrebbe mai più rivista. Per quel giorno decise che non avrebbe lavorato. Non avrebbe potuto. Non riusciva a togliersi quella ragazza dalla testa. E quella notte, la puù bella di tutta la sua vita, era certo che non l'avrebbe dimenticata.
Passarono anni, quando le loro strade tornarono ad incrociarsi. Anni che Mark aveva passato a rivivere quella notte, a riassaporare il bacio di lei, sperando di rivederla sorridergli, sperando che la sua vita avesse nuovamente un senso. E in quel pomeriggio di fine autunno, quando la vide camminare con quello che credette essere suo fratello per il centro della città, lui capì che niente in quei lunghi anni era cambiato. Le andò incontro, deciso a salutarla , a baciare nuovamente le sue morbide labbra. Ad amarla. Ma qualcosa lo trattenne. E fu l'anello di fidanzamento che spiccava al dito di lei.
<<Jade...>> provò a dire, invano. Le parole gli erano morte in gola e Mark si ritrovò del tutto incapace di dirle quanto le era mancata, che assaporava ancora il sapore delle sue labbra.
Quando Jade lo vide, abbassò rapida lo sguardo cercando di ignorarlo. Strinse forte la mano del suo bambino e accellerò il passo. Quando gli passò accanto, non resistette. Alzò lo sguardo. E rimase impressionata. Gli occhi del suo bambino erano identici a quelli di Mark....
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Salve a tutti!!! E' parecchio che non scrivo più niente, così ho deciso di rimediare con una one shot. Questa fic ha una storia particolare. Qualche giorno fa ho comprato un cd di un gruppo musicale americano, gli Sweetbox, e tra le loro canzoni ce ne era una molto bella dal titolo appunto "After the lights". Il suo testo mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di scriverne una one shot. Spero che anche voi l'abbiate apprezzata!!!
Mi raccomando, commentate in tantiiiii!!!
Baci, Akireru.
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