CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -
Questa è la mia famosa fantasticheria di cui parlavo in chat a proposito del mio personaggio, ho pensato di scriverla su un quadernino a parte, ma poi ho cambiato idea. E’ solo un episodio che ha figurato la mia mente bacata, ditemi se vi gusta, D.S.T.!!!!! ^^
Eccolo, davanti a me.
In un boschetto isolato, appoggiata ad un tronco, terrorizzata, la mia vittima mi chiedeva pietà con gli occhi.
Ma non sapeva che proprio attraverso quei suoi occhi scuri sarebbe filtrata la sua stessa anima, che mi avrebbe aiutato a sopravvivere.
Probabilmente mi conosceva. Sapeva che facevo parte del Dark Side Team. Sapeva che ero una mietitrice d’anime, ma non per libera scelta.
Ma quella sua pietà, come di certo sapeva la mia vittima, non sarebbe servita a farmi cambiare idea.
Socchiusi gli occhi, pronta a fare il lavoro per cui ero pagata da tre anni.
Fissai i suoi occhi, con freddo interesse e d’improvviso, quelli divennero vacui, mentre una nuvoletta argentea usciva dal suo corpo da mortale e si insinuava nel mio.
La mia vittima cadde a terra, senza vita.
Mi sentivo letteralmente meglio, ma poi sentii qualcosa di caldo scivolarmi lentamente dal naso.
Un rivolo di sangue. Come sempre.
Fare il mio lavoro mi constava fatica, ma meglio rubare l’anima degli altri che morire e basta.
<< Salve squadra >> dissi con voce atona mentre entravo al quartier generale.
<< Ciao Siria >>
<< Siria, c’è un altro ragazzo mezzo demone che vuole entrare a far parte delle nostre lezioni sulle maledizioni e fatture, gli dici per piacere di compilare questo foglio? >> disse il nostro capo, Darimar.
<< Certo >> presi il foglio e mi diressi in tutta la mia freddezza verso la sala in cui il capo mi aveva detto che si trovava.
<< Oh, salve >> mi fece quello.
Un ragazzo sulla ventina, moro, occhi chiari. Il tipico ragazzo che fa impazzire le donne.
<< Questo è il tuo foglio, compilalo. >> dissi io, pronta ad andarmene.
<< Aspetti! Lei è Siria, vero? >>
<< Già. >> dissi, squadrandolo da capo a piedi con i miei occhi ghiacciati, senza che una precisa espressione si delineasse sul mio viso.
<< Io sono Kyle Norton, piacere. >> disse quello allungando la mano per stringermela.
Io non lo feci, continuai a fissarlo.
<< Oh… ok… >> disse quello ritraendola imbarazzato. << Emh, gira voce che sa esanimare la gente con gli occhi. >>
<< Già >>
<< Come fa? >>
Lo fissai ancora per un momento. Poi alzai la manica del braccio sinistro, mostrandogli la lunga cicatrice che mi era stata inferta dalla spalla al gomito.
<< La maledizione di Satana… wow, mi dispiace. >>
<< Non compatirmi, è una cosa che odio. >>
<< Va bene… emh… cosa… cosa si prova? >>
<< A uccidere la gente? >>
Lui annuì.
<< Niente. O almeno io non provo niente. >>
<< Oh. Quindi, adesso lei… non può più provare dei sentimenti? >>
<< No. E ora fila. Le lezioni cominciano lunedì alle nove, non un minuto prima non un minuto dopo. Intesi? >>
<< Non mancherei per nulla al mondo. >>
<< Mi fa piacere sentirlo. Adesso va via. >>
Non saprei dire come mi sentito in quel momento.
Frustrata forse, ma non posso giurarlo, non ero in grado di poter provare alcun sentimento. Ed è per questo che avrei preferito morire quel maledetto giorno, quando avevo quindici anni.
Adesso ero solo una fata maledetta che non poteva provare niente, né amore, né odio, né rabbia, nulla.
E io ci soffrivo. O almeno, ci avrei sofferto se sarei stata in grado di poter ancora provare qualche dannata emozione.
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