- Capitolo 1° -
Questo è il genere che mi piace di più in assoluto: il thriller! Ovviamente farò contenti anche i più romantici (^^ me compresa!). Ho scritto questa storia con l'aiuto dei miei amati Goblin!
Un saluto e mandatemi le vostre opinioni che ci tengo taaaaaanto taaaaaaaaanto ma taaaaanto...
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Correva a più non posso. Ormai sentiva l'aria gelata della notte entrarle nella gola come una lama affilata.
Era ancora dietro di lei. Lo sentiva. Per questo continuava a correre senza fermarsi. L'istinto della sopravvivenza. L'istinto di una madre che deve difendere il suo bambino. Un bambino non ancora nato, ma che vive grazie a lei.
"Basta! Non ce la faccio più!" si disse fermandosi e appoggiandosi contro la ringhiera.
Guardò in basso. Le onde del mare si infrangevano violentemente contro gli scogli.
La schiuma dava un'aria irreale a quello che appariva davanti ai suoi occhi spalancati dal terrore.
Il petto le si alzava e si riabbassava velocemente. Il suo respiro affannoso... Restava immbile. Cercando di sentire e percepire ogni minimo suono.
"Devo... devo averlo seminato..." si rassicurò.
Aveva vinto quella furiosa lotta per la sopravvivenza! Vinto! Vinto! Vinto!
La figura nera che l'aveva inseguita per quel lungo tratto era svanita così come era comparsa...
CRACK!
No! Non poteva averla trovata! Non poteva!
Alzò gli occhi e guardò dritto davanti a sè.
Il sole iniziava a sorgere sul mare e le prime luci dell'alba illuminò l'ambiente.
"Oh No..." mormorò disperata lei reggendosi il grembo con entrambe le mani per proteggerlo.
La lama scintillò colpita da quella tenue luce mattutina.
Le lacrime scivolarono lentamente dai suoi occhi. Rimase ferma attaccata a quella ringhiera come se fosse la sua ultima speranza. Una speranza che moriva con lei...
La figura in nero rimase immobile ad osservarla. Lei si inginocchiò per terra. Stremata, terrorizzata. Strinse gli occhi in attesa che tutto fosse finito.
"Fa quello che devi fare! Fallo in fretta ti prego!" fu il suo ultimo pensiero.
Con in mano il lungo coltello si avvicinò alla donna lentamente...
GIORNO MALEDETTO
6.45 A.M.
DRRRIIIIIIIIIIIIN!!!!!
9. 51 A.M.
".....mhf..." mugugnò il ventiseienne Paul Diamond avvoltolandosi nelle coperte.
Ragazzi che dormita! Era proprio quello che gli ci voleva.
Aprì gli occhi scuri e si passò una mano tra i capelli scuri spettinati.
Si sfregò più volte gli occhi cercando di togliersi da davanti alle iridi quel fastidioso velo appannato.
Strano però... La sveglia non aveva suonato...
Eppure l'aveva caricata la sera... la notte prima. Per abitudine si allungò verso il comodino appoggiandosi sull'avambraccio sinistro e afferrò la sveglia
"Dieci meno cinque..." mormorò tra sè senza preoccuparsi troppo.
"COOOOOOOOOOOOSA?!" scattò in piedi.
"Oddio questa è la volta che mi buttano fuori a calci!" pensò frugando frettolosamente tra i cassetti alla ricerca di qualche vestito.
Lo studio di avvocati Bells&Peaks difficilmente perdonava i ritardatari, specialmente se dei "ragazzini appena usciti dall'università". E Paul ovviamente rientrava in questa categoria.
"Ahhhhhh! Accidenti!" borbottò cercando di allacciarsi la scarpa da ginnastica saltellando su un piede solo. Meglio lasciar perdere! Afferrò le chiavi della macchina e si diresse velocemente verso il B&P.
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