ERA UNA NOTTE TRANQUILLA...
- Capitolo 1° -
Salut a tout le monde!!!
Il vostro monsieur Bordeaux è tornato con una nuova fan-fiction, e dato che su Lupin (Il mio mito! N.d.A.) ne ho viste poche, ho deciso di scriverne una. Speriamo bene...
Non mi resta che dirvi buona lettura!!!
Panama City, Panama.
Era notte fonda e il buio avvolgeva la capitale del piccolo Stato centroamericano. La luna era alta nel cielo, ma era coperta da molte nuvole e i suoi raggi non riuscivano ad illuminare il paesaggio. Tutto sembrava in uno stato di assoluta tranquillità, gli unici rumori che si sentivano erano quelli prodotti dal vento e da alcuni animali notturni in cerca di cibo.
Ma in realtà non era così. Mentre quasi tutti gli abitanti di Panama City erano andati a dormire, c'era chi era ben sveglio ed era sempre all'erta. Erano le guardie dell’ICM Banco de Panama.
L'ICM Banco de Panama era una banca specializzata nel commercio marittimo. Era molto ben organizzata contro i furti: telecamere a circuito chiuso, porte chiuse con serratura elettronica, raggi laser e, naturalmente, molte guardie. Davanti alla banca c'era un viale con al centro una piccola piscina e ai lati un bellissimo giardino, con delle alte palme che decoravano l'ambiente. Alcuni fari illuminavano la facciata ed esaltavano il color avorio dell'edificio. E ovviamente c'erano delle guardie che perlustravano la zona in cerca di eventuali trasgressori. O almeno avrebbero dovuto esserci...
Le tre guardie che dovevano sorvegliare il giardino antistante la banca erano legate come salami e nascoste in un angolo buio. Inoltre il sistema di luci che illuminava la facciata dell'edificio era spento. Un ladro era riuscito a superare le prime difese della banca. Ma non si trattava di un ladro comune: costui era Lupin III, il noto ladro gentiluomo.
Lupin girò l'angolo del giardino e andò verso l'uscita d'emergenza, a lato della banca. Ma sopra la porta c'era una telecamera e Lupin fu costretto a rimanere nell'ombra per non farsi vedere.
A quel punto si collegò tramite radio con il suo braccio destro e grande amico Jigen. Il pistolero si trovava a qualche centinaio di metri di distanza dall'ingresso della banca, seduto dentro la 500 gialla intento a fumarsi una sigaretta. Jigen ricevette la chiamata e prontamente rispose.
«Sei già dentro, Lupin?» chiese Jigen.
«Non ancora! C'è una telecamera che controlla l'uscita sul retro. Io sulla cartina la telecamera non me la ricordavo...» rispose Lupin. Sorpreso Jigen scese dalla macchina e prese una mappa dal portaoggetti. La aprì sopra il tettuccio dell'utilitaria e riprese la conversazione.
«Qui sulla cartina non è segnalata...»
«Ma che cavolo di cartina mi hai procurato?»
«L'unica che ho trovato era questa! Forse si sono aggiornati nel frattempo...»
«Oltre a questa strada, c'è un altro modo per entrare nella banca?»
Jigen controllò nuovamente la mappa e poi rispose a Lupin.
«Poco prima di arrivare alla porta, c'è per caso una scala?»
Lupin si guardò intorno e notò una scala a pioli poco dopo aver girato l'angolo.
«Continua Jigen...»
«Da lì dovresti raggiungere il tetto e poi...»
«E poi so cosa fare! Tieniti pronto per dopo Jigen!»
Lupin salì per la scala e arrivò sul tetto della banca. C'erano tre cupole di vetro da cui poteva scendere ed entrare nell'edificio. La prima e la seconda avevano il lucchetto arrugginito ed era impossibile aprirli. Ma nella terza il lucchetto era intatto.
Una volta scassinato la serratura, Lupin pensò che era stato fin troppo facile entrare in quella banca. Pensava che ci fosse qualcosa di più "tecnologico" contro i ladri, ma si ricordò che il direttore era un tipo molto avaro e che avesse risparmiato sui sistemi di sicurezza.
Dopo aver aperto lentamente la cupola di vetro, Lupin aprì il suo zaino e prese una corda. Poi la fissò ad un appiglio e iniziò la discesa nel cuore della banca. L'ambiente in cui stava arrivando Lupin era un'enorme stanza buia, illuminata solo da una tenue luce proveniente dalle finestre, in cui si trovavano gli sportelli della banca. Lupin diede un'occhiata in giro per controllare la situazione, ma ricevette una chiamata d'emergenza da Jigen.
«Attento Lupin! Ci sono dei raggi laser appena sotto le cupole!!!» gridò a squarciagola il suo socio.
Appena in tempo.
Lupin all'ultimo riuscì a schivare i raggi laser e grazie ad uno spray speciale li risaltò in modo che potesse superarli senza far scattare l'allarme. Raggiunto il pavimento, Lupin notò una guardia seduta vicino ad una porta sulla destra, quella che conduceva al caveau. Si avvicinò e capì che la guardia stava dormendo pacificamente; non avrebbe avuto problemi nel proseguire col suo piano.
Jigen nel frattempo stava camminando per le vie di Panama City, ma in modo che non si allontanasse troppo dalla macchina: Lupin avrebbe potuto richiamarlo in qualunque momento. Si stava per accendere un'altra sigaretta quando incrociò per caso un poliziotto di pattuglia.
«Buena noces, senor!» salutò il poliziotto.
«Buonasera... agente...» rispose Jigen tutto imbarazzato.
«Cosa sta facendo qui a quest'ora?»
«Ah, niente. Volevo fare un giro per la città...»
«Lei per caso è un turista?»
«Sì, esatto!!!»
«Ah, ho capito! Si vuole divertirsi stasera!» disse il poliziotto dando a Jigen una calorosa pacca sulla spalla. Poi per concludere aggiunse: «Allora le auguro di trascorrere una bella serata! E mi raccomando, stia attento: ci sono molti ladri che girano da queste parti...»
«Farò attenzione, agente...»
Dopo essere ritornato frettolosamente in macchina, Jigen si collegò con Lupin. Era da un po' che Lupin non lo chiamava via radio.
«Come sta procedendo il piano, Lupin?»
«Sto andando al primo piano...»
«Ma il caveau è al piano interrato! Stai sbagliando strada!»
«Sciocco! Non ti ricordi che il caveau ha una chiusura esterna? Devo prima sbloccarla per raggiungere la cassaforte...»
«Me ne ero dimenticato! Tutta colpa di quel poliziotto... devi attivare i tre diversi livelli per aprire la saracinesca.»
«Uno è nell'ufficio del tesoriere, vicino al caveau. Ma lo azionerò più tardi. Al primo piano ci sono gli altri due accessi: quello della sicurezza e quello del direttore.»
«Se ci sono novità, ti avvertirò Lupin.»
«A più tardi, mon ami!»
Lupin salì silenziosamente le scale e arrivò al primo piano della banca. Proseguendo lungo il corridoio che lo conduceva alla stanza della sicurezza vide una guardia intenta a fare uno spuntino, seduta ad un tavolo in una specie di "angolo cucina". Lupin era a venti metri da lui, nascosto nell'ombra e invisibile agli occhi del guardiano, ma c'era un problema: attorno alla guardia era tutto ben illuminato e se avesse proseguito Lupin sarebbe certamente scoperto.
Così il ladro dalla giacca verde cercò di elaborare un piano per superare l'ostacolo. La luce che illuminava il corridoio arrivava da un solo lampadario; sarebbe bastato metterlo fuori uso per risolvere il problema, ma usare la pistola per romperlo avrebbe fatto del rumore e la guardia si sarebbe accorta di lui. Quindi non andava bene e pensò ad un altro modo per avanzare.
Allora Lupin cercò l'interruttore della luce. Si trovava a metà strada tra lui e la guardia, ma non poteva avvicinarsi per colpa della luce. Ma gli venne un'idea.
Aprì il suo zaino e prese una biglia di ferro e si preparò a colpire l'interruttore. Sa che aveva un solo colpo a disposizione e si concentrò per bene. Prese la mira e... fece centro!
La luce si spense e la guardia, sorpresa dell'accaduto, andò verso l'interruttore. Dopo aver acceso la luce controllò in giro, ma non notò nulla di insolito e ritornò a finire il suo spuntino notturno. Non si era minimamente accorto che Lupin gli era passato accanto a pochi centimetri da lui...
Continua...
Come sempre, i vostri commenti saranno ben accolti!!!
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kuda76
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Kuda
bordeaux
Io sono ancora qui che aspetto un film in carne e ossa su Lupin! Si sa, la speranza è l'ultima a morire...
Au revoir, monsieur Bordeaux
Baci
Kuda