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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL MIO DESTINO SEGNATO DAL FATO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: fuffychan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/11/2006 14:09:43

questa è una vita sensa senso!!!ed è la mia!!!
 
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CAPITOLO UNICO!!!!!^^
- Capitolo 1° -

La cosa più importante che ho imparato fino ai miei quindici anni di vita è proprio sopprimere i propri sentimenti in modo che le persone che ti circondano non soffrino per te…anche se questo significa piangere e piangere per tutta la vita.
Questo è un dolore che nemmeno un anziano saggio potrebbe comprendere, questo è il più forte dolore che io abbia mai affrontato.

L’autunno e l’inverno dei miei 11 anni.
Era l’8 settembre ed era il mio primo giorno di scuola alle media, un’emozione folle, non potete immaginare quanta agitazione, ma voi direte: tutti ci siamo passati e tutti abbiamo provato gli stessi sentimenti! Ma per me era diverso.
Io sono una ragazzina straniera molto timida, un tempo che fu ero una bambina molto allegra e forte che non piangeva quasi mai, ma dopo un brutto incidente, la mia vita cambiò, fino ad arrivare a quel maledetto giorno che fu il primo giorno di scuola media.
La classe mi era tutta nuova. Per mia fortuna, ma anche sfortuna, avevo in classe due mie compagne delle elementari: Serena, sempre pronta a consolarmi, e Sandy che fu, in prima e seconda media, la mia migliore amica.
Ero una ragazza molto debole e non capivo che la gente che mi circondava si stava solo beffando di me, ma in un certo senso grazie a loro era rinata in me quella bambina che tanto tempo fa si era addormentata. Grazie a loro ho vissuto giorni di forte disagio e di paura che avevano dato, alla mia personalità, un tocco in più, una spinta per tornare la Elena forte che ero tanto tempo fa.

L’estate dei miei 12 anni.
La scuola stava quasi per terminare e io, contenta di andarmene da un posto orribile come quello, me ne tornai in Cina senza avvertire nessuno.
Quella fu la mia estate più noiosa…era fatto solo di studio e di lavoro, tra moda e dezire, le cose che io odio di più al mondo, ma che dovevo fare se volevo curare la mia malattia: la solitudine.
Infatti mi sentivo sola, senza una vera amica con cui confidarmi, senza una persona che potesse guidarmi verso la giusta strada, ma in fondo il fato aveva già deciso…io sono una ragazza che morirà di solitudine e di dolore.

L’inverno dei miei 12 anni.
Questo, secondo il mio cuore, era il più freddo inverno che avessi vissuto.
Tutto pesava sulle mie spalle e come se non bastasse questa fu la stagione in cui il fato iniziò il conto alla rovescia: la mia vita doveva giungere al termine.
L’inverno dei miei 12 anni è l’inverno della mia seconda media dove avevo iniziato ad avere una vera amicizia con Anna e Francesca.
Cercavo di non legarmi troppo a loro per non portare una grande delusione a loro. Non volevo che soffrissero e si preoccupassero per una ragazza come me. Senza animo né cuore da donare.

L’estate dei miei 13 anni.
Il fato aveva già scritto la mia storia e su quel foglio non c’era nemmeno una cancellatura: era tutto oramai deciso da loro, la mia vita finiva appena il fato avrebbe smesso di scrivere quel foglio che da bianco cominciava a colorirsi di nero, il nero dell’inchiostro. Io non avevo paura, ma soffrivo, avevo solo un desiderio, diventare una persona importante per pochi, ma mi bastava anche esserlo per una sola.
Come ogni anno anche questo, ero costretta a passarla in Cina, ma questo anno il mio cuore aveva aperto le porte che fino ad allora hanno cercato di stare chiuse o al massimo socchiuse, invece quella volta si aprirono del tutto.
Durante la mia fatica passata in Cina incontrai due ragazze, una della mia stessa età e l’altra un po’ più grande. Loro avevano un fratello Lorenzo di cui mi innamorai a prima vista.
Quella volta avevo passato le più belle vacanze, anche se dovevo sempre studiare e lavorare.

L’autunno dei miei 13 anni.
Come un battibaleno, l’estate era passata, mi aspettava di nuovo la scuola media, ma con tutto il mio stupore, c’era gente che si era preoccupata tanto per me e che non vedevano l’ora di rivedermi.
Prima di tornare a scuola mi aspettava un’ultima cosa da fare: parlare con mio padre.
Lui mi avvertì e mi disse:” è ora di crescere seriamente, smettila di legarti a quella ragazzina, o finirai solo per farle del male, ma non solo a lei.”
Io capivo benissimo cosa voleva dire mio padre, che dopo quella volta io non ebbi più l’opportunità di parlargli una seconda volta perché lui partì.
Io volevo fare, a quelle persone a cui mi ero legata, del male, ma qualsiasi cosa facessi non funzionava perché loro mi perdonavano sempre e io dal dolore iniziai a sopprimere i miei sentimenti per soffrire meno, ma mi sbagliavo e senza nemmeno accorgermi mi ero ormai troppo legata a loro. Queste persone sono Giulia, Anna e Alessandra.

L’estate dei miei 14 anni.
Sin da piccola sognavo questa età, non so per cosa ma mi piaceva tanto, ma ora che ci sono arrivata, non ha più senso per me, più cerco di scappare e più peggioro la mia situazione, quindi aspettavo solo che il fato smettesse di scrivere il foglio, ma sapevo che questo forse sarà uno tra i dolori più forti che proveranno le miei amiche, ma non potevo farci niente, quando cercai di parlare a loro in faccia e dire le prime stupidate in modo tale che mi odiassero era già arrivata l’ora di ripartire per la Cina.
Con il cuore a pezzi me ne andai.
Qui in Cina, con il lavoro filò tutto liscio come l’olio, ma proprio qua il mio cuore iniziò a congelarsi, ero pronta per dire addio alle mie amiche. Tutte le persone che mi incontravano vedevano qualcosa di diverso in me: i miei occhi non esprimevano più nessun sentimento.

L’autunno dei miei 14 anni
Credevo di aver ormai dominato tutti i miei sentimenti e credevo di poter affrontare le mie amiche, ma mi sbagliavo di grosso, appena le vidi il mio cuore si scaldò subito e come se non bastasse il mio coraggio svanì portando con se il suo odio, ma quella felicità non fu eterna.

L’inverno dei miei 14 anni.
Mi aspettavano tanti lavori perché questo è il mio primo anno di liceo, ma non solo lavoro: le visite mediche.
Il fato è stato molto buono nei miei confronti e non so fino a quando sarà così buono con me.
I dottori continuavano a ripetermi che le miei condizioni peggioravano e che non sapevano dirmi quanto avevo ancora da vivere poteva essere 1 anno o forse 10 oppure potevo vivere anche fino ai 100 anni, nessuno lo sapeva, solo quando il fato poserà la penna io saprò se la mia vita è stata bella o no.
Per ora posso solo sperare, vorrei tanto vivere un giorno in santa pace lontano dal mondo, lontano da tutti, solo con i miei amici, ma non voglio parlare né di ragazzi né di niente altro. Vorrei rimanere in silenzio a fianco a loro perché anche quando il mio corpo si trasformerà in anima io sarò lì a fianco a loro.
Io voglio essere il vento, un vento simile ad un respiro.
A volte sarò il vento che ostacolerà la tua corsa, a volte quello che ti asciuga le lacrime o il vento che culla il tuo sonno. Voglio essere un vento così.
E voglio volare, voglio portare via la tristezza e portare gioia.
Quando sarai triste, basta che piangi e io sarò lì. Quando sarai felice, chiamami e io sarò lì.
Ma dato che siamo ragazze ci sono volte in cui ti stanchi, volte in cui trattieni le lacrime. Perciò in momenti come questi, io verrò volando da te e ti terrò stretta gentilmente.


come vi è sembrata?????
nn è un gran ke come testo...ma portiate pazienza...è la prima vlt ke scrivo una storia!!!

vi prego di mandarmi i vostri commenti
bye bye fuffychan^^
 
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