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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: EROS IL DIO BAMBINO
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: cobweb galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/11/2006 15:06:54

`` e scende il sipario sullo scenario che hai costruito. per te, per noi, per la tua vanità, per il mio orgoglio, per i nostri peccati``(riposto) D/Hr
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -


Questo è il seguito di "rosso come rosso fu il colore della succosa melagrana di persefone" non è obbligatorio leggerla per capirci ma se volete farlo (per chi non l'avesse già letto) basta cliccare nella gallery.... Cobwy ^-^

* Eros, il dio bambino, che in questa "leggenda" non crebbe mai perchè non venne mai a sapere del fratello Anteros. *

cap1 - capitolo unico -

**********

Notti da brivido e giorni di speranza innocente.
Ma finalmente il giorno atteso è arrivato.…
Stanotte hanno rubato la luna ed il cielo è troppo scuro anche per aver paura.
I colori cupi, le stelle senza luce, i tuoi occhi che mi stanno guardando, mentre ti avvicini, sicuro nel tuo mantello nero che ti protegge dal mondo, ignari del tumulto del mio cuore.
La gola arsa e un desiderio di tuffarmi nel liquido nero del mare per cercare nei flutti i brandelli del mio sogno.
Quanto tempo occorrerà perché il desiderio di te si esaurisca in modo che io possa ritrovare un poco di pace?
Ma l’attrazione e il desiderio sono figli dell’impossibilità e in ogni mio respiro sento il riecheggiare di storie segrete. Segrete e lontane.
E questa per me è una condanna.
Ho freddo e mi sembra di sentire ancora l'impronta del tuo corpo sul mio, i sensi ormai assopiti dalla lontananza e dall'indifferenza, e mi lascio colpire dalle parole che sputi contro di me, insieme al tuo disprezzo, il capo chino, senza respirare perché l'aria si ferma lì in gola dove fa più male e non va oltre, dove annaspano i polmoni affamati.
Guardati! Cazzo, guardati con i miei occhi!
Ascolta come suona la tua voce…
Solo per un istante, solo per mezzo secondo, guardati!
Ma è il mio destino, quello di stare dall'altra parte dello specchio e di vedere la Verità, senza potertela gridare perché tu, ormai, eviti anche il mio sguardo. O forse sono io che la verità non l’ho mai voluta accettare.
Non hai capito che siamo ed eravamo imperfetti?
Anche tu, puro di sangue e nobile di stirpe, eri e sei imperfetto.
Proprio come me, ciò che hai sempre disprezzato.
Forse è per questo che la nostra storia era vera..
Ed anche il mio amore è così.
Imperfetto ed invisibile.
Lo sento anche se non c’é.
E’ con me anche se non si vede.
E’ dentro di me.
Radicato nel profondo.
Cresciuto nelle recondità del mio animo incorrotto.
Un amore osceno e perverso, nato in un mondo che non mi appartiene. Che non ti appartiene.
E stanotte è qui tra il silenzio e l’attesa.
E’ un momento prima della pace.
Quella del corpo e quella dell’anima.
Il bisogno di rallentare una folle corsa.
E’ il dolore per essersi scontrati contro la realtà.
E’ ricordare, senza aggiungere altro dolore.
È velato di egoismo come i miei occhi velati di lacrime invisibili.
Ma poi chi, quale amore, in fondo non lo è?
Non siamo forse egoisti nell’amore?
Non amiamo per essere amati a nostra volta?
Persino gli antichi greci narravano che Eros o Cupido, figlio di Venere, abbia dovuto aspettare la nascita del fratello Anteros, “colui che ricambia l’amore”, per poter crescere a sua volta.
Si ma, il mio amore è misto alla vanità e alle apparenze.
Più precisamente alla tua vanità e alle nostre apparenze, quelle che abbiamo costruito, muro impenetrabile contro la nostra debolezza.
Ci sono momenti in cui l’amore ci chiede dimostrazioni, prove, verità.
E le ha chieste anche a noi, ricordi?
Ma noi queste prove non le abbiamo superate;
Ci chiedevano troppo,
Chiedevano la rinuncia ai nostri maggiori peccati e difetti.
Chiedevano il mio orgoglio.
Chiedevano la tua vanità.
Chiedevano l’orgoglio del grifone e la vanità della serpe.
Ed era semplicemente troppo.
O forse no, era solo che eravamo noi troppo pigri.
Pigri per combattere, pigri per difenderci, solo pigri…e demotivati…
O forse, è molto più semplice:
ero solo un gioco, un gioco perverso e contorto e privo di razionalità, per intrattenerti, per provare qualcosa di inferiore a te, per scaldarti le lenzuola… e non mi hai mai amato, semplice.
Ma io si.
E ora, stanotte,
mentre mi fissi da sotto un cappuccio nero, che nasconde la tua fragilità;
mentre una ciocca bionda e pura, come il giaccio che un tempo i tuoi occhi custodivano, scivola fuori all’aria della notte pungente;
mentre l’argento non compare, codardo e vigliacco come il più viscido dei rettili;
il mio amore è qui,
ed è il piacere di averlo divorato con passione e la delusione per averlo consumato troppo rapidamente.
Ma ormai che importa, sto per ricevere la pace tanto attesa con la consapevolezza che il tuo amore non è mai esistito, probabilmente da Principe di Serpeverde quale sei, da fedele seguace dell’Oscuro e delle orme di tuo padre, non ti è lecito amare se non te stesso.
Certi sentimenti e relazioni nascono perché esiste un Destino maligno che, anziché favorire le passioni lecite, sembra assumere le sembianze di un mitologico diavolo con ali bianche perché solo con quelle sfiorerà le sue vittime.
E Cupido secondo alcuni non era forse mezzo demone?
Ma allora cos’è quel luccichio che spunta timoroso in un angolo delle tue iridi algide?
Possibile che anche gli angeli dannati piangano?
Ma forse è solo l’impazienza e l’attesa e l’emozione.
Una svista della mia vacillante lucidità.
Della ragione che non ho più, come dicono molti, da quell’ultima notte.
E so che non è così perché la mia lucidità non ha mai brillato tanto quanto stasera;
ma io non sono Pericle, che anche moribondo, si meravigliò e ammonì i suoi amici più cari per averlo considerato tale.
E comunque un po’ ci spero, di aver perso il senno intendo, perché se no ora, che non c’è più tempo, dovrei trovare risposta a questa mia incertezza perché quello sfolgorio nei tuoi occhi mi è parso davvero di vederlo…
E forse è vero che anche gli angeli maledetti piangono…
E io non lo saprò mai. Un duro colpo per la mia sete di conoscenza. Ecco perché spero di non aver più criterio.
Ma non c’è più tempo ormai e scende il sipario sulle stelle, sull’incantevole scenario che hai costruito.
Per te, per noi,
per la tua vanità, per il mio orgoglio, per i nostri peccati.

Addio Draco.



FINE


 
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