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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cavalieri dello Zodiaco, I (Saint Seiya)
Titolo Fanfic: DAIMON
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: avalon9 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/08/2006 20:29:18

due anime diverse...due anime uguali...due anime che si fuggono e si rincorrono...specchi reciproci...
 
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- Capitolo 1° -

Ciao!

Nuova fanfics, nuova situazione, anche se gli attori sono sempre i cavalieri d'oro. Spero vi piaccia.

Solo una nota. Purtroppo, il formato txt non mi consente di rendere le differenze di form (carattere) che ho usato nel formato doc, per cui, visto che non ci sono mai i nomi, vi dico subito che è un dialogo doppio, in cui il primo personaggio a parlare è kanon e il secondo Saga, e si alterneranno sempre così. Se ci fossero difficolta nel leggere, fatemelo sapere. Vedrò come rimediare.

Buona lettura!



DAIMON

Grecia, Grande Tempio di Athena. Un boato è risuonato fra le antiche colonne e una luce abbacinante si è accesa nella sesta casa dello Zodiaco; l’esplosione di una stella dal nome proibito. Poi, solo il silenzio, e il vortice di pensieri di anime inquiete e ansiose, trepidanti nella loro umana fragilità.


Ti stai avvicinando, lentamente, sorretto da compagni ormai nemici. Quanto manca? Cinque, o forse dieci gradini…o forse una scalinata intera…E il tuo cosmo corre avanti, e tu ormai sei così vicino…E’ snervante quest’attesa, tremendamente snervante. Ci siamo fuggiti per una vita, ed ora che ti potrò rivedere sei dall’altra parte, là dove dovrei essere io… dove ti ho gettato io…

Sono stanco, esausto. Questa scalinata mi sembra infinita; ormai ho perso il conto delle case superate, ho forse non l’ho mai tenuto…Ognuna di loro contiene i fantasmi di un passato che non avrei mai voluto vivere… Mi sento mancare,abbandonare; c’è solo buio davanti a me, il buio della dimenticanza, dell’oblio…potessi abbandonarmici; sprofondare in questo nulla avvolgente…dormire…dormire per sempre, dimenticare tutto…tutto…tutto quello che ho fatto…e che sto per fare…

Si sono fermati…perché?...No, no; mi sono sbagliato. Continua ad avvicinarsi…Ti sento così confuso, pieno di paure, pieno di dolore…Ti sento così insicuro, vulnerabile; e al tempo stesso in te c’è ancora un barlume di forza…Da cosa ti viene non lo sa, ma so che c’è…Che strana sensazione è questa che mi percorre tutto: sentirti così provato, sofferente, dilaniato. Una volta avrei riso, di soddisfazione , di trionfo…Ora vorrei piangere, perché so cosa si prova ad essere due cose al contempo…a guardarsi allo specchio e vedere un volto familiare ed estraneo…a vedere se stessi senza riconoscersi…ad essere i due volti della stessa medaglia…

Che è accaduto?...Sono caduto,o…No; sono in piedi, ma non faccio fatica. Qualcuno mi sta portando in spalla. E’ un sentimento antico quello che riaffiora in me…ricordo un ragazzo che mi portò così; mi trascinò lontano dall’arena, sotto il sole caldo,fra la polvere secca dall’odore del sangue versato…era un amico…e io lo ho tradito…

Voglio rivederti, almeno quello…non ci sarà dato parlare, ma sarebbe superfluo. Perché parlare quando basta uno sguardo per capirsi, per comprendersi a vicenda? Come fanno i fratelli…quel fratello che io non sono stato…perché io l’avevo vista quell’ombra scura in fondo ai tuoi occhi…l’avevo vista, e l’ho alimentata…non ti ho aiutato,ti ho condannato…ed ero fiero di quel mio gesto …un gesto nefando, che ha il sapore acre e velenoso del tradimento più grave…quello fra con sanguigni, quello fra fratelli…

Ostile…com’è ostile questo cosmo,e lontano…mi sorregge,avvolge,eppure vorrebbe allontanarsi da me,o esplodermi contro…è così distante, eppure così familiare, così caro…Chi sei? Ho paura ad aprire gli occhi, temo di vedere chi non sono degno di guardare…Ma chi io mai posso guardare senza sentirmi colpevole?...io per primo provo ribrezzo verso me stesso…e vorrei strapparmi gli occhi…vorrei non vedere tutto il male che ho procurato, tutta la sofferenza che da me ha preso inizio…farei qualunque cosa, se sapessi che servirebbe a cancellare tutto, tutto quanto…E invece non posso fare nulla: solo restare a guardare lo sfacelo da me creato, e sentire dentro di me il rimescolamento delle lacrime che non posso versare, i pugni della mia coscienza, le sferzate della mia anima…Perché non basta il perdono della Dea…io non mi posso perdonare…

Io ho risvegliato in te quello spirito tormentatore, gettandoti nella disperazione dell’angoscia, per poi seguirti…Mi ero sempre illuso di averla scelta da solo quella via, per puro spirito di ambizione o forse di emulazione…volevo emulare te, proprio in quello che tu odiavi, che solo io sapevo che esisteva di te, e che odiavi…eri sempre stato perfetto, in bene e in male…ma non si può sfuggire al destino…e il nostro era quello di soffrire su fronti opposti la medesima condanna…una condanna senza senso, voluta dal cielo al tempi del mito…una condanna per ricordare qualcosa che fra noi si è perso nel tempo…o che forse non è mai esistito fino ad adesso…

…Ioria…è il tuo cosmo che avverto, un cosmo fremente d’odio represso…e col cosmo rivive il passato…due volti in corpo di giovane, due anime che io ho separato, ho portato su fronti avversari,ho diviso marchiando col fuoco cieco della fedeltà mal riposta…Perché non ti prendi vendetta? Quella che sono anni che chiedi, quella cui hai rinunciato per Lei?...perché Lei te lo chiese…ora potresti farlo, ora sono ai tuoi piedi, sono inerme, non ho più forza per ribellarmi…Non servirà a ridare la vita a chi è morto, ma almeno gli artigli del leone serviranno a compiere opera pietosa…Mi sarebbe dolce morire per mano tua ,la mano del fratello di un antico amico…Ma non è la morte la soluzione ai miei crimini; è giusto che io viva ancora quel poco che posso per provare sulla mia pelle gli sguardi di disgusto di quella di cui ero parte, con orgoglio ormai cancellato…e’ giusto che sia così; le anime innocenti gridano vendetta, sono fantasmi che salgono bianche da questi gradini, che mi voglio trascinare alla dannazione, che vogliono loro stesse prendersi la loro rivincita…In fondo è inutile mentire a me stesso, la mia anima è da sempre dannata…

La tua anima è da sempre pura…

Ma non è questo che mi è insopportabile; ma il pensiero di aver trascinato anche lui con me, di non esser riuscito a salvarlo…di non averlo salvato…di averlo imprigionato…Erano anni che non ci pensavo, che tentavo di nascondere,a me stesso più che agli altri, quella colpa…fratricidio…gli avevo tolto tutto, l’armatura, la gloria, gli avevo tolto anche la libertà, la vita… e senza accorgermene lo avevo fatto per quella parte di me di me che bramava morte…

Mi aveva tolto tutto, l’armatura, la gloria, mi aveva tolto anche la libertà…e senza accorgersene lo aveva fatto per quella parte di me che bramava giustizia…

Lo volevo uccidere, salvando me stesso, perché lui sapeva tutto di me, perché lui era come me…

Mi voleva salvare, uccidendo se stesso, perché lui sapeva tutto di me, perché io ero come lui…

Lui aveva capito chi ero realmente, dietro la maschera dell’angelo dormiva l’animo di un demone… e non volevo accettarlo…

Io avevo capito chi era realmente, dietro la maschera del demone dormiva l’animo di un angelo…e non volevo accettarlo…

…ero un daìmon

…era un daìmon…

…ero un demone di distruzione…

…era un angelo di consolazione…


Sei giunto, finalmente…

Sono giunto, finalmente…




Mi specchio di nuovo in te, nei tuoi occhi rivedo i miei, i ricordi di quello che ero…e ora sono quello che eri diventato tu…Destino beffardo, che ci hai resi uguali in aspetto per collocarci su fronti opposti…Guardandoti, mi guardo allo specchio del passato che ritorna per perseguitarmi…Vorrei tanto spiegarmi, ma neanche questo tempo ci è concesso…Perdonami,fratello.






Nota: Il termine daìmon è di origine greca e il suo significato ondeggia fra i nostri termini “angelo” e “demonio”. Purtroppo tali definizioni non sono sufficienti ad esaurire il profondo significato che la parola racchiude. Per essere un po’ più chiari, il daìmon è paragonabile al contempo alla nostra coscienza e a tutto ciò che mette l’uomo in comunicazione col divino, sia esso rivolto nel bene o nel male. Di per sé creatura neutra, queste essere di contatto sprona l’uomo lungo la via che si è scelta di percorrere, sia essa corretta o meno, ammonendolo qualora si discosti da essa. Famoso è il daìmon di Socrate citato da Platone a difesa della posizione assunta dal suo maestro nell’”Apologia”.

 
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