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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE MY BLACK SUN
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: cobweb galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/07/2006 10:41:19

non so come definirla solo....parla d'amore, ne più ne meno......
 
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- CAPITOLO UNICO -
- Capitolo 1° -




Salve a tutti e Buongiorno, volevo solo dire prima di lasciarvi alla lettura che ho dovuto cambiare nick per problemi di posta.. quindi il mio nuovo nick è Cobweb ma sono sempre la vostra vecchia jack!

Ora buona lettura e non prendetemi per pazza!

BAcio...







The my black sun





Eccolo.

Anche questa sera.

Puntuale come sempre.

Puntuale come solo lui sa essere.

Trascinato dalla spossatezza di una lunga giornata di lavoro.

Non di certo dalla sua volontà.

Non ha scelto lui di viverci qui, ben inteso.

Si limita a strascicarsi a casa, attraversando le ombre che si proiettano al suo passaggio.

Indifferente.

Sembra quasi un copia tragi-comica d’un campo di girasoli, una pantomima;

avete mai visto come i girasoli seguano sempre il sole?

Lo seguono.. Assiduamente.

Lo seguono.. Continuamente.

Lo seguono.. Maniacalmente.

Lo seguono.. Perennemente.

Cammina a testa bassa, odia le ombre, odia la gente.

Penso che anche il sole si sia stufato di tutti quei seccanti spettatori che ogni giorno pedinano, vogliosi di novità, il suo monotono cammino.

Cianciando fitto, informe brusio insistente, come il traffico giornaliero.

Un rumore che diventa sottofondo.

Diventa normalità.

Contorno e parte integrante della monotonia.

Cammina, dicevo, a testa bassa, ma il portamento è fiero, tale d’un animale di razza, la caparbietà negli occhi scuri, quella di una persona forte e determinata; d’una persona fragile…

Il mio principe di tenebra.

Accostamento stupido ed infantile della bambina che sono.

Perché cresciuta troppo in fretta.

Sapete stasera c’è una novità, questa sera sono sgusciata fuori dall’ombra, sono strisciata via, come una comune serpe, dal mio oscuro paradiso, fino a giungere e penetrare indisturbata, tremante, nel suo albicante inferno.

Non ho resistito. Semplicemente.

Benché l’avessi rinnegato e nascosto nella parte nera del mio psicopatico muscolo rosso, è riuscito a fuggire, impetuoso, a scarcerarsi; e ad infettare il resto.

Dannati sentimenti.

IO avevo promesso.

Avevo giurato ai miei “cari”;

Avevo giurato ai miei amici; ai miei compagni.

Ma non a me stessa.

Non me lo ero ripromesso.

Madornale errore.

Io dimentica del coraggio, fui così codarda da non far voto a me stessa di scordarlo.

Potete per caso biasimarmi?

Fui…

Per una volta, fui sincera.

Solamente sincera.

Sobriamente, Meramente,

Banalmente sincera.

Almeno con qualcuno, almeno con me stessa. Per una volta.

Anche se, ahimè, non avrei dovuto.

La prima volta che cedi, che mostri la tua debolezza, scegli sempre il momento migliore, quello più trionfale, in cui mostri nettamente l’orribile sfregio nero che il tuo piedistallo di cristallo, fieramente messo in mostra e lucidato fino ad ora, ha in realtà.

Sembra stupido, ma so di aver deluso tantissime persone.

E non è un attore a pronunciarla questa frase, non ora.

Anche se su un palco farebbe un effetto migliore. Decisamente.

Ho dovuto far smettere il brusio informe, dopo che, dando scandalo, l’avevo reso una sinfonia assordante.

Il loro udito non reggeva più;

ormai il peso di quelle bocche ingorde e parassite martellava troppo insistentemente e ho dovuto confinarle al silenzio.

Farle cessare.

Io forse avrei resistito ancora un po’, martire vittima e carnefice, nonostante fossi già sfinita, ma per il mio circostante era davvero troppo;

se non potevo averlo, l’avrei fatto in silenzio;

se non potevo uscirne pura, avrei lasciato candidi almeno loro.

E così ho fatto.

Per salvare le apparenze.

Per calmare la tempesta.

Per trascinare anche me fuori dal naufragio.

Ma a questo punto ero già una Naufraga.

Non ci posso fare nulla, perché è solo mia la soddisfazione quando lo vedo passare indifferente, attraversare anche me, trapassarmi, con quello sguardo dolce, d’un castano scuro quasi nero in simbiosi col mio dorato, ma che di dolce non ha nulla se non la mia allucinazione soprattutto ora, col ghigno che rivolge solo a me.

Ero passata dall’altra parte della barricata;

avevo cominciato a far parte della massa amorfe di ombre che lo circondavano, del brusio irregolare che lo soffocava, ma che lui neanche sentiva.

E per un po’ ci avevo creduto, comoda, senza dover andare contro tutto e tutti;

trastullandomi in quell’inganno dei sensi e della mente, facendomi cullare dolcemente da quel miraggio di normalità che non m’appartiene.

Una chimera forse troppo facile e morbida per una come me, impulsiva e lunatica, testarda e folle, esclusivamente innamorata di lui.

Odio questo amore radicato nel buio, solo simulacro d’un chiarore vago e sfocato, durante le notti febbrili, e le sue radici, ancora giovani, che sono sprofondate nella palude di maldicenze e sospetti, solo sibili di bisce campagnole che si credono altezzose vipere velenose.

Ma come già è stato detto i loro ripetuti morsi, anche se innocui e primi d’un qualunque e agognato veleno mortifero, a lungo andare trafiggono la corazza precedentemente colpita d’un cavaliere che stanco non ha più voglia di combattere.

Riescono ad arrivare alla carne.

Ma il cavaliere continua a sperare, disperato.

Guardando la luna, silenziosa testimone, in una notte d’estate.

Attende.

Anela al momento migliore per mettere fine alla sua esistenza.

Quello in cui, raccolto tutto il coraggio, l’ardore, il tormento e l’afflizione darà il meglio di se per l’ultima volta.

In un atto disperato prima di bruciare.

Accecante.

Ed è ciò che io ho fatto, dopo l’estenuante attesa, il continuo tirarmi a forza sul campo di battaglia.

Sono uscita allo scoperto, finalmente.

E in un'unica fiammata sono bruciata.

Finita dritta dritta nel suo albicante inferno.


ecco qui un altro "obrobrio della mia mente malata! ^_^

Cobweb :)
a presto...

 
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