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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA MIA VITA CAMBIERÀ
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: yume-kawakura galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/06/2006 16:23:57

salve!qst è la 1 ff ke scrivo e nn si ispira ad alcuna serie.è d 1 kap. spero v piaccia.m raccomando kommentate!^-^
 
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ESTATE
- Capitolo 1° -

La mia vita cambierà
Di Petrenga Antonietta


Era una mattina calda d'estate, la mamma come sempre andò a lavorare lasciando Haruka e la piccola Hana sole a casa. Haruka era una ragazza gioviale e amava molto i bambini. Suo padre era morto in un incidente stradale proprio la sera in cui nacque Hana, sua sorella. Le loro condizioni economiche precipitarono vertiginosamente dopo la scomparsa del padre, così Haruka decise che si doveva trovare una soluzione, mamma non poteva perché doveva occuparsi della piccola, era rimasta solo lei, doveva fare qualcosa, così lasciò la scuola e si trovò un lavoro. Andarono avanti così fino a quando la piccola non compì 1 anno. La mamma si rimise a lavorare e lei trasformò il suo lavoro in un part-time, in modo da potersi occupare anche della sorella. Non riprese la scuola. Da allora passarono due anni, la bimba era cresciuta, ma non andava ancora a scuola, si era deciso di mandarla a settembre.

Quella mattina le due decisero di andare al mare. La spiaggia era affollata, faceva caldo ma l'acqua era fredda. Non appena trovarono posto Hana insistette per fare un bagno, così andarono insieme. Più tardi, la bimba conobbe un bimbo e cominciò a giocare con lui, in modo che lei potesse riposarsi un pò, macché nemmeno il tempo di sdraiarsi che le arrivò una pallonata addosso, cercò di capire da quale direzione fosse arrivata. Non vide nessuno che la cercava, poi si accorse che la palla era bagnata e si diresse verso la riva.
Un ragazzo alto, capelli mori, abbronzato, le si avvicinò:
<< scusa, è mia, mi dispiace che ti è arrivata addosso>>
<< non ti preoccupare non è successo nulla>>
all'improvviso mentre lei gli ridava la palla, i loro occhi si incrociarono. Quelli di lui di un verde intenso, quelli di lei di un blu elettrico, rimasero lì a fissarsi per quelle che sembrarono ore. Chi era quel ragazzo che aveva la straordinaria capacità di farla sognare anche solo a guardarlo? Aveva qualcosa di vagamente familiare, ma prima che potesse cercare di capire chi fosse, una mano fredda, bagnata, le toccò la coscia. Trasalì, era Hana…
<< amore, che c'è?>>
<< ho fame…>>
<< sì, andiamo subito a mangiare, ma poi non lamentarti se non puoi fare il bagno!>>
<< va bene, ma adesso andiamo a mangiare>>.
Poi si rivolse al ragazzo:
<< scusa, dobbiamo andare… spero ci rivedremo…>>
<< certamente, ma dimmi un po' è tua figlia?>>
<< no, è mia sorella, ma dal momento che mamma non c'è quasi mai, me ne occupo io…>>
<< mi piacerebbe parlare ancora un po' con te…>>
<< se vuoi possiamo andare sotto il mio ombrellone…>>
<< ok>>.

Sotto l'ombrellone il suo volto divenne più scuro, era ancora più bello, ma non ebbe il tempo di goderselo che la piccola cominciò a fare i capricci.
Mentre lei faceva mangiare Hana, lui restò a fissarla in silenzio, era rimasto colpito dai suoi modi, sembrava una madre…
Non appena Hana ebbe finito di mangiare, appoggiò la testa sulle gambe di Haruka e si addormentò.
<<scusa, fa sempre così, prima mangia poi dorme, è una pigrona, per piacere mi passi quel lenzuolo?>>
<<sì>>
<< grazie>> e lo appoggiò lentamente sulle spalle della piccola << hai già pranzato?>>
<< no, non ancora…>>
<<allora mangiamo insieme? Ho portato molte cose.>>. Mentre Haruka gli porgeva degli onigiri, lui fissava la piccola che dormiva beata sulle sue gambe. Come avrebbe voluto avere anche lui una madre, forse era per quello che la ragazza gli interessava…mangiarono e chiacchierarono, fino a quando lui, le chiese se poteva sdraiarsi sulle sue gambe, visibilmente era rossissimo, ma cercava di non darlo a vedere. Chiacchierarono a lungo e scoprirono di avere molte cose in comune, più di quanto non immaginassero, ad un certo punto lui si addormentò. 'che tenero ' pensò Haruka, proprio in quell'istante arrivò un suo amico che disse di aver cercato il ragazzo ovunque. Lei gli disse di lasciarlo stare, ma gli chiese se per caso lui non avesse la mamma, sì, ecco perché aveva voluto appoggiarsi sulle sue gambe, voleva ritrovare quel calore che gli era stato negato. Ringraziò l'amico e gli chiese se poteva restare con lei, non voleva svegliarlo.
Passò del tempo, poi si svegliarono entrambi i "bambini". Passarono una piacevole giornata insieme, si divertirono un mondo tutti e tre, sembravano una famiglia. Purtroppo arrivò il momento dei saluti, e come al solito Hana cominciò a fare i capricci.

Si salutarono e andarono in direzioni opposte, chissà se si sarebbero incontrati ancora? Ma una cosa era certa che per la prima volta, dopo tanto tempo, Haruka aveva trascorso il suo compleanno diversamente.
Non appena arrivarono a casa, le due, fecero un bagno, si vestirono, apparecchiarono la tavola e attesero che la mamma e gli altri pochi invitati arrivassero. Arrivò prima la mamma, poi lo zio, il nonno, la zia e i suoi figli, mancavano solo Arashi e i suoi amici. Passarono 10, 15,20, 30 minuti prima che bussassero nuovamente alla porta. La mamma si alzò e andò ad aprire. Haruka si stava occupando dei bambini.
Un ragazzo alto, moro, con gli occhi di un verde smeraldo e abbronzantissimo fece ingresso nella stanza accanto a quella ove si trovava Haruka, ma Haruka non si accorse nemmeno che avevano suonato alla porta, i bambini facevano tanto di quel chiasso!
<< buona sera a tutti, da quanto tempo! Sono passati tre anni! Sono felice di trovarvi tutti in gran forma, come state? E Haruka dov'è?>>
<< ciao Arashi, ti sei fatto veramente un bel giovanotto! Haruka è di là con i bambini, non credo che si sia accorta del tuo arrivo, te la vado a chiamare o vai tu?>>
<<vado io, non si preoccupi…>>

Arashi andò nella stanza indicatagli dalla zia e non appena vi mise piede, vide la piccola Hana, la stessa bimba che aveva visto quel pomeriggio al mare, quindi voleva dire che la ragazza che aveva incontrato al mare era lì… tanti pensieri cominciarono ad attraversargli la mente, le immagini di quel volto che gli sorrideva, non sapeva nemmeno il suo nome, erano stati così bene che si dimenticarono di scambiarsi i numeri di cellulare e i loro rispettivi nomi. La ragazza che aveva conosciuto al mare era Haruka? Sì, Haruka, la sua vicina di casa della quale si era innamorato, a causa sua si era dovuto allontanare da casa per tre anni, per dimenticarla, per non vederla stare con un altro, ed ora che aveva trovato qualcun'altra che gli aveva toccato il cuore, aveva scoperto che era la stessa persona per la quale scappò! Impossibile! Haruka aveva appena finito di imboccare Hana, si girò e lo vide, vide il ragazzo della spiaggia. Come era possibile? Arashi e il ragazzo della spiaggia erano la stessa persona e lei non se n'era accorta?! Rimase a fissarlo come impietrita, poi, con una voce che non nascondeva il suo imbarazzo disse:
<< ciao, ci rivediamo ancora eh? Sono tre anni che non ci vediamo, sei cambiato tantissimo!>>
<< anche tu sei cambiata, a stento riesco a credere che la bambina che ho lasciato qui sia la stessa persona che ho conosciuto questa mattina.>>
<< con il tempo le persone cambiano, sono successe tante cose in questi tre anni!>>
<< è vero le persone cambiano, ma una cosa che non è cambiata è …>>
non riuscì a finire la frase perché mamma li chiamò. A tavola non aprirono bocca, nemmeno si guardarono in faccia, erano a disagio. Finito di cenare, tutti i grandi si ritirarono in un'altra stanza, i bambini andarono con loro, Arashi e Haruka rimasero soli. Il silenzio che si venne a creare fu imbarazzantissimo, ad interromperlo fu Arashi…
<< stamattina, quando ci siamo incontrati, mi hai detto che Hana è tua sorella, perché non mi hai avvertito? E dov'è tuo padre?>>
lacrime silenziose cominciarono a scendere, Haruka non riuscì più a trattenersi. Arashi non sapeva che fare ma poi, la strinse a sé e la coccolò fino a quando lei non si calmò.
<< adesso che ti sei calmata, puoi raccontarmi cosa è successo? Se non vuoi non fa niente…>>
<< devi sapere che la sera in cui nacque Hana, papà era a lavoro, non appena riuscii a rintracciarlo glielo dissi, era contentissimo, ma poi, sull'autostrada…>> altre lacrime cominciarono a solcarle il
volto << ebbe un incidente… lo portarono in ospedale, era in fin di vita, disse di voler vedere la bambina, non appena gliela porsero in braccio, sorrise e disse "Hana…" poi morì. Non te l'ho detto perché non sono mai riuscita a rintracciarti, perché sei andato via? Perché mi hai lasciata sola? Se tu fossi rimasto qui, non sarebbe di certo successo nulla…>>
cominciò a sferrargli piccoli colpi sul petto, ma lui la fermò, la costrinse a guardarlo. Un sorriso triste si accese sul suo bel volto…
<< sai perché sono andato via? Perché ti amavo e non volevo vederti con un altro, volevo averti tutta per me. Volevo dimenticarti, ecco perché non t'ho lasciato mie notizie, mi dispiace, il signor Kairi mi era simpatico, era come un secondo padre per me, questa sera mi hai dato una cattiva notizia. Nonostante, però, avessi fatto di tutto per dimenticarti, non ci sono riuscito, il mio amore per te è ancora vivo in me…>>
la prese, la guardò dritta negli occhi e le disse:
<<ti amo…>> questa volta gli occhi di lei si riempirono di lacrime, non per la tristezza, ma per la felicità, gli fece un sorriso e con un sussurro gli disse: << Anch'io…>>














 
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