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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saint Seiya (Cavalieri dello Zodiaco, I)
Titolo Fanfic: LO SCRIGNO DEI SOGNI.
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nika-and-sofien galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/07/2006 12:49:57 (ultimo inserimento: 03/08/06)

qualcosa di magico e insolito si aggira a villa kido. (nn è proprio sentim./rom. ma è il genere che si avvicina di più, ...credo) leggete vi prego çç
 
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1° IO CONTRO IO
- Capitolo 1° -

E nika tornò con un’altra ficcyna su saint seiya… contenti? Tanto vero? ^^
(-___-ndLettori) vi lascio subito e mando un salutone a tutti.
CIAU

Quel piccolo scrigno nelle bianche mani di shun conteneva qualcosa di speciale.
Un piccolo scrigno viola su cui teneva gli occhi spenti. Era davanti alla finestra e guardava il cielo appena tinto di rosa e giallo. L’alba era giunta dopo molte ore di insonnia e l’aria fresca gli sfiorava le guance.
Erano appena le 5:30 e Shun uscì dalla villa senza farsi sentire.
Fuori dalla villa Kido passeggiava all’ombra delle fronde mentre le nuvole grigie oscuravano i primi timidi raggi di sole. Le strade erano quasi deserte e il ragazzo le percorreva a passo lento, con gli occhi nel vuoto e la testa piena di mille pensieri.
Proseguiva senza sapere dove andava, lasciava che il caso lo portasse dove voleva.
Era ormai mezzogiorno e nella villa tutti si chiedevano dove fosse finito Shun.
Hyoga: ma dove può essere andato?
Seiya: nn è da lui sparire così e nn dire niente a nessuno.
Ikki: …lo vado a cercare
Saori: nn sarebbe meglio aspettare un altro pò? Dobbiamo dimostrargli che ci fidiamo di lui, se è uscito tornerà
Shiryu: ha ragione saori nn possiamo sempre stargli addosso
Hyoga: nn si tratta di stare addosso Shiryu, è completamente sparito. Ormai si sarebbe fatto vivo nn credi?
Ikki: io lo vado a cercare cmq. e uscì
Seiya:tipico di ikki, che testa calda..
Shiryu: calmati seiya, deve essere preoccupato per il fratello
Il cielo più oscurato che mai minacciava pioggia e tuoni.
Ikki andava la dove l’istinto gli diceva, era in pensiero per shun che ultimamente era diventato ombroso e una strana aura di tristezza lo avvolgeva continuamente.
Le gocce di pioggia battevano sempre più forte, il ragazzo era totalmente fradicio d’acqua, ma nn gli interessava ripararsi. Se ne stava su un angolo accucciato a terra con la testa nascosta fra le ginocchia tirate verso il petto. Era li da molto, al cimitero, eppure nessuno che aveva conosciuto riposava li. Stava solo pensando a tutto il tempo impiegato per diventare cavaliere, le varie battaglie e avventure. Osservava accuratamente il suo ruolo in tutto questo e ogni particolare gli diceva che era sempre stato il più debole, il più sensibile e anche inutile, tanto da essere stato spesso un peso per gli altri. Praticamente tutti i combattimenti che aveva sostenuto con altri cavalieri iniziavano con lui e finivano con ikki. Se nn ci fosse stato suo fratello ora riposerebbe anche lui in quel cimitero. Si era deciso più e più volte di dare una svolta alla sua vita, di asciugare le lacrime e tirare fuori gli artigli, di spostarsi dall’ombra e darsi una spinta. Perché nn era certo la forza che gli mancava, la sua nebulosa di andromeda era potente. Era il coraggio di usare questa forza verso altri, che gli mancava. Aprì gli occhi, nn aveva pianto questa volta. Era veramente stanco di piangere, stanco di tutto. Voleva solo scivolare nella più totale apatia e dimenticarsi di ogni cosa. lasciò andare le gambe e si ritrovò steso a terra, leggermente scomposto e privo di forze da dentro e da fuori. Solo e svenuto in un cimitero e bagnato fradicio d’acqua. Per le strade, sotto la pioggia, c’era il fratello ikki che lo cercava da molto.
Anche gli altri cavalieri erano in pensiero, per entrambi i ragazzi.
Seiya: ma da quant’è che sono fuori? Perché nn tornano?
Hyoga: nn ti preoccupare seiya, ikki sa quello che fa.
Seiya: ma io nn posso restare qua senza far niente. Basta, li vado a cercare.
Saori: no seiya, dobbiamo lasciarli fare, vedrai che torneranno
Aveva ragione, perché dopo poco entrò ikki con shun in braccio.
Tutti si avvicinarono ai due.
Hyoga: come sta?
Ikki: bene credo, sembra solo svenuto
Saori: io chiamo cmq un dottore, è meglio essere sicuri
Shiryu: portiamolo di sopra
I cavalieri si avviarono verso la stanza di shun dove ikki posò il ragazzo sul letto.
Subito hyoga notò il piccolo scrigno sulla scrivania e ne rimase insolitamente attratto.
Si avvicinò e lo sfiorò con le dita, la superficie lucida e sfumata di viola era incastonata da pietre ovali dello stesso colore. Fece per aprirlo.
Shiryu: hyoga prendi dei vestiti asciutti nn possiamo lasciargli questi zuppi e fradici
Seiya:anche tu ikki, va a cambiarti. Ci occupiamo noi di shun
Alcuni minuti dopo arrivò il dottore che osservò bene il ragazzo.
D: è un po’ debole, deve essersi privato di cure. Dovete stare attenti che mangi adeguatamente, la febbre nn è molto alta, basterà un po’ di riposo.
Saori: la ringrazio.
Ikki era seduto accanto al fratello, ancora privo di conoscenza. Hyoga era sulla porta e ancora una volta si era sorpreso osservare quel piccolo scrigno. I suoi occhi erano spesso attirati dalla sua immagine. Voleva guardarci dentro, nn perché credeva ci fosse chissà che cosa, ma perché si sentiva stregato tanto da averlo come ossessione. In quel momento, con ikki preoccupato li accanto a shun gli sembrava inopportuno.
A notte fonda hyoga si recò un momento al bagno passando davanti alla porta della camera di shun senza farci caso. Tornando su dalle scale passò ancora la davanti e stavolta si fermò. Girò lentamente la maniglia, attento a nn procurare rumore e svegliare qualcuno. Mentre apriva la porta, il cavaliere del cigno si rese conto di quanto fosse ridicolo quello che stava facendo. “ma che diavolo mi passa per la testa? Ormai però sono qui, tanto vale che entri, ne approfitterò per vedere se shun sta bene.” Entrando un’aria fredda e pungente gli arrivò incontro, passò la mano lungo la parete cercando l’interruttore della luce e l’accese. Hyoga si gelò li dov’era: la finestra era spalancata e il letto vuoto, shun nn c’era più.
Qualche secondo trascorse così, poi squillò il telefono, fortemente fuori luogo, e ci fu un risveglio generale.
Hyoga si fiondò fuori dalla stanza impaziente di vedere qualcuno per dirgli che shun era sparito di nuovo. Si trovarono tutti davanti al telefono.
Hyoga: shun è uscito
Ikki: cosa?
Hyoga: nn è più nel suo letto e la finestra è aperta.
Saori rispose agitata al telefono che ancora stava squillando.
Saori: pronto? Si….sul serio? Si subito, no nn ti preoccupare ho capito. Ragazzi purtroppo adesso dovete andare immediatamente al centro di Tokyo, qualcuno sta distruggendo quel che capita.
Shiryu: ma shun?
Saori:nn c’è tempo adesso
ikki: milady io nn intendo…
saori: per favore ikki, shun nn è uno sprovveduto, è un cavaliere e un uomo. Credo che tu ti possa fidare di lui
ikki:…
seiya: andiamo, forza
al centro di Tokyo i cavalieri si trovarono davanti ad una grande confusione. Le auto erano state spazzate via dalle strade scontrandosi con i palazzi, la strada era semidistrutta e un edificio era stato sventrato. Qualcuno se ne stava in piedi sopra un cartello stradale, l’unico rimasto intatto. Col braccio teso teneva un uomo svenuto per il bavero. Tutti si trovarono a bocca aperta, anche per quello che aveva combinato l’uomo davanti a loro, ma soprattutto perché egli aveva l’armatura identica a quella di shun, anche se un po’ più scura, portava una maschera nera e aveva anche gli stessi capelli verde smeraldo di shun.
Seiya: chi diavolo sei?
Ikki lo guardò bene, poi azzardò.
Ikki: shun sei tu?
Nessuno dei due cavalieri ottenne risposta, ma alla pronuncia di quel nome, l’uomo scattò via veloce come un fulmine sparendo dopo poco. I cavalieri lo inseguirono invano per un pò ma poi vi rinunciarono.
Hyoga: secondo voi era shun?
Shiryu: torniamo alla villa e lo scopriremo.
E così corsero velocemente verso la villa di saori.
Ikki: dove eri andato poco fa?
Shun: ero solo andato al bagno, devo chiedere il permesso?
Hyoga: …
I ragazzi avevano trovato il ragazzo a casa e subito gli avevano posto la domanda.
Shiryu: poco fa abbiamo visto un cavaliere con l’armatura come la tua che aveva provocato diversi danni
Seiya: e anche se portava una maschera e nn vedevamo il suo volto aveva i tuoi stessi capelli verdi
Shun: e pensate che fossi io vero? È assurdo, io nn mi sono mosso da qua
Hyoga sapeva che mentiva, perché se entrambi erano andati al bagno nello stesso lasso di tempo l’avrebbe incontrato, ma nn disse niente a nessuno.
Appena shun ebbe finito la frase, l’aria venne scossa da un violento fragore.
I cavalieri uscirono dalla villa e si trovarono di fronte il cavaliere che avevano visto pochi minuti prima e davanti a lui la voragine che aveva provocato in quel momento.
Hyoga: ma se shun è qui allora nn era lui
Shun: adesso avete anche le prove che nn mentivo
Seiya: insomma vuoi dirci chi sei e cosa vuoi?
Anche quella volta il cavaliere restò muto, ma alzò il braccio puntando il dito contro shun. Restarono tutti interdetti chiedendosi cosa significasse quel gesto, ma shun aveva capito, perciò indossò velocemente la propria armatura.
Ikki: cosa vuoi fare?
Shiryu: shun, nn puoi combattere sei ancora troppo debole.
Shun: statene fuori
?: vedo che hai capito che sei tu quello che cerco
shun: dimmi chi sei?
Shun sentiva ardere dentro di se una forza che nn capiva da dove venisse, ma era deciso a sfruttarla al meglio per dimostrare che nn era più quel bambino debole e inutile. Avrebbe impiegato tutto se stesso in quella battaglia.
?: come chi sono?
l’uomo si tolse la maschera nera, rivelandosi come la copia identica di shun.
?:io sono te
il santo di andromeda era stupito, ma si riprese subito per poter fare la prima mossa.
Shun: CATENA DI ANDROMEDA!
L’avversario rise e lasciò che le catene lo colpissero, ma nn gli riportarono alcun danno, poi senza dire niente riprodusse lo stesso attacco verso shun
?: CATENA DI ANDROMEDA!
le catene colpirono in pieno il ragazzo, che si ritrovò a terra.
Un brivido percorse la schiena di ikki, gli amici di shun seguivano con gli occhi le sue mosse preoccupati per l’esito della battaglia. Il cavaliere si rialzò preparandosi a colpire ancora.
Shun: ONDA DEL TUONO!
Le due catene si fiondarono sul nemico trasportando col loro una violenta scarica elettrica che colpì in pieno la copia di shun, ma egli nn sembrava aver subito l’effetto dell’attacco neanche questa volta e rise.
?:tu questa la chiami “onda del tuono”? e detto questo si preparò a colpire il ragazzo con lo stesso attacco.
?: ti faccio vedere io cos’è un tuono.
Shun era ancora incredulo, nessuno dei suoi attacchi gli aveva fatto niente e per proteggersi da quello del suo nemico stava per lanciargli fece girare velocemente le sue catene attorno a se.
shun: catena, disponiti a difesa.
?: nn ti servirà a niente, ONDA DEL TUONO!
Anche le catene dell’altro cavaliere si diressero contro l’avversario ma con un carico maggiore di elettricità. Shun venne colpito in pieno petto e scaraventato di nuovo a terra. La sua copia rideva ancora.
Ikki: shun, alzati. Ikki cercava di incoraggiare il fratello che, rialzandosi, guardava la sua copia con convinzione. Di certo nn si sarebbe arreso. Pensò di usare ancora l’onda del tuono ma poi si convinse che era inutile. Avrebbe provato con un altro attacco. Quello che si era sempre giurato di nn usare con un’altra persona come aveva promesso al suo maestro. Ma quella era un’altra occasione in cui l’avrebbe usata. Così, il ragazzo si tolse l’armatura pezzo per pezzo lasciandola scivolare a terra. Rimasto solo con i gambali, divaricò le gambe e alzò il braccio al cielo. Subito una forte corrente cominciò a spirare. Era sempre più veloce e violenta. Ma il nemico nn sembrava preoccuparsene.
Shun: NEBULOSA DI ANDROMEDA!
La corrente che spirava attorno a lui si abbatté contro l’avversario, facendolo sparire tra la luce rosa sprigionata dall’attacco. Quando il bagliore si affievolì apparse l’immagine del suo nemico ancora in piedi e a braccia conserte.
Shun era sgomento e disorientato. Il suo attacco più potente nn aveva funzionato e si ritrovava a dover sentire ancora la fragorosa risata del suo avversario.
Shun: ha sventato il mio attacco più potente, com’è possibile?
?: credo proprio che tu nn abbia capito il concetto di potenza. Mi vergogno di essere te stesso caro shun. Ma nn ti preoccupare, se nn lo sai te lo insegno io cos’è la potenza. NEBULOSA DI ANDROMEDA!
Shun: no! Nn è possibile.
Il ragazzo confuso e in preda allo sconforto si lasciava avvolgere dalla luce viola sprigionata dalla nebulosa dell’avversario, senza opporsi. Quando il tutto finì, il ragazzo, santo di andromeda, era steso a terra immobile.
?: gia finito? La copia del ragazzo di avvicinava a lui ridendo di nuovo. Lo stava attaccando ancora con le proprie catene e anche a calci. Shun nn dava segno di reagire. Le forze che erano giunte inaspettate ora stavano defluendo.
Seiya strinze i pugni
Seiya: l’ha battuto…
Shiryu: nn è ancora detto
Hyoga: che intendi dire?
Shiryu: il suo cosmo sta ancora bruciando.
Hyoga: ma come può essere?
Ikki: SHUN!
Il ragazzo sentiva la voce del fratello lieve e fragile.
Shun: “nn intendo arrendermi, nn devo. Voglio dimostrarti che posso farcela da solo, fratello.” Shun stava pensando questo mentre cercava di rialzarsi.
?: vuoi che ti rispieghi la lezione bambino?
Shun alzò la testa di scatto e strinse i pugni.
Shun: IO NN SONO UN BAMBINO! FULMINE DI ANDROMEDA!
Hyoga: che attacco è?
Shiryu: lo deve avere inventato adesso
?: e questo cos’è?
Shun puntò le braccia contro la sua copia, le mani erano cariche di elettricità. In un attimo spinse questa energia contro il nemico. Un fulmine bianco sfrecciò nell’aria somigliando ad una freccia, scontrandosi contro l’avversario. Egli venne scagliato via, sconfitto e senza forze. Stavolta era finita davvero. shun aveva vinto.
? bravo shun, hai vinto questa battaglia contro te stesso. Hai utilizzato tutta la forza che avevi a disposizione e anche quella che nn avevi. No, nn sei più un bambino. Ora nn dimenticarti di questa lezione, cavaliere di andromeda. Sussurrò mentre si dissolveva come vapore al vento. Gli altri cavalieri raggiunsero l’amico a terra, completamente sfinito.
Shun: visto che ce l’ho fatta da solo? Disse al fratello ikki, sorridendo.
La notte era totalmente trascorsa e il sole scaldava la pelle dei ragazzi che tornavano dentro la villa.
*
Hyoga si ritrovò con il cofanetto aperto in mano mentre un piccolissimo puntino di luce rosa usciva da esso. Aveva gli occhi spenti.

Si conclude il primo cap. e vi lascio di nuovo. Vi prego, ditemi cosa vi sembra, e come vi sembra, por favorre! çç in pratica commentate, please. (adesso però spiegami come te ne sei uscita con il “fulmine di andromeda… -__-ndSofien) ehm ^^°, dopo.
Tanti kissyni a tutti.
CIAU

 
Continua nel capitolo:


 
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