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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: PIRATES OF THE MOON
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, RRS
Autore: lady-satana galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/11/2006 18:34:01 (ultimo inserimento: 07/12/06)

ecco a voi una nuovissima fic della coppia mewkaggy/lady-satana!ispirato a “la maledizione della prima luna” e “inuyasha”… pirati of the moon!
 
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MY DREAM IN YOUR EYES
- Capitolo 1° -

Salve a tutti^^ le due sorelle virtuali( Mewkaggy e lady-satana) più affiatate che mai si sono riunite per scrivere una nuova ed emozionante fic! Eheh riuscite ad immaginarvi la serie di Inuyasha scaraventata in un mondo di pirati? Beh per saperlo dovrete solo leggere XDDDDDDDDDD…
M: Ma da dove le prendiamo certe idee??
LS: Sore ricordati che ci siamo ispirate dopo aver visto il fantastico film ‘la maledizione della prima luna’*_*
M: Certo ma non diremo nulla di più…ovviamente la trama sarà diversa da quella del film perciò faremo penare i lettori… WHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAH!!!!!!!!!!!!!!!!
LS: -_-‘
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Bene dopo questi attimi di preghiera per la povera anima deturpata di Mew non resta che lasciarvi al nuovo cappy e speriamo solo una cosa…CHE SIA DI VOSTRO GRADIMENTO!!!!

PIRATI OF THE MOON
Pirati della luna

CAPITOLO 1
MY DREAM IN YOUR EYES
Il mio sogno nei tuoi occhi


I lunghi capelli corvini persi nel vento, mentre sul suo viso sferzava quell’aria fresca ed inebriante, quella dolce brezza di mare che tanto amava. Si sporse ancora un poco più avanti per osservare meglio le onde del mare di un celeste intenso, che frantumandosi sulla fiancata della nave diventavano bianche schiumose.
Una goccia, due gocce… Ecco che cominciava a piovere. Una, almeno per ora, fine pioggerellina le cadeva sul visino candido ed infantile, mente il suo vestitino era ormai completamente bagnato, ma non ci fece caso. Il mare si stava agitando e nonostante la sua naturale bellezza dava un senso di disagio ed inquietudine, trasmettendo negativi presagi.
Scorse degli affascinanti lampi che guizzando veloci nel cielo cadevano in mezzo alle onde agitate del mare… Le piacevano molto i lampi, la affascinavano, ma odiava i tuoni, soprattutto, nelle notti di tempesta, le incutevano timore.
Lei era fatta così, era capace di provare amore e odio allo stesso tempo.
Nonostante tutto si sentiva felice quando osservava quell’immensa distesa d’acqua, anche ora che sembrava così minacciosa, così pericolosa. Ogni volta che perdeva lo sguardo in quell’immensità cristallina si sentiva piena di gioia, ma provava anche nostalgia. Le dava idea di libertà, di nuove scoperte e avventure. Tutto ciò a cui il suo cuore si sentiva terribilmente lontano.
Spesso sognava di vivere mille avventure tra quelle onde. Aveva sentito molto narrare di storie sui pirati, erano uomini di mare, persone disprezzate, ritenute senza ritegno e alcuna morale per le loro azioni, per il loro stile di vita. Ma Kagome, una bambina di sette anni, non la pensava così, anzi, lì ammirava e sì, li invidiava.
Quanto avrebbe voluto essere come loro. Non appartenere a nessuno, solo a se stessa.
Apparteneva ad una famiglia nobile ed era buona norma seguire tutte le regole di comportamento, rappresentare una persona regale.
E ad essere sinceri non aveva mai apprezzato quello stile di quella vita, fatto di false amicizie e fittizi sorrisi, avrebbe tanto voluto godere di una maggiore autonomia.
Desiderava correre nei campi e nelle strade affollate della città, andare in una scuola pubblica, insomma, essere come tutti i bambini della sua età. Felici e senza pensieri.
Lei desiderava solo una cosa, maggiore libertà. E quest’ultima le era stata ingiustamente negata dalla sua posizione sociale, dal suo essere figlia dell’uomo più importante ed in rilievo di tutta la città. Sì, lei avrebbe proprio voluto essere come loro, come i pirati. Odiati disprezzati e ricercati dalla marina militare con una condanna a morte, ma la cosa più importante era che erano liberi, senza nessuna regola e nessun obbligo, comandi di se stessi. Anche lei avrebbe voluto esserlo, l’oceano rappresentava questo suo sogno, questa sua intensa voglia di vivere.
Sì proprio vivere ogni secondo senza mai sprecarlo assaporando appieno tutto ciò che la circondava. Lontano, lontano dalle città e dalle mura, quelle mura della sontuosa villa dove viveva con suo padre, un’abitazione così grande, troppo grande per loro, in cui Kagome si sentiva soffocare. Si sentiva come in una prigione, come ad una a farfalla cui sono state strappate le sue ali ed ora non può più vivere, solo sognare.
“ Kagome non sporti così! È pericoloso” la riprese una voce mentre un uomo vestito in modo elegante dai tessuti di preziosa seta le si avvicinava.
“ Quante volte te l’ho detto, Kagome non mi ascolti mai” sospirò l’uomo mentre sospingeva la bambina allontanandola dal bordo della nave da cui poco prima aveva osservato le onde del mare.
‘Non ce la faccio più’, pensava la bambina ‘ è vero ho solo sette anni ma si sento già matura e piuttosto grande per la mia età…vorrei che mi desse un po’ di fiducia qualche volta’.
Una lacrima di sconforto le solcò una guancia mentre guardava a terra poi con una mano strappò via quelle lacrime. Era inutile piangere, doveva crescere. Accettare le difficoltà ed essere pronta a superarle. Un giorno avrebbe ottenuto ciò che voleva, ne era certa.
Il padre ignaro dei sentimenti e delle lacrime della bambina si avvicinò alla figlia scompigliandogli affettuosamente i capelli.
“ Avanti Kagome vieni dentro al caldo, sei tutta bagnata e se resti qui fuori ti prenderai un malanno”
Detto questo le avvolse sulle spalle una mantello per evitare che la sua bambina potesse ammalarsi.
Era un uomo importante suo padre, il governatore della città di Newcastle, un uomo di tutto rispetto e molto in rilievo, ma nonostante i suoi numerosi impegni a volte anche lui era capace di mostrare affetto e molta attenzione verso la sua piccola ed unica figlia. Dopo la morte della moglie la figlia era tutto ciò che le rimaneva.
Mentre la stava per condurre sottocoperta la figlia alzò lo sguardo verso il viso del padre.
“ Padre io amo il mare, è così affascinante…a te non piace?” chiese osservandolo con lo sguardo infantile, l’espressione innocente di bambina.
“ …” il padre sospirò senza proferir parola, mentre la sua espressione si incupiva per un attimo.
“ Figlia mia proprio non capisco cosa tu possa vedere di così speciale in una massa d’acqua quale l’oceano” si decise a rispondere dopo qualche attimo di silenzio.
“ Mi piacerebbe viaggiare in mare aperto e sentirmi libera” gli confidò la bambina “ proprio come i pirati”.
“ Ma cosa dici bambina mia!” esclamò sconcertato il padre, mentre nei suoi occhi passava un lampo di rabbia, la sua mente persa in chissà quali pensieri.
“ Quei… Quei…non sono neanche degni di essere nominati” continuò “ e ricordati che è un bene se la marina dà da sempre loro la caccia per giustiziarli. Sono malvagi, sono dei ladri, dei contrabbandieri e…degli assassini. Ricorda figlia mia, i pirati portano con sé solo morte, distruzione e dolore…si potrebbe dire che siano dei demoni”.
Già, suo padre odiava i pirati, Kagome si era sempre chiesta il motivo ma non trovava il coraggio di porgergli una simile domanda.
Lasciata Kagome da sola nella propria cabina il padre si diresse al ponte di comando a parlare con il capitano.
Alchè appena il padre ebbe distolto l’attenzione da lei Kagome ne approfittò per uscire nuovamente sul ponte cautamente senza farsi scoprire.
Senza essere vista riuscì a raggiungere la poppa del grande vascello ed appena fu abbastanza vicina i suoi occhi caddero all'orizzonte.
Il cielo grigio e plumbeo per il temporale che si avvicinava si confondeva quasi totalmente con il colore del mare. Ora mosso e scosso da alte onde.
Poi vide qualcosa all’orizzonte.
Cos’era?
Un lampo saettò nel cielo squarciando l’oscurità che stava calando. Illuminando in un secondo l’immensità della distesa marina, riscoprendo gli orrori che si poteva scorgere in quelle acque in quei tempi così cupi, così pericolosi
In un secondo tutto fu ricoperto di luce e la vide lì lontana, che navigava quieta e sicura su quelle acque agitate dall’imminente tempesta.
Era una nave pirata. In alto tra le vele spiegate sventolava libera e minacciosa la bandiera nera raffigurante un grande teschio bianco.
La piccola provava un po’ di timore, non sapeva cosa sarebbe potuto succederle, la vista di quella imbarcazione non trasmetteva un buon segno. Tuttavia voleva vedere bene da vicino una nave pirata e la curiosità alla fine vinse sulla paura. Perciò scacciando quei futili pensieri si concentrò meglio ad osservare, cercando di focalizzare meglio la vista del galeone in avvicinamento.
Desiderava vedere con tutta se stessa un pirata.
“ Pirati in vista! In avvicinamento” gridò la voce di un uomo di bordo mentre la campanella di pericolo cominciava a suonare squillante ed insistente, di modo di allertare tutti gli uomini presenti sulla nave. Kagome si rannicchiò in modo di poter osservare la nave che si avvicinava assicurandosi di essere il meno visibile possibile dagli uomini a bordo. Non voleva che il padre la vedesse di nuovo fuori e per di più lì, così esposta ai nemici.
Così rimase lì accucciata seminascosta con il contributo della notte che stava calando, mentre l’equipaggio era in agitazione e spaventato temendo per ciò che sarebbe potuto accadere.
Oramai il grande galeone pirata, che fino a poco prima era un puntolino lontano, era vicino. Evidentemente era molto più veloce della loro nave, tra le migliori mai costruite in Inghilterra.
Un brivido attraverso la bambina agitata nell’attesa, mentre tutti i presenti a bordo si apprestavano all’imminente battaglia.
Ora la nave nemica era così vicina che si poteva scorgere distintamente gli uomini a bordo.
Ma con grande sorpresa di tutti i pirati non sembravano intenzionati a dar battaglia, infatti,quando la nave fu piuttosto vicina virò a sinistra, e ora più lentamente, cominciò ad allontanarsi da loro.
Gli occhi spalancati dallo stupore Kagome si alzò in piedi e fissò intensamente la grande imbarcazione che navigava innocua e silenziosa. A prima vista non sembrava in condizioni per una battaglia, forse per questo i corsari non avevano attaccato. Probabilmente avevano da poco affrontato uno scontro e non ne erano usciti completamente indenni. Kagome si chiese che fine avesse fatto la nave avversaria, ma la risposta non era così difficile da immaginare nemmeno per una bambina della sua età.
La sua curiosità di una bambina in cerca di nuove novità la spinse ad osservare più attentamente il ponte. Per ora non si vedeva più nessuno, di sicuro i pirati erano certi che non sarebbero stati attaccati.
Nessun movimento. Il suo cuore riprese un battito regolare. Mentre si rallegrava un poco per il scampato pericolo, non poté fare a meno di rattristarsi. Le sarebbe davvero piaciuto vedere un pirata.
Continuò ad osservare la nave, ormai parallela alla sua ed ancora in fase di viraggio. Ad un tratto con sorpresa il suo animo si riempì di nuova aspettativa, mescolata ad un po’ di gioia e timore: aveva intravisto qualcuno sul ponte.
Riuscì a scorgere un’ombra indefinita muoversi nell’oscurità.
Kagome alzatasi in piedi si sporse per vedere meglio ed ora sì, riusciva ad intravederla, una sagoma di un bambino.
Kagome strinse gli occhi per osservare meglio la figura che si stagliava di fronte a lei, ma che al tempo stesso si allontanava sempre più mentre la nave prendeva velocità.
Fu un attimo i suoi occhi si fissarono in due caldi occhi mielati.
Uno scambio di sguardi profondo che valeva più di mille parole. Quegli occhi così aperti ma al tempo stesso così inumani. Si fissarono qualche istante poi l'oscurità che prima o poi porta via tutto con sè nascosta alla sua vista quel caldo sguardo ambrato.
Scorse solo la sagoma, splendidi capelli corvini che bagnati dalla pioggia emanavano magici riflessi. Kagome rimase estasiata, i suoi occhi brillavano di meraviglia.
Si chiedeva chi fosse costui. Possibile che fosse un pirata?
Poi non vide più nulla mentre anche la nave scompariva nell'oscurità di quella notte di tempesta.
Mentre altri lampi guizzavano nel cielo, il mare si faceva più grosso e la pioggia che ora cadeva a catinella infuriava più insistente.
Kagome immobile continuava a fissare il punto in cui era scomparsa la misteriosa nave pirata.
La sua curiosità persisteva e la bambina continuava a porsi domande su quella sconcertante apparizione. Era rimasta colpita da quell’affascinante sguardo mielato, i capelli neri lunghi, di magici riflessi che luccicavano sotto l’incessante scrosciare della pioggia.
Finalmente distolse lo sguardo. Ora era meglio rientrare se suo padre l'avesse vista di nuovo all'aperto sotto la pioggia si sarebbe molto arrabbiato.
Per fortuna riuscì a raggiungere la sua cabina senza attirare troppo l'attenzione.
Tutti era ancora scossi dallo scampato incontro con i pirati. Era stata una fortuna, sicuramente non sarebbero stati preparati ad un attacco.
La cabina calda accogliente ospitava in un comodo letto la bambina dai capelli corvini. Non aveva ancora sonno la piccola. Troppe emozioni l’avevano travolta quel giorno.
Ora era intenta ad osservare un oggetto che conservava gelosamente in un cofanetto.
I suoi pensieri rivolti alla madre che non aveva mai potuto conoscere. Perché sì, era stata proprio lei a lasciargli in dono quel prezioso gioiello. Con uno scatto richiuse il coperchio del piccolo contenitore mentre l’oggetto ospitato al suo interno lanciava un ultimo bagliore, di un rosa tenue prima di essere avvolto nell’oscurità.
I pensieri di Kagome si soffermarono di nuovo sull'accaduto di quella sera, quell’aspettato e singolare ‘incontro’. Ripensò a quei occhi così caldi così accesi di color oro.
Fu così cadde in un sonno profondo, cullata fra tristi e sereni pensieri.

Fine primo capitolo…

Ed eccoci a fine capitolo!
Ci auguriamo che il primo cappy vi sia piaciuto e che vogliate leggere il seguito
Perciò recensiteeeeeeeeeeeeeeeeee baci baci la super coppia Mew-Lady^_^
 
Continua nel capitolo:


 
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