28 DICEMBRE 2003
- Capitolo 1° -
Storia che partecipa al concorso istituito da Rose-Red per le fanfictions originali.
Se proprio volete metterci sotto una canzone io vi consiglio vivamente "Worn me down" di Rachael Yamagata ^.-
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A Silvia, Monica, Costanza e Giulia.
A Marta, Mari a Giacomo e a tutti, perché senza l'amicizia non esisterebbe niente al mondo per cui varrebbe la pena vivere.
Vi voglio bene, ragazzi.
28 Dicembre 2003
-A diciasette anni l'unica cosa che conta è avere il ragazzo.
Chi non ha un fidanzato è come un reietto, un avanzo della società, e non può non sentirsi in imbarazzo quando gli altri, i migliori, sfoggiano al proprio fianco uno dei tanti modelli della collezione "sorrisi e dolci carezze".
Mi viene da vomitare.
Stop, calmati e prendi respiro, altrimenti chi dall'altre parte dello schermo può capire cosa stai provando? Innanzi tutto devi presentarti e poi spiegare questo tuo odio a prima vista immotivato.
Quindi iniziamo: mi chiamo Rebecca e ho diciasette anni compiuti il 29 novembre scorso. Mi piace la montagna, sciare e la cioccolata calda. Odio la mia sorella perfetta (o almeno si crede tale, beata lei) e i miei parenti in generale che non fanno altro che chiedermi se ho un qualche moroso, si, per caso.
Odio anche la maionese...
Ecco, adesso che sapete qualcosa di più su di me e i miei gusti posso parlare liberamente.
Io non ho il ragazzo e, per quanto me ne frega, finchè non incontrerò chi mi farà girare la testa non ho intenzione di mettermi con nessuno. E dato gli esseri (umani? Ma ne siamo sicuri?) che da un po' mi girano intorno non penso che mai mi fidanzerò.
Pessimista? Cinica o semplicemente sciocca? Non lo so, forse tutte e tre.
Io penso di sentirmi solo triste perché tutto quello che trovavo bello e perfetto da piccola, come l'amicizia e l'amore stesso, si è rivelato un'utopia.
Tra amici si litiga e si idealizza troppo, tanto che alla fine quelli che consideri amici si fingono tali e con la stessa facilità con cui tu schiacci il bottone dell'ascensore loro ti abbandonano in mezzo alla strada. E per colpa di chi, poi? Tua, solo tua, che avevi creato nella testa le immagini dei compagni-amici perfetti e poi li avevi incollati abilmente sulle figure dei tuoi conoscenti e di quelli che ti stavano più vicini.
E' logico che alla fine le aspettative che hai su una persona crollino come un castello di deboli carte per scala quaranta.
E per l'amore?
E' uguale!
Quante persone si lasciano dopo qualche mese dal matrimonio perché il patner "non è la persona che mi aspettavo"? Troppe. Il matrimonio stesso sta pian piano diventando solo un simbolo, non una vera scelta che ti porta ad amare con tutto il cuore il marito o la moglie! Ormai non è più il filo dorato che lega due persone per la vita, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute o in malattia, nella ricchezza o in povertà finché morte non vi separi!
E allora che senso ha avere un ragazzo da mostrare alla amiche? Nessuno.
Che utilità ha cercare l'altra metà della mela? Nessuna.
La vita, in fondo, è solo un insieme di idealizzazioni e di aspettative stracciate.-
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Ok aspettate almeno qualche capitolo per linciarmi... ^^
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