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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: LA FORZA DI VIVERE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: himeno-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/10/2006 20:15:37

dico solo: naraku muore - inuyasha e sesshomaru che vanno d`accordo...secondo voi non è possibile!?! leggete per credere!! ^__^ commentate!!! baci!!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti!!! vi state kiedendo k cosa sto facendo...ho altre due ficcy da finire e cosa mi metto a fare...scrivere un'altra ficcy!?! beh...non è così!! qst ficcy l'ha scritta una mia amica, che non è iscritta nel sito...perciò l'ho pubblicata io per conto suo!!! spero che la leggere in tanti...e mi raccomando...COMMENTATE IN TANTI!!!!!! ora vi lascio alla lettura!!



Era già buio quando Kagome si risvegliò da sola in una stanza buia di un sontuoso castello; mentre si alzava da terra cercava di ricordare cosa fosse accaduto prima, ma nulla le tornava in mente. Girando per la stanza senti delle voci provenire dall’esterno, ma non Sango, Inuyasha, Miroku e neanche Shippo, uomini che discutevano tra loro; dove erano finiti i suoi amici??
Stava ferma accanto alla finestra, sentii dei passi che si avvicinavano, ad un tratto la porta si aprì e apparve un uomo che la guardava come se la stesse studiando, lei non si mosse.
Dall’esterno ora si avvertivano delle urla, colpi di spade e rumori di battaglia che fecero avanzare l’uomo alla finestra che si muoveva e girava come per chiedersi cosa fare.
Kagome aveva assunto una diversa espressione dove il sollievo si univa alla paura: “Era forse Inuyasha?”. Vedendo l’uomo avanzare si spostò dalla finestra e sfruttando la situazione colpì l’uomo con un bastone e corse fuori, non curandosi della battaglia, e si nascose in un capanno non lontano nell’attesa che la battaglia finisse.
Al termine della battaglia vide venire verso di lei una figura che indossava un abito rosso, si avvicinò: era Inuyasha.
Il viso di Kagome si dipinse di gioia nel vederlo preoccupato per lei.
Lui era entrato solo e si avvicinò a Kagome tendendole la mano; lei guardò la mano del giovane poi il suo sguardo si sposto sui suoi occhi tanto che Inuyasha sembrava arrossito, gli prese la mano e si avvicino.
Lui non si mosse, anzi sembrava aspettare quel gesto, poi rimasero fermi a guardarsi negli occhi. L’aria era diventata intensa e romantica al punto che Inuyasha non ne fu irritato, ma soddisfatto, così abbracciò Kagome a se teneramente. Stavano per scambiarsi un romantico bacio quando qualcosa interrupe quell’atmosfera e Inuyasha si allontanò da Kagome di qualche passo a fissare il suolo. Kagome ormai conosceva il suo carattere, così non disse né fecce nulla, quando ad un tratto vide Inuyasha avvicinarsi e baciarla.
Uscirono dal capanno mano nella mano, e con Miroku, Sango, Scippo e Kirara andarono in cerca di un luogo per la notte.
Al termine della cena Kagome e Inuyasha si allontanarono, lasciando Miroku e Sango soli intorno al fuoco.
Al chiaro della luna in un campo fiorito, Kagome e Inuyasha ripensavano a tutto quello che era successo quel giorno, quando lei si sentì prendere la mano e girandosi verso Inuyasha gli vide gli occhi luccicare: l’aria era tornata romantica e senza interromperla si scambiarono un tenero bacio. Kagome non se lo sapeva spiegare quel comportamento, possibile che Inuyasha aveva deciso a stare con lei? Non disse niente a Inuyasha e dolcemente gli sfilò la collana dal collo:” So che questa ora non serve…”disse lei, mentre Inuyasha la guardava stupito. Kagome era convinta che ormai libero, sarebbe fuggito da un momento all’altro, ma rimase stupita quando vide che le sue mani erano tenute da Inuyasha, così insieme si sedettero a guardare la luna.
Il mattino seguente Miroku e Sango si svegliarono notando che tra Inuyasha e Kagome era cambiato qualcosa: lui non portava più la collana e non si vergognò a dare un bacio sulla guancia a Kagome, intenta a raccogliere le sue cose pronta per ripartire, e che non ne fu affatto infastidita anzi gli sorrise con dolcezza. “Ho bisogno di tornare a casa” disse Kagome. Tutti sembravano aspettare la sfuriata di Inuyasha a quella notizia, che però non arrivò anzi si caricò del suo zaino e così tutti si diressero al pozzo. Mentre entrava nel pozzo Kagome fece un sorriso a Inuyasha che ricambiò e lasciandola andare si rivolse agli altri dicendo: “Aspetteremo qui il suo ritorno”.
Quella stessa notte un’altra persona ricevette una visita.
Al limitare della foresta, mentre Rin e Jaken si sistemavano dei giacigli per dormire, Sesshomaru sembrava in attesa di qualcosa o qualcuno, scrutava il cielo come se il vento gli stesse sussurrando chissà cosa all’orecchio, quando all’improvviso si sollevò una fortissima folata di vento da dove apparve una figura femminile di loro conoscenza. Rin e Jaken non si mossero di un millimetro, e neanche il loro Signore che attendeva la parola di Kagura.
Lei fece un inchino e con tono ammaliante disse: “Buonasera, Principe Sesshomaru, c’incontriamo ancora vedo…”.
A quelle parole Rin e Jaken si guardarono stupiti, e contemporaneamente volsero gli occhi su Sesshomaru che era rimasto impassibile come se non avesse sentito, o che stava pensando al momento in cui si sarebbe liberato di quella presenza non molto gradita.
Dopo un attimo di silenzio, con un tono non molto gentile rispose: “ Cosa vuoi qui Kagura?”.
Con un sorriso stizzoso lei rispose: “Non cambi mai vedo, ero solo venuta su preciso ordine di Naraku a…”
“A cosa cercare di convincermi a farmi uccidere per fornirgli nuova potenza, se lo può scordare” replicò Sesshomaru che aveva bruscamente interrotto Kagura, portando la mano all’elsa della spada.
Mentre Rin non riusciva a capire quali fossero le intenzioni del suo Signore, Jaken capiva benissimo e sembrava che anche Kagura avesse capito. Dopo essersi allontanata di qualche passo sembro ritrovare coraggio tanto da lanciargli una sfida: “Bene se questa è la tua scelta. Ma ricorda che faresti bene a non avere per nemico Naraku. Vedremo se riuscirai a batterlo” e detto questo se né andò.
Nessuno si mosse tranne Jaken che si portò al fianco di Sesshomaru “E ora mio Signore cosa credete di fare?” chiese; Sesshomaru si volto verso di lui con uno strano sorriso sul volto: “Dimmi Jaken, pensi forse che io tema Naraku?”. Jaken era diventato una statua di ghiaccio al suo solo sguardo e frettolosamente si scusò. Poi si voltarono in direzione di Rin poiché non la sentivano più e………era lì addormentata sull’erba accarezzata dai raggi della luna.
Jaken non disse nulla e si voltò a guardare Sesshomaru mentre sorrideva nel vederla salva e addormentata nella più completa contentezza. Dolcemente la prese in braccio e la mise sul dorso di Ah-Un e posandole sopra la sua pelliccia per tenerla al caldo ripresero il cammino.
Al mattino Rin si svegliò, ma Sesshomaru non era lì con lei. Guardando davanti vide un campo di fiori bianchi e al dì sopra di una collina un castello sontuoso. In quel momento arrivò Sesshomaru: “Ti sei svegliata, bene così ora possiamo proseguire” riprese la pelliccia, mentre Rin si guardava attorno alla ricerca di qualcosa “Ma Signore non vedo Jaken, non possiamo partire senza di lui”-“Tranquilla Rin, Jaken è in quel castello dove Dama Azumi ci ha invitati”. A queste parole Rin si tranquillizzo e insieme entrarono nel giardino. Ad attenderli c’era una donna bellissima, con i cappelli lunghi color argento raccolti in piccole trecce. Rin si bloccò davanti a tanta bellezza e anche Sesshomaru sembrava esserne colpito.
“Benvenuti nella mia dimora. Tu devi essere Rin? Ho sentito la tua storia. Io sono Dama Azumi, Signora di questo castello, demone benigno che vive in pace con gli esseri umani. Puoi stare tranquilla qui non ti accadrà nulla. Ti prego segui la mia ancella ti guiderà al castello”. Rin si girò da Sesshomaru che mettendole la mano sulla spalla la spinse verso la ragazza, mentre si avvicinava alla dama. “Ti ringrazio Azumi”.
“Non mi crea alcun disturbo qui i viandanti sono sempre bene accetti, e poi sono felice di poterti ospitare nel mio palazzo, dopo anni e anni che non ci siamo più visti. Qui Naraku non potrà attaccarci nonostante provi da qualche tempo, i miei poteri lo hanno sempre contrastato. Ma non parliamo di questo. Ora è meglio andare”. A queste parole Sesshomaru si rilassò, e insieme mano nella mano, salirono al castello.
Sesshomaru conosceva bene quel castello: era appartenuto a suo padre, ma lo aveva donato ad una famiglia di demoni benigni che lo avevano curato dopo una battaglia. Non era molto felice di trovarsi lì: tutto gli ricordava suo padre, ma nonostante ciò Azumi lo portò nella sua stanza, richiudendo la porta dietro di se. “Tu conosci i miei poteri…”disse mentre camminava verso Sesshomaru, che era rimasto in piedi accanto al letto ad ascoltarla. “…Potrei ridarti il dono del tuo braccio, se solo tu lo chiedessi” e prima che potesse replicare aggiunse “…ma so che non lo faresti mai, dico bene?”. Sesshomaru annuì. Lei gli era proprio di fronte e non poteva fare a meno di guardarla negli occhi.
Le tenebre erano già calate, non si erano neanche resi conto del passare del tempo, erano rimasti lì a ricordare i loro giochi da piccoli. Azumi sfiorò le braccia di Sesshomaru fino ad arrivare al suo viso. Lì si fermò lo guardò negli occhi e lo baciò. Lui non fece nulla, ma le mani di Azumi gli davano uno stato di sicurezza così che anche lui la abbracciò come mai aveva fatto prima. Il mattino seguente Sesshomaru fu svegliato dai raggi del sole che entravano dalla finestra, si voltò e vide Azumi lì al suo fianco e ne fu felice. Si alzò, badando a non svegliarla, e andò alla finestra: affacciandosi fuori vide Rin giocare nel giardino che correva contenta come mai lo era stata, sotto gli occhi vigili di Jaken. Alzando lo sguardo al cielo vide l’immagine di suo padre insieme alla madre presi per mano che lo guardavano sorridenti: “Siamo fieri di te figlio. Hai imparato a fidarti e prenderti cura degli altri esseri, anche se diversi da te”. Prima che potesse rispondere le figure erano sparite, rimase sbalordito ma qualcosa dentro di lui era cambiato: aveva fatto felici i suoi genitori. Rimase a guardare l’orizzonte, quando sentì la mani dolci di Azumi sulle sue spalle. Lui si voltò e le sorrise prendendole le mani nelle sue e rimase a guardarle: aveva nuovamente il braccio sinistro. Non se né era accorto, solo ora se ne rese conto mentre Azumi lo guardava. Il suo cuore si riempì di gioia: qualcuno lo amava e in quel momento abbracciò felice la sua sposa. Usciti dalla stanza diedero subito inizio ai preparativi della festa per l’incoronazione di Sesshomaru. Jaken a questa notizia scoppiò in lacrime; finalmente sarebbe diventato il consigliere di corte del suo giovane Signore. Lasciando Azumi nella sala del trono, Sesshomaru uscì fuori in giardino; “Rin, vieni ti devo parlare”, Rin corse verso di lui “Si, Signor Sesshomaru che è successo? Dobbiamo forse partire per cercare Naraku?”-“ No Rin da oggi viviamo qui: io diventerò il Signore di questo castello e tu puoi chiamarmi PADRE”-“Ma…”-“So che non lo sono e che non posso sostituirlo, ma se tu lo facessi ne sarei felice”. Detto questo Sesshomaru sembrava più sollevato e a Rin vennero le lacrime agli occhi dalla felicità, e corse fra le braccia di Sesshomaru come un figlio con suo padre.
I giorni passarono, erano ormai quattro giorni che Kagome se né era andata e Inuyasha cominciava ad innervosirsi. Cominciò ad andare avanti e indietro allontanandosi di qualche passo ogni volta. Era ormai arrivato al limitare della foresta, mentre Miroku e Sango parlavano tra loro ignorandolo completamente. Anche Scippo era impegnato a giocare con Kirara; Inuyasha si stava alterando anche perché avvertiva un odore nauseante di lupo e iniziava a sentire delle voci provenire dall’interno della foresta: “Basta ora, ne ho abbastanza delle tue moine. Torna a casa ho delle cosa da fare ora”. Inuyasha era sicuro che fosse la voce di un demone maschio, forse si trattava di Koga?era questo il pensiero che si ripeteva nella mente di Inuyasha. A quella voce seguì un urlo: “Ahh, sei un insensibile, non ricordi neanche la parola che dai. Non mi sorprende che tu non abbia ancora sconfitto Naraku”-“Che cosa?! Ti sembrano cose da dire?E’ questa la considerazione che hai di me, non ricordi che ti ho salvata da piccola??”-“certo che lo ricordo e ricordo anche quello che mi hai detto dopo. Sei un viscido animale…”. Inuyasha provava una certa felicità a sentire quell’umiliazione per chiunque fosse, soprattutto perché gli ricordava i suoi bisticci con Kagome. Le voci sparirono e lui stava per entrare nella foresta per cercarle, quando sentì Scippo: “Kagome!!!”. Si voltò di scatto e dal pozzo vide uscire Kagome che salutava tutti e cercava Inuyasha. Lui si avvicinò e la abbracciò forte mentre lei gli sorrideva felice di rivederlo. “Scusatemi per il ritardo, ma la mamma è stata male e qualcuno si doveva occupare della casa…”. Inuyasha non disse nulla, poi di scatto si voltò verso la foresta da cui apparve Koga. Aveva ancora Kagome tra le braccia quando il demone lupo tuonò: “ Tu botolo ringhioso lascia Kagome”. Inuyasha non gli diede ascolto, ovviamente, ne replicò rimase solo a guardarlo soddisfatto.
Koga sembrava innervosirsi. Vide inuyasha avvicinarsi a Kagome: “Perché non mi fai divertire?”, fu questo, quello che sentì, ma che voleva significare?Kagome sorrise e dalla tasca tolse fuori qualcosa. Guardò Inuyasha, poi si incamminò verso Koga, che traboccava rabbia da tutti i pori, ma che alla vista di Kagome si tranquillizzò, Inuyasha assisteva alla scena e stava già ridendo consapevole di ciò che stava per succedere, mentre Miroku, Sango e Scippo non riuscivano proprio a capire.
Kagome gli era ormai davanti e con dolcezza gli mise al collo la collana che era stata di Inuyasha: “Ecco questa è per te. E’ un regalo”. A Koga brillarono gli occhi per quel gesto e stringendo le mani di Kagome disse: “Grazie mio angelo, la porterò sempre per ricordarmi di te”. Kagome tornò accanto a Inuyasha mentre Koga si vantava di quel regalo: “Hai visto botolo Kagome mi ama, e me lo ha dimostrato!!”. Lui non rispose, cercando di nascondere il sorriso, poi guardò Kagome: lei capì che era il momento così: “Koga…”-“Si tesoro dimmi”-“…a cuccia!!” e Koga stramazzò al suolo.
Inuyasha scoppiò in una risata tanto forte che si buttò a terra, e anche gli altri risero di buon cuore a quella scena.
“Koga che fai a terra?? Possibile che ora non ti reggi neanche in piedi alla sua vista??”. Aiame era uscita dalla foresta. Inuyasha stava ancora ridendo, aveva le lacrime agli occhi dal ridere, mentre Koga a fatica si rialzava con l’aiuto di Aiame: “Che dici, è opera di Inuyasha…” disse così togliendosi la polvere di dosso “…anche se non capisco: perché la collana che Kagome mi ha donato non mi ha salvato???”. Aiame stava per dargli una sberla: non sopportava che adorasse Kagome come una dea; Inuyasha tuonò in una nuova risata alle parole di Koga e anche gli altri, mentre Kagome cercava di far capire a Koga cosa era successo: “Non è opera di Inuyasha: sei caduto sotto l’incantesimo della collana”. Koga e Aiame non riuscivano a capire: “Come hai potuto essere cos’ stupido Koga?? Sei caduto sotto in una trappola così? Anche un coniglio non ci sarebbe cascato!!”-“Era un regalo di Kagome e non ho potuto rinunciare e, nonostante questo, continuerò a portarla”. Ad Aiame le si rizzò il pelo: “Che cosa??? Sei impazzito?? Vuoi correre il rischio di finire a terra ogni volta che gli vedrai, pensa ai combattimenti?!”-“ Certo che ci penso, ma non posso abbandonare un dono della mia amata Kagome”. Finalmente Inuyasha era riuscito a smettere di ridere e, vedendo la rabbia negli occhi di Aiame, disse: “Puoi stare tranquilla Aiame, Kagome non amerà mai Koga…”-“E perché no cagnaccio? Cosa puoi saperne tu?”replicò Koga, interrompendo Inuyasha, “…perché lei ha già fatto la sua scelta, e non sei tu!!” continuò Inuyasha lasciando perdere l’interruzione fatta da Koga, che a quelle parole era rimasto sbalordito. Kagome abbassò lo sguardo, fece un respiro profondo e disse: “Si Koga. Inuyasha ha ragione: vedi io amo lui, tu per me sei solo un amico”, e così dicendo strinse forte le mani di Inuyasha. Koga le si avvicinò: “Io non ci credo. Ma se deve essere così, non posso che aspettare il giorno in cui tu mi amerai”. Gli occhi gli brillavano di nuovo, ma Kagome era già lontana con i suoi amici, poté solo sentire: “A cuccia!!”. Koga finì nuovamente a terra e in quel momento gli andò accanto Aiame e, afferrandolo per l’orecchio lo trascinò via dicendo: “Hai avuto quello che ti meritavi, dovevi ascoltarli e toglierti quella collana, ma tu nulla sei cocciuto!! E’ meglio che per un po’ ne stia alla larga”.
Ripreso il viaggio Inuyasha stava parlando con Miroku, mentre Sango era dietro con Kagome. Scippo e Kirara intanto erano andati avanti, un po’ per gioco, un po’ per non sentire le moine amorose di Miroku, che negli ultimi giorni era diventato davvero angoscioso. Era tremendamente diventato premuroso nei confronti di Sango: le portava da bere e da mangiare, si preoccupava che non prendesse freddo e che dove era seduta fosse abbastanza soffice e comodo. Anche Kirara aveva notato il suo strano comportamento: infatti si preoccupava anche per lei, pur di rendere felice Sango. Addirittura, nonostante le stesse accanto, non la palpava più, anzi le mani le metteva sulle sue spalle per tenerla al caldo. Sango sembrava apprezzare quel comportamento strano di Miroku, o forse non aveva detto nulla per non offendere le sue buone intenzioni verso lei e Kirara.
Mentre era al fianco di Miroku, Inuyasha capiva che c’era qualcosa che non andava. Si voltò da kagome e facendole un cenno con la testa le fece capire di rallentare e parlare con Sango che era un po’ giù di corda, ma per tutto il giorno non parlarono. Giunta la notte si fermarono, Inuyasha si avvicinò a Kagome: “Ti ha detto qualcosa?”. Kagome scosse la testa: “No, ma ora la porto a fare qualche passo e cerco di scoprire qualcosa. Tu resta qui e cerca di parlare con Miroku”. Si alzò e andò da Sango e insieme si allontanarono; Miroku stette a guardarle, poi riabbassò lo sguardo quando arrivò Inuyasha: “E’ inutile che fai finta di nulla, ho visto come la guardi e come ti comporti; allora che è successo??”. Miroku restò a guardare il fuoco, Inuyasha gli si sedette affianco in attesa e, dopo un respiro iniziò il suo racconto: “Inuyasha ricordi la notte in cui abbiamo salvato Kagome, quando insieme siete andati a fare una passeggiata??...”-“Si e allora?”-“…Ecco voi siete tornati il mattino seguente, ma durante la notte, tra me e Sango è successo qualcosa…”-“cosa, l’hai palpata ancora e ti ha datto uno schiaffo??”. Miroku sorrise: “No Inuyasha, ecco noi…abbiamo…”. Non riusciva proprio a parlare e dopo un respiro diede la notizia di botto, senza respirare: “…abbiamo dormito insieme”.
“Cosa??”. Kagome rimase per un attimo paralizzata alla notizia datale da Sango: “Si Kagome è così. Non so dirti come è successo, ma voi ci avete lasciati soli davanti al fuoco, si è creata la giusta atmosfera, così abbiamo parlato, ci siamo spiegati e poi si siamo trovati a dormire insieme come una normale coppia”. Kagome le si avvicinò e vedendola in lacrime la abbracciò: “Su avanti non devi fare così. Quello che dovete fare ora è vivere tranquilli, in fondo Miroku non è male come uomo e marito. Perché dovreste nascondere i vostri sentimenti davanti a me e Inuyasha, non c’è cosa più bella che dimostrare al tuo amato il tuo amore senza preoccuparsi dei giudizi degli altri!! Se hai notato anche io e Inuyasha ora…”. Sembrava aver toccato il tasto giusto: Sango aveva smesso di piangere e sembrava molto più serena: “Si ho notato e non sai come v’invidio”-“Non devi, perché anche tu puoi farlo, nessuno telo vieta. Su torniamo da Miroku e Inuyasha, ci staranno a spettando”. Kagome stava già andando quando Sango disse: “Ho paura di aspettare un figlio da lui”. Kagome si bloccò e voltandosi versi di lei con un sorriso disse: “E perché dovresti? Tu lo ami e un bambino è ciò che lui ama più di ogni altra cosa…dopo di te ovviamente”-“Lo credi veramente?”-“Ma certo. Vivi tranquilla e amalo alla luce del sole, vedrai che tutto andrà bene”. Ormai tranquilla, Sango e Kagome tornarono da Miroku e Inuyasha, che erano seduti attorno al fuoco ad attenderle, mentre Scippo era già addormentato al fianco di Kirara. Kagome si sedette al fianco di Inuyasha, poi guardò Sango al fianco di Miroku come per incoraggiarla, ma lei non disse nulla. Miroku allora si alzò: “Ecco io vorrei dire una cosa…”si voltò verso Sango e continuò: “…Sango tu sei la persona più bella che io abbia mai conosciuta e incontrata e vorrei che, dopo quello che è successo tra noi, beh ecco tu diventassi la mia sposa…”. Inuyasha e Kagome sorrisero, mentre Sango, che non si aspettava una dichiarazione d’amore così, scoppiò in lacrime si alzò e si buttò al collo di Miroku per abbracciarlo: “Oh Miroku, non credevo tu avessi tanto coraggio…Certo che lo voglio…”. Dopo tanto tempo, finalmente, anche Miroku e Sango erano riusciti a dichiararsi. Ripresero il viaggio, tutti erano felici e la tranquillità regnava su quel gruppo di amici, che impiegarono alcune settimane per attraversare quella foresta fitta dove si erano fermati.
Usciti di lì si trovarono davanti ad un lussureggiante paesaggio, appena fuori un villaggio su cui svettava un maestoso castello antico appena circondato da fiori bianchissimi. Ad un tratto un vecchio saggio gli si presentò davanti e dopo un inchino solenne gli fece da guida. Proveniva dal villaggio, ma qualcosa in lui era strano: non li fece sostare nel villaggio, li portò all’interno e glielo fece attraversare. Li condusse per una strada dove ai lati si alternavano fiori azzurri, rosa, viola e bianchi, fino ad arrivare al limitare di un muro di legno. Giunti al cancello del castello, il vecchio li lasciò e a guidarli su un soldato, che li portò all’interno di un giardino bellissimo e li lì lasciò. Tra lo stupore, per tanta bellezza, e la meraviglia di quei comportamenti, notarono due persone tra i fiori e il verde; ad un tratto una parlò; “Vi do il benvenuto nella mia casa, sono Dama Azumi, Signora del castello. Sono felice di vedervi”. Inuyasha sembrava non ascoltare, era rimasto fermo a guardare la seconda persona che gli dava le spalle, era sicuro di conoscerla. Ad un tratto si udì la voce di un bambino: “Padre guardate quanti ne ho raccolti”. Si udì una risata felice e compiaciuta, poi il piccolo fu preso in braccio da quella persona: “Bravo, cosa né di ci se ora andiamo a darli alla mamma?”. Il bambino sorrise; a Inuyasha sembrava di conoscere anche quella voce, così quando si voltò gli fu rivelato il misterioso volto di quella persona: “ Sesshomaru?!”. Non riusciva a crederci cosa poteva fare lì suo fratello??. Aveva vesti diverse da quelle che portava solitamente, e l’espressione del volto era diversa cosi come il tono di voce, e i suoi occhi non erano più glaciali carichi di rabbia, ma felici; in più aveva il braccio che Inuyasha stesso gli aveva staccato. “Che cosa ci fai qui Sesshomaru?” ringhiò Inuyasha, mentre gli altri avevano assunto una posizione di difesa. Sesshomaru con calma rispose: “Inuyasha, salve fratello. Stai forse insinuando che voglia uccidere queste persone? Rimarrai deluso, perché non posso, ora sono il Signore di questo castello e questo è mio figlio!!”. A questa notizia tutti, compreso Inuyasha, allontanarono le mani dalle armi; non riuscivano a credere alle sue parole, eppure i suoi occhi non mentivano. “Preferirei non parlare di queste cose qui fuori. Venite gradirei che voi foste miei ospiti” e così dicendo fece strada per entrare in casa. Ma mentre si avviavano, il figlio di Sesshomaru, che si trovava in testa al gruppo, corse indietro tra le braccia dei genitori fermando tutti. Una folata di vento alzò un polverone, obbligando tutti a proteggersi gli occhi. Quando la polvere si diradò davanti a loro c’erano una donna e una bambina : Kanna e Kagura. “Sesshomaru, Principe dei demoni, sono molto adirata con te…” disse Kagura con una aria di sfida, “…Non hai tenuto conto della mia offerta. Tu eri il solo a potermi liberare dalla schiavitù di Naraku, ma dopo il tuo tradimento sono propensa più che mai a distruggerti!”. Sesshomaru non sembrava preoccupato e rispose: “E dimmi Kagura cosa mai ho fatto per tradirti? Perché non sono entrato a far parte del corpo di Naraku?”-“No Principe. Credevo tu avessi capito ciò che provavo per te?”-“Provavi forse amore? So bene cosa provavi, ma non era quello che volevo io: sapevo che tu mi avresti usato così ho sposato la donna che amavo da tempo”-“Vuoi farmi credere che questa donna è tua moglie?! Come può un demone sanguinario come te, amare un demone benigno come lei? E quel bambino?”-“E’ mio figlio. E che tu ci creda o no questa è la mia famiglia, mentre tu non hai nessuno”. A quelle parole Kagura sembrava essere stata colpita nell’animo più profondo, i suoi occhi arsero di rabbia alla vista di Inuyasha e Sesshomaru uniti per sconfiggerla. In quel momento lo specchio nelle mani di Kanna si illuminò e nel cielo si vide uno sciame di insetti velenosi: “Presto correte in casa è Naraku e non avrà pietà per nessuno…” prese Azumi tre le braccia e disse “Non preoccuparti per me non mi accadrà niente, tornerò da te e da nostro figlio”, la baciò e poi si inchinò a baciare il figlio. Anche Inuyasha aveva spinto i suoi all’interno del castello, così che rimasero solo loro a combattere, uniti come fratelli. Dallo sciame svettava un mantello di babbuino da cui si udì una voce: “Siete troppo preziosi perché vi lasci liberi, così io Naraku, ho deciso di uccidervi di persona”. A questo affronto Inuyasha rispose con un altro affronto: “Ma se lo sanno tutti che non sei neanche un mezzo demone, non sei capace di creare demoni potenti, e non ti sai far rispettare neanche dalle tue stesse emanazioni!”. Naraku era giunto a terra tra Kanna e Kagura e ascoltava Inuyasha con particolare attenzione, mentre cominciava a innervosirsi per tutti quegli insulti: “Così Inuyasha, tu credi che Kagura non sarà punita per il suo tradimento? Bene allora sta a guardare”. Allungò il braccio verso Kagura,e senza neanche toccarla, lei cadde a terra priva di vita. Naraku si voltò con un sorriso verso i fratelli, ma per loro nulla era cambiato: davanti a loro c’era ancora il nemico che aveva minacciato le loro famiglie. Ad un tratto una moltitudine di demoni si fondò su di loro, cosi iniziò una battaglia all’ultimo sangue che avrebbe portato allo sfinimento i due fratelli, pronti per essere inglobati da Naraku. Soddisfatto e sicuro della vittoria, Naraku assisteva con Kanna alla faticosa battaglia, quando, ad un tratto, una potenza superiore annientò i demoni, liberando Inuyasha e Sesshomaru. Naraku rimase di pietra nel sentire una voce: “Tu Naraku, credi di essere abbastanza potente per sconfiggere i figli del Generale, sparisci ora o preparati a subire la mia ira e quella dei miei figli”. Naraku con fermezza rispose: “Chi credi che io sia per fuggire?Non temo un vecchio fantasma, e voi preparatevi a subire la mia ira”. Il cielo venne squarciato da un fulmine,mentre Naraku rideva crudelmente: Il cielo si copriva da nuvole nere e fulmini, ma un lampo invase il castello , colpendo in pieno Naraku. Alla luce di Songa, Inuyasha e Sesshomaru unirono i colpi offensivi più potenti delle loro spade, annientando Naraku per sempre. Alla ricomparsa del sole, Naraku era stato sconfitto e Inuyasha e Sesshomaru si strinsero la mano, poi entrarono in casa dove le spose e gli amici li attendevano. Come se niente fosse accaduto Sesshomaru ordinò che fosse preparata la cena e le stanza per i suoi ospiti. Seduti a cena, Sesshomaru notò che suo fratello non provava più vergogna a mostrare i suoi sentimenti per Kagome, sorrise e alzando il calice disse: “Propongo un brindisi per la vittoria su Naraku” tutti alzarono il calice e brindarono. Ad un tratto la porta si aprì e apparve Koga che si precipitò da Kagome: “Amore mio stai bene per fortuna. Ho fiutato l’odore di Naraku e sono venuto di corsa per offrirti la sua testa in segno del mio amore”. Si udì un brusio, poi Sesshomaru si alzò e disse: “Arrivi tardi demone lupo, Naraku è già stato sconfitto e non né è rimasta traccia”-“Che cosa non c’è traccia? Tu botolo lo hai lasciato fuggire ancora??”. Ma prima che Inuyasha potesse rispondere, Sesshomaru aggiunse: “Ti sbagli Koga. E’ stato proprio Inuyasha a sconfiggerlo”. Inuyasha si voltò dal fratello con aria interrogativa e vedendo il suo cenno con la testa, si voltò da Koga e con aria soddisfatta disse: “Esatto lupastro è così: ho sconfitto Naraku!!”. La rabbia assalì Koga e mentre stava per sferrargli un pugno, intervenne Kagome: “A cuccia!”.Koga finì ai piedi di Inuyasha. Le guardi lo portarono via e il gruppo riprese a ridere e parlare.
Inuyasha e Kagome furono accompagnati personalmente da Sesshomaru, nella loro camera e prima che Inuyasha potesse entrare il fratello gli disse: “Domani ti devo parlare…”-“ Di che si tratta?”-“…Niente di preoccupante. Va da Kagome ti sta aspettando. Buona notte fratello”, e detto ciò andò nella camera dei bambini. Anche Miroku e Sango avevano la camera insieme: “Miroku devo dirti una cosa: sei sicuro di volermi come sposa?”-“Certo Sango, ma perché mi chiedi questo?”-“E che incontriamo tante donne bellissime…”-“Si, ma io voglio te. Basta ora, vini qui da me”-“Miroku…aspetto un figlio da te!”-“ Oh Sango, ora mi hai fatto felice due volte. Dormi ora e stai tranquilla, ci sono io con te”.
La mattina seguente, mentre tutti facevano colazione, Sesshomaru e Inuyasha uscirono in cortile a fare qualche passo: “Ho notato che non temi più di mostrare ciò che provi per Kagome. Ti sei finalmente deciso…avete forse…”-“Sì. Secondo le credenze dei demoni ora siamo sposati, ma anche tu non hai perso tempo…”-“Già…conosco Azumi da quando ero giovane, ma dopo la morte di nostro padre sono partito per le sue terre, lasciandola sola, ma ora sono tornato per mantenere la mia promessa: sposarla e farla felice. Mi ha molto cambiato e la ringrazio”. Ci fu un attimo di silenzio, poi Inuyasha rivolto al fratello disse: “Quel lampo ieri era forse nostro padre?”. Sesshomaru alzò lo sguardo in cielo, chiuse gli occhi e disse: “Si era proprio lui”; riaprendogli occhi, diede una pacca sul braccio al fratello e disse: “Inuyasha guarda…”. Inuyasha alzò lo sguardo: videro il padre nel cielo sorridente, con la spada in mano: “Figli miei sono fiero di voi, avete imparato ad essere fratelli e avete trovato “la forza di vivere” senza badare ai giudizi altrui”. La figura spari, Inuyasha e Sesshomaru si voltarono e videro le loro spose ad attenderli e soddisfatti andarono da loro per abbracciarle.

Beh...che ve ne pare!?! sxo vi sia piaciuta!! aspetto i vostri commenti!!

baciximi

himeno-chan
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