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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: IN UN GIORNO DI PIOGGIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: akane-noin88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/08/2006 20:31:28

avverto che è un yaoi...hanaru-ruhana
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Titolo: In Un Giorno Di Pioggia
Hana/Ru (Yaoi)

Addio, addio e un bicchiere levato
al cielo d'Irlanda e alle nuvole gonfie
Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo
alla vecchia Anna Liffey e alle strade del porto
Un sorso di birra per le verdi brughiere
e un altro ai mocciosi coperti di fango,
e un brindisi anche agli gnomi a alle fate,
ai folletti che corrono sulle tue strade.

Rukawa osservava fuori dalla finestra del suo appartamento, lo spettacolare mondo di luci che era New York dal 60^ piano del grattacielo, dove i suoi gli avevano trovato una sistemazione. Un bellissimo appartamento di lusso, dotato di ogni comfort. Squadrò un attimo con lo sguardo il salotto, poi si alzò, si avvicinò ad un’enorme credenza dall’aspetto antico, prese fuori una bottiglia di vino rosso e se ne versò un po’ in uno splendido bicchiere di cristallo. Ne bevve un sorso, si leccò le labbra e fissò ancora una volta fuori dalla sua finestra, attraverso il liquido colorato nel bicchiere. Tutto prese una bellissima sfumatura rossa sorrise, d’altronde il rosso era il suo colore preferito, gli ricordava quella testa calda. Già. Il suo Rossino. Suo e di nessun altro. Era tremendamente triste all’idea di saperlo là, a Kanagawa, così lontano da lui. Non sapeva nemmeno se l’avrebbe mai più visto. Kanagawa. Quel posto dove erano successe tantissime cose durante la sua vita, dove erano avvenuti tanti incontri, che avevano cambiato la sua vita. Si ricordò che anche quella sera, in cui dovette abbandonare quel paese, dove era nato, cresciuto e vissuto. E dove aveva imparato ad amare. Bevve ancora dal bicchiere “chissà che stai facendo in questo momento? Eh, Hanamichi?” pensò mentre tornò a fissare fuori dalla finestra. Gli venne in mente ancora una volta quel giorno di pioggia…

Hai i fianchi robusti di una vecchia signora
e i modi un po' rudi della gente di mare,
ti trascini tra fango, sudore e risate
e la puzza di alcool nelle notti d'estate
Un vecchio compagno ti segue paziente,
il mare si sdraia fedele ai tuoi piedi,
ti culla leggero nelle sere d'inverno,
ti riporta le voci degli amanti di ieri

“Dannazione!!!!” disse Sakuragi fra i denti mentre tornava verso casa. Hanamichi Sakuragi. Il giocatore di basket fra i più casinisti sulla faccia della terra, ma anche il più timido. Ovviamente nessuno sapeva di quest’aspetto del suo carattere. Bhè, nessuno tranne lui. Già. La sua kitsune lo sapeva bene, sapeva bene come era timido. Che quella sua sfacciataggine e superbia, in realtà, altri non erano che maschere. Maschere per coprire la sua debolezza. Più soffriva più faceva lo sbruffone. Era così da sempre. Fin da piccolo. La morte di suo padre, poi, non l’aveva aiutato per niente. Si perse ancora una volta nel ricordo di quel triste giorno. Quanto aveva sofferto. E quanto aveva dovuto fingersi forte per dimostrare a sua madre e a sua sorella maggiore che potevano contare su di lui. “Eddai Hanamichi! Basta farsi il sangue amaro per lui! È stato un idiota! Perché non lo capisci?!”. Yohei Mito, il suo migliore amico da sempre. Fin da quando erano piccoli. È stato anche grazie a lui se era riuscito a superare tutti quei brutti momenti. Erano quasi come fratelli. “Lo so Yohei!” disse rabbioso “MA NON SO CHE FARCI!” urlò, mentre tirò un pugno nel muro al loro fianco. “Ehi! Vedi di calmarti! Così non risolvi un bel niente! Ficcatelo in quella testa rossa!” ma il suo amico non accennava a calmarsi. In un attimo gli venne un’idea. “Andiamo!” prese Sakuragi per un braccio e lo trascinò verso una strada “E-Ehi! Yohei! Che fai?! Dove mi porti?!” chiese attonito il rosso “non rompere e seguimi!” imbucarono una stradina nascosta. Sakuragi stava per dire qualcosa, quando si ritrovò davanti ad un tramonto sul mare. “Eccoci!” disse il moro “Vediamo se qui ti calmi!”. “Yohei…” disse piano Sakuragi. Poi si avvicinò alla riva. Appoggiò a terra il suo borsone. Si tolse le scarpe e camminò nell’acqua fino a che non gli raggiunse le caviglie. Sospirò e guardò l’orizzonte davanti a lui. Aveva amato tante persone, tante ragazze. Ma solo ora capiva cos’era veramente l’amore. Gli tornò in mente quel fatidico giorno di pioggia…

E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via

“Maledizione! Odio questo tempaccio!” disse Sakuragi mentre si avviava, ovviamente senza ombrello, verso casa “uffa! La pioggia non serve a nulla! Che palle!” e mentre parlava i suoi pensieri andarono alla sua Kitsune. Oddio! “sua” proprio no! ne era innamorato, già! Chi l’avrebbe mai detto? Il rossino innamorato del Mr. Ghiacciolo! Gli capitava spesso di fantasticare su di lui. Di immaginarselo tra le sue braccia, mentre gli sussurrava dolcemente parole affettuose, per vedere quel volto, impassibile verso tutti, arrossire solo per lui. “eeeh! Sarebbe davvero fantastico! Basta Hanamichi! Torna coi piedi per terra! Lui non ti guarderà mai! Lui non è…” si zittì improvvisamente. Aveva sentito un rumore familiare tra il ticchettio continuo delle gocce di pioggia che cadevano lungo il marciapiede. Si fermò, incurante della pioggia e si mise in ascolto, ma…si! Non c’erano dubbi! Quello era il rumore di rimbalzi, sicuramente causati da un pallone da basket. (boia! Sei un mostro! Riconosci tutti i rumori Hana? NdA-N88 non intrometterti e continua a scrivere! NdHana-Kae Y_Y perdono! NdA-N88) si guardò intorno per cercare da dove proveniva quel rumore. Finalmente intravide un canestro, si avvicinò e vide un’ombra giocare a basket. Aveva un aria familiare. Strizzò gli occhi e lo riconobbe! Era lui! La kitsune! Oddio! Ancora meglio che nelle sue fantasie! Si incantò a osservare i movimenti perfetti del moretto, che, nonostante la pioggia, giocava al massimo, da vero campione. “mamma mia! Quanto è bravo…e…bello!” tornò a fantasticare su di lui. Si immaginava di essere lì con lui in quel momento, di baciarlo appassionatamente e di fare l’amore con lui sotto la pioggia. Tornò coi piedi a terra quando si accorse che la kitsune lo stava guardando. Il cuore cominciò a battergli forte mentre si perdeva in quei bellissimi spicchi di cielo che erano i suoi occhi. “che fai lì do’hao? Mi spii?” “EHI MALEDETTA KITSUNE!!!! COME TI PERMETTI??!?!?!’ IL TENSAI NON HA BISOGNO DI SPIARE NESSUNO!!!AH! AH! AH!” si pavoneggiò Sakuragi “Baka!” gli disse Rukawa, ma prima che Sakuragi potesse rispondergli gli lanciò la palla e lo guardò con aria di sfida. Sakuragi non se lo fece ripetere due volte. Si levò la giacca ormai fradicia e la gettò a terra. Si avvicinò a Rukawa “ accetto la sfida Kitsune!”. Iniziò una sfida senza esclusione di colpi. Sakuragi fu il primo che partì all’attacco, smarcò Rukawa con una finta e si diresse verso il canestro. Salto…e…SCHIACCIATA!!! “AH! AH! AH! HAI VISTO KITSUNE?! 2 A 0!!!” MA Rukawa gli aveva già sottratto la palla e fatto un bellissimo canestro da 3. Fissò Sakuragi con la sua solita faccia di bronzo e si rimise in posizione. Sakuragi sbottò! Odiava essere inferiore a Rukawa. Proprio per questo era migliorato così tanto nel giro di poco tempo. La partita continuò senza esclusione di colpi. Rukawa dava il massimo, ma anche Sakuragi non scherzava e si impegnava con tutto se stesso. Durante l’ennesima azione Sakuragi scivolò sul pavimento del campetto “ATTENZIONEEEEEE!” cadde, ma si accorse di essere atterrato su qualcosa di morbido. Guardò meglio. “ODDIO!!!”. Sakuragi era completamente disteso sul corpo di Rukawa. Cercò di alzarsi subito, ma qualcosa lo tenne inchiodato in quella posizione.

Hai occhi di ghiaccio ed un cuore di terra,
hai il passo pesante di un vecchio ubriacone,
ti chiudi a sognare nelle sere d'inverno
e ti copri di rosso e fiorisci d'estate.
I tuoi esuli parlano lingue straniere,
si addormentano soli sognando i tuoi cieli,
si ritrovano persi in paesi lontani
a cantare una terra di profughi e santi

Rukawa fissava il marciapiede. Era appena uscito di casa. Doveva recarsi agli allenamenti, anche se non ne aveva una gran voglia. Era una serata fredda. Una gelida serata invernale. Adorava starsene a csa, sotto le coperte, durante le giornate di freddo. Chissà, magari con qualche Do’hao! Dolce e impacciato! Quante volte avevano fatto l’amore nel suo letto. Ormai aveva perso il conto. Ma nonostante tutto la passione non era mai calata. Ogni volta sembrava la prima. Si fermò. Alzò lo sguardo verso il cielo. “in quanti sognano New York?! Migliaia di persone! Io per primo! Ma ora che ci sono….non la vedo bella come prima.” Si sentiva…vuoto. Gli mancava qualcosa! E sapeva anche cosa. Quel dannato rossino che era da sempre stato al centro dei suoi pensieri. Fin dalla prima volta che l’aveva visto! Peccato che non se ne era accorto subito. Non pensava di essere gay. In fondo aveva avuto parecchie storielle con varie ragazze alle medie. Ma nessuna era mai stata così intensa come quella con Hanamichi. Era totalmente perso di lui. “ero?! Lo sono ancora! E dannatamente tanto!!!” riprese a camminare. Fortunatamente era sempre in anticipo. Infatti arrivò in palestra prima di tutti. entrò nello spogliatoio e aprì il suo borsone per estrarre la maglietta e i pantaloncini, ma oltre a quelli venne fuori anche qualcos’altro “ma questa è…” raccolse l’oggetto da terra “la mia vecchia divisa!” la maglia numero 11 dello Shohoku. Si ricordava ancora la prima partita in cui la indossò. Era contro il Ryonan. Era lì che aveva conosciuto Sendoh, il suo migliore amico. Spesso si sentivano. Anche lui era a New York, ma si stava per trasferire. Voleva seguire la sua ragazza. L’aveva vista spesso. Infondo stavano insieme da 5 anni. Esattamente come lui e Hanamichi. Anche loro sono stati lontani per tanto tempo. Ma Sendoh aveva deciso di tornare. “quello è davvero cotto!” pensò. Una lacrima solcò il viso pallido del moretto. Spalancò gli occhi “cosa? Io che piango? Oddio! Mi sto proprio rammollendo! L’amore mi fa male!” ma in un attimo gli ritornò in mente quel giorno di pioggia.

E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

Rukawa era in terra sdraiato. Teneva Sakuragi inchiodato a lui, cingendolo alla vita con le sue braccia. In un primo momento sii accorse che il rossino voleva staccarsi e allora rafforzò la presa, sentendolo irrigidirsi “non mi scappi do’hao! ho aspettato per troppo tempo un’occasione come questa e ora non me la farò di certo scappare!” pensò il moretto. “Ru-Rukawa….cosa stai…?!” troppo tardi! Rukawa aveva avvicinato il viso del rosso al suo con prepotenza, facendo in modo che le loro labbra si unissero insieme. Hanamichi era sempre più sconvolto. Non poteva credere che Rukawa lo stesse baciando! Era impossibile! Eppure era così! Si rilassò cercando di assaporare quel suo primo bacio. Il suo primo bellissimo bacio. Rukawa ne approfittò della situazione per insinuare la lingua nella bocca di Sakuragi. Voleva assaporarlo tutto! Voleva esplorare ogni angolo della sua bocca! Più e più volte! Lo sentì irrigidirsi all’inizio, ma poi ricambiò subito quel bacio, che da innocente si era trasformato in passionale. Si staccarono ansimando. Sakuragi era dello stesso colore dei suoi capelli. Non si azzardava a guardare in faccia Rukawa, nonostante volesse chiedergli parecchie cose. Si fece coraggio e aprì la bocca per parlare, ma Rukawa lo precedette “mi piaci, Hanamichi! Mi piaci da morire!” Sakuragi spalancò la bocca, ma stavolta per lo stupore che gli avevano provocato le parole di Rukawa. Ma dopo un primo momento sorrise “ Anche tu mi piaci…Kaede!” per la prima volta vi8de l’espressione imbarazzata di Rukawa, che finì col sfoderare il suo primo sorriso! Il più bel sorriso che Sakuragi avesse mai visto. Si baciarono ancora una volta. Con maggiore passione finché non decisero di andare da Rukawa. “i miei non ci sono in casa!” disse Rukawa guardandolo in modo malizioso, ma Sakuragi non arrossì stavolta e sorrise beffardo “e va bene Kitsune! Andiamo!” e fecero l’amore per la prima volta! Fu una sensazione stupenda per entrambi! Si unirono più e più volte, portandosi in paradiso a vicenda, fino a che non si addormentarono esausti l’uno abbracciato all’altro.

“bene ragazzi! L’allenamento è finito!” disse l’allenatore. Rukawa lo fissò un attimo e lui acconsentì con un cenno del capo. Non aveva perso il vizio dell’allenamento continuato. Rimase in palestra finché tutti non se ne andarono facendo si che regnasse il silenzio. Il silenzio rotto soltanto dal ritmico rimbalzare della palla e dalla pioggia che ticchettava sui vetri. “dannazione!” pensò. Era a piedi e non aveva l’ombrello. “mi toccherà chiamare un taxi! Che palle!” ricominciò a palleggiare e a creare azioni su azioni. Ma all’improvviso un forte rumore alle sue spalle lo fece voltare. “MALEDETTA KITSUNE!!!!COME OSI NON RISPONDERMI ALLE LETTERE E NEMMENO AL TELEFONO?!?!?!?! A ME AL GRANDE TENSAI?!?!?!!?” Rukawa spalancò gli occhi. Non era possibile! Non poteva essere lui! Si voltò e rimase senza fiato. Il suo rossino era lì! Davanti a lui in carne ed ossa! Rimase bloccato al suo posto. Il pallone gli scivolò dalle mani. “è così che mi saluti baka! Mi aspettavo un saluto più simile a questo!” gli si avvicinò e lo baciò appassionatamente. Rukawa era ancora incredulo, ma il calore dell’abbraccio di Sakuragi gli fece capire che non era un sogno. Lui era lì! Bello come il sole e dolce come il miele! Ricambiò il bacio con altrettanta passione abbracciandolo al collo, mentre il rossino cinse la sua vita con le braccia. Non voleva perderlo di nuovo! No! una volta gli era bastato! Aveva preso l’aereo ed era corso dalla sua Kitsune! Non ne poteva più! Gli mancava troppo! Si staccarono dispiaciuti e ansimanti. Da troppo non si baciavano! Era sembrato ad entrambi come la prima volta! Come quel giorno di pioggia! Rukawa sentì una lacrima uscirgli dagli occhi, poi una seconda e infine cominciò a piangere con il viso immerso nel petto caldo di Sakuragi, protetto dal suo forte abbraccio! Sakuragi gli alzò il viso con due dita, costringendolo a fissarlo negli occhi, gli aciugò le lacrime e poi disse quello che non glia aveva mai detto fino ad allora “ ti amo, Kaede”. Rukawa rimase sbalordito, ma poi sorrise e rispose “anche io Hanamichi!”. Sorrisero entrambi, poi chiusero gli occhi, assaporando quel bacio e pregando che non fosse tutto un sogno.

E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora
e potrò consolare i tuoi occhi bagnati
In un giorno di pioggia saremo vicini,
balleremo leggeri sull'aria di un Reel

Owari
Allora, la canzone è dei “Modena City Ramblers” e si chiama appunto “un giorno di pioggia”! premetto che è stata la mia prima Yaoi, ma spero vi piaccia lo stesso! Gradire commenti e consigli. Dedico questa al mio migliore amico che alcuni già conoscono ROOOBERTOOOO TI VOGLIO BENE!!!!!
Un saluto a tutti!!!!!!!!!!!!!!!! alla Prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Akane-Noin88
keiko, aspetto i tuoi disegni di aiko e co! un saluto anche A reiko
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


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