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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Gundam
Titolo Fanfic: PREVENTER 5
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: heeroduo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/12/2002 23:50:41 (ultimo inserimento: 07/01/03)

una nuova storia della serie ``heero e duo``! 197 ac. una nuova missione per i 5 piloti di gundam. yaoi: 1x2, 3x4
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Rinuncia: Gundam Wing non l'ho inventato io... stupiti?!

Attenzione: YAOI, cioè relazione tra due ragazzi! HeeroxDuo, TrowaxQuatre. Un pochino lemon, ma niente di grave!! ^_^

Questa storia segue immediatamente il fumetto Preventer 5, se non l’avete mai letto non perdetevelo: http://www.angelfire.com/rant/madmiewth/







Preventer 5
by Ely


Capitolo 1



A.C. 197 - Aprile

Duo si sollevò agilmente sul muro dell’alta recinzione che circondava il vasto giardino del castello del Sanq Kingdom, scavalcò le sbarre appuntite in ferro battuto e velocemente si lasciò cadere atterrando sul morbido manto erboso con un tonfo sordo. Si gettò sulla schiena e rotolò dietro una serie di cespugli di fiori bianchi e rossi restando steso al suolo in modo da sparire alla vista. Attese alcuni secondi e poi riprese a muoversi silenzioso e rapido tra la ricca vegetazione del vasto cortile. Dentro di sé l’adrenalina scorreva rapida nelle vene, rendendogli la testa leggera e il cuore palpitante. Tutto questo gli era mancato. Le emozioni fortissime che aveva provato solo durante le due guerre, erano qualcosa di cui una parte di lui aveva sentito nostalgia negli ultimi quattro mesi, da quando, cioè, la ribellione della piccola Mariemaia era stata sedata. Da allora il mondo aveva preso a muoversi nella direzione giusta, la direzione della pace, i Gundam erano stati distrutti definitivamente e lui aveva smesso di essere un soldato, diventando per la prima volta in vita sua una persona comune.

Senza intoppi raggiunse il parapetto di marmo che divideva il parco dal giardino interno che circondava l’imponente castello. Si nascose al di sotto della piccola recinzione e guardò l’orologio. Aveva ancora due minuti, due minuti prima che la guardia dei ribelli che avevano occupato la reggia, sbucasse dall’angolo per la sua perlustrazione. Trowa ormai doveva essere arrivato a sua volta al castello, di nuovo guardò l’orologio.

“Dai amico…” sussurrò lievemente, ansia e trepidazione nella sua voce. “Puoi farcela, lo so che puoi!” Chiuse gli occhi e sospirò. Trowa aveva di certo uno dei compiti più difficili, doveva riuscire ad entrare nel castello, raggiungere la sala di controllo, mettere fuori combattimento i ribelli che certamente erano lì e disattivare le telecamere esterne. Tutto questo senza farsi scoprire. Tra tutti loro era l’unico che poteva fare un simile lavoro. Il solo percorso libero dalle telecamere che avevano individuato era attraverso il tetto e l’unico modo per arrivarci era volare per cinque metri dall’albero più vicino; Trowa non sapeva certamente volare, ma era un mago a camminare sui fili sospesi in aria. Il rischio più grande non sarebbe stato quello di attraversare il filo, ma di farlo proprio nei due minuti in cui le guardie non erano nel prato sottostante.

Duo chiuse gli occhi contando mentalmente gli ultimi 60 secondi che lo dividevano dalla sua entrata in scena. L’adrenalina ancora viaggiava allegramente insieme al suo sangue. Io sono un pilota di Gundam. Pensò e un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra, anche se Deathscythe non c’era più, niente poteva cambiare ciò che era e ciò che il suo cuore provava nell’essere di nuovo in una missione.

Il suo cuore…

Il suo cuore aveva quasi saltato un battito quando, seduto sulla parete esterna della sua colonia, Sally gli era apparsa davanti chiedendogli aiuto. Un gruppo di ribelli, che si faceva chiamare gli “Epyon de Teros”, aveva occupato il Sanq Kingdom durante un importante convegno ed aveva avanzato richieste a dir poco assurde. Se non avessero seguito i loro ordini, quei matti avrebbero fatto saltare in aria un vecchio ordigno nucleare. Duo l’aveva guardata attraverso il vetro del casco spaziale ed era tornato subito a fissare le stelle, che, dall’esterno della sua colonia, erano incredibilmente numerose e brillanti fino a togliere il fiato. “Non voglio problemi,” le aveva risposto con tutta sincerità anche se già sapeva che avrebbe accettato. Sally gli aveva offerto una ricompensa e lui non si era fatto pregare ulteriormente.

Il suo cuore aveva battuto più forte quando, rientrando con Trowa nell’ufficio di Sally al Quartier Generale dei Preventers dopo aver studiato la situazione al castello, aveva visto Heero. Dopo l’incidente di Mariemaia si erano incontrati solo due volte, una in quello stesso posto, nel castello del Sanq Kingdom e l'altra su L2 due mesi dopo. A Gennaio Relena Peacecraft aveva voluto celebrare l’inizio della nuova era con un grande party e tutti e cinque i piloti di Gundam erano stati invitati. Duo era stato indeciso fino all’ultimo se andare oppure no, aveva la sensazione che si sarebbe sentito come un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quei pomposi ricconi. Era stato Quatre a fargli cambiare idea, gli aveva spedito un’e-mail nella quale gli esprimeva tutta la sua gioia nel rivedere i suoi amici; nello stesso istante in cui l’aveva letta aveva capito che non avrebbe mai potuto rifiutare quell’invito. Inoltre una frase nel messaggio del giovane arabo aveva spazzato via dalla sua mente qualsiasi dubbio: Ci saranno persino Trowa e Heero! Wufei, come neo membro dei Preventers, non avrebbe mai potuto mancare ad un evento simile, ma non vi era alcuna certezza su Trowa e Heero, solitari e schivi com’erano!

Avevano trascorso due giorni nella reggia del paese pacifista e, come tutte le volte, lui e Heero erano finiti a letto insieme. Poi, come tutte le volte, si erano separati, seguendo strade diverse che sembravano non poter mai andare di pari passo.

Duo sospirò, riaprì gli occhi e si strinse una mano all’altezza del cuore. Rivedere Heero gli aveva fatto provare quella forte gioia e quell’insopportabile dolore che da più un anno ormai associava al giovane da L1. Ma perché niente evolveva tra loro in una direzione o nell’altra?!

Scrollò il capo per allontanare quei pensieri e di nuovo guardò l’orologio. L’allarme non era scattato, segno evidente che o Trowa aveva portato a termine con successo il suo compito, o non era ancora entrato nella sala controllo. Improvvisamente la trasmittente che aveva all'orecchio gracchiò con un fruscio elettrico e la voce di Trowa risuonò forte e chiara. <Ragazzi, sono dentro, potete andare.> Il giovane americano sorrise nel sentire la voce calma e sicura dell'amico. Era certo che Trowa non avrebbe fallito. Tirò un profondo sospiro pronto ad entrare in scena, consapevole del fatto che nel basamento del castello Quatre si stava mettendo all'opera a sua volta.

Chinò il capo per avvicinarsi al piccolo microfono che aveva attaccato al collo della maglia e riattivò la comunicazione per un istante. "Sei grande amico!" sussurrò con un sorriso. Un istante dopo, con cautela si sporse al di là delle piante che gli facevano da scudo e sbirciò attraverso le colonnine di marmo bianco del parapetto; il suo bersaglio era in vista. Prese un sasso che aveva nella tasca e lo lanciò in un cespuglio un po’ distante. La guardia corse perso il limitare del giardino e si sporse al di là del parapetto per esaminare accuratamente il punto da cui gli era sembrato di sentire un rumore. Duo sfruttò l’esistenza di un albero per celare la sua presenza e, agile come un gatto, scavalcò la recinzione di marmo, portandosi velocemente dietro al terrorista. Gli piazzò un colpo rapido e preciso dietro alla nuca e l’uomo cadde in avanti carambolando rumorosamente al di là del parapetto. Duo lo raggiunse con un balzo, lo tirò dietro un cespuglio e prese a sfilargli la giacca, il berretto e la bandana con cui si mascherava il viso. Legò mani e piedi al terrorista, lo imbavagliò e lo fece rotolare tra i cespugli in modo da cancellarlo dalla vista. Indossò la giacca, il cappello, la bandana davanti al viso e mise sul volto i suoi occhiali da sole. Con un ennesimo balzo oltrepassò di nuovo il parapetto ritrovandosi nel giardino interno e per un solo istante si abbassò la bandana rivolgendo un ampio sorriso alla telecamera.

Trowa, nella sala di controllo, sorrise leggermente guardando il suo amico in uno dei monitor della sicurezza. Duo si coprì di nuovo il viso e scomparve rapidamente. “Attento…” sussurrò. “Ora sei tu che hai il ruolo più pericoloso.” La trasmittente appesa alla cintura di uno dei terroristi privi di sensi crepitò con un rumore elettrico.

<Dalla sala controllo, fate rapporto. Tutto a posto?> gracchiò la radio, Trowa l’afferrò al volo e insieme portò alle labbra un piccolo oggetto elettronico simile ad un registratore; lo azionò ed esso codificò la sua voce riproducendo quella di uno dei malviventi nella stanza.

“Tutto Ok,” rispose, con estrema sicurezza.

<Dai monitor nessun problema?>

"Assolutamente tutto tranquillo."

<Bene, continuate a monitorare.>

“Certo! Passo e chiudo,” affermò Trova interrompendo la comunicazione. Spense il mini registratore e lo guardò compiaciuto; era un piccolo meccanismo inventato da Heero, era bastato registrare pochi secondi della voce di uno dei terroristi affinché l'oggetto fosse in grado di riprodurla istantaneamente a partire da quella di qualsiasi altra persona. Davvero un aggeggio interessante; terminata quella missione Trowa aveva tutte le intenzioni di smontarlo per capire come era fatto e come funzionava.

Guardò di nuovo verso gli schermi e in uno di essi riconobbe Quatre che metteva fuori combattimento i due terroristi a guardia del basamento. Un sorriso più ampio si disegnò sul suo volto e senza pensare sfiorò con le dita la sottile figura del compagno nello schermo. Il suo cuore batté più forte conscio di ciò che provava per il piccolo arabo.

“E ora non resta che aspettare,” disse e si sedette su una delle ampie sedie osservando le due guardie prive di senso, legate e imbavagliate nell’angolo della stanza. Meno cinque terroristi, ne mancavano quindici. Il piano di Quatre consisteva proprio in questo, renderli innocui uno alla volta e liberare gli ostaggi.

***

Wufei guardò di nuovo l’orologio mentre l’auto su cui viaggiava con Sally ed altri due Preventers si fermava ai piedi della scalinata che portava all’entrata principale del castello. Uscirono dalla macchina e si accostarono a Lucrezia Noin che scendeva dalla seconda auto.

“Siete pronti?” domandò l’ex-tenente di Oz.

Wufei e Sally controllarono le bustine di sangue finto sotto i vestiti e poi presero le quattro valigette contenenti i soldi del riscatto: un terzo del budget della Sfera Terrestre.

“Siamo pronti,” assicurò Sally.

“E Heero?” domandò Wufei.

“E’ già sul finto Gundam Wing, pronto a partire, non è scattato alcun allarme tra i terroristi, quindi sicuramente sia Quatre, che Trowa, che Duo sono riusciti ad entrare. Mi raccomando, fate attenzione.”

“Quando Duo ci sparerà si alzerà un gran polverone là dentro,” disse il giovane cinese. “Deve alimentarlo il più possibile da qua fuori, deve attrarre la loro attenzione in modo che non la pongano troppo su Duo o capiranno subito che non è uno di loro e quindi capiranno che noi non siamo morti.”

“Fidati di me, li farò diventare matti!” affermò Lucrezia con un sorriso furbo ed uno sguardo deciso. Afferrò il telefono portatile e compose il numero con cui poteva mettersi in contatto con il capo dei terroristi. “Abbiamo i soldi.”

Wufei e Sally s’inerpicarono rapidamente su per la scalinata. Si scambiarono un occhiata poco prima di giungere di fronte all’entrata principale del palazzo e l’ex-pilota di Shenlong annuì con il capo per assicurarle che sarebbe andato tutto bene, Sally rispose con uno sguardo deciso e sicuro. Quei cinque ragazzi non sbagliavano mai, erano la loro carta vincente. Con questa certezza nel cuore, la donna varcò la porta trovandosi nell’ampio atrio della reggia, pavimenti in marmo e immensi quadri alle pareti.

Cinque terroristi bendati si fecero incontro coi fucili spiegati. Dietro di loro sbucò la figura snella di Duo, la treccia era sparita sotto il giubbotto, gli occhi viola dietro gli occhiali da sole e il bel volto dietro alla bandana nera, ma Wufei lo riconobbe in un istante. Deglutì a fatica e si rese conto del fatto che come facilmente lo aveva riconosciuto lui, altrettanto facilmente i terroristi avrebbero capito che non era del loro gruppo. Forse il piano di Quatre era un po’ troppo azzardato. Sospirò internamente, ormai erano in ballo.

“Sì, sono arrivati!” sentirono esclamare, spostarono rapidamente lo sguardo sui cinque uomini e intravidero quello che teneva il telefono tra le mani, evidentemente era il loro capo e stava parlando col tenente Noin; un uomo alto e massiccio con capelli biondo platino. “Se manca un solo centesimo io la faccio saltare quella maledetta bomba, è chiaro?!?” Fece cenno ai due agenti dei Preventers di poggiare le valigette e con più rabbia strinse il telefono tra le dita. “Dove sono le armi che vi abbiamo richiesto?!? E i nostri compagni?!? … NO! NON VOGLIO SENTIRE CAZZATE!! Se non…”

La voce tonante dell’omone scomparve in un istante, scavalcata dall’improvvisa esplosione di una serie di colpi di fucile. “BASTARDI!! LIBERATE I NOSTRI COMPAGNI!!!” gridò Duo con tutta l’aria che aveva nei polmoni. I cinque terroristi trasalirono totalmente colti di sorpresa, mentre i corpi trivellati di colpi dei due agenti cadevano a terra in una pozza di sangue rosso.

Un terribile istante di totale silenzio cadde tra i presenti, poi tutti insieme i cinque uomini presero ad urlare, due di loro corsero verso la porta per assicurarsi di non essere attaccati dall’esterno, un terzo colpì violentemente Duo al viso facendolo finire malamente a terra, gridandogli di smetterla. Il quarto, invece, pallido in volto, osservò spaventato i due corpi senza vita stesi a terra. Dalle altre stanze giunsero grida, le trasmittenti si accesero quasi contemporaneamente ed altri uomini accorsero nell’ampia sala. Dal telefono la voce di Lucrezia Noin continuava a urlare senza sosta.

“FIGLIO DI PUTTANA!! CHE DIAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE!!!” gridò l’uomo dai capelli biondo platino assestando con violenza un calcio nello stomaco del compagno che aveva aperto il fuoco. Duo provò un dolore lancinante e si contorse su sé stesso stringendo le braccia al petto; ansimò cercando disperatamente di riprendere a respirare e si rese conto di essere sul punto di perdere i sensi.

“CHE DIAMINE E’ SUCCESSO?!”

“PERCHE’ HA SPARATO?!?”

“QUI CI FANNO TUTTI SECCHI!!!”

"I PREVENTERS!!! STANNO ARRIVANDO!!" gridò uno dei due terroristi che si era avvicinato all'entrata. Il loro capo corse verso la grande porta e vide un gruppo di uomini armati risalire la scalinata. Il cuore gli saltò in gola mentre i suoi compagni continuavano ad urlare e dal telefono tra le sue mani giungevano continui i richiami della donna con cui aveva discusso fino ad un istante prima.

“HA AMMAZZATO DUE DEI PREVENTERS, LI HA AMMAZZATI!!!”

“CI ATTACCHERANNO E CI MASSACRERANNO!!”

“ADESSO BASTA!!” gridò il capo della banda di terroristi superando le voci dei suoi compagni in tumulto. Trasse un profondo respiro e tentò di riacquistare la calma mentre la voce del comandante dei Preventers, al di là del telefono, lo stava facendo impazzire; doveva sistemare quella situazione e doveva farlo subito. “NON CI ATTACCHERA’ NESSUNO E ORA TORNATE IMMEDIATAMENTE AI VOSTRI POSTI!! E portate via questo stronzo, mi occuperò di lui dopo!!” con un rapido gesto della mano intimò gli altri di seguire i suoi ordini e subito sollevò il telefono portandolo di nuovo all’orecchio.

Dall’altro capo Noin gridava come una forsennata. “SE NON MI RISPONDE IMMEDIATAMENTE IO LE GIURO CHE…”

“RITIRATE IMMEDIATAMENTE LA SQUADRA CHE STA RISALENDO LE SCALE!!" tuonò.

"VOGLIO SAPERE..."

"LI RICHIAMI O GIURO CHE FARO' APRIRE IL FUOCO SUGLI OSTAGGI, E' CHIARO?!"

Lucrezia Noin si azzittì all'istante e sembrò riflettere sulle minacce del terrorista. Poi, come da programma, richiamò la squadra che immediatamente riprese a scendere le scale. La cosa importante era distogliere il più possibile l'attenzione da Duo e forse ci stava riuscendo. "Ok," disse nella cornetta del telefono. "Ho ritirato gli uomini!"

"COSA CREDEVA DI FARE?!?” urlò il terrorista, la sua mente viaggiava vorticosamente nel disperato tentativo di trovare una soluzione al disastro combinato dal suo compagno. Ringhiò e pensò che avrebbe ucciso quel piccolo bastardo.

“COSA CREDEVO DI FARE?!?!" gridò l'ex-tenente di Oz riacquistando il suo tono autoritario "DOVE SONO I MIEI UOMINI?!? COSA E’ SUCCESSO?!? PERCHE’ AVETE SPARATO??”

“I VOSTRI UOMINI HANNO CERCATO DI APRIRE IL FUOCO!!!”

“COOSAAA?!?!” urlò Lucrezia cercando di assumere una voce a dir poco disperata. “NON E’ POSSIBILE!!!”

“MA E’ COSI’! ABBIAMO DOVUTO SPARARE! FORSE NON AVETE CAPITO CHE FACCIAMO SUL SERIO!! CHE VI SIA DI LEZIONE!”

“MANDERO’ IMMEDIATAMENTE ALTRI DUE AGENTI PER PRELEVARE I DUE FERITI!!”

“NON CI PROVARE!! TANTO SONO MORTI! ORA STAMMI BENE A SENTIRE! VOGLIO IL RESTO DELLE COSE CHE VI ABBIAMO CHIESTO E LO VOGLIO ENTRO TRE ORE O FARO’ SALATARE IN ARIA QUESTO POSTO DI MERDA!!!” Con rabbia premette un pulsante sull’apparecchio ed interruppe la comunicazione. Per un attimo avevano rischiato che tutto andasse all’aria. I Preventers non era un normale gruppo di poliziotti, era un gruppo di gente organizzata e ben addestrata e l’ultima cosa che voleva era che attuassero un’incursione nel castello, gli ostaggi avrebbero fatto loro da scudo, ma contro una forza simile era certo che sarebbero rapidamente capitolati e non gli andava molto l’idea di farsi saltare in aria con quello stramaledetto residuo bellico atomico. Guardò nella direzione in cui due dei suoi compagni avevano portato via il giovane uscito di testa e di nuovo si accigliò. “Io lo faccio a pezzi…” ringhiò con un sussurro. Non aveva neppure avuto il tempo di vedere quale dei suoi diciannove uomini aveva dato così di matto. Strinse i pugni e respirò profondamente, in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare e non era una buona idea uccidere un compagno davanti a tutti gli altri in un momento tanto delicato, avrebbe solo aumentato la tensione e la paura.

“Voi tre restate qui di guardia,” ordinò e i tre terroristi annuirono imbracciando i fucili con più decisione. L’omone biondo afferrò due delle quattro valigie e poi disse al quarto uomo di prendere le restanti due e di seguirlo. Dopo dieci minuti di totale trambusto finalmente tornò a regnare il silenzio.

***

Duo venne trascinato quasi di peso da due dei terroristi che erano accorsi nell’ampio atrio al momento della sparatoria, il respiro tardava a tornare regolare e il bruciore nello stomaco era ancora insopportabile mentre lo zigomo sinistro pulsava dolorosamente. Ma perché sempre a me? Pensò, la mente annebbiata dalla sofferenza. Riuscì a sollevare un poco il capo e vide altre due guardie davanti ad una porta.

“Che diavolo è successo?!” esclamò quella sulla destra, la voce concitata e una notevole nota di paura.

“Questo idiota ha sparato agli agenti dei Preventers!” rispose uno dei terroristi che trascinava Duo. “Apri la porta! Sbrigati! Voglio andare a vedere come il capo ha sistemato questa storia, qui stiamo messi male! Ci ammazzeranno tutti come cani!”

La porta fu spalancata di colpo e Duo venne letteralmente scaraventato nella stanza. La porta si richiuse in un istante con un tonfo violento e, dai passi rapidi e decisi che il giovane riuscì a sentire, capì che tre dei quattro uomini si erano allontanati. Con grande fatica, l’ex-pilota di Deathscythe si mise sulle ginocchia, il corpo ancora tremante per il pugno e la caduta; strinse un braccio contro l’addome e tossì violentemente. Solo dopo si accorte dell’incessante ed ansioso brusio, sollevò il capo e, attraverso i suoi occhiali da sole, vide una quarantina di persone che lo fissavano con gli occhi spalancati e i volti preoccupati.

Duo sospirò e sorrise leggermente riconoscendo gli ostaggi. Tra di loro si fece immediatamente avanti Lady Une ma non ebbe modo di parlare perché Relena la superò con passo deciso.

“Esigo di sapere cosa sta succedendo? Perché è stato aperto il fuoco?!” esclamò la giovane principessa, i piccoli pugni stretti e tremanti nei lunghi guanti bianchi, sul volto un intenso sguardo di rabbia, paura e preoccupazione. “E’ stato ferito qualcuno?!”

Duo scosse il capo e faticosamente si rimise in piedi, si guardò attentamente intorno ma non scorse altri terroristi nella stanza. “E’ tutto a posto, dove siamo Relena?” La giovane trasalì impercettibilmente riconoscendo quella voce, nel suo attimo di smarrimento Lady Une avanzò velocemente e con decisione afferrò la bandana che copriva il volto del terrorista strattonandola verso il basso.

“Duo!” esclamò mentre il ragazzo si toglieva anche gli occhiali da sole rivelando i grandi occhi viola. Sentirono un improvviso mormorio alzarsi alle loro spalle e Relena si fece immediatamente più vicina.

“Questo rende tutto improvvisamente più emozionante, non trovate?!” esclamò Dorothy afferrandosi una mano nell’altra davanti al viso.

“Che diavolo sta succedendo?!”

“Le spiegazioni a dopo Lady Une,” si affrettò a ribattere Duo, si volse di nuovo verso Relena e le ripeté la domanda. “In che ala del palazzo siamo?”

“Nella sala dei convegni, ala est, pian terreno,” rispose la giovane con voce sicura e determinata. Duo annuì e immediatamente azionò il microfono della trasmittente che portava sotto la bandana nera.

“Trowa, Quatre, mi sentite?”

Nel basamento e nella sala di controllo due giovani ex-piloti di Gundam portarono una mano all'orecchio sull'auricolare della loro trasmittente e risposero all’unisono.

<Forte e chiaro!>

“Sono con gli ostaggi, sala dei convegni, ala est, pian terreno. Nessun ferito?” chiese poi rivolgendosi a Relena e lei fece cenno di no. “Nessun ferito e non ci sono guardie all'interno della stanza, ma solo due fuori alla porta,” riferì.

<Aspettate mio consenso prima di agire!> ordinò Trowa, non attese risposta affermativa dai compagni e subito si mise all’opera sul computer della sicurezza, dovevano trovare il modo di mettere al sicuro gli ostaggi.

“Ora vuoi dirmi cosa sta succedendo?” domandò Lady Une con voce autoritaria. Duo si strinse nelle spalle ed elargì uno dei suoi ampi sorrisi.

“E’ arrivata la cavalleria colonnello!” esclamò ma dovette smettere di sorridere e si premette una mano contro lo zigomo rosso e dolente, quei tipi non c'erano andati per niente leggeri.

“Anche Heero è qui?”

Duo alzò di nuovo lo sguardo ed incontrò gli occhi grandi e pieni di speranza della giovane Peacecraft, non poté fare a meno di sentire una fitta al cuore e contemporaneamente provò gelosia ma anche un inspiegabile senso di colpa. Non era un mistero ciò che Relena provava per il ragazzo da L1, ma era un mistero ciò che c’era tra lui e Heero. “S-Sì… non è nel palazzo in questo momento, ma fa parte della squadra,” le disse e lo sguardo felice e brillante della giovane principessa gli fece accapponare la pelle. Come poteva anche solo pensare di competere con tutto quello? A detta di Heero, Relena era solo un'amica, ma Duo non poteva fare a meno di vedere quanto la principessa avesse da offrire. “Ora dobbiamo aspettare,” balbettò chinando il capo. “Trowa cercherà un modo per mettervi al sicuro.”

Le due donne annuirono e si accorsero che il gruppo di persone alle loro spalle si era fatto più vicino e fiducioso.

“Non è fantastico principessa?! Come al solito il tuo cavaliere è accorso in tuo aiuto!” esclamò Dorothy con una certa teatralità. “Oh! E’ così romantico!”

“Ti prego Dorothy…” sussurrò Relena, le guance leggermente colorate di rosso, fortunatamente l’istante d’imbarazzo venne superato in un batter d’occhi quando anche gli altri ostaggi presero ad entrare timidamente nella discussione, la voce colma di speranza e paura.

***

Nell’atrio del grande palazzo Wufei, steso a terra in una pozza di sangue artificiale, aprì leggermente un occhio. Sally giaceva immobile accanto a lui, per un breve istante il suo cuore palpitò più forte alla vista della macchia liquida e rossa sotto di lei. Sapeva che non era ferita, ma non poteva averne la certezza, non sapeva se qualche altro terrorista avesse aperto il fuoco insieme a Duo. Si costrinse a mutare i suoi pensieri e riacquistò lucidità e freddezza. Osservò attentamente tutto ciò che riusciva a vedere da quella posizione senza muovere il capo: scorse due terroristi accanto alla porta d’entrata e sentì la voce di un terzo alle sue spalle, una donna.

Gli occhi di Sally tremolarono debolmente e si socchiusero con una lentezza disarmante. Wufei si sentì sollevato. Si scambiarono un’occhiata significativa ed entrambi trattennero il fiato per ciò che li attendeva, avrebbero dovuto essere rapidi e letali, non potevano permettersi il ben che minimo errore.

Sally prese a lamentarsi debolmente e in un istante il silenzio calò tra i tre terroristi che si scambiarono uno sguardo perplessi e preoccupati.

“E’ ancora viva?” sibilò uno di loro, si accostò a Sally e gli altri gli furono immediatamente accanto. “Dobbiamo avvisare il capo.”

“Cosa importa? Con quelle ferite non durerà molto, anzi, liberiamola dalle sue sofferenze, il suo lamento è insopportabile!” ribatté la donna estraendo la sua pistola dalla cintura, tirò indietro il cane ma Sally scattò e, rigirandosi sulla schiena, l’afferrò per il polso tirandola a se e colpendola in pieno viso con il gomito.

Gli altri due uomini trasalirono totalmente colti alla sprovvista e cercarono d’imbracciare il fucile per aprire il fuoco. Wufei balzò in piedi ed affondò un pugno nello stomaco dell’uomo alla sua sinistra, piroettò sulle gambe forti e snelle e colpì il secondo in pieno viso col tacco della scarpa. Sally fu in piedi in un istante ed assestò il colpo finale alla nuca del terrorista piegato in due per il colpo ricevuto all’addome. In meno di 10 secondi tre terroristi giacevano inermi e privi di sensi nell’ampio atrio di marmo rosa del palazzo reale.

I due agenti dei Preventers si scambiarono uno sguardo soddisfatto e rapidamente legarono ed imbavagliarono i due uomini e la donna, nascondendoli al di sotto dell’ampia scalinata che si innalzava davanti a loro. Rimasero nascosti e Wufei attivò la microtrasmittente attaccata al collo del suo giubbotto.

“Qui Wufei,” disse il cinese sotto voce. “Trowa?”

<Ti sento, state bene?> giunse immediata la risposta dal giovane da L3.

“Sì. Gli ostaggi?”

<Sala dei congressi, ala est, pian terreno, ho trovato un modo per farli sparire da lì. A sole due sale di distanza ce n’è una con un ingresso di sicurezza al basamento.>

“So qual'è,” assicurò Wufei che già una volta con Sally si era occupato della sicurezza di quel palazzo.

<La via laggiù è libera, se n’è occupato Quatre, ma bisogna trovare il modo di farli arrivare nell’altra stanza.>

“Ci penseremo io e Sally. Duo?”

<Con gli ostaggi. Dice che non ci sono altri terroristi nella stanza, ma solo due di guardia fuori alla porta.>

“Ha fatto un bello show qua sotto!”

<Ho sentito,> disse Trowa con un sorriso.

“Quanti fuori combattimento?”

<Noi, cinque,> rispose l’ex-pilota di Heavyarms riferendo il numero di terroristi colpiti da lui, Quatre e Duo.

“Coi nostri fanno otto.”

“Ne mancano dodici,” sussurrò Sally con una nota di apprensione, ci stavano mettendo troppo.

Wufei annuì con un cenno del capo, intuendo la preoccupazione della collega. Un’ultima domanda però era d’obbligo. “La bomba?”

<Non lo so, ora che posso abbandonare la sala di controllo me ne occuperò io.>

“Ok, sii prudente. Passo e chiudo.”

Trowa chiuse la comunicazione e rapidamente rispose al richiamo dei terroristi che chiamavano i loro compagni nella sala di controllo per avere conferma che tutto procedesse per il meglio. Di nuovo azionò l'invenzione di Heero per codificare la sua voce.

“Qui sala di controllo. Tutto a posto,” disse con voce piatta. Tolse il giubbotto ad uno degli uomini privi di sensi e l’indossò insieme al cappello e alla bandana nera con cui si coprì il viso. Poi mise in tasca il trasmettitore dei terroristi e azionò il suo.

“Quatre, va all’ingresso del basamento nell’area est, gli ostaggi passeranno da lì.”

<Ricevuto,> giunse immediata la risposta del giovane arabo.

***

“E tu chi sei?” domandò Mark Bugler, Ministro della Difesa, un uomo alto e robusto con i capelli brizzolati e uno sguardo intenso negli occhi neri. Si era fatto avanti tra gli ostaggi ed ora scrutava Duo con sguardo indagatore, certo di averlo già visto prima.

“Sono Duo Maxwell,” rispose il giovane americano, sfilò la lunga treccia da sotto il giubbotto e guardò l’orologio per l’ennesima volta. Perché Trowa ci metteva così tanto?

“Ora ricordo!” esclamò l’uomo spalancando gli occhi. “Sei uno dei piloti di Gundam. Eri qui al party per la celebrazione della pace!”

Duo annuì leggermente mentre si teneva ancora lo stomaco con una mano.

"Ci farete uscire da qui?" domandò la piccola Mariemaia che timidamente si era fatta avanti.

Duo le sorrise ed annuì. "Stiamo facendo il possibile."

“Chi sta guidando l’operazione?” domandò Lady Une.

“Noin, Sally e Wufei…” rispose Duo senza darle troppo retta, già da un po’ i suoi pensieri ruotavano vorticosamente intorno a qualcosa che continuava a tormentarlo in un angolino della testa. Avevano avuto troppo poco tempo per organizzare quel piano e nessuno aveva avuto modo di porre una semplice, piccola domanda. Come facevano gli Epyon de Teros a conoscere tanto bene i sistemi di sicurezza del palazzo? Un sistema, oltretutto, che era stato organizzato da Heero solo due mesi prima? Come erano riusciti ad avere la meglio sulle guardie reali in così poco tempo? Duo aveva una pessimo presentimento.

Improvvisamente udì rumori di passi e in un lampo si ricoprì il volto con la bandana, il cappello e gli occhiali. Con un rapido scatto si allontanò dal gruppo e si lasciò cadere seduto in un angolo chiudendo le gambe contro il petto e stringendo le braccia intorno ad esse. La porta si aprì violentemente e tre soldati entrarono coi fucili spianati. Tra di loro si fece avanti con passo pesante e rabbioso l’uomo dai capelli biondo platino che ormai Duo sapeva essere il loro capo.

“A quanto pare non siamo stati abbastanza persuasivi!!! Le nostre richieste non sono ancora state interamente soddisfatte ed ora dimostreremo a quegl’idioti là fuori qui chi comanda!!” gridò, scrutò gli ostaggi per qualche secondo ed infine indicò il Ministro Bugler. “Prendete lui!” ordinò.

Duo alzò di scatto il capo mentre gli ostaggi avevano cominciato ad agitarsi allarmati. Il ministro Mark Burgler cercò di tirarsi indietro, gli occhi spalancati ed il viso pallido, ma a nulla servirono le sue proteste. Due dei terroristi lo afferrarono per le braccia e cominciarono a trascinarlo via.

“Che cosa volete fare?! LASCIATELO!!” gridò Relena correndo in avanti, Lady Une l’afferrò per un polso e la tirò con forza indietro avanzando al posto suo.

“Lasciatelo andare immediatamente!” ordinò l’ex-colonnello di Oz, nella voce quel forte tono autoritario che aveva fatto accapponare la pelle a centinaia di uomini durante la prima guerra. Duo si morse le labbra e restò immobile, non c’era niente che potesse fare senza essere scoperto. Quello era un colpo di scena che proprio non ci voleva!

Il capo dei terroristi sparò un colpo in aria e costrinse la donna ad indietreggiare. “State calmi e buoni e nessuno si farà del male!” gridò e di fretta uscì seguito dai suoi uomini e dal reticente ministro Bugler.

“Maledizione!” ringhiò Duo alzandosi in piedi una volta che la porta venne chiusa.

“Perché te ne sei stato lì?! Perché non hai fatto nulla?!” domandò la piccola Mariemaia, ansia e rabbia nella sua voce, corse verso Duo e lo colpì sul petto coi pugni chiusi. Lady Une afferrò la bambina per le braccia e la tirò indietro ordinandole di smetterla.

“Mi spiace piccola, ma io… io non potevo rischiare di mettere in pericolo la vita di tutti…” balbettò il giovane americano e Relena annuì chinandosi subito davanti alla figlia di Treize Kushrenada.

“Duo ha ragione, e poi cosa volevi che facesse contro cinque uomini armati tutto da solo? Abbi pazienza Mary, andrà tutto bene,” le sussurrò e la bambina sembrò calmarsi anche se nei suoi grandi occhi azzurri era ancora evidente il turbamento per ciò che era appena accaduto. Da quando aveva compreso la malvagità delle sue azioni, era cambiata molto ed aveva cominciato ad abbracciare le idee pacifiste di Relena, sino al punto che anche il più piccolo spargimento di sangue le sembrava un’assurda ed incomprensibile catastrofe.

Duo attivò la trasmittente e si mise in contatto con Trowa.

<Stavo per chiamarti,> rispose immediatamente l’ex-pilota di Heavyarms. <Wufei e Sally vi raggiungeranno entro breve, dovete far arrivare gli ostaggi in una stanza poco distante e da lì al basamento.>

“C’è un problema, Tro. Hanno preso uno degli ostaggi.”

<Che vuoi dire? Perché?>

“Temo per una dimostrazione di forza… aspetto Wufei, poi mi muoverò per liberarlo.”

<Ricevuto, io sto cercando la bomba.>

“Buona fortuna. Passo e chiudo.”

"Chi è entrato nel castello?" domandò Lady Une tornando accanto al ragazzo.

Duo chiuse la comunicazione col suo commilitone e poi sollevò il viso verso la donna. "Io, Quatre, Trowa, Wufei e Sally. Questi ultimi stanno venendo a liberarvi. Io mi occuperò di Bugler."

"E come pensi di salvarlo?" chiese Dorothy che aveva perso l'entusiasmo che fino a poco prima aveva riempito la sua voce di emozione.

Duo si strinse nelle spalle scotendo il capo. "Non lo so," ammise e di corsa tornò a sedersi a terra avendo sentito passi che si avvicinavano velocemente. La porta si spalancò di nuovo e tre uomini armati entrarono di fretta. Gli ostaggi si strinsero istintivamente gli uni agli altri facendosi più piccoli ma i tre terroristi non li badarono neppure e rapidamente scandagliarono la stanza in cerca del loro obiettivo. Individuarono il giovane che aveva dato di matto poco prima e con forza lo afferrarono per le braccia trascinandolo via.

“Il capo vuole vederti,” dissero e Duo non ebbe modo di reagire, lo strattonarono con violenza e, solo dopo che la porta fu richiusa, lo colpirono brutalmente al volto mandandolo al tappeto. L’ex-pilota di Deathscythe emise un singhiozzo di dolore urtando con forza il pavimento e per un attimo la vista gli scomparve dietro mille stelline di luce danzanti. Sentì afferrarsi le braccia e urlò quando gliele piegarono con forza dietro alla schiena, in un attimo una spessa corda venne legata intorno ai suoi polsi e solo dopo lo issarono di peso spingendolo avanti. Duo barcollò sul punto di cadere di nuovo e gli uomini lo afferrarono bruscamente sostenendolo.

Questo non è buono… pensò la sua mente intorpidita.

***

Wufei fece cenno a Sally di restare immobile e insieme si schiacciarono contro la parete. Voci e rumori giungevano dietro l’angolo e lui si sporse lievemente per vedere cosa stesse accadendo. Cinque uomini stavano raccolti intorno ad una sesta persona stesa a terra, uno di loro gli stava legando frettolosamente le mani dietro alla schiena. Rapidamente lo issarono e tre di loro lo spinsero avanti lungo il corridoio mentre le altre due restavano di guardia davanti ad una grande porta.

“La sala dei convegni… cosa sarà successo?” sussurrò Wufei, sentì la trasmittente gracchiargli nell’orecchio e la voce di Trowa si fece largo tra i suoi pensieri.

<Wufei, Duo mi ha detto che uno degli ostaggi è stato prelevato.>

“Credo di averlo appena visto…”

<Dobbiamo sbrigarci, o la situazione ci sfuggirà di mano!>

“Dieci minuti e li tiriamo fuori di qui!” assicurò il giovane cinese. Interruppe la comunicazione ed estrasse una piccola pallina nera dalla tasca. Lanciò uno sguardo a Sally che annuì con un cenno del capo per assicurare di essere pronta. Subito dopo si chinò sulle ginocchia e si sporse leggermente al di là dall’angolo lanciando la pallina verso i due terroristi. Quando i due uomini si accorsero dello strano oggetto, la piccola pallina esplose emettendo un rapido e violento sbuffo di un gas dal intenso colore verde. La sostanza chimica agì in un istante e i due si sentirono braccia e gambe come paralizzate; incapaci di gridare, caddero a terra tramortiti.

In un lampo Sally e Wufei, coi volti coperti da una maschera, raggiunsero i corpi inermi e li legarono imbavagliandoli con la loro stessa bandana. La dottoressa afferrò le maniglie e spalancò la porta trovandosi di fronte gli ostaggi spaventati e confusi.

***

Da circa dieci minuti, Trowa vagava tra le stanze del castello nella disperata ricerca della bomba. Un paio di volte alcuni terroristi avevano tentato di mettersi in contatto con la sala di controllo e lui aveva intercettato le chiamate assicurando che tutto procedeva per il meglio. Scrutando attentamente tutte le zone monitorate dalle telecamere si era accorto che un certo via vai di uomini armati si ripeteva nell'ala ovest del palazzo. Cercando di evitare d'incontrarsi con gli altri criminali era riuscito a controllare buona parte dell'ampia zona e aveva quasi deciso di abbandonare le ricerche in quell'ala quando era capitato nell'anticamera che precedeva l'ampio studio di Relena. Il suono di alcune voci aveva attratto la sua attenzione e lui si era affacciato alla porta socchiusa. Tre uomini stavano accomodati nella stanza in mezzo alla quale era stato piazzato il vecchio ordigno nucleare; parlottavano e ridevano passandosi una bottiglia di brandy che avevano trovato nella credenza di cristallo della giovane Darlian.

Le labbra di Trowa si curvarono in un leggero sorriso e dalla tasca estrasse una piccola sfera nera. Si chinò sulle ginocchia e poi, da sotto la giacca prese la sua maschera anti-gas. Silenziosamente lasciò scivolare la pallina attraverso la porta socchiusa e dopo soli tre secondi sentì prima un improvviso sibilo e poi le esclamazioni di sorpresa dei tre uomini. Tutto ciò fu immediatamente seguito da tre tonfi sordi che misero fine al mormorio di voci nella stanza.

Trowa, compiaciuto del suo lavoro, aprì la porta ed avanzò nella sala.

***

Heero guardò l’orologio per la decima volta da quando l’intera missione era cominciata. Non gli piaceva essere rimasto così fuori, ma nel caso la situazione fosse degenerata, l’uso del finto Wing sarebbe stata l’unica soluzione possibile. Dentro la cabina di pilotaggio provò per un istante una fortissima nostalgia per il suo amato compagno di Gundanium; lì dentro tutto era molto simile al Wing Zero originale, ma la maggior parte dei comandi era solo fittizia.

Sospirò e di nuovo guardò l’orologio, sperando che i suoi compagni se la stessero cavando bene. Per un attimo chiuse gli occhi e il suo pensiero indugiò su Duo. Era preoccupato… aveva un compito difficile e molto pericoloso.

***

Duo venne trascinato per il lungo corridoio sino ad un’ampia sala, riconobbe la voce del leader di quel gruppo di pazzi e faticosamente sollevò il capo proprio nell’istante in cui il ministro Bugler veniva colpito duramente al capo. L’uomo cadde a terra e il terrorista riprese ad urlare verso la telecamera che aveva di fronte. “E questo è solo un assaggio!! Comincerò ad uccidere gli ostaggi uno ad uno se non mi date ciò che ho chiesto!” urlò e piazzò un calcio nello stomaco del politico ai suoi piedi.

La voce di Lucrezia Noin giunse forte e chiara attraverso un apparecchio elettronico. “Basta! Abbiamo capito che fate sul serio!! Lasciate stare gli ostaggi! Ci stiamo occupando delle armi e tra poco anche i vostri compagni saranno liberati!”

“Lo spero! E non tentate di giocarci scherzi!!” con un pugno sull’apparecchiatura interruppe la comunicazione e il compagno dietro la telecamera gli fece cenno che la registrazione era terminata. “Branco d’idioti! Ecco, ora abbiamo di nuovo il controllo della situazione,” ringhiò, si volse verso le guardie che tenevano Duo e ordinò loro di lasciare il ragazzo e di uscire dalla stanza insieme all'uomo che si era occupato della telecamera. I tre tentennarono un solo istante ma poi annuirono pensando che il loro capo non volesse punire il loro compagno davanti a loro. Oltrepassarono di nuovo la porta e se la chiusero alle spalle. Il leader degli Epyon de Teros tornò immediatamente a guardare il ministro ai suoi piedi e allungò una mano. Duo temette che volesse colpirlo ancora ma i suoi occhi si dilatarono sorpresi quando, invece, l’uomo afferrò il politico per un braccio e lo aiutò a mettersi in piedi.

“Accidenti! Potevi andarci un po’ più piano!!”

“Hai chiesto tu di rendere il tutto il più realistico possibile e poi se non vuoi che i miei uomini sappiano chi è la talpa...”

“M-Ma cosa…?” sibilò il ragazzo da L2. Vide il leader dei terroristi voltarsi verso di lui e poi fare cenno al ministro di girarsi.

“Ecco il matto! Perché volevi vederlo subito, Mark? Potevamo occuparci di lui dopo.”

Mark Bugler digrignò i denti e con passi veloci raggiunse il ragazzo. Gli afferrò la bandana nera e la tirò con forza. Duo trasalì mentre realizzava dolorosamente cosa stava accadendo.

“Ecco perché, Jacob!!” esclamò il ministro della difesa cercando di mantenere il tono della voce basso. Solo l'uomo di fronte a lui sapeva che era coinvolto in quella storia e non voleva che lo sapessero anche gli altri membri di quella banda di terroristi o certamente avrebbe rischiato grosso. Non poteva permettersi fughe d'informazioni su una simile cosa, ciò avrebbe causato il suo immediato arresto se non la sua immediata morte. “Imbecille! Non sai neanche riconoscere uno dei tuoi?!?”

Alla vista del ragazzo il leader dei terroristi spalancò gli occhi e si avvicinò a sua volta. “Ma chi diavolo… chi DIAVOLO sei tu?!?”

“Te lo dico io che diavolo è! E’ un pilota di Gundam, un Preventer!!” La testa dell’uomo dai capelli biondo platino schizzò verso l’alto e il suo sguardo si fissò incredulo su quello del complice. “Come hai fatto a non accorgertene?!”

“In… in quel trambusto io…”

"Ti sei lasciato imbrogliare come un idiota!"

“Allora non mi sono sbagliato… c’era davvero una talpa…” disse Duo, rabbia e disprezzo nella sua voce.

“Stai zitto microbo! Non vivrai abbastanza per raccontarlo in giro. Ti rendi conto di quel che è successo?!” continuò Mark Bugler rivolto ancora al leader dei terroristi.

“Perché?” sussurrò l’ex-pilota di Deathscythe, ma nessuno gli diede retta e la sua domanda non ebbe risposta.

“Ora fammi riportare insieme agli altri ostaggi e occupati di questo ragazzino! Ricordati il patto! Tu i soldi io la vita di Relena Darlian!”

Duo trasalì sollevando di scatto il viso.

“Non ho dimenticato il patto!” ribatté l’omone biondo, le sue labbra erano contratte in una linea severa, dentro di sé il sangue stava ribollendo per la rabbia per ciò che era successo.

“Non te ne sei dimenticato però quella ragazzina è ancora in vita! Occupati di lei, SUBITO!!” tuonò il ministro della difesa. Per qualche istante i due si fronteggiarono poi il leader, abbassò lo sguardo. Annuì ed un istante dopo richiamò i suoi uomini affinché riportassero il prigioniero tra gli altri ostaggi. Mark Bugler che aveva prontamente riacquistato la sua aria afflitta e disperata, venne trascinato via dalla grande sala.

Duo ancora fissava la porta incredulo e sinceramente scosso. Perché il ministro della difesa doveva fare una cosa simile? Perché voleva la morte di Relena?! Due forti mani lo afferrarono improvvisamente per il bavero del giubbotto, facendolo bruscamente uscire dai suoi pensieri sconcertati e preoccupati. L'omone biondo lo aveva acchiappato duramente e con violenza lo aveva strattonato per sbatterlo a terra.

Il capo degli Epyon de Teros respirò profondamente e tutta la rabbia che aveva cercato di controllare sino a quel momento, fluì di colpo nel suo corpo massiccio e con tutta la sua forza affondò lo stivale nello stomaco del piccolo guastafeste. Duo urlò cercando di chiudere le gambe al petto ma il secondo calcio gli tolse completamente forze e respiro. Il suo volto divenne paonazzo e lui cominciò a tossire violentemente nel disperato tentativo di riprendere a respirare.

“Maledetto! MALEDETTO BASTARDO!!! Nessuno si prende gioco di me, NESSUNO!!” gridò, una sincera nota di preoccupazione nella sua voce. Non voleva far fuori Relena Darlian prima che tutta quella storia non fosse sul punto di concludersi, non voleva trovarsi con un crimine simile nel caso fossero stati arrestati. Ma ora era costretto a fare subito fuori la principessa e tutto per colpa di questo miserabile ragazzino che tutto sembrava tranne che un pilota di Gundam. Lo colpì per la terza volta per scaricare la rabbia ed improvvisamente un pensiero tremendo si formulò nella sua mente. Se quel moccioso era un infiltrato allora come era possibile che avesse sparato a due agenti dei Preventers?! Impallidì e di colpo corse verso la porta della sala spalancandola.


Continua…


***



Che ne dite, proseguo? ^_^

I vostri commenti saranno graditissimi!!

Ciao ciao!
 
Continua nel capitolo:


 
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