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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA SCATOLA DI LENA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nebbulit galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/12/2002 14:26:34

la rpima missione proprio sotto le feste di natale
 
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NOTTE DI NATALE
- Capitolo 1° -

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::Notte di Natale::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::.

Quando aprì gli occhi fuori era ancora buio. Guardò l’orologio: le quattro e un quarto del mattino: di solito a quell’ora andava a dormire!
“Non sono più quella di una volta!”-borbottò tra se la ragazza alzandosi e dirigendosi in cucina, ma mentre apriva la porta si accorse della luce che proveniva dalla scatola.
“Senti, ma non puoi tirare fuori i tuoi indovinelli ad un’ora più decente?!”-borbottò, ma infine si decise ad avvicinarsi.
La scatola iniziò a vibrare, e lentamente si aprì.
Come al solito subito dopo trovò un fogliettino marrone sotto il contenitore:

La passione, la paura. La gioia, la felicità
Umanità è la parola che le racchiude
C’è chi di esse si nutre
Trovatelo e uccidetelo
O di esse nessuna traccia resterà
Nei luoghi felici ama sostare
Il suo nome è da dimenticare
Una stella è il suo segno.
Sbrigatevi non c’è molto tempo.

“Non c’è che dire, le rime sono sempre peggiori!”.
Si diresse verso l’appartamento accanto al suo,almeno non era la sola a dover comportarsi da pazza!

Ad aprire la porta andò Raul.Si era svegliato da poco, sentendo una strana sensazione. Si trovò di fronte Lena con in mano un fogliettino, simile a quello che aveva visto l’ultima volta.
“Complimenti: avete vinto la vostra prima missione. Sveglia gli altri, va!”- gli disse la ragazza.
In quel momento sulla soglia apparvero Mirko e Alessia, entrambi assonnati.
“Ehi, si può sapere che cavolo succede?Lena ti faccio notare che è mattina presto e che io sono stato tutto il giorno in giro per fare i regali di Natale!”-le disse il primo
“Pessima abitudine. Solo uno spreco di tempo e denaro. Ora invece mio caro hai qualcosa a cui pensare: i simpaticoni di là ci hanno dato una missione. E dal momento che la parte sporca toccherà a me e a te ti consiglio di sbrigarti!”- rispose lei con un sorrisetto.
“Ehi ragazzi, CALMA! Non mi agitate di prima mattina, che già sono nervosa di mio. Mi fai vedere quel foglietto.”disse Alessia, sedendosi sul divano: “ ehi, ma che cavolo vuol dire?”
Raul si avvicinò, lesse piano le parole, quasi accarezzandoli e soffermandosi sulla parola “stella”,la sfiorò con il dito e improvvisamente nella sua testa si proiettò l’immagine di un ragazzo alto, moro, con una stella tatuata sul collo, proprio sopra la giugulare. Ma mentre cercava di mettere a fuoco l’ambiente tutto si oscurò.
Si svegliò con gli altri che lo guardavano preoccupati:
“Ehi amico, come ti senti?”-gli chiese Mirko
“l…L’ho visto. E’ giovane, un tipo mediterraneo e anche piuttosto atletico. Ha un tatuaggio.. una stella, appunto… proprio qui!”- e indicò il punto.
“Beh, almeno sappiamo qualcosa in più, Ora tutti a nanna che domani si lavora!”, commentò la ragazza dai capelli rossi, prima di tornare nel suo appartamento.

Il giorno dopo Alessia setacciò tutta la città alla ricerca del ragazzo misterioso. Raul gliel’ aveva descritto accuratamente: ma non era certo facile trovarlo!
Ormai la sera stava scendendo, le luci nelle strade risplendevano, ma una fila in particolare colpì l’attenzione di Alessia: delle stelle che illuminavano un’intera via.
“Tanto co’ho da perdere?” si disse, incamminandosi in quella direzione.
Percorse quasi tutta la strada quando si accorse che, davanti un locale, era seduto un ragazzo. Poteva benissimo essere lui!
Si avvicinò per osservarlo meglio.
“Ehi, cerchii qualcosa?”-le chiese questi. La usa voce era morbida e carezzevole, ma il sorriso nonn arrivava agli occhi scuri e freddi come due profonde pozze ere.
“Ehm, no, volevo solo dare un’occhiata.Com’è questo posto?”- chiese lei di rimando sorridendo, vedendo che il ragazzo aveva il tatuaggio descritto.
Lui la guardò sospettoso.
“eh, vieni stasera verso le nove,così lo scoprirai.”- le disse, poi si voltò per tornare dentro.
Alessia si fece coraggio:” Ma tu ci sarai, vero?!”
“Vieni e lo saprai”-rispose lui prima di chiudersi la pota dietro le spalle.
Bel caratterino… pensò Alessia poi corse ad avvisare gli altri.


Erano le nove e i ragazzi erano fuori del locale.
“Allora che facciamo:entriamo o aspettiamo l’epifania?”-chiese annoiata Lena, scostandosi un ricciolo rosso dalla fronte.
Raul la guardò a lungo: “Secondo me tu lo fai a posta a comportarti così!”
“No, guarda mi sa tanto che le viene naturale”-lo rimbeccò Mircko, al quale lì’atteggiamento della raazza fino a quel momento non era piaciuto per niente: insomma per lei poteva anche essere una cosa normale, ma per loro era la prima volta! Un minimo di solidarietà…
Alessia continuava a torcersi le mani: sapeva che la prima mossa toccava a lei, era questo il compito assegnatole dagli spiriti nella scatola.
Trattene il respiro, come quando ci si deve immerger e a grandi profondità, poi aprì la porta del locale.
L’ambiente era scuro e fumoso, come quello di un pub di bassa lega ma nell’aria risuonavano le note di una melodia bella e triste allo stesso tempo. Le note prese per un momento il sopravvento nella nella testa dei ragazzi, facendogli scordare il motivo per il quale erano venuti sin lì. La musica parlava di silenzi, e solitudine , e felicità tale da sfiorare il dolore, Era tremenda, ma tale da struggere il cuore.
Il primo a riprendersi fu Raul, notando che il ragazzo si stava avvicinando.
“Sapevo che saresti tornata. Allora che ne dici?”- e con un gesto della mano indicò il locale, mentre con lo sguardo scrutava ognuno di loro.
Per un momento si soffermò su Lena: “Sai che ho l’impressione di averti già vista?”
“Te ne ricorderesti bene, se l’avessi fatto.”-rispose lei freddamente.
“ne sono certo. Ora …come hai detto che ti chiami….”
“Alessia”.
“Bene, Alessia vuoi venire un attimo con me, ti presento una persona.”- le disse.prendendola per mano e trascinandola via.
Appena si furono allontanati dalla vista, Lena e Mirko li seguirono. Ora toccava a loro!


La stanza dove quel ragazzo l’aveva portata era molto più buia del locale dove erano prima. Su un tavolino ardevano quattro candele viola che gettavano una ,luce sinistra sul tavolo di cristallo.
Alessia si passo una mano nei capelli biondi: doveva continuare a parlaredoveva distrarlo, sino a quando non sarebbe stato il momento giusto….
Ma come faceva a sapere queste cose? Si chiese. Dopo tutto era la prima volta che faceva una cosa del genere.
Eppure dentro di se sapeva che doveva agire così.
“Sai hai un’allegria veramente contagiosa. Sei come un vulcano… l’ho capito appena ti ho vista che saresti stata perfetta….”-le disse il ragazzo fissandola negli occhi.
Tanto erano caldi quelli di lei quanto freddi i suoi.
“Beh..diciamo che non mi posso lamentare!”- cerco di scherzare.
Lui rise, una risata acida e sgradevole che le ghiacciò il cuore.
“No…non hai capito. Sei perfetta come vittima! La tua energia, la tua felicità mi permetterà di vivere ancora a lungo. Sono vecchio sai, uno dei demoni più antichi che esistono. Questo periodo natalizio per me è una vera…gioia!”- le sussurrò mortale prendendole i polsi e iniziando ad emettere uno strano suono
“abbandonati alla musica…sentila dentro di te. Perché continuare a vivere? Abbandonati, ti porterò dove non avrai dolori…”
E mentre si sentiva gelare dalla sua morsa improvvisamente svenne.


Si risvegliò solo qualche ora più tardi a casa sua, con i vivaci occhi di raul che la guardavo impensieriti.
“Ma come è successo…io, voi….”-cercò di ricordare quello che era successo, poi si voltò e vide Lena e Mirko uno accanto all’altra, entrambi con delle escoriazioni sul volto e le mani.
La ragazza fu la prima a ridere: “mentri sei svenuta, siamo arrivati io e l’altro eroe qui presente:solo che lui si è fatto mettere ko prima di subito.Neanche ha fatto in tempo a dire fermo che quello già l’aveva steso! Io e quel coo ci siamo ammazzati di botte per un po’, e anch’io me la sono vista brutta…..”
“Sino a che io non ho avuto una delle mie solite idee brillanti…”-proseguì Mirco
“diciamo che sono piuttosto rare e non solite”- lo rimbeccò Raul
“Quanto sei spiritoso… comunque stavo dicendo che io ho avuto la geniale idea di dargli fuoco con una di quelle sua candele: e lui si è polverizzato. E dire che il pugnale di Lena non l’aveva neanche scalfito… quindi mia cara…”
ma non riuscì a finire la frase perché la pendola del soggiorno iniziò a battere i dodici rintocchi della mezzanotte.
Alessia scattò subito in piedi, saltando sul divano dalla gioia: “Ehi, ma è NATALE! CE L’ABBIAMO FATTO GIUSTO IN TEMPO”
“Ale torna giù. Ma tu non stavi male?!”- la riprese Raul, che nel frattempo contagiato dall’allegria era salito anche lui sul divano.
Lena li guardava stupita, lei non aveva mai passato un natale con amici, o meglio..non ne aveva mai festeggiato uno! Erano cose per altri stupidi, non per lei… eppure…
Ma Mirko le si presento davanti con un pacchetto: “Auguri rompi, da parte di tutti noi!”
Stupita la ragazza aprì il pacchetto. Dento c’ era un porta fotografia con la foto di loro tre.
“Manchi solo tu… così ti ricorderai sempre di noi”
“ E come potrei scordarmi di un rompiscatole come te?” rispose lei, fissando il regalo.
Passarono qualche minuto in silenzio prima che Lena mormorasse:
“Ragazzi?”
“SI”
“Buon Natale.”

 
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