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Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: BLUE WATER HIGH
Titolo Fanfic: HEATH E FLY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: rupertina-sora galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/10/2006 21:19:16

ultimamente scrivo a capitoli unici, se li metto assieme farò un libro?!?!?!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -


- Allora ragazzi- iniziò Matt- domani sera tutti a cinema, ok? Danno un film bellissimo!-
- E quale sarebbe?- chiese Perri alquanto scettica sui gusti del ragazzo, ben credendo che questi fossero diversi dai suoi.
- Beh, sono usciti solo film d’azione…- ammise Anna, avrebbe detto tutto questo a Joe, il fratello di Bec, nonché suo fidanzato.
- Si, andremo a vederci uno di questi!- disse Edge, non avrebbe visto l’ora di trovarsi al buio con una ragazza che, per la paura, l’avrebbe abbracciato fortemente.
- No e poi no- esclamò Fly- a me non piacciono quei film che sono usciti ora, altro che azione! Quelli sono film di paura!- aveva sempre odiato i film del genere perché da piccola aveva avuto un trauma, l’avevano lasciata al buio a vedere un film del genere a soli cinque anni in una stanza chiusa.
- E allora? Ci sarà Heath accanto a te- suggerì Matt e un leggero rossore dipinse le guance della piccola Fly.
- Perché proprio Heath?- chiese la ragazzina facendo finta di niente.
- Ma perché voi due state insieme, no?- disse Edge. Era l’ennesima volta che lo diceva, a Fly dava enormemente fastidio e di solito era Heath a mandarlo a quel paese dicendo che non era vero (almeno per ora, aggiungeva quando entravano in camera). Ma adesso che non c’era, chi l’avrebbe fatto?
- Visto che non neghi?- insinuò il ragazzo.
- Io non ho nulla da dimostrare a te e a nessun altro. Io e Heath non stiamo insieme e se lo fossimo veramente, non dovremmo per forza dirlo a tutti, o sbaglio?- rispose prontamente lei.
- Allora vuoi dire che state insieme!- esclamò il biondino.
- Chi sta insieme con chi?- disse la voce di un ragazzo sempre allegro e curioso. Tutti si girarono e videro Heath che, armato di tavola da surf, si stava dirigendo al mare. I denti bianchi spiccavano per l’abbronzatura fresca del ragazzo e i capelli castano scuro erano da poco stati colorati con delle ciocche bionde che donavano vivacità al viso. La collana che aveva come girocollo si muoveva ad ogni parola che pronunciava, e il tatuaggio al braccio sinistro era tirato sul muscolo contratto.
- Edge insiste che tu e Fly state insieme- lo informò Bec.
- Davvero?- chiese raggiante il ragazzo alla ragazza che gli faceva correre il cuore.
- No, non stiamo insieme, Heath - disse con un accento di sopportazione nella voce.
- Ah, peccato…- ammise il ragazzo e per un attimo un’espressione triste s’impossessò del suo volto, ma subito si riprese chiedendo chi volesse farsi un bagnetto con lui. Nessuno era disponibile, nessuno tranne Fly.
- Dai Fly! Non mi far andare da solo! Ti prego, ti prego…- chiese lui con degli occhi a cui nessuno può dire di no.
La ragazza sbuffò rumorosamente.
- Va bene- disse infine- ma io non mi faccio il bagno, sto indietro con la lettura del romanzo che dovremmo leggere-
- Ma lascia perdere!- s’intromise Perri mentre tutti andavano nelle proprie stanze a studiare o si preparavano per uscire a lavorare.- Non preoccuparti, magari potremo noleggiarci il film, rilassati e fatti un bel bagno- poi uscì dopo aver rivolto un occhiolino e un ghigno di complicità a lui.
- Uff… e va bene- disse infine Fly.
Si avviò verso le scale con alle costole Heath. Gli intimò di aspettarlo lì, salì tutti i gradini e si rifugiò nella camera che divideva con Anna. La trovò stesa sul letto con un computer tra le mani.
- Sto cercando di video-chiamare in Germania. Che fai, perché non ti prepari per andare con Heath?-
- Beh- ammise- non ci voglio andare, ho paura che succeda qualcosa. Ultimamente Heath…non so, è come se da una parte voglia veramente mettersi con me, dall’altra mi considera come una semplice amica. Sto aspettando in modo che si scocci di aspettarmi e vada da solo. Anche perché non so bene in che direzione vanno i miei sentimenti riguardo a lui.- Fly si stese sul letto e chiuse gli occhi.
“ E se succede che mi lascio andare e mi bacia, e poi mi tradisce perché per lui non significava niente? Ma poi, a me piace davvero Heath? L’ho sempre considerato un grande amico, sin dalla prima gara. Devo dire che non mi è mai battuto forte il cuore quando lo vedo, perciò non lo amo. Meglio così.” Si continuava a dire la ragazza.
- Fa’ un po’ come vuoi, ma per me sbagli. Forse se vuoi sapere in che direzione vanno i sentimenti, devi provare a stare un po’ da sola con lui. E poi se dici che non provi niente per lui, allora perché stai qui in attesa che si scocci di aspettare?- chiese Anna, ma lei sapeva bene la risposta, la conosceva a menadito, successe anche ad una sua cugina che diede buca al ragazzo che apparentemente non le piaceva e poi lui si era messa con un’altra, fu allora che la cugina capì di amarlo, ma era ormai troppo tardi. Lei le disse che aveva paura dei suoi stessi sentimenti e si nascose che le piaceva quel ragazzo. Forse era proprio questo che stava succedendo all’amica che, stesa sul letto con gli occhi chiusi, stava pensando di dare buca al ragazzo che si auto-convinceva che non le piaceva.
Fly si rigirò sul letto, guardò sul comodino il libro che non aveva ancora iniziato e che la professoressa di lettere aveva assegnato come lettura per quel mese già da una settimana. Stava abbastanza indietro. Ora il suo dilemma era se scegliere Heath o il libro. Sapeva che quello che stava per fare era super sbagliato e che se lo sarebbe rinfacciato se avesse preso 2, ma decise di andare da Heath. Il libro poteva averlo a portata di mano ogni giorno, ma Heath? E poi avrebbe finalmente capito se provava qualcosa per lui.
Si alzò di scatto e si mise il costume in un baleno, indossò un pantaloncino e una t-shirt e aprì la porta. Prima di scappare sulle scale, si girò verso Anna e le disse di augurarle buona fortuna. Poi sparì.
“ Non credo che se ne pentirà” si disse l’amica che si mise a sedere per poter rispondere al telefono.
- Pronto?- disse.
- Anna? Sono Joe. Senti…sei libera per il week-end?- chiese una voce dall’altro lato della cornetta.
- Veramente dovrei uscire con quelli dell’Accademia per andare a vedere un film, ma dato che sono quasi tutte coppie, credo che non ci andrò- ammise la ragazza, sperando che lui la invitasse.
- Ah, capisco…Beh, se sono tutte coppie, posso venirci anch’io, così non ti sentirai sola. Ti va?-
Dentro di se Anna urlava dalla gioia. Non ci poteva credere! Finalmente! Le aveva chiesto di uscire dopo tanto tempo che si erano messi assieme.
- Ma certo. Ok. Poi ti farò sapere a che ora e dove-
- Allora ti fai sentire tu?- chiese la voce di un ragazzo che, dal telefono, sembrava alquanto felice e dal vivo sprizzava felicità da tutti i pori.
- Si, ci vediamo. Baci.-

Fly corse giù per le scale e vide le spalle grandi del ragazzo dai lineamenti mediterranei che erano strette mentre i gomiti erano poggiati sulle gambe piegate per il fatto di essere seduto sull’ultimo gradino, la tavola era stata abbandonata contro la parete. Ogni tanto il ragazzo dava un’occhiata all’orologio. Lei fece coraggio e gli poggiò le mani sulle spalle e sussurrò a lui in un orecchio.
- Allora, sei pronto?-
Heath sussultò a quel gesto ma subito si riprese.
- Pensavo che non saresti venuta più- ammise Heath guardandola come l’unica ragazza al mondo che potrebbe andare bene al suo fianco. Ormai quella ragazzina di quattordici anni o anche più gli aveva rubato il cuore e se l’era messo accanto al suo, non faceva altro che pensare a quanto fosse carina, dolce e matura rispetto a lui. Il sorriso era l’espressione che più le si addiceva, voleva che quando stava con lui, aveva sempre un sorriso da rivolgergli e lo sguardo tutto per lui. Era ormai stato cotto a puntino da quella strega dell’amore, da quella ragazzina che con quei suoi lineamenti delicati e la sua vocina armoniosa sin dal primo giorno si era aperta da sola una strada nella sua mente e poi nel suo cuore. E lui lo sapeva.
- E se davvero non mi sarei fatta vedere?- chiese lei. Un po’ curiosa della risposta, si sarebbe chiesto cosa avrebbe dovuto fare sia che le avesse detto che l’avrebbe aspettata anche per tutta la notte se necessario, sia che sarebbe andato a surfare da solo.
Il ragazzo fu colto dagli stessi pensieri. Come reagirà se le dirò questo e quello? Allora decise per una risposta neutra, e anche la stessa Fly gli fu grado di aver risposto in quel modo.
- Non lo saprai mai!-
Heath prese la sua tavola e scappò nel capanno dove avrebbe aspettato la piccola. Lei lo seguì a ruota, afferrò la sua tavola ed insieme si avviarono alla spiaggia.
Dall’alto del balcone, Bec vide i due ragazzi correre verso il mare, ridere e scherzare insieme. Si guardò intorno e si chiese cosa stesse facendo il ragazzo che le piaceva, il ragazzo dagli occhi azzurri e dai capelli biondi. Sicuramente stava cercando di sfidare Matt in qualche gioco.
- Ehi, Bec, che ci fai qui?-
La ragazza si voltò di scatto e vide Perri che era ferma sulla soglia della porta.
- Perri…-disse con tono deluso- niente.- e tornò a guardare il mare pieno di onde.
- Pensavi ad Edge?-
- Non capisco perché devo per forza pensare a lui!- disse furibonda Bec- a voi che importa se penso a lui o no? Perché dovrei dirvelo?-
- Ehi, calma Bec. Se sapevo che ti saresti arrabbiata così non te l’avrei chiesto!- disse Perri alzando le mani.
- Scusa Perri, è che sono un po’ giù…come vorrei dirglielo, schiaffeggiarlo e dicendogli che poteva accorgersene prima e che si sarebbe potuto fare avanti. Ma poi penso: e se non gli piaccio? È una tortura, ma perché devono esistere problemi così grossi come l’amore?-
- Perché l’amore controlla il mondo. Non c’è solo l’amore per e tra le persone, ma anche quello per e tra gli animali, le piante e tutto quanto. Senza di esso sarebbe tutto scombussolato. E poi è bello innamorarsi.-
- Parla per te!- esclamò Bec guardando in basso. Sapeva che l’amica aveva ragione e anche che se lui non si sarebbe fatto avanti, sarebbe spettato a lei. E poi, quel bacio che le aveva dato in ospedale? Che cosa significava? Non sapeva che pensare. Avrebbe dovuto parlare con lui, e l’avrebbe fatto ora. Si alzò dalla sedia e le arrivò una voce da un ragazzo alle sue spalle.
- Già vai via?- chiese.
Bec si voltò di scatto e vide la faccia di Edge davanti alla sua. Non completamente conscia di quello che lei stessa stava facendo, si slanciò verso il ragazzo, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Dapprima in ragazzo sembrava restio a quel gesto ma poi si lasciò andare, posò le mani sui fianchi della ragazza che le piaceva e le restituì il bacio. La strinse ancora di più a sé e fece scivolare la lingua tra le labbra socchiuse di lei.
Quel momento era magico e di certo Perri non avrebbe voluto rovinarlo, finalmente l’amica aveva capito che si piacevano a vicenda. Li lasciò soli, come aveva fatto con Heath e Fly, Anna stava in camera sua e Matt…beh, non sapeva cosa stava facendo Matt e aveva proprio deciso di andare a trovarlo ma diede uno sguardo all’orologio e si accorse di essere quasi in ritardo a lavoro.
Si vestì e s’incamminò. Prese la strada che passava vicino al mare, lo stesso mare in cui Fly e Heath stavano facendo il bagno.

- Dai, a chi arriva prima!- aveva detto il ragazzo alla ragazza. Entrambi correvano con la tavola da surf sotto il braccio e un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
- Non vale! Sei partito prima!- esclamò Fly che riuscì a raggiungerlo e a spingerlo da una parte. Lui perse quasi l’equilibrio ma si salvò da una caduta. Rallentarono entrambi e si tolsero le t-shirt e Fly il pantaloncino. Si legarono al piede la tavola e si catapultarono in acqua. Essendo tardo pomeriggio non era molto fredda, nuotarono fino alle onde più grandi e, ora uno ora l’altra, se ne impossessarono. Sotto i loro piedi le tavole vibravano e il rumore delle onde che s’infrangevano era confuso con il ruggito di quelle che da poco si erano elevate. Com’era grande il mare, non se n’erano mai accorti, e né avevano deciso di scoprirlo.
- Fly, da questa parte!- gli urlò Heath. Insieme si misero a nuotare stesi sulla tavola dietro alcune rocce. Il ragazzo le intimò di stare attenta ed entrambi salirono sugli scogli che erano immersi quasi del tutto in acqua. Presero le tavole e le poggiarono dietro di loro. Heath padroneggiava il panorama in piedi, Fly era seduta su una roccia.
- Ehi, sirenetta! Alzati, dai!-
- No, no. Ho paura, Heath. No, no!- esclamò mentre lui l’aveva presa per le braccia e stava cercando di metterla in piedi.
- Fidati…- disse il ragazzo coprendo i suoi “no!” – non ti succederà nulla di male, ora chiudi gli occhi- sussurrò nelle orecchie della ragazza- lasciati guidare, non te ne pentirai…-
Lei si lasciò guidare dalle sue mani forti e si lasciò trascinare su da quelle braccia possenti. Il cuore le batteva all’impazzata, avrebbe voluto nascondersi dallo sguardo del ragazzo, si sentiva così goffa e lui era un frutto irraggiungibile per un piccolo bruco come lei. Si stava rendendo conto che il cuore non le batteva forte per la paura, ma per la sua vicinanza al ragazzo.
Quando fu in piedi, Heath fece scivolare le sue dita lungo tutte e due le braccia della ragazza e gliele estese fino a farle diventare una linea retta, inserì le sue dita in quelle della ragazza. Non poteva fare a meno di notare quanto quelle di lei erano piccole e morbide, le sue dita erano lunghe ed affusolate; le proprie mani erano grandi e ruvide, le dita possenti. Si sentiva forte lì accanto a quel bruco che era oramai diventato una bellissima farfalla. Avvicinò il suo corpo alto e muscoloso a quello esile e mingherlino di lei, le sue spalle erano il doppio di quelle della ragazza. Avrebbe voluto rimanere così per sempre.
- Ora, apri gli occhi…- mormorò ad un suo orecchio.
Fly aprì lentamente gli occhi e trattenne il fiato. Se davanti a lei ci fosse stata la prua della nave, avrebbe sicuramente creduto di essere sul Titanic in compagnia di Leonardo Di Caprio. Il sole al tramonto disegnava riflessi arancione intenso sul pelo dell’acqua che, agitata da un filo di vento, s’infrangeva contro tutta la costa australiana, i capelli erano tirati indietro e sarebbe sicuramente morta se non si fosse trovata tra le braccia di Heath. Lui le fece lentamente scivolare le mani lungo i fianchi e le cinse la vita. Lei abbassò con calma le braccia e prese le mani di lui. Si girò verso di lui. Adesso sapeva cosa provava per lui: il cuore non le batteva se non perché lo desiderava, i suoi occhi non avevano sguardo che per lui e non lo avrebbe sognato invano le notti a seguire. Cercò di trattenere lo sguardo più a lungo possibile con le pupille del ragazzo che, non riuscendo più a controllare i suoi gesti, si avvicinò sempre di più a lei. Fly fu mossa da una strana forza, era come se qualcuno la stesse spingendo a fare quel passo folle, era come se qualcuno si fosse impossessato del suo corpo e stava dando movimento a quelli che erano stati i suoi pensieri di lì a pochi minuti.
Heath fu abbastanza colto alla sprovvista dal movimento rapido della ragazza che, se sarebbe potuto apparire deciso, non lo era affatto. Sentiva il suo cuore battere così velocemente che, per qualche secondo, quando le loro labbra si sfiorarono fino a toccarsi, sembrò non battere più. Mai si era sentito così in vita sua. Forse era la volta buona che si sarebbe innamorato sul serio, anzi era più che sicuro che già lo fosse.
“Credo che nessuno possa capire quel che sto provando, nessuno dei miei amici a meno che non si siano innamorati sul serio. È una cosa che ti prende tutto quanto, e se ci sei dentro fino al collo, non puoi fare altro che lanciarti perché non c’è via d’uscita, e quando la troverai…beh, con tutto il cuore non voglio pensarci a quando e se troverò una via d’uscita. Ora sono in acqua, sarà meglio nuotare…”
Quando si allontanarono si guardarono. Fly era imbarazzatissima e tornò a guardare il paesaggio stretta in quel dolce abbraccio. Heath tirò un sospiro silenzioso e sorrise felice del suo risultato, delle piccole fossette si fecero largo sulle sue guance.
- C-credo che sia meglio ritornare dentro, nevvero?- Fly ruppe il silenzioso imbarazzo che era calato su di loro.
- Nevvero sì…- rispose Heath.
- Come scusa?- fece lei.
- Ehm…si, secondo me ci daranno per dispersi, dato che è tanto che siamo fuori, avranno creduto che saremo diventati cibo per pesci…- rispose lui e si avviò, tenendo per una mano Fly, un po’ perché non voleva perderla neanche per un attimo, avrebbe voluto che stesse insieme a lui per sempre, un po’ perché le faceva strada per non farle far male. La superficie degli scogli era piuttosto bagnata, si scivolava facilmente per cui dovettero stare attenti a dove mettevano i piedi. Recuperate le tavole che tenevano con l’altra mano, si fecero strada tra quei suoli umidi, a volte ricoperti di una strana roba verde altamente scivolosa.
E così si diressero verso la spiaggia a recuperare i loro vestiti, dopodiché andarono all’Accademia. In punta di piedi entrarono nel capanno e misero a posto le tavole accanto a quelle degli altri. Appena varcarono la porta, Deb e Simmo, che erano rimasti in piedi ad aspettarli, li accolsero.
- Ragazzi! Ma cosa v’è preso? Non credete di passarla liscia questa!- iniziò Deb con i pugni sui fianchi.
- Deb…- la riprese Simmo- ragazzi, almeno dovevate avvisare che sareste tornati tardi. Dove siete stati per tutto questo tempo?-
- Deb, Simmo…noi siamo stati a surfare! L’abbiamo detto agli altri!- li informò Heath.
- Davvero? E come mai siamo venuti sulla spiaggia e non c’era neanche l’ombra di voi? Né in spiaggia, né tanto meno in acqua. Ci siamo preoccupati da morire, se non foste tornati oggi avremmo mandato qualcuno a cercarvi.- li sgridò Deb.
“Cavoli! Adesso se scoprono la verità saranno dolori” pensava Fly “ non voglio che Heath ci vada per sotto, mi prenderò io tutta la colpa…”
- Veramente…- iniziò la ragazza- è tutta colpa mia, ho iniziato a nuotare sempre più a largo e Heath mi è venuto dietro, per la corrente non riuscivamo a tornare, così ci siamo seduti su alcuni scogli, abbiamo ripreso fiato e siamo tornati sulla spiaggia passando per la strada a riprendere i vestiti, ed ora eccoci qui.-
Heath la guardava alquanto stupita, ma poi si rese conto che si stava addossando tutta la colpa, e non gli sembrava giusto, visto che era stato lui a portarla sugli scogli, così intervenne.
- Veramente…avevamo fatto una gara a chi arrivava più velocemente al largo e poi non siamo riusciti a tornare indietro- disse Heath.
- E’ vero?- chiese Simmo facendo scattare lo sguardo dall’uno all’altra.
Entrambi annuirono con la testa.
- Beh, se è così dovremo prendere dei provvedimenti, andiamo Simmo.- fece Deb con le braccia incrociate.
- No, non credo che sarà necessario, basta che non lo facciate mai più, capito? Se andate a surfare, cercate di fare quello e basta. Se dovete andare da qualche parte avvisate o noi o Jilly, capito?- chiese Simmo posando una mano sulla spalla sinistra di Heath e l’altra su quella destra di Fly.
- D’accordo- rispose Fly sentitamente.
- Ora andate a dormire- intimò Deb e con Simmo si allontanò. Entrambi entrarono nelle rispettive stanze. Fly non se la sentiva di parlare ancora con Heath dopo il rimprovero dei due insegnanti, così gli augurò la buona notte e si rifugiò in camera sua. Non sapeva come ma si era proprio innamorata perdutamente di quel ragazzo abbronzato dagli occhi di falco.
Heath sentì il suo stomaco brontolare, così si diresse in cucina ed aprì il frigo. C’erano degli avanzi della cena, così ne preparò due piatti, sicuro che anche la ragazza che era stata con lui fino a quel momento avesse fame. Apparecchiò per due con delle candele accese e non andò a chiamare l’amica fino a quando non fu soddisfatto.
Salì le scale e bussò alla porta. Nessuno rispose. Riprovò e stavolta una ragazzina dai capelli biondi raccolti in una coda alta aprì la porta e rimase stupita nel vederlo davanti a sé.
- Ho pensato che avrebbe avuto fame, signorina, così le ho preparato un pranzetto la leccarsi i baffi. Se vuole seguirmi…- disse il ragazzo con un accento abbastanza francese.
Fly rise cristallinamente nonostante tenesse premuta una mano contro la bocca.
- Ma certo, maggiordomo, hai pensato giusto- rispose Fly sottovoce per evitare che Anna si svegliasse. Prese la mano che gli offriva il ragazzo e si lasciò guidare in cucina. Appena vide quella tavola apparecchiata con due posti messi di fronte e illuminata dalla luce tremante delle candele. Una luce tremante come il cuore dei due ragazzi. Entrambi erano emozionati tantissimo.
Heath guidò lentamente il corpo di Fly accanto ad una sedia e dolcemente la accostò al tavolo dopo che ella si fu seduta. Prese il piatto che aveva posto sopra un altro per non far disperdere il calore e lo allontanò.
- Ecco a lei un gustoso e tenero cosciotto di pollo, ucciso apposta per la qui presente signorina Fiona Watson, con un contorno di dolce insalata verde, solo le foglie, senza le parti bianche e più dure come piace a vossignoria- disse con un sorriso stampato in faccia, poi tolse il piatto che stava anche sul suo cibo e li mise sul lavandino. Si affrettò a sedersi davanti a Fly e le disse:
- Allora, che ne pensi? Mi sono fatto perdonare?-
- Direi proprio di si- rispose divertita Fly- mio signore, ma perché le candele?- aggiunse tenendo il gioco.
- Beh, perché, mio pasticcino (che fame), così c’è un’atmosfera più romantica…- affermò con un tono aristocratico,- e poi non volevo che gli altri si svegliassero.- ammise con il suo tono normale.
- Buon appetito, quindi.- disse infine Fly con un filo di voce e mettendo in bocca un pezzetto di coscia di pollo.
Quando ebbero finito di cenare, misero tutto silenziosamente a posto e si diressero sul divano nel salone. Cosa ci facevano lì, nessuno dei due lo sapeva. Erano seduti vicini su quel divano e le loro mani erano pericolosamente vicine. Ad entrambi si chiudevano gli occhi, ma nessuno dei due voleva ammetterlo. Heath allungò la mano su quella di Fly e lei gliela lasciò stringere. Si accoccolò al petto del ragazzo ed insieme si adagiarono sul divano stendendosi. Fly socchiuse gli occhi ed accostò l’orecchio al cuore del ragazzo che aveva iniziato a battere molto velocemente.
- Heath…- disse in un sussurrò Fly- …calmati…-
- Eh? Cosa?- fu la risposta del moro.
- Hai il cuore che ti batte a mille, devo chiamare forse qualche dottore?- sorrise Fly.
- No, non chiamare nessuno perché c’è già una dottoressa che mi sta guarendo, e quella sei tu, Fly- disse Heath. Fly fu colta alla sprovvista da quelle parole, così alzò il capo e guardò negli occhi Heath. Quello che vide la stupì. Quel ragazzo, così sicuro di sé e con quel sorriso a trentasei denti, ora aveva il viso imprigionato in un sorriso dolce e quasi indeciso, gli occhi erano sognanti, e non per il sonno, e era puntellato da macchie cremisi, i capelli gli ricadevano scomposti sugli occhi castani e sul divano. Fly non riuscì a trattenersi e gli stampò un dolce bacio a fior di labbra, poi ritornò ad accucciarsi sul petto dell’adolescente che aveva affianco e si addormentò tranquilla. Lui la seguì nel mondo dei sogni poco dopo. Entrambi abbandonati lì sul divano, strafottenti di quello che avrebbero pensato gli altri al loro risveglio, prigionieri di un unico sogno.

Fly si svegliò per il baccano che stavano facendo in cucina. Possibile che i rumori della cucina si sentissero fino in camera sua? Forse Anna aveva lasciato la porta aperta. Aprì gli occhi e il soffitto non era del solito bianco. E il letto? Non era tanto d’un pezzo, era come se avesse sotto di lei un paio di cuscini. E le sue mani tastavano una superficie con degli addominali? E un cuore che batteva? Si alzò e vide che c’era una ragazzo sul quale dormiva e si stava svegliando.
- Buongiorno Fly…- disse sorridendo con la voce impastata dal sonno
- Heath?- borbottò- c-che ci facciamo qui io e te?-
- Ma non ti ricordi ieri sera?- chiese alzandosi, in questo modo gli addominali si tirarono ancora di più e si gonfiarono. Il corpo abbronzato del ragazzo era coperto solo da un costume, come il suo.
- Q-quindi… quel che è successo ieri…è successo veramente?- chiese alzandosi lentamente.
- A quanto pare…- fece lui e la imitò. Si alzò e cercò le scarpe, le infilò e si avviò verso la cucina seguito dalla ragazzina.
- Buongiorno…- bofonchiarono ancora assonnati.
- Ecco qui i due piccioncini!- rise Edge.
- Vi siete svegliati! Siete stati fortunati che Deb e Simmo non c’erano, quindi non hanno potuto dire niente.- li informò Matt.
- Già…mi sa che dopo quello che è successo ieri sera ci avrebbero cacciati- ammise Fly prendendo una ciotola e mettendosi a sedere.
- Perché, cosa è successo ieri sera?- chiese curiosa Bec acquistando un silenzio tombale dopo quella domanda.
- Niente di speciale. Siamo tornati un po’ tardi…- disse loro Heath.
- Forse un po’ troppo tardi- confessò Fly.
- E perché?- domandò Perri.
I due interessati si guardarono in faccia e fu Heath a prendere la parola e a dare ai loro amici lo stesso racconto che avevano dato a Deb e Simmo, poi prese la bottiglia intera del latte dal frigo e ne versò metà nella sua scodella, metà in quella di Fly.
- Che ci fanno qui delle candele?- chiese Anna notando nel lavandino alcune candele bianche bagnate.- Ne sapete qualcosa?-
- Candele?- chiesero all’unisono gli adolescenti con aria di non sapere niente. Questa se la sarebbero risparmiata di raccontare, a meno che Heath non si fosse stato zitto.
- All’improvviso ieri sera è andata via la luce e così abbiamo usato delle candele- disse il moro.
- Cinque candele?- chiese Matt che si era avvicinato ad Anna per vedere meglio.
- Sì, beh…due io, una Fly e…-
- …e?- chiese Edge.
- …e una Deb, e l’altra Simmo- concluse Fly alzandosi e posando nel lavandino la tazza. Successivamente si avviò in camera, si mise la divisa, preparò lo zaino e s’incamminò verso scuola da sola, ma subito fu raggiunta da tutti gli altri che erano già pronti.
Subito iniziarono a parlare del film che sarebbero andati a vedere quella sera. Avevano chiesto a Fly e a Heath se sarebbero andati e Fly aveva detto che non ci sarebbe andata.
- Perché?- chiese il ragazzo dai capelli corti e rossi.
- Perché mi deve dare ripetizioni di letteratura, sono rimasto indietro con gli autori, così le ho chiesto una mano. A meno che la mano non me la dai tu rinunciando al film- rispose il moro.
- Non ti conviene, Matt- disse prontamente Perri, aggiungendo che sarebbe stato meglio seduta accanto a lei al buio a vedere un film di paura.
“ Grazie Perri” si disse Fly e le sorrise di nascosto.
Suonò la campanella e tutti entrarono in classe.

All’uscita i ragazzi presero la strada per il ritorno divisi da quella che prendevano le ragazze.
- E così ieri sera tu e Fly…- iniziò Edge.
- Io e Fly che cosa?- chiese Heath.
- Beh…siete tornati tardi e vi siete sperduti tra le rocce…senza nessuno nei dintorni….- continuò Matt dando una gomitata all’amico.
- State fraintendendo tutto quanto, non è successo nulla, vi ripeto- si affrettò a dire il moro.
- Certo, vuoi dirmi che sei stato con la ragazza che più ti piace, al tramonto in mezzo alla natura, con le onde che facevano da sottofondo, e non l’hai neanche toccata?- insisté il biondo.
- Mmm…ci siamo solo baciati. Tutto qui.- ammise Heath e sorrise tra sé ripensando al tramonto della sera passata.
- Tutto qui?- fece il castano con una faccia delusa.
- Che volevi! Era la prima volta che baciata un ragazzo- disse Heath e subito si mise la mano davanti alla bocca. Maledizione! Aveva promesso di non dirlo a nessuno e invece…che testa di cacca che aveva! Si sarebbe voluto uccidere.- però non ditelo a nessuno, anche perché ha stranamente baciato benissimo- ammise con desiderio il ragazzo. Avrebbe voluta averla lì per baciarla ed accarezzarla tutta.
- Va bene, ser Lancillotto, ma adesso non farti in mente strani pensieri. Fly è la nostra mascotte e se le fai del male, ti restituiamo tutto con gli interessi- gli intimò Edge e Matt fu subito d’accordo.
Da un’altra parte, una conversazione molto simile stava avendo luogo. Le ragazze erano riuscite a cavar di bocca a Fly del bacio alla Titanic e tutte si congratularono con lei. Poi scoprirono che quelle candele che avevano visto erano servite a Heath per preparare una cena a lume di candela e poi il fatto che si erano addormentati nel divano del salone come due pere cotte.
- Wow! Non pensavo che Heath fosse così romantico!- esclamò Bec.
- Già, allora anche lui, sotto quelle battute idiote ha un po’ di cervello- sbottò lì Perri.
- Ehi! Lui non fa delle battute idiote! Anzi, sono molto carine e simpatiche, hanno la capacità di tirarti su di morale!- lo difese Fly.
- Eh, piccola Fly, si vede proprio che ti piace. Ne sei innamorata fritta!- ammise Anna.- comunque… stasera venite insieme al cinema? Viene anche Joe…-
- Non lo so…devo aiutare Heath a fare i compiti e sicuramente inizieremo tardi perché vuole prima fare surf-
- Attenta Fly, forse Heath ti vuole portare a letto- le annunciò Perri.
- Chi? Heath? Noo…-
- Non si sa mai, sta’ comunque attenta!- le disse Bec con noncuranza. Non sapeva perché ma non credeva affatto che il ragazzo con il tatuaggio dall’aspetto mediterraneo l’avrebbe fatto già dopo due giorni. E nemmeno Fly lo credeva. Si fidava di lui.

Quel pomeriggio le cose andarono secondo i piani: tutti si fecero i compiti per rimanere liberi quella sera per quindi poter andare al cinema, tutti tranne Heath. Fly non lo imitò e quella sera l’avrebbe lasciato a studiare da solo. Se pensava di poterla fare franca e copiarsi i suoi compiti, non ci sarebbe affatto riuscito.
Ma non sapeva che Heath era andato in spiaggia, ma non era andato a surfare. Stava facendo i compiti sulla spiaggia. Strano a dirsi, ma Heath aveva anteposto lo studio alle onde, che amava tanto, pur di restare per un po’ di tempo in più da solo con la ragazza che amava parimenti alle onde. Naturalmente non li fece con tanto impegno, qualche errore c’era stato sempre, ma quando chiuse tutti i libri si tolse la maglietta e si tuffò in acqua. Com’era bello stare sott’acqua! I rumori della vita cittadina, i bambini che piangevano disperatamente perché non gli era stato concesso di aver quel giocattolo che desideravano tanto, le coppie che scoppiavano, i bagnini che fischiavano, i ragazzi che accendevano la radio pur di divertirsi con le birre in mano, scomparivano sotto quella superficie umida che ti passa accanto e ti distacca dal mondo. Sei solo tu, ora. Solo con i tuoi pensieri. Puoi pensare a quello che vuoi, fare tutte le smorfie che ti andava di fare, e non devi dar conto a nessuno. Ora poteva benissimo pensare a lui e a Fly. Cosa avrebbero fatto questa sera? Sarebbero usciti di nuovo di nascosto di tutti, o sarebbero rimasti a casa a far finta di studiare anche a se stessi?
Ma la cosa che piaceva di più a Heath era quello di uscire dall’acqua, sormontare la sua tavola con i disegni tribali e cavalcare le onde, domarle fino all’infinito. Facendo delle verticali ed altre acrobazie vide dei ragazzi giocare con una bottiglia, la facevano girare e chi era il primo a bere e a chi capitava l’ultimo sorso, si sarebbero baciati. A Fly di sicuro non sarebbe piaciuto e poi era convinta che non avrebbe retto molto l’alcool. Da un’altra parte vide dei ragazzi che giocavano a non far cadere la cenere dalla sigaretta, chi lo faceva doveva bendarsi e scegliere a casaccio chi baciare. Ma quella sera sarebbero stati solo loro due, e poi lui odiava la puzza del fumo, soprattutto se sulle ragazze. Una volta aveva baciato una che fumava e avrebbe avuto tanto la voglia di non averlo per nulla fatto. Era stato orribile. Il solo pensiero gli aveva lasciato un sapore amarognolo sulle papille gustative.
“Avanti, ci deve essere pur qualcosa da poter fare da solo con Fly, mentre tutti vanno a vedersi un film, noi….” E subito gli balenò un’idea in testa.

- Secondo voi come bacia Heath?- chiese Perri che era andata in camera di Anna e Fly con Bec.
- Io non ne ho idea, perché non lo chiedi a Fly?- le rispose Anna continuando a scarabocchiare qualcosa sul suo foglio di quadernone.
- Si, dai, Fly. Raccontaci come bacia!- insisté Bec.
- Noi…beh, ecco… noi non è che…ci siamo…baciati con la lingua…- ammise Fly mentre un leggero rossore si faceva largo sul suo viso.
- Embè? Come ti è sembrato? Ti è piaciuto?- chiese curiosa Perri.
- E’ stato… direi… piuttosto dolce- l’informò l’amica.
Tutte rimasero sbalordite. Ma stavano parlando della stessa persona? Con un sorriso stampato in faccia, Fly andò in salone e finì i compiti.
“ Non riesco a capire perché si meravigliano tanto per il fatto che Heath sia dolce e tenero. Oltre ad essere tanto simpatico… A me fa questo effetto. Stare insieme a lui mi fa provare talmente tante emozioni in una sola volta che penso di essere in paradiso. Mi sento sollevata, il tempo non scorre più, i miei problemi scompaiono e la mia mente viaggia in entroterra selvagge e inesplorate. Un ragazzo non ti può far sentire così? Heath non ti può far sentire così? Forse io l’ho conosciuto meglio di tutte loro messe insieme. Così come Edge per Bec e Matt per Perri, io conosco il mio ragazzo meglio di chiunque altro. So che a volte perde la testa e spara cazzotti a destra e a manca, può scuoterti tanto da farti perdere conoscenza, ama gli infortuni sportivi, ma nessuno è perfetto. Io gli voglio bene per i suoi difetti che sto imparando ad accettare e per i suoi pregi che non c’è bisogno di accettare. Lasciatemi, ma soprattutto lasciategli essere quella persona fantastica che è e vedrete, ve ne stupirete…”

- Allora, siete pronte?- gridò Edge dal fondo della scala verso quelle camere ancora chiuse che nascondevano quattro ragazze.
Si girò e percorse in lungo e largo tutto il salone. I divani erano occupati da altri due ragazzi, uno bruno e l’altro castano.
- Dai, calmati- gli suggerì spazientito Matt. Non ne poteva più di quel ragazzo alto dai capelli biondi e gli occhi azzurri che camminava per tutta la superficie. Sapeva che era nervoso, ma credeva che stesse esagerando.
- E’ vero, Edge! Così suderai prima che Bec riesca ad abbracciarti.- aggiunse Heath. Lui stava debolmente abbandonato al divano, le braccia dietro la spalliera e le gambe divaricate. Era scalzo e a torso nudo, non si era preparato per uscire perché avrebbe passato la serata a casa.
- Tu, piuttosto, perché non ti metti qualcosa? Altrimenti Fly che ti toglie se vi capiterà di farlo?- chiese con una frecciatina ironico il bel biondino.
- Beh, ci sono sempre i boxer sotto il costume- informò Matt e si beccò una cuscinata dall’amico quasi sdraiato sul divano dalla fodera bianca.
Una sottile tosse finta giunse alle loro orecchie e subito si fermarono. Heath, che stava praticamente cavalcioni con un cuscino ben stretto in mano in direzione del castano, vide Fly con i capelli biondi sciolti e leggermente truccata che neanche ci sembrava, un leggero colo cremisi si era impossessato delle sue tenere guance che era un peccato. Non indossava nulla di particolare perché sarebbe restata in casa. Dovendo stare da sola con Heath, Perri aveva insistito a stendele un velo di trucco del tipo ci-sono-ma-non-mi-vedi per donarle un’aria un po’ da grande ma con il risultato di sembrare una bella barbie. Le mani erano entrambe portate dietro la schiena e i piedi erano portati uno avanti e l’altro dietro, quello antecedente all’altro era mosso leggermente sul tallone.
Heath la guardò incantato per qualche secondo prima di accorgersi di avere la bocca alquanto aperta, per non dire spalancata, e sembrare così un pesce lesso. Si schiarì la voce e si sedette in modo da farle posto.
Con un sorriso Fly andò a sedersi tra i due ragazzi e informò gli altri che le ragazze erano quasi pronte.
- Ma Joe?- chiese all’improvviso e come risposta suonò il campanello.- Deve essere lui, vado ad aprire!- e si avviò alla porta.
- Come è carina stasera Fly- ammise Matt.
- Si sarà preparata per stasera, che farete?- chiese Edge.
- Beh, studieremo…forse il corpo umano- rispose Heath giusto in tempo prima che Fly lo potesse sentire.
Intanto sulla soglia era comparso Joe con un jeans scuro a vita bassa e una maglietta un po’ attillata. Appena vide la ragazza se ne complimentò, perché stasera aveva un “non so che cosa di veramente affascinante. Sarà stato contentissimo Heath!”
- Beh, non credo- gli rispose la ragazzina.
- E come mai?-
- Ecco…quando m’ha vista non ha fatto altro che farmi posto sul divano vicino a lui…- lo informò leggermente delusa.
- Io credo che Heath tenda a nascondere ciò che prova veramente quando è insieme ad altri ragazzi. Forse crede che comportandosi in un certo modo lo consideriamo uno stolto. Vedrai che appena rimarrete un po’ da soli, arrossirà. Venite anche voi al cinema?- chiese infine.
- No, ha detto che lo devo aiutare in letteratura…ma non me la conta giusta…- fece lei guardando i piedi e portandosi una mano al mento.
- Neanche a me, sta’ attenta. Comunque…Anna?-
- Oh, sta scendendo, è quasi pronta. Sicuramente starà aspettando Bec e Perri che si improfumano.- gli comunicò lei e lo accompagnò nel salone. Poco dopo vennero raggiunti dalle ragazze e nel giro di una ventina di minuti tutti salirono nella macchina del fratello di Bec e partirono per il cinema.
Fly guardò imbarazzata Heath. Avevano praticamente la casa a disposizione. Jilly era uscita, Deb e Simmo quella mattina presto erano partiti perché erano stati convocati per una riunione con la Solar Blue e sarebbero stati fuori per tre o quattro giorni.
- A-allora, che si fa?- chiese lei torcendosi le mani.
- In realtà io li ho già fatti i compiti. Magari, se vuoi, possiamo controllare prima se sono fatti bene. Poi, a dire la verità, ho noleggiato un film, non so se ti piace. Se no, non ce lo vediamo. Che ne dici?- chiese mentre sorrideva impacciato.
- Che film è?- domandò curiosa.
- Heath, l’uomo perfetto!- disse ed insieme risero rompendo quell’imbarazzo iniziale.- no, scherzo. Il film si chiama King Arthur, l’hai mai visto?-
Fly negò con la testa. Inserirono il DVD nel lettore e iniziarono a guardarlo. Dopo un po’ Heath iniziò a sbadigliare. Fly si preoccupò e lui ammise che non gli piaceva. A dire la verità a Fly faceva lo stesso effetto, per cui decisero di spegnere il tutto.
Di nuovo calò un silenzio imbarazzato ed imbarazzante sui due.
- Che ne dici di farci due giri sulle onde?- propose Heath.
- Si, per sfracellarci contro le rocce. Heath è buio e non si vede niente!- gli fece notare la ragazza.
Il ragazzo allora vide l’orario. Era passata solo un’ora da quando tutti se n’erano andati al cinema e tra un’altra ora e mezza sarebbero tornati.
Per ammazzare il tempo decisero di giocare a biliardo.
- Ti sto stracciando!- gioì Fly dopo qualche minuto di gioco.
- E’ perché ti sto facendo vincere, piccola- rispose il ragazzo con un sorriso di complicità con se stesso.
- Non è vero. Ammetti che sono meglio io di te in questo gioco!- disse lei avvicinandosi e dandogli un leggero colpetto alla spalla sinistra.
- Hai ragione tu. Da oggi ti chiamo Biliardo- le dichiarò avvicinandole con un dito sotto il mento il viso al suo.
- Cambiamo gioco per non farti fare la figura di quello che è stato battuto da una donna?- affermò la ragazzina.
- A cosa vorresti giocare?- chiese lui. Fly elencò alcuni giochi e lui stornellò ad ognuno il volto.
- Allora sceglilo tu!- esclamò spazientita la biondina.
Heath afferrò una bottiglia di birra dal frigo in cucina, dove si erano diretti per uno spuntino, la stappò e ne bevve un sorso. Poi la passò alla ragazza.
- Dai, Biliardo. Bevi!-
- Ehm…non ho mai bevuto, com’è?-
- Accettabile direi-
Fly chiuse gli occhi ed avvicinò l’apertura della bottiglia alle labbra. Il vetro era freddo, leggermente bagnato nella parte in cui aveva bevuto il ragazzo. Ella ancora non ci poteva credere! Stava bevendo nello stesso posto in cui aveva bevuto quel bellissimo ragazzo, questo significava che si trattava di un bacio. Indiretto, certo, ma pur sempre un bacio. Fece un respiro profondo e ne bevve un lungo sorso. Subito avvertì una sensazione di dolce tepore. Era la vicinanza di quel ragazzo così carino? Sicuramente si.
Finirono la birra e Fly era leggermente rossa ed assonnata. Si vedeva che era la prima volta che bevevo e non reggeva gli alcolici. Si avvicinò barcollando all’adolescente e lo baciò a timbro. Poi si leccò le labbra con la punta della lingua. Si sedette a terra con le gambe incrociate. Poi di scatto si alzò e gli ordinò di non muoversi.
Heath non aveva pensato ad una reazione così. Anche lui non avrebbe retto ancora per molto l’effetto della birra, ma era più lucido di lei. Sperava solo di non aver combinato qualcosa di irrecuperabile.
Fly fece capolino sulle scale qualche secondo dopo con quattro pupazzi tra le braccia. Si sedette di fronte a lui e posizionò i pupazzi due a destra e due a sinistra, dopodiché mise la bottiglia in mezzo e ridendo annunciò che stavano facendo il gioco della bottiglia. Quella strana Fly gli piaceva, anche se sapeva che quella non era la vera.
- Toh, devo baciare Mister Palline Grosse- disse la piccola ragazza ridendo come un’ebete e baciando un pupazzo.- Tocca a te.- aggiunse rivolta al ragazzo.
Lui non ebbe la forza di dire di no e fece compiere numerosi giri alla bottiglia di vetro. Notò che Fly la guardava attentamente e non rideva. Il beccuccio la segnò.
- Devi baciarti con me- disse con un sorriso che fece cadere la teoria di Heath che stava fingendo e che in realtà era perfettamente cosciente- e stavolta lo voglio con la lingua….- Si alzò a quattro zampe e avvicinò il viso a quello del ragazzo lentamente. Un leggero rossore di imbarazzo le colorò il viso, che però si mescolò al rossore provocato dalla birra.
- N-no Fly- si tirò indietro lui- se ti devo baciare, vorrei che tu ne fossi cosciente, non so se adesso tu…-
- Ehi!- lo interruppe la ragazza- pensi che mi sia mezza ubriacata e abbia baciato dei pupazzi per senza niente? Io ti amo, Heath, e questo sono sicura che se non stavo in queste condizioni non te l’avrei mai detto prima di aver compiuto un anno insieme. Ora che avevo trovato il coraggio di darti un bacio che ti poteva soddisfare…non credere che io non lo voglia! Lo voglio eccome! Perciò… se te la senti, io non ti voglio costringere…-
- Vuoi dire che sei cosciente? Sai quel che fai? Quello che stai facendo?- chiese leggermente stupito Heath guardando Fly annuire.
Sospirò profondamente e accostò le sue labbra a quelle della ragazzina. Dopo qualche secondo ottenne lo schiudersi di quelle e con la lingua, lentamente, penetrò l’interna parete, mai esplorata prima. Accarezzò piano il muscolo della bocca di lei che era immobile per l’incertezza, quest’ultimo apprese quella strana danza e iniziò a rispondere.
Dopo un po’ la porta d’ingresso si spalancò e quello che videro i ragazzi che erano tornati dal cinema li sconvolse non poco.
Heath era senza una maglia e aveva una mano sul braccio e con l’altra le stava scompigliando la chioma bionda. Lei aveva una bretella della maglia scesa quasi del tutto e l’intero viso rosso, stava a cavalcioni davanti al ragazzo. I pupazzi erano a terra e una bottiglia di birra era stata gettata di lato distrattamente. Le luci erano accese solo in cucina, in tutto il salone e nelle altre stanze erano spente.
Mai avevano pensato che Fly avesse fatto quel che stavano vedendo.
La ragazzina si staccò lentamente da Heath e guardò i ragazzi sulla porta. Il ragazzo abbronzato fece lo stesso.
- Fly?- chiese spaesata Anna in coro con Bec e Matt. Gli altri erano rimasti di sasso. Di certo non si sarebbero meravigliati di vedere il ragazzo dominare la ragazza, non il contrario.
- Ciao ragà…- non riuscì a finire la frase che crollò tra le braccia robuste del ragazzo che amava per la stanchezza e per il susseguirsi di forti emozioni tutte in una volta. Heath salutò tutti, prese in braccio la biondina, stupendosi per il suo peso quasi piuma, e la portò in camera sua.
Intanto al piano di sotto tutti stavano osservando la stanza nel tentativo di capire cosa era successo. Appena Matt vide la bottiglia, la prese tra le mani e la rigirò più volte. Quell’ipotesi che si faceva avanti nella sua mente era da far accapponare la pelle. Sentì Heath scendere le scale e subito lo aggredì. Tutti stavano in silenzio ad ascoltare.
- Heath! Non me lo sarei mai aspettato da te! L’hai fatta bere e ti sei fatto baciare! E se non fossimo arrivati noi che cosa ti avresti fatto fare?- domandò furioso con voce dura.
- Eh? Ma che stai dicendo?- chiese calmo Heath, non riuscendo a capire dove voleva andare a parare l’amico castano.
- Non fare il finto tonto! Sei disgustoso! E dopo te la saresti portata a letto?-
- Matt, aspetta…fallo parlare!- s’intromise Perri tenendo il ragazzo per un braccio.
- No, Perri. In parte ha ragione lui. Sono stato io a farla bere. Ma era perché non avevamo nulla da fare. E poi è stata lei a volermi baciare!- li informò.
- Ma fammi il piacere!- sbraitò il ragazzo- so che non sono affari miei se fate sesso o no! Ma se ubriachi una nostra amica e te la fai, si che mi importa! Ma poi non ti vergogni tu stesso?-
- Non è colpa sua, Matt- gli rispose una vocina debole e impastata dal sonno all’altra estremità della scala.- lui mi ha semplicemente offerto la birra, sono io che l’ho accettata. Ma io mi ricordo ogni cosa, non sono ubriaca!-
- Ah no? E perché sei tutta rossa e sei crollata?- insinuò.
- Sono rossa perché ero, e lo sono ancora, tesa ed imbarazzata. Sono crollata perché mi sento stanca e poi mi piaceva l’idea di essere presa tra le braccia del ragazzo che mi piace. Mi dispiace, ma tutto quello che hai immaginato era tutto sbagliato.- rispose calma.
- Quindi…è come se avessi usato Heath- disse Edge.
- No. O almeno se lui non si sente usato, io non l’avrò usato. Ora scusatemi ma me ne vado a dormire. Buonanotte.- disse con gli occhi rossi per il sonno. Ma il suo ragazzo sapeva bene che non era stanchezza o sudore quella goccia che era scesa solitaria sul suo viso ed era morta al lato della sua bocca. Fece per correre sulle scale ma fu fermato dalla mano ferma di Anna.
- Oggi lasciala riposare. Parlatene domani. Se è vero che non è ubriaca, ricorderà tutto. Anche questa discussione.-
Detto questo seguì l’amica in camera, e subito fu imitata da tutti gli altri che andarono a dormire.

Cosa successe quella notte dopo che lei si fu addormentata, non lo seppe. Tutto quello che ricordava era che non ricordava. Non sapeva neanche come si trovava lì, ai piedi di un monte, con tutti quanti. Era troppo bello. Si accorse che era un sogno. Un dolce sogno. Si lasciò trasportare dalla fantasia in quel mondo perfetto in cui lei era la principessa e tutti i suoi sudditi. Una luce dorata e rossa in alcuni punti la costrinse ad aprire gli occhi. Li adattò alla prima luce mattutina. Si divertì a vedere tutti rotolarsi nel sole mentre lei dormiva con il lenzuolo tirato fino al mento.
- Ben svegliata. Come ti senti?- chiese Anna sedendosi a piedi a letto.
- Buongiorno. Sto abbastanza bene, ho solo un leggerissimo fastidio alla testa. Forse perché ho bevuto un po’ ieri sera. E tu?- rispose con un sorriso e mettendosi a sedere la ragazzina.
- Bene.-
- Come è andata ieri con Joe?- chiese curiosa.
- Niente di che. Il film era in parte iniziato e perciò abbiamo cercato dei posti liberi e ci siamo visti l’altra parte del film. Alla fine abbiamo preso dei gelati e siamo tornati e…vi abbiamo trovati in quelle condizioni.
- C’era anche Joe?-
- No. Lui se n’era andato poco prima.-
Sospirò.
- Ricordi quello che è successo ieri?- chiese Anna.
Fly non le rispose. Cosa intendeva con quella domanda? Voleva sapere se Heath l’aveva fatta bere e ne aveva approfittato? Allora questo significava che non si fidava di lui. Lei non se l’era aspettato. Ma in fondo, alla ragazza tedesca cosa importava? Non era la sua verginità ad essere messa in discussione. Nonostante tutto le rispose gentilmente. Sì. Si ricordava perfettamente del bacio e del finto svenimento. Ma era davvero finto quello svenimento? Ricordò vagamente di essere stata abbandonata dalle forze. Ma era cosciente. Sentì quelle urla risuonare dentro di lei e dentro il suo cuore. Stavano accusando il ragazzo di essere stato l’artefice di tutto. Mentre invece lui era stato una pedina mossa dal suo cervello nella scacchiera della sua vita. Lei era la regina. Tutto poteva. Doveva solo cercare qualcuno che andasse bene come re. Chissà, forse è proprio Heath il re. E non se ne accorge. Pensa che sia un pedone o una torre. Ma non si rende conto che quando il re viene vinto, il gioco finisce. Nonostante lei fosse ancora viva, il gioco finisce. E per iniziare di nuovo devi trovare un altro re. Un’altra squadra. Fin dove le conveniva che Heath fosse il suo re? Sapeva bene che prima o poi non sarebbero rimasti più insieme. Si sarebbero dovuti lasciare. Allora non lo avrebbe mai più rivisto.
Nonostante tutto raccolse le sue poche forze e lo aiutò. Ammise che lo aveva baciato di sua spontanea volontà. Ma non riuscì a trattenere una lacrima calda che le rigò una guancia. Avrebbe saputo dare un giusto addio a colui che le era stato vicino in quei momenti e aveva condiviso con lei le emozioni che li avevano presi in quell’anno? Non lo sapeva. Non lo voleva sapere. Non ci voleva pensare.

Scese insieme all’amica. Tutti insieme si avviarono presso l’acqua per compiere i loro doveri di surfisti. Fecero colazione e andarono verso scuola.
Heath per tutto il tempo si era chiesto se Fly avesse davvero fatto finta di essere ubriaca. Si sentiva così imbarazzato con lei che non riuscì a guardarla per niente negli occhi. La scorgeva di nascosto mentre lei nuotava. Non aveva il coraggio di chiederglielo. O almeno non aveva avuto.
Si accostò alla ragazza e le parlò. Le chiese spiegazioni per quel che successe il giorno precedente.
- Perché? Perché vuoi delle spiegazioni? Cosa vuoi sapere?- chiese alquanto offesa la ragazza.
- Beh, volevo sapere se quel che hai fatto, l’hai fatto mentre eri cosciente…-
- Vuoi sapere se quel bacio te l’ho dato perché davvero mi piaci o il contrario?-
- Quindi eri cosciente…-
- Non riesco a capire dove vuoi arrivare.- ammise.
- Non lo so neanche io… È che non lo so…sono confuso…- l’informò.
Fly lo guardò. Aveva lo sguardo perso nel grigio della strada, le mani sudate infilate nelle tasche del pantalone. Era imbarazzato e confuso. Cosa voleva sapere? Voleva sapere se l’amava? Si fermò e anche Heath fece lo stesso. Lo costrinse a guardarlo negli occhi.
- Forse ti vorrai sentir dire che ti amo e rimarrò con te per sempre. Ma come faccio a dirti che t’amo se non so cosa vuol dire? Ma ti dico che ti voglio bene e che rimarrai per sempre nel mio cuore. Sei la prima persona con cui sono stata, non potrò mai dimenticarti. Capisci quel che ti voglio dire?-
Il ragazzo annuì.
Come avrebbe fatto la ragazza per fargli capire che ogni volta che lo vedeva le girava la testa e tutto intorno a lei era un’enorme macchia informe nella quale si distinguevano solo i colori del ragazzo. Che quando le prendeva la mano iniziava a camminare più in alto delle nuvole. Che quando la guardava o le stava semplicemente vicino si sentiva invincibile. Fantastica. Mitica.
- Capisco. Allora che facciamo?- chiese lui.
- Non possiamo fare finta di niente per quel bacio. O almeno io non voglio fare finta di niente. Non so tu. Ma non ci pensiamo. Andiamo avanti, la vita continua e noi, passo dopo passo, dobbiamo seguirla. Non importa quanti ostacoli incontriamo, schiviamo o prendiamo in pieno, ma bisogna sempre alzarsi se cadi e percorrere questa lunga strada fino alla fine. Noi stiamo ancora all’inizio. Che fai? Già ti arrendi?-
- No. Hai ragione tu. Andiamo avanti. Quel che è successo verrà messo nel nostro bagaglio e continuiamo. Adesso la fine che vedo di questa strada è, per ora, la scuola. Che dici, ci arriviamo o ci fermiamo?- chiese con un sorriso così grande da formargli delle fossette sulle guance.
- Chi arriva ultimo deve fare da schiavo all’altro per una settimana!- rispose Fly correndo verso quel grande portone con le porte aperte. Subito venne seguita da Heath. I capelli di entrambi danzavano al suono della musica del vento che sfrecciava contro il loro viso.
Non avevano idea di cosa avrebbe offerto loro il futuro, se sarebbero stati ancora insieme anche dopo la fine di quell’anno alla Surf Academy. Ma quel capitolo del libro della vita l’avevano scritto insieme e insieme l’avrebbero chiuso. Sarebbe stato per sempre nel loro cuore.

“Ho letto tanti libri, tutti dicevano che la vita continua e che non bisogna pensare a tutti gli ostacoli che incontri, devi percorrerla con tutte le tue forze e giungere al termine senza rimpianti. Più ci ripenso e più mi dico che è tutto vero. La vita è magnifica ed è da stupidi non riuscire a percorrerla tutta e non vedere se alla fine c’è la luce o il buio. Io farò così. Lascerò che tutto mi scorra addosso, non importa con chi concluderò la mia vita, ma so che la concluderò. E tutto quel che è successo mi servirà prima o poi. Con chi amo. Con chi odio. Per compassione. Quando mi servirà. Spero che anche tu, Heath, lo comprenda. Ora so che ti amo. Ma non so fino a quando ti amerò. Goditi questi giorni perché saranno unici. Ci saranno forse momenti che ti sembreranno simili, ma non saranno mai uguali. Tienilo bene a mente. O almeno io farò così.”

 
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