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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: *DRAGON LEGEND SAGA*FANTASY, NOT HORROR!!!
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: skyanakynmarvi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/04/2002 16:49:10 (ultimo inserimento: 26/05/02)

questa è la versione seria del mio manga!sxo che venga apprezzata!fatemi sapere!(^o,^)
 
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NOTTE
- Capitolo 1° -


Notte: il cielo cala il suo scuro mantello di stelle e la Luna si appresta ad illuminare le tenebre che subito albergano ovunque...Chiari bagliori risplendono nell'oscurità, sono un rifugio sicuro per chi nella notte si risveglia dopo un incubo incomprensibile che ci trasporta, dapprima cullandoci, verso gli svariati mondi che nascono dalle menti. Poi apriamo gli occhi e capiamo che quel posto tanto lontano e sperduto era solo l'interno della nostra mente, uno spettacolo inimmaginabile e noi siamo troppo piccoli per comprendere i misteri che si trovano nascosti in essa, e questo ci terrorizza, così fuggiamo e facciamo finta di non averlo mai capito e di aver messo da parte quella grande verità che è racchiusa...in un sogno..
Questo fu quello che accadde a Ryo quando quella notte fece uno strano sogno. Gli apparve uno strano libro sulla quale vi erano incise delle parole in Yuronhiano antico. Questo, aprendosi, sviluppava una narrazione a catena: c'era uno luogo misterioso, pieno d'alberi secolari; in fondo c'era una rumorosa cascata, che, giungendo a valle formava un quieto e limpido laghetto al cui interno sporgevano rocce viscide ricoperte di muschio. Poi il tutto andava mettendosi a fuoco, c'erano due figure in quel luogo: una era una giovane donna, l'altro un uomo con sembianze anormali, simile ad un demone. All'improvviso i due iniziarono a combattere; la donna stava piangendo, e, spinta dalla furia, sfoderò la spada e con un colpo sicuro squarciò in due il corpo del demone, che frattanto lanciò verso la ragazza tre affilati coltelli dicendo"Verrai all'inferno con meee!": due di questi andarono a conficcarsi negli alberi retrostanti, mentre il terzo andò dritto nel petto della ragazza che, ansimante, emanò l'ultimo respiro e morì. Il corpo della ragazza giaceva privo di vita dentro il laghetto la cui limpida acqua ormai era diventata torbida di sangue. A quel punto il sangue della ragazza invase tutto ciò che circondava il posto, tutto si oscurò, e dietro la cascata si intravide una grande ombra, quella di un grosso animale, aveva due grandi ali e altrettante corna in testa... La bestia incominciò ad emettere dei suoni simili a gemiti di dolore, sembrava standosi disperando per la morte della ragazza come se quell'anima facesse parte della creatura mitologica. Allora d'improvviso il sangue si tramutò in lunghe e ardenti lingue di fuoco che per poco stavano risucchiando e soffocando Ryo. In quel punto Ryo si svegliò di scatto, e si accorse che era stato solo un sogno. Erano le prime ore del mattino e tutto ancora taceva. Ryo aprì subito la finestra per costatare se si era veramente svegliato da quell'incubo e per fortuna era così. Fuori si respirava un'aria fresca e salubre, intorno il verde faceva da cornice al bianco delle mura del Geo-first e i primi bagliori vespertini attraversavano i vetri intarsiati delle finestre e illuminavano a tratti la stanza di Ryo. Il giovane principe allora, approfittando della tranquillità che regnava sul Geo-first, si precipitò nell'antica Biblioteca reale.
La Biblioteca era un luogo sacro per gli abitanti di Yuronhair: questo era un popolo legato alle leggende e all'arte della Magia e questi erano i principali valori della "religione". A Yuronhair con l'andare del tempo, le religioni persero la loro importanza e anche gran parte dei loro credenti. In seguito, col diffondersi delle leggende e dei riti magici, il popolo yuronhiano si ridusse ad un grande gruppo di laici che facilmente si lasciavano trascinare da qualche moderno aedo di passaggio o qualche furbone alla quale stava a cuore prendere in giro la gente. Ma non tutte le storielle raccontate avevano le gambe corte: ve n'erano alcune che nascondevano una fonte di verità, ma malgrado l'accentuato misticismo della popolazione, restavano solo delle leggende.
E se stavolta invece quella del sogno di Ryo non fosse stata una semplice leggenda? Da un po' di tempo Ryo faceva sempre lo stesso sogno: una ragazza, un drago, un combattimento ed infine del sangue. Fino a quel momento non aveva fatto parola con nessuno riguardo a ciò che gli succedeva da un po' di notti. Non ne aveva parlato nemmeno col Grande Saggio Yushimade: costui era un anziano saggio e un eccellente maestro di arti marziali antiche; discendeva da una rinomata generazione di saggi della quale lui era l'ultimo erede.
Ma adesso Ryo sapeva benissimo che solo il Grande Saggio Yushimade avrebbe potuto credergli. Quindi, entrato in Biblioteca trovò il Grande Saggio proprio lì, seduto su di un'antica poltrona di legno foderata in velluto, ma non fu sorpreso nel vederlo già lì a quell'ora del mattino. Infatti il Saggio spesso si recava in quel luogo che ormai costituiva il suo mondo e lì era certo che nessuno lo avrebbe potuto infastidire in quanto ciò che era contenuto nei libri custoditi gelosamente nelle imponenti librerie non poteva interessare a nessuno fuorché a lui stesso. Ryo avanzò nell'oscurità del ampio salone spaziando con lo sguardo sui libri impolverati che lo circondavano. Si avvicinò lentamente al vecchio Saggio e con tono cordiale si rivolse a lui dicendo:
-...venerabile Yushimade..
Il saggio senza alzare gli occhi dal libro che aveva tra le mani rugose rispose al giovane principe parlando a bassa voce:
-Giovane quercia, siete venuto qui per illuminare l'oscurità di questo posto, o forse perché qualcosa ha turbato il vostro sonno...?
-Ebbene sì, sono venuto qui per fuggire dagli oscuri pensieri della mia mente... Anche stavolta le vostre veraci parole hanno spogliato le mie dall'innocente ipocrisia. -e poi riprese con un tono più deciso -Oh,Grande Saggio,vi prego di ascoltare ciò che ho da raccontarvi, perché sono sicuro che solo voi potete far luce sull'oscurità che soffoca il mio cuore... -Ryo si sentì come spinto da un forte bisogno di liberarsi da un peso. Sì, lui aveva bisogno di chiarire quell'intricato mistero. Cosa mai significava quello strano sogno? Questo e molte altre domande aleggiavano come fantasmi nella mente di Ryo. Allora il saggio si alzò lentamente dalla poltrona e senza rispondere a Ryo si diresse verso le prominenti librerie e in un attimo scomparve dietro di esse. Ma Ryo non lo seguì, stette lì ad attenderlo come se già avesse anticipato le sue mosse. Così dopo qualche attimo il Saggio tornò da Ryo con in mano un grande libro che posò su un grande tavolone che stava al centro della stanza. Poi fece cenno a Ryo di avvicinarsi. Il principe avanzò rapidamente e accostatosi al Saggio diede uno sguardo al libro. Poi si accorse che in quell'ammasso di carta c'era qualcosa di conosciuto, così si sedette e lo osservò più attentamente. Il Saggio stava anche lui ad osservare, e i suoi occhi fissavano Ryo come volendolo interrogare ed avere una risposta. All'improvviso gli occhi di Ryo si illuminarono e si sentì meravigliato da ciò che stava vedendo. Non riusciva nemmeno ad esprimersi così stette lì impettito a contemplare quel libro che sembrava volesse parlargli, comunicargli qualcosa. Allora il Saggio prese a parlare:
-Vi sono due realtà nel cosmo: una è la realtà che si nasconde all'interno delle nostre menti, l'altra è la realtà che sta al di fuori delle nostre menti. La forza ci indica la strada che sta fuori dalle nostre menti, mentre la paura ci consiglia sempre di imboccare un altro sentiero, quello che porta verso luoghi inesplorati e idilliaci. Ma noi non diamo retta alla nostra paura perché la riteniamo cattiva consigliera e quindi continuiamo a vagolare nella fredda realtà senza accorgerci che là ci attende qualcosa di più importante. Ryo, vai incontro alle tue paure, seguile, perché nelle tue paure è racchiusa la chiave. -Ryo staccò gli occhi da quel libro che quasi lo aveva stregato, e si volse verso il volto grinzoso del canuto. Egli non riusciva a capire cosa significasse il discorso fattogli dal saggio però sapeva che questo stava comunicandogli qualcosa, e che nelle sue incomprensibili parole si celava la soluzione di quel maledetto enigma. Ryo continuava a ripetersi sottovoce quelle parole: "vai incontro alle tue paure...", "..nelle tue paure è racchiusa la chiave..". Nonostante si sforzasse, non riusciva a comprendere. Perché doveva seguire le sue paure? E di quale chiave parlava il maestro? Improvvisamente Ryo si alzò di scatto dalla sedia e senza nemmeno guardare in faccia il vecchio, uscì dall'ampia Biblioteca e furiosamente si diresse verso l'esterno del Geo-first correndo all'impazzata, come fuggendo da qualcosa. Infatti era proprio così: stava fuggendo da quell'inammissibile realtà, stava fuggendo da se stesso, dalle sue paure...
Dopo essersi stancato di correre si fermò vicino una quercia. I rami della pianta si protendevano lungamente fino a raggiungere la terra e penetrarvi dentro; sul suo tronco vi era una moltitudine di insenature e venature che mostravano l'età antichissima della pianta. Ryo si accostò al rovere. Sotto i suoi lunghi e articolati rami rigogliosamente congrui di fogliame si sentiva protetto. Ne approfittò per pensare e riflettere su ciò che gli era successo. Prima quello strano sogno, poi il libro ed infine le strane parole del saggio... Così mentre era assorto nei suoi pensieri, non si rese nemmeno conto dello scorrere del tempo e si addormentò. Nel frattempo al Geo-first la vita aveva ricominciato a scorrere freneticamente e anche in paese ogni cittadino si affrettava a compiere i propri lavori. Il Grande Saggio Yushimade dopo essere uscito dalla Biblioteca, non riferì a nessuno dell'accaduto né del fatto che il principe Ryo era scappato dal Geo-first, quindi nessuno sospettava che questo mancasse.
Passarono ore e ore. Poi all'improvviso Ryo so svegliò, spalancò gli occhi e tastò il suo corpo per rendersi conto di essere sveglio. Si alzò e diede un'occhiata in giro: c'erano tanti alberi millenari e per terra faceva capolino ogni tanto, tra l'erbetta vivace, qualche fiore appena sbocciato. Ryo si addentrò per il passaggio boscoso e proprio quando credeva essersi perso riuscì a trovarne l'uscita. Nelle orecchie udiva un lontano mormorio così, spinto dalla curiosità, andò avanti finché giunse in una piccola valle incorniciata da querceti vari . Nel cuore della valle stava una rumorosa cascata che si gettava a picco verso la terra sottostante e proprio lì formava un limpido e placido laghetto interrotto da rocce lisce colme di borracina. Ryo avvertiva che c'era qualcosa di stranamente familiare in quel posto. La cascata, il laghetto, gli alberi secolari... Ecco che pian piano il mosaico si andava ricomponendo.
-Ma certo è tutto tale e quale al sogno! - esclamò Ryo gaiamente -Ma com'è possibile tutto ciò? E' illogico che il paesaggio di un sogno esista davvero...- E di nuovo mille dubbi e perplessità. Il mistero invece di risolversi, si era infittito ancora di più. Ryo stava lì a tribolare quando all'improvviso si udì un sonoro squillo di trombe e uno zoccolio di cavalli che si avvicinava sempre più. Erano le guardie reali che erano in cerca di Ryo poiché al Geo-first si erano accorti della sua mancanza. Le guardie scesero da cavallo e una di loro disse inchinandosi:
-Altezza, siamo qui per ricondurvi al Geo-first, vi preghiamo di seguirci.
Così Ryo quasi dispiaciuto di lasciare quel luogo che ancora nascondeva mille misteri, fu costretto a seguire le guardie.


CAPITOLO 2°.

L'indomani mattina, Ryo si svegliò sereno: infatti, non aveva fatto quell'inspiegabile sogno. Così dopo essersi preparato, uscì dalla sua camera per andare a fare colazione. Stava attraversando il lungo e ampio corridoio che portava all'ala est del Geo-first quando d'improvviso si sentì tirare dietro una porticina da qualcuno. Senza rendersi conto di ciò che gli era accaduto si ritrovò in uno stretto passaggio oscuro e qualcuno teneva in mano una candela, lo stesso qualcuno che lo aveva appena tirato lì dentro. Poi l'individuo afferrò la spalla al giovane e prese a parlare:
-Giovane quercia...perdonate le mie gesta affrettate, spero di non aver fatto tremare il vostro cuore-Ryo dopo aver sentito quelle parole si tranquillizzò; solo una persona di sua conoscenza lo chiamava con l'appellativo di "giovane quercia": il Grande Saggio Yushimade. Questo poi continuò dicendo:
-Vi prego di seguirmi. Ho qualcosa di molto importante da mostrarvi.
Così Ryo, senza obbiettare, procedette dietro all'anziano che pian piano percorreva la buia scalinata, aiutandosi con un robusto ramo di quercia. Ryo era impaziente di vedere ciò che il Saggio voleva mostrargli, e si sentiva come un bambino che segue i suoi compagni alla scoperta di qualcosa di nuovo, di mai visto. Dunque, giunti al termine della scalinata si trovarono di fronte ad un piccolo cancelletto arrugginito e zeppo di rampicanti che fuoriuscivano dalle sbarre. Ryo udì un gorgoglio esterno al di là del cancelletto. Il Saggio tirò fuori un perno fatto di un minerale strano, e lo inserì nell'insenatura del cancelletto che in questo modo si aprì cigolando un pò. Ryo si trovò di fronte uno spettacolo naturale; fuori da quel cancelletto, il paradiso, l'eden. Chi avrebbe mai immaginato che oltre una costruzione tanto tecnologica ed artificiale come il Geo-first si nascondesse uno splendido e placido paesaggio? Ryo, ancora sbigottito, scrutava gli elementi di quel luogo ultraterreno: una mormorante cascata che giungendo a valle formava un placido laghetto ed intorno alberi secolari d'ogni genere. E tra lo sbalordimento non riuscì che dire una sola parola: -Incredibile... - ed il Grande Saggio gli rispose:
- L'incredibile, ragazzo mio, e ciò che le nostre menti non possono spiegarsi. Pertanto l'incredibile non è l'irreale ma solamente l'inspiegabile. Quindi l'incredibile è reale e ciò che è reale è spiegabile in quanto ragionando si arriva ad un nesso logico. Ma non sempre la logica e la matematica ci conducono alla verità, quindi bisogna anche ricorrere all'illogico e quindi alla fantasia racchiusa in un'incomprensibile sogno...
Ryo stava ancora ad osservare lo splendido panorama e riuscì solo a mormorare poche parole:
- Ma tutto ciò è impossibile io..io..
-Ecco dove sbagli, Ryo... Impossibile uguale illogico ed illogico uguale...sogno.
Ryo scostò lo sguardo e osservò le labbra del vecchio pronunciare la parola "sogno". Improvvisamente si sentì come folgorato, e tra l'incredulità e l'incomprensione, disse:
-...Sogno uguale....chiave...-
-Sì, giovane quercia, è così- disse il saggio celando un gaio sorriso e tra sé e sé pensava: "Bravo ragazzo mio, finalmente hai capito ciò che volevo dirti, ero sicuro che ci saresti riuscito".
- Adesso venite con me, vi mostrerò la verità. -disse il vecchio con fare ambiguo. I due si avvicinarono al placido laghetto situato nel cuore del posto e poi immersero i piedi nell'acqua.
-State attento Grande Saggio, qui il suolo è scivoloso... ecco, vi aiuto io. -disse Ryo premurosamente, ed il vecchio gli rispose: - Vi ringrazio, ma piuttosto curatevi voi di non cadere appena vi troverete davanti ciò che voglio mostrarvi - poi si fermò dinanzi alla cascata e disse:
- Dobbiamo attraversare la cascata. -Ryo guardò il saggio, incerto sul da farsi:
-Ma venerabile Yushimade...
-Tacete! Volete scoprire la verità!?
-Sì, certo che lo voglio.
-E allora seguitemi senza obbiezioni; non curatevi dell'acqua che vi circonda.- Disse il canuto, e attraversò la cascata e poi scomparve dietro di essa. Lo stesso fece Ryo. Una volta dentro la caverna che stava oltre la cascata Ryo avvertì un fastidioso senso di umido intorno. Poi si guardò addosso e con grande stupore si accorse che non era per niente bagnato:
-Ma tutto ciò è incredibile... L'acqua si è asciugata... così rapidamente...
-No, l'acqua non vi ha toccato minimamente -disse il vecchio guardando Ryo con uno sguardo compiaciuto. Poi il saggio prostrò in avanti la mano destra e aprendola generò sul palmo una fiammella blu con la quale illuminò la tetra caverna.
- Ma questo è un fuoco fatuo? E' la prima volta che vedo farvi fare una cosa del genere...
-Non è un fuoco fatuo, bensì la sola ed unica forza della natura esaltata dalla prodigiosità di questo luogo. Avanziamo. -così dicendo si addentrò nella spelonca con la mano protesa in avanti. Ad un tratto la fioca luce illuminò qualcosa di nuovo.
-Ma...questi cosa sono? -disse Ryo osservando delle capsule ricoperte interamente di viscido muschio. E si avvicinò per guardare meglio. Poi con la mano rimosse un po' di muschio per vedere all'interno delle capsule e fu colto da grande meraviglia: all'interno vi erano dei corpi nudi con pelle candidissima e capelli ondeggianti in uno strano liquido azzurrino. Subito indietreggiò, come terrorizzato da quei corpi che gli ricordavano molto dei cadaveri conservati. Poi si voltò verso il saggio che nel frattempo stava cercando un meccanismo e, dopo averlo trovato, lo azionò e in tal modo fece aprire una piccola porticina e vi sì addentrò. Ryo lo seguì velocemente. Oltre la porticina stava niente meno che la Biblioteca reale!
-Ma questo è un collegamento con la Biblioteca... Strano, è stato qui da sempre ma non me ne sono mai accorto...qualcuno lo avrà nascosto bene, ma perché? Grande Saggio, voi eravate già al corrente di tutto questo, non è così...? Allora, parlate, c'è qualcosa che devo sapere. -disse Ryo con tono deciso. Ed il saggio tenendo un libro in mano, gli rispose:
-Cedo la parola al Libro dei Libri -e aprì il tomo.
Ryo si avvicinò, sedette e sfogliò il libro. Poi si soffermò su un pagina, ed incominciò a leggere:
-"Qui giacciono ormai da secoli, i corpi ibernati dei valorosi cavalieri che salvarono Yuronhair e saldarono il patto stipulato all'origine del cosmo, tra uomini e Draghi"-poi proseguì dicendo:
-Questo significa che...- e velocemente passò dall'altro lato del passaggio e si fermò davanti ad una delle capsule. Con la mano scostò il muschio che impediva la visibilità e osservò il candido corpo che vi era ibernato. Guardando attentamente notò dai lineamenti che si trattava di una ragazza. Una meravigliosa creatura dai lunghi capelli rosso sangue e già Ryo immaginava il colore dei suoi occhi.
-Che meravigliosa creatura... Giace assopita dietro una lastra di vetro, con i vermigli capelli ondeggianti nel liquido e le morbide labbra socchiuse... -si sentiva stregato da quella splendida fanciulla e accostandosi lentamente alla lastra di vitrea, vi appoggiò delicatamente le labbra.
- Suvvia, abbiamo un principe romanticone, eh? -lo interruppe il saggio con fare ironico. Ryo subito si scostò dal vetro e abbassò gli occhi, imbarazzato. Poi disse:
-Perdonatemi, ma la bellezza di questa fanciulla è superba...
-"Sky ha nome ed eccellente è nelle arti marziali...", " Fu colei che uccise il tanto temuto demone Kinmo, salvando il cosmo dalla distruzione..." -disse il saggio, leggendo ciò che stava scritto sul grande libro, poi proseguì col leggere:
-"....sfortunatamente, dopo aver sconfitto il demone, venne trafitta da un coltello che questo stesso le aveva scagliato contro mentre lo uccideva....", "...si racconta che il suo corpo venne trovato giacente nell'intorbidata acqua di un laghetto presente in un luogo vicino..." -poi alzò lo sguardo e incrociò gli occhi cristallini di Ryo che stava attento nel sentire.
-Allora, la ragazza apparsami in sogno era lei... -disse Ryo, come svegliatosi dall'inebriamento, poi proseguì con fare deciso:
-Esigo che al più presto questi corpi vengano estratti dalle capsule e rianimati. Voglio parlare direttamente con loro e...-guardando nuovamente il corpo della ragazza- con questa splendida creatura...
CAPITOLO 3°

Ryo ordinò che si facessero giungere al Geo-first i migliori luminari di arti scientifiche di tutta Yuronhair in modo da effettuare l'esperimento sui corpi ibernati ritrovati nella caverna.
Così, l'indomani mattina stesso, tutto era pronto per l'operazione e Ryo dopo essersi preparato, si avviò verso l'ala nord, precisamente nella sala comandi all'interno della quale stava l'aula esperimenti. Già i corpi erano stato trasportati all'interno della sala e gli scienziati, vestiti di tutto punto in camici celesti, procederono ad aprire le capsule. La prima ad essere aperta fu quella di Sky e Ryo era molto emozionato in quel momento che aveva atteso tutta la notte durante la quale non aveva smesso di pensare a quella misteriosa fanciulla.
-Ci siamo -disse uno dei scienziati.
-Adesso non ci resta che aspettare una reazione da parte del soggetto che dovrebbe uscire dalla capsula - disse un altro scienziato.
Il cuore di Ryo batteva a mille e già si era avvicinato alla capsula aspettando ansiosamente una reazione della ragazza. Passarono circa venti minuti, e non successe niente, così Ryo spazientito e preoccupato disse:
-Non voglio mettere in dubbio la vostra grande e rinomata conoscenza scientifica e spero di non doverlo fare anche nel caso in cui la ragazza non reagisca entro ventiquattro ore.-poi aggiunse:
- Vi prego di fare qualcosa, questo progetto è di fondamentale importanza signori miei! -disse il principe incollerendosi.
-Vostra altezza, noi abbiamo fatto del nostro meglio, ma...
All'improvviso la fanciulla scosse le palpebre e smosse la mano destra.
-Grazie al cielo! -esclamò Ryo con un sospiro di sollievo.
-Non interagite col soggetto, potrebbe alterarne le reazioni. -disse il più dotto tra gli scienziati.
La fanciulla aprì gli occhi e cercò di persuadersi riguardo a dove si trovasse.
-Vi prego, luminari, di lasciarmi solo con la fanciulla.-disse Ryo
-Ma, vostra maestà, dobbiamo seguire le sue reazioni! -dissero in coro gli scienziati.
-Così ho ordinato! -disse Ryo.
Così l'aula venne sgomberata. La fanciulla pian piano uscì dalla capsula. Il suo corpo scoperto era tutto gocciolante di quel liquido cristallino che si trovava all'interno della capsula. Ryo la osservava da una certa distanza, come se stesse osservando uno splendido fenomeno naturale. Poi la ragazza tenendosi al muro, alzò la testa e diresse lo sguardo verso Ryo che stava ancora osservandola inibito. I suoi occhi erano grandi e lucidi, di un celeste cristallino misto ad un verdino. Il suo sguardo era triste e stanco. Ryo notò che questa aveva una cicatrice al centro del petto, ma poi scostò lo sguardo per non mettere a disagio la ragazza. Quest'ultima cercò di fare qualche passo verso Ryo ma poi le vennero a mancare le forze e stava per cadere quando Ryo di scatto la afferrò più delicatamente possibile, quasi spaventato di sfiorare la sua pelle liscia e morbida, e la prese in braccio, poi la fece distendere sul lettino che stava al centro dell'aula. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, poi Ryo disse alla ragazza con voce fievole:
-Come state...?
La ragazza lo guardò intensamente e Ryo si sentì stregato dal suo sguardo. Poi con grande sorpresa di Ryo, la ragazza parlò:
-Chi sei...mi trovo in paradiso....
-Di certo una creatura così meravigliosa come voi non può trovarsi nell'inferno -le rispose Ryo.
Ma al suono di quella parola, improvvisamente la ragazza mostrò uno sguardo impaurito e portò le mani al collo di Ryo per affogarlo! E urlava:
-No, non mi porterai all'inferno con te! Io ti ucciderò, mostro! Ti ucciderò!! -e stringeva sempre più la presa e Ryo non poteva emettere alcuna voce. Poi, per fortuna, accorsero le guardie che entrarono nella stanza e subito allontanarono la ragazza da Ryo e le venne subito data una stola per coprire il suo corpo svestito. Gli scienziati la fecero distendere nuovamente sul lettino e le sistemarono dei macchinari per controllare i battiti cardiaci ed altro. Dopo si occuparono della seconda capsula: era quella di un ragazzo; nel Libro stava scritto di lui: "Il suo nome fu Gulbres, colui che riuscì a domare prima di Sky il demone Kinmo, ma purtroppo anch'egli morì per mano sua poco prima dell'intervento di Sky. Nonostante ciò, verrà sempre ricordato come un RE valoroso e saggio...". Gli scienziati procedettero con l'azionare il bottone che apriva la capsula. Di nuovo silenzio in aula. Il giovane mise un piede all'esterno della capsula e ne spinse fuori il corpo pur'esso nudo e gocciolante. Aveva un portamento fiero e forte, con quel suo corpo scolpito, i capelli di un biondo splendente e gli occhi di un verde chiaro e trasparente...sembrava il frutto di un dio. Egli avanzò, poi alzò la testa e guardò in silenzio i presenti. Osservò intorno, poi soffermò lo sguardo su Sky, che frattanto giaceva sul lettino e vi si avvicinò. Sembrava stesse contemplandola e gli altri presenti in aula osservavano ogni movimento del giovane con attenzione studiandone le reazioni. Sky ricambiava il suo sguardo, allorché Ryo prese la parola:
-Ebbene procedete con la terza capsula ed allontanate quel giovane dalla ragazza, non si sa mai che possa farle... -disse con un pizzico di nervosismo...
Così due degli scienziati presenti si avvicinarono al giovane e lo afferrarono per condurlo nel lettino, ma lui all'improvviso si voltò di scatto e con un colpo scaraventò i due uomini a terra! Sky si alzò e si buttò tra le braccia di Gulbres che la strinse come per difenderla e pronunciò le sue prime parole:
-Cosa volete da noi!? Cosa avete intenzione di farci!? Guai a voi se osate toccare Sky!! Ucciderò chiunque oserà farci qualcosa! -e poi- Lasciateci stare!! -e fortemente stringeva Sky tra le sue braccia e continuava a gridare finche poi riuscirono ad afferrargli il braccio ed uno degli scienziati gli somministrò una iniezione di calmante. Allora Sky afferrò lo stesso scienziato per la gola e lo sollevò da terra mentre i presenti gridavano:
-Fermatela, fermatela! Ha perso il controllo!
Allorché Sky strinse il collo dello scienziato fino ad affogarlo e poi lo lasciò cadere per terra. Poi però riuscirono ad infilzare la siringa anche a lei e la distesero sul lettino. Uno degli scienziati prese a parlare:
-Vostra altezza, abbiamo urgente bisogno di prestare aiuto al nostro collega pertanto l'esperimento verrà interrotto. Ed il principe rispose:
-Oserò condannare a morte chiunque di voi si allontanerà dalla sala prima di aver ultimato l'operazione! Vi ordino di proseguire! Del vostro collega se ne occuperanno i nostri medici di corte.
-Ma maestà...
-Niente obbiezioni, o preferite essere uccisi!?
-Sarà fatto come avete ordinato -rispose il più saggio tra gli scienziati.
Nel frattempo il saggio si era appartato in un angolino e non osava intervenire. Dunque, vennero aperte le altre capsule: ne uscirono altri due uomini ed una donna. Dei due giovani, sul libro, stava scritto: "Yukon fu il suo nome...", "...manovrava con abilità il suo arco e fece parte degli arcieri reali di cui divenne in seguito il capo..."; "Kuron ebbe di nome...", "...la sua arma era un incrocio tra una spada ed un bastone...". Della ragazza invece si leggeva: "Kenya fu il suo nome..", "...per un po' di tempo fece parte delle amazzoni reali e grazie a questo impiego divenne un'abile guerriera...". I due giovani, l'uno con capelli celeste chiaro e gli occhi arancioni, l'altro con capelli neri ed occhi di un blu intenso, vennero fatti distendere anch'essi sui lettini e lo stesso fecero con la ragazza. Gli ultimi soggetti estratti non diedero alcun segno di ribellione a parte Kuron che dopo esser uscito bruscamente dalla capsula disse subito ai presenti:
-Chiunque voi siate, tengo a ricordarvi che non esiterò a far fuori chiunque si azzardi a toccarmi. Spero di essermi spiegato...
E gli scienziati, senza esitare, provvidero a somministrargli un'abbondante dose di calmante, quindi distesero anche lui sul lettino.
Quando l'operazione fu ultimata, gli scienziati vennero congedati e tutto fu rimandato all'indomani.


CAPITOLO 4°.


L'indomani mattina i corpi furono risvegliati dall'effetto del sonnifero e così si provvedette a fornire loro dei vestiti adeguati, dopodiché furono condotti nella sala riunioni per discutere direttamente con loro.
 
Continua nel capitolo:


 
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