ONESHOT
- Capitolo 1° -
Mi ritrovo al telefono a parlare alla segreteria.
Rido e piango e non so cosa dico e uso frasi da telefilm americano e prometto di venirti a trovare.
Le tue braccia mi tengono stretta, sul letto, in silenzio. Le tue gambe si intrecciano alle mie, come ad impedirmi di fuggire.
Mi carezzi il braccio, dolcemente, come se toccassi una statuina di porcellana o qualcosa di ancora più fragile.
Sento lo stomaco come riempirsi, un senso di beatitudine mi sta riempendo.
Per la prima volta in vita mia, mi sento pura.
- Faccio una scappata a casa tua appena finisco gli esami, te lo prometto, voglio vedere un museo e a, costo di venire solo per un'ora, voglio incontrarti, perchè mi fai stare bene.-
Sussurro che ti amo, il mondo tace. Tu non dici nulla e stai a sentire il mio cuore che batte, mentre mi carezzi la nuca.
-Tienimi stretto.- mi sussurri all'orecchio. Ti mordicchio il lobo e inizi a ridere. Ci facciamo il solletico. Scivoli sopra di me, stringendomi come se fossi l'unica cosa che conta.
- Mi manchi. E' assurdo, sei partito da poco e non dovrei nemmeno dirtelo, ma io sono fatta strana, sono confusa e strana e felice, e scusa, ma mi fai stare bene.-
Mi guardi negli occhi, mi stringi forte. Mi carezzi sui fianchi.
Ribalti le posizioni e carezzi le mie gambe, la mia testa, la mia schiena, piano, come se fossi qualcosa di prezioso e che può rompersi da un momento all'altro.
Mi baci sul collo, chiudi gli occhi e sento che mi desideri.
- Grazie per quello che mi dai, grazie per avermi sentito la lezione. spero che tu torni il prima possibile, mi manchi davvero tanto. Scusami, l'ho già detto, mi sento un po' sciocca, sembro proprio una tredicenne.-
-Perchè non vuoi andare oltre?<
-Perchè so che non ti piace essere penetrata e con te mi sarebbe difficile fermarmi. E' una porta che se la apro, non si chiude.- Mi baci sulle guance, passi agli occhi e io ti lecco sul collo, scendendo alle spalle. scosto i lembi della tua camicia. Mi lasci fare, poi sollevi il mio viso.
Poggi le labbra sulle mie e sento la tua lingua sfiorare le mie labbra e aprirle.
- Ieri quando ti ho accompagnato alla stazione, avevo gli occhiali scuri. Non volevo che mi vedessi piangere.-
Dormiamo insieme. Studiamo insieme. Forse non andiamo solo in bagno insieme.
A volte mi hai baciata, ma sempre a fior di labbra.
In due anni non ti sei mai spinto tanto oltre. Paura della mia fama? Il fatto che io sia bisex? O sei tu ad avere problemi con il sesso? O forse perchè sai delle mie brutte esperienze da bambina? Non lo so, ma mi ritrovo a rispondere al tuo bacio, la mia lingua carezza la tua. E' una strana sensazione, un'emozione luminosa, come tante stelline che si accendono o come tante lucciole che brillano nella notte.
- Mi sento scema. Te lo devo dire. Ti amo.-
Continui a baciarmi, ad esplorare la mia bocca con la tua lingua. E' come se assaggiassi un gelato, un qualcosa di buono, di gustoso. Mi stai carezzando la schiena come a tranquillizzarmi.
Hai gli occhi chiusi e mi tieni sopra di te.
Squilla il cellulare, poi il telefono.
Non rispondi.
Io continuo a baciare.
Non mi importa di nulla.
Poi ci stacchiamo e ti accompagno alla stazione.
-Ciao amore mio.
Torna presto, ti vivo come una goccia del mio sangue.-
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