UNICO
- Capitolo 1° -
Ghiaccio
Sprofondo.
Annego.
Soffoco.
C’è una fine a tutto questo?
Esiste il fondo del baratro in cui sono caduta?
Esiste davvero una luce?
Non ci credo, non ci credo più.
Quando supero il limite scopro che c’è né un altro.
Quando tocco la fine scopro di potere andare ancora più giù.
Né voce, né mano, né luce potrà raggiungermi.
Non più.
Sono ghiacciata, imprigionata da me stessa.
Non si vede, non si tocca, ma questa prigione c’è.
Una prigione di ghiaccio.
Solo io e il mio dolore.
Corro via ma scopro che non c’è uscita.
Cado, raggiungo il fondo ma c’è né un altro.
Cerco una luce…ma tutto è buio.
Il mio silenzio più forte di un grido.
Il mio sorriso un pianto disperato.
Il mio dolore in cicatrici.
Cado nel baratro, sprofondo.
L’aria manca, soffoco.
Sono sola, annego.
Cado da un altezza fatale.
La speranza svanisce, nulla più mi è rimasto.
C’è qualcosa che io possa fare se non cadere degnamente ?
C’è nient’altro ?
C’è voce, luce, speranza che possa raggiungere questo vuoto?
C’è ?
Salvare me stessa è impossibile.
Far diventare queste lacrime sorrisi è ancor più assurdo.
Il mio odio in amore, ridicolo.
Io sono ridicola. Le cose che scrivo sono ridicole. Le sciocchezze che faccio sono ridicole.
Credo di avere esaurite le lacrime, ma poi ricadono più copiosamente di prima.
Credo di avere raggiunto il fondo,e invece sono solo a metà strada per arrivarci del tutto.
Credo che non lo farò più e poi ancora, ancora di più affondo.
In quante illusioni credo.
Quante volte ho creduto di essermi salvata.
Quante volte ridotta ad una nullità.
Quante volte lo fatto?
Persa in me stessa, persa nella mia prigione non riuscirò mai a trovare uscita.
Grido, mi dispero, lotto, disperatamente cerco la mia uscita, la mia ragione, la mia normalità.
Non la trovo.
Qui tutto è così sottile. Qui tutto mi trafigge. Qui tutto è dolore.
E allora….disperatamente….ho cercato di fondere il dolore con me.
Ho cercato di stare bene nella mia prigione di ghiaccio.
Ho cercato di diventare pazza.
E magnificamente ci sono riuscita.
In verità c’è un uscita. Ma ho paura. Non la prenderò vero ?
Al di là della mia prigione però c’è il sole.
Al di là, dall’altra parte ci sono delle persone.
Al di là di questo dolore c’è anche felicità.
È questa l’uscita che voglio prendere.
Mi è davanti ma non riesco a raggiungerla. Non ancora.
Solo un altro un po’ di tempo.
Mi volto….
L’altra sarebbe così facile….in fondo è come una casa dell’orrore no?
Una volta che capisci che tutto è finto non ai più paura.
Una volta che ho provato il dolore, tutto finirà.
Ma….preferisco l’altra, e un giorno uscirò da qui, non mi perderò.
Per ora….”vivo” nel mio inferno freddo e forse un giorno il mio gelo si scioglierà.
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