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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PICCOLA LEGGENDA TERMALE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: bordeaux galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/10/2006 22:54:33

Piccolo racconto inventato per caso. Durante una mia gita alle terme, qualcuno incontra una strana ragazza...
 
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PICCOLO LEGGENDA TERMALE
- Capitolo 1° -

Avviso a tutti i lettori: questa piccola storia mi è venuta in mente così, senza un vero motivo apparente. Non so come me la sia immaginata questa storia, veramente...
Detto questo, buona lettura!



Non ci credevo, era da mezz'ora che aspettavo in fila davanti al cancello e l'entrata alle terme era ancora lontana. Oggi ero venuto qui per trascorrere un rilassante pomeriggio, o almeno quello che rimaneva, in un famoso centro termale poco fuori Tokyo, ma era così pieno che ormai l'attesa mi stava uccidendo. E pensare che stamattina c'era un bel sole caldo e adesso, poco dopo mezzogiorno, il cielo si era annuvolato, ma per fortuna avevo previsto questa eventualità: avevo con me nello zaino una giacca, un ombrello portatile, un pacchetto di fazzoletti e anche un po' di cibo. Nulla mi avrebbe fatto tornare indietro!
Dopo un altro quarto d'ora in piedi, quasi fermo in coda, finalmente gli inservienti mi chiamarono e arrivai in fretta all'ingresso, dove pagai il biglietto per entrare. Nel prezzo era compreso, oltre al bagno termale, anche la possibilità di usare le strutture del centro, tra cui un parco alberato, una piccola palestra e un ristorante, ma per prima cosa volevo assolutamente farmi un bagno caldo, quindi oltrepassai il cancello e poco dopo arrivai ad una piazzetta di sassi bianchi, ai piedi di una collina erbosa su cui sorgevano le terme.
Notai, con mio grande dispiacere, che il tempo stava peggiorando: non solo le nuvole erano diventate grigie, ma stava scendendo un velo di nebbia e la temperatura, a mio avviso, era diventata più fredda. Ero quasi intenzionato ad indossare la giacca, ma ci ripensai: non volevo perdere altro tempo, dovevo sbrigarmi se volevo evitare la pioggia. Non sapendo però quali dei tre sentieri era il più corto, mi ero scordato di consultare la cartina, ne scelsi uno a casaccio, sperando di prendere quello giusto...


Alla fine presi proprio il sentiero più lungo. E non era la notizia peggiore: la nebbia nel frattempo si era fatta più densa e avevo molta difficoltà a seguire il sentiero tra l'erba, il mio sguardo non faceva fatica a distinguere il prato dal selciato. Mi sembrava di stare in alta quota e non in aperta campagna!
Ad un certo punto notai davanti a me una figura nella nebbia, forse era qualcuno che, come me, si era smarrita nel parco. Mi sentii sollevato, almeno non ero più solo. Avvicinandomi di un po', scoprii che si trattava di una ragazza, che aveva all'incirca la mia età. Aveva i capelli neri e lunghi, tenuti insieme da una spilla di legno, gli occhi blu e il colorito della pelle era molto chiaro. Era vestita in maniera curiosa, con un kimono azzurro, tempestato di fiori bianchi, una fascia sulla vita bianca e rossa e indossava un paio di tradizionali sandali in legno. Appena mi vide, la ragazza mi fece un sorriso molto dolce e fece un leggero inchino, per salutarmi. Mi sentii un po' imbarazzo davanti a lei, come durante un colpo di fulmine...
Innamorato... io? Ora stavo esagerando! Andava bene tutto, ma definirmi romantico era ridicolo! Riprendendo il controllo di me stesso, chiesi alla ragazza se poteva aiutarmi. Era da escludere che fosse una turista come me, mi venne spontaneo pensare che faceva parte dello staff che gestiva le terme, vestita con gli abiti tradizionali per ricreare un po' di folklore locale.
Una volta chiarito dove volevo andare, la ragazza si voltò e iniziò a camminare, invitandomi gentilmente a seguirla. Finalmente avevo trovato un punto di riferimento e la seguii senza problemi. Pochi minuti dopo però sentii alcune gocce d'acqua bagnarmi la faccia e di lì a poco iniziò a piovere.
La ragazza col kimono cercò di coprirsi con le mani, ma l'intensità della pioggia aumentò in breve tempo e la poveretta si stava bagnando tutta. Così velocemente, aprendo lo zaino al volo, presi l'ombrello e mi avvicinai a lei per ripararla dall'acqua. La ragazza si mise alla mia destra e, dopo avermi ringraziato, riprendemmo il cammino. Mentre stavamo percorrendo quel tratto, lei appoggiò la testa sulla mia spalla e in quel momento l'imbarazzo fu enorme, ma preferii non lamentarmi. La ragazza era contenta di stare in mia compagna, tanto che ad un certo punto gli scappò pure un sorrisetto.

Passò qualche minuto e finalmente smise di piovere, così ne approfittai per asciugare il mio ombrello e a riporlo nello zaino. Inoltre notai che la nebbia si stava diradando abbastanza velocemente, infatti per la prima volta riuscii a vedere il contorno del centro termale, ormai distante solo pochi passi. Ero così contento che quasi iniziai a correre, ma mi accorsi quasi subito che la ragazza col kimono era in difficoltà: in mezzo al fango che si era creata con la pioggia, i suoi sandali non avevano presa e faceva molta fatica a proseguire. A quel punto feci il mio secondo gesto d'altruismo di quel giorno, allungai il braccio verso di lei e la aiutai a risalire il sentiero infangato. Per fortuna la strada poco dopo era tutta in ghiaia, così almeno la ragazza avrebbe potuto proseguire senza rimanere bloccata con i suoi sandali.
Dopo cinque minuti arrivai, ed aggiungerei finalmente, in cima alla collina, dove i tre sentieri principali si riunivano. Le terme erano proprio davanti a me ed ero veramente molto contento, anche perché la nebbia era quasi finita e forse sarebbe uscito il sole. Ma prima di tuffarmi in un bel bagno caldo, dovevo ringraziare la mia guida: senza di lei, avrei fatto molto più fatica ad arrivare fino a lì...
Per ringraziarla ero disposto ad offrirgli cibo o qualche bevanda che avevo nello zaino, ma in entrambi i casi la ragazza rifiutò. Si limitò a ringraziarmi, sempre con un sorriso sulle labbra, con un inchino e poi si voltò per scendere in un altro sentiero, scomparendo velocemente tra gli alberi presenti. Ebbi giusto il tempo di salutarla alzando un braccio, che forse non aveva neanche visto, e poi andai diretto all'interno del centro termale.

Dopo un'ora di bagni caldi e rilassanti, di cui avevo proprio bisogno, entrai negli spogliatoi e in quel posto, mentre stavo indossando una maglietta di ricambio, notai un dipinto sulla parte alta della parete che avevo di fronte. Era piuttosto vecchio e c'erano disegnate delle persone che camminavano in un cortile di un tipico castello giapponese, ma una figura in particolare mi colpii: era identica alla ragazza che mi aveva accompagnato fino a lì. Mentre stavo per uscire, incrociai un inserviente e mi congratulai sia per il servizio alle terme, sia per l'idea di far indossare allo staff dei kimono, in modo da farle assomigliare ai personaggi che avevo visto nel dipinto. Ma stranamente quell'uomo iniziò a ridere, lasciandomi di stucco...
Chiedendogli il perché della sua reazione, l'inserviente mi spiegò che nessuno dello staff indossava un kimono e, cosa che mi sorprese ancora di più, non c'erano ragazze con la descrizione che gli avevo fornito. Ma allora chi era quella che avevo incontrato?
Poi l'uomo mi raccontò che il dipinto era la rappresentazione del castello che sorgeva in quel luogo, dove oggi c'erano le terme, che andò distrutto in seguito ad un incendio, che causò molte vittime. Molte di loro, aggiunse, tentarono di scappare nel bosco sottostante il castello, ma qualcuna rimase intrappolata nel fumo e non potendo più orientarsi, morirono intossicate.
A quel punto la mia mente fu scombussolata da mille dubbi. Non poteva essere uno scherzo, ma non riuscivo a credere che quella era l'anima di qualcuno che non c'era più...



Fine
 
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