AKEMI MUTSUBA 17 ANNI...MOLTO PIACERE! - Capitolo 1° -
Che dire? I love Kikuchi!
GTO FANFIC – GENIO DEL MIO CUORE
CAPITOLO 1 – AKEMI MUTSUBA 17 ANNI…MOLTO PIACERE!
- Il vicepreside Uchiyamada dell’istituto superiore Seirin entrò nella classe di Onizuka alla seconda ora. Il biondino aveva preso a litigare con Murai e, come al solito, Uchiyamada iniziò a sbraitare verso il professore.
Uchiyamada: Onizukaaaaaaa!!! Maledetto!!!! Ti farò licenziare prima o poi!!!
Onizuka: non si intrometta vicedirettore! Sono affari miei!
Uchiyamada: ad ogni modo, ragazzi, da oggi avrete una nuova compagna di classe. Siate gentili e soprattutto tenete d’occhio il professore.
- Dalla porta della classe entrò una ragazza occidentale, con capelli castano scuro e occhi azzurri come il ghiaccio. Aveva l’aria seria e un po’ imbarazzata, si affiancò al vicepreside e fece un inchino un po’ impacciato, dato che non era nelle sue usanze.
Onizuka era già al suo fianco che faceva lo scemo, ma l’attenzione della ragazza era rivolta a Kikuchi Yoshito, il genietto della scuola. Le piaceva proprio, aveva l’aria seria e importante, non si abbassava ai compagni. D’un tratto fu distratta dalla voce sgradevole di Uchiyamada.
Uchiyamada: bene cara, ora puoi presentarti.
- Intanto che diceva queste parole, il vicepreside stava prendendo a calci Onizuka che cercava di guardare sotto la gonna della ragazza. I due uscirono dalla classe.
…: mi chiamo Akemi Mutsuba, ho 17 anni e sono qui per un viaggio d’affari di mio padre. Frequenterò la vostra classe per gli ultimi due anni, dopodiché credo che tornerò in Italia. Spero di andare d’accordo con tutti e di non creare eccessivi problemi, vi chiedo scusa in anticipo per tutti gli errori che commetterò stando qui.
Murai: ma sei italiana, perché porti un nome Giapponese?
Akemi: mia madre è italiana, mentre mio padre è giapponese.
Fujiyoshi: bè, allora benvenuta!
- I ragazzi della classe esplosero in un applauso con relativi fischi di appezzamento. Kikuchi rimase fermo ad osservarla. Era molto brava a parlare, nonostante l’imbarazzo. Poco dopo entrò Onizuka e tornò all’attacco con la povera ragazza. Murai gli diede un pugno.
Murai: smettila Onizuka! È già imbarazzata, finiscila di fare il pervertito!
Onizuka: hey, Murai non ti impicciare degli affari del professore, chiaro?
Akemi: mi scusi professore, dove posso sedermi?
Onizuka: uhm….vediamo di metterti vicino a una ragazza. Mettiti accanto a lei.
- La ragazza si mise accanto a una delle compagne. Che le diede il benvenuto. La lezione iniziò. Durante le prime ore, Akemi continuava a guardare Kikuchi. La sua vicina se ne accorse.
Compagna: vedo che hai un interesse per Kikuchi…
Akemi: eh? Come? I-io…
Compagna: non ti preoccupare, è libero. Sai, lui è un genio.
Akemi: genio?
Compagna: si, ha più di 200 di Q.I. come anche Urumi Kanzaki, quella ragazza bionda al secondo banco.
Akemi: hanno più di 200?
Compagna: le ragazze hanno paura di Kikuchi, si sentono inferiori e alla fine non riescono a rapportarsi con lui. Anche Urumi ha difficoltà a stringere amicizie. Si è creato un gruppo, loro due stanno sempre in compagnia di Murai, Fujiyoshi e Kusano. Noi lo chiamiamo “il gruppo del professore”: stanno sempre in compagnia di Onizuka.
- La ragazza ascoltava attentamente la vicina di banco, era incuriosita da quello strano gruppo, ma soprattutto da Kikuchi. Era attratta da lui, molto e aveva deciso di entrare nel gruppo.
Suonò la campanella dell’intervallo e i ragazzi si sparsero per i corridoi. Akemi rimase al suo posto non sapendo che fare. Vide anche “il gruppo del professore” uscire dalla classe e lei pensò che, forse, non avrebbe mai stretto amicizia con quei ragazzi…forse con nessuno della classe.
Si mise a leggere un libro, passarono 5 minuti che qualcuno appoggiò sul banco un bicchiere di plastica con del caffè. La ragazza alzò lo sguardo e si trovò faccia a faccia con Kikuchi.
Kikuchi: posso sedermi?
Akemi: certo.
- Il ragazzo le si mise di fronte e iniziò a sorseggiare il suo caffè.
Kikuchi: ho notato che durante la lezione mi guardavi…probabilmente la nostra compagna ti avrà parlato di me.
Akemi: si, e anche di Urumi, Kunio, Tadaaki e Koji.
Kikuchi: sei la prima studentessa che chiama i compagni per nome. Qui si usa chiamarli per cognome…
Akemi: lo so, anche in Italia di solito, ma io mi sono abituata a chiamare tutti per nome, altrimenti a cosa serve?
- Kikuchi sorrise.
Kikuchi: sei strana…
Akemi: spero sia un complimento…cmq non mi conosci ancora, vista al primo impatto posso essere una ragazza timida e riservata…probabilmente lo sono, ma quando inizio a stringere amicizie, divento amichevole e spontanea.
- Murai e i suoi amici entrarono nella classe, ma ci rimasero male quando videro la ragazza con il caffè in mano, anche loro le avevano portato delle bevande calde.
Akemi: oh, salve ragazzi!
Kunio: maledizione, hai già da bere…volevo essere gentile…
Akemi: non ti preoccupare, sono felice che abbiate pensato a me.
- Poco dopo entrò Urumi e si sedette sul banco della ragazza.
Urumi: allora, bella, stai facendo strage di cuoricini in questa classe…chissà quando uscirai nei corridoi…sarà una necropoli.
Akemi: bè, spero cmq di non creare disagi, di ogni tipo…
Urumi: non ti preoccupare, ti starò accanto io. Sai, mi stai simpatica.
Akemi: ne sono felice.
- La campanella della fine dell’intervallo suonò e tutti si rimisero ai loro posti. Stavano aspettando l’arrivo del professore e Kikuchi passò vicino al banco di Urumi.
Kikuchi: cos’hai in mente?
Urumi: nulla, nulla, perché? Non posso stringere amicizie anch’io?
Kikuchi: Kanzaki, lasciala stare…
Urumi: ohhh e così il nostro genio si è innamorato eh?
Kikuchi: smettila di dire cavolate…
****
- A fine lezione, Akemi, si accorse che uscendo da scuola molti gruppetti di ragazze la guardavano male e parlavano fra di loro. Lei si sentì a disagio ma i suoi pensieri furono interrotti da Kikuchi che l’affiancò.
Kikuchi: da che parte vai?
Akemi: verso il lago, mia nonna abita lì.
Kikuchi: posso accompagnarti?
Akemi: si.
Kikuchi: non sembri felice.
Akemi: ho notato di avere già una pessima reputazione qui…
Kikuchi: non ti preoccupare, è da tempo che non succede nulla e ora che ci sei tu, le arpie hanno di che mangiare.
- Akemi accennò un sorriso.
Kikuchi: abiti con tua nonna?
Akemi: sì, mio padre abitava con lei fino quando non è andato in Italia per iniziare un lavoro molto importante. Era giovane e si sposò subito con mia madre. A mia nonna non è mai andata giù questa storia e ora che lei è…
Kikuchi: è?
Akemi: nulla…cmq ora abito a casa di mia nonna con mio padre.
- I ragazzi arrivarono a casa Mutsuba.
Akemi: grazie per avermi accompagnata.
Kikuchi: figurati, è stato un piacere…fammi un favore. Domani ti voglio vedere con il sorriso.
- Akemi fece un sorriso ironico.
Akemi: va bene, ti accontento.
- La ragazza entrò in casa e Kikuchi si allontanò.
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