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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: TRUE COLOR
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: animor galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/09/2006 16:58:09

l`amore può portare a sfidare anche ciò di cui si ha paura. (yaoi 3x9)
 
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ONE-SHOT
- Capitolo 1° -

.-.-.-.-.-.-TRUE COLOR-.-.-.-.-.-.









capitolo 1°-



"Tu con gli occhi tristi

non scoraggiarti

Oh ho capito che

è difficile prendere coraggio

in un mondo pieno di gente

puoi perdere tutto di vista

e l'oscurità dentro te

può farti sentire così piccolo"





A volte mi viene da pensare che io sia stato adottato.

a volte invece mi viene da pensare che io e mio padre ci assomigliamo anche troppo, purtroppo.

ho passato anni della mia vita a chiedermi cos'ho fatto di male per meritare di avere una vita come la mia.

ancora oggi non lo capisco.

mio padre, un uomo di potere, è un essere abominevole. è pieno di soldi, ottiene sempre quello che vuole, anche se non sempre nei modi più giusti, ed è una vera bestia.

in questo momento sono sui un aereo assieme a lui e ai suoi colleghi. indovinate dove stiamo andando...

in africa, a far che?

a comprare il regalo di compleanno per il mio "dolce paparino".

visto che il vecchio non andava più bene ne deve comprare un'altro...

quanto lo vorrei uccidere!!

non sapete cos'è il regalo e forse è meglio che non lo sappiate nemmeno.





l'africa sarà pur bella ma il caldo è insopportabile!!

perlomeno dentro l'hotel rigorosamente a cinque stelle in cui alloggiamo c'è l'aria condizionata e si sta molto bene.



-sanzo sei pronto? è ora di andare-



Ellen è una delle socie di mio padre, la odio da morire. indossa sempre dei completi molto succinti e si trucca tantissimo. io e quei due stupidi compagni di università crediamo che si trucchi così tanto per tentar di coprire quella sua brutta faccia rugosa. stiamo camminando nell'atrio e tento il più possibile di starle lontano per non far vedere che la conosco. cammina muovendo a destra e a sinistra quel suo culo piatto come una tavola da surf credendo di essere sexy. mi viene il voltastomaco.

la cosa peggiore è che questa adorabile vecchia megera rivestita di verruche e porri ci prova sempre e costantemente con me!

se fossimo stati a salem nel fatidico anno della caccia delle streghe l'avrei bruciata sul rogo per prima in assoluto!!

come saliamo in macchina ci riprova con me.



Ellen-allora sanzo? come va l'università? spero tutto bene-



sanzo -me la cavo-



Ellen-oh come sei modesto!! ho saputo che hai il massimo dei voti in tutte le materie-



ma se le sai le cose perchè-cavolo le chiedi?? brutta vecchia!! il resto del viaggio in auto assieme alla disgustosa combricola di vecchi ubriachi e maleodoranti colleghi di mio padre continua per una mezz'oretta infernale.

non dovrei lamentarmi del viaggio in limusine perchè so che tra poco ci sarà qualcun'altro che si troverà in una situazione peggiore. ma alla fine dei conti cosa me ne frega?

che facciano quello che vogliono!

siamo arrivati in un piccolo villaggio dove ci sono dei fuochi accesi per illuminare la stradina che porta in una grande tenda colorata.

mio padre è l'unico ad entrare. sta lì dentro per tre quarti d'ora e poi trionfante esce.

ha scelto il suo regalo.

già, non vi ho ancora spiegato i gusti di mio padre, il perchè siamo venuti proprio in africa e perchè io lo consideri una bestia.

mio padre non ha comprato un oggetto ma bensì, un essere umano.

ha comprato uno schiavo per farne quello che vuole...

è la prima volta che ci sono anche io quando uno di questi deficienti si compra un giocattolo e spero vivamente che sia l’ultimo. so già qual'è la "procedura". il festeggiato sceglie il suo regalo, poi sale su una limousine dove sarà da solo per tutto il tragitto mentre gli altri stanno nell'altra autovettura a preparare il giocattolo.

il giocattolo deve entrare nell'auto completamente nudo, provo ad immaginare come si deve sentire il mal capitato ma preferisco non farlo. più sto lontano da questa storia meglio è.

nessuno di noi ha mai visto il ragazzo che mio padre ha scelto. è già, non è una ragazza come uno crederebbe ma un maschio perchè mio padre ha detto che si era stancato di una ragazza e che se voleva andare a letto con una femmina avrebbe usato la moglie(che tra l'altro c'è anche lei qui, fa parte dell'odiosa combricola), voleva provare qualcosa di nuovo.

quanto lo odio!!

la portiera dell'auto si apre e contro ogni mia aspettativa ne entra un ragazzino. avrà più o meno 18 anni, come può mio padre fare una cosa del genere?

il ragazzino ha solo una coperta addosso, ma ce l'avrà ancora per poco. appena è entrato si sono sentite urla di felici. che schifo. uno ad uno si avvicinano al ragazzino per guardarlo meglio, gli cavano anche la coperta e lui rimane nudo davanti a tutti. ha molti tratti infantili e gli occhi sono grandi e lucenti come quelli di un bambino, anche se al momento sono preoccupati, imbarazzati e furenti di rabbia. ha tutto il diritto di essere arrabbiato, lo sarei anche io infondo. dopo che per una buona mezz'ora quei vecchi lo hanno guardato e toccato come volevano loro lo hanno vestito con degli abiti che lasciano ben poco all'immaginazione. finalmente siamo arrivati all'hotel e posso dire addio, perlomeno per questa notte a mio padre e ai suoi soci.

lancio un'ultima occhiata al ragazzino, è seduto compostamente e guarda fuori dal finestrino. vedo distintamente il suo profilo, i capelli castani che ricadono sul visto abbronzato. è agitato e sta sudando, una goccia di sudore scivola dalla tempia fino alla guancia, il collo e si addentra nella maglia aderente che mette in mostra i muscoli. ha le guance un po' arrossate per la vergogna e muove le labbra come se stesse recitadto una litania eterna. sono ad uno o due metri da lui ma riesco benissimo a capire che le sue labbra devono essere morbide e soffici.

sto impazzendo.

si volta verso di me e come se mi notasse ora per la prima volta in tutta l'ora e mi guarda un po' stupito e adorante. non so perchè abbia quella faccia da ebete al momento ma non mi piace e visto che siamo arrivati scendo dall'auto e me ne vado verso la mia camera.

non accendo nemmeno la luce e mi spoglio fino alla vita, tolgo le scarpe e le lancio in un angolo, apro la portafinestra e mi avvicino alla ringhiera del terrazzo, il pavimento di marmo è freddo e mi ghiaccia i piedi scalzi. accendo una sigaretta e me la fumo lentamente. per un po' non voglio sentire niente, non voglio sentire niente.

la sigaretta invece finisce in fretta e allora torno in camera, guardo l'ora.

l'una e mezza.

non riesco a prendere sonno in questi giorni, ho troppi pensieri per la testa.

accendo il televisore e cambio canale ripetutamente, poi mi fermo su un canale e guardo lo schermo senza vedere nulla in realtà. passano i minuti con una lentezza indescrivibile.

5

10

23

29

il silenzio regna sovrano. ho persino spento la televisione, in fondo siamo in africa e io non ci capisco una mazza della lingua del luogo.

all'improvviso sento dei gemiti venire dalla stanza accanto alla mia. so di chi si tratta.

purtroppo ho la stanza vicina a quella di mio padre e ora lo sento che si sta scopando quel ragazzino.

rimpiango il silenzio di prima, ora non riuscirei a dormire per nulla al mondo, quel ragazzino è piuttosto rumoroso e questo fa eccitare mio padre. lo so, oramai.

sono sicuro che se lo farà per diverse ore, fino al mattino.

è una notte che non vorrei vivere, spero arrivi presto l'alba di domani.

voglio vedere sorgere il sole di una nuova fottuta mattina e smettere di sentire gemiti di dolore e piacere venire da quella maledetta stanza.

la stanza sta diventando troppo calda e non respiro più, ho bisogno d'aria.

mi ritrovo nuovamente sul terrazzo a contemplare il paesaggio, però qui sento ancora più chiaramente i gemiti di mio padre e del ragazzino.

mi volto verso la stanza di mio padre e lo vedo, in piedi, nudo, che spinge la testa del ragazzino verso il suo pube. capisco perfettamente cosa sta costringendo il ragazzino a fare. quando il moccioso,stanco, sposta il viso mio padre lo prende per il mento e lo schiaffeggia incitandolo a continuare.

disgusto.

mi viene quasi da vomitare.

stringo il pacchetto vuoto di sigarette tra le mani fino a distruggerlo.

mio padre lo fa stendere sul letto, è arrivato il momento. è steso a pancia in giù, gli apre le gambe e lo penetra violentemente. vedo il ragazzino urlare dal dolore, del sangue esce dal suo corpo e mio padre sogghigna.

le spinte sono sempre più forti e il ragazzino stringe le lenzuola spasmodicamente, guarda fuori dalla finestra e mi vede. mi guarda con speranza, come se volesse chiedere aiuto.

come se volesse che io lo aiutassi a morire.

non ce la faccio, me ne vado. prendo una giacca e mi metto le scarpe. esco da quest'albergo, fino a domani non voglio stare qui, sotto questo tetto dove si sta commettendo un omicidio.

è l'assassinio di un'anima innocente.







l'aria del mattino è più calda di quella della notte ma più fresca di quella pomeridiana. alla fine ho passato la notte in bianco, non riuscivo a togliermi dalla testa quelle immagini.

mio padre e quel ragazzino.

torno in albergo, se scoprono che sono stato fuori tutta la notte i colleghi di mio padre inizierebbero a fare supposizioni idiote del tipo "con quale bellissima fanciulla hai passato la notte sanzo?", "ti sei divertito sanzo?"...

li odio tutti, non riesco a sopportarli.

mi passo una mano tra i miei capelli biondi che si sono inumiditi durante la notte, ho bisogno di una doccia.

salgo in camera senza farmi vedere dagli "Alieni", è questo il soprannome che Gojyo, un mio compagno di università, ha dato ai colleghi di mio padre. anche gojyo come me è figlio di uno di loro e quindi sa bene anche lui di quali atroci e disgustose cose sono in grado di fare.

mio padre, Komyo, l'ho intravisto nella sala da pranzo assieme ai suoi colleghi che si vantava della notte passata a seviziare il moccioso. è orribile.

arrivo in camera e prendo una sigaretta, la accendo e esco per la terza volta sul terrazzo. appena fuori sento dei singhiozzi, mi volto e vedo il ragazzino accovacciato per terra vicino a una pianta, ha addosso solo una vestaglia e piange. i suoi occhi bagnati dalle lacrime sono ancora più lucenti e belli ma rendono il suo viso più malinconico di qualsiasi altro.

si accorge di me e smette di piangere mentre mi guarda preoccupato. crede che io sia come gli altri e ha paura. mi avvicino a lui mentre si chiude in se stesso terrorizzato.

gli prendo un braccio e lo strattono, la vestaglia si muove mostrandomelo nudo e sporco di sangue e sperma.deve provare dolore e di sicuro farà fatica a camminare ma si deve alzare a tutti i costi.

lo sento tremare, crede che ora lo picchierò. non so perchè ma mi da una gran tenerezza.



sanzo -ragazzino alzati, devi farti un bagno caldo! se mio padre torna e ti vede in queste condizioni puoi stare sicuro che quello che hai passato questa notte sarà una carezza confronto a quello che ti farà dopo!-



mi guarda meravigliato, ora ha compreso che non gli avrei fatto del male ma che volevo solo aiutarlo. lo aiuto ad arrivare al bagno e lo metto dentro la vasca, apro l'acqua e lascio che la vasca si riempia, l'acqua calda gli brucia, non emette ne gemiti ne urla ma posso capirlo benissimo dagli scatti che fa ogni tanto.

gli do il sapone e il bagno schiuma ed esco dal bagno, aspetto pazientemente che esca.

dopo una quarto d'ora la porta si apre e lui entra camminando da solo con una asciugamano addosso. gli indico dei vestiti che ho tirato fuori dalla valigia di mio padre e che ho riposto sul letto. sono già sul terrazzo per tornare nella mia camera quando mi corre dietro e prendendomi un lembo della maglia mi sussurra con la testa china un "grazie" e poi se ne và.

non so cosa in qual momento è successo, ma qualcosa dentro di me è cambiato. la sua voce, sentita per la prima volta, mi ha messo letteralmente k.o. non so cosa sia successo, ma per un istante ho nutrito il desiderio di prenderlo e stringerlo a me e proteggerlo da mio padre e da tutte le altre cattiverie del mondo. vorrei stenderti sul letto e restare a guardarti dormire e non so neanche il tuo nome.

torno indietro, voglio sapere almeno questo.

il tuo nome.

ma prima di arrivare alla portafinestra della stanza sento una porta chiudersi: è tornato mio padre.

lascio stare e me ne torno nella mia camera.



capitolo 2°-



"ma io vedo i tuoi colori veri

che risplendono dentro te

vedo i tuoi colori veri

ed è per questo che ti amo

quindi non avere paura

di mostrarli

I tuoi colori veri

I colori veri sono belli

come un arcobaleno"





verso le 3 del mattino siamo arrivati a casa, è la prima volta che non vedevo l'ora di farci ritorno. me ne vado nella mia camera e mi stendo sul letto. non voglio sapere più nulla di questa storia. poco dopo il mio cellulare squilla, è Hakkai che quando ha visto che il padre è tornato a casa ha deciso di chiamarmi. so già cosa vuole : andare a fare un giro.

non vuole rimanere a casa sua per nulla al mondo ora che il padre è tornato.

Hakkai, Gojyo ed io siamo figli degli "Alieni" e quindi sappiamo tutto di loro. delle loro tendenze e di tutti gli sgarri che fanno. Gojyo ed io siamo piuttosto scalmanati e fin da quando eravamo quattordicenni usciamo la sera e spesso stiamo fuori anche tutta la notte. Hakkai non è come noi, lui è più tranquillo ed educato e raramente stava fuori tutta la notte. un giorno però ha insistito così tanto per stare fuori con noi che ci siamo insospettiti. da quel giorno sono poche le volte in cui lui resta a casa. non ci vuole stare lì. un giorno siamo andati a casa sua, io e gojyo, e abbiamo scoperto la verità.

avevamo deciso di entrare dal balcone della sua stanza come facciamo sempre, hakkai era intrappolato tra il muro e il corpo di suo padre, tremante. si stavano baciando o per meglio dire, il padre stava baciando il figlio prepotentemente.

quel giorno abbiamo capito perchè hakkai non voleva stare più in quella casa, soprattutto quando c'era suo padre e abbiamo anche scoperto per quale motivo quando dormiva a casa sua era sempre diverso, anche se portava costantemente il suo sorriso da ebete.

se ora ha chiamato è perchè non vuole rimanere lì stanotte perchè avverte del pericolo. rispondo alla chiamata e nemmeno 5 minuti dopo sono già in strada e lui mi passa a prendere con la sua corvette nera.

purtroppo per me dentro c'è anche gojyo, quello proprio non lo sopporto!



gojyo -salve bella biondina, quanto vuole?-



sanzo -ammazzati!-



salgo in macchina e ce ne andiamo in qualche bar a bere qualcosa. di solito andiamo allo Smile, dove passiamo tutta la notte a giocare a poker o a biliardo.

sia chiaro a parte nel poker dove hakkai è infallibile, io non perdo mai!



gojyo -ho sentito che tuo padre si è scelto il regalo di compleanno-



dice gojyo disgustato mentre manda in buca una pallina. hakkai mi guarda per saperne di più e intanto mi fa notare che tocca a me tirare.



sanzo -si, si è scelto un ragazzino, non avrà nemmeno vent'anni-



gojyo sibila una "brutto porco" tra i denti mentre hakkai perde quel sorrisetto cordiale. sanno bene anche loro cosa dovrà passare quel ragazzino, ma la cosa più insopportabile è che noi non possiamo fare nulla. potremmo dirlo alla polizia ma a chi crederebbero? a noi o alle persone più importanti della città? e visto che perderemmo sicuramente noi, cosa ci faranno passare i nostri genitori dopo? potrebbero anche ucciderci e spacciare il tutto per un incidente.

gojyo si lega i lungi capelli rossi così che non gli ricadano sul viso e hakkai si pulisce il monocolo, vorrebbero spaccare tutto e allora si distraggono facendo dell'altro.

la notte passa veloce e si fa mattina, visto che è estate non dobbiamo andare all'università e decidiamo di andare a casa mia per schiacciare un pisolino per recuperare il sonno perso.

ci sistemiamo sotto un albero in giardino, c'è l'ombra per quasi tutta la mattina e tira un bel venticello. vedo gojyo che guarda incuriosito qualcosa sull'albero, ma non ci faccio caso.



gojyo -sembra ci sia qualcos-aaaaaaaaah!!-



qualcosa di indefinito gli cade addosso schiacciandolo come una sardina, rendendolo una schiacciatina di dongiovanni che non consiglierei a nessuno di mangiare.

mi giro per vedere bene cosa ha colpito Gojyo e spero con tutto il cuore di scoprire che una montagna di pigne dure come sassi gli siano cadute in testa ma ci trovo il giocattolo di mio padre.

quel ragazzino che ora come ora mi sembra più che altro una scimmia.



-mi scusi, mi scusi! non volevo! mi dispiace tanto!!-



gojyo -ok ok moccioso smettila di chiedere scusa non è successo nulla, ma si può sapere cosa ci facevi sull'albero e chi diavolo sei?-



-ecco...ho notato che sull'albero c'è un nido e volevo vederlo bene...poi sono scivolato e vi sono caduto addosso... mi spiace!!-



Hakkai sta per dire qualcosa ma il cerca persone del moccioso suona e lui scusandosi per l'ennesima volta corre via. so già chi è che l'ha chiamato e purtroppo lo sa anche lui. non se lo porterà di nuovo a letto ma di sicuro si vorrà far servire.

hakkai e gojyo mi guardano, poi hakkai domanda:



hakkai-è lui il ragazzino di cui ci parlavi?-



sanzo -si-



hakkai-sembra un bambino-



sanzo -lo so-



Gojyo -merda! che schifo di mondo è questo!-







le settimane passano e riesco quasi a dimenticarmi del moccioso, passo le mie giornate nell'ozio più totale, qualche volta gojyo mi chiama, hakkai è andato da lui dopo che suo padre lo ha usato per la centesima volta, ogni tanto lo picchia anche. in quei giorni anche se fuori c'è il diluvio universale o sono talmente stanco da non riuscire a muovermi, mia vado da loro. hakkai è mentalmente instabile, basta poco e potrebbe persino suicidarsi. dobbiamo stargli accanto. lui però non è l'unico ad avere dei problemi con la famiglia. Gojyo è un figlio bastardo, nato dal padre e una domestica. una volta la moglie di suo padre ha anche tentato di ucciderlo. gojyo allora aveva solo 11 anni.

e io ho perso la mia vera madre quando avevo 7 anni, era una mattina fredda nonostante fosse primavera, stava andando a lavoro e io che mi ero svegliato tardi stavo correndo verso di lei per darle un bacio prima di andare a scuola. di quel giorno ricordo solamente che mio padre mi trattenne prima che io potessi uscire dalla porta, all'inizio non capivo perchè. poi mentre mi giuravo per chiederglielo ho sentito un gran boato. la polizia ha supposto che quelli che ce l'avevano con mio padre avevano inserito una bomba nella macchina.

io non ci ho mai creduto.

sono sicuro che sia stato mio padre a mettere lì quella bomba, forse mia madre lo aveva tradito o forse, semplicemente mio padre si era infatuato di un'altra donna e doveva sbarazzarsi di lei. uccidendola ha avuto anche molta pubblicità.

è un uomo pericoloso mio padre...

dopodomani è halloween e qui sono tutti presi dalla voglia di festeggiare. hanno appeso per tutta casa dlle decorazioni e i cuochi si stanno dando da fare per creare una torta che esprima l'aria di Halloween.

la servitù conosce bene quello che fa mio padre e sa benissimo che Goku non è un orfano che ha chiesto l'elemosina e visto che mio padre è un uomo onesto e di gran cuore, mi viene quasi da ridere, ha deciso di prenderlo con se. però, anche se sanno tutto, continuano a tacere.

scendo le scale e mi avvio verso la sala da pranzo e qualcuno mi viene a battere contro.



sanzo -sta più attento!!-



gli dico contro in malo modo, guardo meglio di chi si tratta. è il ragazzino che mio padre ha "adottato", ha uno zaino sulla spalle e i suoi occhi sono terrorizzati e pieni di rancore. credo voglia scappare...

da lontano sento mio padre che cerca qualcuno, di sicuro è lui;lo prendo per una braccio e lo porto con me dentro a una stanzetta che da sulla cucina, la stanza è piccola e siamo uno attaccato all'altro, nessuno sa cosa provo in questo momento...

mi viene voglia di stringerlo ancora di più a me e baciarlo su quella labbra soffici,accarezzargli la testa e le guance arrossate. non so cosa prova lui ma il suo respiro è irregolare e le guance sono diventate rosse, forse è preoccupato che mio padre lo scopra.



sanzo -stavi tentando di scappare?-



-n-no..io..no-



sanzo -non mentire, è del tutto inutile che tu lo faccia. non puoi scappare.dove andrai? Mi rendo conto che sei spaventato. ma tu non puoi scappare! mio padre ti troverebbe subito! e orami dovresti aver capito bene quello che ti farebbe se ti ritrovasse!!-



- m-ma io...-



sta per mettersi a piangere, non lo sopporterei. lo abbraccio e gli faccio capire che non se ne deve andare per nessun motivo. piange qualche lacrima che bagna la mia maglia e poi fa scivolare via lo zaino.



sanzo -questo lo prendo io, se mio padre ti trovasse con questo... beh mi sembra di essere diventato monotono a dirti cosa ti farebbe-



lui deglutisce e alza il viso, mi guarda negli occhi. sono magnifici, preziosi come l'oro. perchè è di oro che sono fatti, ne sono sicuro.



-va bene, non scapperò-



sanzo -ora vai! lì c'è la cucina, torna nella tua stanza prima che arrivi mio padre!-



-si-



si volta apre la porta ma prima di uscire dalla stanzetta si volta un'altra volta verso di me.



-a proposito signor. Sanzo, io mi chiamo Goku-



sorride e se ne và.

rimasi diversi secondi a guardare il punto in cui lui si trovava prima. il suo sorriso mi ha accecato, non ho mai visto nulla di più bello. era un sorriso fatto col cuore, è la prima volta che lo vedo sorridere in 3 mesi. se penso che una volta sorrideva sempre e ora non lo fa più per colpa di mio padre mi sale una rabbia indescrivibile.

dall'altra parte della porta sento la voce di mio padre.

L'ha trovato.



komyo-goku ! sei sempre a bazzicare nelle cucine! se ingrassi di un solo chilo ci frusto con la cinghia mi hai capito?!-



goku-si padrone-



padrone, si fa anche chiamare padrone!! un giorno lo impiccherò con quella cinghia ma prima di lasciarlo morire gli farò gridare che lui è una cane e io sono il suo padrone!! poi lo ucciderò, lo darò in pasto ai pescecane e alla fine morirà sotto i miei occhi. tra 10 anni davanti alla sua tomba riderò e riderò fino alla morte (sua ovviamente).



komyo-ma visto che siamo in cucina...sai mi è venuta una certa fame-



quest'affermazione mi rimbomba nella testa, sappiamo tutti e tre che non ha fame di cibo. mi sento male al solo pensiero di avercelo mandato io nella cucina il povero Goku...

merda!

dalla fessura della serratura vedo mio padre che infila le sue manacce sporche dentro la maglia di Goku, lo fa sedere sul tavolo dove si cucina e gli slaccia i pantaloni.

non ce la faccio a vedere oltre. me ne vado dalla stanzetta e da casa. accendo il cellulare e chiamo hakkai che non mi risponde, allora a malincuore chiamo Gojyo che mi risponde allarmato. prima che io possa dire niente inizia a parlare, è agitato.



gojyo -sanzo, vieni a casa di Hakkai presto! è svenuto!-



spengo immediatamente il cellulare e prendo le chiavi della mia Porsh, mi dirigo a casa di Hakkai, c'è già l'ambulanza che sta caricando hakkai, io raggiungo di corsa Gojyo e mi faccio spiegare tutto, mentre l'ambulanza si porta via Hakkai.



gojyo -non so cosa è successo, sono arrivato qui perchè dovevamo incontrarci ma l'ho trovato steso a terra semicosciente vicino alle scale. forse è caduto-



sanzo-o forse l'hanno spinto...-



glielo sussurro in un orecchio, mi guarda e accenta un "si" con la testa, decidiamo di andare al pronto soccorso dove hanno portato hakkai.

io odio gli ospedali, perchè è pieno di malati, per mia fortuna io non mi ammalo quasi mai.

poi è sempre tutto bianco! io odio il bianco.

dopo un'oretta arriva il dottore che ci assicura che hakkai ora sta bene ma che lo terranno qua un'altro giorno sott'osservazione. beh, almeno di questo hakkai se ne dovrà rallegrare.

è un'ora che siamo qui e nemmeno uno della sua fa,miglia è venuto a trovarlo, ne la madre ne il padre.

forse però domani, quando si saprà che il figlio di uno dei più importanti industriali e di una famosa attrice ha rischiato la vita verranno a trovarlo, assieme ai giornali. usano il figlio per farsi pubblicità!

entriamo e vediamo hakkai intendo a bere del tè caldo che una infermiera gli ha dato. gojyo come al solito non può far altro che fare la solita battuta.



gojyo -quasi quasi mi farei ricoverare anche io qui solo per essere curato da queste belle infermiere!!-



prendo del cioccolato che hanno portato da far mangiare ad hakkai e glielo ficco in bocca, so che ad hakkai non piace il cioccolato quindi gli faccio anche un favore.



sanzo-hakkai...cos'è successo?-



gojyo -non farci credere che sei caduto dalle scale accidentalmente che non ce la dai a bere!-



hakkai sorride tristemente mentre ci guarda negli occhi a tutti e due, poi dopo aver bevuto un sorso di tè, inizia a parlare.



hakkai -stavo litigando con mio padre, a quanto pare voleva che la scrosa notte fossi rimasto a casa... dopo avermi arrivato uno schiaffo mi ha spinto giù dalle scale, non prima di avermi minacciato-



gojyo-ci avrei giurato che era stato lui!-



sanzo -ti ha minacciato?-



hakkai-si, ha detto che se passo anche soltanto un'altra notte fuori di casa, avrebbe ucciso mia sorella-



gli occhi gli si riempiono di lacrime, hakkai gli si avvicina e lo abbraccia, stendendosi anche lui sul letto. io mi limito a mettergli una mano sulla spalla, rimaniamo così per qualche minuto. giusto il tempo che lui si calmi.

dopo una mezz'ora arriva anche la sorella di hakkai, Kanan.

è la sorella maggiore, si assomigliano molto. hanno dei tratti dolci e gentili e gli stessi occhi verdi. l'unica cosa che hanno di diverso sono i capelli, lui neri e lisci mentre lei castana e mossi.

parliamo per un bel po' di tempo di come sta ora hakkai e di come ce la passiamo. la sorella di hakkai una volta stava sempre con noi, ma ora si è sposata e deve occuparsi della sua casa e non ha tempo per stare con noi.



hakkai- piuttosto! fin da quando ero piccolo quando mi ammalavo la mamma mi regalava sempre un modellino di una macchinina d'epoca-



Kanan - e con questo?-



hakkai- dov'è la mia macchinina d'epoca?-



io e gojyo ci guardiamo negli occhi piuttosto sbalorditi. fa sempre uno strano effetto vedere hakkai nella fase che noi chiamiamo "bambino capriccioso-mode". Kanan apre la borsetta e come se lo avesse immaginato ne tira fuori una macchinina d'epoca. sono dei fratelli veramente strani.



il giorno dopo come previsto sul giornale c'è un articolo che parla di hakkai e del suo incidente. raccontano che è scivolato dalle scale mentre portava dei fogli di lavoro al padre. c'è scritto anche che il padre si sente in colpa per aver chiesto al figlio di portargli i fogli, che se non l'avesse fatto ora non sarebbe in ospedale.

di pratiche di lavoro in realtà non ce nè neanche l'ombra. il padre ha mentito e con lui sua moglie e persino hakkai, chissà quanto gli è costato dire davanti ai giornalisti "sono felice che non sia stato mio padre ad andare a prendere le pratiche, sarebbe potuto succedere a lui e io questo non me lo sarei ma perdonato". povero hakkai.

il padre fa bene a sentirsi in colpa, anche se so che non è vero. lo ucciderei, lui , mio padre e tutti gli altri!

sento bussare alla porta e vado ad aprire, non so chi sia, è strano che qualcuno bussi alla mia camera. chiunque sia gli farò rimpiangere di avermi disturbato mentre studio!

apro e mi trovo davanti Goku. guarda in basso, poi alza lentamente la testa e parla incerto.



goku-posso entrare, per favore?-



mi guardo attorno per vedere che non ci sia nessuno, gli prendo una palla e lo spingo dentro velocemente. chiudo la porta a chiave. ho ancora la mano sulla sua spalla quando lo sento gemere di dolore. lo lascio e lui si tocca la spalla dolorante.

non mi sembra di aver stretto troppo.



sanzo-ti ho fatto male?-



goku-non è colpa tua...-



abbassa gli occhi e arrossisce.

credo di aver capito, mio padre ha un po' esagerato. deve averlo picchiato in uno scatto d'ira. io non ho sentito nulla quindi deve essere stato quando ero in ospedale con hakkai.



sanzo -fammi vedere-



Goku- n-no...non ce nè bisogno-



lo prendo e gli cavo la maglia a forza, so di fargli male ma è l'unico modo.

ha fasciato la ferita come meglio poteva ma non è abbastanza, rischia di infettarsi. tolgo le bende e rabbrividisco. è una ferita profonda, inflitta con la tibia della cinghia. gli ha squarciato la spalla e anche la schiena è malridotta.

lo disinfetto con un po' di quel disinfettante che ho rimasto in bagno. ho dovuto abituarmi a tenerne un po' anche nel mio bagno perchè sin da piccolo sono abbastanza violento e molto spesso mi ritrovavo in mezzo a delle risse, con Gojyo al mio fianco.



sanzo-hai tentato nuovamente di fuggire?-



Goku- no...-



sanzo- allora perchè ti ha picchiato?-



Goku- ecco...non ho avuto... quello...-



sanzo- l'orgasmo?-



Goku non risponde a voce ma annuisce. a volte capita unan cosa del genere, soprattutto se uno dei due non vuole fare sesso. goku si gira di scatto verso di me e mi abbraccia. io mi sbilancio e cadiamo per terra, lui sopra di me tremante e io sotto shockato.

rimaniamo così a lungo, ha bisogno di un abbraccio e anche se non sono la persona più adatta, faccio del mio meglio per consolarlo. ci spostiamo sul divanetto e rimaniamo abbracciati a parlare di lui per una buona ora. mi ha raccontato di come è vissuto fin'ora, di come viveva, chi erano i suoi amici... ho potuto così scoprire che i genitori sono morti quando lui era piccolissimo, è analfabeta e che ha una vera passione per i serpenti. il suo preferito è il boa rosa.

da dentro un cassetto tiro fuori un coltellino, vede qualcosa di negativo in quello che ho fatto. crede che lo picchierò, ma non è così. voglio solo fargli vedere che anche io ho una rara passione. i coltelli. mi piace affilarli e custodirli al meglio.

chiede scusa, ha capito che fraintendeva le mie azioni e ora si scusa. inizia a insultarsi da solo. a dire che è meschino e stupido.che è un abominio che pensa sempre che qualcuno gli voglia far del male.



sanzo -puoi dire quello che vuoi Goku.ma io, io so chi sei realmente. Tu sei l’unico che piange quando sei solo.

Tu pensi che io non posso vedere il giusto nei tuoi occhi. Nessuno sembra ascoltare i tuoi pianti nascosti.-

ma io ti sento....

Posso sentirti in un sussurro.

Ma tu non puoi mai sentirmi urlare.

tutti a questo mondo siamo fragili e abbiamo bisogno di un abbraccio.

Goku -sanzo...come si gioca?-

ha preso delle carte da gioco e le guarda con fare interrogativo. mi riesce quasi impossibile credere che non abbia mai giocato a carte.



sanzo- anche se te lo spiegassi, non capiresti scimmia-



Goku - non sono una scimmia!-



Sanzo -come no!-



Goku -allora con cosa giochiamo?-



uff! che ragazzino difficile. prendo da dentro uan cassetto un vecchio e odioso gioco di società.

Monopoli.

iniziamo a giocare e sembra che gli piaccia. stiamo dietro a quel gioco per una mezz'ora e io non ne posso più, anche se sto per vincere.

tiro il dado decisivo. mi serve un cinque... ma..cosa cavolo sta facendo quella stupida scimmia? mi sta coprendo la visuale del dado...



Sanzo -Goku spostati, non vedo il dado!-



lui non si sposta, anzi prende il dado in mano e tenta di scappare! subito mi alzo e lo immobilizzo, lottiamo per quel dado per qualche secondo poi ci fermiamo ansanti uno sopra l'altro. io sopra, lui sotto.

il suo volto è così vicino al mio...

i suoi occhi sono tutto quello che vedo...

le sue labbra l'unica cosa che percepisco...

Mi avvicino di più a lui e chiudo gli occhi imitandolo.

gli bacio le labbra dolcemente, succhiandole e mordicchiandole dolcemente. provo ad aprirgli la bocca ma lo sento tremare, steso sotto di me. mi stacco da lui e lo guardo che velocemente si ritrae lontano da me. si alza e lanciandomi un'ultima occhiata esce dalla mia camera.

merda! ma che cavolo mi passa per la testa?

l'ho baciato! se mio padre lo venisse a sapere...







capitolo 3°-

"mostrami un sorriso allora,

non essere triste, non riesco a ricordare

l'ultima volta che ti ho visto ridere

se questo mondo ti fa impazzire

ed hai già preso tutto ciò che

riesci a sopportare

puoi chiamarmi

perché sai che io sarò lì per te"







da quel giorno non so come ma io e Goku ci incontravamo spesso, quando mio padre era a lavoro. ogni tanto aveva qualche nuovo livido e io glielo curavo con del disinfettante che ho comprato nuovo apposta per lui. e così sono passati mesi e siamo già a dicembre a tra me e lui si è instaurato uno strano rapporto.

oggi è il 9 dicembre e Goku si trova da me per farsi medicare, la tensione è un po' alta. ieri era l'otto dicembre e non si lavora quindi mio padre era a casa. dovevo fargli firmare dei fogli per l'università ma purtroppo quando sono entrato ho assistito ad una scena che preferirei dimenticare. mio padre era seduto sulla sua grande poltrona e in braccio aveva Goku con le mani legate. gli stava facendo mordicchiare il pollice che ormai era tutto bagnato e l'altra mano gli palpava spudoratamente il sedere.

nonostante avesse visto distintamente che ero entrato non ha accennato a smettere, mi ha salutato come se nulla fosse e mi ha chiesto cosa volevo. gli ho fatto firmare i fogli ostentando una tranquillità talmente falsa che mi avrebbero dato il premio nobel per il miglior attore. per un attimo solo sono riuscito ad incrociare gli occhi di Goku.

lo sentivo chiaramente gridare dentro di se "non mi guardare!".

finita la medicazione provo a rompere il ghiaccio chiedendogli se vuole giocare a carte. gli ho insegnato e lui ha imparato bene anche se ancora non vince.

dopo una decina di minuti mi squilla il cellulare, è Gojyo.



gojyo -salve bella biondina! che fai scendi? siamo sotto casa tua che ti aspettiamo-



anche Goku ha sentito quello che mi ha detto perchè il mio cellulare ha un acustica molto forte. guardo la scimmietta, ha chinato la testa e ha lo sguardo triste e sconsolato. vorrebbe che io rimanga ma sa che non lo farò. e infatti è così.



sanzo -dammi cinque minuti, aspettatemi davanti all'entrata posteriore-



***dentro la macchina di Gojyo intanto***



gojyo- ha detto di aspettarlo all'altra entrata e di dargli cinque minuti-



hakkai- a cosa gli servono cinque minuti?-



gojyo- forse si deve truccare!-



BAM!

hakkai e gojyo si voltano e dall'altra parte del finestrino dove si vede sanzo che fa segno a gojyo che lo avrebbe ammazzato.



gojyo- alla faccia dei cinque minuti! qui non è passata nemmeno mezzo secondo!-



sanzo non sale in macchina come si sarebbero aspettati i due ma si allontana di qualche metro e fa un fischio. due secondi dopo una persona scende dal muro che circonda la casa e sanzo gli indica di salire in macchina e dopo sale anche lui, dicendo a gojyo di partire.

gojyo guida un po' agitato, sanzo si fuma una sigaretta mentre hakkai si volta verso il "quarto uomo" e cordialmente parla :



Hakkai -piacere, mi chiamo hakkai, e questo qui coi capelli rossi è Gojyo-



Goku -p-piacere, mi chiamo Goku-



sanzo era uscito da casa, ma si era portato dietro qualcuno...

i quattro ragazzi si erano fermati al solito bar e ora Hakkai stava spiegando a Goku come si gioca a biliardo. il piccoletto sembraca ascoltare con molta attenzione, gli piaceva imparare e poi aveva fatto amicizia sia con Hakkai che con Gojyo.

Sanzo e Gojyo intanto stavano parlando seduti al banco mentre sorseggiavano la loro birra.



gojyo- perchè diavolo l'hai portato qui? sai che se lo scoprono finirà male!!-



sanzo- si lo so, ma non mi andava di lasciarlo da solo a casa-



gojyo- mi stai diventando sentimentale dolcezza!-



sanzo- ripetilo e ti darò una pratica dimostrazione di quello che ho imparato a scuola di ginocchiate inguinali!-



gojyo- è bello sapere che ti sta impegnando negli studi!-



i battibecchi non mancano mai e così i giorni passano e i fantastici 4 diventarono sempre più uniti e affiatati. si vedono quasi tutti i giorni anche se spesso dovevano tornare a casa molto presto perchè Goku doveva andare ad assolvere il suo dovere o perchè dovevano rispettare il coprifuoco forzato di Hakkai.

oggi era uno di quei giorni, mancavano pochi giorni a Natale.



scendo le scale velocemente, oggi sono piuttosto incazzato. mio padre ha picchiato Goku perchè quando sono entrato nello studio e li ho visti mentre mio padre stava spogliando Goku, beh...

lui quando mi ha visto è arrossito e si stava ricoprendo ma mio padre gli ha gridato contro che non gli ave a detto di rivestirsi e gli ha arrivato un pugno. a quel punto sono uscito e ho chiamato Hakkai dicendogli di passarmi a prendere. tempo un quarto d'ora ed è qui davanti che mi aspetta assieme a Gojyo.



gojyo- oggi Goku non viene?-



lo guardo truce, capisce subito che deve essere successo qualcosa. non mi chiedono più nulla e andiamo allo Smile. nessuno dei tre fiata. passiamo la maggior parte del tempo a guardare da qualsiasi altra parte pur di non guardarci negli occhi. gojyo con la sua solita boria osserva le ragazze che passano. hakkai guarda l'ora continuamente, non vuole stare qui ma non vuole nemmeno tornare a casa.

in quanto a me... beh.

sto cercando di ubriacarmi il più possibile per dimenticare quello che ho visto. i pensieri nell mia mente girano e vagano senza meta. col passare del tempo mi sono sentito nascere uno strano affetto per Goku. non riesco a capire di cosa si tratti. forse è pietà, amicizia o forse è amore...

quando lui non è con me, come in questo momento, sento che potrei piangere da un momento all'altro oppure sarei felicissimo senza una ragione precisa. non so cosa ci sia da essere felice visto che se lui non c'è è sicuramente con mio padre...

ogni volta che penso alle luride mani di mio padre che toccano quel corpo minuto. invadendolo senza neanche chiedergli il permesso... una cinquantenne che abusa di un ragazzino di dicotto anni...

spesso provo a pensare a come si senti Goku in quei momento, ma alla fine non ce la faccio...

soffro troppo...



gojyo- beh è tardi e tra poco scatta il coprifuoco di Hakkai quindi è meglio andare-



concordiamo tutti e due. Gojyo non sale in macchina con noi perchè ieri ha lasciato la macchina qui allo Smile. io e hakkai ci dirigiamo a casa mia, poi lui se ne tornerà a casa, con la paura di trovarsi suo padre in camera...

arriviamo davanti a casa mia, abito in un quartiere molto lussuoso ed è sempre ben illuminato... appena scendo dalla macchina vedo goku correrci in contro preoccupato.



goku- dov'è gojyo?!-



hakkai- è andato a casa-



goku- oh no! dobbiamo trovarlo! la madre lo vuole uccidere!!!- (note dell'autrice : so che a questo punto alcune persone di mia conoscenza staranno facendo salti di gioia quindi caliamo un velo pietoso sulla scena)



sanzo- calmati goku! cosa stai dicendo??-



goku- ho ascoltato Komyo che parlava con un suo collega, dicevano cose strane del tipo "finalmente si è decisa a sbarazzarsene!" e " a me quel ragazzo, non è mai piaciuto a pelle. sono felice di non rivederlo mai più"! sono preoccupato sanzo!!-



hakkai- provo a chiamarlo-



tuuuu



tuuuu



tuuuu



hakkai- non risponde! cosa facciamo?! se è vero...-



sanzo- andiamo a casa sua! goku tu torna in casa e fa finta che non sia successo nulla-



sanzo e hakkai intrapresero una folle corsa in macchina per arrivare a casa di gojyo il prima possibile senza badare a semafori rossi, clackson delle auto o limiti di velocità. la casa di gojyo era un po' lontana dal centro e quindi ci voleva qualche decina di minuti per arrivarci. beh sanzo e hakkai batterono tutti i record arrivandoci in 7 minuti e 12 secondi. gojyo avev una casa modesta, se così si poteva definire un mega appartamento super lussuoso all'ultimo piano di un albergo carissimo. entrarono di corsa andando dal portinaio a chiedere di poter parlare con Gojyo.



portinaio- sono spiacente ma il signorino si sente poco bene al momento e non può ricevere nessuno-



hakkai- dobbiamo solo parlargli o almeno vederlo un secondo è una cosa urgente-



portinaio- vedrò cosa posso fare- prese un telefono e richiamò a casa di Gojyo e questa volta passò il telefono a sanzo- ecco, c'è il signorino Gojyo al telefono-



sanzo- gojyo!! dove sei?-



gojyo- "sono in....camera..." sto poco bene e qualche deficente ha lasciato "la finestra aperta".... non posso....andare a chiuderla perchè... "c'è mia madre che....controlla...." che io non scenda dal letto... spero di essermi spiegato... scusa devo andare...-



hakkai-allora?? sta succedendo qualcosa dobbiamo raggiungerlo-



hakkai- e come??-



sanzo- mentre parlava ha accentuato alcune frasi come "sono in camera", la finestra aperta" e "la madre che lo controlla"-



hakkai- quindi dobbiamo entrare in camera sua dalla finestra e portarlo via, senza farci vedere dalla madre...-



sanzo- credo di si-



hakkai- sanzo?-



sanzo- si?-



hakkai- ti rendi contro che Gojyo abita all'ottantaquattresimo piano?? come facciamo ad entrare da lassù?-



sanzo- "dobbiamo?", ti sbagli, solo tu entrerai dalla finestra... io mi occuperò della madre...-





***qualche minuto dopo***



ma porca miseria!! ma perchè solo io devo passare dalla finestra??? ho preso l'ascensore fino all'ottantratreesimo piano dell'hotel e ora dovrei salire tramite la finistra fino a quello di gojyo?? la prossima volta ci pensio io a Ellen, la madre di gojyo! ma cosa sto dicendo?! meglio mille volte passare dalla finestra o morire piuttosto che flirtare con quella megera!!

ripensandoci non è poi così difficine, ci sono appigli da tutte le parti. qui i ladri ci vanno a nozze!!

entro dalla finestra con uno sforzo enorme perchè ho rischiato di perdere la mia virilità per scavalcare il balcone...

gojyo è steso sopra il letto ansimante e pallido... devono averlo drogato, è l'unica spiegazione. mi avvicino a lui e ad ogni passo sento il mio cuore palpitare. ho paura....

mi siedo sul letto vicino a lui cercando di parlargli piano, per non farmi sentire da Sanzo e Ellen che sono nell'altra stanza.



hakkai-gojyo! gojyo svegliati ti prego-



nulla, non apre nemmeno gli occhi.

riprovo a chiamarlo e lo squoto dolcemente, voglio che si svegli. so che se si addormenterà non lo potrò mai più vedere sorridere con quell'aria da sbruffone che ha sempre. se muore da chi andrò quando sono triste? chi mi costringerà a vedere film hard con lui? chi mi passerà a prendere per andare all'università? chi mi bacerà dolcemente sulle labbra per darmi man forte quando dovrò rientrare a casa da mio padre?

Dio fa che si svegli...

io lo amo così tanto...



gojyo- smettila di piangere.... odio quando lo fai...-



hakkai- Gojyo!-



mi lancio nelle sue braccia felice e piangente. sento che è molto caldo, devessere per via della droga. devo portarlo assolutamente via da qui.



hakkai- andiamo...dobbiamo andarcene...-



gojyo- non riesco a muovermi....-



hakkai- non preoccuparti... ti porto io...tu rilassati ma non addormentarti... te ne prego-



gojyo- hak..hakkai...-



hakkai- si?-



gojyo- hakkai... ti amo...-



queste parole si fecero strada dentro il mio intimo facendo piangere di gioia. era la prima volta che qualcuno diceva di amarmi... la prima volta che qualcuno dimostrava veramente un grande affetto per me.

potevo sentire uil suo respiro suil mio collo, le sue braccia che mi circondavano e per poco non caddi a terra. ma non c'è tempo, devo far uscire immedaitamente di qui gojyo.

apro la porta e vado verso la cucina, passando davanti alla porta della camera dei genitori di gojyo posso sentire chiaramente i gemiti della signora Ellen. sospettavo che andasse a finire così, sanzo per darci una via di fuga ha dovuto intrattenerla...

grazie...

te ne sarò sempre grato, sanzo.





è passato qualche giorno da quando gojyo è stato drogato e ora sta motlo meglio. quella sera l'ho portato da mia sorella, è un medico e l'ho fatto curare da lei. non mi ha chiesto informazioni, credo che intuisse cosa è successo.

quando gojyo si è svegliato eravamo tutti lì con lui, e per poco non ci rimaneva secco di nuovo visto che sanzo lo stava per strangolare. motivazione? semplice : per salvargli la pelle ha dovuto andare a letto con una vecchia racchia, è naturale che ora gojyo dovesse pagare con la vita.

gojyo giustamente gli ha chiesto perchè l'ha salvato visti che poi lo vuole uccidere lui e sanzo come al suo solito ha risposto :" semplice, ho giurato dalla prima volta che ti ho incontrato che ti avrei ucciso con le mie mani!"

però, anche se sembrava sereno, so che è successo qualcosa....





***la notte in cui gojyo è stato drogato***



sanzo ha dovuto andare a letto con quella strega ma in fin dei conti non gliene importava molto, quello che gli importava era che gojyo stesse bene. anche se non lo dimostrava voleva un gran bene a gojyo, il suo "nemico" d'infanzia. con lui ha condiviso tutto, dalle prime sigarette alle risse nei bar...

torno a casa ed emntro nella mi camera...

non voglio vedere nessuno...

ma non sempre il destino è dalla nosytra parte, soprattutto nei giorni in cui va tutto male...

e quando pensi che non possa andare peggio...

ecco, allora avviene la catastrofe...

la porta si apre e ne entra goku che corre verso di me squotendomi forte.



sanzo- cosa vuoi?!-



gli urlo contro tanto forte da terrorizzarlo. sono furioso, non lo capisco che voglio rimanere solo?? dovresti riuscire a leggerla la disperazione nei miei occhi....

tu che vedi ciò che non può essere visto perchè non vedi che ora voglio restare da solo?



goku- scu-scusa... va tutto bene?-



sanzo- ti pare che vada tutto bene?! cazzo Goku, ma non ti rendi conto che a volte sei veramente insopportabile?! non ce la faccio più ad averti in torno come un cagnolino rompipalle! torna da mio padre a farti fottere per bene e non farti mi più vedere!!-



vedo i tuoi occhi ingrandirsi e riempirsi di lacrime, ti allontani da me iniziando a urlare. velocemente corri verso la porta ma io ti blocco prendendoti per un polso e ti faccio cadere a terra. continui ad agitarti mentre piangi, urlante.

ti blocco col mio corpo per fermarti e con tutto il mio coraggio ti parlo conun gran senso di colpa...



sanzo-scusa scusa...Puoi perdonarmi? Non so cosa ho detto, ma non intendevo ferirti...-



Ho sentito le parole venire fuori, ma quando ho ragionato su quello che ti ho detto,mi sono sentito come se stessi morendo.

E’ così doloroso averti ferito.

Mi guardi.

non stai più urlando, darei qualsiasi cosa adesso, per uccidere quelle parole per te...



sanzo-Non voglio perderti!-



Ma in qualche modo so che non mi lascerai mai.

Perché tu sei fatto per me, in qualche modo ti faro vedere quanto mi rendi felice. Non posso vivere questa vita senza di te al mio fianco.

Ho bisogno di te per sopravvivere.



sanzo- ho bisogno di te! perciò stai con me, non abbandonarmi... Guarda nei miei occhi, sto urlando dentro che mi dispiace!-



non volevo, non volevo...



sanzo- E perdonami di nuovo

tu sei il mio solo unico amico per cui darei la vita...

E non intendevo ferirti.-



non capisco cosa nelle mie ultime parole ti abbia fatto arrabbiare, ma ti sei divincolato dalla mia presa.

ti alzi ed guardandomi furente gridi con tutta la tua forza :



goku-il tuo solo e unico amico?...

ma cazzo sanzo, non lo capisci che io non ti voglio come amico?!

Ti amo!-



non so cosa dire, i minuti passano e goku se ne va dalla mia camera, perchè sono rimasto fermo senza far nulla?? perchè non gli ho risposto che anche io lo amo più di quanto non abbia mai amato?!

sono un vero stupido...





La sera di Natale siamo usciti tutti e quattro per un aperitivo, io e goku non ci guardiamo nemmeno e hakkai e gojyo si devono essere accorti che qualcosa non va.

ogni tanto tentano di sdrammatizzare o per farci tornare amici come sempre.

ma loro non sanno che questo non potrà accadere perchè dopo un litigio come quello che ha rivelato dei sentimenti tenuti dentro come il segreto più prezioso per poi venire gettati via come spazzatura dal diretto interessato non può far tormnare le cose come prima.

i casi sono solo due.

o ci separiamo definitivamente o finalmente ci chiariamo.

qunto vorrei dirti che mi piaci goku...

quanto vorrei sfiorarti le labbra con le dita e baciare quella tua testa da stupida scimmia che ti ritrovi e di cui mi sono innamorato...

ti voglio, ti voglio ti voglio....

ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo....

te lo vorrei ripetere milioni di volte ma questo è impossible. sai che non possiamo stare insieme e sai che questo è un addio...

un dolce e malinconico addio che sa di amarezza.

di quel sapore salato che hanno le lacrime quando sono talmente tante che le ingoii talmente tante da star male.

ti amo,

ora e mai.

non ce la facio più a stare qui e dico senza nemmeno aver finito il bicchiere che me ne vado. so che goku dovrà venire con me e finalmente potremo parlare da soli.

per l'ultima volta.

i ragazzi lo salutano tranquillamente, lui, invece, li saluta sull'orlo delle lacrime perchè sa che non potrà più parlare con loro così tranquillamente.

saliamo in macchina, il bar è piuttosto lontano da casa mia e verso metà strada fermo la macchina.

dobbiamo parlare.



goku- mi sono divertito in questi mesi con hakkai, gojyo e....-



mi guarda. i suoi occhi sono così belli, ricordo la prima volta che mi sono soffermato a guardarli e anche tutte le volte che mi soffermo a guardarli, penso empre la stessa cosa.

li voglio tutti per me.ùli voglio, voglio che guardino solo me, voglio vedere quegli occhi d'orati riflettersi nei miei.

solo per me, solo a me.



goku- ...e con te, sanzo-



sanzo- goku....-



goku- no, non dire nulla. altrimenti inizio a piangere e non riesco più a trattenermi. mi hai insegnato a non piangere altrimenti mio padre mi avrebbe frustrato e ora mi fai piangere tu? sei piuttosto contraddicente...-



mentivo.

non gli dicevo di non piangere perchè mio padre poteva picchiarlo, glielo dicevo perchè non sopportavo di vederlo piangere. mi straziava il cuore già in frantumi a saperlo con mio padre.

non può nemmeneno sapere quanto soffrivo a vederlo muoversi passivo tra le braccia di mio padre.

lui non lo sa ma più di una volta mi è capitato di vederli mente facevano sesso. sempre per colpa di quel dannato padre che lo usava in qualsiasi posto della casa.

mi avvicino e col il pollice gli asciugo le lacrime.

il brillare dei suoi occhi per un lungo istante si fonde coi miei.

e in un istante colmo di passione, lo bacio.

non so con quanta dolcezza e quanta infinuta voglia di tenerezza ci siamo baciati e amati quella sera.

so solo, che avrei voluto che il tempo si fermasse, per sempre.







sono passati nemmeno dieci giorni ed è già capodanno.

mio padre ha invitato tutti i suoi colleghi per festeggiare il nuovo sfortunato anno che verrà.

è una festa in grande e c'è persino un monitor, forse mio padre lo vuole usare per il countdown. poi tutti si ubriacheranno e faranno baldoria fino al mattino dopo rompendo i coglioni a tutti.

una volta hakkai, gojyo ed io abbiamo passato tutto il capodanno chiusi in camera mia su internet. beh credo che quello sia stato il miglior capodanno della mia vita.

mio padre si alza e fa chiamare goku. non so perchè ma sta tramando qualcosa.

mi chiede di avvicinarmi e di mettermi davanti al monitor in modo che io veda bene, e dice lo stesso a goku. incita gli altri ad avvicinarsi per vedere bene anche a loro.

si accende il monitor.

mi sarei aspettato tutto ma non questo.

ci siamo io e goku, in camera mia. è la sera in cui abbiamo litigato...



komyo- sai sanzo, ho fatto mettere delle telecamere in quasi tutte le stanze, persino nella tua. e così tempo fa mi sono visto una scenetta davvero patetica.... guardate-



"sanzo-Non voglio perderti!-"



le immagini si susseguono, ci inquadrano, solo noi.

noi e basta.



"goku-ma cazzo sanzo, non lo capisci che io non ti voglio come amico?!

Ti amo!-"



il monitor si spegne.

molti mormorii stupiti e alcune risate si sollevano nell'aria.

goku sta tremando qui accanto a me, ha paura. e sinceramente ce l'ho anche io.

mio padre si avvicina a goku e lo prende per un braccio gettandolo sopra al tavolo, di schiena.



komyo- dimmi sanzo, vorresti anche tu averlo tutto per te questo piccolino? guarda che bel musetto che ha-



inizia a slacciargli i pantaloni, goku è terrorizzato e molto imbarazzato. credo di aver capito cosa vuole fare mio padre. vuole dare una punizione sia a me che a goku. ma l'unico che soffrirà anche carnarlmente è goku. non voglio. lo voglio tenere solo per, non voglio vedervi ancora avvinghiati. non voglio che nessun'altro lo tocchi.

prendo un candelabro e con ferocia colpisco mio padre alla testa. cade a terra e perde sangue.

sviene ma non è morto.

i suoi colleghi mi assalgono e hakkai e gojyo tentano di aiutarmi.

il padre di hakkai gli rpende il polso torcendoglielo, lo sta trattenendo e per un solo momento hakkai ne è terrorizzato.

poi però con l'altra mano libera gli afferra la sua e stringe talmente forte da far lasciare la presa al padre.



hakkai- sarei felice se non mi toccassi mai più, padre-



e detto questo con una delle più nobili azioni di judo mette k.o. il padre e si avvicina a me e gojyo. siamo tre contro una ventina di persone se non di più. siamo abituatio alle risse e di solito li batteremo come nulla ma, anche lor, sono abili in combattimento, sono loro che ci hanno insegnato a difenderci e che ci hanno poratto in palestra e sottoposto a duri allenamenti sin da piccoli. forse dovremo ringraziarli...

beh forse la prossima volta.

ormai è la fine per noi. non possiamo fare nulla se non tentare di fuggire.

ma siamo troppo orgogliosi e non lo faremo mai.

a salvarci fu la servitù, tutti i domesti armati di coltelli (da cucina) sono pronti a lottare con noi, sono stufi di questi maltrattamenti, e ora che ce nè l'occasione, si vogliono sfogare e mettere fine a questa cosa una volta per tutte.

hanno chiamato la polizia, sta per arrivare. pochi minuti ed è qui, miracolo, di solito ci mettono tantissimo.

arrestano mio padre e tutti i suoi colleghi, i domestici hanno delle prove, ma quella più schiaccante è proprio goku.

lo abbraccio forte, vedo hakkai e gojyo tenersi per mano, è chiaro che si amano.

hakkai si avvicina al finesrtino dlela macchina dove c'è suo padre e gli dice :



hakkai- ora che non mi toccherai più, potrò finalmente dormire tranquillo-



racconterà tutto, così grazie a lui, a goku, a me e a tutti gli altri il mondo saprà quali persone erano costoro.

e forse, senza di loro che ci hanno cresciuto e amato, anche se soltanto un po', noi potremo costruire le nostre vite. da soli.













*** 3 mesi dopo***



"e io vedo i tuoi colori veri

che risplendono dentro te

vedo i tuoi colori veri

ed è per questo che ti amo

quindi non avere paura

di mostrarli

I tuoi colori veri

I colori veri sono belli

come un arcobaleno"





è passato qualche mese da quando io e sanzo abbiamo iniziato a vivere come una vera coppia.posso dire di essere libero e felice adesso, nessuno mi fa del male, mi picchia o mi violenta. sono felice, tanto tanto tanto felice.

viviamo in una casetta in campagna, sanzo non voleva più sentire le persone che parlavano di lui e della sua famiglia così ci siamo trasferiti. sanzo lavora in uno studio legale da quando ha lasciato l'università. così si guadagna qualche soldo per conto suo, ha detto di non volere gli sporchi oldi del padre, ma anche se lui dice così credo che ogni tanto dovremo andare a prendere qualcosa. è piuttosto difficile vivere in una bella casa come questa con solo i soldi che guadagna, almeno per il momento.

ho deciso di creare un bel giardino visto che quello che c'era prima era tutto rovinato, voglio vedere cosa riesco a fare.

ho deciso di lavorare anche io, in un asilo.

starò tutto il tempo con molti bambini e io adoro i bambini, ho scelto questo lavoro perchè io ne vorrei uno ma non possiamo tenerlo io e sanzo perchè siamo gay e non siamo sposati e così non riusciremo mai ad avere l'affidamento, purtroppo.

magari un giorno sarà diverso. non ho ancora parlato a sanzo di questa cosa ma un giorno se arriverà il momento e mi sentirò di farlo glielo dirò.

sento la porta di casa che si apre e ne entra il mio amore.



goku- ben tornato sanzo!"



sanzo- tsk, c'è della birra in frigo?-



goku- si, ho fatto la spesa-



sanzo- bene, ah senti, ho lasciato in macchina unan cosa me la puoi andare a prendere?-



goku- si vado subito-



esco di casa passando in mezzo al vialetto, c'è del terriccio sparso un po' in giro perchè sto coltivanbdo qualche viola, voglio un giardino molto colorato ma anche qualcosa di scuro non fa male. mi avvicino alla porsche e apro lo sportello.

per un momento credo di avere le allucinazioni, dentro, su una coperta c'è un cagnolino tutto bianco che mi guarda scodinzolando tutto eccitato. ha il pelo lungo e gli occhietti azzurri, credo sia un volpino.

al collo c'è un guizaglio nero con un bigliettino attaccato :



"al mio cucciolo più dolce

regalo un cucciolo ancora più dolce.

Tia amo Goku



Sanzo "





chiudo la macchina prendendo il cucciolo che avrà appena due mesi e corro dentro. davanti alla porta mi aspetta sanzo e mi guarda sorridente. è bellissimo e lo amo sempre di più.

lo amo, lo amo, lo amo, lo amo!



sanzo- vedo che ti piace-



goku- è bellissimo sanzo!! grazie grazie grazie grazie-



sanzo- ok ferma il disco, vedi di dargli un nome e che sia decente! mi sono già sacrificato prendendo un'altro animale in casa non voglio che abbia anche un nome assurdo!-



goku- cattivo!! ma piuttosto è maschio o femmina?-



sanzo- è una femmina-



goku- uhm....vediamo... come posso chiamarti principessina??.....uh......ma certo!! ti chiamerò Duchessa!-



sanzo che stava bevendo la sua birra si strozzò quasi, mentre tossiva tentava di parlare ma non si capiva nulla. quallo che era certo è che il nome Duchessa non gli piaceva.



sanzo- come? ti ho detto non un nome idiota!-



goku- non è un nome idiota.... e va bene allora Duchessa sarà il secondo nome...-



sanzo- e quale sarebbe il primo nome?-



goku- Elisa-



sanzo rimaste un po' imbambolato a sentire questo nome, Elisa era il nome di sua madre. che goku abbia saputo il suo nome tramite il padre quando l'ha vista in una foto nella vecchia casa? è molto probabile ma questo non spiega il perchè di quel nome.

a destare i due fu il campanello che suonò all'improvviso, sanzo andò ad aprire e ci trovò hakkai e gojyo.



hakkai- ciao sanzo! come te la passi?-



sanzo- tsk ciao-



hakkai- ma che bel cagnolino!! dove l'avete preso?-



goku- me l'ha regalato sanzo!-



gojyo- oh il nostro sanzo è diventato un sentimentale??-



sanzo- sta zitto se non vuoi morire di una morte atroce!-



gojyo- nooooo! se devo morire voglio farlo tra le braccia di una bella donna!-



goku- a proposito di donne... ma non avevi un appuntamento ieri notte? come è andata?-



gojyo- ehm preferisco non parlarne... e tu non ridere!!-



disse indicando hakkai che tenendo in braccio Elisa tratteneva le risate guardando l'amico dai lunghi capelli rossi.



sanzo- cos'è hai scoperto che era un uomo??-



gojyo non rispose, si pietrificò all'istante diventando rosso come i capelli. questo voleva dire solo uan cosa...SI!

la casa si riempì di risate e di sicuro sarebbe stata una casa piena di felicità per molto motlo tempo...







END





Animor- scusate se non ho fatto una lemon ma in questi giorni non sono nelle condizioni adatte. praticamente non ho l'ispirazione e non ne ho voglia! spero che la ff sia piaciuta e spiego alcune cose :

il titolo è inglese e vuol dire colori veri (questo si era capito), colori veri significa "quello che sei realmente" è una canzone di "candy laupert".

ringrazio chi leggerà e spero che qualche anima pia voglia lasciare anche un commentino.

baxbax
 
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