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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TEARS, BLOOD AND THEN...ONLY DUST
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: clio19 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/08/2006 19:41:25 (ultimo inserimento: 22/11/06)

il mio ipotetico libro: umani, demoni ed essenze, la distruzione ha inizio ...
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Salve a tutti !!
E' da tanto che non posto nuove fic, ma ero concentrata a scrivere questa storia, in effetti non l'ho ancora finita ma ho deciso di inizia a postarla per vedere se piace !!!!
Forse la storia è un pò contorta, ma mi piacerebbe cmq sapere cosa ne pensate !!!
baci Elettra

- -=parlato


"Uccidi un uomo e sei un assassino.
Uccidine milioni e sei un conquistatore.
Uccidili tutti e sei Dio."
Jean Rostand

PROLOGO

Il cielo quella notte era bellissimo, limpido, senza nemmeno una nuvola e di un blu cupo incantevole che sarebbe sembrato quasi nero se non fosse stato per le migliaia e migliaia di stelle che lo illuminavano.
Una ragazza era seduta su una sedia di legno scuro, dall’imbottitura verde e osservava il suo riflesso in un grosso specchio anticato dalle bordature scure.
Con una mano sottile e diafana toccò lo specchio nel punto in qui rifletteva i suo grandi occhi grigi e sbuffò, “Cosa c’è in me che non va ? Perché sono così diversa dagli altri ? Sto forse impazzendo ? Eppure io ho davvero queste visioni !”.
Prese una spazzola dal comodino lì accanto e iniziò a spazzolarsi i capelli rossi con rabbia, non capiva, non riusciva proprio a capire cosa le fosse successo, perché da forse tre mesi a quella parte erano successe cose che andavano oltre la sua comprensione, aveva iniziato ad avere strane visioni.
Ma non erano visioni comuni, lei, vedeva il futuro e il passato.
Quello che ha soli 5 anni aveva visto toccando sua madre, le era sembrato tremendamente assurdo, ma poi aveva chiesto, ed era la verità.
Era stato solo un caso sporadico, che col passare degli anni accadeva solo una volta ogni tanto e lei non ci aveva mai fatto caso, pensando che era solamente la sua fervida immaginazione, ma ora, ora era cambiato tutto.
Le visioni avvenivano molto più spesso, più intense e sempre vere, non solo su di lei, su quello che le sarebbe accaduto entro un limite che arrivava fino ai 2 anni, ma anche agli altri, alle persone che le stavano vicino, semplicemente toccandole.
E lei non poteva fare nulla per impedirlo.
Sospirò di nuovo mettendo giù la spazzola e alzandosi dalla sedia, lentamente si avvicinò al letto e tirò indietro le coperte, dette un ultima occhiata al favoloso cielo stellato che si vedeva dalla finestra alla sua destra e si sdraiò.
Ma non servì a nulla, non riusciva ad addormentarsi, era troppo preoccupata per quelle strane visioni e tutto le vorticava in testa così confuso e caotico da tormentarla anche nel sonno.
Si rigirò nel letto parecchie volte come in preda ad incubi mostruosi fino a quando un rumore assordante le investì le orecchie e non appena si voltò verso la finestra la ritrovò in frantumi mentre un ragazzo accucciato a terra le dava le spalle tentando di togliersi di dosso piccoli pezzetti di vetro.
Gridò con tutto il fiato che aveva in gola, terrorizzata, chi diavolo era il folle che nel cuore della notte si era catapultato in camera sua rompendo la sua finestra ?
Ma il suo urlo durò poco, anzi pochissimo, perché non appena il ragazzo si accorse di lei e della sua voce assordante con uno scatto a dir poco fulmineo che lei non riuscì nemmeno a vedere le saltò addosso tappandole la bocca con una mano calda, -Perché diavolo urli mocciosa ?- fu la splendida domanda che le fece.
E allora il terrore la invase ancora di più, ma questa volta mista a rabbia, perché diavolo urlava ?!?
-Ora io toglierò la mano e tu non urlerai chiaro ? Non voglio farti del male- lei annuì impercettibilmente, ma abbastanza perché lui capisse, -Bene, calma okay ?- e piano tolse la mano, lei non urlò, lo fissò intensamente, con gli occhioni lucidi e le mani strette al petto, cercando di capire chi fosse, sembrava avere la sua stessa età, -Chi, chi sei ?- riuscì a dire stupendosi del suo stesso coraggio e il ragazzo sorrise.
-Chiamami Damon, e tu ?- la ragazza tremò leggermente, non si fidava –Perché ti sei catapultato in camera mia ?- lui sorrise di nuovo, -Ho sbagliato atterraggio, non volevo piombarti in casa, miravo all’albero qui accanto- -L’albero ? Non sei un maniaco quindi ?- lui sembrò perplesso –Cos’è un maniaco ?-.
La ragazza si rilassò leggermente, ma non molto, aveva ancora molti sospetti su quel ragazzo, lo osservò di nuovo un istante, alto, capelli biondo cenere sparati in aria e due splendidi occhi verdeacqua incredibilmente dolci, non sembrava un maniaco nonostante l’aria strafottente, ma allora chi era ?
-Me lo dici come ti chiami ?- lei sembrò pensarci un istante poi gli porse la mano lentamente –Chiamami Anya- lui osservò la sua mano stranito, come se non capisse e allora fece tutto lei, -Quando due persone si incontrano per la prima volta è buona educazione stringersi la mano !- spiegò facendo la saputella e senza aspettare un secondo afferrò la mano del ragazzo che era appoggiata sul letto accanto al suo fianco.
E allora accadde, un’altra visione.
Vide un’immensa città medievale, con un imponente castello, il cielo di un rosso sbiadito e il vento freddo che scuoteva la terra, poi lo vide, quel ragazzo, ma era diverso, sebbene di poco, aveva gli occhi color ambra, le orecchie più appuntite e vestiva abiti che andavano di moda nell’800.
Sembrava triste, era seduto in riva a un lago dalle acque nere immote e fissava l’orizzonte, quando all’improvviso una bambina dall’abito bianco di non più di 8 anni lo affiancò sorridendo, sbucando dal nulla.
Non appena il ragazzo la vide fece un grosso inchino e lei rise gioiosa –C’è qualcosa che vuoi dirmi Damon ? Ti vedo affranto- -No mia signora, va tutto bene- -Non mentirmi, sai che non servirebbe, senti ancora la sua mancanza ?- il ragazzo sembrò rabbuiarsi –Come il primo giorno- -Non fu colpa tua Damon, il destino ha deciso così, non potevi opporti- Damon strinse i pugni in preda ad un’improvvisa rabbia –Ma avrei potuto tentare-.
La bambina rise di nuovo –Va pure Damon del tuono, ti concedo il permesso- lui la guardò sorpreso –Il permesso per cosa mia signora ?- -So che vuoi andare sulla terra per conoscere meglio gli umani non è così ?- Damon annuì volgendo di nuovo lo sguardo alle acque nere –Allora va, forse in questo modo riuscirai a non soffrire- -Sarà impossibile mia signora, siamo demoni, siamo eterni, la mia sofferenza non avrà mai fine- la bambina rise –Ne sei proprio sicuro ?- e poi sparì.
Anya ritornò alla realtà boccheggiando, cos’era successo ?
Quello che aveva visto era davvero la realtà ? Ma qui si parlava di, di demoni ?!?
Stava ancora pensando alla sua sconvolgente visione quando si ricordò che Damon, la stava ancora tenendo per mano, si staccò bruscamente e indietreggiò il più possibile fino a toccare con la schiena il muro dipinto d’arancio.
Lui ne rimase ancora più sorpreso, ma erano tutti così matti gli umani ?
-Dimmi che tu non sei un demone, che quello che ho visto compreso il castello e la bambina non esistono e tu sei un maniaco, in questo momento lo preferirei !- lui si alzò in piedi sconvolto, -Come fai a sapere che sono un demone ?- Anya tremò di nuovo, era vero dunque, era tutto vero, esistevano i demoni e lei ne aveva uno in carne ed ossa di fronte, rischiava di svenire da un momento all’altro.
-Chi sei ?- chiese ad un tratto lui riuscendo a stupirla nonostante avesse appena capito che esistevano davvero i demoni e non erano solo personaggi inventati.
Era sempre stata una persona forte, una di quelle che non demorde mai e che non si lascia spesso prendere dal panico.
Anche in quella situazione, aveva di fronte un demone eppure non ne aveva affatto paura, anzi, avrebbe voluto prenderlo a sberle per il modo in cui la stava trattando.
Infatti prese il suo cuscino e glielo tirò addosso cogliendolo di sorpresa –Chi sono io ?!?- iniziò a urlargli dietro alzandosi in piedi sul letto –Tu chiedi a me chi sono ?!? Chi diavolo sei tu ! Piombi in camera mia nel cuore della notte rompendomi la finestra e dici che in realtà miravi all’albero, perché voli per caso ? E poi scopro toccandoti che sei un demone, un demone ti rendi conto ? Io ero convinta che non esistessero i demoni ! Invece eccoti qua, sbucato da chissà dove, e tu chiedi a me chi sono ?!?-.
Stava ancora ansimando in preda alla rabbia, mai fatta una sfuriata del genere a qualcuno, si ritrovò a pensare mentre lentamente si calmava e il ragazzo davanti a lei, con ancora in mano il suo cuscino, la guardava allucinato.
Lentamente si sedette di nuovo sul letto sbuffando –E comunque te l’ho detto chi sono, sono Anya Dorcas McKay, piacere- -Come, come hai fatto a sapere che sono un demone ?- chiese quasi sussurrando e porgendole il cuscino, incredibile, lui il grande Damon del tuono che si faceva mettere i piedi in testa da un’umana appena incontrata per giunta.
Lei sembrò pensarci un secondo, come se fosse indecisa se dirglielo o no, -Ti ho toccato- disse alla fine rimettendo a posto il cuscino –Mi hai toccato ? In che senso scusa ?- Anya si morse il labbro inferiore in imbarazzo –Bhe, spesso quando tocco la gente vedo delle cose- -Che genere di cose ?- Damon si era seduto per terra, incrociando le gambe, osservando quella ragazzina umana che un momento prima l’aveva quasi aggredito in preda alla rabbia e che ora non trovava nemmeno il coraggio di parlargli.
Ma ora che la osservava bene, i capelli rossi e quegli occhi, piombo fuso, il suo cuore perse un battito, Le assomigliava moltissimo.
-Ecco, vedo cose che sono accadute o che accadranno alla persona che ho toccato, ma non lo decido io, le visioni arrivano e io non posso impedirlo- i suoi occhi erano di nuovo lucidi e pronti al pianto e Damon odiava vedere le ragazze piangere, portava a galla troppi ricordi vecchi secoli, -Su non piangere, non devi piangere, non ce n’è motivo- -Si che ce n’è- insistette lei –Sono l’unica ad avere queste visioni e non posso controllarle, sono sola, non ho nessuno a cui poterlo dire, i miei genitori mi prenderebbero per pazza-.
Le parole gli uscirono da sole senza dargli il tempo di pentirsene –Ma tu non sei sola, ci sono qui io no ?- lei lo guardò stupita sul serio mentre con il dorso della mano si asciugava gli occhi rossi e gonfi per il pianto –Stai scherzando ? Tu sei un demone, per quanto ancora non riesca a crederci- -Vuoi una prova ?- chiese lui per convincerla e senza aspettare risposta scattò di nuovo in piedi come una molla facendo comparire sul palmo della mano destra una sfera d’energia grossa come una pallina da tennis dai bagliori azzurrini, che sprigionava come piccole saette.
Anya la osservò incantata, come quando un bambino osserva il mago tirare fuori dal cappello un coniglio bianco, -E’, è...- non riusciva a trovare nemmeno le parole per descriverla, Damon sorrise –E’ una sfera d’energia a basso voltaggio, prova a sfiorarla- -Sei matto ! Non voglio bruciarmi- lui scosse la testa paziente –Non ti farai nulla, ho detto che è a basso voltaggio, sentirai come un pizzicorino-.
Allora la ragazza, ancora un pò indecisa, scese dal letto con prudenza e si avvicinò al demone, avvicinò la mano che ancora le tremava leggermente e sfiorò la sfera, sentendo un pizzicorino piacevole lungo tutte le dita.
Tolse la mano quasi subito perché sentì dei rumori provenienti dal corridoio, -Maledizione sono i miei genitori, si sono svegliati !- Damon fece scomparire la sfera semplicemente chiudendo la mano –Certo che si sono svegliati, gridavi come una gallina !- Anya mise giù il broncio ma non rispose alla provocazione –Nasconditi- disse soltanto mentre si sedeva di nuovo sul letto –Perché ?- chiese lui tranquillo intrecciando le mani dietro la testa,
–Perché se ti vedono ti porteranno dalla polizia- -Cos’è la polizia ?- Anya si schiaffeggiò lievemente una guancia per tranquillizzarsi –Devi nasconderti !- sembrava molto un ordine ma Damon non ci badò, si tolse l’orecchino che aveva appeso al lobo sinistro e lo strinse qualche secondo nella mano da cui scaturì una tenue lucina rossa.
Non appena riaprì la mano al posto dell’orecchino ora c’era un piccolo anello d’argento, o almeno sembrava fatto d’argento, la cui superficie era totalmente incisa con strani simboli che Anya non aveva mai visto.
Damon si avvicinò di nuovo a lei e glielo porse, -Mi nasconderò se tu accetterai di diventare la mia compagna umana- Anya sgranò gli occhi –La tua che ?- -Non c’è tempo, accetti o no ?- ormai i passi in corridoio erano sempre più vicini e riusciva a sentire le voci dei suoi genitori, presa dal panico accettò.
-Molto bene, allora infilati al dito questo anello- -Un anello ?- -Ma come sei sospettosa, fallo e basta !- Anya non se lo fece ripetere due volte, prese l’anello e se lo infilò al medio della mano destra –Ecco fatto, ora nascon- ma non finì la frase perché Damon era già sparito, dove si era nascosto ?
I suoi genitori entrarono pochi secondi dopo, ancora mezzi addormentati, -Tutto bene tesoro ? Ti abbia sentita urlare- ma non appena Lilian Rainolds vide la finestra in frantumi scoppiò in un urlo a dir poco apocalittico mentre Christopher McKay si avvicinava alla finestra sbalordito, boccheggiando come un pesce.
Anya sentì poco distante da sé Damon ridere –Ora capisco da chi hai preso negli urli !- lei si guardò intorno sorpresa e bisbigliò –Ma dove sei ?- il demone parlava ad un volume normale eppure i suoi genitori sembravano non accorgersene –Sono ai piedi del letto, non temere della voce puoi sentirmi solo tu finché porti l’anello- la rossa sospirò lievemente –E comunque non ho preso da lei, sono stata adottata-.
Lilian le corse subito incontro soffocandola in un abbraccio esagerato –Cosa è successo cara ? Stai bene ?- -Si mamma tutto a posto, non mi sono fatta nulla- le si avvicinò anche il padre –E la finestra ? E’ in frantumi- -Non so cosa sia successo papà, io stavo dormendo, mi sono svegliata con il frastuono e quando ho visto la finestra ho gridato- Damon dal fondo del letto ghignò –Fingi davvero bene lo sai ?- -Sta zitto-.
-Sta zitto ?!? Anya mi hai detto di stare zitto ?- la ragazza si morse il labbro inferiore, aveva parlato troppo forte, -No, non, non dicevo a te papà- i genitori la guardarono confusi –E allora a chi ?- una risatina carica di tensione le uscì da sola dalla bocca, -A nessuno, volevo ... volevo dire il soffitto, si sarà rovinato anche quello ?- suo padre la guardò un istante come fosse un aliena poi scosse la testa e tornò a occuparsi della finestra, invece sua madre le dette piccole pacche sulla schiena continuando ad abbracciarla –Non temere cara è lo shock-.
Damon rise di nuovo –Mi correggo, fingi da schifo-.


Questo è solo il prologo, anche se molto lungo, chiunque legga mi dica cosa ne pensa nel fermoposta please !!
See you ...

 
Continua nel capitolo:


 
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