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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: L`AMORE CHE HO PER TE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: morgana88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/08/2006 15:50:46

inuyasha e kagome imprigionati nei sotterranei di naraku...
 
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ONE SHOT
- Capitolo 1° -

LEGAMI DELL’AMORE
PARTE I: “L’amore che ho per te”


La campanella che segnava la fine delle lezioni suonò come sempre alle cinque in punto. Riposti in fretta i libri nello zaino, Kagome si apprestò ad uscire dalla classe meditando su una possibile scusa da dare a Inuyasha per il fatto che era rimasta nel suo tempo alcuni giorni in più di quanto stabilito.
“Non posso certo dirgli che dovevo assolutamente recuperare l’esame o comunque glielo potrei dire ma di sicuro non l’accetterebbe come giustificazione soddisfacente…già me lo immagino…spero solo che non sia già venuto a prendermi come è solito fare…”, e sospirò rassegnata mentre usciva dal cancello della scuola.
-Ehi, Kagome! Aspetta!-.
Questa si voltò di scatto, mentre vedeva arrivare le sue amiche Eri, Yuka e Ayumi.
-Ah, ciao ragazze!-.
-Kagome, è da tanto che non usciamo insieme…ti và di venire con noi a fare un giro per i negozi adesso?-chiese ansiosa Eri.
-Mi dispiace ragazze…ma devo proprio andare…ho un impegno urgentissimo!-.
-Non si tratterà ancora del tuo ragazzo?-domandò Yuka.
-Beh…e anche se fosse…?-rispose Kagome in tono di sfida, arrossendo però lievemente.
-Ahhh, Kagome! Non essere così misteriosa! Sputa fuori il rospo!-rimbeccò Eri.
-Neanche per sogno…ora scusate ma devo proprio scappare! Ciao!-concluse avviandosi di corsa verso casa.
-Kagome! Non ci sfuggirai in eterno!-le gridò Yuka.
-Esatto….e ricordati di salutarci il tuo “lui”!!-fece eco di nuovo Eri.
Kagome si voltò un’ultima volta verso di loro facendo una piccola linguaccia con aria colpevole e corse via.
A dire il vero, non era proprio il momento di essere così allegra e di pensare alle amiche. Era rimasta fin troppo a casa e ne era pienamente consapevole. Non che le fosse proibito, ma sapeva che quello era un periodo estremamente delicato:
erano nuovamente sulle tracce di Naraku, e di certo non potevano prendersela troppo comoda. Ripensò un momento a Miroku; lui, di sicuro, era quello a cui lo scorrere del tempo sorrideva di meno. Era lui infatti ad esserne a corto. Pensando a ciò prese a correre più velocemente ed in pochi minuti raggiunse il tempio scintoista della sua famiglia.
Entrò in casa, salutò tutti, poi salì in camera sua ad ultimare i preparativi del necessario per il viaggio, chiuse finalmente lo zaino giallo, scese di sotto, diede un bacio alla madre, salutò il fratellino Sota, suo nonno, uscì sempre correndo, giunse al tempietto, vi entrò e senza indugio si buttò nel pozzo che collegava la sua epoca a quella dell’era Sengoku, detto anche pozzo mangia-ossa.
Fu avvolta dalla familiare luce bluastra e alcuni istanti dopo sentì nuovamente la terra sotto i piedi. Si arrampicò, non senza fatica, sull’edera rampicante che cresceva sulle pareti del pozzo e finalmente ne uscì, immediatamente invasa dalla splendida luce rossastra del crepuscolo. Rimase a fissare un poco il tramonto, mentre un placido sorriso le si posava sulle labbra alla vista di quell’enorme sfera infuocata che poco a poco si nascondeva dietro alle montagne, sfumando dolcemente e intarsiando d’oro il cielo rosato. Dopodiché si rimise il pesantissimo zaino in spalla e si incamminò verso il villaggio di Musashi.
Emise un sospiro di sollievo quando intravide la capanna della vecchia Kaede.
Non ne poteva più di quel pesantissimo zaino. Ancor prima di arrivare, un piccolo cucciolo di demone volpe uscì a balzi dalla capanna e saltò in braccio a Kagome.
-Kagomeeee!!! Che bello! Finalmente sei arrivata!-gridò il volpino tutto eccitato.
-Ciao Shippo!-esclamò la ragazza.
-Mi sei mancata tantoooo!!-.
-Oh, anche tu mi sei mancato Shippo-chan!-.
Dalla capanna uscirono anche il giovane monaco Miroku e la sterminatrice di demoni, Sango.
-Venerabile Kaede, avete visto? La Divina Kagome è tornata.-disse il monaco.
-Ho visto!-rispose allegramente la vecchia.
-Su, è ora di preparare la cena…Sango, fammi un favore…potresti andare a prenderla tu, l’acqua? Alla mia età…ho la schiena a pezzi…-.
-Sicuro, non c’è alcun problema, ci vado volentieri!-assentì la giovane, che, così dicendo, prese un secchio, andò da Kagome per salutarla e poi si diresse spedita al fiume.

-Davvero? E così quello stupido di Inuyasha non ha fatto altro che starsene per conto suo?-chiese Kagome, sempre tenendo Shippo in braccio, giunta infine alla capanna.
-Si! E’ un asociale completo…del resto, quando manchi tu lui si sente solo…allora se ne va’ per i cavoli suoi e continua a pensarti per non sentire la tua manc..-non finì la frase che subito gli arrivò un pugno in testa.
-Di chi staresti parlando, moccioso?-chiese il mezzodemone appena venuto.
-Di te! Del fatto che quando non c’è Kagome diventi un completo asociale!-rinfacciò il piccolo kitsune facendogli una linguaccia.
-Prova soltanto a ripeterlo, e vedrai cosa ti fac-.
-A cuccia!-sentenziò Kagome visibilmente alterata.
Uno schianto, come al solito, seguì queste sue parole e il povero hanyou si ritrovò spiaccicato a terra con una smorfia di dolore dipinta sul volto.
-Ka-Kagome…da-dannata!-sibilò il ragazzo.
-Ma insomma, Inuyasha! Quando imparerai a comportarti in maniera opportuna? Che bisogno c’è di prendersela sempre con un bambino?-replicò Kagome.
-Ha ragione lei, Inuyasha…dovresti comportarti più da adulto…e poi agendo così non fai altro che dimostrare fermamente che ciò che dice Shippo è vero…-riprese Miroku annuendo fra sé.
-Ah, state zitti!!!-rinfacciò il mezzodemone, alzatosi da terra con la schiena ancora dolorante.
-Se faccio così è solo perché non sopporto l’insolenza di questo marmocchio!-.
-Si, si, certo, certo…-rispose Kagome con noncuranza.
-Allora signor Miroku…cosa vuole per cena? Ho portato del cibo dalla mia epoca…ah, vecchia Kaede…le ho portato altre bende…-continuò la ragazza.
Accortosi di essere completamente, e volutamente, ignorato, Inuyasha sbuffò e se ne andò verso la foresta.
Pochi minuti dopo tornò Sango con l’acqua e si mise, assieme a Kagome e alla vecchia Kaede, a preparare la cena. Miroku, intanto, stava raccontando animatamente a Shippo un’antica leggenda,e il piccolo lo stava ascoltando tutto eccitato.
Il sole era ormai quasi tramontato del tutto e cominciavano a spuntare le prime stelle.

-Spero non vi sia dispiaciuto se sono rimasta qualche giorno in più nella mia epoca…ma dovevo assolutamente recuperare un esame importantissimo…-disse Kagome mentre versava del ramen caldo nelle scodelle.
-Figurati Kagome…non c’è davvero nessun problema…-rispose allegra Sango.
-Tsk! Tanto, che ti si dica una cosa o un’altra, tu fai sempre di testa tua…-aggiunse Inuyasha entrando con il suo solito modo di fare nella capanna, e sedendosi in un angolo.
-Inuyasha…finalmente ti sei degnato di tornare!-esclamò sorridendo il monaco.
-Perché, cos’era successo?-domandò curiosa Sango.
-Il solito…Inuyasha mi maltratta perché non vuole ammettere che quando Kagome è nella sua epoca, lui se ne sta sempre per conto suo perché vuole pensare a lei…-sentenziò Shippo.
-Ma piantala! Non ho fatto nulla!-rispose Inuyasha visibilmente indispettito.
-Si, come no…e questo bernoccolo è spuntato dal nulla, giusto?-rimbeccò il piccolo kitsune offeso massaggiandosi la testa.
-Sta’ zitto Shippo! Fai sempre la vittima!-ribattè l’hanyou.
-E ha ragione, Inuyasha!-intervenne Kagome con tono severo.
-Ti ci metti anche tu, Kagome?-.
-Sì, perché ogni volta te la prendi sempre con lui! E senza motivo! Inoltre è solo un bambino…e lo dovresti trattare con gentilezza e con amore…ricorda che lui non ha più i suoi genitori…-.
-E infatti tu lo coccoli sempre come se fosse tuo figlio, e la cosa non mi sorprende, visto che, col carattere che ti ritrovi, di sicuro non troverai mai un uomo che sia disposto a vivere e a fare figli con te…sì, perché sei veramente insopportabile, e..-Miroku gli tirò una gomitata in mezzo allo stomaco.
-Ehi, dannato bonzo, ma che vuoi?-chiese brontolando.
-Razza di imbecille, ti sembrano cose da dire?-gli sibilò Miroku sottovoce.
L’hanyou alzò la testa e si ritrovò tutti quanti che lo stavano fissando male. Tutti, tranne Kagome, che aveva la testa china, stringendo i pugni.
All’istante, Inuyasha avvertì l’odore delle sue lacrime.
Stava per dirle qualcosa, quando questa si alzò e, senza dire una parola, uscì dalla capanna.
-E bravo Inuyasha, sarai contento adesso!-lo sgridò Shippo.
-Povera Kagome…chissà come c’è rimasta male...-aggiunse Sango.
-Ma smettetela…non mi pare di averle detto chissà cosa!-tentò di giustificarsi il ragazzo.
-Di tutte le cose che avresti potuto dirle, questa era di sicuro una delle peggiori…-lo ammonì severa la sterminatrice.
-Ma io dicevo così…solo per dire…non dicevo sul serio…-mormorò Inuyasha.
-Beh, allora muoviti e vai a dirglielo!-gli rispose secco Miroku.
-D’accordo, d’accordo…ci vado…-concluse lui alzandosi ed uscendo dalla capanna.
L’aria fresca della sera gli scompigliò i lunghi capelli argentei.
Annusò l’aria per cercare l’odore di Kagome, e non faticò molto per trovarlo.
Subito, si mosse nella direzione da cui l’aveva sentito provenire.
Kagome, nel frattempo, era giunta sino ai piedi del Dio Albero e non poche volte aveva rischiato di inciampare a causa dell’oscurità.
-Quello stupido…ma che male gli ho fatto? Perché deve dirmi sempre cose così…-esclamò ancora in lacrime, battendo un pugno sul tronco dell’albero.
Subito si portò la mano sul petto, massaggiandosi le nocche arrossate.
Nuovamente le lacrime le bagnarono le mani, e subito tentò di asciugarsi gli occhi con la manica della divisa scolastica.
-Ma tu guarda per chi mi tocca sempre piangere…-disse tra sé ad un tono sufficientemente alto da poter essere udito dalle sensibili orecchie di Inuyasha, il quale l’aveva ormai raggiunta.
Kagome, la quale non si era accorta della sua presenza, prese a tirare calci al tronco, con il risultato di ritrovarsi per terra. Si rialzò appoggiandosi all’albero.
-Che imbranata…ti conviene smetterla, altrimenti saresti capace di ammazzarti da sola…-.
La ragazza si voltò di scatto verso colui che aveva parlato. Immediatamente, la sua espressione si rabbuiò e voltò la testa dall’altra parte.
-Cosa vuoi?-chiese lei secca.
-Beh, ecco…ero venuto per…beh, riguardo a ciò che ho detto prima…non avrai pensato che stessi dicendo sul serio…-disse lui.
-Per favore…lasciami sola…-.
-Ma dai…sei così permalosa? E ora smetti di piangere…non mi piace quando…-.
-E hai anche il coraggio di dirmi cosa devo fare?! Guarda che è solo colpa tua se sto piangendo!-lo interruppe lei ricominciando a singhiozzare.
-Scusa…non volevo..-.
-Sta’ zitto!-.
-Ma io…-.
-Vattene…e lasciami sola!!-gridò quasi lei, scossa da profondi gemiti.
Lui la guardò in silenzio per alcuni secondi, si voltò e prese ad andarsene.
-Beh, allora sai cosa ti dico? Restatene pure qui a piangere…tanto, per quello che me ne importa…-e dicendo così disparve nell’oscurità avvolgente del bosco.
Kagome rimase nuovamente sola. Si lasciò cadere sulle ginocchia, ancora piangente, e si strinse le spalle.
Non era ciò che avrebbe voluto dire, non avrebbe voluto essere così fredda…del resto era un insulso litigio nato da un’insulsa causa.
Tutto a un tratto la sua attenzione fu attirata dal sentire la presenza della Sfera avvicinarsi velocemente verso di lei. Riconobbe l’enorme energia maligna.
-Possibile che sia…?-.

Inuyasha, nel frattempo, era quasi giunto al villaggio.
Si sentiva decisamente giù di morale. Aveva cercato di scusarsi, eppure lei era ancora arrabbiata, e molto più del solito.
-Se fosse stato un normale litigio…mi avrebbe di sicuro mandato “a cuccia”…invece…non l’ha fatto…-disse tra sé con aria afflitta. Un vento freddo si alzò all’improvviso, alzando da terra foglie secche che volteggiarono frusciando, riempiendo quel silenzio innaturale.
L’oscurità era ormai padrona del paesaggio, e neppure la luce argentea della luna poteva contrastarla. L’hanyou si strinse le braccia, come preso da un brivido di freddo, continuando a camminare.
Non aveva ancora posato il piede a terra, che un grido irruppe nell’aria.
La sua espressione si mutò in terrore.
-Kagome!-esclamò con lo sguardo vitreo.
Come colpito da una scarica elettrica, si volse e si diresse correndo più veloce che poteva verso il luogo dal quale si era appena allontanato, dal luogo dove aveva lasciato Kagome.
Pochi secondi ancora e giunse finalmente nella nota radura.
Alla vista di ciò che gli si prospettò dinnanzi, i suoi occhi mandarono scintille, e le sue membra si irrigidirono dalla rabbia che cominciò repentina a scorrergli nelle vene.
-Naraku!!!-sibilò.
Il malvagio demone, osservata la reazione del ragazzo, sogghignò tra sé.
-Uh, uh…ma guarda…Inuyasha…-.
-Dannato, lascia subito andare Kagome!-minacciò adirato.
Il demone, infatti, aveva preso Kagome e la teneva stretta avanti a sé, come uno scudo, con uno dei suoi terribili tentacoli artigliati che le passava serrato attorno al collo.
La ragazza era a dir poco terrorizzata, sbiancata in volto.
-Assolutamente no…non ci penso nemmeno…avere in pugno questa donna…-e qui rise nuovamente-…significa avere in pugno anche te!-disse con un sorriso malvagio.
-Grrrrrrr, maledetto!!-ringhiò Inuyasha posando la mano destra sull’elsa di Tessaiga.
-Uhm, dunque, vediamo…come potrei ricattarti?-si chiese retorico.
-Naraku!! Lasciala subito, ho detto!-rimbeccò irato il mezzodemone, sguainando la spada.
-Ti conviene rimettere la tua Tessaiga nel fodero Inuyasha, se non vuoi che accada qualcosa di spiacevole a questa bella fanciulla…-.
-Illuso! Non sono un idiota! So benissimo che non la uccideresti mai! Solo lei è in grado di vedere i frammenti della Sfera! Lei ti serve!!-ribatté l’hanyou.
-Lo stolto sei tu, Inuyasha…alla mia parte di Sfera…manca solo un frammento…e so che questo frammento lo possedete voi…-.
Inuyasha strinse i pugni ancora, rinfoderata la spada, tenendo fisso lo sguardo sul demone e sulla ragazza che tentava vanamente di divincolarsi dalla forte presa.
-…solo che…-continuò Naraku-…il frammento non lo avete qui con voi…-Inuyasha rimase visibilmente perplesso a questa affermazione: Kagome teneva sempre con sé il frammento, com’era dunque possibile che proprio ora non lo avesse?
-Per cui…o mi dici dove posso andare a prendermelo…-cominciò lui minaccioso.
-Illuso! Non ti direi dov’è neppure se mi uccidessi!!!-rispose convinto Inuyasha.
-…se no…-e così dicendo passò un artiglio sul collo di Kagome; una goccia di rosso sangue le scivolò lungo la pelle chiara lasciando una scia purpurea.
-Naraku!!! Non ti azzardare a toccare Kagome!!-gridò il giovane.
-Allora consegnami il frammento-rispose lui secco.
-Mai e poi mai! E comunque, se ti interessa, non so neppure io dove si trovi ora!!-riprese beffardo sperando in cuor suo di non aver detto le parole sbagliate.
-Bene…se è così…la ragazza verrà via con me…-iniziò preparandosi ad andarsene.
Inuyasha percepì ciò e si dispose ad attaccarlo nuovamente, a mani nude, ma, prima che potesse fare un singolo movimento in più, Naraku lo congelò con lo sguardo ponendosi Kagome come scudo.
-E tu…se non vuoi vedere il suo bel corpo sventrato…la seguirai con me…-detto ciò sorrise malignamente, di nuovo.
Inuyasha sentì il suo sangue ribollire nelle vene per la rabbia. Il suo odio era forte, la voglia di ucciderlo era oltremodo intensa, eppure dovette controllarsi. C’era la vita di Kagome in gioco.
Fece per aprir bocca, quando Naraku gli colpì da dietro, con un tentacolo, il collo talmente forte da fargli perdere i sensi. Il ragazzo cadde a terra con gli occhi sbarrati e il demone lo raccolse con le sue lunghe braccia demoniache.
-Inuyasha!-gridò Kagome con le lacrime agli occhi, tentando disperatamente di liberarsi, ma invano.
-Ti conviene stare calma, se non vuoi che accada qualcosa a te o al tuo mezzodemone…-.
Kagome lo guardò intimorita.
Tutto a un tratto sentì un pizzicore al collo e pian piano tutto divenne sempre più sfuocato e scuro, i suono si attenuarono, fin quando non perse del tutto i sensi.
Naraku ghignò nuovamente, dopodichè, alzatosi in volo in mezzo ad una nube di miasma, si diresse rapido al suo castello.

-Cos’è stato quell’urlo? Sembrava la voce di kagome!-.
Al villaggio di Musashi, nel frattempo, Sango, Miroku e la vecchia Kaede erano usciti dalla capanna, preoccupati per il fatto che né Inuyasha né Kagome avevano ancora fatto ritorno.
-Anche a me è parso così!-aggiunse Sango terribilmente preoccupa.
-E il peggio è che ho percepito un’aura malvagia al pari di quella di Naraku provenire dallo stesso punto poco fa…n’è vero, somma Kaede?-chiese ansioso il monaco.
-Purtroppo sì, Miroku…e temo per Kagome e per Inuyasha. Ora non s’ode più nulla…ogni rumore è cessato…-.
-Ma questo è davvero terribile!!!-esclamò la giovane sterminatrice sconvolta-Se era davvero Naraku e se Kagome è stata rapita…allora vuol dire che…l’ultimo frammento…è nelle mani di Naraku!!!-concluse portandosi le mani alla bocca.
-No…-e Sango si voltò verso la vecchia con aria interrogativa.
-No…il frammento…è qui…-disse infine infilando la mano sotto al kimono sacerdotale, per poi estrarla mostrandovi posto sopra il frammento splendente.
-M-ma com’è possibile?-domandò incredulo il monaco.
-E’ semplice…Kagome me lo aveva affidato oggi…Siccome stava cercando alcune cose, mi aveva chiesto di custodirlo per un po’…-.

Decisi a vederci più chiaro nella terribile faccenda, si diressero velocemente al luogo da cui avevano sentito provenire l’urlo.
La radura era deserta.
Shippo, che era rimasto ad ascoltare in silenzio, si fece avanti deciso e disse:-Un momento! Non possiamo essere sicuri che Kagome sia stata rapita da Naraku! C’era Inuyasha con lei, no?-esclamò convinto il cucciolo di kitsune.
-Probabilmente…Naraku avrà preso in ostaggio Kagome prima che Inuyasha potesse evitarlo…e questo significa che forse…anche lui…-Sango si sedette a terra, stanca, tenendosi il volto nascosto fra le mani.
-Inoltre…-cominciò Miroku serio-inoltre, ormai avrà capito che il frammento lo abbiamo noi…e di sicuro…sarà capace di mettere a ferro e fuoco tutti i villaggi della zona per trovare noi e il frammento…-concluse avvilito.
Il piccolo Shippo si chiuse le orecchie, come per non sentire, dopodichè si gettò fra le braccia di Sango, piangente.
-Kagome, Inuyasha!-singhiozzò -Che ne sarà di loro?!-.


Avvolto dall’oscurità e dal freddo, poco a poco cominciò a distinguere sfuocati contorni, rumori indistinti, iniziò a sentire gli odori che lo circondavano, odori di morte, terra e legno vecchio. Più forte degli altri, tuttavia, percepì l’odore di una ragazza.
Subito la cercò con gli occhi; i contorni pian piano si definirono, sino a completarsi.
Come intorpidito da un lungo sonno, Inuyasha scrutò il luogo ove si trovava.
Ogni muscolo del suo corpo era come indolenzito, e tentò quindi di muoversi, ma non vi riuscì.
Si rese subito conto, infatti, di essere incatenato per le braccia e per le gambe a delle forti travi.
Tentò di divincolarsi e subito una scarica lo investì, facendogli emettere un gemito soffocato.
Guardò innanzi a sé e vide Kagome, legata anche lei per le mani e per i piedi.
La chiamò, ma quella non rispose, teneva il capo chino.
Probabilmente era svenuta, dal momento che il ragazzo poteva sentire perfettamente il battito regolare del suo cuore.
Stava per chiamarla ancora, quando il rumore di passo frettolosi rapì la sua attenzione.
Pochi istanti dopo, infatti, la botola si aprì ed entrarono due figure: entrambe le riconobbe immediatamente.
-Naraku…Kagura…-sibilò stringendo i denti e guardandoli con occhi iniettati d’odio.
-E così ti sei finalmente svegliato…-replicò ridendo Naraku.
-TSK! Piantala di fare il buffone e liberami da questi aggeggi!! Voglio farti a brandelli!!-.
-Uh…ma come siamo turbolenti…-continuò il demone.
-Me la pagherai per tutto quello che hai fatto e….ahhhhh!-gridò sofferente il mezzodemone.
-Te l’ho detto, no? Ti conviene spegnere i tuoi bollenti spiriti…perché le catene che ti circondano…hanno un divertente sortilegio…ovvero quanto più tu ti agiti, tanto più loro ti risucchiano ogni energia…per cui…se non vuoi morire per tua stessa mano…-e qui rise.
-Da-dannato…-ringhiò sofferente Inuyasha.
-Ah ah ah….e se non te ne sei ancora accorto…la tua bella Tessaiga non è più al tuo fianco…-.
L’hanyou si sentì mancare; la sua Tessaiga…era in mano a Naraku?
-Ma che faccia sconvolta! Devi esserti finalmente reso conto che, senza di essa, ti trovi nella condizione di essere assolutamente innocuo per me…-disse beffardo il malvagio demone.
-Tsk! Non credere che io mi lasci arrendere per così poco!! Non mi serve Tessaiga per ammazzarti, basto io soltanto!!-gridò il ragazzo con sguardo truce.
-Ma davvero? E come la metti col fatto che non riesci nemmeno a muoverti?-chiese canzonatorio Naraku.
Inuyasha digrignò i denti, tremando di rabbia.
-Non importa come o quando, ma sappilo, Naraku…io ti ucciderò!!!-sibilò.
-D’accordo…vediamo però per quanto riuscirai a resistere…Kagura!-chiamò Naraku.
-Sì? Cosa c’è?-domandò strascicata la donna.
-Porta da bere e da mangiare unicamente alla ragazza…non avvicinarti mai e per nessuna ragione al mezzodemone…-ordinò lui.
-Come desideri, Naraku…-rispose chinando il capo.
Naraku sorrise di nuovo, in direzione del giovane, e si avvicinò lentamente a Kagome, che ancora non aveva ripreso i sensi. Le posò una mano sul viso, tuffandola poi nei folti e lucenti capelli neri, arrivando sino a dietro alla nuca.
-Naraku, brutto bastardo!! Leva subito quelle tue luride manacce da lei!!!-gli impose irato.
-Prova ad impedirmelo, se ci riesci…ah, ah, ah!!!-rise perfidamente.
Il mezzodemone strinse i pugni e ringhiò rabbiosamente.
Naraku, divertito oltre ogni modo dall’espressione vendicativa del ragazzo, sorrise ancora e, allontanatosi da Kagome, si diresse con aria soddisfatta verso l’uscita della stanza.
-Uh, uh…credo che mi divertirò un mondo con la tua amichetta…-disse malizioso scomparendo altre la botola, seguito da Kagura, che richiuse la porta dietro di sé.
Inuyasha rimase a fissare con gli occhi pieni di risentimento il punto in cui entrambi erano svaniti, avvolti nell’oscurità.
Pochi attimi dopo, però, la sua attenzione fu rapita da qualcos’altro.
Appoggiò lo sguardo sulla ragazza che giaceva in fronte a lui, ad alcuni metri di distanza.
Questa aveva appena emesso dei gemiti, segno che si stava infine svegliando.
Aprì gli occhi lentamente, alzando di poco il capo, guardandosi attorno smarrita.
Subito, riconobbe la figura di Inuyasha, e lo guardò con aria confusa.
-Kagome, tutto bene?-le domandò lui preoccupato.
-S-sì…io sto bene…però, dove siamo adesso? Cos’è successo? Io…non ricordo nulla…-rispose lei guardando spaesata la buia stanza.
-Naraku…ci ha portati nei sotterranei del suo castello…e, come puoi vedere, ci ha incatenati a queste travi…-le spiegò lui serio.
Kagome lo guardò con aria colpevole, e cercò, se pur inutilmente, di divincolarsi dalle strette catene. Inuyasha la guardò meravigliato, e subito emise un sospiro di sollievo.
Fortunatamente le catene che tenevano Kagome non avevano alcun incantesimo.
-Inuyasha…mi spiace…è colpa mia…-mormorò lei con lo sguardo basso.
-Colpa tua? Ma cosa dici!?-ripeté lui sbuffando.
-E’ vero…se non ti avessi mandato via…Naraku non sarebbe riuscito a prendermi in ostaggio, e tu avresti potuto affrontarlo senza avere me tra i piedi…-aggiunse sconsolata.
-Tsk, non dire stupidaggini…Non è stata colpa tua, punto e basta…-concluse lui con decisione.
Lei lo ringraziò con un debole sorriso, dopodichè entrambi rimasero in silenzio a sentire il tempo che passava lento, mentre la flebile luce che filtrava attraverso la piccola finestra a grate posta vicino al soffitto cambiava colore ed intensità, segno che il giorno voltava al pomeriggio.
Ciascuno di loro due aveva i propri tristi pensieri a cui dedicarsi, così iniziarono a passare le ore, interminabili come non mai.
Kagome, sentendosi ancora tremendamente in colpa per il fatto di essere sempre un problema e la causa di ogni cosa, rimuginava tristemente su cosa stessero facendo in quel preciso momento gli altri e se stessero bene.
Inuyasha, dal canto suo, non poteva certo negare a sé stesso che se non avesse fatto arrabbiare Kagome facendola andare da sola nel bosco, a quell’ora probabilmente sarebbero stati con gli altri al villaggio, parlando dei loro piani per scovare e uccidere Naraku.
Si maledì mentalmente per quel suo carattere sempre orgoglioso.
Quando ormai era calato il buio quasi totale nella stanza, arrivò Kagura, portando con sé una candela e del cibo per Kagome.
Le si avvicinò porgendole con le bacchette dei piccoli bocconi di cibo.
Kagome girò la testa dall’altra parte.
-Non ho intenzione da mangiare quella roba…non mi abbasserò a tanto…-disse altezzosa.
-Ma tu guarda…Hai un bel caratterino…sai? Su, non fare storie…mi è stato ordinato di farti mangiare e così farò…che tu lo voglia o meno…-rimbeccò noncurante la donna.
-Non mi importa…preferisco non mangiare…-ripeté convinta Kagome.
La donna sospirò stancamente.
-Kagome, fa’ come ti ha detto…e mangia…-le disse serio Inuyasha in tono di comando.
-Hai sentito? Te lo dice pure lui…Da’ retta al suo saggio consiglio…-riprese Kagura.
Kagome guardò il boccone con diffidenza.
-Non preoccuparti, non è avvelenato…e poi, non vorrai mica morire di fame…-concluse.
Kagome deglutì e poi si lasciò imboccare dalla donna.
Le venne data anche dell’acqua fresca.
Di certo non poteva ammetterlo, ma si sentiva veramente meglio.
Quand’ebbe concluso il suo dovere, la donna si apprestò ad andarsene, lasciando però la candela per conferire almeno un po’ di luce all’ambiente.
Com’era successo prima, rimasero entrambi senza parlare, mentre quel freddo silenzio era accompagnato solo dai loro lenti respiri e dal battito ovattato dei loro cuori.

Quella stessa sera, al lontano villaggio di Musashi, nella capanna della vecchia Kaede, la giovane sterminatrice di demoni Sango e il monaco Miroku stavano discutendo con questa sul da farsi.
-Ormai non possiamo più aspettare, dobbiamo assolutamente partire e andare a cercarli!-disse risolutamente la ragazza posando la tazza fumante di tè.
-Sango ha ragione. Non possiamo più restare qui tranquilli, mentre chissà dove Inuyasha e Kagome potrebbero aver bisogno del nostro aiuto…-aggiunse annuendo Miroku.
-Capisco come vi dovete sentire in questo momento…ma dovete pensare a cosa fare! Da molti mesi ormai siete sulle tracce di Naraku per scovare il suo castello, e malgrado questo, non l’avete mai trovato…-cercò di farli ragionare l’anziana sacerdotessa.
-Appunto! Stavolta lo troveremo!-riprese Sango alzandosi in piedi e stringendo il frammento.
-Mi associo anche io…-disse dopo un po’ il monaco alzandosi per seguire la giovane fuori dalla capanna.
La vecchia sospirò rassegnata e, avendo ormai compreso che sarebbe stata un’impresa persa in partenza quella di fermarli, si alzò appoggiandosi al muro e li seguì fuori.
Era una sera calma e stellata, il vento era tranquillo e nel cielo non si vedevano nuvole.
-E così siete dunque decisi a partire stasera stessa?-domandò la vecchia.
-Sì, prima partiremo, prima arriveremo…-rispose calmo Miroku.
-Beh, allora…non mi resta che augurarvi buona fortuna e pregare per voi…-disse infine lei.
-Ehi! Un momento! Vi siete dimenticati di me?!-disse Shippo offeso saltando in braccio a Sango con aria coraggiosa.
Miroku guardò Sango e le fece un cenno, la ragazza poi guardò il cucciolo dolcemente.
-No, Shippo…Non ci siamo dimenticati di te…-disse calma.
-Allora partiamo!!-rimbeccò lui risoluto.
-Mi spiace per te, Shippo, ma questa volta tu non puoi venire con noi…-riprese lei.
-Cosa? Ma che dite?-domandò lui incredulo.
-Sango ha ragione, Shippo…E’ troppo pericoloso…-annuì la vecchia Kaede.
-Ma io…-incominciò lui depresso.
-Non fare storie, avanti…resta qui tu a badare alla somma Kaede…-disse sorridendo Miroku.
Il piccolo volpino li guardò deluso, poi saltò via da Sango e si fece vicino alla sacerdotessa.
-D’accordo, ma la prossima volta verrò con voi!-esclamò con speranza.
-Sicuro!-rispose dolcemente la sterminatrice.
-E dite a Inuyasha che deve assolutamente ritornare tutto intero, così potrò dirgliene io quattro per come si è comportato!!-gridò mentre loro già si erano incamminati.
Miroku alzò un braccio in segno di assenso, mentre, in groppa Kirara, partivano al volo.
La vecchia sacerdotessa rimase a fissarli sin quando disparvero del tutto.
“Fate attenzione, mi raccomando…”.


Kagome aprì lentamente gli occhi, svegliata da un flebile raggio di tiepido sole filtrato dalla piccola finestrella a grate posta in alto, vicino al soffitto della stanza.
Mise a fuoco poco a poco l’ambiente che la circondava, sospirando amaramente per l’aver vanamente sperato che fosse stato tutto un brutto sogno.
Guardò poi in direzione di Inuyasha, trovandolo con il volto leggermente chino in avanti, e gli occhi chiusi in un’espressione come di profonda meditazione mista a un non so ché di tormentato.
Non aveva che posato appena lo sguardo su di lui, che subito questo aprì gli occhi, guardandola diritto negli occhi. Il suo sguardo era amareggiato e cupo, come assalito da tremendi pensieri.
-Ti ho svegliato…? Scusami…-mormorò piano lei.
-No, non stavo affatto dormendo…-replicò lui ritornando alla sua precedente espressione di profonda riflessione interiore.
-…A quanto pare è mattina…-tentò di iniziare un discorso Kagome guardando, o meglio, dal momento che la finestrella era posta alle sue spalle, cercando di guardare verso i piccolo spiraglio di luce chiara.
-…Il sole è sorto da circa mezz’ora, anche se ha iniziato a farsi più chiaro il cielo da più di un’ora…-aggiunse lui rimanendo impassibile, con ancora gli occhi chiusi.
-Come? Allora…Non hai dormito?-domandò lei con voce esitante.
-…No…-rispose lui secco dopo alcuni istanti.
-Perché?-chiese lei subito osservandolo preoccupata.
Inuyasha stava per rispondere, quando una presenza ormai ben nota catturò la sua attenzione.
Kagome lo guardò incerta, voltando un attimo dopo lo sguardo verso l’entrata della stanza, a imitazione di quanto stava facendo il mezzodemone.
Naraku entrò con la sua solita espressione compiaciuta e divertita nella stanza, mentre una smorfia contorta si dipingeva sul volto dell’hanyou.
-Ma buon giorno!-esclamò sorridendo con malizia, guardando di sbieco il ragazzo.
Il demone si avvicinò a Kagome, guardandola interessato.
Mentre continuava a osservarla, parlò a Kagura, che lo aveva, come al solito, accompagnato.
-Le hai dato da mangiare come ti avevo ordinato?-domandò sorridendo malignamente.
-Sì, ho fatto come hai chiesto…-rispose la donna passando tranquillamente il suo ventaglio tra le dita e fissando il pavimento buio.
-Infatti non ho intenzione di lasciarti morire di fame…cara Kagome…-aggiunse lui prendendole il viso con una mano e fissandola negli occhi.
-Kagura…lasciaci…-ordinò secco alla donna, mentre questa, dopo aver annuito, usciva dalla stanza, avvolta dall’oscurità.
Kagome tentò di lasciargli mollare la presa, muovendo inutilmente il capo.
-Su, non fare così…Deve ancora cominciare il vero divertimento…-sogghignò malefico.
Kagome lo fisso spaventata, deglutendo mentre una piccola goccia di sudore freddo le scendeva lentamente lungo la tempia sinistra.
-NARAKU, BRUTTO BASTARDO!!!-gridò Inuyasha sentendosi montare la rabbia a mille.
Naraku si volse ancor più divertito verso il mezzodemone.
-Quanta pena che mi fai, caro Inuyasha…Posso avvertire benissimo la tua rabbia crescere incessantemente…e malgrado questo, non puoi nemmeno muovere un dito…Ah, ah, ah!-rise gelido mentre i suoi mandavano scintille di ghiaccio infuocato.
Inuyasha, adirato al massimo, liberò tutte le sue forze e, in un’esplosione di potenza, tentò di liberarsi da quelle catene che lo tenevano maledettamente bloccato.
La stanza iniziò a tremare mentre un fulmineo urlo di dolore la invadeva.
-Inuyasha!!-gridò terrorizzata Kagome guardandolo preoccupata oltre ogni modo.
-Tsk, stolto…Te l’avevo detto che ogni sforzo è inutile contro le mie catene magiche…Puoi agitarti quanto vuoi…Ma non riuscirai mai a liberarti…Riuscirai solamente a farti del male con le tue stesse mani…-disse noncurante con il suo solito sorriso stampato sulle labbra.
Inuyasha emise un altro piccolo gemito, dolorante, alzando a fatica il capo in direzione di Naraku, che, nel frattempo, aveva nuovamente ripreso a contemplare la ragazza.
Questa lo guardava intimorita mentre lui avvicinava sempre di più il proprio viso al suo.
Inuyasha percepì distintamente i battiti della ragazza farsi sempre pi veloci e intensi.
-Sta…stammi lontano!!-cercò di intimare lei agitandosi, stretta come non mai nelle catene.
Naraku sorrideva ancora, noncurante delle sue parole, penetrandola con lo sguardo.
Kagome iniziò pian piano a tremare, temendo ciò che avrebbe potuto farle il malvagio demone.
-Na…Naraku…Non ti azzardare…-disse a voce bassa Inuyasha, ancora provato dal dolore infertogli dalla lunga e intensa scossa energetica.
I due visi si fecero ancora più pericolosamente vicini l’uno all’altro.
Kagome mise tutte le sue forze nel divincolarsi, sapendo pur tuttavia che sarebbe stato totalmente inutile; il suo sguardo terrorizzato attraversò fulmineo la stanza, raggiungendo quello dell’hanyou che la guardava in assoluta tensione.
-Brutto mostro!!! Lasciami star…-iniziò lei chiudendo gli occhi e cercando di voltarsi dall’altra parte, mentre, in un istante, si accorgeva con orrore che Naraku le aveva tappato la bocca, non usando le mani, bensì utilizzando le sue labbra.
Inuyasha rimase come paralizzato, sentendosi poco a poco montare una rabbia indescrivibile.
Il sangue iniziò nuovamente a pulsare forte sulle tempie, facendolo fremere intensamente.
Naraku percepiva divertito la rabbia crescente del mezzodemone, mentre continuava a tener saldo fra le sue mani il volto della ragazza, costringendola a restare passiva ai suoi sgradevoli baci; piccole lacrime presero a scendere dai suoi occhi, rimasti chiusi per tutto il tempo, restii ad accettare ciò che stava realmente accadendo.
Ancora insoddisfatto, il malvagio essere prese a far scendere una mano lungo tutto il corpo di lei, con una bramosia assetata, rendendo ogni gesto il più intenso possibile, deciso a far impazzire di rabbia il ragazzo che guardava impotente la scena e che continuava a gridare adirato il nome del demone.
Naraku smise di baciarle le labbra, passando così al collo pallido e profumato.
Inuyasha riuscì a guardare in volto Kagome, dal momento che il capo del demone glielo aveva tenuto nascosto: gli si strinse in cuore.
Kagome stava piangendo disperata silenziosamente, con le labbra appena dischiuse e le guance arrossate. Piano aprì gli occhi a fessure, rivolgendo un disperato sguardo all’hanyou.
Il senso di mortificazione e di assoluta rabbia che sentì nel suo cuore in quel preciso istante, gli consumarono l’animo, facendolo tremare, se possibile, ancor di più di prima.
-NARAKU!!!! SMETTILA IMMEDIATAMENTE!!!!-gridò infuriato.
Questo, evidentemente soddisfatto della reazione del mezzodemone, si voltò verso il ragazzo, sempre però tenendo fermo il viso della povera ragazza.
-Oh, hai ripreso in fretta la voce…sei un tipo pieno di risorse…-lo canzonò divertito.
-Taci, lurido bastardo schifoso!!! Toglile subito le tue sporche mani di dosso!!!!-continuò lui.
-Ma come siamo scortesi…Non te l’hanno insegnata l’educazione?-aggiunse sorridendo malvagiamente, al suo solito modo.
-Grrrrr….Non sai quanto vorrei ammazzarti, in questo preciso momento!!-ringhiò Inuyasha.
-Davvero?? Ne sono lusingato….-continuò lui ridacchiando e fissandolo divertito.
-Tsk!!! Non credere davvero di passarla liscia!!! Dopo quello che hai fatto, sta’ pur certo che ti farò a pezzi con le mie stesse mani!!! E molto presto!!!-gridò l’hanyou posando per pochi istanti il suo sguardo su Kagome, ancora con gli occhi umidi.
Naraku sorrise sprezzante.
-Fintanto che rimarrai legato con quelle catene, non rappresenti la benché minima minaccia per me…tienilo a mente…-disse, e prese di nuovo a baciare la ragazza.
Inuyasha lo chiamò ancora, imbestialito.
Naraku si staccò da lei definitivamente, guardando con aria di sfida il mezzodemone.
-…E fintanto che la tua donna rimarrà legata, non potrà in alcun modo opporsi a me…-.
Così dicendo, si apprestò a lasciare la stanza.
Stava per scomparire, quando tornò indietro di poco.
-Ah, già…dimenticavo…Ora vado a cercare i vostri amichetti e l’ultimo dei frammenti della mia sfera…buona giornata…-e disparve in un istante.
Inuyasha rimase a fissare con odio il punto in cui era appena svanito, mentre il silenzio della stanza era rotto solo dal flebile singhiozzare di Kagome.
Sentendola piangere, non poté fare a meno di rivolgerle uno sguardo afflitto.
-Kagome…-mormorò tristemente, impotente come al solito.
-Non preoccuparti….sto bene…-disse lei con un filo di voce, tenendo il capo chino.
Lui le vide chiaramente altre calde lacrime scivolarle lungo il viso.
-…Sto bene…sul serio…-riprese cercando di sembrare il più convincente possibile.
-Se solo….se solo non ci fossero queste…-disse dopo un po’ lui, con la voce tremante, mentre Kagome alzava di poco il volto per poterlo osservare.
-…MALEDETTE CATENE!!!-esplose liberando praticamente tutta la forza che aveva ancora in corpo, cercando disperatamente, gemendo per il dolore, di distruggere quel maledetto incantesimo che lo teneva imprigionato.
-NO!! Ti prego basta!!!-urlò la ragazza sussultando ancora.
Com’ebbe pronunziato quella frase, lui si fermò di colpo, respirando a fatica.
-Ti prego, basta…Non voglio più vederti così…-riprese singhiozzando con gli occhi chiusi.
-Ma Kagome…Ciò che voglio, è solo di potermi liberare da qui per poter uccidere una volta per tutte quell’essere schifoso…e…ovviamente per portare in salvo te…-disse lui riprendendo piano a respirare regolarmente.
-Non farlo più, ti prego…è solo energia sprecata…non riusciremo ad uscire da qui…-disse piangendo silenziosamente.
-Tsk! Non credere! Mi stai sottovalutando…-ripose lui fingendosi arrogante.
Kagome lo guardò tra le poche lacrime che le rimanevano negli occhi arrossati.
-Non devi perdere la speranza…niente è impossibile se lo si desidera veramente…ed io desidero realmente di uscire vivo da questa sottospecie di prigionia…e tu verrai con me…-riprese dopo essere ridivenuto serio e averla guardata fisso.
Lei annuì appena, chinando nuovamente il capo verso il basso.


I raggi caldi del sole si immergevano nel fitto della foresta rompendosi in mille e più frammenti di luce che illuminavano a macchie il terreno coperto dal soffice strato d’erba e di foglie secche.
Gli uccelli cinguettavano come sempre, e il profumo del bosco rimaneva integro e protetto dalla vegetazione, mentre il vento soffiava leggero sopra le folte chiome degli alberi.
Miroku e Sango camminavano lenti, facendosi strava poco alla volta tra le sterpaglie.
Kirara se ne stava comodamente seduta, aggrappata alle spalle della giovane sterminatrice, mentre il monaco, che avanzava prima di lei, spostava i vari rami per renderle più agevole il passaggio.
-Secondo te quanto impiegheremo a trovare il castello?-domandò la ragazza.
-Non ne ho idea…Certo mi verrebbe da dire “poco” ma sarebbe solo una mera consolazione…Secondo quel poco che sappiamo, la direzione dovrebbe esser pressappoco questa…ma non ci metterei la mano sul fuoco…-ripose lui spostando delle erbacce.
-Già…Ad ogni modo una volta usciti da questa foresta, sarà meglio prendere il volo in groppa a Kirara per avere una visione più ampia della zona…-aggiunse lei mentre si inoltravano sempre più, ed il sole era ormai alto nell’azzurro cielo.


Il tempo per loro due, prigionieri del loro peggior nemico, sembrava non passare mai.
Restavano in silenzio, fissando ora il pavimento, ora il soffitto, ora un angolo buio.
Nessuno dei due sapeva cosa dire all’altro, malgrado avessero migliaia di cose da dirsi.
Vederla così, sempre sull’orlo di piangere, era per lui fonte interminabile di sofferenza,e certo l’essere totalmente inabile a compiere anche il più piccolo gesto non aiutava.
Le parole non possono sempre esprimere quello che si sente dentro.
E lui lo sapeva fin troppo bene.
Da quella volta in cui Naraku l’aveva baciata sotto ai suoi occhi, erano già passati tre lunghi giorni, e svariate volte quell’essere malvagio era tornato da loro per giocare ancora con Kagome. E lui era sempre più stanco e debole. Da giorni non mangiava nulla, ormai.
L’ultima volta che Naraku era venuto, poi, era stata un’esperienza terribile.
Mentre lui cercava, come di consueto, di baciare la povera ragazza, lei lo aveva morso alla bocca, facendolo andare su tutte le furie.
L’aveva riempita di schiaffi e, non ancora soddisfatto, aveva preso a strapparle i vestiti, lasciandole parte del corpo scoperto; ed il tutto sotto agli occhi, dapprima increduli, e poi infuocati di rabbia, dell’hanyou, che aveva continuato a urlargli contro, originandogli di lasciarla stare; ed il tutto era stato vano, ovviamente.
Ripensò rabbrividendo a quelle che erano state le ultime parole pronunciate dal demone.
Guardandolo fisso con occhi iniettati di sangue, gli aveva promesso che la volta seguente, Kagome non se la sarebbe cavata con qualche piccolo livido. Aveva aggiunto,mentre un bagliore illuminava il suo sorriso maligno, che l’avrebbe fatta piangere sul serio, e che non si sarebbe limitato a baciarla.
Da allora non era più riuscito a parlarle, non sapeva cosa dire per consolarla, d’altronde poteva solo immaginare come dovesse sentirsi lei in quel momento.
Nel frattempo continuava a maledire sé stesso per essere in quella situazione disperata, e per aver coinvolto anche Kagome.

Era mattina inoltrata e, improvvisamente, Inuyasha tese le orecchie, sentendo arrivare qualcuno di cui era certo di conoscere il nome.
La camminata leggera ed appena percepibile durò ancora alcuni secondi, dopo ai quali, la donna apparve nella stanza illuminata dalla fioca luce bancastra che filtrava dalla finestrella.
Kagome pure si mise ad osservarla mentre le si avvicinava.
Aveva la sua solita espressione annoiata e reggeva in mano una piccola bacinella piena d’acqua e qualcos’altro che subito riconobbe come cibo.
Appoggiò il catino sul pavimento ligneo, estrasse da sotto al kimono un piccolo pezzo di stoffa bianca e lo immerse nell’acqua.
-Non avrai intenzione di metterti a pulire il pavimento…-chiese sbuffando il mezzodemone.
-Che umorismo, Inuyasha…-ripose lei continuando a dargli le spalle.
-E allora che diavolo sei venuta a fare?-replicò lui.
La donna strizzò lo straccio e si avvicinò tranquilla a Kagome.
-Sta’ tranquillo…Non voglio fare niente di speciale…Solo, voglio dare un po’ una rinfrescata al volto della tua amica…-rispose di nuovo, iniziando a inumidire delicatamente il viso della ragazza.
Quand’ebbe finito, le diede da bere dell’acqua e un po’ di cibo, dopodichè si avvicinò al mezzodemone, che la guardava sospettoso.
-Che c’è?-chiese secco.
-Tieni, è acqua fresca…-rispose la donna porgendogli dell’acqua.
-Tsk, non ho intenzione di bere dalle tue mani…non sono ancora caduto così in basso…-disse schizzinoso.
-Bene, allora crepa pure assieme al tuo ridicolo orgoglio…-replicò lei infastidita facendo per andarsene.
-…Ma tu guarda, e io che volevo solo essere gentile…-aggiunse prendendo in mano la roba.
-Aspetta!-esclamò Kagome, mentre gli altri due si giravano a guardarla.
-Cosa c’è?-chiese lei con aria indifferente.
-Ti prego non andare, dagli dell’acqua e un po’ di cibo…-la supplicò la ragazza.
-Tsk! Non crederai che io voglia abbassarmi a…-.
-E invece tu mangerai!-lo zittì lei con aria severa.
Lui rimase zitto e prese a osservare il pavimento.
-Oh, vedo che la ragazzina è capace di zittirti…-disse Kagura ridacchiando fra sé.
Quindi, si avvicinò di nuovo a lui e gli diede dell’acqua e del cibo.
Certo non lo avrebbe mai ammesso, ma ne aveva davvero bisogno; quand’ebbe finito, si sentiva effettivamente molto meglio.
Kagura stava sistemando le cose per poterle portar via, quando si fermò un istante.
-Ah, a proposito…questa notte Naraku non sarà al castello…-iniziò tranquillamente mentre si alzava in pedi, dopo essersi chinata per raccogliere la bacinella.
-Perché ci dici una cosa simile?-domandò diffidente Inuyasha.
Kagura si voltò verso di lui con aria seria.
-Perché, non essendo lui qui, potrò liberarvi…-rispose parlando a bassa voce.
Inuyasha e Kagome sgranarono fulmineamente gli occhi, guardandola increduli.
-Co-cosa?-domandò balbettando Kagome.
-Che sia chiaro, però…Solo per qualche ora…e a patto che promettiate di non cercare di fuggire dal castello…-aggiunse con aria ancor più seria, riducendo gli occhi a due fessure.
-A patto di…Ma sei impazzita??!! Certo che tenteremo di fuggire da qui!!-esclamò deciso Inuyasha, mentre questa lo guardava contrariata.
-Allora per quanto mi riguarda potete anche restare lì per sempre…Non intendo mettere a rischio la mia vita inutilmente…-replicò lei con disappunto.
Inuyasha si beccò un’occhiata severa da Kagome, che chiamò Kagura.
-D’accordo…Non fuggiremo…Ti diamo la nostra parola…vero Inuyasha?-disse infine lei.
Inuyasha rimase un momento in silenzio, assorto fra chissà quali pensieri.
-E sia…-borbottò infine, mentre Kagome la ringraziava ancora.
Kagura stava per uscire quando si rivolse nuovamente a loro due.
-Tre ore…non un minuto di più, e non un minuto di meno…Verrò io…questa notte…-e dicendo così, disparve.
Inuyasha rimase fisso a pensare a quello che sarebbe significato; certo, era meglio di niente, però voleva anche dire rinunciare alla possibilità di fuggire.
“Se non altro…potremo stare slegati per un po’…”pensò guardando con la coda degli occhi la ragazza che stava di fronte a lui.
Kagome si sentiva molto meglio di prima; l’idea che avrebbe potuto liberarsi di quei maledetti affari la rincuorava oltre ogni dire.
Come un lampo spaventoso, i ricordi di quell’ultima volta durante la quale Naraku era venuto da loro le tornarono alla mente.
La sua espressione si trasfigurò di colpo, rabbuiandosi.
Le pareva ancora di sentire le sue avide mani scivolare sulla sua pelle.
Un brivido le corse lungo la schiena, facendola tremare appena.
Ricordò i suoi occhi freddi come il ghiaccio mandare scintille infuocate.
Le tornò alla mente la sua risata beffarda.
Non aveva bisogno di domandare per capire quali erano le sue intenzioni nei suoi confronti.
Di colpo una paura smisurata s’impadronì di lei, e prese a tremare nuovamente.
Inuyasha se ne accorse e la guardò.
-Cos’hai? Non stai bene?-le domandò preoccupato.
-No,no…Non è niente…-tentò di nascondere lei, sapendo che probabilmente lui aveva compreso su quali pensieri la sua mente stava indugiando.


Le lunghe ombre del sole pomeridiano iniziavano a coprire silenziose parte del paesaggio, immergendolo in un’atmosfera quasi irreale.
Un demone dalle sembianze di felino dai lunghi denti a sciabola si posò dolcemente a terra, dopo aver volato per ore; dalla sua groppa scesero un monaco e una giovane ragazza che, sulle sue spalle, portava un enorme boomerang.
-Il sole sta tramontando…Penso sia meglio se ci fermiamo qui per stanotte…-disse Miroku osservando la zona in cerca di un posto per accamparsi.
-Già…Hai ragione…-annuì Sango mentre Kirara, tornata alle sue dimensioni ridotte, le saltava allegramente sulla spalla.
-Bene, vado a cercare della legna per il fuoco…-e così dicendo si incamminava verso la rada boscaglia, mentre lei iniziava a sistemare alcune cose in una piccola radura.


Le ore trascorrevano lente, e ancor più lentamente l’ombra della sera aveva avvolto gradualmente la stanza, lasciando qua e là solo qualche piccola macchia di luce della luna, che pian piano si stava impadronendo del cielo, ormai buio.
Regnava un silenzio quasi totale, ed entrambi erano avvolti dai loro pensieri, tendendo, di tanto in tanto, l’orecchio per sentire se qualcuno stesse arrivando.
Ma non sembrava arrivare nessuno, e il tempo passava.
Kagome, ormai, era in preda a sbadigli continui, e iniziava a preoccuparsi.
-Arriverà, vedrai…-le aveva detto Inuyasha.
Lei aveva annuito e si era nuovamente immersa nei suoi tristi pensieri; non che la cosa le facesse piacere, anzi, avrebbe di gran lunga preferito pensare ad altro, persino ai compiti in classe di matematica, eppure non riusciva a cacciare dalla mente quegli orribili momenti.
Sospirò amareggiata, chiudendo gli occhi e cercando di immaginare casa sua, la scuola, e le amiche, mentre una piccola lacrima le cadeva lungo la guancia liscia.
Inuyasha, che stava, tanto per cambiare, pensando a un modo possibile per uscire da quella situazione e uccidere Naraku, percepì l’odore delle sue lacrime e la guardò.
-Ehi, Kagome…Perché piangi?-domandò gentilmente.
-No, no…è la stanchezza…ho le lacrime agli occhi a forza di sbadigliare per il sonno…-rispose lei sorridendo, come per far finta di niente.
-Sempre la solita piagnona…Dopotutto tra un po’ sarem…-non finì la frase che subito voltò lo sguardo in direzione della porta.
Si udì il classico rumore della botola provenire dalla stanza antecedente, e, pochi istanti dopo, una donna entrò silenziosa nella stanza reggendo una piccola candela ad olio, la cui flebile luce illuminò, seppur debolmente, la stanza.
-Kagura…-mormorò il mezzodemone con aria sollevata.
La donna si avvicinò a loro e li squadrò attentamente con aria severa.
-Mi raccomando…Ricordate la parola datami…-disse secca.
Dopodichè schioccò le dita e subito le catene che li tenevano imprigionati si sciolsero, lasciandoli liberi. Inuyasha subito si precipitò da Kagome, e la prese prima che cadesse a terra, facendola mettere delicatamente in ginocchio per terra, sempre tenendola.
-Mi raccomando…Vi darò come tempo massimo tre ore…non un minuto di più…quanto a me…sappiate che starò in una delle stanze a nord del castello…e non preoccupatevi…non vi spierà nessuno…-concluse la donna dirigendosi verso l’uscita della buia stanza.
I due giovani rimasero a guardarla fino a quando non disparve inghiottita nell’oscurità circostante.
Inuyasha si voltò verso Kagome con aria preoccupata.
-Kagome, tutto bene? Non sei ferita, vero?-chiese ansioso.
-No, no…Non preoccuparti…ho solo qualche lieve graffio…-rispose lei a voce bassa, con gli occhi fissi sul pavimento, mentre si copriva con le mani il punto in cui la sua divisa, strappata, non le copriva la pelle. Inuyasha la guardò triste.
Si sentiva terribilmente colpevole per tutto quello che aveva passato Kagome.
-Ti prego, perdonami…-sussurrò piano.
Kagome alzò gli occhi su di lui con aria interrogativa.
-Perché? Di cosa dovrei perdonarti…?-chiese lei guardandolo.
-Di tutto! E’ solo colpa mia se sei rimasta coinvolta in tutta questa orribile faccenda…era colpa mia se ti trovavi da sola nel bosco quella notte…è stata colpa mia se non sono riuscito a proteggerti da quel maledetto…ed è colpa mia se ora lui ti vuole…-non finì neppure la frase e batté un pugno a terra, tenendo la testa china.
-Non dire così…Sai anche tu che non è vero…-disse piano Kagome facendo sì che lui alzasse in volto e guardandolo così negli occhi.
-E invece sì…perché se tu non mi avessi mai incontrato, se non mi fossi sempre vicino…ora non saresti qui! Saresti nel tuo mondo a pensare a quei tuoi stupidi esami…saresti al sicuro…-aggiunse lui con aria mortificata e impotente.
-Stare con te è una mia libera scelta…E’ vero, se non ti avessi mai incontrato ora non sarei qui, ma neppure avrei conosciuto persone meravigliose come Miroku, Sango, la vecchia Kaede, il piccolo Shippo…e soprattutto non avrei incontrato te…-rispose lei guardandolo dolcemente.
-Tsk, che sciocchezze…Ma almeno ora non saresti preda di quel lurido mostro…-disse lui amaramente-…E quel che è peggio….è che io non ho saputo fare nulla per impedire che lui giocasse con te…che ti picchiasse…Non ho saputo difenderti da colui che odio di più al mondo…-.
-Non era nelle tue capacità, non devi tormentarti per ciò che è stato…-cercò di rincuorarlo lei.
-Non c’entra quello! Il fatto stesso che lui ti toccasse e che ti…baciasse…mi faceva impazzire…e il solo pensiero che lui ti potrebbe…non ce la faccio nemmeno a pensarci…non lo permetterei mai …non lo sopporterei…-disse lui sempre tenendo la testa china, gli occhi chiusi e i pugni serrati.
Kagome lo guardò triste, gli si fece più vicino e, chiudendo gli occhi, si appoggiò a lui, stringendo fra le mani la sua veste. Il mezzodemone aprì gli occhi di scatto.
-Kagome…-sussurrò piano.
-Scusami…non volevo farti star male…-rispose lei a voce bassa.
-Scusarti di che?? Non è colpa tua!! E’ solo che ho una voglia matta di ammazzarlo…Non posso perdonarlo per tutto quello che ti ha fatto…-disse lui agguerrito.
-Io non….ormai non temo più ciò che mi ha fatto….Io…ecco…ho paura, Inuyasha…-e qui le si incrinò la voce-…io ho paura…di quello che…che lui mi farà…-concluse con un singhiozzo mentre piccole lacrime cominciavano a scivolare lente sulle sue guance.
-Kagome…-sussurrò lui triste abbracciandola, mentre lei piangeva stringendolo sempre più forte.
-Io non…voglio…-disse tra le lacrime-…preferirei morire…piuttosto che diventare sua…-i singhiozzi si facevano sempre più forti-…ho paura…e quel che è peggio è che non posso fare niente per evitarlo…-così dicendo scoppiò in un pianto a dirotto.
Inuyasha sentì il suo cuore come spezzarsi in tanti piccoli frammenti, si sentiva talmente impotente…a vederla piangere così…avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederla sorridere di nuovo.
-Kagome, non c’è niente che possa fare per farti sentire un po’ meglio?-le domandò lui con un frammento di speranza nella voce.
-Come?-domandò lei.
-Beh, ecco…se c’è qualcosa che poteri fare per te…puoi chiedermi qualunque cosa…-rispose lui cercando di mantenere un tono rassicurante.
Kagome sorrise debolmente, asciugandosi alcune lacrime con la manica consunta, dopodichè iniziò a fissare un punto buio della stanza distrattamente assorta nel pensiero di qualcosa che le aveva appena sfiorato la mente. Appena pochi istanti e la sua espressione tornò triste e afflitta.
Chiuse gli occhi e appoggiò il capo sulla spalla del giovane.
-Co-cosa c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?-chiese lui titubante.
-No, no…Figurati…Sei stato molto gentile a dire così…-cercò di rendere la sua voce più allegra.
-E quindi?-.
-Eh?-chiese lei alzando il viso e guardandolo in volto.
-Beh, ci sarà qualcosa che vorrai fare in queste tre ore…-disse lui come se fosse logica come cosa.
Kagome arrossì appena e abbassò subito lo sguardo, come per nascondere ciò su cui la sua mente stava da poco indugiando.
-Che hai? Sei rossa in volto…Non sarà che stai male?-chiese lui prontamente, cercando di dare una spiegazione razionale al comportamento della ragazza.
-No, no, sto benissimo, davvero…-rispose lei cercando si sorridere, seppur debolmente.
-Oh, bene…-disse lui cercando un luogo dove tenere fisso lo sguardo.
-…Senti…-disse pianissimo Kagome.
-Sì?-.
-…Beh, ecco, quando prima hai detto che…che ti potevo chiedere qualunque cosa…beh, insomma…ci…ci sarebbe una cosa…però…non so se sia il caso…-continuò nervosamente con la voce che le tremava.
-E sarebbe?-chiese lui voltandosi guardarla.
-Ormai è inutile piangere…Devo accettare la realtà, ed il fatto che probabilmente Naraku…beh, insomma…hai capito, no?-disse seria cercando di fermare le lacrime che, di nuovo, iniziavano a farsi strada nei suoi occhi.
-Kagome…-disse lui guardandola triste.
Lei subito scosse la testa -Ma cosa faccio? Che piagnona che sono, vero?-disse sorridendo amaramente tra le lacrime.
Inuyasha la strinse più forte tra le sue braccia e lei arrossì leggermente.
-Non sai cosa darei per poterti evitare una cosa simile…-sussurrò piano.
-…A dire il vero…tu potresti…-la sua voce era quasi impercettibile, velata dalle lacrime silenziose.
Il mezzodemone la guardò perplesso mentre lei si stringeva nuovamente a lui, chiudendo gli occhi e nascondendo il capo tra le sue spalle. Allora lui la scostò lievemente da sé per poterla guardare in volto.
-E come…-chiese lui dubbioso mentre lei alzava lo sguardo fino ad incontrare il suo.
-Non posso impedire che avvenga, questo è vero, però…ci sarebbe un modo per renderlo meno traumatico da affrontare…-ma subito abbassò lo sguardo, triste, mentre altre lacrime le rigavano le guance ormai arrossate-No, scusami…Dimentica ciò che ho detto…Non posso chiederti una cosa simile…-tentò di asciugarsi un po’ le guance bagnate.
-Beh, io ti ho detto che potevi chiedermi ciò che…-iniziò lui.
-Ma questo è diverso, insomma…-l’interruppe lei arrossendo quasi impercettibilmente.
-Non importa…Ora come ora, non c’è niente che io non farei per farti stare almeno un po’ meglio…-disse lui deciso guardandola negli occhi. Entrambi arrossirono lievemente e Inuyasha voltò lo sguardo altrove. Kagome iniziò a fissare il pavimento.
Stettero in silenzio per alcuni momenti, dopodichè Kagome ruppe il silenzio.
-Lo faresti…davvero?-chiese lei timidamente.
-Tsk, in che lingua te lo devo dire ancora…-incominciò altezzoso-…ti ho detto che mi puoi chiedere quello che vuoi…io non rimangio mai la mia parola…-.
Kagome sorrise debolmente mentre lui continuava a fare il gradasso nel suo tipico atteggiamento.
-Hai capito allora?-disse lui infine ritornando serio.
Kagome annuì sorridendo timidamente mentre appoggiava di nuovo il capo sulla sua spalla.
-Inuyasha…-incominciò lei con voce incerta dopo alcuni istanti.
-Mh?-.
-Ma tu…insomma…hai capito cosa stavo cercando di chiederti…?-continuò fissando un punto indefinito nella buia stanza illuminata solo dalla tenue luce della candela poggiata a terra.
-Beh, non sarò un genio, ma non sono fesso fino a questo punto…-rispose lui fingendosi offeso.
-Scusami…non volevo offenderti…-tentò di scusarsi lei timidamente.
-Tsk, sciocchezze…Piuttosto…-disse lui scostandola da sé di modo da averla di fronte.
-Cosa…?-chiese lei guardandolo con aria interrogativa.
-Non voglio fare l’impiccione, però…il tempo passa…-le fece notare lui.
-Oh, allora…ehm…-incominciò lei nervosamente.
-Ok, ho capito…-disse lui risolutamente.
-Capito cosa?-domandò lei impacciata.
-Che se aspettassi te, lenta come sei, passerebbe una settimana…-rispose lui sospirando.
-Ehi!-esclamò Kagome guardandolo arrabbiata.
-Ma va’, stavo solo scherzando…-si giustificò lui sorridendo mentre lei sbuffava.
Poi, senza nemmeno accorgersene, Kagome si ritrovò stretta fra le sue braccia, e con le labbra unite dolcemente a quelle del ragazzo. I suoi occhi, da spalancati per lo stupore, si socchiusero lentamente, fino a chiudersi del tutto, mentre lei si lasciava cullare da quella forte emozione che pian piano le stava crescendo dentro.(qui, se potete, ascoltate “May It Be” di Enya)
Dopo pochi istanti, le loro labbra si separarono, e Kagome aprì lentamente gli occhi, pendendosi in quelli ambrati di lui. Lui la guardò un po’ imbarazzato e con un’espressione quasi triste.
-Kagome…io…lo vorrei molto…solo che mi sentirei…un approfittatore…-sussurrò piano.
-Ma cosa dici? Se sono io che te lo sto chiedendo!-lo interruppe lei accarezzandogli dolcemente una guancia mentre lui apriva lentamente gli occhi che aveva, solo pochi attimi prima, chiuso.
La guardò intensamente, era così perfettamente bella.
Lei gli sorrise dolcemente, avvicinandosi al suo viso, sino a raggiungere le sue morbide labbra, rimaste ancora appena dischiuse.
Un calore del tutto nuovo lo avvolse, nuove sensazioni gli nacquero dentro, e per la prima volta nella sua vita si sentì parte di qualcosa, si sentì felice di esistere.
L’abbracciò più forte, mentre lei passava le braccia attorno al suo collo.
Quando si separarono, lei si appoggiò a lui, bagnandogli la veste con le piccole lacrime che di nuovo avevano ripreso a sgorgare dai suoi occhi.
-Kagome…ti prego non piangere…-la supplicò lui.
-Se penso…se penso che questa potrebbe essere l’ultima volta che ti posso parlare e toccare…-disse lei tristemente fra i singhiozzi che avevano iniziato a scuoterla.
-Vorrà dire che renderò per te questa notte la più bella che tu abbia mai passato…-le sussurrò lui prendendole il viso tra le mani e asciugandole dolcemente le lacrime con le dita.
Lei lo guardò intensamente un attimo prima di rispondergli.
-Ma io…non voglio costringerti…-.
-Non mi stai costringendo…affatto…per me…è un onore anche troppo grande quello che mi stai offrendo…-le rispose lui dolcemente.
-Allora…per te và bene?-chiese lei timidamente, arrossendo appena.
-Sì…-rispose lui con un piccolo sorriso.
-Però io…non so come…-iniziò imbarazzata.
-Vorrà dire che ci affideremo alla fortuna del principianti…-disse lui mentre un lievissimo rossore gli si posava leggero sulle guance.
-Inuyasha…-sospirò sorridendo timidamente.
Gli passò una mano lungo il viso, sino ad arrivare alla fronte scostandogli così dei ciuffi argentati , per poi ridiscendere nuovamente fino alle labbra, ed infine sul mento.
Inuyasha raccolse le sue ultime lacrime, dopodichè la baciò.
Questa volta fu un bacio diverso, e quelli che seguirono, furono sempre più intensi e profondi.
Poco a poco, mentre le loro bocche continuavano a sfiorarsi e ad accarezzarsi, il loro vestiti iniziarono a scivolare, uno dopo l’altro, dolcemente a terra, fin quando non furono completamente svestiti, l’uno di fronte all’altra.
Si diedero un ultimo delicato bacio, poi lui si chinò a terra, raccolse la sua veste rossa e la distese sul pavimento ligneo a poca distanza da dove erano.
Prese Kagome per una mano, e la condusse accanto a sé, facendola sedere sul kariginou.
Intorno a loro regnava solo il silenzio, interrotto solamente dal battito frenetico dei loro cuori.
Poi, lui si sedette accanto a lei, rivolto nell’altro senso.
Il suo sguardo scivolò lungo il corpo della ragazza, indugiando sui punti ove Naraku aveva lasciato piccoli lividi. Con una mano le sfiorò delicatamente uno di questi, posto sulla sua spalla destra.
-Ti fanno male?-chiese dolcemente mentre lei alzava il volto per guardarlo.
-No, non preoccuparti…-rispose sorridendo dolcemente.
Inuyasha fece scivolare la mano lungo tutto il braccio della ragazza, sino a prenderle la mano.
-Ti prometto che quel mostro di Naraku non riuscirà più a farti del male…-disse serio stringendole la mano.
-Non serve, davvero…che mi consoli…-aggiunse lei dolcemente stringendo a sua volta la mano di lui.
-Questa è la verità, Kagome…Ti prometto che tutto questo diventerà solo un brutto ricordo…e che ne usciremo tutti insieme…-continuò l’hanyou guardandola negli occhi.
Lei gli sorrise ancora e lo abbracciò, mentre un brivido le attraversava tutto il corpo per l’aver sfiorato la sua nuda pelle calda. Lui arrossì lievemente.
-…Grazie Inuyasha…-gli sussurrò piano chiudendo gli occhi.
Il loro abbraccio si sciolse pochi istanti dopo, ed entrambi non sapevano dove guardare.
-Kagome…-iniziò lui rompendo il ghiaccio.
-Sì..?-disse lei guardandolo in volto.
-Te la senti davvero..?-chiese lui timidamente.
-Certo…-rispose lei sorridendogli dolcemente.
Detto ciò, la ragazza di lasciò cadere lentamente all’indietro, distendendosi sulla veste di hinezumi.
Inuyasha era a dir poco incantato e totalmente perso dalla sua bellezza.
Si chinò leggermente in avanti, ritrovandosi a guardarla diritto negli occhi.
Con una mano le accarezzò la guancia, avvicinandosi sempre di più, fino a baciarla.
Separatosi da lei, rimase a perdersi per un istante nel profondo del suoi occhi, mentre la ragazza gli cingeva le forti spalle con le sue braccia. Poi, lentamente, mosse il corpo fino a quando fu sopra a quello di lei. Il cuore gli batteva talmente forte che non si sarebbe per nulla meravigliato se gli fosse uscito dal petto per poter raggiungere quello della ragazza che lo stava abbracciando.
-Mi odierai per questo?-le domandò lui guardandola con aria colpevole.
-Odiarti? E come potrei? Non dire sciocchezze…-rispose lei dolcemente.
-Sei…sicura?-riprese serio.
-Sì…assolutamente…-disse lei infine, avvicinandolo a sé per baciarlo.
-E poi, se no il tempo passa…giusto?-riprese lei sorridendo.
Inuyasha annuì sorridendo un attimo prima di baciarla come mai aveva fatto prima.
Immerso in quel mare di emozioni, si lasciò lentamente scivolare su di lei, continuando a baciarla intensamente, fin quando i loro cuori presero a battere insieme sempre più velocemente, e lui la sentì finalmente sua mentre i loro corpi erano ormai uniti e il loro amore era infine fiorito.


Le stelle splendevano alte nel cielo, e le chiome degli alberi ondeggiavano dolcemente, cullate da quel vento silenzioso, così carico di tensione, di paura, di voglia di chiudere gli occhi, e sparire dai propri problemi, così da vederli lontani, sfuocati, come semplici ricordi dimenticati da tempo in un angolo del cuore.
Così si sentivano Sango e Miroku, seduti accanto al fuoco, in mezzo ad una radura.
Sango aveva voglia di piangere, l’idea che tutto di lì a poche ore sarebbe finito le metteva un’ansia insopportabile, e per quanto si mostrasse forte, nei suoi occhi aleggiava quella inquietudine che ti attanaglia il cuore, che ti mozza perfino il respiro.
Entrambi se ne stavano così, a fissare il fuoco scoppiettare, ignaro del loro triste avvenire.
Ciascuno meditava sui propri pensieri, che, per quanto potessero essere diversi, erano irrimediabilmente vicini, in qualche modo legati, perché sarebbe giunta la fine di tutto, e non potevano fare altro che sperare che sarebbe stato un lieto fine, e che si sarebbero salvati tutti.
La realtà, però, era molto amara.
Erano ormai passati lunghi giorni da quando Inuyasha e Kagome erano stati catturati e, per quanto fosse grande, la loro speranza cominciava a vacillare.
Improvvisamente Miroku alzò lo sguardo al cielo e ruppe il silenzio:
-Certo che è davvero una notte stupenda, non trovi?-disse sereno.
-Sì….già….-rispose Sango alzando lievemente il capo.
-Stavo pensando….dopo che avremo sconfitto Naraku….beh, sarebbe una bella idea fare un viaggetto tutti insieme…insomma….una specie di vacanza….conosco un posticino davvero perfetto…-continuò con occhi sognanti.
-Miroku…ma cosa dici? Parli come se dessi per scontato che noi domani vinceremo…-sospirò.
-Infatti è così! Noi vinceremo, e senza alcun dubbio-continuò.
-Ma come puoi dire così?! Pensa ad esempio a Kagome e a Inuyasha! Non sappiamo come stanno…e non sappiamo nemmeno se sono ancora….-la frase le morì in gola, e si strinse fra le ginocchia.
-Lo so….però…se almeno noi non ci crediamo fino in fondo e con tutti noi stessi…non possiamo sperare di vincere…non credi?-disse con tono serio, fissando la sterminatrice negli occhi, intensamente.
Lei sorrise debolmente, e lo ringraziò.
-Grazie…grazie, Miroku…-.
Entrambi tornarono a fissare il cielo cupo.
-Kagome….Inuyasha….cosa starete facendo adesso?-mormorò Sango, stringendosi nelle spalle.


Inuyasha si fermò un momento, sciogliendo così un lungo bacio e aprì lentamente gli occhi.
Lo stesso fece Kagome e si ritrovarono a guardarsi diretti negli occhi.
Avevano entrambi il fiato un po’ corto, e Kagome sorrise dolcemente. Sorrise anche lui, ma subito dopo si fece serio e guardò la ragazza con un’espressione lievemente imbarazzata.
-Cosa c’è?-chiese in un dolcissimo sussurro Kagome.
Inuyasha prese coraggio e deglutì.
-Ecco, io mi sento un idiota…a dirlo così…e so che non è il momento adatto…però, insomma…tu per me…io…Kagome, io ti am…-non finì neppure la frase che subito Kagome gli posò dolcemente un dito sulle labbra, sorridendo teneramente.
Passò la mano sulla fronte, scostandogli i meravigliosi capelli argentei, la fece poi scivolare lungo la guancia accarezzandola fino ad arrivare al mento.
Avvicinò lentamente il viso di lui al suo e, persasi per una meraviglioso istante nella profondità del suo sguardo, chiuse gli occhi baciandolo silenziosamente con la stessa dolcezza e innocenza del loro primo bacio e, subito, i loro corpi ripresero la loro magica danza, tornando così ad essere una cosa sola.


Nello stesso momento, nella foresta, una giovane sterminatrice di demoni e un monaco si alzarono, spensero il fuoco, e partirono, con mille paure e mille speranze.
Miroku mise una mano sulla spalla di Sango, e le parlò dolcemente infondendole coraggio.
Lei lo ringraziò, poi entrambi salirono in groppa a Kirara e, preso il volo, scomparvero avvolti nel buio della notte.


La tenue luce della candela ormai consunta illuminava debolmente l’ampia stanza buia.
I corpi dei due giovani smisero a poco a poco di muoversi, rimanendo, così, immobili.
Inuyasha diede dolcemente un ultimo bacio alla ragazza e si lasciò cadere lentamente, stanco, sul suo morbido corpo, poggiando il capo a fianco al suo, riprendendo a mano a mano il respiro.
Kagome fissava in silenzio il soffitto buio respirando profondamente.
In quegli ultimi istanti, quando ancora la loro danza era al culmine, le erano passati innanzi agli occhi flash sbiaditi degli ultimi mesi della sua vita, ovvero di come era caduta nel pozzo del tempio, di come si era ritrovata sola in un’epoca a lei sconosciuta, di quando aveva incontrato per la prima volta Inuyasha e di quando l’aveva liberato dal sigillo, flash lontani delle persone che aveva conosciuto, e flash sfuocati di tutti i momenti felici e tristi che aveva passato.
Una lacrima amara le scivolò lungo la guancia.
Subito, Inuyasha ne percepì l’odore e alzò il capo preoccupato per guardarla.
-Kagome, cos’hai? E’ per caso colpa mia...?-le chiese lui preoccupato.
-No, no…tu non centri…-lo rassicurò lei dolcemente voltando di poco il volto fino a specchiarsi negli occhi ambrati di lui che la guardavano ancora con apprensione.
-E’ solo che…vorrei che il tempo si fermasse…-continuò lei mentre altre lacrime sgorgavano dai suoi occhi bagnandole le calde guance.
-Kagome…-mormorò lui fissandola triste.
-I-io…non voglio perderti…-disse in un soffio, con gli occhi velati di lacrime.
Inuyasha, allora, l’abbracciò forte e si spinse indietro con le gambe, fino a ritrovarsi disteso sul fianco sinistro. Le diede un leggero bacio sulla fronte, appena umida, le mise dolcemente una mano dietro la nuca e l’altra dietro la schiena, mentre lei nascondeva il viso nel suo petto, piangendo silenziosamente.
-Su, non piangere…Lo sai che non sopporto di vedere una donna in lacrime, specialmente se si tratta di te…-le sussurrò lui cullandola dolcemente.
-Lo so, e mi dispiace però…non ci riesco…io non voglio che questa notte finisca…ho paura di ciò che potrà accadere domani…-mormorò cercando di fermare inutilmente le lacrime.
-Stai tranquilla, capito? Ho giurato a me stesso di proteggerti…e a qualunque costo… Non devi aver paura…non ti lascerò mai nelle grinfie di quel maledetto…-la rassicurò lui.
-Ma tu…?-chiese lei debolmente.
-Beh, in un modo o nell’altro, me la caverò…non sono un tipo qualunque, del resto…e con la mia Tessaiga, vedrai che lo ucciderò…-continuò cercando di infonderle sicurezza.
-Non voglio che ti accada nulla…-disse lei in un sussurro stringendosi a lui e chiudendo gli occhi.
-Non mi farò sconfiggere da lui…e ti prometto che rimarremo sempre insieme, perché nessuno potrà mai dividerci…-le disse infine lui.
-…Grazie Inuyasha…-gli sussurrò lei.
Lui la strinse a sé ancora di più e si distese sulla schiena, lasciando che lei stesse sopra di lui.
Le accarezzò dolcemente la testa, passando le dita fra i suoi lunghi e profumati capelli.
-Ora dormi…-le disse piano.
-Però il fatto delle tre ore…-intervenne lei preoccupata.
-Non preoccuparti di questo…rimarrò io a vegliare…ora pensa a dormire…-le rispose lui.
-Allora…buonanotte…-mormorò lei sorridendo timidamente.
-‘Notte…-rispose lui continuando a passare leggermente, quasi impercettibilmente, la mano sulla schiena di lei, accarezzandola dolcemente.
Kagome chiuse gli occhi lentamente e subito venne travolta da una stanchezza tale che ogni suo sforzo per restare sveglia sarebbe stato vano. Stava infatti per addormentarsi ma, un attimo prima di cadere nel mondo dell’oblio perfetto, -Ti amo…-sussurrò.
Inuyasha sorrise mentre con lo sguardo fissava il soffitto ligneo vecchio e consunto della stanza.
Subito, però, quel sorriso svanì, e l’hanyou sospirò stancamente.
Mancava poco, lo sapeva.
Aspettò che Kagome fosse addormentata del tutto, poi lentamente si mise a sedere e con delicatezza rivestì piano la ragazza che dormiva tranquilla fra le sue braccia, dopodichè la stese dolcemente a terra, raccolse la sua veste e infine si rivestì.
Prese Kagome in braccio, si appoggiò al muro ligneo, chiuse gli occhi e attese.

Non seppe quanto tempo passò…seppe solo che per tutto quel tempo, non aveva fatto altro che sperare…sperare che quello sarebbe diventato davvero solo un brutto ricordo…
Aveva consolato Kagome con parole pronunciate da lui stesso, ma in fondo, nemmeno lui ne era fermamente convinto…certo, avrebbe voluto esserlo…ma non lo era…
Stava ancora meditando su questi tristi pensieri, quando una presenza gli fece dapprima muovere le orecchie, poi alzare il capo in direzione dell’entrata della stanza.
Pochi istanti dopo comparve la figura di una donna con un lungo ventaglio in una mano, e una candela nell’altra.
La donna entrò nella stanza, illuminandola con la candela.
Osservò in silenzio i due, appoggiati alla parete lignea. Sorrise.
-Beh, avete mantenuto la parola…e di questo vi ringrazio…-disse infine.
Inuyasha distolse lo sguardo da Kagura e avvicinò il viso a quello di Kagome, per dirle di svegliarsi. Quella, dopo un gemito, aprì gli occhi, si voltò e osservò un momento Kagura.
Poi, si scostò dall’abbraccio dell’hanyou e si alzò in piedi.
Dopotutto, sapeva quello che doveva fare. Avevano dato entrambi la loro parola.
Inuyasha si alzò e si avvicinò al luogo dove sarebbe stato imprigionato nuovamente, come aveva fatto Kagome.
Kagura si avvicinò prima a Kagome, la legò alle travi, in silenzio.
Poi, si volse verso il mezzodemone, e fece lo stesso con lui.
Mentre lo sistemava, non riuscì a trattenersi:-Bravi…siete stati fortunati che mia sorella Kanna fosse qui con me al palazzo…altrimenti Naraku avrebbe potuto spiarvi con lo specchio…e a quanto immagino…non ne sarebbe stato molto felice…-disse sorridendo maliziosamente e fissando Inuyasha di sottecchi.
Lui non rispose. Guardava un punto indefinito della stanza.
Kagura diede un’ultima sistemata ad entrambi, poi fece per uscire quando ad un tratto si fermò sulla soglia.
-Chissà…magari tutta questa faccenda potrebbe finire in un modo inaspettato…chi lo sa…
beh, vi saluto…e grazie ancora…-e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.
Inuyasha volse ora lo sguardo verso Kagome, e incrociò i suoi occhi.
Vi si poteva intravedere una cosa sola: tristezza
-Fatti forza, Kagome…sono sicuro che gli altri verranno a salvarci….e che insieme sconfiggeremo Naraku!-disse cercando di sfoggiare uno dei suoi soliti sorrisi beffardi e battaglieri.
Lei lo guardò e lo ringraziò con un timido sorriso.

-Miroku, allora, vedi niente?-
-No, Sango….niente…qui non c’è assolut….aspetta!! vedo qualcosa!! Si, e sento anche un’aura malvagia!! Non c’è dubbio, è da quella parte!-.
-Perfetto! Su, Kirara, andiamo!-disse la giovane.
Insieme, e più veloce che potevano, si diressero verso la direzione indicata dal monaco, e poco dopo cominciarono a distinguere i contorni del vero palazzo della famiglia Hitomi.
Sango riconobbe immediatamente quel luogo, dove aveva assistito all’assassinio di suo padre e dei suoi compagni per mano del suo fratellino Kohaku,e dove successivamente era stata ridotta in fin di vita proprio da quest’ultimo. Tutto per colpa di Naraku.
Strinse i pugni, e Miroku, accortosi della cosa, si affrettò a dire:
-Finalmente ci siamo…è arrivata la resa dei conti…finalmente potremo vendicarci per tutto il male che abbiamo subito…-.
-Sì…e libereremo Inuyasha e Kagome….perché siamo ancora in possesso di un frammento della Sfera…dell’ultimo….-.
Dicendo questo, si inoltrarono nell’oscurità, che si faceva sempre più fitta, riuscendo, grazie al potere del frammento, perfino a penetrare la barriera.


Il tempo che passava sembrava non finire mai.
Tutto quello che era accaduto loro solo poche ore prima sembrava già un ricordo sfuocato.
Kagome si stava fissando i piedi in silenzio, persa tra i suoi pensieri.
Inuyasha, invece, stava con gli occhi chiusi e le orecchie tese, pronto a percepire anche il minimo rumore. Nel silenzio totale che regnava nella stanza, poteva percepire i respiri di Kagome, e perfino i lenti battiti del suo cuore. Si sentiva un groppo alla gola.
Avrebbe voluto liberarla e portarla lontano da quel maledetto castello.
Mentre rimuginava su questo, sentì aprirsi, con un cigolio sinistro, prima la botola della stanza antecedente, e subito dopo quella della stanza dove si trovavano.
Sapeva perfettamente chi stava entrando, lo sapeva dall’odore.
Non fu per nulla sorpreso, infatti, nel vedere entrare nella buia stanza, accompagnato da Kagura, che teneva in mano una candela, la persona che più di ogni altra cosa non avrebbe voluto vedere:
Naraku.
Questo entrò lentamente, ignorando il mezzodemone, e concentrando entrambi gli occhi su Kagome, che aveva sussultato leggermente, avendolo visto entrare.
Naraku le si avvicinò e la guardò penetrandola con lo sguardo.
Lei subito cercò di evitarlo, volgendo di scatto la testa.
-uh, uh…siamo timide…allora, ti è passata la voglia di mordere, mia cara miko?-.
Lei non rispose, e continuò a fissare l’oscurità della stanza.
Divertito dall’atteggiamento di lei e del fatto che lo sguardo di Inuyasha era fisso su di loro, prese con una mano il volto di Kagome e si mise a contemplarla con sguardi lascivi.
-Sai, se solo fossi un po’ più accondiscendente, non sai come potrei farti divertire…-disse malignamente. Inuyasha sentì il proprio sangue cominciare a pulsare più forte.
-Piuttosto che diventare un tuo giocattolo, preferirei morire!-rispose lei convinta.
-Ah, davvero? Allora ti accontento….ma prima sentiamo cosa ne pensa il tuo amico…allora, Inuyasha…cosa preferiresti? Preferiresti che la uccidessi sotto ai tuoi occhi, oppure che mi divertissi un po’ con lei?-chiese sorridendo malignamente.
-Mostro…-disse Inuyasha in un sibilo.
-Ti ho messo in crisi, eh? Beh, scusa ma ora vorrei divertirmi un po’ con la tua amichetta…uhm, vediamo…da dove potrei cominciare? Ah, trovato….-esclamò infine, mentre si avvicinava ulteriormente a lei e cominciava ad infilare l’altra mano sotto la sua maglietta.
Kagome emise un gemito di disappunto, mentre cercava inutilmente di allontanarsi da lui.
-Naraku, brutto bastardo!! Lasciala subito stare!!! Altrimenti…-.
-Altrimenti cosa? Illuso, credi davvero di farmi paura? Senza la tua Tessaiga sei solo uno stupido moccioso…-disse maliziosamente mentre posava il capo sul collo di Kagome, inebriandosi del suo profumo.
-Dannato!!!-.
-Suvvia…perché te la stai prendendo tanto? Chissà quante volte tu, Inuyasha, avrai assaporato il suo dolce profumo…ora lascialo fare anche a me…e poi…non ho nemmeno cominciato a divertirmi…-.
Cominciò a far salire la mano lungo i fianchi della ragazza.
-Lo sai, Inuyasha, la sua pelle è davvero liscia…-disse mentre spostava la mano in altri punti.
-…e il suo corpo è davvero perfetto…non ha proprio nulla da invidiare ad una bella donna di malaffare…-disse con una nota di piacere nella voce, come se pregustasse ciò che avrebbe fatto di lì a poco.
Inuyasha non riusciva più a trattenersi…la testa gli pulsava per la rabbia…voleva ucciderlo, voleva ucciderlo con tutte le sue forze.
Naraku, intanto, continuava ad assaporare il suo profumo, e con la mano stava scostandole i capelli dal collo, con l’intenzione di baciarlo quando si accorse di una cosa che non aveva notato prima.
Guardò quel segno prima con stupore, poi con rabbia allo stato puro, dopodichè prese ad annusare più attentamente la pelle della ragazza, e i suoi occhi mandarono scintille quando si accorse di sentire anche un altro odore, un odore che non era il suo.
Irato, ritrasse la mano da sotto la maglietta di Kagome, la guardò furibondo, e le tirò un tremendo schiaffo. La ragazza rimase con il volto rivolto, mentre cominciava a tremare.
Naraku si voltò verso Inuyasha, che lo guardava con profondo risentimento, si avvicinò a lui e gli tirò un fortissimo pugno nello stomaco. L’hanyou gemette di dolore.
A questo punto, Naraku gli si avvicinò e cominciò ad annusargli l’incavo del collo, e digrignò i denti sentendo quel maledetto odore….l’odore di Kagome.
-Ma bene…ora comincio a capire…a quanto pare te la sei spassata con la tua amichetta mentre io ero via…-disse con odio, fissandolo negli occhi.
-Solo…mi resta da capire come…-disse mentre i suoi occhi indugiavano nel buio della stanza, fino a posarsi sulla donna che teneva la candela in mano.
Questa subito si scompose, guardando nervosamente il suo interlocutore.
-Kagura…-disse lui sibilando.
-Na-Naraku…non…-cominciò lei, portandosi istintivamente una mano sul petto.
-…sei stata tu….-continuò lui.
-…non…è come credi…ecco io…-.
-Razza di stupida…vuoi forse morire? Hai idea di quello che hai fatto?-chiese lui furente.
Detto questo si girò ancora verso Inuyasha e gli tirò un calcio nell’addome tanto forte da far tremare
Tutta la stanza.
-Inuyasha!- gridò Kagome.
Dopodichè Naraku cominciò a camminare in direzione di Kagura, infilando la mano destra sotto il kimono. Un brivido di paura corse lungo la schiena della donna, già cosciente di cosa stesse cercando sotto la veste. Una goccia di sudore freddo le scivolò lungo la tempia sinistra.
Improvvisamente si udì un boato assordante provenire da fuori, e tutti si voltarono in direzione del fragore. Subito dopo si udì un altro schianto, seguito dall’urlo di una giovane donna che gridava:
-NARAKU!-.
-Sango!-gridò Kagome con un barlume di speranza negli occhi.
Al contrario, sul volto di Naraku, si dipinse odio allo stato puro.
Ritrasse la manda sotto il kimono e, guardandola bieco, ordinò a Kagura:
-Kagura…per ora ti risparmio…ora vai a sistemare questi fastidiosi ospiti…e vedi di non tentare di giocarmi di nuovo…altrimenti…lo sai cosa succederà…-.
La donna, ancora col terrore negli occhi, fece un piccolo cenno d’ assenso e uscì dalla stanza, chiudendo la botola dietro di sé.
-Bene…e ora….torniamo a noi…non penserete davvero che lasci perdere tutto…-.
Kagome guardò preoccupata Inuyasha mentre Naraku si avvicinava proprio a lui.
-Inuyasha…comincerò proprio con te…ti lascerò in fin di vita a guardare la tua dolce Kagome che viene brutalmente violentata dal sottoscritto…ti piace come idea?-.
-Tsk, non vivrai abbastanza…-replicò lui beffardo.
Naraku assottigliò le fessure degli occhi in una smorfia contorta, gli tirò un pugno in pieno viso e poi avvicinò il proprio volto all’orecchio destro del mezzodemone, mentre portava il braccio destro dietro la schiena di lui.
-Mi dispiace per te, sporco mezzosangue, ma sarai tu a non uscire vivo da qui…-gli sussurrò malignamente, a voce talmente bassa che neppure Kagome riuscì a distinguere quelle parole.
Poi, sempre sorridendo malvagiamente, conficcò con forza il pugnale,che aveva di nascosto tirato fuori dalla veste, nella schiena di Inuyasha, all’altezza del cuore, facendolo penetrare del tutto.
Questo spalancò gli occhi, senza nemmeno gemere, poi voltò lo sguardo verso Naraku.
-Maledetto…-sibilò l’hanyou.
-E’ ciò che meriti…sporco mezzosangue…e ora…tocca a lei….-.

-Kagura!-gridò Miroku vedendo la donna che usciva dal palazzo con il ventaglio spiegato.
-Hiraikotsu!-gridò Sango, lanciando la sua micidiale arma in direzione della donna.
Questa deviò il boomerang, poi avanzando, urlò:
-Danza delle Lame del Vento!-.
numerose lame volarono verso la giovane sterminatrice, che fu presa al volo da Kirara.
-Ma guarda…il monaco e la sterminatrice di demoni…-.
-Kagura…-cominciò Miroku-…cosa stai aspettando? Le tue lame non erano affatto potenti come al solito! Cosa significa?-.
-L’hai capito subito, eh? Beh, semplicemente…almeno fatemi fare finta di combattere, no?-.
-Che vuoi dire? Non intendi ucciderci?-chiese Sango.
-No-rispose lei secca.
-Ma perché?-
-Ora come ora…per come stanno le cose…comunque non vivrei a lungo…non dopo quello che ho fatto…visto che Naraku mi ha scoperta…-rispose lei sarcastica.
-perché? Cos’hai fatto?-interruppe Miroku.
-Dovreste chiederlo ai vostri amici…-.
-Cosa? Inuyasha e Kagome? Allora stanno bene! Dove sono?!-chiese ansiosa Sango.
-sono nei sotterranei del castello…assieme a Naraku…-.
-Assieme a Naraku?-intervenne Miroku.
-Sì…e temo che se non correte subito a salvarli, potrebbero finire molto male…specialmente Inuyasha…-.
-Ma perché allora li ha tenuti in vita per tutto questo tempo?-chiese Sango confusa.
-Ve l’ho detto….perché ha scoperto cos’ho fatto….ma ora basta con le chiacchiere! Dovete muovervi…il posto…è quello laggiù…-disse indicando un punto con il suo ventaglio.

Nello stesso momento, Naraku si avvicinò alla ragazza e le afferrò violentemente il mento.
Questa tentò di liberarsi, ma vanamente.
-Vedrai, piccola schifosa, cosa ti faccio adesso…-.
“Inuyasha!” pensò Kagome disperatamente.
Nello stesso istante, il soffitto della stanza cedette, mentre un enorme boomerang si conficcava nel pavimento ligneo, in mezzo al fumo alzatosi per lo schianto.
Naraku si guardò intorno sbigottito, ritrovandosi il monaco e la sterminatrice nell’atto di colpirlo.
Schivò i colpi per un pelo, e balzò all’indietro, per evitare alcuni talismani di sigillo.
Si rialzò immediatamente, e rimase senza parole vedendo arrivare anche Kagura.
-Kagura! Cosa stai aspettando? Falli fuori! Uccidili!-le ordinò.
Come risposta lei sorrise e fece un cenno a Sango, che scagliò nuovamente la sua arma verso di lui, mentre Miroku gli si gettava addosso, con il bastone stretto nella mano.
Per evitare entrambi gli attacchi, fu costretto a balzare verso il foro nel soffitto.
Dopodichè la sterminatrice sguainò la katana, e Kagura lanciò le sue lame di vento alla massima potenza contro colui che era stato il suo padrone, e creatore.
Naraku si ritrovò, quindi, al di fuori dal castello.
Sango e Miroku lo seguirono immediatamente, uscendo anch’essi.
Rimase solo Kagura,la quale schioccò le dita e subito le corde che legavano Kagome e Inuyasha svanirono. Il mezzodemone finì sul pavimento in ginocchio, subito si rialzò e prese tra le braccia Kagome, che stava per cadere.
-Kagome, tutto bene?-
-Sì, sì…sto bene…-.
-Vi conviene muovervi…ad andarvene da qui…i vostri amici vi staranno aspettando..-.
-Kagura…-mormorò Kagome.
-Ah, un’altra cosa…Inuyasha, se cerchi Tessaiga, devi andare nell’ala ovest del castello… non è distante da qui…-concluse la donna dirigendosi verso lo squarcio nella parete.
-Kagura!-la chiamò Inuyasha.
-Sì?-.
-….grazie….per tutto…-disse.
-Sì, beh…tanto, prima o poi mi sarei rivoltata a Naraku…-. Dicendo così, se ne andò.
I due ragazzi rimasero a fissarla, mentre a poco a poco la sua figura svaniva nell’oscurità.
Poi, Inuyasha si voltò verso Kagome.
Stettero a guardarsi negli occhi per alcuni istanti.
-Su…andiamo…-disse ad un tratto lui.
-Sì…-rispose lei, mentre lui la prendeva in braccio.
Fece per saltare verso l’apertura, quando una tremenda fitta lo colpì dritto al cuore.
Barcollò e ricadde a terra.
-Che cos’hai?-gli chiese preoccupata Kagome.
-Nulla…non ti preoccupare…-mentì lui-…è solo un po’ di stanchezza…-.
-Sicuro?-.
-Sì…non preoccuparti…dai…reggiti forte…dobbiamo andare…-.
Detto così, saltò su e cominciò a correre verso l’ala ovest del castello, per riprendere Tessaiga.
Mentre stavano correndo, Inuyasha sentì ancora numerose fitte al cuore.
La ferita provocata dal pugnale gli bruciava in modo lancinante, e cominciava a sentirsi davvero stanco. Ma non doveva cedere. Doveva resistere. Per gli altri. Per Kagome.
In poco tempo raggiunse la stanza designata, e riuscì a sentire la presenza di Tessaiga. Entrato, la vide subito, appoggiata su un basso tavolino in legno, al centro della stanza.
L’aria era terribilmente pesante, così lasciò sulla soglia Kagome e si accinse a riprendere la sua spada. Giunse dinnanzi al tavolino, si chinò per prenderla quando si accorse del sangue che stava colando sul pavimento, del suo sangue. “Dannazione…questo è un bel guaio…se Kagome dovesse vedere il sangue…”. Si affrettò ad impugnare la spada e a infilarla nella fascia del suo kimono.
Raggiunse Kagome sulla soglia, le sorrise mostrandole Tessaiga di nuovo al suo fianco, e, insieme, si diressero all’esterno del palazzo, dove lo scontro era giunto ad un punto cruciale.
Quando stavano per uscire, Kagome strinse la manica di Inuyasha e gli indicò il cielo.
-Inuyasha, guarda! Sta albeggiando! La luce del sole…da quanto non la vedevo…-disse.
-Già…ora è meglio se ci muoviamo…ora che ho di nuovo la mia Tessaiga, posso ribaltare le sorti del combattimento…-concluse lui.
Infine, arrivarono sul campo di battaglia.
Sango stava raccogliendo il suo Hiraikotsu, mentre Miroku, ansante, si stava aggrappando a Kirara.
Evidentemente, lo scontro aveva preso una brutta piega.
-Kagome, io vado…-disse lui stringendo l’elsa di Tessaiga.
Lei lo guardò preoccupata.
-Mi raccomando, Kagome…mettiti al riparo…non voglio che tu corra rischi…-.
Fece per andarsene quando lei lo chiamò. Lui si voltò verso di lei.
Kagome gli si avvicinò e, aggrappatasi con le mani alla sua veste, poggiò il capo sul suo petto.
-Promettimi che non ti accadrà nulla….-disse lei piano.
-….te lo prometto…-disse lui alzandole il viso.
-Ora vai a trovare un riparo…a quanto pare, non c’è tempo da perdere…devo risollevare la situazione…-concluse lui sciogliendosi dall’abbraccio e correndo verso il cuore della battaglia.
-Naraku!-esclamò l’hanyou sfoderando Tessaiga,-Fatti sotto!!-.
Il demone malvagio si voltò verso di lui.
-Inuyasha! Ma allora…sei salvo!!-Sango si era accorta di lui, e lo stesso aveva fatto Miroku.
Entrambi emisero un sospiro di sollievo nel vederlo.
-E così sei ancora vivo? Non ti facevo così resistente! Ah,ah, ah!-lo derise Naraku.
-Non scherzare con me, lurido bastardo! Ora ti farò pagare per tutto quello che hai fatto!-.
-Oh, tremo di paura…-disse lui ridacchiando.
-Preparati a morireeeee!!! TAGLIO NEL VENTO!!!!!-.
Un’ondata potentissima travolse Naraku alzando un vento potentissimo e coprendo tutto lo scenario con un densissimo fumo.
Dal luogo in cui si era riparata, Kagome osservava la scena in piena tensione.
Strinse fra le mani con forza l’arco che era andata a cercare dopo essersi separata da Inuyasha.
La foschia cominciò a diradarsi, mostrando la lama rossa di Tessaiga.
Improvvisamente, una risata maligna irruppe nell’aria.
-Ah,ah, ah!! Tutto qui quello che sai fare, sporco mezzosangue?-chiese beffardo.
-Da-dannato!!!-. Inuyasha stava cominciando ad avvertire il dolore invadergli tutto il corpo, lentamente, come un veleno che comincia ad ucciderti poco per volta, e la vista gli si stava cominciando ad offuscare.
-Certo, non ci si può aspettare molto da te, visto come sei ridotto…chissà….forse questa notte ti sei affaticato troppo….-continuò Naraku, con un sorriso maligno ed intriso d’odio.
-Devo ammettere che mi fai quasi pena…mezzodemone….hai lottato con tutte le tue forze contro di me, e per cosa? Per morire? Per vedere la tua donna diventare mia? Poveraccio…che sorte terribile….sembra proprio che la dea dell’amore ti odi a morte…già…perché tutte donne che ami sono destinate a morire…e, fatalità, proprio a causa mia…-concluse ghignando maliziosamente.
-Sta’ zitto, essere disgustoso…-cominciò Inuyasha stringendo ancora più forte l’elsa della spada.
-Sta’ zitto….maledetto….-continuò prendendo la rincorsa e alzando la spada in aria.
-TI ODIOOOOO!!!!!!-gridò con quanta voce aveva in gola.
Questa volta il colpo fu ancora più potente.
Quelle parole avevano acceso l’odio di Inuyasha ancora di più di quanto già non fosse.
Dopo aver lanciato il colpo si era gettato su Naraku, cercando di colpirlo ancora e ancora.
Senza rendersene conto, aveva gettato tessaiga e ora stava fronteggiando il suo peggio nemico a mani nude. Gli sferrò un poderoso calcio destro, ma Naraku, con la sua energia, lo scaraventò a terra. Kagome si lasciò sfuggire un piccolo grido, rivelando la sua posizione.
-Ma guarda chi c’è…. La nostra cara miko….anzi…miko non è un nome che ti può star bene… su…non farti pregare…vieni qui a guardarmi mentre faccio a pezzi il tuo adorato mezzosangue..-.
-Na-naraku……-disse Inuyasha alzandosi a fatica.
-Il tuo avversario….sono io!-.
-Sei davvero incredibile…resisti ancora al dolore? Proprio notevole…-osservò Naraku con gusto.
-credimi, Inuyasha…vorrei davvero toglierti di mezzo, ma prima mi devo occupare della sterminatrice e del bonzo…dopotutto…sono loro ad avere l’ultimo dei frammenti della mia Sfera..-.
-Illuso!-gridò Sango stringendo il suo boomerang.
-Credi davvero che te lo lasceremo prendere?-l’apostrofò Miroku.
-E voi, davvero credete di rappresentare un pericolo per me? La mia parte di Sfera è praticamente completa…anche grazie a quello stupido moccioso…Kohaku…-rispose lui in un ghigno.
-Maledetto! Cos’hai fatto a Kohaku?! L’hai ucciso?-chiese irata la giovane sterminatrice.
-Chi lo sa….può anche darsi…sai, al momento mi sfugge…-rispose Naraku ironicamente.
-Naraku, brutta bestia!!! Ora ti facciamo vedere noi!!!-urlò il monaco.
-Davvero? E come? Non vorrai dirmi che ti sei già dimenticato che non puoi usare il tuo vortice per risucchiarmi visto che la Sfera è in mano mia….-.
-Quel dannato….ha ragione…-disse Sango furibonda,-Ma qualcosa di sicuro potremo farlo!!!-.
-Esatto, perché ci sono anch’io!!-.
-Kagome!-gridarono all’unisono Inuyasha, Miroku e Sango.
-Non posso starmene a guardare…anch’io voglio ucciderlo tanto quanto voi…-continuò lei.
-Oh, oh…allora eccoti dov’eri finita!-disse meravigliato, ma compiaciuto, Naraku mentre la ragazza correva fino a raggiungere i suoi compagni.
-Kagome! Ti avevo detto di starne fuori!!-le gridò duro il mezzodemone.
-E lasciarvi combattere da soli? Non voglio! Avete sempre fatto tanto per me, tutti quanti…e ora voglio fare anch’io qualcosa!-rispose lei determinata.
Inuyasha la guardò, e la sua espressione era triste e preoccupata.
-Kagome, io non voglio che tu…-iniziò a bassa voce.
-Non mi accadrà nulla! Con il mio potere spirituale posso tenerlo lontano…-rispose lei.
Inuyasha la fissò per un altro istante, poi annuì e si volse nuovamente in direzione del suo nemico.
-Ora che vi siete di nuovo riuniti, non posso certo rimanere qui a non far nulla…-sogghignò Naraku alzando un braccio e richiamando a sé un’enorme orda di demoni-…vi devo dividere, ovviamente…-concluse ridendo malvagiamente.
Fece un cenno in avanti con la mano e subito i demoni si gettarono addosso ai nostri.
Sango, sebbene la stanchezza iniziasse a farsi sentire, lanciò di scatto il suo Hiraikotsu, abbattendo alcuni demoni e facendone sgorgare copioso lo scuro sangue, dopodichè sguainò per l’ennesima volta la sua spada, iniziando un duro e pensante combattimento corpo a corpo.
Miroku, sempre inabile ad usare il suo vortice dal momento che i suoi compagni e Naraku stesso erano mischiata ai numerosi demoni, si affannava a lanciare i suoi talismani, riuscendo quasi sempre ad abbattere gli oni, e, quando ciò non avveniva, repentinamente li colpiva a morte con il suo bastone.
Inuyasha, celando assolutamente il dolore e la fatica che lo stavano poco a poco logorando e stremando, abbatteva i demoni uno dopo l’altro, con veloci colpi di spada, mentre Naraku, che lo guardava fisso, sorrideva divertito assaporando già il momento in cui avrebbe ceduto.
Il mezzodemone si fermò un momento, a riprendere fiato. Si aggrappò impercettibilmente alla sua spada gigante. Le forze lo stavano davvero lasciando.
Strizzò gli occhi, come per cacciar via il pensiero del dolore, e riprese a combattere.
Kagome, che con le sue frecce era riuscita ad abbattere numerosi demoni, guardava preoccupata l’hanyou, sapendo anch’essa che non poteva più usare colpi come il Taglio nel Vento, per paura di coinvolgere gli altri. Accortasi che non era il momento per fermarsi a pensare, estrasse l’ennesima freccia e la scagliò in un istante contro un demone che la stava per colpire.

Kagura, nel frattempo, giaceva a terra vicino alla scalinata principale del castello, respirando a fatica, con una mano giunta al petto, proprio all’altezza del cuore.
Non le era stato, infatti, perdonato il suo tradimento.
Cercò di rialzarsi, ma subito cadde nuovamente, tenendo sempre stretto, però, il suo ventaglio.
-Davvero è questa la mia fine…?-pensò sarcastica respirando affannosamente.

Naraku continuava ad osservare divertito i suoi nemici che combattevano senza sosta.
Stringeva in mano la sua Sfera, alla quale mancava solamente un piccolissimo frammento.
-Uhm, chi lo avrà il frammento? La giovane sterminatrice, o il monaco? Dopotutto, però, non c’è fretta…Li lascerò stancarsi per bene, prima di passare alla vera resa dei conti…-disse tra sé.
Gli altri, nel frattempo, iniziavano a venir meno alle loro solite capacità:
Sango non era più agile come nel pieno delle sue forze, e i talismani di Miroku sembravano ora, molto meno efficaci. L’aura malsana del castello che li circondava, oltretutto, contribuiva al loro sfinimento progressivo e inevitabile.
La stessa Kagome si sentiva sfinita. Scoccare frecce le sembrava molto più faticoso.
Inuyasha, ormai, aveva fitte continue, respirava a fatica e iniziava a non distinguere più bene le figure che gli si prospettavano davanti. Pregava tutto il suo corpo di resistere ancora, per uccidere Naraku, per salvare la vita dei suoi compagni, per salvare la sua Kagome.
Naraku, dall’alto della sua posizione, sorrise malignamente e, con un balzo, si posò nello spiazzo in cui gli altri stavano combattendo.
Applaudì sarcastico quando cadde a terra senza vita l’ultimo dei numerosi demoni che aveva richiamato a sé.
-Ma bene…Devo ammettere che mi avete stupito…Specialmente tu, Inuyasha…non pensavo che avresti retto fino a questo punto.
-Tsk, ora la smetterai di ridacchiare, bastardo!! Abbiamo sconfitto tutti i tuoi demoni!! Ora sei rimasto solamente tu!-esclamò Inuyasha stringendo forte la sua spada e guardandolo con odio allo stato puro.
-Appunto…Il bello comincia adesso…Se proprio lo vuoi sapere, vi ho mandato quell’orda di demoni al solo scopo di privarvi di gran parte delle vostre energie…e, a quanto vedo, il mio piano ha funzionato alla perfezione…-disse sorridendo diabolicamente.
-Non ti montare la testa!! Le mie energie rimaste bastano e avanzano per far fuori un lurido verme come te!!-rispose agguerrito l’hanyou.
-Uh, uh…come sei tenace…Lo riconosco, sai…mi piaci come essere…hai una volontà indomabile…Certo, mi sarebbe piaciuto unirti al mio corpo, ma ormai è tardi…-e qui la sua espressione ridivenne seria-…e non posso lasciarti vivo dopo che ti sei preso gioco di me, divertendoti con la tua amichetta nel mio castello, sotto al mio naso!!!-gridò scaraventandosi addosso al mezzodemone e colpendolo con una forza inaudita.
Questo fu scaraventato a parecchi metri di distanza, alzando una nuvola di polvere.
-Inuyasha!!-gridò Kagome guardandolo terrorizzata.
Inuyasha si mosse dolorante, mettendosi, con estrema fatica, a sedere, aprendo gli occhi.
-Da-dannazione…-mormorò in un soffio guardando la sua Tessaiga, che era finita impiantata a parecchia distanza da lui.
Naraku non perse tempo, come un fulmine gli fu di nuovo vicino, e lo colpì ancora, facendo tremare perfino la terra.
Kagome gridava disperata il suo nome, non riuscendo più a trattenere le lacrime che cadevano ormai come pioggia dai suoi bellissimi occhi nocciola.
Miroku osservava la scena aggrappato a Sango e a Kirara, per non cadere, visto che era rimasto ferito alla gamba destra. Anche la sterminatrice aveva riportato numerose ferite, e guardava impotente la scena, con in mano parte del suo boomerang, rimasto spezzato durante lo scontro.
Naraku, deciso assolutamente a farlo morire nel modo più lento e doloroso, si fece nuovamente divino ad Inuyasha, ma questa volta si scansò appena in tempo da una freccia che Kagome aveva appena scoccato per tenerlo lontano dal mezzodemone.
-Tu, stupida ragazzina, non ti intromettere!!!-gridò lui con gli occhi infuocati, allungando un suo tentacolo sino a lei e scaraventandola a terra violentemente.
-Kagome!-tentò di gridare il giovane, ancora steso a terra, tentando vanamente di rialzarsi per correre da lei.
Sango, allora, lasciò Miroku a Kirara e corse, o meglio, raggiunse il più velocemente che poteva Kagome, e la aiutò a rialzarsi.
Naraku approfittò del momento e prese per la veste Inuyasha, guardandolo con profondo risentimento. Poi, i suoi occhi mandarono un bagliore di pazzia e sorrise perfidamente.
-Di’ addio e questo mondo…e porta i miei saluti alla tua Kikyo, quando vi rivedrete, nell’altro mondo…-ghignò il demone.
-Bastardo…-sibilò Inuyasha tentando con tutto sé stesso di liberarsi dalla presa.
-Non ti sforzare inutilmente…se vuoi che ti libero, basta che me lo chiedi…-disse ridendo e lanciandolo a terra con una violenza incredibile.
Inuyasha gemette di dolore e Kagome si coprì gli occhi, fra le lacrime.
-Bene, caro Inuyasha…hai qualche altro desiderio da esprimere, prima che io ponga finalmente fine alla tua inutile vita?-chiese retorico Naraku.
-..Ti manderò all’inferno…-disse questo con la poca voce che gli rimaneva, tremando per il dolore lancinante che provava nel solo respirare.
Naraku lo guardò e rise spietatamente. La sua fredda risata echeggiò per tutto il castello, rompendo quel silenzio demoniaco e spettrale.

Dal luogo in cui si trovava, Kagura la udì.
-Davvero è questa la fine…? N-non posso permettere a quel Naraku di averla vinta…Io sono il vento…e come tale voglio essere…No, Naraku…non sono ancora morta…non ti lascerò il possesso sul mio cuore…-disse seria alzandosi a fatica tenendosi aggrappata alla parete lignea del castello.
Osservò la scena e sorrise.
-Inuyasha…ricordati che mi devi un favore…-disse dirigendosi lentamente e silenziosamente verso il cuore dello scontro, tenendo stretto fra le dita il suo fidato ventaglio.

Naraku afferrò per la seconda volta Inuyasha e si elevò in aria, facendo alzare una nube di polvere da terra. Inuyasha era pressoché privo di forze. Tentava inutilmente di liberarsi dalla mano demoniaca che lo teneva bloccato in una morsa.
Lentamente, con l’altra mano, Naraku tirò fuori dalla sua veste la parte quasi totale della Sfera dei Quattro Spiriti. Il gioiello brillava di una luce buia e maligna.
-Guardala, Inuyasha…la mia Sfera è ormai completa…la mia vittoria è ormai scritta…-disse orgogliosamente e impavidamente il malvagio demone.
-Questo è tutto da vedere!!-gridò la voce di una donna.
Naraku si voltò meravigliato verso colei che aveva parlato e, prima che potesse accorgersene, una Lama di Vento gli aveva tagliato parte della mano, facendo cadere il gioiello a terra.
Naraku fissò allibito il suo tesoro che cadeva sulla polvere.
-KAGURA!!!-gridò con quanta voce aveva in corpo, volgendo lo sguardo verso colei che un tempo era stata parte del suo corpo demoniaco.
-Dovevi eliminarmi del tutto, quando ne hai avuto la possibilità…-lo canzonò lei sorridendo.
-Brutta schifosa!!! Ci penso subito, a toglierti di mezzo una volta per tutte!!-tuonò lui afferrando da sotto il kimono il suo cuore e stringendolo con quanta forza aveva.
Kagura spalancò gli occhi, e, senza pronunciare parola, si accasciò a terra, mentre il suo ventaglio le cadeva di mano, scivolando silenzioso sulla polvere.
-Così impari, stupido essere!!-urlò imbestialito Naraku.
Nello stesso istante, però, Sango si gettò come un fulmine nel luogo ove era caduto il gioiello e lo aveva raccolto, gemendo di dolore per le scottature che quello, essendo impregnato di aura maligna, le stava inferendo alle mani.
Subito tornò da Kagome, e gliela porse.
Ia ragazza la strinse forte a sé, in pochi istanti, l’intero gioiello poté nuovamente risplendere della sua antica luce pura e cristallina.
Naraku osservò quegli istanti con rabbia.
-NOOOOOO!!!!-gridò furente.
Senza esitare nemmeno un istante, Sango prese l’ultimo frammento dal suo vestito e lo porse a Kagome, la quale poté infine ricomporre la Sfera dei Quattro Spiriti.
Una luce bianca e calda avvolse la ragazza, che chiuse gli occhi.
-Brutta mocciosa!!! Restituiscimi la mia Sfera!!!!-le urlò furibondo Naraku.
Inuyasha, ancora stretto nella sua presa, approfittò del momento di distrazione e, facendo ricorso e tutte quelle poche energie vitali che gli rimanevano, si liberò con uno sforzo sovrumano dalla morsa e prese, a sua volta, Naraku da dietro, bloccandogli braccia e gambe.
Naraku lo guadò irato.
-NOOOO!!! La vittoria deve essere miaaa!!!!!-vociò mentre nubi scure coprivano il chiaro cielo del mattino. Un’ondata di vento freddo si infranse su di loro.
-Non ne uscirete vivi di qui…parola mia!!!-disse infuriato il malvagio demone.
Inuyasha resisteva ormai solo per la sua enorme forza di volontà.
Ormai non sentiva quasi più il suo corpo, tant’erano forti ed intensi il dolore e la fatica.
-Kagome!! Cosa stai aspettando?? Prendi una freccia e colpiscilo!!!-urlò con tutti il fiato che aveva in gola il mezzodemone.
Kagome lo guardò stupita e preoccupata.
-Cosa? Ma colpirò anche te!!-esclamò lei stringendo la Sfera.
-Non dire sciocchezze!! Ti sembra il momento di pensare a cose simili?! Muoviti finché riesco a tenerlo!!!-le ripeté lui stringendo i denti per il dolore.
-Ma tu…-iniziò lei preoccupata.
-Io mi leverò prima che la freccia mi colpisca!! Abbi fiducia!!!-la implorò l’hanyou.
Kagome lo guardò per un momento, poi annuì.
-Stolto mezzodemone, credi davvero che basti una ridicola freccia ad uccidermi?-.
-Lo stolto sei tu, Naraku…ora che non possiedi più la Sfera, sei solo un demone qualunque…-sibilò Inuyasha.
Kagome si fece coraggio, sostenuta dall’amica Sango.
Prese l’ultima freccia che le rimaneva, e tese l’arco stringendo il gioiello.
Improvvisamente una luce splendente la avvolse completamente, e Sango venne scaraventata via.
Kagome vide la Sfera svanire pian piano, mentre un calore stranissimo le nasceva dentro.
Senza capire come, avvertì una forza nuova dentro sé, si sentì potente.
Decisa a mettere fine a quell’eterna lotta, tese nuovamente l’arco, ancora avvolta dalla potente luce e, finalmente, scoccò la freccia purificatrice.
Questa volò rapida come un fulmine e colpì diritto al cuore Naraku, che, in un’ondata spaventosa di luce che abbagliò tutti, urlò per il dolore.
Inuyasha sentì le forze venirgli meno improvvisamente.
Naraku, ormai cosciente di essere stato sconfitto, lo guardò beffardo.
-Tsk, guarda che la freccia colpirà anche te…-sibilò piano all’hanyou mentre la freccia lo consumava lentamente.
Inuyasha non rispose, anche se sapeva che le sue parole erano vere.
Sentì, infatti, la freccia raggiungere la sua veste, trapassarla, sino ad impiantarsi nel petto.
Seguì un’esplosione assordante.
Quando il fumo fu dissipato, e gli altri poterono alzare gli occhi al cielo, senza che la luce intensa dell’esplosione li abbagliasse, Inuyasha sentì la freccia nel suo petto dissolversi magicamente, mentre il suo corpo, ormai stremato, cadeva velocemente a terra.
Kagome osservò la scena come ipnotizzata.
Subito, una lacrima le scese lungo la guancia destra.
-INUYASHAAAA!!!-gridò con tutta la sua voce.
Corse immediatamente da lui, mentre la polvere che si era alzata, a poco a poco, si dissolveva.

In una stanza buia del palazzo, le mani di una bambina vestita di bianco persero forza, lasciando cadere a terra uno specchio. Il vetro si infranse in mille e più frammenti, mentre le membra della bambina si consumavano lentamente, sino a svanire del tutto.
Nello stesso istante Kagura, rimasta immobile nel punto in cui era caduta a terra, mosse impercettibilmente le labbra e le palpebre, poi si portò lentamente una mano al petto.
Sulle sue labbra si posò un sorriso.
“Il mio cuore…è tornato…ora posso essere libera…libera come il vento…”

Il suo corpo giaceva immobile rivolto verso il basso, e a Kagome per poco non si fermò il cuore nel vederlo ridotto in quello stato.
Aveva il corpo ricoperto di piccoli tagli, e la sia veste era strappata in molti punti
Gli si fece fulmineamente vicino, e delicatamente lo rivolse verso di sé.
Sussultò nel vedere la profonda ferita che la sua freccia gli aveva inferto colpendolo al petto.
Aveva gli occhi chiusi, ed il volto in un’espressione di dolore.
-Inuyasha! Ti prego, rispondimi!-lo implorò lei fra le lacrime.
Il giovane mosse leggermente le palpebre, e lentamente aprì gli occhi.
La prima cosa che distinse fu il viso piangente di Kagome.
-Ka…Kagome…perché piangi?-chiese con un filo di voce.
-Sei uno stupido!! Avevi detto che non ti sarebbe accaduto nulla!! Avevi detto che la mia freccia non ti avrebbe colpito!! Invece…-disse singhiozzando profondamente.
-…Anche se la freccia non mi avesse colpito…non sarebbe cambiato nulla…ero già ferito…-l’interruppe lui piano.
-…Cosa?-domandò confusa lei.
-Naraku…prima…quando ancora eravamo nei sotterranei…dopo avermi colpito…mi ha conficcato un pugnale…nella schiena…per questo tu…non ti sei accorta di nulla…-rispose lui respirando a fatica, e strizzando leggermente gli occhi per il dolore.
Lei lo fissò allibita.
-…E perché non mi hai detto che eri ferito?! Perché?!-gli chiese lei continuando a piangere.
-…Perché…ti saresti preoccupata per me…-mormorò lui in un soffio.
-Almeno ora tu non saresti ridotto così!!-disse impotente mentre altre lacrime amare le cadevano lungo le guance ormai arrossate.
-Ma Naraku…sarebbe ancora vivo…-aggiunse lui.
-Non me ne importa niente!!! Lo vuoi capire che per me sei più importante??? Perché…? Perché hai fatto così…?- mormorò lei.
-Perlomeno ora tu sei salva…e al sicuro…per sempre…-rispose respirando profondamente.
Kagome lo guardò arrabbiata e triste.
-Ma non capisci che ciò di cui avevo paura non era di morire, ma di perderti?-gli disse fissandolo, disperatamente scossa dai singhiozzi.
-Kagome…ti prego…non fare così…-la supplicò lui.
-E invece faccio così, eccome! Sei stato uno stupido!! Hai rischiato di morire!!!-gridò lei.
Inuyasha la fissò triste e rassegnato.
-Ti sbagli…-disse piano.
-Eh?-.
-Io…tsk, detesto ammetterlo, però…io…sto già morendo, Kagome…-.
-Cosa…?-disse lei con un filo di voce, sbiancata in volto.
-…Con ferite simili…è difficile che io resista…anche se sono un mezzodemone…-.
-N-non dire così…Te la sei cavata in situazioni ben peggiori!! Non dirmi che ti lascerai sconfiggere per così poco!!-disse lei cercando di convincersi che fosse solo uno scherzo.
-…Anche se sopravvivessi…comunque stasera…ci sarà il novilunio…e, divenendo umano…morirò di certo…-disse lui stancamente.
-No…NO! TI PREGO NON DIRE QUELLA PAROLA!!!-urlò lei con la voce rotta dal pianto mentre poggiava il capo sul petto del ragazzo.
-Kagome…-mormorò lui tristemente.
-Sei…SEI UN BUGIARDO!!! AVEVI DETTO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO BENE!!! AVEVI DETTO CHE TUTTO SAREBBE DIVENTATO SOLO UN RICORDO!!! E…avevi detto che…che saremmo sempre rimasti insieme!!!-continuò con la voce che le moriva in gola per il dolore.
-Kagome, ascoltami…so che è difficile da accettare…ma le cose…non possono sempre andare come noi vorremmo…-disse piano sollevando dolcemente con una mano il viso della ragazza, per poterla guardare.
-Inuyasha…-sussurrò lei singhiozzando.
-Purtroppo è finita così…anch’io speravo finisse diversamente…però, se è destino così…-.
-Non m’ importa del destino!! Deve pur esserci qualcosa che io possa fare!!! Ti curerò…cercherò delle medicine miracolose…-.
Inuyasha la interruppe posandole un dito sulle labbra umide per il pianto.
-Non serve nulla, ormai…-disse sorridendo dolcemente-…Inoltre…anche se è finita così, posso dire di non aver rimpianti…-.
-Inuyasha…-mormorò piano.
-Sai, per tutta la vita ho creduto che core come l’amore e l’affetto sarebbero sempre stati come un qualcosa di irraggiungibile per me…eppure…grazie a te…ho potuto provare cose, sentimenti che non avrei mai nemmeno sperato nei miei sogni più belli…ed ora…posso morire felice…-.
-Non puoi lasciarmi…come farò io senza di te…?-sospirò amaramente.
-Dovrai essere forte…e soprattutto…devi promettermi che non piangerai più per me… -disse accarezzandole dolcemente una guancia.
Lei subito prese la sua mano fra le sue e la strinse forte e chiuse gli occhi, mentre altre lacrime scendevano silenziose lungo le sue umide guance.
-Perché deve finire così?-sussurrò triste.
-Forse perché sarei già dovuto morire tante altre volte, ma non l’ho fatto…evidentemente…ora ho terminato le possibilità…-disse con una nota di ironia nella voce.
Kagome sorrise debolmente.
-E poi…ho già avuto molto più di quanto meritassi…Da quando ci siamo incontrati, non ho fatto altro che farti soffrire…e tu, stanotte, hai voluto ugualmente legarti a me…e per questo…io ti ringrazio, Kagome…-disse lui dolcemente.
-E di cosa…io…io ti amo…e…-non finì la frase che una fitta molto intensa colpì l’hanyou, facendolo gemere di dolore.
-Inuyasha!-esclamò lei tremendamente preoccupata.
Lui sorrise amaramente.
-Ormai…mi resta poco…-.
Con la poca forza che gli rimaneva, le strinse nuovamente la mano.
-Promettimelo Kagome….che non piangerai più per me, e che sarai forte, e che,qualunque cosa accada, tu non ti arrenderai mai…-le disse lui serio.
-…Te lo prometto…sussurrò lei annuendo di nuovo in lacrime.
-…Poi…ci sarebbe un’ultima cosa…ma forse, è chiedere troppo…-.
-Dimmi…-.
-Non è che…po-potresti darmi un ultimo bacio…?-domandò timidamente.
-…Stupido…-mormorò lei asciugandosi le lacrime con la manica e sorridendo debolmente.
-Non hai bisogno di chiedere…per una sciocchezza simile…-aggiunse posando dolcemente le sue labbra su quelle di lui. Le lacrime di Kagome scivolarono sul suo volto.
Quando si separarono, lei non riusciva più trattenere i singhiozzi.
Lui la guardò teneramente.
-Almeno prima di morire…voglio vederti sorridere…-le sussurrò dolcemente.
Kagome si fece coraggio e sorrise con tutto l’amore di cui era capace.
L’hanyou sorrise.
Con le sue ultime forze alzò la mano destra fino a raggiungere la guancia della ragazza.
-Grazie Kagome…per tutto…io…ti amo…-e qui un’altra tremenda fitta gli attanagliò il cuore.
Lei lo chiamò disperata.
-…più di ogni…-e qui i suoi occhi fecero per chiudersi.
-Inuyasha!!!-.
-…altra cosa…-la vista gli si annebbiò, mentre o suoi occhi si chiudevano del tutto.
-Inu…-.
-…al mondo…-la sua mano perse forza e si lasciò scivolare restando sorretta solamente dalle mani della ragazza.
-…yasha….INUYASHAAAAAA!!!!!!-gridò Kagome cercando invano di svegliare il ragazzo, mentre altre calde lacrime continuavano a sgorgare dai suoi occhi.
Distrutta, si lasciò cadere sopra di lui abbracciandolo più forte che poteva e cercando di trovare conforto nel suo abbraccio. Il suo corpo era ancora caldo, e ne percepiva ancora l’inconfondibile odore che aveva imparato a conoscere.
Le lacrime sembravano non volersi fermare più. Più cercava di fermarle, più queste si facevano avanti incontenibili. Si strinse a lui gemente mentre le tornavano alla mente immagini e momenti di quella notte che le fecero bruciare in modo tremendo il cuore.

Miroku osservava la scena reggendosi a Kirara, sia per la fatica, sia per la tristezza.
Sango, accanto a lui, si teneva le mani alla bocca, mentre i suo occhi annegavano fra le lacrime.
La giovane sterminatrice si lasciò cadere a terra, voltando gli occhi pieni di inutile risentimento verso il castello che era stato sede del massacro della sua famiglia.
Ombre indistinte si mossero all’interno di questo, e, lentamente, una piccola figura uscì dal castello, camminando a fatica. Si guardava intorno con aria smarrita e confusa.
Sango guardò quella figura, sempre più vicina e riconoscibile, e, improvvisamente, i suoi occhi si spalancarono per lo stupore.
-Ko…Kohaku…-disse in un soffio.
Miroku, sentendo quell’unica parola, si voltò dapprima verso la sterminatrice, e poi verso il luogo in direzione di cui lei stava guardando con gli occhi fissi.
Riconobbe immediatamente il fratello di Sango, che si avvicinava lentamente verso di loro.
Sango si alzò di scatto e, senza curarsi delle gambe che le facevano male, gli corse incontro, abbracciandolo fortemente mentre riprendeva a singhiozzare.
Gli prese il viso tra le mani e lo guardò senza parole.
-…Sorella…-mormorò lui guardandola triste.
-…Kohaku…sei proprio tu…?-disse Sango con un filo di voce.
Il bambino annuì timidamente, mentre lei lo abbracciava di nuovo.
Mentre lo teneva stretto, alcune lacrime presero a scendere lungo le guance del ragazzino.
-…Mi dispiace sorellina…per ciò che ho fatto…-disse triste.
-Non ti preoccupare, Kahaku…E’ tutto finito…Naraku non c’è più…-lo rassicurò lei.
Così dicendo, si rialzò e tornò, tenendo il suo amato fratellino per mano.
Guardò con immensa tristezza Kagome che ancora stava accanto al corpo di Inuyasha.
Strinse la mano a Kohaku, mentre anche Miroku se li avvicinava, posandole un braccio sulle spalle e lasciando che lei poggiasse il capo sul suo petto, piangente.

Kagome, ancora gemente per il dolore, si scostò un momento da lui, sfiorandogli amorevolmente il volto, un attimo prima di baciarlo dolcemente.
Gemette ancor di più nel sentire le sue morbide labbra ancora calde e umide.
Lasciò per l’ultima volta la sua bocca, riprendendo a piangere, sconsolata.
Miroku, determinato a non voler restare senza far nulla, lasciò un momento Sango e si avvicinò a piccoli passi, a causa della ferita alla gamba, a Kagome.
Questa, sentendolo arrivare, si voltò verso di lui guardandolo fra le lacrime.
Lui fece il gesto di benedizione del buddha e si chinò accanto a lei.
Questa si aggrappò a lui, continuando a piangere con gli occhi chiusi.
Lui le posò teneramente una mano sulla nuca.
-Divina Kagome…osservate meglio il suo viso…-le sussurrò piano.
La ragazza aprì lentamente gli occhi e si voltò per guardare il volto del mezzodemone.
Un tremolante sorriso si dipinse sulle sue labbra.
-…Sorride…-mormorò piano.
-Credo che per lui sapervi salva per sempre fosse il premio più bello…-le disse lui dolcemente.
Kagome annuì timidamente, con le guance ancora arrossate, mentre il monaco l’aiutava ad alzarsi.
Sango si avvicinò loro, sempre tenendo stretto suo fratello.
-Kagome…-mormorò piano guardando triste l’amica. Non sapeva cosa dire per consolarla.
Kagome sorrise guardando con stupore Kohaku, stretto al fianco della sterminatrice.
-E’ finita…-disse sorridendo con gli occhi ancora lucidi, rivolgendo un ultimo dolce sguardo a colui che per primo nella sua vita aveva amato.




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