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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Digimon (Dejimon adobenchâ)
Titolo Fanfic: L`ALBA DI UN NUOVO AMORE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: yary galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/12/2002 20:59:41

sperando che ci siano ancora questi due personaggi in digimon 03, eccovi la mia nuova fic!
 
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CHE L`AMORE ABBIA INIZIO
- Capitolo 1° -

<E adesso che faccio?>
Taichi non sapeva proprio cosa dire e lo sguardo truce di Yamato certo non l’aiutava.
“Allora? Sto aspettando una risposta, io!”

Che risposta potrebbe volere Yamato da Taichi? (non pensate subito male, il sesso non c’entra). Per scoprirlo dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo, precisamente quando si svolse la festa per il compleanno di Takeru:

“Taichi! Ti vuoi muovere? Siamo già in ritardo e tutto a causa tua”
Il ragazzo si fermò, poggiando delicatamente il grosso regalo per terra e guardando in cagnesco sua sorella, appoggiata alla ringhiera delle scale di casa Takeru.
“Guarda che se siamo in ritardo è soltanto per merito tuo!”
La ragazza sgranò gli occhi: “Cosa?!”
“Io non sono Ercole e questo pacco è pesantissimo da portare”
“Che lagna che sei! Tutti, al contrario di te, riuscirebbero a trasportare quella scatola senza difficoltà!”
“Bene! Allora perché non l’hai portata tu!”
Hikari sospirò, indecisa se mettersi a ridere o arrabbiarsi. Optò per la prima scelta.
“Uff, te la ridi pure adesso?”
La piccola digiprescelta scosse la testa divertita.
“Ancora non ho capito perché diamine gli hai comprato un regalo così grosso!”
“Oh, ma insomma fratellino! Dovresti sapere che io faccio sempre le cose in grande, no?”
Taichi sbuffò.
“...e poi Takeru è uno dei miei migliori amici e...”
“...e ti piacerebbe che fosse qualcosa di più”
“Esatto, mi piacerebbe che fos...ehi! Ma che cavolo mi fai dire?!” esclamò arrossendo.
Taichi sorrise soddisfatto.
“Taichi Yagami” lo minacciò la sorella “azzardati a fare una di queste tue considerazioni durante la festa e io ti giuro che ti faccio diventare femmina!”
“E in che modo scusa?”
Hikari fece il segno delle forbici con la mano, facendo accavallare le gambe al ragazzo.
“Messaggio ricevuto! Pace e amore, sorella”
Hikari sbuffò spazientita, incitando il fratello a sbrigarsi.
Quando furono finalmente davanti alla porta ed ebbero suonato il campanello, Hikari si nascose dietro il fratello.
“Ehi, ma che diavolo stai facendo?”
“Non posso presentarmi così” disse spalmandosi nel frattempo un lucidalabbra “sono troppo in disordine”
“Che fesserie! A Takeru piaci così come sei, acqua e sapone”
La ragazza gli sorrise dolcemente, grata di quel complimento.
“...e poi peggio di così non puoi diventare...Ahi!”
Il pizzicotto della sorella lo aveva preso alla sprovvista. Stava ancora massaggiandosi il punto indolenzito, quando finalmente aprirono alla porta.
Il sorriso allegro e naturale di Taichi lasciò il posto ad una bocca spalancata per lo stupore.
Il motivo?
Era venuto ad aprire loro Yamato. E che Yamato:
il suo aitante ed atletico corpo tutto bagnato, tutto, dai meravigliosi capelli dorati ai delicati piedi. Indossava un attillatissimo costume da bagno nero e una salvietta appoggiata sulle spalle.
“Ben arrivati ragazzi! Ce ne avete messo di tempo! Vi aspettavamo da un pezzo”
“Eh...uh...”-Taichi non riusciva a spiaccicare una parola, era totalmente pietrificato!- Per fortuna gli venne in aiuto sua sorella.
“Ciao Yamato. Come mai goccioli?”
Yamato sorrise: “Già, scusatemi se mi presento così. Ma mia madre ha costruito da poco una piscina sul terrazzo (magari l’avessi io!) e così ne ho approfittato”
“Splendido! Credi che potremmo fare anche noi un bagno?”
Hikari sfoderò dei carinissimi occhi da cucciola, gesto che fece divertire Yamato.
“Non credo che ci siano problemi”, la rassicurò “O forse si”
La ragazza guardò sorpresa l’amico.
“Sai”, disse con un sorrisetto malizioso “spero che a Takeru, vedendoti in costume da bagno, non venga un infarto”
La ragazza all’inizio non comprese le parole dell’amico, ma poi capì.
Abbassò la testa, per non fare notare ai due maschietti il suo rossore.
Yamato scoppiò in una fragorosa risata: “Ah ah, dai, guarda che hai nulla di cui vergognarti. Siamo tutti a conoscenza di quello che c’è tra te e mio fratello, non è vero Taichi? Taichi?”
L’interpellato non rispose, ancora troppo assorto nella contemplazione del bel biondino.
“Fratellino? Che ti succede?” gli chiese la sorella, scuotendolo un poco.
A quel tocco Taichi si ridestò.
“Ah...scusatemi, era soprappensiero. Ah ah!”
Con quella risata sperava di aver cancellato eventuali sospetti sul suo strano comportamento. E così fu. Anche Yamato rise, mentre Hikari scosse la testa rassegnata.
“Tu sei sempre soprappensiero, questo è il problema. Chissà cos’hai in quel cervello che ti ritrovi...ammesso che tu ne abbia uno!”
“Come ti permetti?”
Sarebbe sicuramente scoppiato un battibecco, se non fosse intervenuto Yamato a separare i due litiganti.
“Calma ragazzi, calma. Non è il caso di litigare. Venite dentro piuttosto”
Taichi e Hikari seguirono il suo consiglio, entrando in casa.
“Allora, volete nuotare in piscina prima, o andare a salutare il festeggiato?”
“Ehm...”- le gote imporporate di Hikari non lasciavano trasparire dubbi.
“Alt! Non aggiungere altro. In cucina, di là”
“Grazie” e scappò via.
I due digiprescelti osservarono divertiti la fuga della ragazza.
“Taichi, secondo te riusciranno mai a dichiararsi?”
“Spero di si. Possibilmente entro la fine dell’anno!”
E scoppiarono a ridere. L’euforia di Taichi fu interrotta da un braccio di Yamato, che gli circondò le spalle.
“Che ne dici invece se noi due andiamo a far due tuffi in piscina?”
Ad un tratto Taichi sentì dei pesanti e strani rumori: TUM! TUM! TUM!
Il digiprescelto del coraggio conosceva bene quei suoni: il suo cuore batteva sempre in quel modo quando Yamato era nelle vicinanze. Figuriamoci se gli era praticamente incollato!
“Ehi, stai bene?” gli chiese preoccupato il biondino, temendo che avesse un malore o che cos’altro.
Taichi si svegliò dal suo torpore: “Oh, certo, mai stato così in forma!” e cercò di sfoderare un sorriso a trentadue denti, non molto persuasivo, però. Difatti Ishida continuò a fissarlo con aria sospettosa.
“Hum, ok” disse senza troppa convinzione “Dai, andiamo”
“Si”
E si diressero nella camera degli ospiti, che pullulava di vestiti sparsi qua e là.
“Non fare caso al disordine, ti prego” si scusò Yamato, rovistando nel contempo in un armadio “ sono io il responsabile del casino che vedi. Sai, certe notti vengo a dormire da mia madre, così alloggio in questa stanza. Praticamente è riservata a me!”
“Davvero? Non lo sapevo. Ma che cavolo stai cercando?”
“Un costume per te, no?”
“U-u-un t-tuo costume?!”
“No, di mia nonna! Certo! Sei davvero strano oggi”
“M-ma, n-non ti devi dis-disturbare, davvero. Preferisco rimanere al sole ad abbronzarmi. Grazie comunque”
“Finiscila! So benissimo quanto ti piaccia nuotare. Non fingere con me, ti conosco troppo bene” e su queste ultime parole aveva rivolto lo sguardo sul compagno.

Rimasero a fissarsi per alcuni minuti, che a loro sembrarono ore.

“E poi non devi farti complimenti con me, quindi piantala di lamentarti e cuciti la bocca!”
Taichi rimase silenzioso per alcuni secondi: “Grazie...” mormorò poi.
Yamato si girò verso di lui per un istante. Gli sorrise: “Figurati” disse, continuando nella ricerca.
“Ma dove l...Ah! Eccolo!” e mostrò all’amico un costume nero che sembrava identico a quello che il biondino indossava.
Yagami analizzò pensieroso l’indumento per un po’.
“Ma scusa, hai comprato due costumi uguali?”
“Che dici! Osserva bene: questo qui è nero, mentre quello che indosso io è blu scuro”
Taichi abbassò lo sguardo sul corpo del compagno, per poi rialzarlo subito, con le gote color porpora.
“Ehm, si si, hai ragione”
Yamato gli gettò sulla testa l’indumento, avviandosi verso l’uscita.
“Cambiati, così poi ci divertiamo”
“Ok”
Appena la porta fu chiusa, Taichi si portò il costume vicino al naso e inspirò profondamente: ad occhi chiusi, assaporò il soave profumo di Yamato e ciò gli portò una dolce sensazione di leggerezza. Sembrava...somigliava...., ma si, sembrava l’odore degli alberi di ciliegio in fiore.
Era un’aroma così buono e dolce... Dolce. Come Yamato.
“Se desideri un asciugamano, Taichi, ne trovi uno nel primo cassetto del mio comodino.” Gli urlò da fuori Ishida.
“...Gulp! Si, grazie!” [Se fosse entrato in questo momento...Oddio!]

[Ma quanto ci mette a cambiarsi? E’ un’ora che aspetto!]
“Che ti succede fratellone? Non vieni a nuotare?”
“Hum? Oh, no Takeru, preferisco stare qui a prendere il sole”
“Ma così te ne stai tutto solo...Dai, ti faccio compagnia io!” e gli si sedette accanto.
“Ma no, non ti preoccupare [Questo posto è riservato a Taichi, caro il mio fratellino!]. E poi, non vorrai deludere Hikari, spero!”
Takeru sussultò.
“Sai” continuando con voce maliziosa “non è bene ignorare la propria ragazza.”
“Come osi!” gridò strattonando Yamato “Hikari non è la mia ragazza! Non osare dire più una cosa simile!”
“Takeru! Che stai facendo a Yamato?!”
Taichi si precipitò verso gli amici, togliendo il biondino dalle mani di Takeru.
“E’ lui che ha cominciato!” si giustificò il digiprescelto della speranza “continua a fare allusioni su me e tua sorella!”
“Ma Yamato!” lo (falsamente) rimproverò Taichi, guardando negli occhi il biondino che aveva comodamente appoggiato la testa sulle ginocchia dell’amico.
“Non devi dire certe cose...”
“Esattamente!”
“...sai bene che dichiararsi in pubblico è difficile per dei timidi come loro. Eh eh...Ahi!”
Takeru, dopo aver mollato un pugno sulla nuca di Taichi, si allontanò incazzato nero, mentre i due ragazzi stavano ancora ridendo come pazzi.
“Ah ah. Hai visto che faccia ha fatto, Yama?”
“Eccome! Ma....”
Ad un tratto Yamato si accorse che il compagno indossava, alla buon ora, il costume da bagno. Le sue guance si colorarono di rosso.
“Ve-vedo che...ti sei messo il...costume” mormorò alzandosi.
“Oh, ehm, si, grazie ancora per avermelo prestato.” [Perché ti sei spostato? Era così bello poter sentire i tuoi morbidi capelli accarezzarmi le gambe...]
Ad un tratto il giovane Ishida prese per un braccio l’amico: “Dai, andiamo a fare un bagno”
“Volentieri!”
E si tuffarono contemporaneamente nell’immensa e limpida piscina. Si rincontrarono sott’acqua e iniziarono ad inseguirsi, urtando ogni tanto gli altri bagnanti.

Taichi riuscì a raggiungere Yamato e ad afferrare la sua mano, facendolo girare verso di lui. Gli occhi di Yagami si specchiavano in quelli del compagno.
Pareva che sott’acqua si fossero dimenticati chi erano e dove fossero: sembravano due sconosciuti che s’incontrano per la prima volta.
Si stavano tenendo ancora per mano, quando Taichi mollò la presa inaspettatamente, tornando in superficie, seguito a ruota da Yamato.
Tai: “Uff, non ce la facevo più!”
Yama: “Credevo che avessi più resistenza”
“Senti chi parla, sei venuto subito dopo di me!”
“Appunto: dopo!”
“Ah si?”
“Si!”
“Allora...” e lo spinse giù in acqua.
“Ah! Ebbene, cosa mi dici Yamato?”
Per tutta risposta l’amico lo agganciò per un piede e lo trascinò con se. Continuarono a ‘lottare’ in acqua per un bel pezzo, finché Yamato, a corto di ossigeno, si liberò di Taichi con una spinta e riemerse.
Il digiprescelto del coraggio credeva che poi sarebbe ritornato sott’acqua, però non fu così: difatti Yamato stava uscendo dalla piscina.
Taichi, dopo aver cercato a tutti i costi di trattenere il respiro il più a lungo possibile, al limite delle sue forze venne a galla.
“Ehi, Yama, perché te ne stai andando?”
“Non resisto più. Ho bisogno di respirare un po’. E poi mi è venuta fame. Faccio uno spuntino”
“Eh no!”
Taichi, veloce come un fulmine, uscì dall’acqua e corse verso Yamato.
“Non avevamo ancora finito la nostra ‘lotta’! Vieni qui!”
Ishida, sentendo la minaccia del compagno, si voltò di scatto, ma proprio in quel mentre Yagami si buttò su di lui, facendolo cadere.
“Orpo che botta!” si lamentò l’aggressore.
Aprì gli occhi e si ritrovò a pochi centimetri dallo stupendo viso di Yamato, che lo osservava con quei suoi stupendi occhioni azzurri.
Ognuno dei due rimase paralizzato a fissare il compagno.
Senza rendersene conto, Taichi iniziò ad accarezzare una guancia dell’amato, facendolo arrossire un poco.
“Per-perché lo stai facendo?” gli sussurrò Yamato.
“Non lo so” rispose sottovoce “vuoi che smetta?”
“No, è...piacevole”
A quella risposta Yagami sorrise e prese a carezzare quei capelli che brillavano come il sole.
Yama: “è...molto...molto...”
Tai: “molto...?”
“bello ”
“Si? Anche per me.” E gli diede un lieve bacio sulla fronte.
“Questo era...bellissimo”
“Però...”
“Cosa? Vuoi dire che a te non è piaciuto?”
“No! Giammai”
Yamato gli sorrise dolcemente.
“Allora cosa?” e cominciò anch’egli a toccarlo gentilmente (non in quel posto!)
“Vorrei provare qualcosa di ancor meglio”
“E cosa ci può essere di migliore?”
“Questo...”
E avvicinò il suo viso a quello del compagno. I loro cuori producevano dei battiti così forti e numerosi che sembrava che stessero per scoppiare.
Entrambi si trovavano in uno stato di felicità assoluta: presto le loro labbra si sarebbero unite in un unico e tenero bacio...
Daisuke: “Che diavolo state combinando?”
Tutti, ma proprio tutti i loro amici li stavano guardando: chi sbalorditi, chi contrariati, chi contenti.
Si alzarono in fretta e furia, cercando di nascondere il loro imbarazzo.
Tai: “Oh, niente! Stavamo, ecco...” e rivolse lo sguardo verso il compagno.
Yama: “Giocando naturalmente! Vuoi provare anche tu Kenji?” e gli saltò addosso.
“Ehi! Anch’io voglio partecipare!” grido Daisuke e si buttò sui ragazzi stesi per terra, esempio che seguirono tutti gli altri, incominciando una vera e propria battaglia.
Ho detto tutti, ma è errato. Una persona, molto arrabbiata per qualche strano motivo, se ne andò.
Yamato, vedendo di sfuggita la fuga di quell’individuo, si sollevò pian piano, senza farsi scorgere da nessuno, e seguì il fuggiasco.
Quest’ultimo, intanto, si stava aprendo un succo di frutta, cercando di distendere i nervi.
[Calma, calma...non c’è nulla per cui valga la pena di arrabbiarsi]
In quell’istante avvertì una carezza sui suoi capelli. Si girò e scoprì con sua sorpresa che si trattava di Yamato. E per questo il suo umore peggiorò.
“Perché te ne sei andato Taichi? Non ti stavi divertendo, forse?”
“O certo!” rispose aspramente scostandosi “per te è solo un gioco, è chiaro!”
“Ma che dici? Che cavolo ti prende?!”
“Che prende a me?! Cosa suc..”
DRIIN! DRIIN!
Yama: “Oh, il telefono, scusa un attimo.”
“Si, va beh!”
E si allontanò furibondo.
“Pronto? Aspetta, Taichi, ma dove...oh scusi, no, non dicevo a lei...Ah! Ma sei tu! Ciao! come hai fatto a sapere dov’ero?”

Nella camera degli ospiti, intanto...
[Cretino, stupido e imbecille d’un Yamato! Sono stato uno sciocco a credere che...OH! Basta! Devo andarmene da qui! Però per uscire devo passare dove c’è lui...o beh, lo ignorerò semplicemente!] e finì di vestirsi.
Si incamminò deciso verso l’uscita.
“...ma si, certo, mi farebbe molto piacere...”
[Con chi caspita sta parlando?] pensò, origliando di nascosto.
“...d’accordo, alle due e mezza in punto al parchetto vicino a casa mia, perfetto...Non dubitare, sarò puntualissimo!”
[Ha...ha...un-glom-appuntamento?]
“...si, capisco...cosa...ah ah, dici sul serio? E...Taichi! (All’interlocutore) Scusa un attimo. Taichi, che stai facendo?”
“Me ne vado, ma non ti disturbare, continua pure la tua telefonata! Ti saluto!” e uscì sbattendo la porta.
“Ma...”

Il giorno dopo, precisamente alle due e un quarto del pomeriggio, Taichi si stava rodendo dalla rabbia, ma soprattutto dalla gelosia.
[Con chi diavolo avrà l’appuntamento? Con Sora? No, l’ha lasciata da un bel pezzo...E se volessero tornare insieme...No, non ci credo! Però, se fosse vero...]
“Oh, insomma basta! Non resisto più! Devo andare a vedere!”
Detto questo, si precipitò al luogo dell’incontro. Arrivato tutto trapelante e sudato per la forsennata corsa, avvistò subito Yamato, assieme ad un altro ragazzo.
[Cosa?!! Sarebbe quello il tizio con cui deve uscire?!]
Frattanto Ishida stava parlando allegramente con quello sconosciuto individuo.
Quest’ultimo, ad un certo punto, avvolse le spalle di Yamato con un braccio, gesto che fecce molto, ma molto, ingelosire Yagami.
[Ma come si permette quello! Adesso gli faccio vedere io!] e corse freneticamente verso i due ragazzi.
“Ehi! Tu! Mollalo subito!”
Yamato riuscì a girarsi un istante e a mormorare un: “Che cosa...?”, prima che il digiprescelto del coraggio stendesse la misteriosa persona.
“Taichi!”
“Così impari a toccare...Ouch!”
Il super mega cazzottone di Ishida lo aveva fatto crollare a terra.
Yama: “Si può sapere che diamine ti è preso?!”
Jin: “Ohi ohi, che male!”
Yoko: “Ti ha fato la bua fatelone?”
Taichi notò solo allora quella bambina di due anni, che adesso era chinata verso quello sconosciuto. Da lontano non l’aveva scorta.
Yama, aiutando il malcapitato ad alzarsi: “Perdonami Jin, non so proprio perché questo idiota!...” e squadrò con rabbia Yagami “...ti abbia colpito. Sono davvero mortificato!”
Tai: “Qualcuno può spiegarmi quello che sta succedendo?!”
Yama, con tono piuttosto arrabbiato: “Quello che sta succedendo?!! Io non ne ho proprio idea! Dovresti essere tu a dirmelo! Io so solo che dovevo fare da baby-sitter a Hakane, questa bambina che ti ritrovi davanti, che è la sorella del batterista del mio gruppo, Jin, questo povero ragazzo che tu hai menato per chissà quale motivo!”
Tai: [O porca... mi sa che ho preso un bel granchio] (ma no!)
Jin, intanto, rialzatosi e presa in braccio la sua sorellina: “S-senti Yamato, è meglio che non ti dia in custodia Hakane, almeno per oggi”
Yama: “Ma...”
Jin: “Non te la prendere, però...non credo che sia affatto al sicuro con questo tizio qui” ed indicò Yagami, che nel frattempo si era sciolto come il burro al sole dalla vergogna.
Yama, sospirando, annuì: “Si, ti capisco”
Jin: “Bene, allora ciao” e corse via
Yama: “’ao” e tornò a fissare con aria truce Taichi, che intanto stava cercando di svignarsela.
“Eh no!” e lo afferrò per il colletto della camicia, obbligandolo a voltarsi “ieri ti comporti da super incazzato e te ne vai in malo modo, oggi picchi addirittura uno dei membri del mio gruppo. Voglio sapere che cavolo ti sta capitando e lo voglio ora!”

E da qui possiamo riprendere da dove avevamo interrotto:
[Come faccio a dirgli che se mi sono comportato in quella maniera è perché lo amo da impazzire e sono geloso di chiunque gli si avvicini? E’ una cosa impossibile da confessare!]
“Ebbene? Ti decidi a parlare si o no?!”
Yagami continuava a tacere, con gli occhi fissi per terra, facendo arrabbiare ancor di più Ishida.
Ad un tratto Taichi sentì dei singhiozzi, alzò lo sguardo e notò con sua grande sorpresa che Yamato stava piangendo.
“Sai...sigh...ero sicuro di non esserti molto simpatico, ma da qui ad odiarmi..sob!”
“Cosa...?!”
“sigh! Forse non hai ancora perdonato il mio abbandono della nostra prima volta a Digiword. Sob! Ti ho già detto che mi dispiace, che non tradirò mai la tua amicizia, che vuoi di più?!”
Yagami era pietrificato.
“Sigh...è meglio che non ci vediamo più!” e scappò via.
Ma Taichi prontamente lo afferrò per un braccio e strinse al suo petto il corpo tutto tremante di Yamato.
“Tu mi chiedi cosa vorrei di più” gli confessò tendendolo stretto per non farlo fuggire “e ti rispondo subito: vorrei il tuo amore”
Il cuore di Ishida cessò di battere per alcuni secondi.
“Io ti ho perdonato quel tuo abbandono, perché avevo capito immediatamente che lo avevi fatto perché stavi soffrendo. Come potrei portarti rancore sapendo che hai patito tanto? Tu mi dicesti: ‘Non tradirò mai la tua amicizia’, ma da un bel po’ di tempo, la tua amicizia non mi basta più.” E delle lacrime presero a rigargli le guance. Lo abbracciò con più forza. “Io amo ogni cosa di te, sia i difetti che i pregi. Ti adoro persino quando sei di mal umore e mi tratti male, anche in quei casi il mio cuore non può fare a meno di battere che solo per te. Io ti amo Yamato, ti amo...sob! ti amo da morire.”
Il biondino era rimasto zitto per tutta la durata di quella lunga confessione.
“Non...dici niente? Yama?”
“Mi...mi stai facendo male”
“Oh, scusa!” e lo lasciò. Ishida avevo la testa abbassata e continuava a non proferir parola.
Taichi, con un sorriso triste: “Ho capito: Non mi ami e non riesci a dirmelo. Non ti preoccupare, io...Oh, ma che dico!! Io...” ma non riuscì a finire la frase per colpa dei suoi forti singhiozzi. Non volendo essere visto in quello stato dall’amato, si girò di scatto e cercò di allontanarsi, ma proprio in quel momento le braccia di Yamato gli cinsero la vita.
“Non parlavo perché dovevo preparare un discorso adeguato al tuo, ti pare?”
Yagami sussultò.
“Anch’io devo confessarti una cosa...In tutti gli anni che siamo stati assieme, mi sono accorto che la tua presenza mi era diventata oramai indispensabile per vivere e questo mi piaceva e mi spaventava allo stesso tempo. Tu sai che io sono stato abbandonato dai miei genitori: il loro divorzio, la sempre completa assenza di mio padre...Non desideravo legarmi particolarmente a qualcuno per non soffrire nuovamente. Ma con te mi è stato impossibile non farlo...”
Accentuò la stretta e bisbigliò all’orecchio del compagno: “...perché ti amo.”

Taichi non poteva credere alle proprie orecchie: Yamato ricambiava i suoi stessi sentimenti! Si girò verso di lui, incontrando quei meravigliosi zaffiri che lo guardavano per dargli lo stesso messaggio che anche i suoi occhi esprimevano: amore.

Incuranti di essere in un luogo pubblico, consapevoli solo dei propri sentimenti, le loro labbra si unirono in un dolce, delicato e meraviglioso bacio.
Fine! Piaciuta? Spero di leggere anche vostre fic sulla coppia Yama/chi.




 
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