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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: FUTURE- THE AITA VS AEST’S STORY-
Genere: Romantico, Commedia, Fantascienza
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Shounen Ai, Yaoi
Autore: nori-luny galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/09/2006 16:53:44 (ultimo inserimento: 31/08/07)

AU: ff ambientata all`alba del XXII sec. dove due ``mondi`` opposti, creano la perfezione. Yaoi. (Luna-chan18 e Noriko-chan).
 
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LA AITA CORPORATION.
- Capitolo 1° -

Luna, Noriko: Salve gente! *O* Come avrete ormai capito siamo, Luna-chan18 e Noriko-chan**! Ci siamo unite per scrivere questa ficcy abbastanza diversa^___^ Come potrete notare dal titolo è ambientata nel futuro e prevede numerose coppie yaoi*___- Speriamo davvero che vi piaccia^///^ Ci siamo impegnate molto per scriverla! ^___^ Vi preghiamo di commentare! Abbiamo bisogno del vostro parere! *O* Grazie mille a tutti quelli che leggeranno! E…W LO YAOI! *O*



Che dire di “Future – The AITA vs AEST’s story”? Spero vi piaccia *_* e di aver reso bene le idee che volevo scrivere… ovviamente Luna-chan è stata bravissima, è un piacere scrivere con una persona come lei, sempre aperta a nuove idee, creativa, per nulla permalosa e paziente *_*…non per niente è la mia Love XDD! E Nonostante lei non voglia ammetterlo, io penso che sia molto più di una semplice scrittrice di tredici anni con problemi a riempire il suo tempo… Infatti pensavo fosse più grande di me! Inoltre migliora in maniera impressionante, è incredibile!

Comunque, per parlare della fic. Per me è stata una vera avventura: i personaggi, e nel mio caso Andrew, dato che io mi occupo dell’ AEST, sono molto complessi. Sono più grandi di me, innanzitutto, e quindi non pensano come una ragazzina di quattordici anni. Seconda cosa, abitano nel futuro, dove il mondo e le persone sono cambiate. Pensiamo soltanto alle differenze tra noi e i nostri genitori…sono tantissime! E, alle soglie del XXII secolo le persone non saranno sicuramente come noi, anzi! Forse scrivere una au ambientata nel futuro è persino più difficile che non nel passato, dato che dei secoli che hanno preceduto il nostro abbiamo informazioni ed immagini, mentre che per quelli che verrano.. beh…possiamo soltanto usare la nostra immaginazione! Per questo per me è stata un’impresa immedesimarmi in un giovane uomo (per me vecchio XD) di quel tempo…. Spero di esserci riuscita bene!

Non preoccupatevi, comunque…non saranno presenti alieni (tranne due strane ragazze che romperanno ai protagonisti XD) o astronavi, ma un mondo terrestre evoluto e migliorato o peggiorato, a seconda dei punti di vista. Gli uomini, però, pur evolvendosi e cambiando, rimarranno sempre impregnati di quei sentimenti che ci caratterizzano.:amore, odio, ambizione, orgoglio, dolcezza, simpatia, timidezza, eccetera…

Spero che questa fan fiction vi piaccia, perchè ci siamo impegnate molto. Grazie per l’attenzione, la lettura e gli eventuali commenti di questa storia, ambientata in un futuro di pura immaginazione, che non avrà luogo su questa Terra…



… o forse sì?



Buona Lettura,

Noriko-chan



Sono a dir poco commossa per il lavoro svolto da Noriko e per la sua immensa amicizia che mi offre giorno dopo giorno rendendomi felicissima e facendomi sentire veramente amata*_*

Lei per me è più di una semplice amica. Ci conosciamo da molto poco, ma come fosse stato destino, ci siamo intese subito in un modo a dir poco magnifico. Forse impossibile da scrivere a parole.

Prima di iniziare la ficcy, vorrei solo dirle “GRAZIE”.

Un grazie particolare, perché non è pronunciato dalle mie labbra…ma dal mio cuore.

Ti voglio bene, mia cara Lovvyna. Grazie di tutto ciò che hai fatto per me.

Adesso, (prima che la trovo esplosa come un vulcano XDD) passiamo alla ficcy.

Future è stata una ficcy abbastanza elaborata. L’idea è nata per caso, quando io e Noriko avevano deciso di scrivere insieme. Conoscendo la sua bravura da scrittrice, ho voluto ideare qualcosa di diverso dal solito, basato su un argomento che le piaceva particolarmente, in modo da darle la possibilità di esprimersi al massimo, come solo lei sa fare.

Credo che, anche mettendoci il massimo impegno, non arriverei mai ai suoi livelli.

Ma, sono ugualmente felice di aver scritto qualcosa insieme a Noriko. Ci siamo divertite.

Ed è questo ciò che ritengo importante davvero.

Per quanto riguarda la trama…che dire? A volte le parole sono superflue. Credo basti leggere per intuire la passione che mettiamo scrivendo.

Future: un Mondo inesistente nel quale si evidenziano le abissali differenze fra due categorie, che infine, tutto sommato, di diverso non hanno nulla.

Trovo sia stupendo, interpretare il messaggio di questa fanfiction, anche se a modo proprio.

Speriamo di avervi fatto appassionare. Il resto, l’ha detto la mia LOVE *O*.

Ringrazio personalmente tutti i lettori e le lettrici. Grazie a voi, riesco a migliorare.



Un bacio grande-grande-grande!!! >333<

Lunetta**



---



FUTURE- The AITA vs AEST’s story-



Primo capitolo: La AITA.



Genere: Fantascienza-Robot (principalmente, ma contiene numerosi generi).



Autrici del capitolo: Luna-chan18 & Noriko-chan (ovvero: Love&Love *O*).



Berlino è davvero una città mozzafiato, una vera metropoli europea.

È rimasta tale fino ai freddi giorni invernali di Dicembre, dell’anno 2.099.

Nel corso del tempo, ovviamente, si è espansa ed è diventata la città economicamente e tecnologicamente più potente d’Europa.

Indispensabile per questo sviluppo, però, fu la nascita delle due importantissime aziende tecnologiche intercontinentali:

-La AITA (azienda intercontinentale di tecnologie avanzate).

-E la AEST (azienda europea di studi tecnologici).

La AITA, nonché la prima azienda nata, fu fondata da due degli uomini più potenti al Mondo: Ralph Jurgens e Kei Hiwatari.

Il primo, uomo trentaduenne, era un principe tedesco da parte di padre e danese da parte di madre.

Il secondo, aveva circa trent’anni ed era un famoso ricco borghese di sangue sovietico.

I due si conoscevano ormai dalla giovane età di quindici e tredici anni, quando furono presentati dai propri genitori, oramai, purtroppo, deceduti da anni.

Entrambi possedevano un carattere molto chiuso e severo. Il loro unico scopo di vita era fare soldi e fama. Era soprattutto questo ciò che li accomunava.

L’idea nacque da Ralph. Dopo aver proposto a Kei di diventare il proprio “socio”, questo si trasferì a Berlino e insieme cominciarono a costruire e perfezionare l’idea.

Pochi anni dopo diedero vita a questa grandiosa superpotenza tedesca, alla quale aderirono moltissimi specialisti.

Adesso, però, l’obiettivo più importante per questi scienziati era costruire il cosiddetto “super computer”.

Un ordigno dalle esagerate dimensioni, capace di compiere innumerevoli lavori!

Se fossero riusciti a creare questo marchingegno a dir poco perfetto avrebbero sicuramente abbattuto qualsiasi muro, superando tutte le vette e diventando la prima azienda al Mondo.

A loro, però, si oppose un’ulteriore superpotenza tecnologica, l’AEST, basata soprattutto sulle ricerche teoriche più che su quelle pratiche e che mirava ad ostacolare il lavoro dell’AITA, con lo scopo di riuscire per prima a costruire il “super computer”.

Però, i capi delle aziende sapevano che una rivalità così forte avrebbe potuto scaturire un clima di tensione, ansia e terrore fra i cittadini. Così decisero di non rendere la cosa pubblica e di farle diventare due aziende segrete.

Adesso, vi era come una guerra fredda, fra le due…



-Credevo di aver ordinato quelle relazioni sul mio tavolo ieri. Entro questa mattina.-

Disse una voce maschile instaurando un immediato silenzio nella grande sala metallica.

L’uomo roteò gli occhi da una parte all’altra della stanza prima di muovere qualche passo avanti raggiungendo il centro del pavimento.

-Ascoltami bene e aprite le orecchie: se volete le tasche piene e il pane in tavola ogni giorno, vi consiglio caldamente di essere più seri e, soprattutto, di eseguire gli ordini impartitevi. Esigo la massima serietà in questo lavoro. Serietà e spirito di iniziativa. Possedete un eccellente cervello. Bene: usatelo. Se mi deluderete ancora una volta, sarete rimpiazzati all’istante. Sono stato abbastanza chiaro?-

-Ma…direttore…!-

Tentò di protestare un ragazzo seduto su una poltrona, frontale ad un gigantesco schermo al plasma.

-Non voglio le vostre scuse. Voglio quelle relazioni. Vi do l’ultima possibilità. Avete un altro giorno di tempo per completarle e inserirle nei fascicoli che porterete sulla mia scrivania. Adesso, basta con le chiacchierate inutili. Ne ho sentite abbastanza per oggi. Mettetevi al lavoro. Ora.-

-Agli ordini direttore Jurgens.-

Il direttore si voltò avviandosi alla porta a passo lento, ma deciso. Quando questa si chiuse automaticamente raggiunse velocemente l’ascensore entrandovi.

Ecco. Lui era Ralph Jurgens.

Un uomo alto, dal fisico abbastanza possente e decisamente molto impostato.

Dai modi eleganti e raffinati tipici di un nobile fin troppo sicuro di sé.

Il suo carattere, alquanto curioso e parecchio incomprensibile, era estremamente calmo.

Erano rare le volte in cui si lasciava sopraffare dall’ira o dal nervosismo. Sapeva bene che un attacco isterico non avrebbe risolto un ipotetico problema che avrebbe dovuto affrontare.

Inoltre, essendo consapevole della propria fama e dell’importante ruolo che svolgeva, Ralph Jurgens difficilmente si faceva sottomettere da qualcuno.

L’aspetto autorevole e parecchio timoroso, lo rendeva una figura che meritava solo rispetto.

Ad ogni modo, se aveva scelto quella vita colma di insidie, rivalità e corse al primato, era perché…amava le sfide.

Strano vero? Un uomo di tal classe, che amava le sfide.

Ebbene, nessuno poteva immaginare che dietro quella maschera di apparente bontà e serenità, si nascondeva un animo colmo di sadismo e crudeltà.

Se vi era in gioco un importante titolo, era capace di essere il più feroce degli uomini.

Per lui costruire il “super computer” era solo un abili per dimostrare di essere il migliore.

Il classico megalomane alla conquista del primato assoluto. Non erano i soldi il suo obiettivo.

Era solo la bramosia di vincere che gli faceva affilare gli artigli.

Forse, il fatto di essere rimasto orfano ad un età tanto infantile e il non aver mai ricevuto affetto o sentimenti ritenuti da lui stesso inutili, lo resero tanto astioso verso il Mondo esterno.

Ad ogni modo, riusciva bene a coprire il suo vero “io” interiore.

Era riuscito a costruire un’intera azienda dal valore inestimabile.

E, soprattutto, era riuscito a procurarsi collaboratori eccellenti. Veri e propri geni della scienza.

In cuor suo, sapeva che non mancava molto al “grande giorno”, ovvero il giorno in cui sarebbe stato premiato per il suo eccelso lavoro.

Certo…tutto sarebbe stato agevolato, se l’AEST non fosse mai stata creata.

Comunque, non si era perso d’animo. Anzi, trovava la situazione molto più interessante.

Riuscire a battere un’azienda di tale importanza, sarebbe stato un gran punto a suo favore verso la scalata al più totale successo.

Già vedeva sulle pagine dei giornali i titoli in carattere maiuscoli che annunciavano la sua vittoria.

Ridacchiò fra sé e sé mentre si portava la sigaretta alle labbra leggermente dischiuse.

-Ah, ah, ah! Non dovrebbe fumare signor Jurgens…quante volte devo ripeterglielo?-

Una voce femminile abbastanza calda e soave ma al con tempo superba e non poco irritante distrasse l’attenzione del nobile su di sé.

Due candide e affusolate dita dalle unghie lunghe perfettamente laccate di rosso si posarono sulla sigaretta togliendola gentilmente dalle labbra dell’uomo che aveva voltato curioso gli occhi verso la figura: capelli ebano lunghi fino alle scapole, sottili, lisci dai riflessi lucidi e appena accennati, color oltremare; occhi sottili dalle lunghe ciglia nere e dall’iridi color ghiaccio; labbra increspate in uno sfottente ghignetto di scherno; fisico abbastanza formoso coperto da un tailler rosso e ai piedi scarpe del medesimo colore allacciate alla caviglia.

-Luna…ed io quante volte devi ripeterti di restare al tuo posto?-

La ragazza ridacchiò.

-Suvvia capo! ^-^ Sono le dodici ed io sono in pausa!-

-Ah, già…dimenticavo.-

Così dicendo uscì completamente dall’ascensore seguito dalla mora che era sopraggiunta ad aiutarlo in precedenza.

-La vedo non poco teso oggi signore. Va tutto bene?-

Il tedesco sorrise appena, fissando sempre avanti.

-Tsk…il tuo occhio felino comincia a deludermi Jaiosky. Io non sono per nulla teso. Sto semplicemente riflettendo…-

-Oh…riflettendo su cosa di preciso?-

-Credo che tu stia facendo troppe domande Jaiosky…-

Disse tornando improvvisamente serio restando ugualmente con il volto rivolto al corridoio.

Luna ridacchiò sommessamente buttando la sigaretta tolta al tedesco in un contenitore dell’immondizia.

-Mi perdoni capo. Ma, come lei ben sa, è mio preciso dovere assicurarmi della vostra salute…e anche di quella del signor Hiwatari.-

-Certo, certo…-

Disse indifferente. La ragazza incrinò un sopracciglio sbuffando interiormente.

Ralph voltò gli occhi fissandola per qualche secondo per poi riportare lo sguardo avanti.

-Senti Jaiosky, va di sotto e mi prepari un bel caffè espresso. Dopodiché, torni al tuo tavolo e chiami Kei e mi fai sapere dove diamine è finito…-

-Se le interessa, so già dov’è.-

Quella frase fece voltare d’istinto l’uomo verso la mora.

-Cosa? E perché io non sapevo nulla?-

-Veramente…è proprio di questo che volevo parlarle.-

-Bene allora. Ti aspetto nel mio studio. Ah, Jaiosky?-

Chiese voltandosi nuovamente verso di lei.

-Si, signor Jurgens?-

-Il caffè lo voglio amaro…odio lo zucchero. Tsk!-

Così dicendo si diresse a passo deciso nel proprio studio.

La ragazza incrinò un sopracciglio fissando la sua figura in lontananza prima di sbuffare.

-Mpf! Lo so fin troppo bene…RALPH!-

Disse in tono sfottente negando meccanicamente con la testa, stizzita da tanta arroganza.



Circa dieci minuti dopo, la segretaria si diresse verso il grande e lussuoso studio che era stranamente arredato in arte classica e antica.

Il signor Jurgens aveva ottimo gusto nel settore.

Ridacchiò e si avvicinò risvegliando dai suoi pensieri l’uomo a causa del rumore dei piccoli tacchi.

-Ecco a lei…-

Disse con un sorriso porgendo la tazza fumante che fu dolcemente presa dal tedesco.

-Grazie Jaiosky…bene. Ora siediti e dimmi tutto.-

Disse non curante sorseggiando il gustoso caffè espresso socchiudendo gli occhi.

-Bene. Il discorso è piuttosto semplice…o meglio, dipende da come lo si vuole interpretare!-

Disse accavallando le gambe fissando il proprio capo.

-Va avanti…-

-Come lei ben sa, io ho origine russe. Bene, nel breve periodo in cui ho vissuto come moscovita, conobbi un ragazzo al liceo che ben presto divenne mio grande amico: Boris Huznestov.

Le capacità di questo ragazzo sono a dir poco eccellenti. Bene, in sintesi lui cerca lavoro.

Così, gli ho permesso un colloquio con il signor Hiwatari, affinché lui possa constatare personalmente le qualità di Boris. Spero che la cosa non le dispiaccia...soprattutto perché Boris non è un ragazzo come tanti.-

Il tedesco restò in silenzio per diversi secondi, nei quali fissò un punto impreciso e magari inesistente del pavimento.

-Mm…capisco. Beh, mi fido ciecamente del mio socio. Saprà come studiare questo…”talento”.-

-Non ne dubito signore…-

Rispose la russa scostando una ciocca dietro l’orecchio.

-Va adesso. Torna al tuo posto.-

-Certo signor Jurgens.-

Luna si alzò ed elegantemente andò alla porta per poi richiuderla accuratamente.

Ralph la fissò finché non uscì.

Si lasciò sfuggire una risatina sommessa: Luna non sarebbe cambiata mai. E, non sapeva se considerare la cosa negativamente…o in positivo.

Ad ogni modo, era rimasto parecchio colpito dalle sue parole.

Un nuovo acquisto…chissà se era davvero così speciale come lo aveva descritto.

Sospirò interiormente. prima di dirigersi con accurata lentezza alla finestra prendendo a fissare con astio l’edificio dell’AEST.

Notò, senza troppo stupore, che era un palazzo nettamente più alto e maestoso del loro.

Ma cosa poteva aspettarsi da uno viziato e insopportabile ragazzino come Andrew McGregor?

Tsè! Aveva a malapena ventisette anni e si sentiva l’imperatore del mondo!

Con tutti gli uomini esistenti sulla terra, proprio lui doveva divenire il suo peggior rivale.

Lo odiava con tutto sé stesso…odioso e pomposo idiota di un inglese schizoide.

Così lo denominava nella sua mente. Avrebbe tanto voluto osservare il suo viso ancora ignoto…

Poterlo guardare con odio avvertendolo di stare alla larga. L’avrebbe massacrato.

Inoltre, cosa pensava di fare quel moccioso? Espandendo il suo “territorio” sperava di far colpo?

Ad ogni modo, all’AITA non importava l’aspetto esteriore dell’azienda, né quanti giardini o piscine avrebbe potuto possedere, bensì importava il lavoro dei propri specialisti e soprattutto le loro idee e capacità. Non riusciva proprio a capire come potessero importare certe futilità ad un dirigente d’azienda…

Sorseggiò la tazza di caffè con accurata lentezza socchiudendo appena gli occhi ametista, assaporandone ogni calda, amara, deliziosa goccia.

Il caffè amaro era la bevanda più gradevole che avesse mai bevuto. Lo adorava, soprattutto se veniva preparato con la ricetta insegnatagli dalla madre…che ovviamente Luna imparò e mise in pratica.

Era quelli i momenti in cui si sentiva davvero rilassato.

La scalata al successo, era comunque una brutta bestia. La vita non era per nulla semplice e, per dimenticarla anche solo per un momento, bastavano le cose più semplici…come un’ottima tazza di caffè.

Abbassando gli occhi, notò una grande e lussuosa limousine nera accostarsi al termine della scalinata adiacente al proprio edificio.

Sorrise debolmente nel constatare che il suo socio era finalmente tornato.

Poi sbattè le palpebre e sospirò…

Tempo qualche secondo, e avrebbe cominciato a sentire gli striduli insopportabili e allupati di tutte quelle ochet…

-Aaah! Ragazze! È arrivato il signor Hiwatari! ♥♥-

-Oddio! Quel gran figone! OçO-

-Presto: apritevi le giacche e accorciatevi le gonne! *O*-

…te.

“Come non detto!”

Pensò superbamente sbuffando. Odiava quelle vocine…e soprattutto odiava la scarsa percentuale di serietà che padroneggiava in quel reparto.

Posò la tazza in alabastro (Ah, però! O.O ndluna&noriko) sull’ampio tavolo in raffinato ciliegio e, senza alcuna fatica, aprì la massiccia finestra confezionata in vetro e acciaio.

Si sporse poggiando le braccia incrociate sullo stipite inferiore e si lasciò sfuggire una sommessa ma sincera risatina (O_O ODDIO! RIDE! NdLuna&Noriko_sconvolte).



Scese dalla lunga e maestosa auto, sistemandosi la giacca color grigio scuro con estrema eleganza e studiata lentezza. Era tipico della sua personalità. Sempre impeccabilmente perfetto.

A differenza di molti, amava sentirsi osservato, perché sapeva bene che quegli sguardi puntati su di sé, erano colmi di ammirazione, stima e…a volte anche invidia.

E, si! Kei Hiwatari era davvero un uomo affascinante.

In ogni gesto anche se innocente…in ogni parola che le sue labbra carnose e invitanti pronunciavano…in ogni sorrido che donava anche se raramente.

Possedeva un fascino fin troppo seducente.

Malizia in quelle iridi di rubino fiammeggianti come il fuoco che brucia nei cocenti raggi di un focoso Sole estivo.

Sensazione di improvviso brivido percorreva il tuo corpo se incrociavi quello sguardo bruciante.

Iridi ipnotizzanti che ti rendevano infimo al loro cospetto.

Era lui il vero pilastro dell’AITA. Quello che metteva le regole e che soprattutto, le faceva rispettare. Era il vero capo, con la cosiddetta “C” maiuscola. Non ci si poteva opporre contro di lui.

Era come un lotta nella quale si era perdente in partenza.

Sapeva bene che Ralph non avrebbe mai raggiunto nulla, senza il suo prezioso contributo, il che lo rendeva ancor più sadico.

Si lasciò sfuggire un debole ma irresistibile ghigno, prima di spalancare il portone d’ingresso.

Come sempre, tutti gli sguardi d’ammirazione si puntarono verso la sua figura impostata e vestita di un intenso grigio perla.

L’aria fresca che padroneggiava nello studio, percorse con estrema lentezza i suoi capelli argentei scostandoli dolcemente sul volto rendendolo ancor più sensuale.

Chiuse gli occhi sorridendo soddisfatto e, con una mano in tasca, prese ad avanzare a passo lento ma deciso.

Voltò leggermente il viso verso tutte le ragazzine facendo loro l’occhiolino e sorridendo sensualmente.

Adorava farle emozionare e illuderle. Lo riteneva sadico…ma divertente.

Vederle sbavare soltanto pensandoti. Ovviamente, per lui era solo un divertimento.

Prendeva la vita come un gioco. Come una partita di scacchi nella quale lui era sempre il vincitore.

Non aveva un preciso scopo da raggiungere. Amava la situazione in cui si trovava.

Per fin troppo tempo aveva tenuto il broncio guardando la vita con occhi incerti.

Adesso, aveva il potere in pugno e, non gli importava cosa sarebbe accaduto.

Sapeva, però, che lui avrebbe trovato ad ogni problema una soluzione. Era come il padrone dei giochi…giochi ai quali i partecipanti erano come infiniti.

Continuò ad avanzare lentamente fino ad arrivare all’ascensore.

Lo chiamò poggiandosi elegantemente al muro affiancato ad esso e osservò divertito le facce ancora estasiate delle ochette che lo circondavano…magari non con il corpo, ma sicuramente un giro intorno a lui lo facevano con il pensiero! (X°°D lo spogliano con il pensiero! Ndme) (X°D sei una porcina Lovvyna! ndNoriko) (si, lo sho…çç però mi ami vero?? ** ndme) (quello per sempre!!! *O* ndNoriko) (°ç° * kiss, kiss between Luna and Noriko*).

Ghignò chiudendo gli occhi e quando sentì l’arrivo dell’ascensore, si staccò ed entrò con calma. Quando riaprì gli occhi notò che insieme a lui stava salendo Luna, la quale, a quanto gli parve, non si accorse della sua presenza.

Kei sogghignò e si mise frontale alla giovane.

-Wow…è incredibile come tu possa essere così sexy, senza accorgertene.-

Disse sadicamente con un tono colmo di malizia provocando la giovane.

La ragazza sbattè le palpebre alzando poi il viso verso la fonte di quella frase.

-Buon giorno anche a lei signor Hiwatari!-

Disse sarcasticamente la russa sorridendo fra il dolce e l’astuto provocando una risatina da parte dell’altro.

-Ad ogni modo, bambolina, ho conosciuto il tuo “amichetto”…-

La russa incrinò un sopracciglio.

-Suppongo lei parli di Boris.-

-Esattamente…Huznestov Boris. Un ragazzo molto interessante, di appena ventinove anni, ma già capace scienziato e specialista della chimica nucleare. Non è facile trovare un ragazzo così giovane e tanto geniale. È merito tuo se è successo…-

-Ne sono consapevole…-

Rispose tranquillamente la mora, anche se in cuor suo sapeva quanto avrebbe desiderato fare certe “cosucce” con il signor Hiwatari in una simile situazione.

-Vedo che continui a fare la preziosa…beh! Prima o poi riuscirò ad imbarazzarti. Stanne certa…Jaiosky…-

Sussurrò con un tono di voce volutamente basso e vellutato che lo rendevano estremamente sexy.

-Ih, ih, ih…le consiglio di pensare a cose più importanti capo.-

-Oh, suvvia! Chiamami pure Kei…-

Luna alzò le sopracciglia sorpresa.

-D-d’accordo, Kei. Ad ogni modo, sono felice che Boris le sia piaciuto.-

-Oh, si…mi è piaciuto molto. E mi piace molto anche la sua sincerità. Odio le persone false…!-

Disse passandosi una mano fra i capelli.

-Piuttosto…- continuò lui -…non sarà per caso il tuo ragazzo?-

Chiese incuriosito avvicinandosi di poco alla mora.

-BORIS? Ma va! Anche volendo…non potrebbe mai esserlo…!-

Disse sapendo bene il motivo di quella frase.

Kei ridacchiò e sentì l’ascensore aprirsi.

Voltò il viso staccandosi dalla ragazza e mettendosi le mani nelle tasche.

-Jaiosky?-

Luna si bloccò voltandosi.

-Si…Kei?-

-Chiama Boris e comunicagli che lo vorrei vedere più tardi se è possibile. Ho deciso di assumerlo subito.-

Luna annuì.

-Certo signor Hiwatari.-

-Ah, ah, ah!-

Disse lui alzando l’indice in segno di errore.

-Em…Kei.-

Si corresse lei arrossendo leggermente.

-A dopo…dolcezza. Ah, a proposito!-

-Si?-

Disse lei prendendo un caffè dalla macchinetta.

-Ih, ih, ih…hai un sedere magnifico Jaiosky!-

Luna avvampò e per poco non si rovesciò il caffè addosso.

-O////O G-grazie…Kei!-

Kei si lasciò sfuggire una risata liberatoria e si dileguò nel proprio ufficio.

-Quello mi farà morire uno di questi giorni…**-

Sussurrò prima di sospirare e tornare alla propria scrivania.



Il russo continuò a roteare la penna stilografica fra le dita, prima di poggiarla delicatamente sul tavolo, ricoperto da un telo in velluto rosso, oscillando piano la gamba accavallata.

Assottigliò gli occhi fissando con attenzione il curriculum del futuro nuovo acquisto.

Ghignò leggermente per poi ridacchiare in tono sommesso.

Sentì il telefono squillare illuminando in blu il nome Ralph.

Sorrise e si sporse sul tavolo allungando il braccio per premere il tasto dell’altoparlante.

-Dimmi pure socio.-

Disse secco per poi sistemarsi comodamente sulla poltrona in pelle nera.

-Dimmi tu piuttosto: perché non mi hai avvisato?-

Rispose l’altro in un tono che lasciava ben trasparire il proprio dissenso.

Kei ridacchiò poggiando la testa alla mano del gomito posto sul bracciolo.

-Eri così impegnato con le relazioni sul nucleare, che ho preferito non disturbarti…-

Disse mentendo, con una punta leggermente acida nella voce.

-Kei, se tu non l’avessi ancora capito, siamo soci. Le decisioni dovremmo prenderle insieme.-

-Hai detto bene…”dovremmo”. Ma non siamo obbligati.-

Rispose l’altro in tono sfottente aprendo in volto un ghignetto di scherno.

-Beh, in un certo senso si. Ad ogni modo, dato che ormai hai fatto tutto da solo, dimmi almeno che te ne pare di quel ragazzo.-

Kei sospirò sonoramente sporgendosi verso l’altoparlante.

-Ad essere sinceri, mi sembra eccezionale. Non possiede solo grandi capacità nel campo ma è dotato di una creatività che potrebbe essere molto utile per la costruzione del nostro amichetto cibernetico tuttofare…-

-Smettila con questa insensata ed irritante ironia. Piuttosto, va al dunque. È davvero così bravo da essere addirittura inserito nel settore “C3”?-

Kei assottigliò gli occhi e sussurrò sensualmente: “oh, no mio caro Ralph…potrebbe già benissimo gestire il settore “C1” ”.

Così dicendo premette un piccolo pulsante rosso chiudendo la chiamata.

Ridacchiò nuovamente poggiando i piedi alla scrivania facendo aderire la schiena contro lo schienale confezionato in quel morbido tessuto nero.

Il suo sguardo fiammineo ricadde alla grande e maestosa finestra frontale a sé, attraverso la quale spiccava un enorme edificio moderno in cui vi era scritto come fosse una gigantografia, il nome “AEST”.

Ghignò scendendo con eleganza dalla sedia e prese in mano un bicchiere che riempì con accurata lentezza di viso rosso.

Lo sorseggiò roteandolo facendo mescolare la sostanza e si avvicinò verso la grande finestra vitrea.

-Avete vita breve…-

Sussurrò bevendo l’ultimo sorso di quella sostanza deliziosa dal colore purpureo.

-…miei cari rivali.-

Quelle ultime parole le pronunciò con un tono decisamente astioso, mentre stringeva il bicchiere che teneva saldamente in mano quasi spasmodicamente, arrivando ben presto alla sua rottura…



Luna alzò con velocità la cornetta del telefono che trillò più volte rumorosamente.

-Buon giorno, qui è la AITA Corporation. In cosa posso aiutarla?-

-Nel trovare lo studio di quel seduttore da quattro soldi!-

-O.O Boris?-

Chiese lei attonita.

-No, sono la fata turchina travestita da sovietico! Si può sapere che cazzo di edificio è questo? Per riuscire a vederlo tutto ci servono venti guide turistiche laureate in sessanta materie!-

Luna si lasciò andare ad una risata liberatoria.

-Ah, ah, ah, ah! ^.^ Ho capito, ti sei perso. Dimmi dove ti trovi ora che ti accompagno io^^-

-Sono…sono frontale ad un ufficio con su scritto: “Direttore Ralph Jurgens”…ma che diamine di nome è Ralph? O.o Sarebbe più adatto un ad ratto pestilenziale con la lebbra. Oppure al cane dei miei vicini…quello castrato!-

Luna si mise una mano alla bocca per non scoppiare a ridere.

Dio, come voleva bene a Boris.

Riusciva sempre a farla davvero sorridere. Era stata fortunata a trovare un amico così speciale.

Al di là del carattere un po’ sfottente e irascibile, era un ragazzo meraviglioso.

Con quei dolci pensieri nella mente, la giovane mora si alzò raggiungendo in fretta l’amico che abbracciò fogacemente.

-Sono così felice che tu sia qui! **-

-Mi pare logico! ùù Chi non lo sarebbe?-

Luna ridacchiò sommessamente.

-Sempre il solito modesto, eh? ^-^-

-U.U Portami da Kei e smettila di blaterare!-

-Noto con piacere che anche io ti sono mancata in questi anni…-.- -

Boris rise e le diede delle pacche sulla spalla prima di cingerle la vita con un braccio.

Ecco. Lui era Boris Huznestov. Un ragazzo abbastanza giovane, laureato nella scientifica dall’aspetto molto gradevole: abbastanza alto, palestrato quanto basta, capelli corti e leggermente mossi di un curioso grigio intersecato ad un opaco e debole lilla. Occhi grandi verdi e quasi sempre dall’espressione sarcastica o irata.

Forse, era proprio per questo suo carattere accesso che lo adorava. Era tremendamente sfacciato, ma non sempre, pensò la mora, questo era un difetto. Era sincero. Soprattutto leale. E sapeva voler bene dimostrandotelo, anche se a modo suo.

-Avremo tempo di parlare! ^____^ Soprattutto perché oggi mi trasferisco a casa tua!-

-COSA? O.O-

Domandò lei sgomenta e leggermente incredula.

-^____^ Suvvia! Sarà finché non trovo casa qui a Berlino! Ad ogni modo…voglio la tua vasca idromassaggio! *____*-

-Em…non per concludere il vortice di estasi che stai vivendo, ma…chi ti dice che puoi trasferirti da me? ^^’’’-

Lo sguardo di Boris divenne glaciale e avvicinò il viso dall’espressione furtiva a quello di Luna.

-Vuoi dire che non ospiterai un tuo vecchio, simpatico, bellissimo amico che in questo momento non ha né vitto né alloggio e potrebbe essere rapito da un momento all’altro, stuprato, maltrattato, derubato e…ç_ç-

-OK BASTA! Mi hai convinto Bo! O.O E…mi hai anche fatto venire i sensi di colpa! ç_ç-

Boris sorrise vittorioso e incrociò le braccia al petto.

-Quello a cui miravo! ^____^ Adesso…PORTAMI DA KEI! ++-

Luna fece un balzo indietro per lo spavento. Poi sospirò rincuorata e ridendo lo sorpassò.

-Seguimi!-

Esclamò fra le risate la mora camminando davanti a sé spedita e decisa.

Boris la fissò da dietro e ridacchiò prima di fermarsi poco dietro di lei aspettando l’ascensore.

-Sei nervoso per caso?-

Chiese lei con un dolce sorriso fissandolo. Boris sbattè le palpebre e sospirò.

-Non tanto…-

Entrarono all’unisono mettendosi l’uno di fronte all’altro.

-Allora, cosa ti ha detto di me quello lì?-

Chiese Boris, mentre si sistemava la camicia bianca leggermente trasparente allo specchio.

Luna ridacchiò portandosi una mano alle labbra elegantemente.

-Che sei un genio in miniatura! ^.^ Ma io non ne dubitavo!-

Fece l’occhiolino mentre Boris arrossì vistosamente.

-G-genio? .///////.-

Luna annuì e gli sistemò il colletto che Boris non riuscì a mettere a posto.

-Non essere nervoso. Sei piaciuto molto a Kei! ^_^ Vedrai che sarai inserito subito e che sarai ben accolto! ^.- E poi, non dimenticare che ci sono io in questa azienda e di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiedi e l’avrai!-

Boris la fissò incrinando un sopracciglio.

-Mi spieghi come farai se sei 24 ore su 24 a fare la leccaculo a quei due? -.- -

STONK!

Luna cadde a gambe in aria stile anime.

- -///-# Apprezza almeno lo sforzo!-

Boris scoppiò a ridere.

-Tranquilla! ^^ Quello lo apprezzo sempre!-

Le accarezzò la testa e arrivarono all’ultimo piano.

Il russo fece un profondo respiro prima di avanzare seguito da Luna, che aveva un sorriso sicuro e soddisfatto stampato in volto.

Boris deglutì e si prostrò insieme alla russina davanti al grande portone d’acciaio nel quale era scritto in rilievo: “Direttore Kei Hiwatari”.

Luna sospirando compose il codice d’accesso alla porta nel piccolo telecomando poggiato al muro.

Kei alzò lo sguardo verso il citofono posto sulla propria scrivania e premette un pulsante mediante il quale la voce della persona dietro la porta veniva trasmessa nell’ampia stanza.

-Si? Chi è?-

-Kei? Sono Luna. Ho accompagnato Boris.-

Kei sogghignò e accavallò le gambe prendendo a giocherellare con una penna.

-Ma prego, entrate…ih, ih, ih…-

La porta si aprì dal basso verso l’alto rivelando al neo-arrivato l’enorme studio arredato sulle tinte calde e purpuree.

-Boris…che piacere rivederti! Suvvia, non restare sulla soglia!-

Il russo sbattè le palpebre balbettando qualcosa non avendo ancora notato di essere l’unico rimasto alla porta mentre Luna era avanzata verso la scrivania del capo.

-Bambolina- cominciò Kei –tu puoi anche andare, se vuoi…-

Boris si voltò verso di lei e cominciò a fare delle strane espressioni per indicarle di rimanere, se non voleva perdere entrambe le gambe (X°D ndLuna&Noriko).

-Em…no, no! ^^’’’ Resto con piacere Kei^^-

La russina sospirò e si sedette accanto all’amico accavallando le gambe e portandosi con eleganza i capelli su una spalla. Kei la fissò con un ghignetto e ridacchiò poggiandosi alla poltrona nera unendo le mani vicino la bocca.

Boris deglutì e strinse la mano della ragazza sotto il tavolo.

-Bene- cominciò Kei –durante il nostro precedente incontro, ho potuto constatare che possiedi un’eccellente cultura e un ottimo spirito di iniziativa. Qualità che, nell’AITA, sono indispensabili. A differenza degli altri, però, tu hai una mente più aperta e più attiva. Sarò più chiaro…-

Disse accavallando le gambe sporgendosi sulla scrivania.

-Per riuscire a costruire il cosiddetto “super computer” non bisogna soltanto conoscere l’ingegneria informatica e meccanica, bisogna predisporre di una dose di creatività unita alla conoscenza della chimica. Tu, questa dose la possiedi, ed è anche abbastanza abbondante. Per questo motivo, voglio offrirti la carica di primario nel settore “C1”.-

A quella frase gli occhi di Boris si illuminarono sgranandosi.

Non poteva credere a quelle parole!

-I-i-i-io? O//O P-p-p-primario? O//O-

Kei rise di gusto osservando l’evidente stupore e imbarazzo del ragazzo.

Luna, dal canto suo, rivolse un sorriso felice all’amico incitandolo a dire qualcosa.

-B-beh…non so davvero cosa dire direttore…sono alquanto…sgomento! O.O-

-Non preoccuparti Boris…mi piacciono i tipi sinceri. Adesso seguimi: ti porto a visitare il settore e ti presento ai colleghi. Ah, Luna?-

La ragazza alzandosi si voltò lievemente verso l’uomo.

-Si, direttore?-

-Nel mentre io e il qui presente neo-primario siamo assenti, relaziona quanto successo e completa la scheda degli orari per il nostro amico. Ah! E…ti ho detto di chiamarmi Kei…-

Le si avvicina prendendola il mento con due dita.

-…bambolina.-

Fece l’occhiolino e si mise la mano in tasca. Alzò l’altra dando delle pacche sulla spalla di Boris dicendo di seguirlo.

Il russo annuì e trattenne le risate nel vedere l’espressione “vulcanica” della segretaria.

-A dopo…- cominciò il ragazzo -…bambolina! Ih, ih, ih!-

-BORIS! >///<-

Strepitò lei di rimando per poi sbuffare e uscire dallo studio con foga.







Continua…





Luna: *O* LOVEEE! CE L’ABBIAMO FATTA! *O*

Noriko: *O* LO SO LOVEEE!

Luna e Noriko uniscono le mani salterellando, poi si abbracciano.

Luna: *____* sono così felice! Finalmente ho scritto una ficcy con una delle autrici migliori di manga!!! Che è pure una mia grandissima amica anche se ci conosciamo da poco! *_____*

Noriko: O///O Ma…LOOOVE! >///< NON DIRE QUESTE COSE IN PUBBLICO! Cmq…TI AMO*____*!

Luna: *O*

Kei: -.- Avete finito? Siete diabetiche!

Noriko: ++ *prende una mazza ferrata dall’armatura di Ralph dandola in testa a Kei*

Ralph: …-.-…

Luna: *O* MIA EROINA! *O*

Noriko e Luna si prendono a braccetto dichiarandosi l’una all’altra e cominciando così una lunga vita in amore!

Ralph: -.- La ficcy continua…è una minaccia più che una promessa…++



p.s. XDDD commentate please**

 
Continua nel capitolo:


 
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