12 LUGLIO 2006
- Capitolo 1° -
È così, Oscar …
Tu non avresti potuto amarmi
ed io non avrei potuto amarti di più.
Non avrei potuto asciugare le tue lacrime, sconfiggere le tue paure sopprimendo con un abbraccio tutti i tuoi dubbi, le tue debolezze …
Pensieri …
Pensieri che si immergono nelle abissali profondità del mio animo e uccidono …
E fanno male a questo cuore maledetto e sincero.
Amavi lui, Oscar …
E di notte ti illudevi di addormentarti tra le lenzuola ricamate del suo letto.
Lo so …
Ti aggrappavi forte a quel pensiero, ed era comodo ritardare l’inevitabile sconfitta.
È così Oscar …
Tu non avresti potuto amarmi
ed io non avrei potuto amarti di più.
Mercoledì 12 Luglio 2006 - ORE 08.10
--- Risponde la segreteria telefonica - Non sono in casa - Se volete lasciare un messaggio parlate dopo il segnale acustico ---
- “Buongiorno bella addormentata! Digerita la sbronza di ieri sera?
Ti faccio presente che in sala riunioni stanno aspettando solo te.
Oscar … ? OSCAR! “
È mattina …
Dopo la regolare sbronza selvaggia del fine settimana, diventa difficile persino aprire gli occhi e stiracchiarsi per bene prima di un buon caffè macchiato.
Colpa di Rosalie e Bernard se ieri sera ho fatto il pieno di malinconia…
“Non dovresti pensare solo al tuo lavoro!”
Detesto avere gente intorno quando la rabbia e il dolore ottenebrano la mente.
“Ma Oscar … “
Non ho potuto evitare lo sguardo angosciato e intriso di lacrime di Rosalie.
“Perché non esci con noi questa sera ? “
Mentire è una trovata piuttosto efficace per deviare la conversazione, magari trascendere il tutto con una risata fasulla.
“ Domani ho una presentazione importante. Voi piuttosto … Seratina romantica ? “
Bernard mi ha fatto cenno di piantarla con le inutili cerimonie.
Piuttosto mi meraviglia questa sua rassegnazione ad una vita ordinata e monotona, senza prospettive per la sua carriera di giornalista.
È mattina ...
Se la voce squillante di Alain non mi avesse richiamato alla realtà attraverso la segreteria, probabilmente sarei ancora confusa e smarrita.
Ormai sono settimane che lo stesso sogno ripropone costantemente quella voce, quegli occhi...
“Sono in ritardo ! “
Lo ripeto a me stessa, meditando una scusa che abbia ben poco a che fare con la scomoda verità.
ORE 08.25
Controllo velocemente la serratura difettata, dopo aver risistemato il cartello con il quale offro il fitto della camera al piano rialzato.
Ci siamo : Un’altra faticosa giornata è agli albori …
***
“Nervosa ? “
“Assolutamente no!”
La verità è che anche se volessi, non riuscirei mai a nascondere un problema ad Alain.
Il suo intuito e fin troppo acuto…
“Ah, per la miseria! Si, nervosa … contento ? “
“Direi di no! Sei il nostro asso, Oscar!
E non dimenticare che la mia promozione dipende da te. “
“Dannazione, Alain! questi tizi ci fregano il pelo … Altro che promozione!”
Che strano …
Ho una terribile sensazione che spero si riveli semplicemente tale.
“Hai la lista con i nomi di queste sanguisughe? “
Non sono abituata a ritrovarmi davanti un Alain del tutto inerme e senza energie.
Questa promozione è davero molto importante per lui…
Mi fa segno di guardare sulla scrivania alle mie spalle.
… “ Ecco qui, dunque … Gustav Maldierin.
Non è lo sfigato che ripropone ogni anno lo stesso progetto ?
“Non è un problema, Oscar. “
…
“L’altro è … Grandier Andrè, ti dice niente ? “
Scandisco ad alta voce ogni sillaba una seconda volta, lentamente…
“Lui si che è un problema! “
Non riesco a distogliere lo sguardo da quel nome scritto in neretto e sottolineato addirittura tre volte.
“Che significa, questo! Lo conosci ? “
“Di fama … è una persona subdola e spietata! Guardati dai suoi discorsi vani e ingannevoli. “
Alain mi guarda serio, probabilmente si aspetta una mia risposta rassicurante.
Cielo, perche' ho la sensazione che mi manchi qualcosa,
che dovrei essere qualcun altro e in tutt’altro posto …
***
“ Bene signori, adesso che avete preso atto della procedura,
possiamo concludere apportando una firma in basso a sinistra, sul foglio che la mia assistente ha provveduto a distribuire a voi tutti.
Irritante …
Dannatamente irritante il suo atteggiamento borioso e fatuo!
“Immagino che siate tutti d’accordo … “
Con quel tono di voce altezzoso e così fuorischema e il suo sorriso infido e infame,
potrebbe facilmente irretire l’intera azienda.
Certo…
Sarebbe inutile negare il suo ragguardevole fascino, la sua innata eleganza nei modi…
“Signorina de Jarjayers … ? “
Fingo di non sentire la sua voce dispersa nella confusione, mentre cerco distrattamente un qualcosa nella valigetta.
“Oscar … “
Mi volto di scatto strizzando gli occhi nella sua direzione.
“Come sa il mio nome !? “
“Il cartellino… Sulla sua giacca. “
Risponde tranquillo, prima di nascondere un sorriso beffardo dietro un colpo di tosse.
“Mi scusi...”
Mi sento una perfetta idiota! Scusarmi con un viscido incravattato, intenzionato a trasformare la mia azienda in un’attrazione turistica.
“Ho notato che il suo foglio non è stata compilato, le dispiacerebbe ? “
Mi porge la penna con aria flemmatica e indifferente.
“Non firmerò, Signor Grandier! “
“Come ha detto ? “
“ È una battaglia persa contro di me. “
“Lei crede ? “
Questa conversazione assurda sta diventato sempre più astiosa e sgradevole.
È incredibile come quest’uomo appena conosciuto, possa suscitare in me un turbinio di emozioni così incostanti.
Avversione, rabbia, viziosa attrazione, disprezzo …
- “OSCAR ? Dobbiamo andare … “
Fingo di non sentire la voce insistente di Alain alle mie spalle, perciò il nostro perverso gioco di sguardi continua ormai da due buoni minuti.
“Non voglio che lei ci vada di mezzo, le conviene apportare una semplice firma, altrimenti … “
“Proceda pure come crede, Signor Grandier!
A suo rischio e pericolo, può considerare il mio rifiuto una semplice avvisaglia o una minaccia di guerra!“
…
Le sue labbra si muovono allargandosi in un sorriso di sfida.
Allunga una mano verso di me.
“Non è necessaria una stretta di mano. “
Concludo sbrigativa, prevedendo le sue intenzioni.
Eppure …
Questa volta non sembra sottostare al mio volere.
Mi afferra una mano stringendola più forte…
“Potrebbe considerare questa stretta di mano come una prerogativa a suo vantaggio,
o come una sentenza alla sua minaccia di guerra.”
Un po' mi tremano le gambe.
Vorrei non dover sopportare il suo sguardo arrogante e indisponente
Stringe forte la mia mano come fosse una conquista e un brivido percorre lento la mia schiena.
***
ORE 12.10
“ Il solito, Oscar ? “
“Un caffè, un cornetto ed un wiskey … Doppio, mi raccomando!”
La pausa di metà mattina con Alain non è mai troppo breve : Delle vere e proprie abbuffate senza misura.
“Ti ho vista, sai … ? “
Addento voracemente il cornetto, e mando giù quasi contemporaneamente il primo sorso di wiskey.
“Mh… Che ? “
“Stai fraternizzando col nemico! “
“Sto fraternizzando con l’idea di mandare al diavolo il suo squallido progetto! “
Alain si autorizza a rompere un pezzo del mio cornetto e bagnarlo nella sua tazza di cappuccino.
Che impiastro…
“Certo, Certo. “
Mi risponde vago trattenendo a stento una risata. Tossisce, strozzandosi un po’ con la cioccolata bollente.
“Perché mi guardi così ?! Ne vuoi un po’ ? “
“Sei disgustoso, Alain! “
Fingo l’indifferenza mentre gli passo davanti e lo sento sghignazzare alle mie spalle.
|
|
Un grosso ciao!!!! -NICOLETTA-